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Carolina Venosi e la sua Rome is More: raccontare la Città Eterna tra dialetto e romanità

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Academic year: 2022

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Carolina Venosi e la sua Rome is More: raccontare la Città Eterna tra dialetto e romanità

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Carolina Venosi e la sua Rome is More: raccontare la Città Eterna tra dialetto e romanità By Marianna De Mare on 8 Dicembre 2021 MONDO - Tra un Daje, un Mejo me sento e un Eccallà, Carolina Venosi spiega agli stranieri, ma anche a noi italiani, cosa voglia dire essere romani e vivere nella Capitale. Perché Roma è cuore, storia, architettura e tanto altro. Semplicemente p e r c h é R o m e i s M o r e . Lasciare un contratto a tempo indeterminato per spiegare agli stranieri cosa v u o l d i r e S e l a l l e r o ? È quello cha ha fatto Bionda con la Smart, all'anagrafe Carolina Venosi, architetta romana - ma che non fa l'architetta - mente creativa e founder di Rome is More.

Pagina sui social aperta nell'ottobre 2019, su cui traduce in inglese i più famosi detti romani e che oggi conta 349.000 follower su Instagram e 177.000 su F a c e b o o k . U n a g u i d a i n t e r n a z i o n a l e p e r

«cavarsela a Roma senza sbrocca'», diventata poi anche un libro, Veni Vidi Daje, pubblicato da Rizzoli, e da un anno anche uno s t o r e n e l q u a r t i e r e Testaccio. Ma Rome is More non è solo umorismo, è molto di più: è una vera e

p r o p r i a d i c h i a r a z i o n e d'amore, che arriva dritta al cuore di chi, per un motivo o per un altro, si sente fortemente legato alla Città Eterna, perché la vive tutti i giorni o perché la sogna da sempre, seppur da lontano.

Carolina, fino a qualche a n n o f a l a v o r a v i c o m e responsabile marketing in un'azienda di abbigliamento a Roma. Avevi una carriera avviata, che hai deciso di abbandonare per dedicarti u n i c a m e n t e a l p r o g e t t o Rome is More. Raccontaci cosa ti ha dato la spinta e il c o r a g g i o d i l a s c i a r e u n p e r c o r s o s i c u r o p e r investire su un progetto, nato e cresciuto sui social network. E, quando hai capito che potevi farne effettivamente un lavoro?

In realtà sono arrivata a questa scelta in maniera m o l t o g r a d u a l e , a n c h e perché sono sempre stata m o l t o f o c a l i z z a t a s u l l a c a r r i e r a e q u i n d i s u l lavorare per gli altri. Piano piano, con l'avviarsi del p r o g e t t o , m i s o n o r e s a c o n t o p e r ò c h e p o t e v a funzionare. Già la proposta del libro mi aveva dato maggiore consapevolezza.

Quando mi ha contattata Mondadori per la prima volta pensavo fosse una mail di spam perché mi

hanno contattata proprio a l l ' i n i z i o ; s o n o s t a t i bravissimi scouter perché la pagina era aperta solo da due mesi. Il team che ha fatto la ricerca ha avuto la l u n g i m i r a n z a d i comprendere il potenziale del progetto. Ecco, devo dire che quello mi ha dato una base un po' più solida per iniziare a ragionare su un discorso di brand a tutti gli effetti. Rome is More è nata perché io volevo un m i o p o r t f o l i o . D o v e v a essere una dimostrazione d e l l e m i e s k i l l s c o m e c r e a t i v a , u n c u r r i c u l u m parlante diciamo. Non sono mai stata un'amante dello sfoggio verbale, preferisco siano le cose che faccio a parlare per me. Subito dopo ho deciso di avviare una p i c c o l a p r o d u z i o n e d i prodotto con le frasi di Rome is More, innanzitutto perché mi veniva richiesto e poi anche io volevo vedere che effetto avrebbe avuto sul pubblico. Tieni conto che ai tempi lavoravo ancora in azienda, facevo queste cose nei weekend e la notte.

Vedendo che l'e-commerce andava, il libro prendeva forma, la pagina cresceva, ho capito che questa idea mi stava appassionando m o l t i s s i m o e c h e n o n v o l e v o d e d i c a r l e s o l o i

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ritagli di tempo. Quindi ho iniziato a chiedere il part time, per poi decidere di iniziare a fare solo quello e costruire un piccolo team.

