Nova – Pag. 3 4 ottobre 2007
ENERGIA.RISPARMIDOMESTICI
Arriva l’ecocaldaia
Si chiama ‘generatore termodinamico condensante’, in breve Gtc e rappresenta una rivoluzione nel mercato delle caldaie.
Stefano Bandini ha esperienza decennale nel settore che un giorno trasforma nell’idea di un sistema capace di recuperare energia con un processo tanto innovativo quanto intuitivo, tanto che appare “bizzarro che nessuno ci abbia mai pensato prima”, dice l’inventore. Gtc è progettato per recuperare l’energia normalmente dispersa dalle canne fumarie grazie a un ‘recuperatore termodinamico’, vero cuore dell’innovazione, che consente di utilizzare la quasi totalità dell’energia resa disponibile dalla combustione. “La caldaia può ottenere rendimenti superiori al 100% su impianti ad alta temperatura con radiatori, che rappresentano il 90% di quelli oggi esistenti – spiega Bandini – All’interno del dispositivo inoltre avviene una condensazione forzata del vapore acqueo contenuto nei fumi che vengono ‘lavati’ per eliminare gli agenti inquinanti. Grazie a questo processo la caldaia Gtc risparmia il 30% del combustibile e abbatte le emissioni di circa il 50%
rispetto alle caldaie ad alto rendimento”.
Bandini decide di sottoporre la sua idea a Sardegna Ricerche, ottiene così un finanziamento da oltre due milioni di euro dalla Regione Sardegna, soldi che usa per realizzare il prototipo e per costruire lo stabilimento per la produzione delle caldaie Gtc con sede a Macchiareddu nella zona industriale di Cagliari. “Abbiamo già registrato il brevetto nazionale e ora stiamo lavorando alla pubblicazione di quelli internazionali – dice – al momento stiamo anche effettuando le certificazioni europee di sicurezza ed efficienza, saremo pronti per il mercato entro il prossimo mese di gennaio”.
La caldaia è in linea con le direttive previste dal protocollo di Kyoto e nonostante il suo carattere innovativo sarà proposta a costi in linea con quelli attualmente praticati dal mercato per le caldaie più tradizionali. Per proseguire lo sviluppo Goldencalor, questo il nome della società creata per la realizzazione dei dispositivi Gtc, è ora alla ricerca di nuovi investitori: “servirebbe un venture capital o un fondo di private equity disposto a finanziare almeno due milioni di euro”. La società intende stabilire partnership con realtà interessate a contribuire alla diffusione di questa tecnologia al fine di raggiungere entro il 2012 una quota del mercato europeo pari ad almeno lo 0,3%, vale a dire circa 30 milioni di euro di fatturato potenziale. Per fare questo è necessario ampliare la capacità produttiva, oggi limitata a 3500 pezzi l’anno, e operare per installare il dispositivo anche sulle caldaie già operative.
Bandini conclude sottolineando come le due principali difficoltà con le quali si scontra sono la staticità di un mercato che potrebbe osteggiare l’avvento di una innovazione tecnologica di tale portata, e il fatto che in Italia vi è ancora troppa distanza tra ricerca e attività produttiva, soprattutto quando si tratta di piccole imprese e in particolar modo in Sardegna: “l’insularità finisce con il rappresentare una diseconomia, i costi sono elevati, i trasporti e i collegamenti con la Penisola ancora poco snelli e nonostante gli studi sulle fonti energetiche rinnovabili come l’eolico, le potenzialità di sviluppo sono ancora inespresse. Ho ricevuto da alcune multinazionali interessanti proposte di collaborazione all’estero, ma per ora ho deciso di scommettere sull’opportunità di fare ricerca, sviluppo e industria in Italia, mi auguro di non dovermene pentire”.
Emil Abirascid