68
5.
Composizione architettonica
5.1.
Progetto: fase creativa e concept
Il progetto di riqualificazione prende piede dal desiderio di individuare una soluzione alla criticità di un'area industriale dismessa all'interno del tessuto urbano di Livorno. L'abbandono dei fabbricati negli anni ottanta da parte della società PIRELLI, costruiti a inizio del secolo scorso in zona periferica ma già pochi decenni più tardi inglobati in una maglia urbana densamente popolata, ha avuto come risultato la creazione di un vuoto funzionale, avendo il complesso perso improvvisamente il suo ruolo e, di conseguenza, un significato.
Finora l'amministrazione comunale, fatta eccezione per il tentativo messo in atto a cavallo tra anni ottanta e novanta con la realizzazione parziale del progetto Ferrara, non ha colto l'occasione che il complesso, data la vastità dell'area che occupa e la posizione all'interno della città, offre. Nel 2008 il Comune aveva preso in esame l'opportunità di recuperare i fabbricati dismessi per destinarne i volumi al Polo Archivistico Labronico, bandendo un concorso per il progetto preliminare di riqualificazione dell'area (cfr Appendice). I tre progetti ammessi non risultarono corrispondenti alle richieste del bando e non fu individuato alcun vincitore così andò persa anche questa occasione. I capannoni perciò costituiscono ancora oggi una presenza irrisolta se non dal mero punto di vista della sicurezza: da tempo un "provvisorio" sistema di pannelli e transenne cingono i due edifici per impedire l'accesso di intrusi. L'area del lotto non edificata, invece, è aperta al pubblico dal 1994, dopo i lavori di trasformazione effettuati secondo il progetto Ferrara, ma risulta comunque poco sfruttata: il progetto prevedeva infatti che la realizzazione dell'Arena, il grande spazio ribassato e adibito a pista di pattinaggio,
69 fosse effettuata parallelamente al recupero dei due capannoni con un preciso legame di continuità formale e funzionale. L'Arena risulta quindi, non essendo stato realizzato il progetto relativo ai fabbricati, priva di qualsiasi servizio; i pochi presenti nel contiguo ex parco del Parterre sono da tempo dismessi: non c'è una caffetteria, non ci sono servizi igienici (il piccolo fabbricato dedicato è completamente fatiscente e inutilizzabile), non c'è -ad esempio- la possibilità di noleggiare dei pattini o uno skateboard. L'area che occupa, completamente lastricata, è per di più molto ampia -troppo probabilmente- e completamente assolata. Esistono degli elementi metallici, di colorazione verde, che hanno lo scopo di creare delle piccole zone d'ombra; variamente dislocati, apparentemente senza una logica, sono dotati di una o due panchine ciascuno, sempre vuote. In conclusione la zona non si può dire certo affollata: se è vero che le famiglie del circondario sfruttano il parco -in verità più nella zona verde dell'ex parterre- considerate le potenzialità di uno spazio pubblico di queste dimensioni all'interno del tessuto urbano il Parco Pertini al momento non costituisce un luogo di forte aggregazione.
L'obiettivo della tesi è proporre un progetto di recupero e riuso dell'area dismessa, dei capannoni così come dell'Arena, in grado di riconfigurarne l'identità formale a livello urbano e rappresentare un'occasione di riqualificazione in grado di investire tutta il sistema territoriale coinvolto.
L'ex complesso industriale, con i fabbricati inutilizzati e il parco di fatto poco sfruttato, sono percepiti come un 'vuoto urbano', intendendo con questo termine -sulla base del modello elaborato da Norberg-Schultz (cfr § 2.3)- uno spazio privo di identità e di una connotazione spaziale, il cui legame funzionale con il tessuto urbano circostante è definito, oltretutto in maniera non incisiva a causa della mancanza di servizi, solo relativamente all'area facente parte del Parco Pertini. Si è creduto quindi possibile individuare una linea di intervento in grado di riqualificare l'area, portandola da 'vuoto' a 'luogo', risolvendo le tre problematiche di cui sopra, nient'altro che gli elementi del linguaggio dell'architettura -e dello spazio quindi- individuati da Norberg-Schultz: morfologia, topologia e tipologia. Tres d'union è la memoria del luogo, ciò che del passato e del presente connota un determinato spazio nel nostro immaginario, la sua figurabilità, l'altrimenti detto genius loci. Per comprendere questo, oltre ai ricordi personali legati all'area, in particolare al vicino Parterre dove in prima persona ho potuto godere della presenza in città di un parco (allora attrezzato), si è potuto fare affidamento
70 su un'analisi diretta del luogo, avvenuta tramite sopralluoghi eseguiti in orari diversi della giornata ma soprattutto a mezzo di informazioni ottenute da conoscenti che abitano nella zona e portano i figli a giocare nel parco.
