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* Racconti tratti dal libro: Quella notte per vincere le sette paure racconti di Natale ai bambini di Mario Delpini

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Academic year: 2022

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(1)
(2)

*

Racconti tratti dal libro:

“Quella notte per vincere le sette paure”

racconti di Natale ai bambini di Mario Delpini

(3)

1

o

momento - per entrare nella Preghiera

• Canto

• introduzione

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

G. Ogni uomo e donna, bambino, adulto e anziano prova paura.

Donaci, Gesù, luce per vincere la paura.

G. Questi mesi ci fanno un po’ paura ma desideriamo vivere il tuo Natale.

Donaci, Bambino Gesù, di guardare alla luce di Betlemme per affrontare con fiducia anche la paura.

G. I ragazzi di Betlemme con le loro sette paure ci accompagneranno all’incontro con la luce.

Donaci, Bambino Gesù, di metterci in cammino.

• preghiera

Preghiamo.

O Padre, ci mettiamo in cammino verso Betlemme per essere illuminati dalla luce che è Gesù, dono tuo, perché ognuno possa vincere la paura.

In Lui che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

2

o

momento - in ascolto della Parola

• Lettura del profeta Isaia (Is 9,1) Il popolo che camminava nelle tenebre

ha visto una grande luce;

su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.

MERCOLEDI 16 DICEMBRE

PRIMO GIORNO

(4)

3

o

momento - il racconto *

- LA PAURA

Bisogna riconoscerlo: voi bambini, talvolta, avete paura.

Forse avete anche ragione di aver paura.

Tra tutte le cose che capitano, alcune sono tranquille, stanno al loro posto: miliardi di persone per bene, miliardi di gesti di bontà, miliardi di parole geniali e di bellezze stupefacenti. Ma alcune tra le cose che succedono, sgomitano per farsi avanti, per diventare notizie: sono le cose strane, i fatti dolorosi, gli eventi disastrosi. Le disgrazie non stanno tranquille: si agitano, gridano, vogliono richiamare l’attenzione.

Pertanto, se un bambino sente le notizie del giorno e ascolta i discorsi degli adulti, ha buone ragioni per avere paura: parlano solo di quello che spaventa.

Molti adulti, poi, si impegnano per far crescere la paura nei bambini:

seminano allarmi, mettono in guardia da ogni pericolo, raccomandano di evitare questo e quello perché può essere pericoloso.

Quindi voi bambini finite per convincervi che vivere sia pericoloso, che questo mondo sia pieno di insidie, che l’umanità sia composta da individui sospetti.

Ma io voglio raccontare la storia dei ragazzi di Betlemme e delle loro sette paure. I ragazzi di Betlemme hanno ricevuto una grazia, quella notte, la notte di Natale: incontrando Gesù bambino hanno vinto le loro sette paure.

4

O MOMENTO -

accendiamo il cero e affidamento

Si accende il cero già predisposto e si compie la preghiera di affidamento all’angelo che vince la paura MAMMA e/o PAPÀ:

Ti affidiamo, angelo che vinci la paura, la nostra famiglia, i bambini e i ragazzi. Ti affidiamo chi è più solo e disorientato.

Accompagnaci a vincere la paura guardando verso la grotta di Betlemme in attesa del Natale.

Amen.

• Preghiera finale

Quest’anno c’è tanto buio; come i pastori del presepe anche noi vegliamo nella notte, o Dio Padre di tutti.

Donaci, il tuo Spirito di sapienza per riconoscere Gesù, venuto nel buio e nel freddo; alla sua luce fa’ che vediamo ogni cosa -

(5)

la famiglia e il lavoro, l’umanità e il creato - come li vede Dio.

Aiutaci a distinguere il bene dal male, la luce calda della fraternità dalle tenebre gelide dell’egoismo; fa’ che ci sentiamo

“tutti sulla stessa barca” e che non smarriamo mai la speranza.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

• Canto

GIOVEDI 17 DICEMBRE

SECONDO GIORNO

1

o

momento - per entrare nella Preghiera

• Canto

• introduzione

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

G. Anche chi dice di non avere paura ha le sue debolezze, come Simone che ha paura del buio.

Liberaci, Signore.

