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Anno 3, Vol. 3, 2020 ISSN Gentrificazione e margini

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Academic year: 2022

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(1)

edizioni

Museo

Pasqualino

3

Editoriale di Rosario Perricone

Fotografie di Jerome Krase

Testi di Clelia Bartoli Andrea Broccolini Maurizio Carta Alice Giannitrapani Teresa Graziano Jerome Krase

Francesco Mangiapane

Francesco Montagnani Stefano Portelli Federico Prestileo Alberto M. Sobrero Miscellanea

Maria Pilar Panero García Giovanni Pizza

ETNOGRAFIE

DEL CONTEMPORANEO

Anno 3, Vol. 3, 2020 – ISSN 2611 - 4577

Gentrificazione e margini

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edizioni

Museo

Pasqualino

direttore Rosario Perricone

(3)

ETNOGRAFIE

DEL CONTEMPORANEO

n.3/2020 Rivista annuale

ISSN 2611–4577

Registrazione presso il Tribunale di Palermo n.2/2018 del 10 gennaio 2018

Direttore responsabile Rosario Perricone

Redazione

Antonino Frenda, Giuseppe Giordano,

Eugenio Giorgianni, Francesco Mangiapane, Pier Luigi José Mannella Sebastiano Mannia, Gabriella Palermo, Igor Spanò

Comitato scientifico

Mara Benadusi

Università degli studi di Catania Sergio Bonanzinga Università degli studi di Palermo Ignazio E. Buttitta Università degli studi di Palermo

Marina Castiglione

Università degli studi di Palermo

Michele Cometa

Università degli studi di Palermo

Gabriella D’Agostino

Università degli studi di Palermo

Salvatore D’Onofrio

Università degli studi di Palermo José Antonio González Alcantud Università di Granada

Gianfranco Marrone

Università degli studi di Palermo Vito Matranga

Università degli studi di Palermo Vincenzo Padiglione

Università degli studi di Roma - La Sapienza Berardino Palumbo

Università degli studi di Messina Caterina Pasqualino

EHESS-LAS/CNRS - Parigi Giovanni Ruffino

Università degli studi di Palermo Carlo Severi

EHESS-LAS/CNRS - Parigi Roberto Sottile

Università degli studi di Palermo

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3

edizioni

Museo

Pasqualino

Editoriale di Rosario Perricone

Fotografie di Jerome Krase

Testi di Clelia Bartoli Andrea Broccolini Maurizio Carta Alice Giannitrapani Teresa Graziano Jerome Krase

Francesco Mangiapane

Francesco Montagnani Stefano Portelli Federico Prestileo Alberto M. Sobrero Miscellanea

Maria Pilar Panero García Giovanni Pizza

ETNOGRAFIE

DEL CONTEMPORANEO

Anno 3, Vol. 3, 2020 – ISSN 2611 - 4577

Gentrificazione e margini

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Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana

Regione siciliana

Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana

© 2020 Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino

Piazza Antonio Pasqualino, 5 – 90133 Palermo PA

www.edizionimuseopasqualino.it – info@edizionimuseopasqualino.it

Progetto grafico e impaginazione Francesco Mangiapane

In copertina

Stencil art, Palermo, 2020, fotografia di Rosario Perricone

L’editore è a disposizione per eventuali aventi diritto che non è stato possibile contattare.

Il presente volume è coperto da diritto d’autore e nessuna parte di esso può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti d’autore.

La carta utilizzata per la stampa è realizzata con un impasto fibroso composto al 100% da fibre di riciclo ed è garantita da certificazione Blauer Engel. Le sue fibre sono bianchite con processi Chlorine Free. È, quindi, al 100% ecologica.

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Indice

Editoriale ... 7 RosaRio PeRRicone

Gentrificazione e margini ...13

Il compito degli antropologi... 15 albeRto M. sobReRo

L’urbano in trasformazione.

Alcune cautele concettuali per l’uso della gentrificazione nel Sud Europa ...25 siMone tuluMello

Il diritto di restare ...35 stefano PoRtelli

Geografie del turismo a Palermo. Un monopolio territoriale ...49 fedeRico PRestileo

«Un po’ di gentrificazione però ci voleva...».

