Capitolo quattro -MytilusGalloprovincialis
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4. Mytilus galloprovincialis
ytilus galloprovincialis, più comunemente conosciuto come
cozza, muscolo, peocio, mosciolo, o dattero nero, appartiene al phylum Mollusca, subphylum Conchifera, classe Bivalvia, sottoclasse Lamellibranchia, ordine Anisomyaria, famiglia Mytilidae.
Esso conduce vita sessile rimanendo fissato al substrato duro tramite il bisso, filo corneo secreto in forma liquida dalla ghiandola del piede che si solidifica a contatto con l’acqua [22].
E’ un mollusco dotato di un corpo appiattito lateralmente interamente protetto da una conchiglia costituita da due valve e per questo anche detto
bivalve. Le valve sono di dimensioni identiche, e presentano una forma allungata
M
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_________________________________________________________________ 28 da subtriangolare a quadrangolare, appuntite all’umbone (parte più vecchia della conchiglia) e arrotondate nella parte distale opposta.
Le due valve si articolano mediante una “cerniera” e sono mantenute chiuse da due muscoli adduttori, la cui azione si oppone a quella di un legamento elastico situato dorsalmente alla cerniera, che invece tende a far aprire le due valve.
La colorazione esterna della conchiglia è nerastra o violacea mentre quella interna è madreperlacea.
La conchiglia protegge il mantello o pallio, tessuto molle che avvolge i visceri del mollusco: branchie, cuore, centri nervosi, intestino, stomaco, organi riproduttivi.
I bordi esterni del mantello formano due corti sifoni (inalante ed esalante) che permettono rispettivamente l’entrata e l’uscita dell’acqua dalla cavità del mantello o cavità palleale.
I mitili sono efficientissimi filtratori, si nutrono di plancton e particelle organiche in sospensione ed hanno sviluppato allo scopo un complesso apparato. La branchia, ospitata nella cavità del mantello, da semplice organo per la
Figura 5 – Superficie interna ed esterna delle valve.
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_________________________________________________________________ 29 respirazione si è trasformata in una struttura particolare dotata di lamelle cigliate, (da cui il nome lamellibranchi), avente oltre la funzione di favorire gli scambi gassosi anche quelle di creare correnti d’acqua, filtrarla, e trattenere le particelle alimentari [V].
L’acqua viene attinta dall’esterno, circola all’interno della cavità palleale, e refluisce all’esterno [22].
Il metabolismo di Mytilus galloprovincialis è molto attivo con attività pressoché ininterrotta; ogni esemplare infatti, riesce a filtrare diversi litri di acqua: a seconda delle dimensioni e della specie, un mitilo filtra a 14°C circa 3 litri di acqua all’ora.
Durante questa intensa attività di filtrazione i molluschi trattengono nel loro organismo non solo il particellato in sospensione nell’acqua, ma anche batteri e virus eventualmente presenti nell’ambiente.
E’ da rilevare che i virus, in particolare, vengono trattenuti dai molluschi per diversi giorni, anche se posti in acque di stabulazione pulite; è stato dimostrato che essi permangono anche dopo che questi hanno rilasciato i batteri indici di contaminazione fecale.
La legge che regolamenta la commercializzazione dei molluschi (DL 530/1992) basa il giudizio di idoneità microbiologica al consumo di tali prodotti, solo sulla determinazione di parametri batteriologici (coliformi fecali, Salmonella ed E. coli) data la mancanza di metodi per la ricerca dei virus da utilizzare routinariamente.
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_________________________________________________________________ 30 Però è ormai ampiamente documentato il fatto che la presenza di virus non è sempre correlata alla presenza di batteri. Anzi alcuni autori hanno dimostrato che in acque fortemente contaminate da germi, in particolare gram-negativi, il reperimento di virus è molto scarso, forse a causa dell’azione inattivante di metaboliti batterici.
Quindi dal punto di vista di una contaminazione virale è bene tener presente che potrebbero essere più pericolosi mitili stabulati in acque batteriologicamente pulite.
La stessa normativa definisce inoltre che tutti i molluschi provenienti da acque non classificate idonee al consumo diretto siano sottoposti a depurazione.
I dati disponibili in letteratura e i risultati di alcune indagini hanno però dimostrato che i metodi attualmente in uso per il trattamento delle acque destinate alla depurazione dei molluschi, non sempre sono efficaci verso i virus enterici [23].
