Malattie cardio e cerebrovascolari
S. GIAMPAOLI, L. PALMIERI
Le malattie cardiovascolari costituiscono ancora oggi, in Italia, uno dei più importanti problemi di salu- te pubblica: esse sono tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Rientrano in questo gruppo le più frequenti patologie di origine arteriosclerotica, in particolare le malattie ischemiche del cuore (infarto acuto del miocardio ed angina pectoris) e le malattie cerebrovascolari (ictus ischemico ed emorragico). Chi sopravvive ad un evento acuto diventa un malato cronico e con complicazioni (insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale fra le più frequenti) che causano notevoli ripercussioni sulla qualità della vita e sui costi economici e sociali che la società deve affrontare. Le malattie cardiovascolari, inoltre, sono tra i principali determinanti delle malattie lega- te all’invecchiamento, maggiore causa di disabilità fisica e disturbi della capacità cognitiva.
In base all’età, una proporzione compresa tra il 30-40% dei soggetti che subiscono un evento coronari- co fatale muore subito dopo l’inizio dei sintomi e prima di arrivare in ospedale (1, 2).
Un dato rilevante per la salute degli italiani è che in poco più di 30 anni la mortalità totale si è più che dimez- zata (il tasso standardizzato di mortalità totale si è ridotto di circa il 51% tra il 1980 ed il 2014) ed il contributo del- le malattie cardiovascolari è stato quello che più ha influito sul trend in discesa della mortalità (nello stesso periodo la mortalità per malattie ischemiche del cuore si è ridotta di circa il 63% e quella delle malattie cerebrovascolari di circa il 70%).
Nell’interpretare questi dati non bisogna dimenticare che dal 1980 al 2014 le codifiche dei certificati di mor- te sono state realizzate con tre differenti versioni della Classificazione Internazionale delle Malattie, ICD-8, ICD-9 ICD-10; e in questi passaggi, le malattie cardiovascolari sono descritte in modo sempre più specifico e dettagliato utilizzando più codici alfanumerici e più definizioni, ma non sempre c’è piena corrispondenza con i codici della clas- sificazione precedente; inoltre, il quadro clinico e la severità delle malattie sono cambiati. Grandi differenze si sono verificate nell’ospedalizzazione per le malattie cardiovascolari: oltre la metà dei ricoveri per malattie cardiovascola- ri non è dovuto a sindrome coronarica acuta o infarto del miocardio e ictus, ma a scompenso cardiaco e aritmie che rappresentano, oggi, complicazioni comuni delle forme acute e subacute di ischemia miocardica (3).
Delle malattie cardiovascolari molto si conosce: studi epidemiologici sono stati condotti fin dagli anni Cinquanta, sono stati identificati i fattori di rischio e dimostrata la reversibilità del rischio. Lo confermano risul- tati pubblicati fin dagli anni Novanta che riportano per una riduzione di 2 mmHg di pressione arteriosa sistolica nella popolazione generale adulta, una stima di circa il 4% in meno di mortalità per cardiopatia ischemica e di cir- ca il 6% in meno di mortalità per ictus (4). Le malattie cardiovascolari sono per la gran parte prevenibili attraver- so l’adozione di sani comportamenti legati allo stile di vita, in particolare attraverso l’adozione di una sana ali- mentazione1, attività fisica regolare e abolizione del fumo di tabacco; queste abitudini aiutano a ridurre e/o a man- tenere la pressione arteriosa, la colesterolemia, la glicemia a digiuno e l’Indice di Massa Corporea a livelli favo- revoli (5-7). Così, parallelamente al crescere delle possibilità di trattamento medico e chirurgico della malattia già conclamata, si è venuta affermando la consapevolezza dell’importanza di interventi di tipo preventivo sugli stili di vita, al fine di impedire o ritardare l’insorgenza della malattia stessa.
riferimenti bibliografici
(1) Tunstall-Pedoe H, et al. Contribution of trends in survival and coronary-event rates to changes in coronary heart disease mortality: 10-year results from 37 WHO MONICA Project populations. Lancet 1999; 353: 1.547-57.
(2) Picciotto S et al. Associations of area based deprivation status and individual educational attainment with incidence, treat- ment, and prognosis of first coronary event in Rome, Italy. J Epidemiol Community Health 2006; 60: 37-43.
(3) Giampaoli S, Palmieri L, Ciccarelli P, Donfrancesco C, Zatonski W. Atherosclerotic Cardiovascular Diseases: Ischaemic Heart Disease and Stroke. In Major and chronic diseases report 2007 by the Task Force on Major and Chronic Diseases of DG SANCO’s Health Information Strand; Luxembourg: European Commission 2008, pp.305; ISBN 92-79-08896-4. Disponibile sul sito: http://ec.europa.eu/health/ph_threats/non_com/docs/mcd_report_en.pdf.
