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Materiali e metodi 2.1 Zoo considerati 2.2 Animali in studio 2.3 Campionamento, protocollo anestesiologico, tecniche di laboratorio Capitolo 2

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Academic year: 2021

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Capitolo

2

Materiali e metodi

2.1 Zoo considerati

2.2 Animali in studio

2.3 Campionamento, protocollo anestesiologico,

tecniche di laboratorio

(2)

2.1 Zoo considerati

Il presente studio è stato condotto in due parchi faunistici italiani: lo Zoosafari di Fasano (Br) ed il Giardino Zoologico di Pistoia. Nonostante siano entrambi parchi faunistici, le due strutture sono molto diverse sia per l’estensione del territorio sul quale sono ubicati e conseguentemente per il numero di specie ospitate che per le modalità di mantenimento e quindi gestionali di tali specie.

ZOOSAFARI DI FASANO (Br)

Lo Zoosafari di Fasano (Br), il più grande parco faunistico d’Italia ed uno dei più grandi in Europa (www.zoosafari.it), è una struttura privata, sorta nel 1972 come prima istituzione di questo genere in Italia (Finotello, 2004). Si estende per 140 ettari, di cui buona parte a macchia mediterranea, in una zona climaticamente favorevole per l’allevamento di specie esotiche (Finotello, 2004). La struttura ospita circa 1700 animali, appartenenti a 200 specie diverse, in ampissimi spazi naturali, dove possono avvicinarsi al pubblico solo se e quando lo desiderano. Di particolare interesse è la colonia di babbuini, la più grande al di fuori del Continente Nero, che conta circa 225 esemplari e il gruppo degli orsi dal collare, animali estremamente rari, costituito da circa 26 esemplari (Finotello, 2004). Il Parco è suddiviso in diverse macroaree faunistiche. Il Safari (fig. 2.3) è il primo ed il più grande settore del complesso, permette al visitatore di incontrare gli animali muovendosi con il proprio veicolo lungo una strada di diversi chilometri. La strada attraversa anche i recinti di tigri, leoni e orsi tibetani (fig. 2.4) separati dalle altre specie, come elefanti, antilopi, giraffe, bisonti, cervi, zebre, cammelli ed i fenicotteri rosa. Il Metrozoo è un trenino su rotaie che raggiunge il Lago dei grandi mammiferi, dove sono ospitati foche, rinoceronti bianchi, ippopotami, orsi bruni, orsi polari ed i gibboni dalle mani bianche. La Sala ornitologica ospita decine di specie diverse di

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uccelli esotici esposti in teche con cristalli invece che in gabbie (diamanti australiani, vedove, tessitori, cappuccini, parrocchetti vari), con annessa una voliera esterna dedicata ai grandi pappagalli (ara, cacatua). La Sala tropicale, composta da un acquario e da un rettilario, è costituita da una struttura di circa 700 mq, dove vengono esposti in teche climatizzate di varie dimensioni serpenti, velenosi e non (boa, pitoni, crotali, vipere, ecc.), tartarughe sia di acqua dolce che terricole, incluse le specie giganti, sauri (iguane, varani, scinchi, gechi, camaleonti), alligatori, pesci tropicali ed invertebrati vari (ragni giganti, scorpioni, farfalle, ecc.). Il Percorso pedonale permette di osservare da distanza molto ravvicinata specie appartenenti all’ordine dei primati quali gorilla, scimpanzè, gibboni, babbuini e lemuri, oltre a leopardi, giaguari, iene, capibara ed uccelli di grossa taglia. Il Teatro degli animali è un “Oceanario” dove si possono osservare otarie, leoni marini e pinguini. Nel Parco ogni anno nascono in media 150 cuccioli di ogni tipo, inclusi quelli di specie molto rare (www.zoosafari.it).

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Fig. 2.2 Ingresso Zoosafari di Fasano (Br)

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Fig. 2.4 Recinto degli orsi tibetani dello Zoosafri di Fasano (Br)

GIARDINO ZOOLOGICO DI PISTOIA

Il Giardino Zoologico di Pistoia nasce negli anni ’70 come struttura privata. Si estende alla periferia della città su una superficie di 7,5 ettari, sulle colline pistoiesi. Adagiato su un leggero declivio, nel parco si trovano, oltre che piante della flora mediterranea, specie vegetali di origine esotica (Finotello, 2004). Ospita circa 600 animali appartenenti a 65 specie diverse di mammiferi, a 40 di uccelli ed a 30 della fauna erpetologia (Finotello, 2004), provenienti da tutti i continenti eccetto l’Antartide (Gippoliti, 2004). Nella zona pianeggiante del parco si trovano i recinti dei grandi erbivori (Fig. 2.8) quali elefante asiatico, giraffa, rinoceronte bianco, zebra e ippopotamo. Sul fianco della collina, lungo i camminamenti (fig.2.9), ci sono i recinti dei grandi carnivori, degli ungulati della fauna europea e degli animali della fattoria, di recente costruzione gli exhibit di tipo naturalistico di tigri (fig. 2.7) e leoni (Finotello, 2004). All’interno del parco si trovano anche la sala tropicale, i recinti di lemuri, linci e uccelli di varie specie e un grande lago che ospita uccelli anseriformi (Finotello,

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più moderne concezioni di Giardino Zoologico. Notevoli successi sono stati registrati nella riproduzione di specie minacciate e rare, come l’orso bianco (Ursus maritimus). Questa struttura è impegnata in attività educative, riferimento di tali iniziative è il Laboratorio della Biodiversità, ambiente dedicato alla didattica per tutte le età (Gippoliti, 2004).

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Fig. 2.6 Ingresso del Giardino Zoologico di Pistoia

Fig 2.7 Exhibit naturalistico del Giardino Zoologico di Pistoia con esemplare di tigre

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Fig. 2.8 Recinti degli erbivori esotici del Giardino Zoologico di Pistoia

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2.2 Animali in studio

La presente ricerca è stata svolta su mammiferi appartenenti a 17 specie diverse suddivise in cinque ordini zoologici.

