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In ordine sparso è mio desiderio ringraziare le seguenti persone: Pompeo Ferdinando Luigi Paita De Paitatori

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Academic year: 2021

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In ordine sparso è mio desiderio ringraziare le seguenti persone:

Pompeo Ferdinando Luigi Paita De Paitatori (mio nonno) che primo tra tutti mi ha portato in

giro per la campagna a conoscere garovelli, gorpe, lepreghi, bisci, ciortele, borboloni e bobanice insegnandomi l’amore e il rispetto per tutte queste forme di vita. E già che ci sono saluto anche gli

altri: Ovidio che a mia memoria mi ha sempre chiamato dottore, e Maria e Ortensia che spero riescano a vedermi in uno dei rari momenti in cui vesto in maniera quasi decente.

Anna Maria Russo (mia insegnante di scienze naturali della scuola media che chissà se si ricorda

di me) è colpa sua se fin da adolescente mi sono appassionato a piantare spilli nella scricchiolante cheratina di insetti indifesi... il primo passo (nella giusta direzione?) una volta giunti al bivio per

l’entomofilia (?) o appassionarsi di entomologia.

Mario Mazza, che per me e i pochi altri eletti che seguivano il suo corso di entomologia è stato

molto di più di un entomologo, molto di più che un insegnante. Chi non lo ha conosciuto, o lo ha conosciuto solo superficialmente, e rammenta solo la figura dell’uomo che viveva tra le nepe e gli

insetti stecco ha perso parecchio.

Paolo Joalè, il mio professore di ecoetologia, che sarei stato ad ascoltare per ore, e non solo per

l’argomento del corso, ma anche per la sua simpatia e per la sua capacità di farmi capire anche le parti più ostiche del programma. Oltretutto corro il rischio di averlo in Commissione di Laurea come controrelatore, quindi la presente sviolinata svolge anche la funzione di captatio benevolensis

:-)

Silvano Benvenuti, che a scatola chiusa, nonostante il mio aspetto esteriore da piccolo criminale di

quartiere, mi ha affidato una affascinante tesi di laurea sulla migrazione delle farfalle e che per vari motivi ho dovuto abbandonare.

Nicola Ricci, che insegnava l’amore per la zoologia. Non era mio professore, e seguivo affascinato i suoi corsi piuttosto che stravaccarmi al sole o all’ombra della torre con tutti gli altri.

Marco Apollonio, il mio professore di zoologia dei vertebrati, che mi ha regalato la possibilità di

passare ore stupende in maremma abbandonandomi nella macchia con un foglio e una penna ad annotare quante sorprendevo i daini a fare sesso.

Antonio Felicioli e Mauro Pinzauti, l’ultimo baluardo delle scienze biologiche e naturali in un

mondo accademico che fa acqua da tutte le parti. Persone che lavorano per puro piacere e che per questo sono stati fortemente penalizzati. In un momento di totale disastro e sbandamento hanno avuto la forza non solo di reagire, ma anche di raccattarmi per continuare a combattere. Grazie di avermi coinvolto nella lotta. La guerra non è ancora finita, ma intanto assieme abbiamo vinto una battaglia con i mulini a vento riuscendo a farmi laureare nonostante nessuno avrebbe scommesso

più un soldo bucato su di me.

Tiziano Rondinini che a scatola chiusa su di me ha scommesso ben più di un soldo bucato. Cesare Biondi, unico vero grande jedy della melissopalinologia.

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I molti validi personaggi che in questi ultimi anni a contatto con le api in qualche modo mi hanno aiutato o sono stati fonte di ispirazione, o con i quali semplicemente ho passato momenti piacevoli:

Anna Gloria Sabatini, Francesca-Vittoria Grillenzoni, Mirella Capelli, Marilda Laurino Cortopassi, Mauricio Diaz (y Pedro y Simon y Camila y Lorenzo y Daniela Iriarte), Rose and

Chris O’Toole, Mieczysław Bilińsky, Massimo Ilari, Mario Andreini e Marcello Ortolani.

L’allegra brigata della Sezione di Entomologia. In ordine labirintico:

Dott. Augusto Loni, Sig.ra Patrizia Mazzarisi, Prof. Alfio Raspi, Dott. Angelo Canale, Prof.ssa Elisabetta Rossi, Dott. Andrea Alessandro Lucchi, Dott. Damiano Giotti, Prof. Luciano Santini, Dott. Roberto Canovai, Dott. Valerio Mazzone, Dott. Riccardo Antonelli, Dott.sa

Barbara Conti, Sig. Paolo Giannotti, Sig. Luciano Armaioli, Sig. Massimiliano Farnesi...

D’ora in poi, per favore... “DOTTOR Bedini”

Tutti quelli, che a volte partendo dopo di me sono comunque arrivati prima al traguardo del famoso foglio di carta e che mi sono stati vicini in questi ultimi anni da studente fuoricorso cronico

Andrea Mazzatenta coautore con me e Antonio di un inedito importantissimo lavoro sui cavallucci

marini, Marino Quaranta cui rubo sempre le determinazioni degli apoidei, Sabrina Ambroselli,

Lucia Niccolini, Mario Conidi, Stefano Marcucci, Serena Rocchi per il lavoro sporco, Serena Stella Telara (fonte di grande ispirazione), Luca -Fly catcher- Lovari, Irene Cenori, Valeria

Lenzi, Valeria Bortolaia, Roberta Scarselli, Elena Donadio, Serena Rossi, Silvia Fogli, Manuela Mangiola, Cinzia Buti Castellini che nel frattempo di lauree ne ha prese due, Elisa

Pagni, Daniele Pratesi e Lilliana Benedetti, Mirco Soci, Cristina Alessandrini, Barbara Baldacci, Lucrezia Pedoto, Paola Spandre, Luca Baudone che per uno stupido regolamento

interno alla facoltà di agraria, di chiara matrice conservatrice, ha scampato il pericolo di avermi come relatore per la sua tesi di laurea, Maura Mergoni (mi impegno formalmente a pubblicare prima o poi le tue radiografie) Vanessa Malandrin, Valeria Trivellone, Claire Lebliq, Enrico

D’Addio, Chiara Santuccio, Elisabetta Cassandro, Matteo Giusti per le dritte sulla varroa, Nico Andreini, Sara Vanarelli.