Il risultato dell'analisi conoscitiva e di quella percettiva, relativamente all'identificazione di una funzione definita e in grado quindi di risolvere la criticità legata alla tipologia, ha portato a considerare insufficiente quanto proposto dall'amministrazione comunale: destinare tutto il volume disponibile a Polo Archivistico può essere sicuramente utile a risolvere il problema della conservazione del materiale dell'Archivio di Stato, temporaneamente collocato in sedi dislocate (anche in altre città) per mancanza di spazi adeguati a tale scopo, ma non tiene conto della natura del contesto in cui l'area insiste. Per questo motivo si è creduto fondamentale ricavare all'interno di uno dei due capannoni, oggetto di questa tesi, uno spazio a completo servizio del parco che accogliesse una ludoteca, così come realizzare un volume aggiuntivo, centrale all'area occupata attualmente dall'Arena da destinare a punto ristoro. La funzione suggerita dal bando di concorso è stata comunque accolta e mantenuta per tutto il volume del fabbricato settentrionale, il cui progetto di recupero sarà affrontato nella tesi della collega Irene Galligani, e comunque per buona porzione del fabbricato oggetto della presente tesi: le campate nord del capannone, già attualmente suddivise da quelle a sud per la presenza di due campate centrali prive di tamponamento in muratura, ospiteranno infatti uno spazio polifunzionale in grado di servire la ludoteca ma anche -e soprattutto- l'adiacente nuovo polo archivistico. Un auditorium di dimensioni medio-piccole (90 posti) e un'area attrezzata per accogliere esposizioni, possono essere utili alla ludoteca per eventuali rappresentazioni teatrali e per installare mostre specificatamente destinate ai bambini, ma sono principalmente accessorie al polo archivistico che potrà contare su tali spazi in occasione di conferenze ed esposizioni di documenti e materiale fotografico di archivio.
Relativamente alla ricerca di una soluzione formale, per gli edifici tanto per lo spazio aperto, si è voluto fare riferimento al concetto di volume puro e semplicità, intendendo con questo termine non una soluzione banale ma in grado di dare all'individuo che si trovasse nell'area in questione un mezzo rapido di lettura dello spazio: quello aperto, con un'organizzazione spaziale che garantisse l'orientamento e la soluzione alla criticità della tipologia e quello chiuso, per conferire una morfologia tale
71 da rendere possibile l'identificazione, altro elemento alla base del processo di appartenenza che può -e vogliamo che sia così- instaurarsi tra individuo e territorio.
Il volume puro, tradotto in forme e linee secondo le operazioni del comporre tipiche delle opere di Kandinskij -quindi proprie del piano ma anche dell'elevato, i suoi quadri sono infatti quanto di più lontano possa essere da un'opera puramente bidimensionale- hanno portato in prima istanza alla definizione della planimetria esterna e conseguentemente degli elementi costitutivi e rappresentativi del fronte del fabbricato rivolto verso il parco.
Elaborazioni grafiche sulle opere di Kandinskij "Giallo, Rosso, Blu" (1926) e Composizione VIII (1923) a confronto con uno schizzo preliminare della planimetria
Le forme e le direzioni individuate in pianta trovano una loro figurabilità nell'elevato non solo grazie agli sfalzamenti di piano che sono stati aggiunti nella parte centrale dell'Arena, riproducendo quindi le operazioni compositive proposte sul piano (offset-serie-reticolo a griglia-rotazione) in sezione, ma anche nella presenza di elementi volumetrici posti in prossimità della facciata che, nella campata centrale in corrispondenza dell'accesso all'ex capannone industriale, compenetrano nella stessa. In questo modo il disegno esterno entra nell'interno e viceversa, così che, come le funzioni del parco e dell'archivio sono strettamente connesse a quelle del fabbricato oggetto della tesi, anche le linee compositive di parco e archivio si legano a quelle dell'edificio; anche il collegamento con l'edificio destinato a polo archivistico è realizzato, infatti, a mezzo di un volume che compenetra entrambi i due edifici da recuperare.
