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Alimentare la speranza Convivere con il virus senza perdere la fiducia di batterlo (note sul nuovo Dpcm,

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Academic year: 2022

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Anno LXXVI - n. 42 - 8 novembre 2020

www.nuovascintilla.it Twitter e Facebook

Anno 76 |n. 42 |8 novembre 2020|

€ 1,20 | Sede: Chioggia (VE), R.ne Duomo 735 | tel. 0415500562|

www.nuovascintilla.com | nuovascintilla@gmail.com|

Poste Italiane abb.post.D.L.353/2003 (L. 27/2/2004 n°46) art.1,c.1/ NE-PD

Festeggiati sabato 31 ottobre, in sordina, i 60 anni del Mercato Ittico di Chioggia.

A colloquio con Alessan- dro Faccioli responsabile di ImpresaPesca Coldiretti sui problemi del settore.

L’organico in Comune

ImpresaPesca Coldiretti CHIOGGIA 8

DIOCESI 13 CAVARZERE 14 POLESINE 16

Mercato Ittico: il 60°

Chiesa in restauro

Da lunedì 9 novembre iniziano gli imegnativi lavori di restauro alla chiesa di Ca’ Tiepolo.

Chioggia Mercato Ittico Via Bellemo, 14

Tel 041 3036181

chioggiaittico@bccpatavina.it Chioggia

Viale Stazione, 53 Tel 041 5500980

chioggia@bccpatavina.it www.bancapatavina.it

Sottomarina Viale Venezia, 6 Tel 041 5507300

sottomarina@bccpatavina.it SPORTELLI DI:

Le opposizioni rileva- no la carenza di perso- nale in Comune specie tra i vigili urbani.

EDITORIALE

L’

America per antonomasia (o Sta- ti Uniti) che abbiamo conosciuto e con cui abbiamo dovuto fare i conti in questi ultimi quattro anni è sicuramente molto diversa da quella amata e ammirata (o avversata e contestata) nei decenni scor- si, anzi si potrebbe dire da sempre, in Italia.

Il (primo) quadriennio dell’amministrazio- ne Trump l’ha cambiata o comunque ne ha diffuso e propagandato un’immagine d’altro genere. Si direbbe che “il presidente” l’ha tra- sformata, ma anche che un paese in trasfor- mazione, o trasformato, si era eletto un tale presidente. Anche per questo un’elezione di

Gli Usa e il mondo

di Vincenzo Tosello

RIFLESSIONE DEL VESCOVO (p. 11)

Festa di Ognissanti e Commemorazione dei defunti

in questo nostro tempo

tal genere era diventata possibile e una even- tuale ri-elezione per molti appariva temibile, come invece per altri (circa la metà degli elet- tori-votanti americani, non va dimenticato) auspicabile. L’America emblema di democra- zia e di libertà è apparsa sempre più confusa da imposizioni arbitrarie e volubili; l’America dell’ospitalità universale, cosmopolita per na- tura e trampolino per ogni persona e cultura, ha stretto le maglie d’ingresso e ha iniziato a costruire (anche materialmente, per quanto parzialmente, verso il Messico) dei muri; l’A- merica potente e incontrastata militarmente ed economicamente ha cominciato a temere (e minacciare) potenze avverse (dalla piccola ma temibile Corea del Nord alla grande Rus- sia, ma soprattutto all’insidiosa e più grande Cina…); l’America pilastro della NATO, in di- fesa dell’intero occidente, ne ha denunciato l’i- nadeguatezza chiamandosene quasi quasi fuo- ri; l’America sorella ed amica (oltre che “figlia”)

dell’Europa, non ha mancato di umiliarla e di trascurarne e sminuirne il ruolo con scelte po- litiche ed economiche mirate; l’America prin- cipale sostenitrice e fornitrice delle Istituzioni comunitarie mondiali, si è defilata (acuendo il contrasto) dalla lotta all’inquinamento e per- sino dall’Organizzazione mondiale della sani- tà; l’America che tentava di uscire dall’atavica morsa del razzismo si è vista ripiombarvi con il (neanche troppo) tacito avallo delle autori- tà e con l’aumento esponenziale dell’acquisto di armi personali; l’America – dalle struttu- re sanitarie modello, anche se di élite – ha sconfessato l’eventuale maggiore apertura ai livelli popolari rinunciando addirittura a mi- sure tempestive adeguate contro la pandemia imperante… Un quadro troppo fosco, è vero;

altri potrebbe stilarne un altro più colorato, decantando magari i progressi (?) economici, l’esplosione di libertà ad ogni costo, la chiarez- za esplicita delle posizioni, il confronto serra-

to tra le parti…e, comunque, almeno per ora, la tenuta di una democrazia-modello storica…

Per i risultati definitivi, mentre scriviamo, si sa solo che tarderanno a venire, causa il com- plesso scrutinio dei voti postali; ma - colpo di scena, come del resto già aveva preannuncia- to - Trump si è proclamato subito vincitore, tacciando di frode chi intendeva continuare a contare i voti. In effetti il presidente uscente aveva guadagnato diverse posizioni rispetto alle previsioni. In ogni caso, con un Trump bis o con un Biden, la “nostra” America non sarà più la stessa: questi quattro anni l’hanno se- gnata profondamente e i prossimi quattro ci riveleranno meglio quale rotta prenderà. V. T.

Convivere con il

virus senza perdere la fiducia di batterlo (note sul nuovo Dpcm, p. 3);

ma anche vivere con la speranza cristiana che sa guardare oltre (riflessioni:

pp. 4,9,11,19)

Alimentare la speranza

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2 nuova Scintilla ATTUALITÀ

NOTA POLITICA ECONOMIA

Nizza: non si è persa l’occasione per polemizzare Dobbiamo trovare un equilibrio tra una pandemia che ci perseguiterà per molti mesi a venire

Non è il momento L’apologo dello “Stato ristorante”

A

nche in un momento drammatico come quello che sta vivendo il Paese, impegnato come gli altri partner europei a combattere una recrudescenza della pandemia più insidiosa di quanto già si potesse prevedere, e persino di fronte ai fatti

gravissimi di Nizza, anzi, strumentalizzando proprio tali fatti, non si è persa l’occasione per imbastire una polemica politica di cortissimo respiro intorno al tema delicato e complesso dell’immigrazione.

E’ come se il populismo, che pure non ha mancato di esercitare la propria nefasta influenza alimentando comportamenti

irresponsabili nell’emergenza da Covid, non potesse fare a meno di un argomento che nel suo arsenale propagandistico riveste un ruolo non solo decisivo, ma addirittura genetico. Riuscire ad additare i migranti come il capro espiatorio su cui scaricare tutti i problemi della società, sovvertendo nell’opinione pubblica quella che sarebbe stata una razionale agenda politica, è stato infatti il miracolo negativo che negli ultimi anni ha consentito alle forze populiste di imporsi sulla scena elettorale con esiti talvolta clamorosi. Non a caso anche agli inizi della pandemia è stata tentata l’operazione di accusare i migranti di essere il pericolo numero uno per la salute pubblica, prima che l’evidenza della realtà si incaricasse di smentire questa assurda pretesa. E tuttavia il tentativo viene ciclicamente ripetuto pur con scarsi risultati.

Stavolta la polemica è stata costruita sul fatto che il killer della cattedrale di Nizza fosse arrivato dalla Tunisia in Italia e che, dopo aver ricevuto l’ordine di espulsione dalle nostre autorità, avesse fatto perdere la proprie tracce per poi raggiungere il territorio francese con l’intento di compiere una strage. La questione è estremamente seria e come tale andrebbe finalmente affrontata anche a livello europeo, non certo con la richiesta di dimissioni dell’attuale ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, da parte del suo predecessore, Matteo Salvini. Il nodo dei “documenti espulsivi difficilmente eseguibili” era stato segnalato dalla commissione De Mistura già nel 2007 e ha investito tutti i ministri che in questi anni si sono succeduti al Viminale. Compreso lo stesso Salvini, la cui gestione non ha fatto registrare progressi su questo versante.