(4) Stamler R. Implications of the INTERSALT study. Hypertension.1991; 17 (Suppl 1): I16-I20.
(5) Lloyd-Jones DM, et al. Defining and setting national goals for cardiovascular health promotion and disease reduction the American Heart Association’s strategic impact goal through 2020 and beyond; Circulation. 2010; 121: 586-613.
(6) Liu K, Daviglus ML, Loria CM, Colangelo LA, Spring B, Moller AC, Lloyd-Jones DM. Healthy lifestyle through young adulthood and the presence of low cardiovascular disease risk profile in middle age The coronary artery risk development in (young) adults (CARDIA) Study. Circulation. 2012; 125: 996-1.004.
(7) Berry JD, Dyer A, Cai X, Garside DB, Ning H, Thomas A, Greenland P, Van Horn L, Tracy RP, and Lloyd-Jones DM.
Lifetime Risks of Cardiovascular Disease. N Engl J Med 2012; 366: 321-9.
1Alimentazione: varia e bilanciata con molta verdura e frutta, cereali integrali, legumi, pesce e povera di calorie (porzioni modeste), di grassi saturi e colesterolo, di sale e zuccheri e, solo se desiderato, con modeste quantità di vino o altri alcolici.
Ospedalizzazione per patologie cardio e cerebrovascolari acute, insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale
Significato. Le patologie cardiovascolari determinano un elevato carico di malattia nella popolazione adulta, soprattutto anziana, sia per l’elevata aspettativa di vita di cui beneficia la popolazione italiana, sia per la mag- giore sopravvivenza ad eventi acuti a cui oggi assistia- mo. Tutto questo, però, si ripercuote in termini di invalidità, disabilità ed impegno assistenziale per il Servizio Sanitario Nazionale.
L’indicatore di seguito proposto è il tasso di ospeda- lizzazione (numero di dimissioni ospedaliere su popo- lazione residente per 100.000), in regime di Ricovero Ordinario (esclusi, quindi, i Day Hospital), che si osserva in un certo periodo di tempo (in questo caso dal 2011 al 2016) nella popolazione adulta ed anziana (25 anni) residente nelle singole regioni. I tassi riportati sono riferiti, esclusivamente, alla diagnosi principale e non tengono in considerazione le diagno-
si secondarie. I gruppi di diagnosi principale per i quali sono riportati i tassi di ospedalizzazione nelle tabelle rappresentano, specificatamente, le malattie ischemiche del cuore (ICD-9-CM 410-414), l’Infarto Miocardico Acuto (IMA) (ICD-9-CM 410), separata- mente ed insieme ad altre forme acute e subacute di ischemia cardiaca (ICD-9-CM 410-411), le malattie cerebrovascolari complessive (ICD-9-CM 430-438), l’ictus emorragico (ICD-9-CM 430-432), l’ictus ischemico più altre malattie cerebrovascolari incluso il Transient Ischemic Attack (TIA) (ICD-9-CM 434- 437). Da quest’anno, includendo gli anni dal 2011 al 2016, saranno riportati e commentati anche i tassi di ospedalizzazione per l’insufficienza cardiaca (ICD-9- CM 428) e la fibrillazione atriale (ICD-9-CM 427.3), riferiti alla diagnosi principale per i ricoveri in Regime Ordinario.
Tasso di dimissioni ospedaliere per patologie cardio e cerebrovascolari acute, insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale*
Numeratore Dimissioni ospedaliere di persone di età 25 anni ed oltre per patologie cardio e cerebrovascolari acute, insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale
x 100.000 Denominatore Popolazione media residente di età 25 anni ed oltre
*La formula del tasso standardizzato è riportata nel Capitolo “Descrizione degli Indicatori e Fonti dei dati”.
Validità e limiti. La riproducibilità e l’accuratezza della misurazione di questi indicatori, basati sul flus- so delle Schede di Dimissioni Ospedaliere (SDO), sono elevate. La standardizzazione dei tassi per età permette di eliminare l’effetto esercitato dalle dinami- che di invecchiamento e dalla struttura demografica sui livelli di ospedalizzazione nelle diverse regioni.
Ciò consente di confrontare il medesimo indicatore nel tempo (con riferimento ad una specifica area geo- grafica in anni diversi) e nello spazio (ossia tra aree diverse del Paese). La standardizzazione riguarda la fascia di età 25 anni ed oltre.