Primati

Babbuino (Papio cynocephalus)

Carnivori

Orso dal collare (Ursus thibetanus) Orso polare (Ursus maritimus) Leone (Panthera leo)

Tigre (Panthera tigris)

Perissodattili

Zebra di Grent (Equus burchielli boehmi)

Proboscidati

Elefante africano (Loxodonta africana) Elefante asiatico (Elephas maximus)

Artiodattili

Antilope alcina (Taurotragus oryx)

Antilope cervicapra (Antilope cervicapra) Bisonte americano (Bison bison)

Bovino razza Highland e razza Watussi (Bos taurus) Yak (Bos grunniens)

Daino (Dama dama)

Giraffa (Giraffa camelopardalis) Cammello (Camelus bactrianus) Lama (Lama glama)

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2.1 Babbuino (Papio cynocephalus)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Primates; Famiglia: Cercopithecidae; Genere: Papio; Specie: Papio cynocephalus. Vive in Africa a sud del Sahara, in savane e boscaglie aperte, sia in pianura che in montagna. È onnivoro e si nutre di erbe, semi, radici, frutti, insetti, vermi, uova, uccelli, rettili, gazzelle neonate (www.zoosafari.it). Sono sia terricoli che arboricoli: trascorrono la maggior parte del giorno sul terreno, mentre per la notte si ritirano sui rami degli alberi. La specie è caratterizzata da un marcato dimorfismo sessuale, infatti i maschi sono alti in media 120 cm e pesano in media 25 kg, mentre le femmine misurano in media 98 cm e pesano solo 11 kg. I maschi inoltre hanno canini superiori più lunghi e più aguzzi di quelli delle femmine (www.wikipedia.org). La gestazione dura 190 giorni circa, dopo i quali nasce un solo piccolo. Lo svezzamento si ha ad 8 mesi e la maturità sessuale a 4-6 anni (www.zoosafari.it). La specie rientra nella categoria LR (Lower Risk), secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata a basso rischio di estinzione (www2.minambiente.it).

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2.2 Orso dal collare (Ursus thibetanus)

Fig. 2.10 Esemplare di orso dal collare dello Zoosafari di Fasano (Br)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Carnivora; Famiglia: Ursidae; Genere: Ursus; Specie: Ursus thibetanus.

Vive nell’Asia centro meridionale, nelle foreste montane e collinari fino ad un altitudine di 4000 m. Lungo fino ad 1,8 m, il maschio pesa 110-150 kg, la femmina pesa 65-90 kg. La pelliccia è liscia e nera con un disegno bianco simile ad una “y” sul petto, dal quale deriva il nome. Si nutre di frutti, bacche, piccoli vertebrati, animali già morti. Raramente uccide qualche grosso mammifero. Si accoppia principalmente d’estate, mentre le nascite avvengono in pieno inverno. La femmina partorisce solitamente, dopo una gravidanza di 7-8 mesi, 2 piccoli, svezzati a 3-4 mesi di età ma che restano con la madre per 2-3 anni, fino alla maturità sessuale. E’ un ottimo arrampicatore. Nelle zone più fredde affronta un lungo letargo invernale. Secondo l’IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione questa specie fa parte della categoria VU (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), cioè è una specie vulnerabile, corre quindi un alto rischio di estinzione a medio termine (www2.minambiente.it). Lo Zoosafari di Fasano (Br) ospita il più grande gruppo in cattività di questi rari orsi asiatici (www.zoosafari.it).

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2.3 Orso polare (Ursus maritimus)

Fig. 2.11 Esemplare di orso polare del Giardino Zoologico di Pistoia

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Carnivora; Famiglia: Ursidae; Genere: Ursus; Specie: Ursus maritimus.

Vive nel nord dell'Artide (Canada, Alaska e Siberia), su terreni innevati e ghiacci galleggianti. È il più grande carnivoro esistente sulla terraferma, lungo fino a 2.7 m ed alto fino ad 1.6 m, il peso del maschio va da 300 a 800 kg, mentre il peso della femmina va dai 150 ai 300 kg. Ha una caratteristica pelliccia bianca. Si nutre di foche ed altri mammiferi marini, renne, pesci e qualche vegetale. Dopo gli accoppiamenti a marzo/giugno la femmina affronta 195/265 giorni di gravidanza in uno stato di semi-letargo, nascosta in una tana scavata nel ghiaccio. I cuccioli, da 1 a 4, nascono a novembre/gennaio e non escono dalla tana fino alla primavera; lasciano definitivamente la madre a 2 anni e maturano sessualmente a 5-6 anni di età, pur continuando a crescere fino a 10 anni. Secondo l’IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione questa specie fa parte della categoria VU (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), cioè è una specie vulnerabile, corre quindi un alto rischio di estinzione a medio termine (www2.minambiente.it).

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2.4 Leone (Panthera leo)

Fig. 2.12 Esemplare di leone del Giardino Zoologico di Pistoia

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Carnivora; Famiglia: Felidae; Genere: Panthera; Specie: Panthera leo.