Dubbi e certezze sul rinnovamento urbano ... 63 fRancesco Montagnani

Etnografia giuridica a Ballarò. Per dirottare il verso del sapere ...75 clelia baRtoli

Nuovi foodscapes e turistificazione.

I mercati storici come “frontiere di “gentrification”? ... 85 teResa gRaziano

Cibo, turismo, città ...99 alice giannitRaPani

Intermezzo: Gentrification of the Little Italies...107

Testo e fotografie di Jerome Krase L’anima di New York.

Gentrificazione, Artificazione, Turistificazione a partire da Pretend It’s a City di Scorsese ..167 fRancesco MangiaPane

Abitare il Neoantropocene ...177 MauRizio caRta

Abitare i margini. Perché è utile tornare a parlare di aree interne ...187 alessandRa bRoccolini

Miscellanea ...203

«Così nel mio parlar vogli’esser aspro».

Per una riflessione antropologica su Gramsci lettore di Dante... 205 giovanni Pizza

El patrimonio de la Semana Santa. Las exposiciones Plenilunio de primavera ...221 MaRia PilaR PaneRo gaRcía

Recensioni ... 231

Autori ...285

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ETNOGRAFIE DEL CONTEMPORANEO 25

ANNO 3, N.3, 2020 – ISSN 2611 - 4577

© Foto di Simone Tulumello, Vila operária riqualificata nel quartiere di Penha de França, Lisbona, Settembre 2020.

Abstract. Key-concepts as gentrification and touristification – and many other correlated to them – have recently moved from the academic lexicon to the political and public one. At the same time, they “travelled” from places in which they have been coined – British and North American cities – to be used all around the world. This article discusses some issues about the application of those concepts in the European South; it then proposes a new usage, based on the concept of articulation, analytically more accurate and politically more vivid.

Keywords: Critical urban studies, urban transformations, touristification, epistemology, Lisbon simone.tulumello@ics.ulisboa.pt

Universidade de Lisboa – Instituto de Ciências Sociais

Simone Tulumello

L’urbano in trasformazione

Alcune cautele concettuali per l’uso della gentrificazione nel Sud Europa

1. Introduzione

La frequenza, nei titoli che compongo- no questo numero di Etnografie del Con- temporaneo, dei termini gentrificazione, turismo/turistificazione e altri loro colle- gati come foodscapes e brandizzare non può certo sorprendere, dato che era pro- prio “Gentrificazione e Margini” il tema del ciclo di seminari che questo numero ha stimolato. Eppure, la scelta stessa di dedicare un ciclo di seminari, a Palermo

nel 2020, alla “gentrificazione” e ai con- cetti che le sono associati è significativa del fatto che questi concetti, fino a qual- che tempo fa confinati ai libri accademici in lingua inglese, sono recentemente di- venuti non solo parte del lessico univer- sitario internazionale, ma anche di altri mondi, certamente quello attivista delle lotte per il diritto alla città, e poi quello mediatico e politico. Nati come strumenti per descrivere e analizzare le trasforma-

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zioni urbane in certi contesti e in certi momenti storici, sono oggi utilizzati per descrivere – e, allo stesso tempo, critica- re – una serie di rapide trasformazioni socio-economiche e territoriali visibili in città di tutto il mondo, ma particolar- mente intense in quelle del Sud Europa.

Città come Lisbona, Barcellona, Atene, Napoli, lungamente ai margini del di- battito internazionale, sia accademico che politico, sono recentemente assorte a esempi paradigmatici di queste rapi- de trasformazioni, tra narrative trionfali del loro successo e critiche degli impatti sociali – critiche che hanno prodotto sia una vasta letteratura, sia il moltiplicarsi di lotte politiche e sociali.

Approfittando del contrappunto em- pirico fornito dagli altri saggi di questo numero1, nelle prossime pagine intendo riflettere sul lessico e sulla “grammatica”

delle trasformazioni urbane che hanno recentemente caratterizzato molte del- le città del Sud Europa, a partire da due domande: in che maniera ci aiutano il concetto di gentrificazione e altri a que- sto associati (principalmente turistifica- zione e finanziarizzazione) a descrivere la complessità dei fenomeni in corso? E in che maniera si confrontano fenomeni globali – legati alla centralità dell’urbano nel sistema capitalista (Harvey 1978; Ros- si 2017) – con le specificità territoriali e sociali delle città sud europee?