Si evidenzia che i tassi potrebbero essere parzialmen- te condizionati: da un lato, da una imprecisa attribu- zione delle diagnosi che può comportare una sottosti- ma degli eventi nei dati forniti dalle diverse regioni, con conseguenze negative soprattutto per le regioni più attente alle definizioni diagnostiche che possono mostrare, per tale motivo, i tassi più elevati; dall’altro, vi potrebbe essere l’effetto distorsivo esercitato dal sistema dei “Diagnosis Related Group” sulla codifica delle dimissioni ospedaliere, anche se in questo caso il problema non sembra essere particolarmente rile- vante e, soprattutto, risulta difficile interpretare la direzione in cui agisce. Essendo basati esclusivamen- te su dati ospedalieri, questi indicatori non includono gli eventi che si sono risolti senza il ricorso a cure
ospedaliere, né gli eventi che hanno causato il deces- so prima dell’accesso in ospedale e quindi non posso- no dare un quadro completo ed esaustivo dell’occor- renza della malattia. Inoltre, poiché gli eventi cardio- vascolari possono ripetersi nell’arco dell’anno, i tassi di ospedalizzazione si riferiscono al numero di eventi registrati e non alle persone colpite dall’evento.
Valore di riferimento/Benchmark. L’atteso è che il tasso di ospedalizzazione sia il più basso possibile.
Descrizione dei risultati Malattie ischemiche del cuore
Per le malattie ischemiche del cuore il primo dato evi- dente è che i tassi di ospedalizzazione negli uomini continuano ad essere più del doppio di quelli delle donne, come negli anni precedenti, raggiungendo un valore quasi triplo nel 2016 (862,6 ricoveri per 100.000 uomini vs 291,5 ricoveri per 100.000 donne);
i tassi di ospedalizzazione negli uomini restano supe- riori al doppio di quelli delle donne sia per l’IMA (nel 2016 pari a 367,6 ricoveri per 100.000 uomini vs 145,3 ricoveri per 100.000 donne), sia considerando l’IMA unitamente alle altre forme acute e subacute di ischemia cardiaca (nel 2016 pari a 496,8 ricoveri per 100.000 uomini vs 188,5 ricoveri per 100.000 donne) (Tabella 1, Tabella 2).
L. PALMIERI, S. GIAMPAOLI, S. PILATI
Nel 2016, i tassi più elevati di ospedalizzazione per le malattie ischemiche del cuore si registrano in Campania, sia per gli uomini che per le donne (1.094,4 e 380,9 per 100.000, rispettivamente). Valori elevati si osservano per gli uomini anche in Molise ed in Puglia (>1.000 per 100.000) e per le donne in Molise (>360 per 100.000). I tassi più bassi di ospe- dalizzazione per le malattie ischemiche del cuore si registrano nella PA di Bolzano per gli uomini e in Valle d’Aosta per le donne (rispettivamente, 562,9 e 221,3 per 100.000).
Per quanto riguarda l’insieme delle forme acute e subacute di ischemia cardiaca (ICD-9-CM 410-411), la regione con i maggiori tassi di ospedalizzazione, sia per gli uomini che per le donne, è la Calabria (682,2 per 100.000 negli uomini e 229,8 per 100.000 nelle donne). Tassi elevati di ospedalizzazione si registrano anche in Sicilia per gli uomini (606,5 per 100.000) e, per le donne, in Basilicata, Sicilia, Friuli Venezia Giulia e PA di Trento con valori >200 per 100.000 (222,6; 215,5; 213,9 e 200,3 per 100.000, rispettiva- mente). I tassi più bassi di ospedalizzazione si regi- strano nella PA di Bolzano per gli uomini (367,7 per 100.000) e nel Veneto per le donne (148,7 per 100.000).
I tassi di ospedalizzazione più elevati per l’IMA si riscontrano in Calabria per gli uomini (440,1 per 100.000) ed in Basilicata per le donne (182,7 per 100.000). Negli uomini, i tassi di ospedalizzazione per IMA elevati e >400 per 100.000 si registrano in Sicilia, Valle d’Aosta e Basilicata (431,9; 425,1 e 420,1 per 100.00, rispettivamente); nelle donne, in Friuli Venezia Giulia, Calabria e Sicilia si osservano tassi elevati di ospedalizzazione per IMA >160 per 100.000 (171,9, 161,3 e 160,2 per 100.000, rispettiva- mente). I minori tassi di ospedalizzazione per IMA si registrano in Molise sia per gli uomini (269,1 per 100.000) che per le donne (100,2 per 100.000).
Un dato incoraggiante è che tra il 2011 ed il 2016 si con- tinua a registrare, come negli anni precedenti, una dimi- nuzione dei tassi di ospedalizzazione sia per le malattie ischemiche del cuore nel loro complesso, maggiore nel- le donne (-18,2%) rispetto agli uomini (-13,5%), che per l’insieme delle forme acute e subacute di ischemia cardiaca (-14,5% negli uomini e -17,3% nelle donne).
Solo nella Valle d’Aosta per gli uomini si registra una crescita dei tassi di ospedalizzazione per l’insieme delle forme acute e subacute di ischemia cardiaca (+1,8%); quest’ultimo dato derivante da un aumento del 20,3% solo nell’ultimo anno, dal 2015 al 2016.