G. Dal buio della notte del cuore.

Liberaci, Signore.

G. Dal buio della prepotenza, dell’invidia e della gelosia.

Liberaci, Signore.

G. Dal buio della lontananza dalla luce di Betlemme.

Liberaci, Signore.

G. Dal buio della mancanza di preghiera.

Liberaci, Signore.

(6)

• preghiera

Preghiamo.

Ascolta, o Padre, la nostra preghiera e, illuminati dal Bambino Gesù che viene nella nostra vita, rendi più luminosi i nostri cuori.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

2

o

momento - in ascolto della Parola

• Lettura del profeta Isaia (Is 11,1-2.1-6)

1

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.

2

Su di lui si poserà lo spirito del Signore.

6

Il lupo dimorerà insieme con l'agnello;

il leopardo si sdraierà accanto al capretto;

il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà.

3

o

momento - il racconto*

La prima paura: la pura del buio

“Io non ho paura di niente – diceva Simone – ho già 12 anni e sono forte. Non sono più un bambino!”.

Simone non lo voleva ammettere, ma lui aveva paura del buio.

Quando c’era il sole si vantava davanti agli amici e alle amiche. Non si tratteneva da azioni spericolate.

Tra l’ammirazione dei compagni si arrampicava anche su un albero altissimo per cogliere le ciliegie, e non aveva paura di cadere. Pur sapendo che il contadino era irascibile e violento, entrava di nascosto nel frutteto e faceva man bassa delle pere dolcissime.

Ma quando il sole tramontava e si trovava fuori dal villaggio dove era acceso qualche fuoco, allora era pieno di paura. Nel buio che lo circondava si immaginava che ci fosse qualche mostro pronto ad assalirlo: ogni fruscio gli sembrava il passo di un animale feroce e affamato. Allora faceva di quelle corse!

Ma in quella notte Simone vide accendersi nel buio una luce mai vista:

veniva da una mangiatoia e vinceva ogni paura.

(7)

Avvicinandosi vide il bambino. E la madre, tanto stanca e tanto felice, disse a Simone: “Non avere paura, Simone: in ogni notte abita una luce, da quando è nato Gesù. I mostri sono stati rimandati all’altro mondo e il lupo pascola insieme con l’agnello. Non avere paura. Piuttosto impara a pregare: Liberaci dal male!”.

Simone imparò così a fare a meno il gradasso di giorno e a vincere la paura del buio.

Aveva imparato a pregare.

4

o

momento - accendiamo il cero e affidamento

Si accende il cero già predisposto e si compie la preghiera di affidamento all’angelo che vince la paura MAMMA e/o PAPÀ:

Angelo della preghiera accompagna la nostra famiglia. Illumina ogni nostro figlio e figlia. Illumina i nostri cuori e le nostre menti di genitori con la luce del Bambino Gesù. Placa ogni paura che può nascere, accompagnandoci a pregare così:

liberaci dal male!

Amen.

• Preghiera finale

Quando sarò distratto da tante cose e non riuscirò a pregare, donami, Gesù, il desiderio di tornare ad ascoltare la tua voce.

Quando non sentirò nel cuore la voglia di ascoltarti, donami, Gesù, di incontrare fratelli e sorelle coraggiosi e pronti ad accompagnarmi a ritrovare la tua voce.

Quando le fatiche del quotidiano pesano e affaticano, affiancati, Gesù, perché certamente mi accorgerò della tua presenza vicina.

Così, insieme a te, ritroverò pace e speranza.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

• Canto

(8)

1

o

momento - per entrare nella Preghiera

• Canto

• introduzione

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

G. Quando una persona sbaglia, tutti siamo pronti a giudicare e a emarginare.

Dalla paura di perdonare, liberaci Signore.

G. Dai pregiudizi verso gli altri, dalla mancanza di fiducia nei confronti del prossimo.

Dalla paura di perdonare, liberaci Signore.

G. Dal ritenere chi ha sbagliato una persona cattiva e da evitare.

Dalla paura di perdonare, liberaci Signore.

G. Dal non guardare al nostro peccato per condannare sempre altri.

Dalla paura di perdonare, liberaci Signore.

• preghiera

Preghiamo.