I cosiddetti “decreti sicurezza” hanno semmai allargato l’area degli irregolari, chiudendo i percorsi di regolarizzazioni previsti dalla normativa precedente senza prevedere alternative praticabili.

Il governo in carica ha impiegato oltre un anno, nonostante il prodigarsi della ministra Lamorgese, per una parziale revisione dei decreti Salvini, ed è questa la critica che ragionevolmente gli può essere mossa, non il suo contrario. Adesso però non è il momento delle polemiche, a maggior ragione di quelle pretestuose. E’ invece l’ora, come ha affermato il capo dello Stato rendendo omaggio alle vittime del Covid nel cimitero di Castagneto, di mettere da parte “partigianerie, protagonismi, egoismi, per unire gli sforzi, di tutti e di ciascuno – quale che sia il suo ruolo e quali siano le sue convinzioni – nell’obiettivo comune di difendere la salute delle persone e di assicurare la ripresa del nostro Paese”.

Stefano De Martis

A

desso abbiamo lo Stato ristorante, che cioè ristora le attività economiche dai mancati guadagni provocati dalle chiusure imposte causa virus.

Viene da chiedersi cosa succederà se la pandemia dovesse durare non il mese stabilito via decreto, ma per tutto il 2021 o comunque fino a primavera: da ristorante si passerebbe a mensa dei poveri, con una coda lunga così.

Ma non fa solo parte del folklore italico la tipologia di decisioni prese un po’ così, come chiudere le trattorie da una certa ora in poi ma lasciare aperte fabbriche e centri commerciali. La verità è che l’Italia non si può più permettere la cura migliore, che nel caso di contagio è il chiudere tutto e ognuno distante dagli altri. Lo abbiamo fatto, ci ha salvato in un primo tempo ma ci è costato decine di miliardi di euro che non avevamo. Ce li hanno prestati (in realtà ancora no), ne abbiamo pure rifiutati – vedi il Mes –, dovremo restituirli.

E se il disastro economico si perpetuasse?

Ecco il motivo del simbolismo (chiudere piscine e osterie): far capire che siamo all’antipasto di una cena indigeribile per tutti.

Vogliamo proseguire?

No. Dobbiamo trovare un equilibrio tra una pandemia

che ci perseguiterà per molti mesi a venire, la necessità di avere strutture sanitarie atte ad affrontarla, l’esigenza di non bloccare la macchina economica. A primavera e finora hanno sopperito prestiti e cassa integrazione. Ma lo Stato ristorante è veramente alla frutta, troppo matura per giunta. Diciamo che la coperta può funzionare fino a dicembre, gennaio. Poi saranno chiusure, licenziamenti di massa, problemi sociali che quelli che stiamo sperimentando in questi giorni sono solo stuzzichini. Produzione e vendite devono continuare, ora a qualsiasi costo. Non giriamoci attorno: una delle due-tre fonti di ricchezza di questo Paese – il turismo – sarà un ricordo per lungo tempo. La sua estinzione di massa metterà in crisi grandi città

(Roma e Firenze su tutte); interi settori economici – accoglienza, ristorazione, cultura, trasporti, fiere e congressi, servizi connessi –; filiere agroalimentari; fior di entrate tributarie per gli enti locali e lo Stato. Torneremo agli anni Cinquanta, con il turismo locale e qualche sparuto danese che arrivava con la roulotte sul lago di Garda. Stiamo parlando di una fetta di economia che valeva dal 15 al 20 per cento di un Pil già prima stagnante.

Quindi la manifattura e le esportazioni devono funzionare, saranno loro a sopportare il peso di tutto per due-tre anni almeno. Prepariamoci, non sarà assolutamente facile: a chi si esporta, se i nostri Paesi clienti non escono dai loro parziali o totali lockdown?

Nicola Salvagnin

La pandemia, privando i nostri giovani della scuola, approfondisce il vulnus della povertà educativa

Povertà educativa

S

i torna a parlare di povertà educativa. Il mini- stero dell’Istruzione se ne sta occupando con bandi e fondi destinati alle scuole italiane e indicazioni che investono ambiti precisi del percorso di istruzione dei nostri ragazzi. Il tema, evidenziato a livello internazionale nel 2014 dall’organizzazione Save the children, emergeva già alla fine degli anni Novanta del secolo scorso.

Con l’espressione “povertà educativa” si intende la carenza di risorse culturali e opportunità di arricchi- mento necessarie alla realizzazione personale e alla piena cittadinanza degli individui. In un certo senso la povertà educativa è una delle conseguenze della pesante crisi economica e sociale che negli ultimi anni ha investito l’Occidente, ma non solo. Di fatto, col trascorrere del tempo, abbiamo assistito a un progressivo svuotamento dei contenuti etici e cultu- rali, oltre che delle tasche delle famiglie.

L’impoverimento, quindi, non è purtroppo soltan- to un fenomeno legato al reddito, ma si diffonde capillarmente nella qualità degli insegnamenti che, sebbene siano infarciti di alti tecnicismi, di fatto ri- sultano privi di aderenza a un progetto di completa realizzazione della persona umana.

Grande responsabilità in questo senso è attribuibile ai media e alla parcellizzazione e falsa massificazione dei saperi. La rete e la televisione veicolano nozioni, senza dare a esse sistematicità e spessore. Dotano i fruitori di competenze superficiali e inefficaci e li privano della necessaria visione d’insieme, che poi è proprio l’essenza del processo educativo stesso.

La scuola avrebbe dovuto compensare questa ten- denza, ma di fatto la sua voce risulta sempre più sbiadita nel panorama sociale. Su di essa sono stati fatti scarsi investimenti, il modello della trasmissio- ne dei saperi non ha tenuto il passo dei cambiamenti della società e le pesanti critiche, che l’hanno colpita negli ultimi anni, l’hanno indebolita e resa sempre meno autorevole.

E ora? Mala tempora currunt. La pandemia, privan- do di fatto i nostri giovani della presenza continua e

costante della scuola, approfondisce il vulnus della povertà educativa.

Lo spauracchio di un nuovo lockdown incombe e le famiglie ora invocano le scuole aperte, o in alterna- tiva la certezza di una efficace didattica a distanza.

La ministra Lucia Azzolina, dalle pagine di Facebo- ok, scrive “La scuola è futuro. Senza scuola il Paese diventa più debole”. Il Paese, l’economia… Certo!

Ma soprattutto a indebolirsi sono le coscienze e il pensiero critico. La collettività arretra e perde pun- ti in termini di autentico progresso. Torna l’antica questione leopardiana: il poeta-filosofo riteneva che le scoperte scientifiche e l’avanzamento tecnologico nella storia non garantissero affatto una vera evolu- zione della specie umana.

Nonostante i mezzi a disposizione i nostri giovani leggono sempre meno, sono disinformati, approssi- mativi, hanno una inadeguata coscienza civica.

La povertà educativa, intanto, produce gravi danni:

mina fortemente il processo di apprendimento e limita anche le opportunità di crescita dal punto di vista emotivo, le relazioni con gli altri, la scoperta di sé stessi e del mondo esterno.

E mentre la scuola tenta di mantenere la propria po- stazione, la famiglia anche perde terreno e non ce la fa a compensare.