Certo, mi sono licenziata quattro mesi prima della pandemia... un tempismo perfetto, ma non mi pento!

Quest'anno di pandemia è s t a t o p i ù u n a n n o d i crescita e scoperta delle p o t e n z i a l i t à d i R o m e i s M o r e . H o s c e l t o p o i d i concretizzare il tutto con l'apertura di un ufficio nel quartiere Testaccio, che è un po' più grande di quello che doveva essere, così ho creato anche un piccolo corner di vendita, su cui non speravo di fare grandi numeri, pensavo di riuscire a r i e n t r a r e d a l l e s p e s e d e l l ' a f f i t t o , m a n o n c i contavo così tanto. Invece sta andando molto bene, soprattutto tenendo conto che in materia di gestione di un punto vendita non avevo esperienza. E invece devo dire è stata una bella s o r p r e s a . Q u e l l o c h e è partito inizialmente come un gioco, ora è una vera e p r o p r i a p i c c o l a r e a l t à i m p r e n d i t o r i a l e c h e attualmente impiega, oltre a te, altre tre persone;

come è stato passare da un lavoro in azienda all'interno d i u n t e a m c o n c u i condividere piani d'azione, strategie e soluzioni a un lavoro in solitaria, la cui responsabilità era tutta sulle tue spalle? Hai avuto

momenti di difficoltà? Li ho avuti e li ho tuttora. Io sto imparando sulla mia pelle c o s a s i g n i f i c h i e s s e r e imprenditori, soprattutto imprenditori in Italia. Poi c'è da dire che tendo a essere maniaca del controllo e perfezionista; sono molto a u t o c r i t i c a , t e n d o a perdonarmi poco gli errori e ad aspettarmi molto da me stessa, anche su cose in cui non posso pretendere molto p e r c h é è q u a l c o s a d i totalmente nuovo per me.

All'inizio le prime difficoltà s o n o s t a t e q u e l l e burocratiche; all'apertura dell'ufficio e del negozio eravamo in tre: una per il negozio, una per il back office che mi affiancava per la gestione dei venditori, la p r o d u z i o n e , i c o n t e n u t i social, la community, il customer service, ordini e- c o m m e r c e . . . i n s o m m a , tante cose da gestire. Poi, difficoltà anche di natura tecnica: trovare programmi g e s t i o n a l i , c a p i r e c o m e f u n z i o n a l a c a s s a , l o scontrino elettronico, la trasmissione all'Agenzia d e l l e E n t r a t e . . . s e n z a dimenticare il fatto che ho a p e r t o i l n e g o z i o i l 1 3 dicembre 2020, ancora in piena pandemia. C'è stata questa aggravante che non mi ha consentito per tutto questo anno di esercizio di capire se i numeri che sto facendo siano più o meno buoni perché non ho uno storico, non so prima del

C o v i d c o m ' e r a . L a p i ù grossa difficoltà è stata anche la gestione delle risorse umane, che è un a s p e t t o c h e i o a v e v o totalmente sottovalutato e invece è molto importante, molto delicato. È stato ed è t u t t o r a u n a s p e t t o d e l business in cui sto cercando sempre più di migliorarmi.

Gestivo dei team quando e r o i n a z i e n d a , m a è diverso quando sei tu il datore di lavoro. Io voglio creare un ambiente molto o r i z z o n t a l e , n o n h o l'ambizione di voler creare u n a g e r a r c h i a o u n ambiente autoritario, però q u e s t o p r e s u p p o n e c h e anche dall'altra parte ci sia una maturità professionale e personale tale da gestire questo rapporto orizzontale.

Il ruolo c'è, il fatto che io non lo faccia presente ogni giorno non vuol dire che n o n c i s i a . Q u e s t o è l ' e q u i l i b r i o d i f f i c i l e d a m a n t e n e r e . C i s t o lavorando, è una cosa a cui t e n g o , p e r ò n o n v o g l i o c a m b i a r e m o d a l i t à d i gestione. Preferisco cercare di far capire alle persone che lavorano con me che per mantenere un ambiente p i ù s a n o e a m i c h e v o l e , g i o v a n e e d i n a m i c o , dall'altra parte serve una g r o s s a m a t u r i t à , s e r v e capire e tenere a mente che i ruoli ci sono ed è giusto che ci siano. Tra tutte le difficoltà che hanno segnato l e p r i m e f a s i d i q u e s t a