Nel rispondere a queste domande, intendo tracciare un quadro concettuale delle dinamiche recenti di trasformazio- ne urbana nel Sud Europa, dei legami di queste con uno sviluppo che, per molti anni, si è (ri)orientato strutturalmente verso i flussi transitori – turismo, cultu- ra, mobilità studentesca internazionale, attrazione di pensionati benestanti e via dicendo. Nel far questo, intendo contri- buire alla costruzione di un lessico con valore analitico, utile ovvero a compren- dere le specificità dei territori urbani sud europei; e allo stesso tempo politico, ov-

1 In particolare, quelli di Stefano Portelli, Federico Prestileo, Teresa Graziano e Francesco Montagnani.

2 L’espressione inglese conceptual stretching è più efficace della sua traduzione italiana “estensione concettuale”, perché allude anche al rischio che la estensione possa concludersi con uno “strappo”.

vero utile a un contrasto rigoroso alle di- seguaglianze prodotte da quel modello.

2. Gentrificazione come concet- to “viaggiatore”

Quello di gentrificazione è un concet- to “viaggiatore” (Maloutas 2012), nato in Inghilterra alla fine degli anni ’60 e poi utilizzato negli studi urbani critici di lin- gua inglese per descrivere trasformazioni socio-spaziali, nelle città inglesi e norda- mericane, che implicano la sostituzione di classi lavoratrici da parte di gruppi benestanti (le cosidette gentries). Nel nuo- vo millennio, di fronte all’evidenza che investimenti e speculazioni immobiliari – soprattutto nei centri urbani – stavano diventando componenti centrali del capi- talismo su scala globale, gli studi urba- ni hanno iniziato ad adottare il modello esplicativo della gentrificazione in città di tutto il mondo: la gentrificazione, da spe- cificità dei paesi anglofoni, cominciava a essere compresa come un fenomeno glo- bale (Atkinson, Bridge 2005) o di scala planetaria (Lees et al. 2016).

Il concetto di gentrificazione è sta- to, insomma, oggetto di un processo di estensione, che comporta rischi in termi- ni di efficacia analitica2. Questo rischio, a ben vedere, è reso quasi inevitabile dal- la crescente necessità, per la critica, di tracciare analisi utili a comprendere un mondo sempre più globalizzato – si veda il dibattito sulla coppia neoliberismo/

neoliberalizzazione e il suo uso nel Sud Europa (Baptista 2013; Le Galés 2016;

Tulumello 2016). Un paio di brillanti saggi di Thomas Maloutas (2012; 2018) dimostrano come questi rischi siano particolarmente rilevanti nel caso della gentrificazione. Sebbene quest’ultima sia comunemente associata al funziona- mento del processo capitalistico – e, in particolare, al cosidetto “secondo circui- to” di accumulazione teorizzato da David Harvey (1978) –, Maloutas ci ricorda che la gentrificazione non è un concetto alta-

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27 Simone Tulumello l’uRbanointRasfoRMazione

mente astratto come altri concetti asso- ciati al capitalismo quali accumulazione o profitto. Piuttosto, la gentrificazione è il classico esempio di un concetto inter- medio (mid-range), fortemente dipenden- te dalle condizioni di contesto. In parti- colare, non è possibile comprendere la gentrificazione inglese e nord-americana degli anni ’70 e ‘80 senza fare riferimen- to ad alcune specificità di contesto come la precedente “fuga” delle classi medie (e bianche) via dai centri urbani e verso i suburbi (negli Stati Uniti, il cosidetto white flight), l’enorme segregazione raz- ziale e di classe, o ancora sistemi di pia- nificazione altamente liberalizzati. Ora, utilizzare lo stesso concetto in luoghi dove queste condizioni non si presenta- no o si presentano diversamente implica

«spostare l’enfasi dai meccanismi causa- li e dai processi [concreti] verso risultati simili in differenti contesti, porta[ndo] a una perdita di rigore analitico» (Maloutas 2012: 34; mia traduzione).