Anche per l’IMA si registra una diminuzione genera- lizzata dei tassi di ospedalizzazione tra il 2011 ed il 2016, maggiore nelle donne (-10,1%) rispetto agli uomini (-7,4%). Tuttavia, diverse sono le regioni dove i tassi di ospedalizzazione per IMA mostrano una pre- occupante tendenza alla crescita, sia per gli uomini, particolarmente in Basilicata (+19,1% tra il 2011 ed il
2016), nella Valle d’Aosta (+16,6%), in Calabria (+4,9%) e in Puglia (+1,7%), che per le donne, parti- colarmente in Basilicata (+21,2%), nella PA di Bolzano (+9,3%) e nel Friuli Venezia Giulia (+1,6%).
Malattie cerebrovascolari
Nel 2016, negli uomini, il tasso di ospedalizzazione per il complesso delle malattie cerebrovascolari risul- ta del 36,2% superiore a quello delle donne (Tabella 3, Tabella 4): in particolare, per il sottogruppo dell’ictus ischemico questo eccesso è pari a 19,5% e al 44,0%
per l’ictus emorragico.
Nel 2016, i tassi di ospedalizzazione più elevati per le malattie cerebrovascolari nel loro complesso si regi- strano in Molise per gli uomini (1.092,5 per 100.000) e nella Valle d’Aosta per le donne (719,8 per 100.000); per gli uomini anche la PA di Bolzano e l’Abruzzo si trovano a livelli di ospedalizzazione
>800 per 100.000 (842,7 e 812,7 per 100.000, rispet- tivamente); per le donne, anche il Molise si trova a livelli di ospedalizzazione >600 per 100.000 (682,0 per 100.000). I tassi più bassi di ospedalizzazione per le malattie cerebrovascolari nel loro complesso si registrano in Friuli Venezia Giulia per gli uomini e in Piemonte per le donne (rispettivamente, 494,9 e 368,7 per 100.000).
Per quanto riguarda l’ictus emorragico, i tassi più ele- vati di ospedalizzazione si riscontrano nella PA di Bolzano sia per gli uomini che per le donne (226,8 e 79,8 per 100.000, rispettivamente). Per gli uomini, anche il Molise presenta tassi di ospedalizzazione per ictus emorragico >160 per 100.000 (161,2 per 100.000); per le donne, anche la Toscana, le Marche e l’Abruzzo presentano tassi di ospedalizzazione >75 per 100.000 (76,4; 76,0 e 75,4, rispettivamente). I tas- si più bassi di ospedalizzazione per l’ictus emorragico si registrano nella Valle d’Aosta per gli uomini e in Puglia per le donne (70,6 e 41,7 per 100.000, rispetti- vamente).
Le ospedalizzazioni per ictus ischemico più elevate si riscontrano, invece, in Molise per gli uomini (619,5 per 100.000) e in Valle d’Aosta per le donne (521,1 per 100.000). Tassi elevati di ospedalizzazione per ictus ischemico si riscontrano anche in Valle d’Aosta per gli uomini (508,3 per 100.000) ed in Molise e Sicilia per le donne (465,3 e 401,0 per 100.000, rispet- tivamente). I tassi più bassi di ospedalizzazione per ictus ischemico si registrano in Lombardia sia per gli uomini che per le donne (282,5 e 230,9 per 100.000, rispettivamente).
Un aspetto singolare è che il Molise, da una parte, registra i tassi di ospedalizzazione più elevati per quanto riguarda le malattie cerebrovascolari e, dall’al- tra, presenta i tassi più bassi di ospedalizzazione per l’IMA per entrambi i generi (269,1 e 100,2 per 100.000, negli uomini e nelle donne, rispettivamente).
Va rilevato che, sia per le malattie cerebrovascolari
nel loro complesso che per l’ictus ischemico, i tassi di ospedalizzazione raddoppiano, sia per gli uomini che per le donne. Per l’ictus emorragico, invece, il valore massimo del tasso di ospedalizzazione, che è stato registrato per gli uomini nella PA di Bolzano (226,8 per 100.000), risulta essere particolarmente elevato con un aumento dell’84,0% solo nell’ultimo anno.