Vive in quasi tutta l’Africa a sud del Sahara e nella foresta di Gir, in India. Il suo habitat comprende la savana, le pianure erbose e la boscaglia aperta (www.zoosafari.it). Il maschio può pesare dai 180 ai 250 kg, mentre il peso delle femmine varia dai 120 ai 150 kg. La lunghezza del corpo varia da 170 a 250 cm nei maschi e da 140 a 175 cm nelle femmine; l'altezza media al garrese è intorno ai 120 cm per i maschi e 100 cm per le femmine. La coda, lunga fra 70 e 100 cm, termina con un ciuffo peloso. Il più evidente dimorfismo sessuale è rappresentato dalla folta criniera, di cui solo i maschi sono dotati. Il colore della pelliccia varia sui toni del giallo, rossiccio (www.wikipedia.org). Il fabbisogno giornaliero di carne per questi felini si aggira sui 5 kg per le femmine adulte e i 7 kg per i maschi. Si nutrono principalmente di grandi mammiferi come antilopi, zebre, facoceri, gnu e bufali, ma non disdegnano prede di taglia più piccola come lepri e uccelli (www.wikipedia.org). La gestazione dura 100-119 giorni ed

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ogni parto nascono da 1 a 6 piccoli, che vengono allattati anche da altre femmine del branco fino ai 3-6 mesi. La maturità sessuale è raggiunta a 3-4 anni d’età. E’ l’unico felino che in natura vive in branchi organizzati, costituiti da molte femmine con prole ed uno o pochissimi maschi dominanti (www.zoosafari.it). La specie rientra nella categoria VU, secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata vulnerabile, cioè corre un alto rischio di estinzione a medio termine (www2.minambiente.it).

2.5 Tigre (Panthera tigris)

Fig. 2.13 Esemplare di tigre del Giardino Zoologico di Pistoia

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Carnivora; Famiglia: Felidae; Genere: Panthera; Specie: Panthera tigris.

Ormai rara ovunque, viveva in tutta l’Asia, dalla Siberia all’India e all’Indonesia (www.zoosafari.it). Esistono varie sottospecie, la tigre del Bengala è la sottospecie che attualmente conta più esemplari, ve ne sono poco più di 4000, di cui circa 2000 allo stato brado ed il resto in cattività. Vive in India, dove trova riparo soprattutto nelle foreste di mangrovie del

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delta del Gange, nel Bangladesh, in Birmania e in alcune zone del Nepal. La tigre è uno dei più grandi predatori terrestri, può essere lunga fino a tre metri, esclusa la coda, che misura tra i 75 e i 91 cm; l’altezza al garrese è di 90 cm e può pesare anche 275 kg. Si alimenta in prevalenza di cervi, cinghiali, scimmie, uccelli, pesci, rane e lucertole. L'accoppiamento tra tigri è possibile in ogni stagione dell'anno (www.wikipedia.org). Dopo una gestazione di 93-111 giorni la femmina può partorire fino a 6 cuccioli che allatta da sola per 3-6 mesi. La maturità sessuale si ha a 3-4 anni per la femmina ed a 4-5 anni per il maschio (www.zoosafari.it). La specie rientra nella categoria EN, secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata in pericolo, cioè corre un alto rischio di estinzione in natura in un futuro non immediato (www2.minambiente.it).

2.6 Zebra di Grent (Equus burchielli boehmi)

Fig. 2.14 Esemplare di Zebra di Grent del Giardino zoologico di Pistoia

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Perissodactyla; Famiglia: Equide; Genere: Equus; Specie: Equus burchielli. Vive nelle regioni orientali e meridionali dell'Africa, nelle savane e nelle distese con poca vegetazione, sia in pianura che in montagna, fino a 4500

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m di altitudine. Le zebre si distinguono marcatamente dagli altri membri della famiglia per le striature verticali, nere o brune-rossastre, alternate a bande chiare, bianche o giallastre (www.wikipedia.org). E’ lunga 2.4 m, più 0.5 m di coda, con un peso di circa 350 kg, al garrese è alta 1.4 m. Si nutre di erbe di ogni specie. Dopo circa 1 anno di gestazione la femmina partorisce un unico puledro allattato per almeno 6 mesi. La piena indipendenza dalla madre si ha ad 1 anno e la maturità sessuale è raggiunta dai 3 ai 5 anni di età. Vive in branchi formati solitamente da uno stallone dominante e varie femmine (fino a 6) con piccoli oppure in gruppi di soli maschi giovani senza harem (www.zoosafari.it). La specie non è inclusa in nessuna delle categorie dell’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; Gippoliti, 2004).

2.7 Elefante africano (Loxodonta africana)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Proboscidea; Famiglia: Elephantidae; Genere: Loxodonta; Specie:

Loxodonta africana.

Vive in gran parte dell' Africa meridionale e orientale, nella savana alberata, ma può adattarsi anche ad altri ambienti, come le foreste. È il più grande animale terrestre. Mediamente, i maschi misurano 6,5-7 metri di lunghezza, circa 3,2-3,7 metri di altezza al garrese e il peso si aggira sui 4700-6000 kg. Le femmine arrivano a 3-3,5 tonnellate di peso. Questo animale ha orecchie enormi. Le zanne, che sono gli incisivi superiori allungati, sono molto grandi e nei maschi superano il metro e mezzo di lunghezza. Questo animale non è un erbivoro selettivo, la parte preponderante del suo pasto quotidiano è costituita da vegetazione erbacea come le graminacee, ma si nutre abbondantemente anche di fogliame, frutti, corteccia (www.wikipedia.org). Dopo una gestazione di 22 mesi, nasce solitamente un unico piccolo di 90-120 kg, che poppa per 2-3 anni e

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che raggiunge la maturità sessuale verso i 14 anni. Vive in gruppi matriarcali di femmine con i piccoli; i maschi maturi formano branchi separati ed i maschi più vecchi sono spesso solitari (www.zoosafari.it). La specie rientra nella categoria VU, secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata vulnerabile, cioè corre un alto rischio di estinzione a medio termine (www2.minambiente.it).

2.8 Elefante asiatico (Elephas maximus)

Fig. 2.15 Esemplare di elefante asiatico dello Zoosafari di Fasano (Br)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Proboscidea; Famiglia: Elephantidae; Genere: Elephas; Specie: Elephas

maximus.