72 Andando a sviluppare ulteriormente il concetto di volume puro, ricercando una morfologia che fosse il più possibile definitiva e chiara, si è voluto fare riferimento al concetto della scatola e, in un secondo livello di definizione, di 'scatola nella scatola'. Ulteriore passo è stato quello di legare la funzione alla forma -alla scatola quindi- cosicché gli spazi necessari alle funzioni individuate nel progetto sono stati ricavati in volumi 'scatola'. A partire da questa idea si è sviluppato una sorta di 'titolo' che esprimesse il concept finora descritto, accoppiando l'acronimo delle funzioni principali dell'area -Parco Ludoteca Archivio- al termine 'box' ('scatola' in inglese): PLAinBOX (le funzioni in scatola) che, leggendolo senza interruzione tra le prime due parole diventa, PLAIN BOX (scatola semplice). Queste due idee -a ogni funzione la sua scatola e la semplicità concettuale, non banalità, della scatola e della 'scatola nella scatola'- hanno segnato le scelte prese durante l'itinerario progettuale. In particolare, relativamente al concetto 'scatola nella scatola', sono state individuate due tipologie di volumi interni a quello esistente. Le scatole di dimensione maggiore, da realizzare (come anche quelle più piccole del resto) in pannelli multistrato di legno con struttura e fondazioni indipendenti da quelle del capannone industriale, sono state pensate per collocare i servizi e le funzioni che necessitassero di spazi più ampi (auditorium, aula racconti, area della ludoteca destinata al gioco libero) o di essere opportunamente nascosti (servizi igienici e magazzino).
Schizzo preliminare sulla collocazione delle funzioni in pianta
Le scatole di dimensioni minori rappresentassero un secondo livello del concetto di 'scatola nella scatola', per questo motivo a un corpo interno, in X-LAM, si trova associato un guscio esterno, variamente traslato rispetto all'interno. Gli involucri di queste 'scatole piccole' sono stati pensati quali filtri dotati di una certa trasparenza e hanno funzione, siano essi interni o esterni alla struttura, di protezione dalla luce solare. Questi si trovano, infatti, tutti in prossimità delle aperture di grande luce (quelle già esistenti nel capannone e mantenute nelle loro dimensioni originali) rivolte verso il parco e, quindi, verso ovest; esse sono investite dai raggi solari nelle ore pomeridiane
73 del pomeriggio e senza un'adeguata schermatura qualsiasi attività svolta in prossimità delle aperture sarebbe disturbata pesantemente.
Schizzo preliminare del prospetto ovest
Tali schermi si trovano solo in corrispondenza delle campate destinate a ludoteca poiché nello spazio polifunzionale l'area in prossimità delle aperture ovest del fabbricato sono di mero passaggio. Per dotare i gusci della funzione di filtro si è pensato a un materiale che da una parte fosse in linea, materica e di colorazione, con la struttura metallica a sostegno della copertura del fabbricato e che permettesse di variare la sua capacità di trasparenza: con la lamiera stirata in rame, a seconda del disegno di maglia scelto, più o meno fitto, le pareti delle scatole possono avere capacità di schermature differente e in linea con le esigenze delle aree da ombreggiare. Dal punto di vista compositivo le 'scatole nelle scatole' subiscono una progressiva azione di rotazione e 'esplosione' procedendo da nord a sud, dalla funzione di auditorium alla funzione di ludoteca, come passaggio dall'ordine (l'archivio), al disordine (il gioco). Tale effetto è stato pensato in relazione anche al movimento delle linee e dei volumi esterni.
Infine, ma non meno importante, il concept 'scatola nella scatola' permette di mantenere la struttura esistente, fatta eccezione per gli interventi che sono necessari al consolidamento strutturale volto al miglioramento sismico, nelle sue forme, proprie dell'architettura industriale, caratterizzate dalla capriate e dai pilastri calastrellati in acciaio.
5.2.
Inserimento nel contesto urbano e sistemazione del verde
Con l'obiettivo di incrementare il legame spaziale con il tessuto urbano limitrofo si è deciso per la riapertura del passaggio carrabile, adesso sbarrato e che era presente in corrispondenza del lato settentrionale dell'edificio oggetto della tesi e che rappresentava, con la sua copertura sostenuta da capriate identiche a quelle presenti all'interno dei capannoni, l'elemento di congiunzione tra questo e i fabbricati oggetto della tesi della74 collega Irene Galligani. Insieme abbiamo deciso per rimuovere la copertura, oramai fatiscente, e inserire un elemento coperto di passaggio che collegasse i due corpi di fabbrica e rendesse tuttavia possibile l'accesso a un mezzo di emergenza (le dimensioni in altezza e larghezza, nonché i raggi di curvatura dal via della Meridiana permettono un agevole accesso all'ambulanza). Tale accesso sarà inoltre da preferire qualora si raggiungesse il parco in bicicletta, proprio per permettere questo si è pensato di progettare un nuovo tratto di pista ciclabile a prosecuzione del tratto di pista esistente lungo il viale Carducci.