Tra il 2011 ed il 2016, a livello nazionale, si evidenzia una riduzione nei ricoveri per malattie cerebrovascola- ri nel loro complesso, in entrambi i generi (-15,1%
negli uomini e -15,4% nelle donne) così come per l’ic- tus ischemico (-20,9% negli uomini e -20,0% nelle donne); una riduzione di minore entità si registra per l’ictus emorragico (-4,5% negli uomini e -1,3% nelle donne). In controtendenza e con variazioni piuttosto elevate risultano gli andamenti dei tassi di ospedalizza- zione per malattie cerebrovascolari nel loro complesso e per l’ictus ischemico della Valle d’Aosta, con una crescita del 12,0% negli uomini e del 64,2% nelle don- ne per il primo, ed una crescita del 33,4% negli uomi- ni e del 60,7% nelle donne, per il secondo. Per quanto riguarda, invece, l’ictus emorragico si è registrato un aumento dei ricoveri tra il 2011 ed il 2013 e poi una tendenza alla riduzione negli ultimi 3 anni per gli uomini; per le donne, il tasso di ospedalizzazione per l’ictus emorragico è leggermente aumentato tra il 2011 ed il 2012 per poi rimanere stabile fino al 2014 e regi- strare un calo negli ultimi 2 anni. La risultante di que- ste variazioni tra il 2011 ed il 2016 ha portato ad una riduzione delle ospedalizzazioni per ictus emorragico molto più bassa rispetto a quella registrata per le malattie cerebrovascolari nel loro complesso e per l’ic- tus ischemico in 5 anni; in controtendenza, in partico- lare, i tassi di ospedalizzazioni per ictus emorragico nella PA di Bolzano per gli uomini e nella Valle d’Aosta per le donne, dove si sono registrati gli incre- menti più elevati (+146,0% e +46,8%, rispettivamen- te); incrementi particolarmente elevati sono stati regi- strati anche in Abruzzo per gli uomini (+59,5%) ed in Basilicata per le donne (+32,4%).
Insufficienza cardiaca e fibrillazione atriale
Nel 2016, negli uomini, il tasso di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca risulta del 45,4% superiore a quello delle donne mentre quello per fibrillazione atriale del 71,4% (Tabella 5, Tabella 6).
Nel 2016, i tassi di ospedalizzazione più elevati per insufficienza cardiaca si registrano in Molise sia per gli uomini (688,1 per 100.000) che per le donne (573,0 per 100.000); tassi molto elevati si registrano anche in Abruzzo (633,8 per 100.000 per gli uomini;
434,1 per 100.000 per le donne). Per la fibrillazione atriale, i tassi di ospedalizzazione più elevati si regi- strano in Campania per gli uomini (235,3 per 100.000) e nella PA di Bolzano per le donne (161,9 per 100.000); per gli uomini, anche nella PA di Bolzano e in Lombardia si trovano livelli di ospeda- lizzazione >200 per 100.000 (217,5 e 214,2 per 100.000, rispettivamente); per le donne, anche la Campania si trova a livelli di ospedalizzazione >160 per 100.000 (161,3 per 100.000). I tassi più bassi di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca si regi- strano in Toscana per gli uomini e in Piemonte per le donne (358,9 e 243,9 per 100.000, rispettivamente);
per quanto riguarda la fibrillazione atriale, i minori tassi di ospedalizzazione si riscontrano in Valle d’Aosta per gli uomini (71,2 per 100.000) ed in Liguria per le donne (44,3 per 100.000).
Tra il 2011 ed il 2016, in quasi tutte le regioni ed in entrambi i generi, si evidenzia un calo nei ricoveri per insufficienza cardiaca con una riduzione a livello nazionale di -11,7% negli uomini e di -12,9% nelle donne; andamenti opposti sono stati registrati solo in Valle d’Aosta (+4,9%) ed in Umbria (+0,6%) per gli uomini e nelle PA di Trento e di Bolzano (+2,8% e +1,3%, rispettivamente) per le donne. Per quanto riguarda la fibrillazione atriale, i tassi di ospedalizza- zione si sono ridotti, tra il 2011 ed il 2016, di -25,8%
negli uomini e di -35,7% nelle donne; la riduzione riguarda tutte le regioni con la sola eccezione della Valle d’Aosta che ha registrato un aumento delle ospedalizzazioni per fibrillazione atriale di +33,8%
negli uomini e di +23,3% nelle donne nello stesso periodo.