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avventura, devo dire che all'inizio ho avuto anche un grosso aiuto da parte della Banca del Fucino, che voglio r i n g r a z i a r e . A v e v o u n business plan per poter prendere il negozio non avendo in quel momento i fondi necessari, che non volevo chiedere alla mia famiglia, per cui ho chiesto alla banca e devo dire che h o t r o v a t o u n a g r a n d e apertura e disponibilità che non mi aspettavo. Senza questo appoggio io non avrei potuto fare parte di quello che ho fatto. Per me è stata la base per iniziare a costruire. A proposito dello s t o r e , c o n s i d e r a n d o l a t i p o l o g i a d i p r o d o t t i i n vendita, immagino non sia così strano che un cliente entri in negozio chiedendo:

"Ma non è che hai una tazza

" M e c o j . . . i ? " . R i c o r d i qualche episodio che ti ha divertito particolarmente?

Ogni tanto mi faccio io qualche vendita in negozio, m i p i a c e v e d e r e c o m e reagiscono le persone. È bellissimo vedere la gente che entra in negozio e inizia a ridere. E questa cosa, se ci pensi, non accade da nessuna parte. Questa è la cosa che più mi fa ridere in effetti, quando mi chiedono una tazza "Me cojoni", un portachiavi "Sti cazzi". La gente si imbarazza e non me lo dice, me lo indica. Io l i o b b l i g o ! A n c h e a l l e r a g a z z e a d d e t t e a l l a v e n d i t a , d u r a n t e l a

formazione dico sempre:

" S c h e r z a t e c i s u q u e s t a cosa, perché è insolita". Da noi non è una parolaccia Sti cazzi, è un modo di vivere, u n a f i l o s o f i a d i v i t a . Qualche giorno fa è venuta un'americana di New York che segue Rome is More.

Era in vacanza a Roma e v i s t o c h e c i s e g u e s u Instagram, sapeva dello store ed è voluta venire in negozio a prendere dei r e g a l i . È i m p a z z i t a l à dentro! Insieme ad altri amici suoi amanti di Roma, ha un fan club romano, si vedono una volta al mese per parlare della nostra c i t t à e d è v e n u t a a comprare dei regali proprio p e r l o r o . È d a v v e r o divertente vedere come reagisce il cliente. Perché la c o s a b e l l a è c h e è u n prodotto che va oltre la cosa fisica, è qualcosa che ti va a smuovere un aspetto molto emotivo. La pagina p e r c o m e l a v e d i a m o adesso si è arricchita nel corso del tempo, non è più solo un dizionario ma un vero e proprio omaggio alla t u a c i t t à : t r a u n q u i z

"Sapevatelo" e una foto che ritrae scorci mozzafiato, r a c c o n t i l a R o m a p i ù autentica a romani e non. È esattamente come l'avevi immaginata quando hai dato vita a questo progetto o c ' è q u a l c o s a c h e h a i cambiato in corso d'opera?

In realtà già dall'inizio ci tenevo che non fosse solo

umorismo, ma che ci fosse anche una parte divulgativa sulla storia di Roma, sulle curiosità che riguardano la p a r t e a r t i s t i c a e monumentale della città, i m p r e s c i n d i b i l e p e r c h é R o m a è s t o r i a , è architettura e un sacco di a l t r e c o s e . M i f a c e v a piacere integrare anche questa parte perché penso che la maniera più semplice per apprendere e conoscere cose nuove, oltre che per stimolare la curiosità, sia proprio attraverso l'ironia, a t t r a v e r s o u n m o d o d i r a c c o n t a r e l e c o s e i n maniera diversa rispetto a come siamo abituati a fare a scuola e a leggere sui l i b r i . L a d i d a s c a l i a i n romanesco pensi sia un m o d o p e r t o c c a r e m a g g i o r m e n t e l e c o r d e emotive di chi legge? Il dialetto rende tutto più umano secondo me, un po' c o m e p e r l a s e r i e d i Zerocalcare su cui si sta facendo qualche polemica.

Il doppiaggio in dizione un p o ' m i a l l o n t a n a d a l l a storia, dalla parte emotiva e io credo che Zerocalcare non avrebbe potuto fare altro che farla in romano.