Le case sono vuote per la maggior parte delle ore diurne e, alla sera, vengono illuminate dalla luce bluastra degli schermi di tv, smartphone, tablet…

L’“agorà” domestica non esiste più. Manca il dialogo, aspetto fondamentale nelle relazioni e anche nella pratica educativa. Esso reca con sé l’identità della fa- miglia: attraverso il dialogo si esprimono la persona- lità e i valori dei suoi membri e si impara a confron- tarsi in maniera costruttiva. E’ veicolo della memoria individuale e collettiva.

La situazione, quindi, ci chiama all’ennesima rifles- sione e presa di coscienza. Il danno in atto chiede di essere arginato in sinergia comune da tutti: istituzio- ni, educatori e famiglie. L’intervento è urgente e non più procrastinabile. Silvia Rossetti

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3

nuova Scintilla

ATTUALITÀ

NUOVO DPCM

Per proteggere i cittadini

F

irmato dal premier Conte nella notte di martedì 3 novembre il nuovo Dpcm con un lockdown “soft”: entra in vigore venerdì 6 novembre e durerà fino al 3 dicembre.

Alcune norme riguardano tutto il Paese (livello “giallo”); altre riguardano alcune Regioni che sono suddivise rispettivamen- te in zone “arancioni” (livello medio) o in zone “rosse” (livello più grave). La regione del Vene- to è stata classificata nella se- rata di mercoledì in area gialla.

Zone gialle: coprifuoco alle 22; autobus e mezzi di trasporto nazionali, regionali e provinciali hanno una capienza del 50%; La didattica a distanza è prevista per tutte le scuole superiori; alle scuole elementari e medie è prevista l’attività in presenza con mascherina;

I bar chiudono alle 18, sono chiusi cinema, mostre e musei, sono sospesi tutti i concorsi e nei fine settima- na sono chiusi i centri commerciali. A queste norme si aggiungono quelle relative alle altre zone specifiche (arancioni o rosse)

Zone arancioni: «È vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori salvo che per gli spo- stamenti motivati»; sono consentiti gli spostamenti necessari a garantire la didattica in presenza; «È vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un Comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione»; Sono chiusi «bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, ad esclusione

delle mense e del catering.

Resta consentita la sola ri- storazione con consegna a domicilio» e «fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze»;

Il ministero della Salute verifica settimanalmente la situazione ogni settimana ed emana ordinanze ogni 15 giorni; Nelle zone arancioni (o gialle) si applicano anche le limitazioni previste in quelle gialle.

Zone rosse (sicuramente: Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Calabria): Divieto di ingresso: «È vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati». Sarà possi- bile entrare e uscire in e da una zona rossa soltanto per motivi di lavoro, salute o urgenza che vanno giustificati tramite il modulo di autocertificazione;

Chiusura degli esercizi commerciali, tranne alimen- tari, tabaccai, edicole, farmacie e parafarmacie; al contrario di quello che c’era scritto ieri nella bozza, parrucchieri, barbieri ed estetisti rimangono aperti;

Tutte le attività scolastiche si svolgono con didattica a distanza ma rimane la possibilità di svolgere la- boratori ed altre attività a scuola una tantum; Sono sospese tutte le attività sportive ma è consentito svolgere attività motoria; Nelle zone rosse si appli- cano tutte le limitazioni previste anche nelle zone arancioni e in quelle gialle.

Le ultime norme introdotte da Conte (fino al 3 dicembre): il Paese diviso in tre fasce

l

addioa gigi proietti

Artista totale e maestro della risata

S

embra uno scherzo, un brutto scherzo, anzi una “mandrakata”. Non è possibile che Gigi Proietti ci abbia lasciato così il giorno del suo 80° compleanno. Un risveglio amaro, questo 2 no- vembre, quando è arrivata la comunicazione della famiglia – della compagna Sagitta con cui stava da 58 anni e delle due figlie Susanna e Carlotta –, che Gigi Proietti si era spento per problemi cardiaci a Roma dopo giorni critici. Gigi Proietti era un artista totale, che ha fatto dell’arte del sorriso il suo passe-par- tout per entrare nella mente e nel cuore della gente.

Dal cabaret agli One Man Show

Classe 1940, Gigi Proietti nasce da una famiglia sempli- ce, senza velleità artistiche. Lui però quel fuoco nel pet- to per la scena ce l’ha da subito e inizia a frequentare appena maggiorenne i vari palchi di Roma. Ma la fami- glia gli consiglia un posto sicuro e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza all’Università la Sapienza, ma di not- te è tutto un girare per locali, tra cabaret e night club.

In quegli anni iniziano anche le prime comparse sui set cinematografici e televisivi, da “Se permettete parliamo di donne” (1964) di Ettore Scola allo sceneggiato “Il Cir- colo Pickwick” (1967) di Ugo Gregoretti. Nel complesso il decennio ’60 possiamo definirlo come quello della gavetta. È il 1970, quando viene chiamato a sostituire Domenico Modugno in “Alleluja Brava Gente” di Gari- nei e Giovannini, e con Proietti in scena ci sono Renato Rascel e Mariangela Melato. Il passo successivo sono gli

“One Man Show”, monologhi esilaranti puntellati da battute fulminanti, scritte dallo stesso Proietti insieme all’autore Roberto Lerici (tra le firme di “Milleluci” in Rai): su tutti è da ricordare “A me gli occhi, please” del 1976, più volte ripreso sino quasi ai nostri giorni.

Cinema, che Mandrakata!

Una cinquantina di film al cinema nel corso di ses- sant’anni di carriera. Al di là dei piccoli ruoli iniziali, è nel corso del decennio ’70 che Gigi Proietti inizia a mettere in fila interpretazioni che gli danno maggiore notorietà, lavorando con autori italiani e internazionali tra cui Sidney Lumet (“La virtù sdraiata”, 1969), Mario Monicelli (“Brancaleone alle crociate”, 1970), Luigi Magni (“La Tosca”, 1973), Elio Petri (“La proprietà non è più un furto”, 1973), Sergio Citti (“Casotto”, 1977), Robert Altman (“Un matrimonio”, 1978). Il film che ri- mescola però le carte della carriera è “Febbre da cavallo”

di Steno del 1976 ed il seguito “Febbre da caval- lo. La mandrakata”. Con i fratelli Vanzina Proietti ha continuato poi a lavo- rare anche in “Le barzel- lette” (2004), “Un’estate al mare” (2008), “Un’e- state ai Caraibi” (2009) e “La vita è una cosa meraviglio- sa” (2010). Negli ultimi anni, poi, tra il 2017 e il 2019, Gigi Proietti torna sul set con Alessandro Gassmann (dopo “Di padre in figlio” del 1982) nel film “Il premio”

e interpreta con grande incisività il ruolo di Mangiafuo- co nel “Pinocchio” di Matteo Garrone. E sempre legate al cinema sono le sue (non poche) incursioni nel dop- piaggio. Su tutti la voce del Genio della Lampada nel cartoon “Aladdin” (1992, con i sequel del 1994 e 1996) e il Gandalf della trilogia “Lo Hobbit” (2012-2014) di Peter Jackson.

Con la televisione è un altro terreno di confronto e propagazione del suo grande talento. Gigi Proietti è mattatore in molti spettacoli Rai, da “Fantastico 4” del 1983 al più recente “Cavalli di battaglia” del 2017. Il ritorno di successo più solido, per non dire granitico, Proietti lo raggiuge però grazie alla fiction. È il Mare- sciallo Rocca nell’omonima serie (tra i registi Giorgio Capitani) andata in onda per cinque stagioni dal 1996 al 2005, conclusasi con un appuntamento finale nel 2008, “L’avvocato Porta” (1997-2000), con il trascinan- te san Filippo Neri in “Preferisco il Paradiso” (2010) e il giornalista di nera del “Messaggero” Bruno Palmieri nella serie “Una pallottola nel cuore” (2014-2018).