tabella 1- Tasso (standardizzato per 100.000) di dimissioni ospedaliere, da istituti pubblici e privati accreditati, per codici di diagnosi di malattie ischemiche del cuore in regime di Ricovero Ordinario e diagnosi principale per regione. Maschi - Anni 2011-2016 regioni201120122013*201420152016 410-414410-411410410-414410-411410410-414410-411410410-414410-411410410-414410-411410410-414410-411410 Piemonte971,2585,4377,3954,2570,3385,8929,4565,1387,7883,4526,2364,1882,8522,9370,4850,4500,5354,5 Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste800,2500,2364,6799,2512,5356,7788,7472,3371,0752,4434,4364,0732,0423,4342,5800,0509,4425,1 Lombardia1.040,9578,2427,91.009,3554,9416,6964,8525,6398,3928,7507,8389,4912,7494,3388,9947,9475,6368,3 Bolzano-Bozen721,3435,9299,1709,8423,2302,4705,1417,2327,5654,6380,5286,0578,0347,6273,0562,9367,7297,7 Trento1.039,5528,4382,91.027,7514,6368,91.057,8531,0378,0975,4446,7332,41.008,3499,8358,4989,5504,2352,6 Veneto745,3433,5290,4735,2422,1286,3715,8411,9279,0696,2404,3263,8694,8404,9280,1700,5403,5284,7 Friuli Venezia Giulia812,0544,6354,8797,1532,3371,9775,4516,5364,5710,9480,9347,4669,0453,5339,2693,0482,2368,4 Liguria742,0506,0341,9730,3497,3341,0703,5468,9321,4655,1450,9311,4626,1436,3306,9623,8440,8318,7 Emilia-Romagna928,9608,2439,1889,0586,2441,4834,7538,8413,1807,5524,4404,0779,7497,5382,7855,5516,7403,1 Toscana930,2574,4400,8895,4573,1405,6835,5526,7387,4819,1513,0371,8767,1486,4360,1770,6503,9369,3 Umbria867,2443,9365,8869,6439,1369,1840,4446,7368,1834,6451,3374,5825,8466,7387,6782,2433,0364,8 Marche932,3572,4424,6895,8534,4393,8866,5546,2427,0832,8514,7404,8783,7483,4387,8753,1482,9394,3 Lazio962,2502,6360,0981,0489,3360,6922,1484,1362,7886,3475,3350,6870,3486,1359,8824,3456,2333,6 Abruzzo930,7587,4406,4900,0580,9403,1856,6549,8370,4817,1538,2354,7830,5528,1367,5814,9525,1392,2 Molise1.055,9522,3315,81.074,5593,7357,31.024,2496,9237,31.005,2402,4189,1898,3417,0208,31050,5489,1269,1 Campania1.331,2670,2454,31.290,4669,3470,61.250,1629,5460,31.193,5611,8445,11.151,1589,7435,11094,4546,5409,2 Puglia1.120,2563,7343,21.077,2562,6370,71.083,9558,5375,01.011,4529,9353,0972,1503,5357,91003,9487,0349,2 Basilicata995,0557,5352,6912,3499,8344,9951,1542,6399,6941,8558,1432,8885,4505,5397,7783,4515,3420,1 Calabria1.167,1769,5419,71.100,3726,4407,81.024,8673,9408,91.006,4674,3414,71.027,3696,3435,8904,1682,2440,1 Sicilia1.161,2774,2498,71.111,2728,9472,51.073,1711,7472,01.002,6672,2454,8970,4642,8453,3925,8606,5431,9 Sardegna733,3469,3336,6670,0420,5302,3666,8424,9320,8634,1406,2310,6628,3419,8327,0586,1398,4316,7 italia996,9580,9396,8968,3563,2395,1932,5542,1388,0892,4521,8374,5869,8509,4374,5862,6496,8367,6 *La popolazione di riferimento è la popolazione residente al 1 gennaio 2013. Fonte dei dati: Ministero della Salute. SDO - Istat. Demografia in cifre per la popolazione. Anno 2017.
tabella 2- Tasso (standardizzato per 100.000) di dimissioni ospedaliere, da istituti pubblici e privati accreditati, per codici di diagnosi di malattie ischemiche del cuore in regime di Ricovero Ordinario e diagnosi principale per regione. Femmine - Anni 2011-2016 regioni201120122013*201420152016 410-414410-411410410-414410-411410410-414410-411410410-414410-411410410-414410-411410410-414410-411410 Piemonte328,7219,2146,2324,8216,2156,3314,5209,8152,3300,4199,2146,3298,2200,9150,5289,9188,6140,8 Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste284,3183,2145,9309,5215,4148,2281,5193,6153,7270,8163,2135,7280,3195,8143,7221,3165,9128,2 Lombardia349,1229,4178,8338,1221,4174,3319,1206,5163,6308,6194,7153,4296,2190,3153,6296,9181,4143,7 Bolzano-Bozen255,0163,2111,7261,3172,1139,8252,3160,5121,3246,6173,3142,6233,2148,0121,2234,3160,9122,1 Trento416,1225,4162,8407,9227,9173,8412,5240,0190,6404,8216,6172,8374,8197,8162,2342,9200,3155,5 Veneto260,7175,5120,8253,6171,1121,3241,7160,1113,6238,9161,0114,3227,7155,5111,9221,6148,7112,2 Friuli Venezia Giulia331,0236,4169,2317,0222,7156,5312,5223,7162,5296,4210,3163,3259,8196,3152,1273,2213,9171,9 Liguria284,6207,6143,9271,1195,0144,8251,6183,1133,4247,9177,1126,8221,6166,0120,7227,6175,7132,3 Emilia-Romagna338,3238,8184,3328,2232,8181,6302,8219,2173,1304,3213,1168,2278,3198,8158,8281,3196,6156,6 