Q u e l l a s t e s s a s e r i e i n italiano in dizione avrebbe perso tantissimo. Sarebbe stato impossibile avere la stessa resa emozionale in un altro modo se non in romanesco. Anche perché ci sono già dei precedenti, come Romanzo Criminale o

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Gomorra... Il dialetto è una cosa totalmente italiana; se v a i i n I n g h i l t e r r a , i n America, ci sono gli slang, ci sono gli accenti, ma non esiste un'altra lingua - e il dialetto è a tutti gli effetti un'altra lingua - che venga identificata in un luogo.

Q u e s t a c o s a p i ù c h e a t t a c c a r l a , c e r c h e r e i d i difenderla perché è una c o s a s o l o n o s t r a c h e b i s o g n a v a l o r i z z a r e e a c c e n t u a r e . I l m o d o d i comunicare di noi italiani è caratterizzato anche da una f o r t e g e s t u a l i t à , difficilmente traducibile a p a r o l e , t a n t o p i ù s e i n dialetto. In questo, a mio avviso, sei stata bravissima perché leggendo ogni tuo p o s t , a n c h e u n

" d i v e r s a m e n t e r o m a n o "

credo riesca a dare la giusta intonazione e immaginare il g e s t o c h e a c c o m p a g n a q u e l l a d e t e r m i n a t a espressione. Cosa mi dici, i n v e c e , d e g l i s t r a n i e r i ? Secondo te ne colgono in p i e n o i l s i g n i f i c a t o ? L a difficoltà dello straniero è l e g a t a a l f a t t o c h e g l i manca un pezzo importante della comprensione di quel testo, che è il contesto.

Probabilmente non riesce a c a p i r e f i n o i n f o n d o l a natura dell'espressione, ci può stare. Da internet è più difficile, da un post su I n s t a g r a m n o n a r r i v a a p p i e n o q u e s t a c o m p r e n s i o n e . P e r ò c i lavoriamo; quando vengono

i n n e g o z i o e g l i e l o spieghiamo dal vivo poi r i e s c o n o a c a p i r e . A giudicare dalle vendite o dai l i k e s u i s o c i a l , q u a l è l'espressione che amano maggiormente? Le cose più volgari sono quelle che vanno di più, insieme al Daje, che è internazionale, è diventata un'espressione veramente comune. Con il D a j e r i u s c i a m o a raggiungere tutti. Da cosa trai maggiore ispirazione quando traduci una nuova espressione? Dalle cose più disparate... per strada, al supermercato, in macchina mentre ascolto la radio. Mi s e g n o l e c o s e e p o i l e sviluppiamo. La cosa bella del dialetto è questa: lo respiri per le strade, lo vivi tra le persone, sotto questo aspetto, gli stimoli sono continui... Il tuo libro Veni, Vidi, Daje si apre con "Se lallero", espressione a cui sei particolarmente legata perché ripetuta spesso da tuo nonno. Ma qual è quella c h e s e c o n d o t e m e g l i o rappresenta lo spirito della r o m a n i t à ? C r e d o s i a Mortacci Tua, quella forse più violenta. Letteralmente è u n ' e s p r e s s i o n e m o l t o brutta, stai maledicendo i morti di una persona, la vai ad attaccare nella sua parte più delicata. Però per come la utilizziamo noi può essere anche un Te vojo bene. Se non vedo un'amica da tanto le dico "Mortacci tua, 'ndo s e i f i n i t a ? " . Q u e s t a

espressione riflette appieno il carattere del romano, che è di cuore e di pancia nel dirti sia le cose belle che quelle brutte. Avete appena lanciato un nuovo prodotto, I l R o m a n o i n F i e r a , u n ' e d i z i o n e l i m i t a t a p r o d o t t a d a D a l N e g r o . Com'è nata questa idea?

Questo è il primo prodotto c h e s i d i s t a c c a completamente da quello che abbiamo fatto uscire finora, rispetto a quello che il nostro pubblico è abituato a vedere nel nostro store. Il soggetto è sempre Roma, ma in una maniera un po' diversa. La selezione e la s c e l t a d e l l ' i l l u s t r a t o r e , Valerio Paolucci, anche lui abituato ad illustrare Roma in un certo modo, e di Dal Negro, per la qualità e la storicità del marchio, sono state scelte per valorizzare questo prodotto. Fatto con qualcun altro avrebbe perso i n t e r m i n i d i q u a l i t à ; sicuramente sarebbe stato u n i n v e s t i m e n t o p i ù tranquillo, però avrebbe p e r s o v a l o r e . I o c e r c o s e m p r e d i i n s e g u i r e l a qualità nei lavori che faccio perché è anche quello che io voglio quando acquisto, quando scelgo un prodotto o un brand. È un'attenzione che mi piace vedere negli altri e cerco di portarla anche sui nostri prodotti, e Il Romano in Fiera è proprio il punto più alto di questa filosofia. All'interno del gioco c'è un leaflet illustrato