Schizzo prelimanare accesso carrabile riaperto
Per rinsaldare i legami spaziali esistenti si è deciso di mantenere gli accessi al parco attuali, uno in corrispondenza del parcheggio, seppure marginale comunque l'unico per chi volesse giungere al parco con un mezzo proprio, l'altro diffusamente possibile dal Parterre, essendo stato demolito il muro di confine tra le due aree negli anni novanta. Tali accessi, adesso poco curati, sono stati rimarcati dotando i percorsi, che partendo da essi attraversano il parco, di elementi caratterizzanti quali un filare di alberi in corrispondenza del percorso Parterre-nuovo accesso da via della Meridiana e una serie di 'box d'ombra' , da realizzare anch'essi in lamiera stirata in rame, nei percorsi di attraversamento centrale dell'Arena.
L'Arena, ribassata di 1,50 m rispetto al piano campagna, con la sua funzione di pista di pattinaggio, è stata mantenuta nella zona meridionale nel lotto; la parte compresa tra il nuovo edificio, destinato a caffetteria e posizionato a livello 0,00 è stata movimentata in elevato con l'inserimento di un palco e di un piano inclinato rivestito da tessuto erboso che facesse da collegamento alla pedana di basamento al punto ristoro.
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Schizzo della planimetria con percorsi accessi e nuove funzioni dell'Arena
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5.3.
Descrizione del progetto
Si riportano di seguito una breve descrizione e i disegni del progetto di riqualificazione architettonica e funzionale del capannone est e quelli relativi al progetto di nuova costruzione del punto ristoro.
Pianta dello stato di progetto dell'edificio ex Pirelli
Nella rifunzionalizzazione dell'edificio esistente, destinato ad accogliere due funzioni che devono essere separate, è stato introdotto quale elemento di interruzione uno spazio coperto ma non tamponato nel fronte rivolto verso al parco. Di fatto si traduce l'attuale presenza di due campate aperte nel mantenimento di tale apertura sulla navata che assurge alla funzione di separazione/filtro tra le due aree funzionali e nel tamponamento con una vetrata strutturale in corrispondenza dell'ultima campata destinata allo spazio polifunzionale: in questo modo dal punto di visivo la situazione non cambia.
Prospetto ovest dello stato di progetto dell'edificio ex Pirelli
In corrispondenza della navata filtro dalla quale si accede all'interno delle due aree da essa separata, è una 'scatola nella scatola' che definisce l'ingresso al fabbricato dal parco, compenetrando nel volume dello stesso con un'inclinazione che deriva dall'orientamento del percorso esterno.
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Sezione longitudinale dello stato di progetto dell'edificio ex Pirelli
Lo spazio di servizio all'archivio è caratterizzato dalla presenza di due funzioni principali, quella di auditorium all'interno di una scatola di dimensioni maggiori e quella di spazio espositivo che si articola in diverse 'scatole piccole' che sono state pensate per accogliere i pannelli espositivi. Questa scelta perchè, nell'allestimento di qualsiasi tipo di mostra fotografica, è bene che il materiale non sia esposto alla luce diretta per evitare fenomeni di riflessione che rendano difficoltoso la visione delle opere. Per il dimensionamento di queste scatole si è tenuto conto che la distanza da tenere da una fotografia per osservarla correttamente corrisponde alla diagonale della stessa, a questa distanza si è aggiunto lo spazio necessario al passaggio di un visitatore (60 cm), qualora si volesse mettere i pannelli lungo un solo lato della scatola, o di due visitatori (120 cm) in caso di pannelli espositivi su entrambi i lati della scatola.
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Sezione trasversale in corrispondenza dell'auditorium
Alla base della progettazione dello spazio dedicato alla biblioteca è l'obiettivo di creare un percorso 'protetto' per i bambini, che permettesse loro di accedere agli spazi dedicati e che risultassero sufficientemente appartati rispetto agli spazi di accoglienza e di servizio e, quindi, fossero adeguatamente protetti. In questo senso, attraverso la 'scatola-corridoio', nella quale possono essere posizionati dei pannelli espositivi dei lavori dei piccoli utenti della ludoteca, si raggiunge uno snodo distributivo dal quale si accede alle aree destinate alle diverse attività della ludoteca, compresi i servizi riservati ai bambini. Si è voluto creare una zona separata di attesa, vicino all'ingresso per i genitori dei bambini con dei servizi igienici dedicati solo a questa area.
79 Sezione trasversale in corrispondenza dell'aula racconti della ludoteca
Il punto ristoro è stato posizionato nella parte centrale dell'Arena con lo scopo di spezzare questo spazio aperto effettivamente troppo vasto. Si ripropone in scala minore, il leitmotiv della 'scatola nella scatola', così da anticipare il tema presente all'interno del fabbricato ex Pirelli.
80 Prospetto e sezione trasversali del Punto Ristoro di nuova edificazione