Toscana357,2250,4180,7332,6231,6170,6312,6215,9163,3298,5211,8161,4290,1204,8161,4273,2198,3149,8 Umbria305,4177,2149,7306,7177,9149,0265,0158,8130,3279,1170,6141,1257,3154,0129,3270,7168,6141,5 Marche355,7246,1189,6351,7241,9190,2319,8219,7181,7312,1203,1165,9278,0190,0157,3264,2187,6158,2 Lazio343,4201,5146,0330,9193,7143,9321,3193,2148,8313,6190,2147,3289,4183,8140,3276,7174,0134,7 Abruzzo343,9225,0147,7292,1196,9136,9299,8203,0146,8281,7192,7137,8286,8200,4146,5271,5184,4143,9 Molise375,8212,8126,3348,3217,2112,2346,4184,790,3314,0143,672,8309,6160,587,2363,1182,8100,2 Campania475,2242,6167,2454,2244,7178,3446,2238,9180,6427,4224,2168,3400,2211,7161,1380,9199,5154,4 Puglia414,0231,3146,8380,0212,5143,1369,2208,3148,1364,1195,6138,7339,4193,6144,2347,5190,8146,2 Basilicata353,7226,7150,8413,1262,1202,5380,5238,3171,4347,3215,8166,0335,3224,3185,0310,4222,6182,7 Calabria434,6279,6162,3366,4249,8151,1337,6228,3150,9336,2239,0157,3334,1244,9161,5298,1229,8161,3 Sicilia400,5275,6182,1382,2259,9178,9361,8250,5172,9347,2231,4165,3321,5222,5163,2311,8215,5160,2 Sardegna288,1192,8141,1267,5182,0135,2254,2170,2125,2245,4175,6136,5237,2176,1136,4236,3177,5139,8 italia356,3227,9161,7340,7219,2161,0324,6208,9156,1315,2200,6150,9297,9194,4148,8291,5188,5145,3 *La popolazione di riferimento è la popolazione residente al 1 gennaio 2013. Fonte dei dati: Ministero della Salute. SDO - Istat. Demografia in cifre per la popolazione. Anno 2017.
tabella 3- Tasso (standardizzato per 100.000) di dimissioni ospedaliere, da istituti pubblici e privati accreditati, per codici di diagnosi di malattie cerebrovascolari in regime di Ricovero Ordinario e diagnosi principale per regione. Maschi - Anni 2011-2016 regioni201120122013*201420152016 430-438430-432434-437430-438430-432434-437430-438430-432434-437430-438430-432434-437430-438430-432434-437430-438430-432434-437 Piemonte653,3111,0383,1645,5118,0373,3622,1119,2355,9564,6109,1323,8552,1114,7316,1523,7113,5295,4 Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste635,677,8381,0697,0116,5445,3678,6101,1441,9826,3141,8556,3780,684,1555,3712,170,6508,3 Lombardia668,589,6351,8654,493,5333,8640,395,2321,2649,094,7304,9631,287,2298,7608,783,7282,5 Bolzano-Bozen917,792,2476,9922,2107,6498,6897,7111,9475,2814,696,2418,9829,7123,2388,8842,7226,8427,1 Trento683,387,3351,5674,6101,8328,1684,891,6337,0711,798,7339,0694,299,3338,6643,288,5329,2 Veneto648,289,1334,3644,691,9331,6633,791,8323,0615,488,4315,3615,592,8313,1602,791,0303,7 Friuli Venezia Giulia508,184,8321,1514,387,8329,9548,692,5332,0504,2101,2303,6465,092,0282,2494,9121,5304,3 Liguria696,788,8454,3669,290,3433,1673,6103,9433,0666,399,1430,3610,496,9378,0599,795,9376,1 Emilia-Romagna667,397,0405,4652,4105,4384,7627,3100,4368,0654,1102,9366,8609,499,4340,8591,892,4337,9 Toscana731,1100,3437,4701,6102,0411,9677,7110,3386,9685,9119,5381,8656,4109,4368,0627,5116,6340,6 Umbria776,8111,3465,3791,0111,5475,8763,9111,2445,9824,6102,6497,8753,5107,6436,9684,5119,3403,8 Marche777,8121,9508,9740,2120,2481,2689,6127,0428,7665,7127,9418,5609,7125,1375,0579,3113,3353,7 Lazio766,386,7430,5748,491,5420,7728,994,3404,5696,789,7392,3654,088,7361,4622,185,6334,7 Abruzzo847,387,0526,5837,899,3511,7854,4108,7500,3842,4105,5500,5832,9108,3504,1812,7138,8476,5 Molise852,0114,5574,5739,193,0474,9754,799,9477,01160,7108,0688,81.092,7105,5671,61.092,5161,2619,5 Campania890,285,5630,8841,581,9602,4840,481,6591,3783,778,8540,2742,282,3512,5705,676,3474,8 Puglia675,172,3469,1620,668,4425,0609,671,2401,2579,578,3372,4576,374,6374,8545,476,2352,8 Basilicata766,2117,1475,0602,296,4351,0724,1116,7464,3695,5109,2432,3717,2111,3453,7639,6131,3393,7 Calabria746,475,4544,2693,877,4482,5645,489,3426,1596,279,0405,8560,978,4382,4515,773,7346,0 Sicilia860,788,4616,9840,284,5585,1817,080,1569,0757,180,0527,9752,279,6526,9685,074,9470,5 Sardegna652,189,6438,1613,881,3405,9639,292,4411,9611,899,2389,1604,197,4377,5545,7101,9329,5 italia724,791,9446,4700,893,8424,5687,596,3409,2669,795,5391,8645,093,8376,3615,187,7353,1 *La popolazione di riferimento è la popolazione residente al 1 gennaio 2013. Fonte dei dati: Ministero della Salute. SDO - Istat. Demografia in cifre per la popolazione. Anno 2017.