Vive dalla Penisola Indiana fino al Sud Est asiatico, Indonesia compresa, nella giungla fitta ma anche nelle zone aperte. Si nutre di erbe, radici, cortecce, fronde, ecc. (www.zoosafari.it). È il secondo animale terrestre più grande. I maschi sono lunghi mediamente 5,5-6,4 metri, hanno un'altezza alla spalla di 2,7-3 metri, e pesano 3900-4700 kg. Le femmine sono leggermente più piccole. Oltre alle minori dimensioni, rispetto al parente

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africano, sono evidenti la differente forma del cranio, che in questa specie ha due prominenze e un'insellatura interna, le dimensioni delle orecchie ridotte, il profilo del dorso convesso, le zanne più piccole, quattro zoccoletti nel piede posteriore contro i tre della specie africana ed ha una sola appendice digitiforme sulla proboscide invece di due (www.wikipedia.org). Dopo una gestazione di circa 21 mesi, nasce solitamente un unico piccolo di 50-150 kg. La maturità sessuale è raggiunta a 9-12 anni nelle femmine ed a 10-17 anni nei maschi. Vive in branchi di 8-20 individui, guidati da una femmina anziana (www.zoosafari.it). La specie rientra nella categoria EN, secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata in pericolo, cioè corre un alto rischio di estinzione in natura in un futuro non immediato (www2.minambiente.it).

2.9 Antilope alcina (Tautotragus oryx)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Bovidae; Genere: Taurotragus; Specie:

Taurotragus oryx.

Vive nella savane dell'Africa orientale e meridionale. Si nutre di erba, rami e foglie. Può raggiungere un'altezza al garrese di 130-180 cm e pesare dai 300 kg alla tonnellata. Mentre il manto delle femmine è bruno, quello dei maschi è più scuro, tendente al grigio-bluastro. Alcuni esemplari possono avere una striscia bianca verticale su entrambi i lati del dorso. I maschi hanno un folto ciuffo di pelo sulla fronte e una larga giogaia. Le corna, lunghe circa 65 cm e quasi completamente dritte, sono presenti in entrambi i sessi. Le corna delle femmine sono più lunghe ma anche più esili. I branchi sono composti solitamente da 30-80 individui. La maturità sessuale viene raggiunta per le femmine tra i 15 ed i 36 mesi, più tardivamente per i maschi (4-5 anni). La gestazione dura 9 mesi; ogni femmina da alla luce un

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solo cucciolo, che viene allattato fino al sesto mese circa. La specie rientra nella categoria CD, secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata a basso rischio di estinzione (www2.minambiente.it).

2.10 Antilope cervicapra (Antilope cervicapra)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Bovidae; Genere: Antilope; Specie: Antilope

cervicapra.

Vive in India occidentale, principalmente nel Bengala, in branchi di 50 o 60 individui sotto la guida di un vecchio maschio di pelame scuro. La sua lunghezza è di circa metri 1,10 e la coda misura circa 15 cm, 22 con il fiocco finale; l'altezza al garrese è di 75 cm. Il corpo è esile e allungato, il dorso è diritto e più alto posteriormente rispetto al garrese. Le corna sono lunghe sino a 42 centimetri. L'accoppiamento non avviene in un periodo determinato, nasce un solo piccolo dopo nove mesi di gravidanza. Nel secondo anno, le femmine sono atte alla riproduzione, mentre per i maschi devono passare almeno tre anni. La specie rientra nella categoria NT, secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata prossima alla minaccia di estinzione (www2.minambiente.it).

2.11 Bisonte americano (Bison bison)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Bovidae; Genere: Bison; Specie: Bison bison.

Vive nella grande prateria nordamericana, in branchi di migliaia di individui. Presenta una gobba piuttosto pronunciata poiché la parte anteriore del corpo è più sviluppata dei quarti posteriori. La testa è grossa e

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tondeggiante ed è avvolta da una fitta peluria scura. Una peluria più chiara avvolge anche la parte anteriore del tronco, mentre i quarti posteriori sono quasi glabri. Le corna, relativamente piccole, sono ricurve verso l'alto. I maschi, più grossi delle femmine, possono raggiungere anche i 190 cm di altezza al garrese e pesano in media 750-900 kg. Le femmine raggiungono la maturità sessuale già a 2 anni, i maschi di solito molto più tardi. La gestazione dei bisonti dura circa 9 mesi, al termine dei quali nasce un solo piccolo, che viene allattato per un intero anno. Oggi ne restano poco più di 40.000. La specie rientra nella categoria CD, secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata a basso rischio di estinzione (www2.minambiente.it).

2.12 Bovini razze Highland e Watussi (Bos taurus)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Bovidae; Genere: Bos; Specie: Bos taurus.

2.12.1 Highland

Ha vissuto per secoli nelle aspre e remote Highland scozzesi, oggi è diffusa in tutto il Nord America, così come in Europa, Australia e Sud America. La Highland, razza resistente alle malattie, ha una statura bassa (femmine 110-120 cm), le corna sviluppate a lira, il pelo è lungo, folto e ispido; lo scheletro robusto, la criniera abbondante. Lunghe ciglia e ciocche di peli sulla fronte proteggono i loro occhi dagli insetti e per questo congiuntiviti e cancri agli occhi sono rari. Viene allevata per la carne, ottima per quantità e qualità (magra e povera di colesterolo). Lo sviluppo è tardivo e i soggetti sono pronti per la vendita soltanto all'età di 3-4 anni, quando avviene normalmente anche il primo parto. Pur vivendo all'aperto producono una buona quantità di latte (anche kg 7,6 al giorno con il 6% di grasso).

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2.12.2 Watussi

Fig. 2.16 Esemplare di bovino razza Watussi dello Zoosafari di Fasano (Br)

Allevata in Africa, è l'animale rappresentativo delle tribù Watusse per i quali talvolta costituisce l'unica fonte di sostentamento. Vive allo stato domestico in mandrie, allevato, in quanto razza forte e resistente al clima ostile del continente africano. Vive in zone alberate e praterie, dove vengono portati al pascolo. L’animale è lungo 1,80 m e pesa tra 450 e 800 kg, contraddistinto da corna lunghe oltre un metro, a forma di semiluna ed arcuate verso l’alto. Il mantello è di colore fulvo anche se non mancano soggetti con colorazione differente. La corporatura è elegante. La gestazione dura circa 290 gg e può partorire da 1 a 2 cuccioli. Non è incluso nella lista rossa dell’IUCN e nelle Appendici della CITES (www.bioparcodisicilia.it).