Tutti i cari amici del Centro ornitologico toscano, soprattutto quelli di vecchia data coi quali ho condiviso momenti bellissimi a Capraia, a Campotto, a Coltano, all’Uccellina e in millanta altri posti: Emiliano Arcamone (il Grande Papero), Enrico Meschini, Riccardo Gambogi, Iuri

Simoncini, Daniele Marzi, Maurizio Tiengo, Stefano Carotti (Orsetto), Nicola Baccetti, Alberto Massi, Roberto Mainardi, Paolo Sposimo, Sandro Canci, Andrea Fontanelli, Alessandra Grattarola, Denise Rossi, Luca Puglisi, Giuseppe Bertolucci e Laura Leone (i due registi), Patrizia Giusti, Monica Lazzeri, Massimo Bonannini, Simona Santinelli, Pierpaolo Balestri, Lisa Nencioni (la Topottera), Daniela von Berger (La Vecchia Babbiona). Menzione speciale per

Carlo de Santo, mio compagno di avventure, sempre al mio fianco quando si tratta di andare in

giro di notte a contare gufi, andare in giro di inverno a contare anatre, andare in giro a spaccarsi la schiena e le gambe su sentieri alpini a contare gracchi.

Gli sfigatissimi pendolari che hanno condiviso e tuttora condividono con me ore e ore di treno, trattati dalle Ferrovie dello Stato prima e da Trenitalia poi, non come utenti ma come bestiame:

Alessandro, Brunello, Carlo Andrea, Chiara, Cristian, Fabio (x 2), Federico, Francesco, Gianni, Ilaria, Luca, Marco, Marzia, Massimo, Michele, Raffaella, Renata, Riccardo, Rosario,

Sabina (x 2), Silvia, Simona (x 2), Vittorio.

I “guardiani del Polo” Paolo – La Tinkia – Falcucci, Roberta – Bobby – Novelli e Silvano

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Infine, ma ovviamente non per ultimi, sette persone veramente speciali.

I miei suoceri, Carla e Vincenzo, che non hanno nemmeno fatto più di tante storie quando mi hanno conosciuto... (ma in fondo anche io me li puppo così come me li sono trovati). Mia cognata Simona che di storie all’inizio ne ha fatte (e chi può biasimarla) e che ora sinceramente mi sta mooolto mooolto più simpatica di quando l’ho conosciuta... (e già che ci sono,

visto che a questo punto siamo praticamente cognati, colgo l’occasione per salutare anche Dario).

Mia moglie Silvia che a forza di sopportare me che gioco a fare lo studente e che non parlo d’altro se non delle mie api e dei miei fiori dovrà certamente sottoporsi a qualche pratica epatoripulitrice in

qualche beauty farm in qualcuno di quei posti sul mare che di solito piacciono alle donne. Mio figlio Mattia, che forse più di tutti ha risento in maniera negativa della mia decisione di ricominciare a studiare, ma sta venendo su bene e sa già ad esempio chi sono le osmie, i megachili,

le xylocope, i bombi... Comunque, te l’università te la sogni! A sedici anni vai a lavorare e mi mantieni come io ti ho fatto mantenere dai tuoi nonni fino a ora... Se non vuoi che ti spezzo le

braccine.

I miei genitori, Caterina e Dino che da un figlio che non ha mai concluso un –BIP- di buono in tutta la sua vita non si sarebbero mai aspettata la conquista del fatidico foglio di carta, nonostante i

continui stimoli positivi ai quali mi hanno sottoposto.

e dopo tanti ringraziamenti, è mio desiderio mandare “cordialmente” a quel paese quei professori (in verità pochissimi ne ho conosciuti) che non menziono non per paura di eventuali ritorsioni, che a questo punto della mia carriera di studente non riuscirebbero neppure a procurarmi fastidio, ma semplicemente perché tali figuri non sono neppure degni di essere ricordati con i loro nomi in questa dissertazione finale. A loro voglio semplicemente dire che nonostante il loro crogiolarsi agli apici di una “brillante” carriera universitaria, se per certi aspetti sono diventati dei “rispettati” baroni, per altri sono da considerarsi tali e quali a quando erano matricole e gli studenti più grandicelli rivolgevano loro il motto <<tu, matricola, minus quam etc. etc.>> poiché spesso quod

fuit est atque quod est fuit.

... So watch out! There's a fly on the wall!

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...

Le mosche erano arrivate anche lì.

Quel movimento che pareva di persona viva le spaventava per un momento, così che facevano una nuvola scura intorno alla testa. Poi, come la stoffa blu del paracadute si afflosciava, la figura corpulenta si chinava in avanti, sospirando, e le mosche tornavano a posarsi.

...

Il signore delle mosche William Golding

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