Quel sorriso luminoso e sempre umile

In televisione, nell’ultimo decennio Gigi Proietti col- labora ai progetti di rilancio della cultura nella prima serata di Rai Uno con Alberto Angela in “Meraviglie” e

“Ulisse. Viaggio nella Cappella Sistina”. La sua umiltà e umanità Gigi Proietti l’ha mostrata anche nel ricorren- te progetto didattico-formativo: celebri, infatti, sono i suoi laboratori di recitazione dove ha formato all’arte del sorriso plotoni di attori. Insomma un artista totale, votato al sorriso e all’arte della condivisione, che ha fat- to della scena il suo luogo d’eccellenza, senza trascurare i punti fermi dell’esistenza, a cominciare dalla famiglia sempre accanto. Massimo Giraldi e Sergio Perugini

ELEZIONI USA

Sul voto incombe il timore delle rivolte legate alle milizie

Attivismo e timore

U

ffici chiusi, vetrine ricoperte con pannelli di compensato, giorno di vacanza per alcune istituzioni, poliziotti dispiegati vicino ai seggi. Anche la Casa Bianca ha deciso di dotarsi di una barriera “non scavalcabile” per proteggere il presidente e le persone invitate a seguire con lui la notte elettorale. Gli Usa si sono preparati all’election day nei modi più disparati. Due, però, le note comuni di questo 3 novembre 2020: l’attivismo e il timore delle rivolte legate alle milizie.

Prima di scendere in una piazza reale, però, i gruppi si stanno mobilitando sulla piazza virtuale dei social media con inviti ad organizzare proteste, alcune anche non violente; marce, manifestazioni di incoraggiamento per gli elettori, o sistemi di protezione delle urne da chiunque metta in pericolo il libero esercizio del voto.

La militarizzazione del voto è un’esperienza nuova e inattesa per il Paese.

Ai seggi potrebbero ritrovarsi, a seconda della permissività degli stati, gruppi armati di destra e di sinistra e non solo la polizia.

Negli ultimi quattro anni, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha mostrato una certa simpatia per i gruppi di estrema destra, molti dei quali armati. Allo stesso tempo, la sua amministrazione ha esercitato pressioni sulle forze dell’ordine per minimizzare la minaccia rappresentata da queste organizzazioni, consentendo alla violenza non statale di rientrare nel mainstream politico a un livello mai visto dagli anni ’60 e ’70. Solo il mese scorso, un gruppo di estremisti antigovernativi è stato arrestato per aver complottato per rapire il governatore democratico del Michigan, incoraggiati da un tweet presidenziale che chiedeva di “Liberare il Michigan” dalle restrizioni del Covid-19. Quando le élite politiche appoggiano i gruppi armati, anche tacitamente, e quando i governi non riescono a organizzare una risposta coerente e unificata nei confronti di tali gruppi si aprono scenari difficili da controllare.

Indipendentemente da chi vincerà il 3 novembre, la presidenza di Trump avrà aperto la porta a ulteriori violenze elettorali in futuro.

“Se il sistema politico degli Stati Uniti inizia a normalizzare la presenza di gruppi armati, i futuri aspiranti politici potrebbero vedere un vantaggio elettorale nel coltivare queste organizzazioni”, sostengono Aila Matanock e Paul Staniland, professori di Scienze politiche rispettivamente all’Università di Berkeley in California e a quella di Chicago. La violenza politica sporadica e ricorrente di basso livello, istigata o abilitata dai leader politici tradizionali, secondo gli studiosi intervistati dalla rivista Foreign Affairs, potrebbe gradualmente erodere la qualità della democrazia americana. Alcuni di questi gruppi armati cercheranno, a loro parere, di influenzare il risultato delle elezioni, ad esempio sostenendo esplicitamente i candidati o prendendo di mira pubblicamente i loro oppositori;

mentre i politici dal canto loro potrebbero impegnarsi a portare avanti dei loro programmi per poter raggiungere la vittoria.

Altri ancora si autoproclameranno difensori della democrazia. A New York, il gruppo dei Guardian Angels, un’organizzazione di prevenzione della criminalità senza scopo di lucro ha detto che i loro membri si stanno dispiegando in tante città degli Usa per rispondere a rivolte, proteste violente e individui e gruppi armati, consapevoli che “i cittadini non hanno alcuna fiducia nel governo per mantenere la pace e contrastare disordini e saccheggi” che potrebbero seguire la notte elettorale. Un gruppo chiamato “Refuse Fascism – Rifiuto il fascismo” ha organizzato per oggi pomeriggio una marcia a Washington e altre in varie città Usa per chiedere

“Trump/Pence fuori”.Sebbene sarà difficile annullare i guadagni fatti dai gruppi armati durante gli anni permissivi di Trump, la prossima amministrazione dovrà individuare azioni coordinate e bipartisan per liberare la democrazia statunitense dalla loro influenza, nonostante ieri il presidente abbia siglato la nascita della

“Commissione 1776”, per promuovere un’educazione patriottica a difesa dei padri fondatori e della Costituzione, di cui massimi custodi si sentono proprio i membri delle milizie.

Maddalena Maltese, da New York

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4 nuova Scintilla CHIESA E SOCIETÀ

ATTENTATO A VIENNA

Il rabbino capo Engelmayer al Sir: “Siamo scioccati”

“La nostra è una città di pace”

“S

iamo scioccati da questo attacco e dalla sua crudeltà”. Con queste parole il rabbino capo di Vienna, Jaron Engelmayer, racconta al Sir come la comunità ebraica sta vivendo queste ore drammatiche.

La città ieri sera è piombata nell’incubo del terrorismo. Un comando di uomini vestiti di bianco e armati di kalashnikov ha compiuto un attacco multiplo.

Tutto è cominciato ieri sera verso le 20 proprio vicino alla sinagoga in Seitenstettengasse, nel centro della capitale austriaca, dove molte persone si godevano l’ultima libera uscita prima del lockdown. È di quattro persone, due uomini, una donna e un terrorista e numerosi feriti gravi il bilancio ufficiale, ancora provvisorio (riferito a martedì mattina, ndr), dell’attacco comunicato dal capo della polizia della città Gerhard Puerstl nel corso di una conferenza stampa.

Il terrorista ucciso, ha detto il ministro dell’Interno, era un simpatizzante dell’Isis. Il rabbino capo di Vienna precisa subito: “Al momento non ci sono prove chiare di chi o perché questo attacco sia stato effettuato. Pertanto, è troppo presto per dire se si intendesse colpire specificamente

la comunità ebraica”. Il clima in città è di massima tensione ma il rabbino esprime piena fiducia nelle forze di sicurezza: “Le persone non si sentono al sicuro e le forze di sicurezza funzionano bene”.

E aggiunge: “Siamo scioccati dall’attacco e dalla sua crudeltà.

Vienna è una città dove le persone vivono insieme in pace. Siamo profondamente tristi e dispiaciuti per le vittime e preghiamo per i feriti”. In un comunicato, la comunità ebraica di Vienna, la Israelitische kultusgemeinde Wien, fa sapere che quando sono partiti i primi spari ieri sera, il tempio cittadino era già chiuso e la preghiera della sera era già

terminata. La polizia ha isolato l’intero centro dispiegando sul posto un gran numero di forze speciali. “Se la sinagoga sia stata anche l’obiettivo dell’attacco non può essere attualmente né confermato né escluso”, afferma la nota. “La situazione non è stata del tutto chiarita. Le nostre forze di sicurezza sono in stretto contatto con la polizia”. La Israelitische kultusgemeinde Wien invita tutti a rimanere a casa. Per precauzione, tutte le sinagoghe, le scuole ebraiche, le istituzioni della Ikg, nonché i supermercati e i ristoranti kosher rimarranno chiusi.