2.13 Yak (Bos grunniens)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Bovidae; Genere: Bos; Specie: Bos grunniens.

Vive sulle montagne del Tibet, del Pamir e sulle pendici dell'Himalaya, fino a 6000 metri di altitudine, regioni quasi del tutto prive di vegetazione

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gibbosità sopra il garrese con una folta criniera. La sua mole è notevole e un maschio adulto può raggiungere l'altezza di 2 m al garrese, e avvicinarsi ai 1000 kg di peso; le femmine sono in genere un poco più piccole. Le corna, lunghe fino a 80-90 cm, nelle femmine sono decisamente più corte e sottili. Tutto il corpo è rivestito di un pelame sottile, lanoso e lievemente increspato, molto lungo su garrese, fianchi e faccia esterna degli arti e che raggiunge la massima lunghezza sul capo. La colorazione è di solito nera, con numerose sfumature rossastre. Le femmine trascorrono insieme i 9 mesi della gestazione. A ogni parto nasce un solo vitello. Il piccolo è subito attivo e cresce rapidamente, sebbene raggiunga la maturità sessuale soltanto al sesto anno di età. La specie rientra nella categoria VU, secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata vulnerabile, cioè corre un alto rischio di estinzione a medio termine (www2.minambiente.it).

2.14 Daino (Dama dama)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Cervidae; Genere: Dama; Specie: Dama dama. Oggi vive in semi-cattività in parecchi dei nostri boschi e luoghi selvatici. È lungo circa 140-160 cm, alto alla spalla 90-100 cm e la coda è lunga circa 20 cm. Il colore del mantello muta molto, in estate la parte superiore è rossiccio-marrone macchiata di bianco con strisce dorsali nere, quella inferiore è bianca mentre in inverno la parte superiore è nerastra, quella inferiore grigio-cenere. Le corna sono a forma di pala, si sviluppano solo nel secondo anno di vita. Durante maggio cadono, in giugno ricrescono ricoperte dal velluto. Il periodo dell'accoppiamento dura tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre. La femmina gravida partorisce uno o due piccoli nel giugno o luglio successivi. La madre nutre i cuccioli fino alla seguente stagione amorosa. Si nutre di erba, foglie, germogli e frutta, ma

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anche funghi di ogni specie, dei quali mangia sia quelli velenosi che quelli commestibili. La specie rientra nella categoria LC, secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata a basso rischio (www2.minambiente.it).

2.15 Giraffa (Giraffa camaleopardis)

Fig. 2.17 Esemplare di giraffa del Giardino Zoologico di Pistoia

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Giraffidae; Genere: Giraffa; Specie: Giraffa

camaleopardis.

Vive in tutta l’Africa a sud del Sahara, nella Savana e in zone boscose aperte. Si nutre di vegetazione alta (acacie, mimose, ecc.), rami e spine compresi. E’ il più alto animale terrestre con un record di 5.8 m; il maschio in media è alto 5.3 m contro i 4.3 m della femmina. Peso medio 800 kg., con punte di 1800 kg. L’accoppiamento può avvenire in qualsiasi periodo dell’anno generalmente da luglio a settembre. La gestazione dura tra i 14 e i 16 mesi, nasce un unico cucciolo, alto 2 m con un peso di 70-100 kg. Lo svezzamento si ha a circa 1 anno e la maturità sessuale a 3-5 anni di età. E’ un animale timido e schivo che vive in piccoli gruppi. In caso di minaccia

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l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata a basso rischio (www2.minambiente.it).

2.16 Cammello bactriano (Camelus bactrianus)

Fig. 2.18 Esemplare di cammello bactriano del Giardino Zoologico di Pistoia

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Camelidae; Genere: Camelus; Specie: Camelus

bactrianus.

Vive nelle zone desertiche e steppose della Mongolia, dell'Asia centrale e della Turchia, viene utilizzato per la carne, il grasso, il latte, la lana e come animale da trasporto. Può raggiungere i 3-4 m di lunghezza, l'altezza alla punta della gobba raggiunge anche i 2-3 m e pesa in media 400-500 kg. Si distingue dal suo parente più prossimo, il dromedario, per la presenza di due gobbe sul dorso. I cammelli vivono di solito in branchi di una ventina di esemplari. La gestazione dei cammelli dura 13 mesi e partoriscono di solito un solo piccolo. La specie rientra nella categoria CR, secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.iucnredlist.org; www.wikipedia.org), quindi è considerata in pericolo critico, cioè corre un alto rischio di estinzione in natura nel futuro immediato (www2.minambiente.it).

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2.17 Lama (Lama glama)

Regno: Animalia; Phylum: Cordata; Classe: Mammalia; Ordine: Artiodactyla; Famiglia: Camelidae, Genere: Lama; Specie: Lama glama. Vive in Sudamerica, dove è allevato non solo come animale da soma, ma anche per ricavarne carne e lana. Oggi l'allevamento del lama si è diffuso anche nel Nordamerica, sia per la produzione di lana sia perchè questi animali sono in grado di proteggere i greggi dagli attacchi di molti predatori.

Misura da 0,9 a 1,3 m di altezza al garrese, è generalmente bianco, chiazzato di nero e di marrone e caratterizzato da lunghe orecchie. La femmina dà alla luce uno o, più raramente, due piccoli, una volta ogni due anni (www.agraria.org). Lo stato di conservazione di questa specie è sicuro secondo l’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione) (www.wikipedia.org).

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2.3 Campionamento, protocollo anestesiologico e

tecniche di laboratorio.

Campionamento

Per la presente ricerca è stato effettuato un campionamento in ogni parco faunistico: nel mese di novembre 2005 presso lo Zoosafari di Fasano (Br), nel mese di giugno 2006 presso il Giardino Zoologico di Pistoia.