tabella 4- Tasso (standardizzato per 100.000) di dimissioni ospedaliere, da istituti pubblici e privati accreditati, per codici di diagnosi di malattie cerebrovascolari in regime di Ricovero Ordinario e diagnosi principale per regione. Femmine - Anni 2011-2016 regioni201120122013*201420152016 430-438430-432434-437430-438430-432434-437430-438430-432434-437430-438430-432434-437430-438430-432434-437430-438430-432434-437 Piemonte451,470,1297,9446,079,2291,2428,476,7284,4405,477,8266,7372,672,0249,6368,773,5242,7 Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste438,545,7324,2521,450,2388,0608,475,8459,8725,687,1527,4717,170,2531,5719,867,1521,1 Lombardia475,764,3285,6462,065,4272,2448,862,3262,3455,660,4252,0439,759,1239,1422,856,2230,9 Bolzano-Bozen696,779,7388,8721,785,4415,2685,784,9385,7664,778,7381,3607,778,0351,7582,579,8296,4 Trento512,064,2330,5513,067,2305,5530,674,4294,3510,571,5265,9509,764,8302,5480,763,8281,3 Veneto468,762,2285,2463,660,7288,3462,066,2276,4459,665,1275,2454,063,3274,7438,161,1260,3 Friuli Venezia Giulia409,566,3284,3406,866,2288,6406,158,9293,3385,767,4267,1386,871,4262,4398,970,4277,8 Liguria529,062,5385,3536,565,6391,7539,074,7385,9483,963,7351,8453,873,0309,7456,470,4315,0 Emilia-Romagna501,465,1346,5504,773,9342,6495,675,2327,5494,772,9319,8470,374,5297,2461,470,5294,8 Toscana562,780,0372,4534,078,4355,0508,578,1336,6521,587,8334,3499,976,2322,4472,976,4294,8 Umbria524,063,2362,9556,671,0362,1573,478,7370,1590,079,7382,5527,270,4339,9510,263,8336,3 Marche567,278,4411,7534,277,4380,9491,477,6344,0477,878,6334,9433,772,7301,3413,476,0273,3 Lazio563,655,3363,8560,858,8360,0532,156,5345,3509,658,2325,1476,356,2303,1455,255,3284,2 Abruzzo638,067,0446,9628,263,7435,6625,473,5426,2652,772,4445,3631,676,5429,2580,475,4399,2 Molise577,751,4437,5533,167,6369,9584,660,4409,1740,463,3512,6735,959,2527,9682,062,9465,3 Campania665,350,0521,1642,051,5494,7637,149,5493,3587,349,5446,3557,248,1429,1512,450,0385,0 Puglia507,445,9391,7479,743,6365,6436,843,6326,4423,849,3308,5409,945,2299,7410,341,7302,7 Basilicata517,055,2381,4594,966,3437,7515,462,8361,2514,259,9377,8456,467,0320,6474,773,1326,8 Calabria604,050,9484,4520,148,5408,2478,750,3368,9455,649,7347,4425,045,7323,3383,944,5286,5 Sicilia656,555,8511,2657,154,7505,1637,555,7481,8592,249,6452,0569,349,0432,7530,753,7401,0 Sardegna461,352,7346,5479,256,6351,7458,552,4334,8443,655,6314,3426,554,9299,5410,354,6279,6 italia533,661,7369,5523,463,7358,2506,963,7343,4494,363,7328,4470,861,6311,7451,760,9295,5 *La popolazione di riferimento è la popolazione residente al 1 gennaio 2013. Fonte dei dati: Ministero della Salute. SDO - Istat. Demografia in cifre per la popolazione. Anno 2017.