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e scritto, dove ogni carta ha la spiegazione del perché sia stata scelta, con una m i n i s t o r i e l l a d i v e r t e n t e attorno al soggetto. Quindi è stato anche un lavoro di scrittura impegnativo. Per s c r i v e r e q u e s t o f o g l i o illustrativo ci ho messo due mesi. Però volevo farlo p e r c h é a n c h e s e n o n conosci il gioco, se non c o n o s c i R o m a , q u e s t a componente scritta aiuta ad entrare nell'atmosfera. E nel concept per cui è stato creato. L'abbiamo legato a u n ' a t t i v i t à d i un'associazione romana, Sanità di Frontiera, che lavora principalmente nelle periferie contro l'abbandono s c o l a s t i c o d a p a r t e d e i giovani. Parte del ricavato v e r r à d o n a t o a q u e s t a associazione per il progetto c h e a b b i a m o c h i a m a t o R i C r e a . D o v e a i u t i a m o questi ragazzi a riavvicinarsi alla scuola facendo attività extracurriculari nel campo dell'arte, della musica, del t e a t r o e d e l c i n e m a . Insomma, intorno a questo prodotto c'è davvero tanto di più che la carta. Ci sono molto affezionata e mi sta dando grandi soddisfazioni.

Ultima domanda, ma non per ordine di importanza!

Chi segue Rome is More, lunedì ha un appuntamento f i s s o c o n l ' o r o s c o p o settimanale - e diciamolo, Paolo Fox ormai ve spiccia casa, per restare in tema - r i g o r o s a m e n t e i n

r o m a n e s c o . S e n z a scomodare le stelle, cosa speri ci sia nel futuro tuo e d i R o m e i s M o r e ? L'oroscopo è un'altra di quelle cose che ci diverte un sacco. Ci becchiamo gli insulti di tutti in base a come è andato il segno q u e l l a s e t t i m a n a . C ' è questo studio approfondito degli oroscopi degli altri, in realtà, per poi romanzarli in r o m a n e s c o . P e r q u a n t o riguarda il mio futuro, io mi auguro di rimanere sempre fedele ai miei principi e a me stessa nella gestione di q u e s t a i m p r e s a . S e n z a farmi condizionare dagli incontri sbagliati che si possono fare durante la vita l a v o r a t i v a . S p e r o d i r i m a n e r e f e d e l e a l m i o concetto di azienda e di lavoro. Sono molto legata alle persone che lavorano con me e credo che insieme potremo fare qualsiasi cosa p e r c h é c ' è u n a b e l l a sinergia. Spero di riuscire a m a n t e n e r e q u e s t a a t m o s f e r a . P e n s a c h e attualmente io sono quella con lo stipendio più basso in azienda. Io sto investendo nel mio progetto, ma anche le altre lo stanno facendo a modo loro, perché è una start up, Rome is More è un progetto nuovo; rispetto a un'azienda più grande con una storia solida alle spalle, p u ò a n c h e f a r p a u r a lavorare in un contesto come il nostro. Ci devi credere, devi appassionarti

all'idea. Devi credere in chi la gestisce, quindi in me.

P e r c u i h o p r e f e r i t o , e continuerò a farlo finché non avremo una stabilità economica diversa. Privarmi io delle risorse ma riuscire a far stare serene le persone c h e l a v o r a n o c o n m e . Questa per me è una cosa f o n d a m e n t a l e . E s s e n d o s t a t a d i p e n d e n t e h o interiorizzato anche questo punto di vista negli anni in cui ho lavorato per altri.

Quindi so come ci si sente ad essere quella necessaria m a n o n i n d i s p e n s a b i l e . Sono le persone a fare l'azienda. Senza le mie ragazze non potrei fare un terzo delle cose che faccio.

Rome is More non sarebbe cresciuta così tanto e se siamo arrivate a fare tutto questo è merito di tutte q u e l l e c h e l a v o r a n o a questo progetto. Per cui per m e è i m p e n s a b i l e n o n pensare a loro. Tutte le f o t o p r o v e n g o n o d a l l a pagina Instagram ufficiale di Rome is More

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