Le strutture dove è avvenuto il campionamento sono molto diverse tra loro. Il primo, essendo uno zoosafari è dotato di ampi spazi, permettendo il mantenimento di un grande numero di animali allo stato di semi libertà, il secondo è invece una struttura di impostazione “classica”, di conseguenza con spazi limitati e che quindi può ospitare un numero ridotto di animali. Ne consegue che non sempre è stato possibile prelevare campioni appartenenti alle stesse specie in entrambi gli zoo. In questo casosono stati prelevati campioni appartenenti ad animali dello stesso genere se presenti (ad esempio Ursus thibetanus/Ursus maritimus).

Presso lo Zosafari di Fasano (Br) sono stati raccolti campioni fecali di animali appartenenti alle specie: babbuino, orso dal collare, tigre, zebra, elefante africano, elefante asiatico, antilope alcina, antilope cervicapra, bisonte americano, bovini razza Highland e razza Watussi, yak, daino, giraffa, cammello e lama.

Presso il Giardino Zoologico di Pistoia sono stati raccolti campioni fecali di animali appartenenti alle specie: orso polare, leone, tigre, zebra, elefante asiatico, yak, giraffa, cammello e lama.

I campioni utilizzati per la diagnostica coprologica parassitologica provengono da gruppi di animali, cioè sono costituiti da pool, eccetto che per la specie orso dal collare per la quale sono stati raccolti campioni fecali sia di pool che da singoli animali. I campioni fecali di gruppo sono costituiti da 4 pool mentre quelli di singolo da un solo pool. I campioni analizzati per ogni singola specie sono rappresentati da almeno 10-20

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grammi ciascuno. Inoltre, presso lo Zoosafari di Fasano (Br) sono stati raccolti campioni di sangue da otto esemplari di orso dal collare, cerume auricolare tramite l’utilizzo di tamponi e campioni di pelo con il metodo della spazzola da sei di questi otto esemplari. Il campionamento di questo materiale è stato possibile grazie ad interventi di anestesia totale su questi soggetti, ciò ha permesso inoltre di effettuare un controllo ravvicinato del loro stato fisico e l’applicazione di cip di riconoscimento.

In particolare i campioni fecali degli orsi tibetani sono stati raccolti da tre gruppi di animali e da cinque singoli esemplari, tre dei quali sono stati anestetizzati per il prelievo degli altri tipi di campione.

Tabella 2.1 N° microcip e tipo di campione raccolto per ogni esemplare di Ursus

thibetanus anestetizzato

N° microcip Campione

ematico Campione fecale auricolare Tampone Spazzola cutanea 1 985120005910977 X X X X 2 985120005918824 X X X 3 985100006643305 X X X 4 985120005935697 X X X 5 985120005837759 X X X 6 985120006909207 X X X 7 985120005913245 X X 8 985120006220287 X X

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Fig. 2.19 Campionamento del cerume auricolare dagli orsi anestetizzati

Protocollo anestesiologico

Gli animali anestetizzati appartengono alla specie orso dal collare. Gli esemplari hanno un peso stimato variabile tra 100-180 kg. I farmaci anestetici sono stati somministrati intramuscolo per mezzo di una siringa e di una cerbottana, utilizzata per lanciare la siringa. L’induzione degli animali è stata ottenuta con 5 mg di detomidina (Domosedan®) e 250-300 mg di tiletamina/zolazepam (Zoletil®) per capo. Gli esemplari si sono addormentati in 15 minuti per un periodo di 40 minuti circa. L’anestesia è stata antagonizzata con 15 mg di atipamezolo (Antisedan®), somministrato intramuscolo dopo 30 minuti dall’induzione.

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Fig. 2.21 Esemplare di orso tibetano dello Zoosafari di Fasano (Br) anestetizzato

Tabella 2.2 N° microcip, sesso, età e peso di ogni esemplare di Ursus thibetanus anestetizzato

N° Microcip Sesso Età Peso

1 985120005910977 Maschio 9 anni 140 kg 2 985120005918824 Maschio 4 anni 110 kg 3 985100006643305 Maschio 4 anni 120 kg 4 985120005935697 Maschio 9 anni 180 kg 5 985120005837759 Maschio 3 anni 130 kg 6 985120006909207 Maschio 16 anni 180 kg 7 985120005913245 Femmina 2 anni 100 kg 8 985120006220287 Maschio 2 anni 105 kg

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Tecniche di laboratorio

I campioni sono stati analizzati utilizzando diverse tecniche di diagnostica parassitologica utili per evidenziare protozoi ed elminti endoparassiti, dermatofiti e lieviti.

Gli esami per la ricerca dei lieviti del genere Malassezia e dei dermatofiti, gli esami a fresco dei campioni ematici ed il test per la diagnosi di Leishmaniosi sono stati eseguiti in collaborazione con il Dipartimento di Sanità e Benessere Animale settore Malattie Parassitarie della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari, in particolare gli esami per la ricerca dei lieviti del genere Malassezia e dei dermatofiti sono stati eseguti in collaborazione con la dott.ssa Claudia Cafarchia.

Il test Elisa per la diagnosi di dirofilariosi occulta è stato eseguito in collaborazione con la Dott.ssa Marta Magi del Dipartimento di Patologia Animale, Profilassi ed Igiene degli Alimenti, settore di Parassitologia della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Pisa.

Esami per la ricerca di lieviti del genere Malassezia e dei dermatofiti:

• Esame colturale di tamponi auricolari per la ricerca dei lieviti

del genere Malassezia:

I campioni sono stati seminati entro due ore dal prelievo in piastre di Dixon Agar e posti a 32°C per 7 giorni. I campioni che non presentavano sviluppo di colonie oltre il settimo giorno sono stati scartati e considerati negativi per Malassezia sp. Di ogni campione positivo è stata effettuata una conta ed i risultati sono stati espressi come numero di colonie per tampone (unità formanti colonia –UFC). Da ogni campione positivo sono state, inoltre, isolate quattro colonie che sono state sottoposte a successiva identificazione sulla base di caratteri morfologici e della capacità di svilupparsi anche in assenza di lipidi (crescita in Sabouraud destrosio agar, Biolife®) (Chen e Hill, 2005; Colombo, 2006).