L’unico modo per oltrepassare i pro- blemi di contesto, continua Maloutas (2018), è adottare definizioni estrema- mente minimaliste, come fa, ad esempio, Eric Clark (2005), che definisce gentrifi- cazione la compresenza di tre fenome- ni: investimenti economici, influsso di gruppi benestanti e espulsione di classi lavoratrici. Ora, questo processo di sem- plificazione dimostra, in un certo senso, che l’espansione della geografia degli stu- di sulla gentrificazione abbia contribuito a che gli stessi autori angolofoni abbiano parzialmente riformulato il concetto – un caso di “apprendimento dal sud” (Coma- roff, Comaroff 2012), in un certo senso.

Eppure, si tratta di un “apprendimen- to” che comporta dei rischi: nel semplifi- care il concetto, e così glissare sulle spe- cificità sociali, urbanistiche e istituzionali che hanno determinato i processi concre- ti di gentrificazione in città come Londra, Chicago o New York, si può facilmente incorrere nella “ovvietà teorica” (Malou- tas 2018: 255) di concludere che, nelle

3 La gentrificazione marginale, che in certi processi corrisponde al primo stadio della gentrificazione, implica l’in- flusso di gruppi dal capitale economico relativamente basso, come studenti, artisti o giovani famiglie in formazione.

società capitaliste, i ricchi hanno mag- giore libertà dei poveri di decidere dove vogliono vivere. Oltre a essere analitica- mente debole, questa conclusione ha an- che scarsa utilità strategica, nel senso che glissa su quelle specificità locali che han- no a lungo rallentato, e spesso proprio bloccato, processi di reinvestimento con espulsione di classi lavoratrici in molti luoghi del mondo – si veda, ad esempio, il ruolo di forme non proprietarie di ge- stione della terra nel Sud Globale (Ghert- ner 2015) – e anche nel Sud Europa.

3. Gentrificazione, turistifica- zione e finanziarizzazione nel Sud Europa

L’Europa del Sud è un contesto par- ticolarmente interessante per questa di- scussione perché la sua “posizione” nel dibattito sulla gentrificazione è radical- mente cambiata. Fino a pochi anni fa, il Sud Europa ne è stato fondamentalmen- te assente, perché la gentrificazione era considerata essere assente o margina- le3 nelle sue città (Malheiros et al. 2013;

Tulumello 2016). Negli ultimi anni, le città del Sud Europa hanno attraversato, prima, una profonda crisi economica;

poi, dure politiche di austerità promos- se, generalmente, dai governi nazionali, ma spesso sotto pressione diretta o indi- retta di Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea e Banca Centrale Europea; e, infine, una ripresa econo- mica fortemente legata al turismo, agli investimenti immobiliari internazionali e ai flussi transitori (Font, Garcia 2015;

Knieling, Othengrafen 2016; Tulumello et al. 2020). Il risultato è stato il rapido acuirsi delle diseguaglianze socio-spazia- li, l’aggravamento delle condizioni abita- tive per larghe fette della popolazione e, soprattutto nei centri urbani, processi di rigenerazione risultati nell’espulsione di classi lavoratrici. La ricca letteratura cri- tica che ha descritto e analizzato questi fenomeni ha fatto ampio uso del concetto di gentrificazione (si vedano, tra molti al-

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tri, Semi 2015; Sequera, Janoschka 2015;

Annunziata, Lees 2016; Alexandri 2018).

Allo stesso tempo, la nuova centralità dell’Europa del Sud nelle economie di ur- banizzazione ha fatto sì che, da un luogo alla “periferia” della teoria urbana (Bapti- sta 2013), le sue città siano diventate un luogo di teorizzazione originale.