(M.C.B.) (Foto: ANSA/SIR)

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Consiglio Permanente CEI. Mons. Meini: “Condanniamo la cultura dell’odio”

“Dolore e vicinanza”

“E

sprimiamo dolore e vicinanza alle vittime degli attentati, alle loro famiglie, ai pastori, ai fedeli, ai popoli francese e austriaco”. Lo ha detto, a nome della Chiesa italiana, mons. Mario Meini, vescovo di Fiesole e vicepresidente della Cei, nell’introduzione ai lavori della sessione straordinaria del Consiglio episcopale permanente, che si svolgeva in videocollegamento. “Nizza, Lione e Vienna: in que- sti giorni si è tornati a rivivere il dramma della ferocia e della crudeltà di chi cerca di minare alle fondamenta la nostra appartenenza e la nostra fede”, ha detto il vice- presidente della Cei: “Una recrudescenza di brutalità che serpeggia anche all’interno del resto d’Europa e che non possiamo ignorare: né come comunità cattolica, né come cittadini di una democrazia. Condanniamo fermamente la cultura dell’odio e del fondamentalismo che usa l’alibi reli- gioso per corrodere con la violenza il tessuto della società, anche attraverso l’anticristianesimo e l’antisemitismo”, il monito dei vescovi italiani: “Siamo certi che l’odio di pochi non disperderà il tesoro prezioso di collaborazione frater- na, costituito da una grande maggioranza di persone di diverse religioni. Come testimoniato dai tanti fratelli isla- mici, provati da quanto avvenuto in Francia e in Austria”.

A proposito della prossima Assemblea generale, fissata per novembre, Meini ha osservato: “La realtà di questo tempo s’impone con tutta la sua forza e ci troviamo di nuovo a confrontarci con una situazione che sta travolgen- do i nostri piani e che c’impone una valutazione ulteriore delle circostanze e del contesto nel suo sviluppo. Il nostro pensiero va in questo momento al cardinale presidente,

anch’egli ammalato di Covid-19 e ricoverato presso l’O- spedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. A tutti noi rivolge il suo saluto, facendo presente il rammarico per non poter essere presente”, ha proseguito citando le pa- role del card. Bassetti in un messaggio: “È un momento di dolore per tanti! In questi mesi ho avuto modo di condi- videre la fatica e la stanchezza di un tempo inedito che sta interessando l’umanità intera. Eppure e nonostante tutto, continua a operare la bellezza del Mistero che si fa dono.

Anche quando tutto sembra finito, c’è uno spiraglio di luce che continua a indicare il cammino”. Poi la “gratitudine”

dei vescovi italiani al Santo Padre per la nomina di sei nuovi cardinali italiani – mons. Marcello Semeraro, mons. Augusto Paolo Lojudice, fra Mauro Gambetti, mons. Silvano M. Tomasi, fra Raniero Cantalamessa e mons. Enrico Feroci – che riceveranno la berretta car- dinalizia nel Concistoro del 28 novembre: “Preghiamo per loro e affidiamo al Signore il servizio che svolgeranno per la Chiesa universale. È una scelta che onora le nostre Chiese e che c’impegna a camminare nel solco tracciato dal Vangelo”, ha detto mons. Meini. “La pandemia sta correndo veloce e con i suoi tentacoli pare stringere in una morsa soffocante, ancora una volta, la nostra quotidia- nità”, l’analisi dell’attuale crisi sanitaria. In Italia “si profila una grave recessione economica, terreno fertile per la nascita di nuove forme di povertà. Si unisce il tema del lavoro, con la sofferenza sperimentata da tutte quelle ca- tegorie che sono costrette a grandi sacrifici, dai tanti pic- coli commercianti e lavoratori autonomi, dal mondo dello spettacolo e della cultura”. M.Michela Nicolais

MAESTRO E TESTIMONE

Bartolomeo Sorge: il ricordo dei Gesuiti

La gioia del Vangelo

“C

aro padre Bartolomeo, qualche anno fa scrivevi, citan- do Papa Benedetto:

‘Abbiamo bisogno di uomini che tengano lo sguardo diritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in

modo che il loro intelletto possa parlare all’intelletto degli altri e il loro cuore possa aprire il cuore degli altri’. Grazie per averci testimoniato che questo è possibile”. Lo si legge nel sito di Aggiornamenti sociali, ri- vista dei Gesuiti a Milano, nel giorno della scomparsa di padre Bartolo- meo Sorge. “Hai contagiato chi ti incontrava con la tua allegria e la tua fiducia e gli hai fatto respirare la gioia del Vangelo”, si legge nel com- mosso messaggio. “Grazie per il tuo infaticabile impegno a fare uscire la Chiesa ‘dalle mura del tempio’ attraverso i tuoi scritti e le centinaia di incontri in tutta l’Italia e non solo. Grazie per non aver taciuto quel- lo che hai visto e udito (Atti 4, 20), fino all’ultimo giorno”. Sorge era nato a Rio Marina (Isola d’Elba) il 25 ottobre 1929, ed era entrato nella Compagnia di Gesù nel 1946. Redattore di Civiltà Cattolica dal 1966, ha diretto la rivista dal 1973 al 1985, lavorando come membro del Consiglio di presidenza, insieme a Giuseppe Lazzati e mons. Bartoletti, all’organizzazione del primo grande Convegno nazionale della Chiesa italiana, nel 1976, sul tema “Evangelizzazione e promozione umana”.

Dopo un decennio come direttore dell’Istituto Arrupe di Palermo (dove è tra i protagonisti della cosiddetta “primavera”, fioritura di iniziative civiche e movimenti per opporsi alla mafia), nel 1997 arriva a Milano per dirigere Aggiornamenti Sociali e, dal 1999 al 2005, il mensile Popoli.

Padre Sorge ha al suo attivo anche numerose pubblicazioni sulla dottri- na sociale della Chiesa e l’impegno dei cristiani in politica.

“La morte di padre Bartolomeo Sorge lascia un vuoto nella società italiana, in cui si è impegnato con tutta la sua grande cultura e passio- ne fino agli ultimi giorni. Non ha esitato a schierarsi in prima fila per combattere le diseguaglianze, le ingiustizie, la mafia e lascia ai giovani una ricca eredità di pensiero, di valori, di esperienze”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, commenta la morte del gesuita Bartolomeo Sorge. “Mi unisco al cordoglio dei suoi confratelli e dei tan- ti che lo hanno incontrato nella vita, apprezzandone con riconoscenza insegnamenti e testimonianza”, conclude il Capo dello Stato.

“Ma come faceva? Molte volte, al termine delle nostre chiacchierate telefoniche e degli scambi mail, mi domandavo come facesse, a 91 anni, ad essere così lucido, sintetico, profondo”. Chiara Tintori, politologa, già redattrice di Aggiornamenti Sociali, ricorda padre Bartolomeo Sor- ge. Tintori ha avuto una lunga collaborazione con il gesuita scomparso oggi, anche per dare alle stampe il libro, a doppia firma, “Perché il po- pulismo fa male al popolo?”. “Non sono riuscita a trovare altra risposta che nelle sue radici in Dio. La sveglia alle 3.30, l’Eucarestia e la Parola a fondamento delle sue giornate e poi via a immergersi nella rassegna stampa quotidiana. Un gesuita immerso nella storia del suo tempo, qualunque tempo”. Tintori spiega al Sir: “Dopo la formazione, Roma, Palermo, Milano e infine Gallarate. Padre Bartolomeo era tornato dove aveva cominciato da giovane gesuita gli studi filosofici, all’Aloisianum.

Qui era ‘eremita’ da febbraio di quest’anno a causa del Covid; eppure anche in questi mesi mai una parola fuori luogo, mai un lamento. Piut- tosto si era attrezzato per le videochiamate e per le dirette via social.