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• Esame citologico del materiale prelevato con tamponi auricolari

per la ricerca dei lieviti del genere Malassezia:

Ogni tampone è stato strisciato su un vetrino portaoggetto, fissato sulla fiamma e colorato mediante colorazione di Diff-Quick, quindi osservato al microscopio in campo 40x e 100x al fine di effettuare la conta delle cellule presenti (Scott et al., 2001; Colombo, 2006).

• Esame colturale del materiale prelevato con le spazzole cutanee

per la ricerca di dermatofiti:

il materiale prelevato è stato seminato in piastre di Mycobios Selective Agar (Biolife®), incubato in termostato alla temperatura di 24°C e mantenuto in osservazione dal terzo al quattordicesimo giorno. Le colonie sono state contate e i risultati sono stati espressi come numero di colonie spazzola (unità formanti colonia –UFC). Dai campioni sono state isolate, in Sabouraud destrosio agar (Biolife®), colonie morfologicamente differenti che sono state incubate a 24°C per 7 gg per sottoporle a successiva identificazione. L’identificazione delle colonie cresciute è stata effettuata considerando le caratteristiche macro e microscopiche degli isolati seguendo le chiavi di lettura fornite da de Hoogs et al. (2000).

Esami per la diagnosi di Dirofilariosi e Leishmaniosi: • Esame a fresco dei campioni ematici:

tecnica utilizzata per la diagnosi di dirofilariosi tramite l’osservazione di microfilarie nel campione (Urquhart et al. 1998).

Una goccia spessa di sangue fresco è posta su un vetrino portaoggetti ed allargata con un vetrino coprioggetto, quindi osservata al microscopio.

• Test ELISA (Enzyme Linked Immunosorbent Assay):

Test immunoenzimatico per la diagnosi di Dirofilariosi occulta da

Dirofilaria immitis su campioni sierologici (Canine Heartworm, Antigen

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• Test rapido immunocromatografico (Leishmania Rapydtest®-

RK39 Dipstick Test):

per la rilevazione qualitativa degli anticorpi specifici anti-Leishmania circolanti (principalmente IgG1) effettuata su campioni di siero (Urquhart

et al. 1998).

Esami coprologici per la ricerca di endoparassiti a ciclo oro-fecale:

• Esame qualitativo mediante flottazione con soluzione satura di

cloruro di sodio:

tecnica utilizzata per separare oocisti coccidiche, uova di cestodi ciclofillidei e uova di nematodi dal materiale fecale, sfruttando la differenza di peso specifico tra il materiale di origine alimentare e le strutture parassitarie.

Circa 2 gr di feci sono stemperate e setacciate tramite un colino in 15-20 ml di soluzione satura di cloruro di sodio, quindi la soluzione è trasferita in un contenitore cilindrico della capacità di circa 15 ml, andando a creare un menisco sporgente sul quale sarà posto un vetrino copri oggetti. Passati 20 minuti il vetrino copri oggetti è posto su un vetrino porta oggetti ed osservato al microscopio ottico (Ambrosi, 1995; Urquhart et al. 1998).

• Esame qualitativo mediante flottazione con soluzione

iodomercurata di potassio:

tecnica utilizzata per evidenziare la presenza delle uova di alcuni trematodi, tra cui principalmente quelle di Dicrocelium dendriticum.

La metodica segue lo stesso procedimento della flottazione con soluzione satura di cloruro di sodio ma, considerato il maggior peso specifico della soluzione utilizzata (p.s. 1,450), sono messe in evidenza anche le uova di questa specie di trematodi che sono più pesanti (Ambrosi, 1995).

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• Esame quantitativo mediante camera di Mcmaster con utilizzo di

soluzione satura di sodio o soluzione iodomercurata di potassio:

tecnica utilizzata per calcolare il numero di oocisti (OPG) o di uova per grammo di feci (UPG).

Si basa sull’uso di un vetrino doppio con un’intercapedine di 1,5 mm; il vetrino superiore è appoggiato a tre spessori equidistanti, quindi l’intercapedine è divisa in 2 camere uguali. Sul vetrino superiore è inciso, per ogni camera, un reticolo delimitato da un quadrato di 10 mm di lato, pertanto lo spazio sotto ciascun quadrato comprende un volume pari a 0,15 ml. Dato il suo spessore, l’osservazione microscopica del vetrino di McMaster non può essere effettuata ad ingrandimenti superiori a 10x (Ambrosi, 1995).

Secondo la metodica utilizzata, si stemperano accuratamente 2 grammi di feci in un setaccio a maglie fini con 58 ml di soluzione satura di cloruro di sodio o di soluzione iodomercurata di potassio fino ad ottenere una sospensione omogenea che servirà a riempire le camere di McMaster mediante l’uso di una pipetta monouso, evitando che si formino bolle d’aria. Infine si procede alla lettura del vetrino. La sensibilità minima di questa metodica di McMaster modificata, cioè il numero minimo di elementi che si possono quantificare, corrisponde a 100 UPG/OPG. Contando il numero totale di uova/oocisti presenti nelle due camere e moltiplicando per 100, si ottiene il numero di uova/oocisti per grammo di feci (UPG/OPG).

• Esame qualitativo mediante metodo Baermann:

tecnica utilizzata per evidenziare la presenza di larve L1 di strongili cardio-bronco-polmonari, e di Strongiloydes stercoralis sfruttando la mobilità delle larve e la loro idrofilia.

