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Politically (in)correct – I trend demografici e il nuovo diritto del lavoro

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Academic year: 2021

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Politically (in)correct I trend demografici e il nuovo diritto del lavoro

di Giuliano Cazzola

Tag: #demografia #geografia #lavoro #automazione #industry40

Ho pa te ipato al se i a io La fine del diritto pesante del lavoro nella quarta rivoluzio e i dust iale’’, dove sono stati presentati e discussi due recenti disegni di legge presentati da Maurizio Sacconi in collaborazione con il brain trust di Adapt. Anche se gli argomenti del dibattito hanno fatto riferimento all otti is o della volo tà, so o emersi parecchi spunti di grande interesse. Ho molto apprezzato, tra tanti alt i sig ifi ativi aspetti, l i ipit dell i te ve to di Michele Tiraboschi, il quale ha introdotto, nella ricerca di un nuovo diritto del lavoro, la componente demografica. Negli ultimi decenni, da variabile in qualche modo dipendente da altri grandi aggregati economici e sociali, la demografia è divenuta il tapis roulant su cui camminano non solo le prospettive di una comunità organizzata, ma anche le grandi emergenze contemporanee. Gli stessi fenomeni delle migrazioni, che stanno sconvolgendo gli scenari politici e sociali dell e isfe o sette t io ale e dei paesi sviluppati, ha o al p op io i te o u a u iale o po e te di carattere demografico che è esplosa a seguito del venire a contatto, ell’a ito della glo alizzazio e, di popolazioni in larga prevalenza composte da giovani (e poveri) con popolazioni di anziani (e benestanti).

In Italia, i temi della demografia l i e e to dell attesa di vita, i uta e ti della st uttura della popolazio e e ua t alt o sono stati affrontati – quando è stato possibile – ell’i peg o a diseg a e gli scenari futuri dei grandi sistemi di welfare (previdenziale e sanitario). Da u po’ di te po uesto deli ato aspetto sembra finito nel dimenticatoio vista l’osti azio e p ofusa el de oli e la ifo a del , prestando ascolto a tutte le richieste di ritorno al passato. Il che, sicuramente, è dipeso non solo dall oppo tu is o dei gove i, dei pa titi e delle o ga izzazio i e o o i o-sociali (datoriali e sindacali), ma a he da u i apa ità delle politi he di hiude e il e hio ifo ato e i o p e de dovi, i u a differente prospettiva, gli interessi e le situazioni messe in crisi proprio dalle misure di riforma.

L’espe ie za di u ua to di secolo di riordini pensionistici è lì a dimostrare che il necessario prolungamento della vita lavorativa (rivolto a compensare lo straordinario i e e to dell’attesa di vita) non è in grado di reggere la sfida con i processi reali, se non vengono in soccorso nuove politiche del lavoro, sia o esse attive o igua da ti l o ga izzazio e del lavo o e le stesse politi he et i utive. “e o si ealizza u salto di ualità i uesta di ezio e l a esso alla pe sio e fi is e pe esse e u a o tizzato e sociale di cui approfittano – da sempre - anche quelli che non ne hanno bisogno (è il Giano bifronte del

www.bollettinoadapt.it 21 novembre 2016

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pensionamento di anzianità, che ha minato la stabilità del sistema ed ha rialzato la testa nonostante che la g ida del suo supe a e to ell a ito della riforma Fornero).

Eppure, si tratta di politiche miopi, di breve periodo, alla lunga suicide. Una più lunga permanenza sul mercato del lavoro, mediante uno spostamento in avanti dei requisiti pensionistici, non è solo un passaggio essenziale per garantire u aggio e e uili io dei o ti pu li i, a u ’esige za del e ato del lavoro stesso, pe assi u a e u a o ti uità ed u a adeguatezza dell offe ta ei o f o ti della domanda. Nel dibattito degenerato degli ultimi anni, qualche esperto si è ridotto a fare gli stessi ragionamenti – lo di ia o o ispetto pe il salu ie e o pe l espe to - del salu ie e sotto asa Ma se gli a zia i o va o i pe sio e o e posso o t ova e lavo o i giova i? E olpa della legge Fo e o se i giovani sono disoccupati , volta do, osì, le spalle a de e i di lette atu a i ate ia p evide ziale he ha se p e egato l esiste za di u appo to di etto t a pe sio a e to e uove assu zio i. Ta to he i eofiti del cambio generazionale (io esco, tu entri) hanno persino stimato che per ogni cinque posti di persone rimaste al lavoro a causa dello spostamento in avanti dei requisiti per la quiescenza, un giovane non ha potuto essere assunto. Ammesso e non concesso che queste stime abbiano un qualche fondamento, che cosa succederebbe se si leggessero al contrario? E cioè che per cinque anziani che escono le aziende riescono a trovare un solo giovane in grado di sostituirli ? C è du ue la e essità di lavo a e più a lu go.

Ma perché tale scelta non sia una chimera o divenga, da anziani, una condanna alla disoccupazione, occorre cambiare il paradigma non solo delle politiche attive (chi perde il lavoro deve poterne trovare un alt o e o solta to p otesta e pe a ede e p i a alla pe sio e, aga i i po e do u e esi a salvaguardia per gli esodati); ma devono svolgere un ruolo diverso e decisivo la trasformazione dell’o ga izzazio e del lavo o, l aggio a e to e l i ple e tazio e delle o pete ze, sop attutto i u contesto dominato da tecnologie in costante evoluzione che intervengono sui processi produttivi e dei servizi. Tutto ciò chiama in causa la contrattazione collettiva, soprattutto di prossimità.

Ad essa è affidata la o uista di u a uova f o tie a usia o la visio e di u g a de p eside te Usa, all i do a i dell elezio e di Do ald T u p . Le politiche retributive stesse devono accompagnare queste sfide. No ha più al u se so u a di a i a del sala io legata all’a zia ità a p es i de e dai o te uti e dalla qualificazione ricorrente della prestazione di lavoro. Quando ero un giovane sindacalista, alla fine dei favolosi a i 60, aveva o i ve tato lo sloga di u uovo odo di fa e l auto o ile he e a poi u a ribellione nei confronti del taylorismo e del mostro della catena di montaggio. Le nuove tecnologie hanno reso possibile tale obiettivo, adattando maggiormente gli assetti organizzativi e produttivi alle esigenze delle persone. E non è successo nulla. La vita prosegue, le auto continuano ad essere fabbricate, l auto azio e e l i fo ati a allegge is o o e qualificano il lavoro umano.

Giuliano Cazzola Membro del Comitato scientifico ADAPT Docente di Diritto del lavoro UniECampus

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