Gli studiosi che hanno utilizzato la lente della gentrificazione per descri- vere le trasformazioni nel Sud Europa hanno riconosciuto alcune peculiarità dei processi in corso e, in particolare, il fatto che la sostituzione di classi lavora- trici per quelle agiate non fosse il pro- cesso socio-spaziale più rilevante; e che, piuttosto, un ruolo cruciale fosse giocato dall’industria turistica – ad esempio, dal- la trasformazione di unità residenziali in appartamenti turistici. Così, alcuni ricer- catori hanno ulteriormente esteso il con- cetto di gentrificazione, approssimandolo a quello di turistificazione, o addirittura fondendo i due: le trasformazioni indotte dal turismo costituiscono, in questa pro- spettiva, un nuovo “fronte” della gentri- ficazione (Cocola-Gant 2016) o una sua forma di “violenza simbolica” (Mansilla 2018). A partire da un lungo lavoro di ricerca e attivismo svolto a Lisbona, Luís Mendes (2017) ha adottato, e adattato, il concetto di “gentrificazione turistica”, ori- ginalmente proposto da Kevin Gotham nei suoi studi su New Orleans (2005).

Vediamo la definizione di Mendes:

la gentrificazione turistica [è] la trasformazio- ne di quartieri popolari e storici del centro urbano in luoghi per il consumo e il turismo, [realizzata] attraverso l’espansione delle fun- zioni ricreative, per il tempo libero o residen- ziali per il turismo (ad esempio, appartamenti turistici e affiti di breve termine – short rental), che progressivamente sostituiscono le funzio- ni tradizionali della residenza a uso perma- nente, affitto di lungo termine e commercio locale tradizionale, [così] peggiorando i trend di espulsione e segregazione residenziale, [e]

svuotando i quartieri della loro popolazione originaria, ovvero impedendo l’accesso della popolazione di status socioeconomico basso al mercato della casa in queste aree (2017: 491;

mia traduzione).

La definizione di Mendes rende espli- cita l’operazione concettuale, comune a

svariati studi, di estendere ulteriormente il concetto di gentrificazione, rimuoven- do uno dei tre elementi della definizio- ne di Clark, ovvero l’influsso delle classi agiate. Questa semplificazione concet- tuale è stata accompagnata, frequente- mente, dalla fusione con un altro concet- to ancora, quello di “finanziarizzazione”, recentemente importato negli studi ur- bani (Aalbers 2019a) e già utilizzato in contesti sud europei, ma al di fuori da- gli studi urbani (Caselli, Rucco 2018).

La finanziarizzazione dell’immobiliario e della casa si riferisce a due fenomeni:

l’uso del patrimonio immobiliare e abita- tivo come asset finanziario e, allo stesso tempo, la penetrazione nei mercati im- mobiliari di attori finanziari come ban- che, fondi di investimento e assicurazio- ni – un concetto, pertanto, di matrice più astratta rispetto a gentrificazione, turisti- ficazione o gentrificazione turistica. An- che in questo caso, possiamo osservare, prima, una fusione di gentrificazione e finanziarizzazione in contesti anglofoni e nord europei – per Loretta Lees e col- leghi (2008) o Manuel Aalbers (2019b), la finanziarizzazione permette di appro- fondire ed espandere la gentrificazione attraverso nuovi strumenti e spazi di in- vestimento, per esempio la platform eco- nomy – e, in un secondo momento, una adozione di questa fusione nel Sud Euro- pa (Mendes, Jara 2018).

Senza ombra di dubbio, queste ma- novre concettuali hanno contribuito alla comprensione, in termini generali, di un contesto globale nel quale i processi urba- ni sono sempre più (sovra)determinati da flussi finanziari esogeni, come profetizza- to da Harvey (1978) e implicito alle rifles- sioni sulla natura prettamente urbana del capitalismo globalizzato (Rossi 2017). Lo stesso Maloutas, in un articolo scritto con altri colleghi, ha ammesso – sebbene sen- za approfondire la questione – che piat- taforme di affitto turistico come Airbnb potrebbero rendere gentrificabile financo Atene, paradigma della città non gentri- ficabile (Balampanidis et al. 2019: 14-15).