L’apparato di Baermann è costituito da un imbuto cui viene unita una piccola provetta tramite una guarnizione di plastica. Dopo aver riempito per

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livello dell’acqua e sopra la rete sono posti circa 3-4 grammi di feci. Dopo 24 ore alla temperatura di 20-22°C si stacca la provetta dall’apparato ed il suo contenuto si esamina al microscopio stereoscopico dopo averlo messo in una piastra di Petri. Per l’identificazione le larve devono essere immobilizzate con Lugol, raccolte con una pipetta, montate su vetrino ed osservate al microscopio ottico a forte ingrandimento (Ambrosi, 1995; Urqhart et al., 1998).

• Esame qualitativo con sedimentazione rapida:

si basa esattamente sul concetto opposto alla flottazione ed è la tecnica elettiva per l’isolamento delle uova di Fasciola sp. e Paramphistomidi.

Circa 5 gr di feci sono poste in un colino a maglie fini appoggiato sull’imboccatura di un bicchiere conico da 500 ml; il tutto è posto sotto un tenue filo d’acqua corrente, operando un continuo rimescolamento del materiale con una spatola fino ad ottenere un accurato lavaggio e recupero del filtrato. Si continua l’operazione fino ad avere nel bicchiere circa 250 ml di sospensione. Quindi si allontana il setaccio, si aggiunge al filtrato qualche goccia di tensioattivo (Tween 80 o 20) e si agita dolcemente con una spatola facendo attenzione a non provocare schiuma. Si fa sedimentare per 4 minuti e poi si allontana il surnatante per versamento fermandosi quando il sedimento sfiora il bordo del bicchiere. Si aggiunge quindi dell’acqua già additivata di tensioattivo fino ad arrivare a 250 ml e si ripete il procedimento di sedimentazione fino a completa chiarificazione del surnatante. Dunque si elimina il surnatante e il sedimento ottenuto viene messo in una piastra Petri ed osservato allo stereomicroscopio. In caso di positività, si raccolgono le uova con una pipetta, si montano su un vetrino e si osservano ad un microscopio ottico per le valutazioni morfometriche. La diagnosi differenziale tra le uova di F. hepatica e Paramphistomidi è stata effettuata valutando principalmente colore e forma delle uova che si presentano giallastre e ovalari nel caso di F. hepatica, grigiastre e con un polo acuto ed uno ottuso per i Paramphistomidi (Ambrosi, 1995).

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• Allestimento di strisci fecali:

si procede stemperando una piccola quantità di feci nell’acqua con l’utilizzo di un colino a maglie fini, quindi tramite una pipetta monouso si pone una goccia del preparato su un vetrino porta oggetti, allargandola con l’aiuto della pipetta. Lo striscio viene lasciato asciugare a temperatura ambiente.

• Colorazione degli strisci fecali con metodica Zihel-Neelsen

modificata:

è una tecnica di colorazione permanente che sfrutta l’acido resistenza di alcuni protozoi ed è la colorazione elettiva per evidenziare le oocisti di

Cryptosporidium sp. e di altri coccidi. Esse rimangono colorate in rosso su

uno sfondo verde o blu.

Gli strisci fecali vengono lasciati fissare con metanolo per 5 minuti quindi fatti asciugare all’aria, ricoperti con la soluzione di fucsina fenicata per un’ora, successivamente sono lavati con acqua di fonte, differenziati con soluzione di acido solforico al 2% per 20 secondi muovendo continuamente i vetrini; quindi sciacquati con acqua di fonte e colorati con soluzione di verde malachite al 5% per 5 minuti, sciacquati nuovamente con acqua di fonte e lasciati asciugare. Il preparato sarà osservato al microscopio ottico con gli ingrandimenti 40x e 100x (Rondanelli e Scaglia, 1993).

• Colorazione degli strisci fecali con Giemsa modificata:

Tecnica di colorazione utilizzata per la ricerca di protozoi parassiti, tra i quali Giardia. E’ una tecnica di colorazione permanente dello striscio fecale in cui i nuclei del parassita si colorano in rosso mentre il citoplasma si colora in azzurro.

Gli strisci fecali sono fissati nell’alcool metilico per 4 minuti quindi, dopo aver scolato l’alcool metilico, si ricoprono con la soluzione Giemsa per

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osservati al microscopio ottico agli ingrandimenti 25x, 40x e 100x (Rondanelli e Scaglia, 1993).

• Coprocolture per le oocisti coccidiche:

impiegate per consentire la sporulazione delle oocisti coccidiche e la loro successiva identificazione a livello di specie.

Per questo studio le coprocolture sono state effettuate con 2 tipi di soluzioni:

1 Bicromato di potassio al 2,5%

2 Acqua e ipoclorito di sodio al 2% in parti uguali.

L’utilizzo di queste 2 soluzioni è necessario per impedire la crescita microbica e favorire quindi la sporulazione delle oocisti; la prima però è tossica e per questo si è reso necessario fare studi anche con la seconda soluzione.

Per l’allestimento delle coprocolture sono stati stemperati circa 3 gr di feci nelle soluzioni tramite un setaccio a maglie fini, quindi il preparato è stato posto in piastre di Petri alla temperatura di 20-25°C. Nei giorni successivi parte del preparato viene controllato al microscopio ottico, previa flottazione in soluzione con soluzione satura di cloruro di sodio per controllarne lo stato di sporulazione. I nomi delle specie coccidiche che infettano le specie animali risultate positive sono stati forniti da Ryff e Bergstrom (1975) e Penzhorn et al. (1994). L’identificazione delle specie di appartenenza delle oocisti è stata effettuata mediante le chiavi di lettura fornite da Nyberg e Hammond (1965) e Pellerdy (1974).

Figura

Fig. 2.1 Mappa Zoosafari di Fasano (Br)
Fig. 2.2 Ingresso Zoosafari di Fasano (Br)
Fig. 2.4 Recinto degli orsi tibetani dello Zoosafri di Fasano (Br)
Fig. 2.5 Mappa Giardino Zoologico di Pistoia
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