Padre Sorge passeggiava nel mondo con una leggerezza straordinaria”.

“La leggerezza – aggiunge Chiara Tintori – è stato un tratto distintivo dello sguardo con cui osservava la realtà sociale, politica ed ecclesiale.

È agilità, non superficialità; la leggerezza è quella predisposizione che lo faceva essere in pace, sempre e comunque, qualunque cosa accades- se”. Ricorda: “Durante una telefonata a metà agosto, cominciai con la domanda di rito: ‘Con questo caldo come va?’; ‘Eh si sente, ma si sop- porta’, rispose lui. ‘Per forza, si prende quello che viene’, dissi io. E lui, subito: ‘Non per forza, ma per amore’. Eccomi spiazzata, come spesso accadeva nei dialoghi con lui”. (G.B.)

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domenica 8 novembre 2020

nuova Scintilla

CHIOGGIA

QUESTIONE GPL LAVORI PUBBLICI

Ripercorrendo tutta la storia assieme, dalla nascita del Comitato No Gpl Al via i lavori in via del Boschetto e in via M. Polo

Avanti... fino al lieto fine Risistemazione

I

n alternativa all’incontro del 23 ottobre scorso, saltato per le limitazioni a causa del Coronavirus, la riunione si è tenuta in diretta streaming su Chioggia TV alle ore 19.00, mercoledì 4 novembre.

Un abbraccio virtuale del vertice del Comitato No GPL a Chioggia con tutti i cittadini e le attività economiche che in questi quattro anni si sono affiancati nella lotta contro l’impianto

di Punta Colombi in Val da Rio.

Roberto Rossi presidente del Comitato, dopo avere salutato i partecipanti, ha esordito dicendo: “Questo mio non vuole essere un commiato del Comitato, bensì un abbraccio

‘virtuale’, quello che si può fare in tempo di Covid”. Il Portavoce ha quindi fatto la cronistoria dei vari momenti di una vera e propria battaglia durata quasi un lustro: dalla raccolta firme contro il deposito, alle numerose manifestazioni cittadine e alle petizioni alle autorità. Ha ricordato le mostre, le lotterie, gli spettacoli, fatte all’inizio delle attività, le successive delegazioni ai Ministeri a Roma e alla Regione Veneto. I diversi convegni, i ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale e al Consiglio di Stato. Gli incontri con l’Amministrazione cittadina e con i parlamentari dei vari partiti politici, con i tecnici ed esperti delle varie discipline. Le tante interviste alla tv e ai mass media, i volantinaggi, gli incontri con gli studenti e i cittadini, con le strutture delegate dalla normativa alla Sicurezza e allo Sviluppo e la presenza costante sulla stampa, nei social e nelle radio locali e non. Ha sottolineato come la vittoria sia il frutto anche degli innumerevoli viaggi, dello studio costante dei documenti e della normativa. Ha spiegato come sia stato indispensabile

l’impegno, la partecipazione e la lotta della gente semplice, delle casalinghe, degli studenti dei pensionati, dei lavoratori, in particolare di quelli della pesca e del turismo, dei commercianti, degli artigiani, degli insegnati, degli artisti, dei giovani e degli adulti, degli esperti nelle vare discipline, degli addetti alla comunicazione e dei partiti politici e non ultimo degli stessi esponenti della Chiesa locale.

Il portavoce Roberto Rossi ha, quindi, aggiunto: “Dedichiamo questa vittoria a tutti, ma in modo particolare a Marilisa, la nostra amica che in questo percorso ci ha lasciato e ad Alice, nata pochi giorni fa da mamma Eliana, grande combattiva. Non possiamo, poi, non ringraziare la Capitaneria di Porto di Chioggia che, da sempre, ha sostenuto la non compatibilità del deposito di GPL con il Piano Regolatore del porto vigente, da cui la necessità di una variante, che implica una VIA (valutazione d’impatto ambientale) e la VAS (valutazione ambientale strategica). A

problema quasi risolto, sentiamo, infine, la necessità di ringraziare tutti quelli che hanno partecipato alle tantissime nostre iniziative e tutti quelli che hanno permesso l’autofinanziamento delle spese legali, dello studio sulle incongruenze della procedura di screening di VIA, dello studio giuridico amministrativo sulla

procedura di valutazione e autorizzazione del progetto di deposito costiero”. Ha quindi preso la parola l’avv. Matteo Ceruti, il legale che ha seguito in questi anni il Comitato.

Il dott. Cerruti ha spiegato alcuni dei possibili sviluppi della questione deposito GPL, che coinvolgeranno ben quattro Ministeri (quelli dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e Trasporti, per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare). Questi dovranno coordinarsi per l’adozione del Decreto Attuativo che metterà definitivamente la parola fine alla questione. “Non è possibile ad oggi conoscere i tempi, molto dipenderà dall’impegno dei Ministeri e dalle sollecitazioni che l’Amministrazione Comunale saprà esercitare su di essi. E’

indubbio che in questa fase il Comitato avrà un ruolo diverso:

probabilmente sarà meno presente in piazza perché ora la questione è tutta istituzionale, ma non per questo diminuiranno l’attenzione e la vigilanza, per non ritrovarci con la classica

‘cattedrale nel deserto’: tre grandi serbatoi che occupano uno spazio vitale per lo sviluppo della nostra città che potrebbe diventare, ad esempio, sede del polo ittico, come inutilmente si chiede da an- ni”. R.D.

A

l via il can- tiere per la riqualifi- cazione di via del Boschetto e di via Marco Polo. Il Pia- no comunale delle asfaltature sta pro- cedendo in due pun- ti strategici della viabilità cittadina, oggetto di ripetuti appelli dei cittadini per la sistemazio- ne. Gli interventi rientrano nel maxi progetto dell’ammi- nistrazione che vuol chiudere il mandato con il 55% delle

strade comunali risistemate. Nei giorni scorsi si sono conclusi i la- vori di asfaltatura in via Vecchia Romea a Sant’Anna e ora i cantieri si sono spostati nel cuore di Sottomarina.

L’accesso a via del Boschetto, una delle arterie più utilizzate, ma anche più malconce, è stato transennato per qualche giorno per i lavori propedeutici e la viabilità è stata modificata. L’interdizione al transito comporta una deviazione su viale Umbria e sul Lungomare.

Dopo i lavori sui sottoservizi da parte di Veritas partirà il cantiere per la riqualificazione della strada.

La sistemazione di via del Boschetto è attesa da anni e è stata og- getto anche di solleciti da parte dei residenti del quartiere, ma an- che di chi frequenta le strutture sanitarie che vi insistono, la casa di riposo, le strutture residenziali per anziani autonomi, il centro Uildm, l’Anffas, la comunità alloggio Dopo di noi. La strada presen- tava buche e avvallamenti pericolosi per chi vi transitava in bici o a piedi, tanto più dopo le piogge. L’amministrazione aveva spiegato in più occasioni che quando si fosse previsto l’intervento avrebbe comportato non una semplice asfaltatura, ma una sistemazione complessiva, anche dei sottoservizi. «In via del Boschetto, per la parte più a sud, è in previsione la realizzazione di un marciapiede che arrivi fino alla casa riposo», spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Alessandra Penzo, «e di una ciclabile nel lato opposto.

Ciò sarà possibile anche recuperando dello spazio dall’abbattimento di alcuni edifici nell’area ex Ciquito, dalla bonifica dall’amianto e dalla pulizia generale, anche degli arbusti cresciuti nel tempo. Stia- mo valutando con gli uffici anche la possibilità di creare un parcheg- gio temporaneo».