Eppure, la fusione di concetti così diffe- renti – alcuni astratti, alcuni fortemente

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29 Simone Tulumello l’uRbanointRasfoRMazione

determinati dal contesto – riproduce gli stessi problemi di precisione analitica e valore strategico. Se le tiriamo via le gen- tries, come succede quando parliamo di turistificazione, gentrificazione turistica o gentrificazione finanziarizzata, cosa ri- mane della gentrificazione? Questo pro- blema è stato recentemente enfatizzato – ma non approfondito concettualmente – da Karl Krähmer, che ha descritto, nei suoi studi su Lisbona, una “gentrificazio- ne senza gentrificatori” (Krähmer 2017;

Krähmer, Santangelo 2018). Se torniamo ai tre elementi che constraddistinguono la gentrificazione secondo Clark (2005), perché usare gentrificazione in assen- za delle gentries e non, piuttosto, parlare della coesistenza di investimento (che sia a fini turistici, speculativi, finanziari o quant’altro) e espulsione?

Jorge Sequera e Jordi Nofre (2018; si veda anche Jover, Diaz-Parra 2019) han- no contribuito a questo dibattito con un articolo teorico, ma basato principalmen- te sulla discussione di letteratura sud eu- ropea, che critica l’incorporazione della turistificazione nel quadro concettuale della gentrificazione. L’argomentare di Sequera e Nofre muove da una questio- ne ovvia, nella sua semplicità, e cioè il fatto che gentrificazione e turistificazio- ne descrivono processi diversi: i gruppi espulsi sono diversi (classi lavoratrici nel primo caso, i più diversi gruppi sociali nel secondo), i processi demografici sono quasi opposti (sostituzione in un caso, spopolamento nell’altro) e anche la strut- tura della proprietà differisce (incremen- to delle case di proprietà nel primo caso, investimenti immobiliari nel secondo).

Anche le dinamiche politiche sono diffe- renti: ad esempio, gli interessi degli attori coinvolti nei due processi sono spesso in conflitto, e molti dei cosidetti “gentrifica- tori”4 spesso diventano attivisti contro la

4 Uso “cosidetti” e le virgolette perché trovo analiticamente e strategicamente più efficaci le teorie che spiegano la gentrificazione dal punto di vista della offerta, ovvero dal punto di vista delle dinamiche economico-politiche, di quelle che enfatizzano la domanda, da parte dei cosidetti gentrificatori, di amenità urbane disponibili nei quartieri da gentrificare – si veda Hamnet (1991) per una discussione critica delle due teorie. In sintesi, definire “gentrifi- catori” le persone che si trasferiscono nei quartieri in processo di gentrificazione nasconde il fatto che questi sono solo alcuni degli attori della gentrificazione, tra i quali si devono includere anche le amministrazioni pubbliche, le imprese di costruzione, gli intermediari immobiliari, il capitale finanziario e via dicendo.

turistificazione. Sequera e Nofre, quindi, concludono suggerendo di disconnettere turistificazione e gentrificazione, e ana- lizzarle separatamente.

Così fanno empiricamente in un ar- ticolo successivo (Sequera, Nofre 2019), parte di un volume speciale di Urban Studies e basato su una ricerca svolta nel quartiere di Alfama nel centro storico di Lisbona, a partire dalla quale concludono che la turistificazione, che accelera nel 2016/2017 grazie soprattutto al ruolo di piattaforme come Airbnb o HomeAway, abbia interrotto i processi di gentrificazio- ne marginale e studentificazione prece- dentemente in corso. Differente, invece, la prospettiva di Agustin Cocola-Gant e An- tonio Lopez-Gay (2020) che, in un articolo pubblicato nello stesso volume, osservano l’arrivo di migranti europei e nordameri- cani a Barcellona, e come questi abbiano costituito enclaves territoriali in un conte- sto fortemente turistificato. La loro con- clusione è che turistificazione e gentrifica- zione transnazionale possono coesistere nei centri storici del Sud Europa.

4. Verso una unificazione con- cettuale: articolazioni urbane nel Sud Europa

A prescindere dalle specificità empiri- che che possono parzialmente spiegare le differenti conclusioni di Sequera e Nofre (2019) e Cocola-Gant e Lopez-Gay (2020) – d’altronde, Lisbona e Barcellona si trova- no in stadi molto diversi dei processi qui descritti – il dibattito ha una importante natura concettuale, proprio in relazione alle questioni che ho discusso in questo saggio. E le risposte date dalle due coppie di studiosi, sebbene certamente rilevan- ti, sono, a mio parere, insufficienti nella loro complementarità. Sequera e Nofre, nel sottolineare le importanti differenze tra gentrificazione e turistificazione, sono

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convincenti quando ne criticano la fusio- ne concettuale. Lo studio di Cocola-Gant e Lopez-Gay, d’altronde, nel dimostrare che gentrificazione e turistificazione co- esistono, almeno nel caso di Barcellona, dimostra che non possiamo separare del tutto i due concetti. Come uscire da que- sto (apparente) paradosso?

La mia proposta è basata sul lavoro em- pirico fatto, negli ultimi anni, a Mouraria (Tulumello 2016; Tulumello, Allegretti 2020), un altro quartiere storico di Li- sbona fisicamente prossimo alla Alfama descritta da Sequera e Nofre, ma che da questa differisce perché, fino alla fine del 2014, era stato poco interessato da feno- meni di turistificazione e gentrificazione.

In una prima fase (Tulumello 2016), ave- vo osservato che, sebbene in presenza di politiche di rigenerazione urbana che, in altri luoghi di Lisbona, avevano prodotto processi descrivibili come gentrificazio- ne, il tessuto sociale della Mouraria – ca- ratterizzato da grande diversità e da forti reti associative – era riuscito ad avvantag- giarsi di quelle stesse misure per iniziare un processo di sviluppo locale. Il caso di Mouraria, fino alla fine del 2014, costitu- iva una chiara esemplificazione degli ar- gomenti teorici di Maloutas (2012; 2018) sulla importanza del focalizzare la nostra attenzione sulle specificità locali capaci di rallentare o bloccare i processi di gen- trificazione.

A partire dal 2015/2016, invece, in un contesto nazionale di rapida crescita for- temente legata al turismo, ai flussi globa- li e alle speculazioni immobiliarie, Mou- raria non è più stata capace di resistere alle pressioni speculative: negli ultimi anni abbiamo assistito a enormi investi- menti immobiliari – sia di carattere turi- stico, che residenziale, di lusso e di pura speculazione – che hanno comportato l’e- spulsione di residenti locali, solo in parte in presenza di gentries che li sostituissero (Tulumello, Allegretti 2020).

5 Ho potuto anche osservare, in alcuni degli eventi di protesta, il ruolo di attori tipici dei processi di gentrificazione marginale – come studenti e giovani famiglie recentemente insediatisi a Mouraria. Questo porterebbe ad ipotizzare alcune similitudini con altri contesti, ad esempio Barcellona, dove i primi processi di gentrificazione hanno creato le condizioni per il seguente aumento del conflitto sociale (per alcune riflessioni a proposito, cfr. Accornero, Pinto 2020).

Spiegare questo rapidissimo cambia- mento richiede una manovra concettuale che supera il paradosso della coesistenza/

indipendenza di gentrificazione e turisti- ficazione (e finanziarizzazione, studenti- ficazione, e così via). A Mouraria, il con- testo locale è stato in grado di resistere a politiche e processi tipici della gentrifica- zione, e addirittura avvantaggiarsene; ma ha “abdicato”, mi si passi l’espressione, quando questi si sono accompagnati ad altri processi, tipici della turistificazione.

Le gentries si sono diffuse nel quartiere a macchia di leopardo, parzialmente in compresenza e parzialmente in conflitto con una turistificazione che, a sua volta, ha dovuto adattarsi a convivere con alcu- ne di quelle enclaves di residenti descrit- te da Cocola-Gant e Lopez-Gay (2020) a Barcellona. Entrambi i processi (gen- trificazione e turistificazione) sono stati ausiliati dalla finanziarizzazione della proprietà. Questo ha portato, infine, a una rapida trasformazione dello scenario politico, nel senso di una minore parte- cipazione della comunità locale nelle politiche istituzionali e un significativo incremento del conflitto sociale e dell’at- tivismo urbano5. Gentrificazione, turi- stificazione e finanziarizzazione si sono

“articolate” tra loro – riarticolando a loro volta lo spazio politico locale. Il concetto di articolazione, teorizzato da Ernesto La- clau e Chantal Mouffe (1985), descrive il processo per cui, nello stabilirsi di rela- zioni tra elementi, questi ultimi perdono parte della loro identità, diventando altro.