La sistemazione delle strade, assieme a quelle dei ponti e delle scuole, è uno dei mantra dell’amministrazione comunale. «Il nostro obiettivo è asfaltare il 55% della viabilità del territorio», precisa l’as- sessore, «ho redatto una lista di priorità per le prossime asfaltature, sulla base del deterioramento degli asfalti, ma ho bisogno dell’aiuto dei cittadini per aggiungerne ancora, in modo da creare un elenco aggiornato, per inserire le asfaltature nei prossimi lotti.

Il lotto in esecuzione costa un milione e 200 mila euro, mentre i prossimi due lotti 400 mila euro ciascuno. Si dovrà predisporne di nuovi, anche in base al bilancio disponibile».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

Protesta davanti al municipio, contro il parcheggio in costruzione all’Isola dell’Unione

Salvaguardare il verde

M

anifestazione pubblica sabato 31 ottobre mattino di fronte al municipio contro il nuovo parcheggio che si sta realizzando all’Isola dell’Unione. Lo scopo quello di sensibilizzare la gente sull’ulteriore ag- gressione ambientale dell’Isola dell’Unione causata dalla costruzione del capannone-parcheggio e per invitare l’Am- ministrazione Comunale a prendere in considerazione la possibilità di dirottare i lavori assegnati su altri spazi c.p.e. il fatiscente ex cementificio ai Saloni. L’azione è sta- ta promossa dall’associazione Insieme ArTe-Amare Chiog- gia e il Gruppo per la cura della città, unitamente al Parti- to Democratico, al Partito della Rifondazione Comunista, alla Lega SPI CGIL di Chioggia, alla UILA Pesca Regionale del Veneto e alla Società cooperativa sociale Onlus Prome- teo. L’idea di un parcheggio in quest’area nasce addirittura nel 2008 nel progetto Marina City Park quale supporto per eventi e manifestazioni all’aperto, ma soprattutto per servire la darsena omonima di 200 posti che sarebbe sorta nei pressi. Oggi l’attuale parcheggio a raso ha solo la funzione di “scambiatore”; aggiungere quello a due piani non ha senso soprattutto perché lo aumenterebbe solo di

una quarantina di posti. Considerato inutile e troppo impattante, l’opposizione più volte ha tentato di fermarne la realizzazione attraverso il lavoro delle diverse commissioni consiliari e in alcuni consigli comunali. Il polverone crea- to, aveva indotto la Giunta a fare retromarcia e bloccare il progetto. Purtroppo, i tecnici del Comune hanno fatto presente che avendo già chiuso la gara di appalto con tanto di assegna- zione ad una ditta, l’Amministrazione correva il rischio di dover affrontare i ricorsi con richiesta di risarcimento. Per questo, la stessa avvocatura civica non ha potuto convalidare la richiesta del- la Giunta di bloccarli. Così sono iniziati i lavori di “uno scatolone in cemento armato” davanti al centro storico di Chioggia e al Lusenzo, la piazza acquea più grande e bella d’Europa. “L’in- nalzamento del mal pensato edificio – secondo

Insieme ArTe-Amare Chioggia - devasta il terreno, riduce lo spazio atletico per i giovani, abbatte alberi e costituisce un impatto visivo deturpante e incongruo, il tutto per una

trentina di posti auto in più di quelli esistenti,- tra l’altro si chiede - come sia possibile non preservare una delle po- che aree alberate della città”. R.D.

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6 nuova Scintilla CHIOGGIA

“ENTE BILATERALE VENETO”. PER IL COMMERCIO FONDAZIONE AIRC

L’

Ente Bilaterale Veneto Fvg, ente di Confesercenti e Cgil-Filcams, Cisl-Fisascat e Uiltucs, in collabo- razione con Cescot-Veneto, su richiesta delle attività commerciali, ha raccolto i fabbisogni formativi e ha trovato il finan- ziamento attraverso il Fondo Sociale Euro- peo, partecipando a progetti della Regione Veneto al fine di realizzare corsi gratuiti tagliati su misura alle esigenze delle botte- ghe di Chioggia e non solo. Il 2020 è stato un anno particolare per l’economia e il lavoro a causa della pandemia che ha limi- tato le libertà e cambiato le abitudini delle persone: i periodi di chiusura delle attività, le limitazioni d’ingresso presso gli esercizi, l’aumento delle vendite a domicilio e degli acquisti in rete, hanno portato molti com- mercianti ad interessarsi e a capirne di più sul da farsi per il futuro del lavoro e per il lavoro del futuro. A partire da novembre/

dicembre 2020, saranno organizzati corsi per le 29 strutture commerciali e botteghe artigiane che hanno aderito all’invito di partecipare iscrivendo 56 tra titolari e di- pendenti ai corsi di formazione:

Corsi sui Social Network (come utilizza- re in maniera più professionale Facebook e Instagram, per gli obiettivi commerciali e per la fidelizzazione della clientela, ecc…);

Corsi di Tecniche di Vendita (modalità push e pull -fasi di vendita perfetta-, indi- viduazione delle reali esigenze dei clienti, gestione obiezioni e psicologia cliente, ecc…);

Corsi di E-Commerce (introduzione alle vendite on-line: motori di ricerca, marketing digitale, promozione e vendita, consumato- re digitale, sistemi di pagamento, ecc…);

Corsi per Commesse e Addetti alle ven- dite (immagine e comunicazione del nego- zio: relazioni, problem solving, psicologia cliente, elementi di vetrinistica, ecc...) Mentre a gennaio 2021 saranno messe a disposizione dei negozi delle consulenze individuali gratuite per una realizzazione più concreta delle tematiche affrontate du- rante le attività formative collettive e per un approfondimento delle cose più utili per ogni singola azienda.

I

n occasione dei “Giorni della Ricerca”, tradizionale campagna a sostegno della Ricerca sul cancro, tornano I Cioccolatini di Fondazione AIRC per rin- novare la fiducia ai migliori ricercatori al lavoro per trovare diagnosi sempre più precoci e tratta-

menti più efficaci per tutti i pazien- ti.

L’edizione di quest’anno as- sume un’impor- tanza particolar- mente rilevante perché la pande- mia Covid-19 ha influito negati- vamente sui pro- gressi della ricerca oncologica, ral- lentando l’attività nei laboratori e, soprattutto, il tra- sferimento dei ri- sultati ai pazienti,

in particolare per l’approvazione di nuovi farmaci o di nuove strategie terapeutiche.

Uno scenario preoccupante perché i nu- meri confermano che il cancro resta un‘e- mergenza a livello mondiale: ricercatori e medici non possono permettersi altre battute d’arresto: in Italia solo lo scorso anno sono stati diagnosticati 371.000 nuovi casi, più di 1.000 al giorno.

Per incidere su questi dati, AIRC ha as- sunto l’impegno di sostenere con conti- nuità circa 5.300 scienziati al lavoro per sviluppare diagnosi sempre più precoci e trattamenti più efficaci e mirati per tutti i pazienti.

 Scegliendo una o più con- fezioni di cioccolatini si compie un gesto che fa bene 3 volte: perché il cioccolato fondente, se assunto in mo- dica quantità, può portare benefici per la nostra salute, perché in questo lungo in- verno avere una scorta di dolcezza da donare ai nostri cari sarà prezioso, e perché, così facendo, daremo un contributo concreto a co- struire un futuro sempre più libero dal cancro.

Quest’anno i volontari di AIRC non potranno essere fisicamente nelle piazze per la distribuzione dei Cioc- colatini della Ricerca, ma si faranno ugualmente in quattro per farli avere in piena sicurezza a chi li richiederà telefonando alla sede di Airc Veneto Tren- tino Alto Adige, al numero 045.8250234, o scrivendo a: com.veneto@airc.it. 

E’ inoltre possibile acquistare i Cioccola- tini online, dall’1 al 7 novembre su Ama- zon.it o su Airc.it, con l’aggiunta del costo di spedizione.

L’

artista clodiense Sandro Varagnolo espone una sua opera a Venezia in una mostra collettiva dedicata al paesaggio veneto. La mostra inaugurata il 31 ot- tobre presso la Galleria Sant’Eufemia si protrae fino al 14 novembre. Il dipinto che rappresenta la scena della Madonna del Sagraeto vista sotto una luce particolare, è il risultato di una ricerca paesaggistica che il pittore ha elaborato nel periodo della pandemia. In questo momento di chiusure è motivo di speranza che l’arte trovi una sua possibilità di esibizione e divulgazione. Nella Talamini

56 allievi, 29 negozi, oltre 100 ore a Chioggia: social, e-commerce e vendite

Formazione a tutto campo

Tornano i cioccolatini per far ripartire la ricerca contro il cancro

I giorni della ricerca

Sandro Varagnolo espone a Venezia

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60 anni del Mercato Ittico

S

essanta anni di attività di un’istituzione nel settore ittico nazionale, che vanta rapporti e scambi internazio- nali, questo si è celebrato nel pieno e scrupoloso rispetto dei protocolli anti-covid, sabato 31 ottobre scorso, presso la Sala Aste del Mercato Ittico all’ingrosso. A fare gli onori di casa Emanuele Mazzarro amm.re unico SST e direttore generale del mercato ittico dal 28.04.2017. Dopo avere salu- tato le autorità presenti e i vari rappresentanti le maestranze, l’Avvocato, ha ricordato tra l’al-

tro che il Mercato, “simbolo della Città”

è unico nel Paese a commercializzare anche il pesce pescato in laguna, “serve la flotta peschereccia più numerosa d’I- talia, fattura 40 milioni di euro l’anno e fa parte del distretto Ittico Chioggia-Ro- vigo, che comprende ben 2000 aziende che complessivamente fatturano 800 mi- lioni di euro”, questo nonostante i grossi problemi da Coronavirus di quest’anno, la limitazione delle aste e il fermo pesca straordinario dovuto al lockdown di pri- mavera. Alle celebrazioni erano presenti il sindaco Alessandro Ferro, che ha ac- cennato all’indispensabile trasferimento del mercato in Val da Rio attualmente occupato dall’impianto di Gpl, l’assessore alla Pesca Daniele Stecco, il presidente del Consiglio Comunale Endri Bullo, i neoeletti consiglieri regionali chioggiotti Erika Baldin, Marco Dolfin e Jonatan

*DIPENDENTI SORIMA. I venticinque dipen- denti della Sorima stanno passando settimane di angoscia tra voci di una possibile vendita dell’azienda, oppure tagli agli stipendi, oppure peggio! Quelli che hanno trovato un altro lavo- ro e si sono licenziati non sono stati sostituiti, i 25 rimasti sono in cassa integrazione o, per così dire, in ferie e temono di ritrovarsi senza lavoro al termine di queste. Tramite il loro portavoce, Gimmy Padoan, hanno chiesto agli amministratori comunali e regionali, oltre che ai gestori portuali, di dire con certezza quando il canale di accesso e lo spazio sotto le banchina sarà finalmente dragato permettendo l’attracco di navi di media stazza.

*PESCATORE SALVATO GRAZIE AL TELE- FONINO. Giovane pescatore chioggiotto si è fidato ad uscire con la sua piccola imbarcazione sabato 31 ottobre, già all’imbrunire. Il motore ad un certo punto ha smesso di funzionare, il ragazzo alle 18.30 ha chiesto l’aiuto dei Vigili del fuoco che lo hanno trovato nella nebbia con l’aiuto della posizione tracciata del telefonino.

*EX COLONIA TURATI. Boscolo Beniamino Capon ha sollevato il ragionevole dubbio che l’ex-colonia Turati non si possa vendere a ri- schio di restituire i tre milioni già incassati per farne sede di uffici comunali. Da più parti si teme che un errore su questa vendita miliona- ria comporti importanti danni erariali che rica- drebbero su tutti, politici e funzionai coinvolti.

*CONDOMINIO POPOLARE IN VIA BAR- BARIGO. Disaccordo in commissione e in consiglio comunale per destinare 70.000 euro a lavori urgenti da eseguire sul condominio po- polare di via Barbarigo, n° 127. Le opposizioni sottolineavano la mancanza di “documenti” de- finiti però “di dettaglio” da Daniele Padoan.

*TEATRO ASTRA. Rimasto incompiuto, al grezzo avanzato da una decina di anni, ha ora bisogno di interventi che costano: già spesi 9.000 euro a fine 2019, ne servono ora altri

25.000 per prosciugare il pianoterra (la fossa dell’orchestra è diventata un catino d’acqua stagnante) e ripulire il guano prodotto dagli uc- celli. Il recupero del cinema-teatro Astra è nei pensieri dell’amministrazione comunque, che ha destinato oltre due milioni allo scopo, ma questi interventi di risanamento precedono la gara d’appalto.

*FERROVIA CHIOGGIA-PADOVA. Se ne parla da sempre: il buon proposito di realizzare il binario verso Padova, almeno fino a Piove di Sacco, è contenuto in diversi studi di fattibilità ed è tra le priorità del comune espresse già nel Dup 2008. Gli utenti hanno proposto l’idea di utilizzare il Recovery Fund per realizzarla.

*BANDA CITTADINA. La banda cittadina di Chioggia è stata ammessa, 13ª su un totale di 93 in tutta Italia, tra i soggetti accreditati dal Miur per la promozione dei “temi per la creati- vità”. L’accreditamento ha durata triennale e dà priorità per operare nelle scuole e partecipare in parternariato con le scuole ai bandi di que- sto settore. La nostra banda locale è entrata come prima nella provincia, seconda nella regione.

*CURE DOMICILIARI. Le impegnative di cura domiciliare sono sensibilmente aumentate nel corso del 2020, così la Regione ha stanziato per il comune di Chioggia ulteriori 300.000 euro che andranno girati alla locale azienda sa- nitaria. Per beneficiarne si viene inseriti in una graduatoria basata sulla gravità del bisogno e sulla condizione economica.

*VIOLENZA DOMESTICA ED ESTORSIO- NE. Giovane di Cavanella d’Adige da tempo vessava la madre estorcendole piccole somme di denaro con atti intimidatori e violenza. Già sottoposto all’allontanamento dalla casa fami- liare, è comunque tornato dalla povera donna che ancora una volta ha chiamato i carabinieri.

Ora il ragazzo andrà in carcere.

Elena Ballarin

IL SOBRIO MOMENTO CELEBRATIVO

Montanariello, l’assessore alla Cultura con delega alla pesca della regione Vene- to Cristiano Corazzari, l’europarlamen- tare membro della Commissione Pesca – PECH – Rosanna Conte e il vescovo di Chioggia mons. Adriano Tessarollo.

La festa, senza il tradizionale brindisi e soprattutto senza i protagonisti: pesca- tori, astatori, commercianti e addetti a causa delle limitazioni dovute alla pandemia, si è conclusa con un minuto di silenzio in ricordo delle migliaia di italiani scomparsi prematuramente a causa delle conseguenze del Covid-19, spezzato dal suono della sirena, la stes- sa che, due volte al giorno, tradizional- mente annuncia l’apertura del Mercato.

Infine, come annunciato, con un flash- mob sono stati ricordati i pescatori di Mazara del Vallo ancora ingiustamente tenuti prigionieri in Libia dal primo set- tembre scorso. R.D.

BREVI DA CHIOGGIA

Riferimenti

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Interventi: Giovanni Fiandaca, Università di Palermo, Centro Studi giuridici e sociali Aldo Marongiu Fausto Giunta, avvocato, Università di Firenze, Centro Studi giuridici

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