Essendo un concetto dalla natura pretta- mente astratta, la articolazione permette di facilitare il “viaggio” di un concetto fortemente contestuale come gentrifica- zione: quest’ultima, resa difficile o addi- rittura impossibile da alcune specificità locali di Mouraria, ha avuto successo solo quando si è accompagnata ad altri feno- meni come turistificazione e finanziariz-

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31 Simone Tulumello l’uRbanointRasfoRMazione

zazione, nel processo perdendo uno dei suoi caratteri identitari, le gentries.

Focalizzare l’attenzione sulla articola- zione tra gentrificazione e turistificazio- ne (e altri fenomeni), piuttosto che usare termini come “gentrificazione turistica”, permette una maggiore incisività ana- litica, in due maniere. Primo, permette di mantenere la specificità di fenomeni globalizzati che interagiscono tra loro in maniera differente in differenti contesti locali, così garantendo la flessibilità neces- saria a osservare fenomeni analoghi, ma caratterizzati da profonde differenze, an- che all’interno di contesti regionali come il Sud Europa. Un corollario di questa questione – in linea con il suggerimento di Maloutas (2012: 34) di non limitarsi a osservare i risultati – è che una compo- nente fondamentale del lavoro di ricerca necessario a comprendere le declinazioni locali di fenomeni globalizzanti è sempre uno studio delle politiche urbane secondo la prospettiva della pianificazione urbana, fatto attraverso analisi dei documenti di piano ed etnografia con gli attori delle politiche. Questo tipo di analisi è, a mio parere, fondamentale per svelare i mec- canismi causali – mentre, troppo spesso, gli studi critici urbani e geografici si limi- tano a osservare le dinamiche socio-spa- ziali senza interrogare i meccanismi retrostanti. Secondo, il concetto di arti- colazione permette di parlare di gentrifi- cazione senza perdere la memoria della sua origine geografica; in altre parole, ci ricorda che, per potere viaggiare, la gen- trificazione è divenuta, in certi contesti, altro da quello che era originariamente.

Mi sembra che questo sia un prerequisito necessario alla costruzione di una auto- nomia epistemologica per le teorie urba- ne del Sud Europa, troppo spesso limitate dalla tendenza a importare acriticamente argomenti prodotti in contesto anglofono (Giubilaro, Picone 2020).

Enfatizzare le articolazioni tra feno- meni differenti, infine, ha anche valo- re strategico e politico, anche in questo caso in due maniere. Primo, ci permette di svelare gli aspetti locali che hanno, in città di tutto il Sud Europa, reso la vita

più difficile alla speculazione immobilia- re – per esempio, la scarsa segregazione spaziale, la ricchezza e densità sociale dei centri urbani, politiche urbanistiche fortemente orientate verso la regolazio- ne, almeno fino agli anni ’90 del secolo scorso – e, quindi, offrire lezioni impor- tanti agli attori, istituzionali e non, che intendano contrastare queste dinamiche nel contesto locale. E, secondo, ci ricor- da come la resistenza locale sia sempre più problematica di fronte a un capitale che ha sempre più armi a disposizione:

così facendo, ci ispira a spostare la lotta su piani più radicali – nel senso del cer- care la radice del problema, ovvero la cre- scente penetrazione dei flussi finanziari globalizzati nelle dinamiche di urbaniz- zazione – e a costruire reti internazionali di lotta per il diritto alla città.

Ringraziamenti

Sono grato a Rosario Perricone, Euge- nio Giorgianni e Maria Fasino del Museo Pasqualino per l’invito a presentare que- sto saggio al ciclo di seminari Etnografie del Contemporaneo – Gentrificazione e Margini; a Stefano Portelli e Giulia Strip- poli, che hanno letto versioni prelimina- ri del saggio e le cui critiche costruttive mi hanno aiutato ad affinare il mio ar- gomento; e a Giovanni Allegretti, coau- tore di un saggio pubblicato su European Urban and Regional Studies, il cui studio empirico è alla base di parte delle rifles- sioni qui presentate.

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