O Padre, donaci di vivere il Natale di Gesù tuo Figlio pronti ad accogliere ogni altra persona come fratello e sorella, liberati dalla paura di perdonare.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

2

o

momento - in ascolto della Parola

• Lettura del profeta Isaia (Is 9,5-6)

VENERDI 18 DICEMBRE

T

ERZO GIORNO

(9)

5

Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.

Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà:

Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace.

6

Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide.

3

o

momento - il racconto*

La seconda paura: la paura dell’uomo cattivo

Abitava nella sua vecchia casa, là dove il villaggio si perdeva nel campo. Era sempre vestito di nero, non parlava con nessuno e nessuno gli parlava. Si diceva che fosse un uomo cattivo. Perciò Giosuè cercava di non passare da quella strada. Piuttosto camminava il doppio, ma alla casa dell’uomo cattivo non si avvicinava mai. Del resto, i suoi genitori non facevano che raccomandargli: “Non passare vicino alla casa dell’uomo cattivo. Si raccontano cose terribili di lui. Anche sua moglie l’ha abbandonato, tanto è cattivo!”.

Giosuè, quando era con i suoi amici più grandi, andava talora in esplorazione. Senza avvicinarsi troppo, spiavano insieme quell’uomo. A vederlo non sembrava tanto cattivo: dava da mangiare al cane, tagliava la legna, sedeva sulla panca fuori della porta. Non diceva una parola (del resto con chi poteva parlare?), non cantava, era vestito sempre di nero. Più che cattivo sembrava triste. Ma non si vedeva ciò che succedeva dentro casa: era sempre nera a buia. “Chissà che cose terribili sta facendo”, si dicevano gli amici e, senza farsi notare, si ritiravano.

Però una volta, mentre il gruppo di amici faceva volare gli aquiloni, accadde che il filo di quello di Giosuè si spezzò e l’aquilone precipitò proprio vicino all’abitazione dell’uomo cattivo. Era il più bell’aquilone che avesse mai avuto.

“E adesso cosa faccio?”. Cercò alleati tra gli amici: “Andiamo insieme a recuperare il mio aquilone”.

“Ma sei matto? Non sai che quella è la casa dell’uomo cattivo?”.

“E sì, lo so bene!”, si diceva Giosuè. Dopo tante incertezze, volle rischiare.

Si avvicinò piano, piano, sperava di poter riprendere il suo aquilone approfittando di un momento di distrazione dell’uomo.

Ma appena mise piede nel giardino, quello se ne accorse. Giosuè si bloccò, paralizzato dalla paura. Ma con sua grande sorpresa, l’uomo gli parlò come parlano gli umani: ”Vieni, l’aquilone si è lacerato. Adesso rimediamo”.

E, trafficando insieme per la riparazione dell’aquilone, i due divennero quasi amici.

(10)

Prima di andarsene via con il suo aquilone rimesso a nuovo, Giosuè non riuscì a trattenere la domanda: “Ma tu sei un uomo cattivo?”.

E l’altro rispose: “Una volta ho sbagliato e perciò mi hanno condannato:

Ci fu però una notte in cui ricevetti la visita degli angeli che annunciavano: «E’ nato il salvatore»

Perciò ho cambiato vita e ho imparato la preghiera che dice: rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.

Possiamo pregare insieme, se vuoi”.

Da allora Giosuè, quando gli si rompe qualche cosa, chiede all’uomo vestito di nero un aiuto per ripararla e non ha più paura perché sa che quell’uomo non è più cattivo. Hanno imparato a pregare.

4

o

momento - accendiamo il cero e affidamento

Si accende il cero già predisposto e si compie la preghiera di affidamento all’angelo che vince la paura MAMMA e/o PAPÀ:

Angelo del perdono, entra nella nostra casa perché, imparando dal Bambino Gesù, ognuno di noi cresca nell’accoglienza di ogni persona, dando a tutti, come fai tu, la possibilità di ripartire anche dopo piccoli e grandi errori. Insegnaci a pregare

“Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.

Amen.

• Preghiera finale

Signore Gesù, le tue parole e la tua nascita cambiano il cuore anche “dell’uomo cattivo”.

Alla fine di questa giornata insieme, ti affidiamo una preghiera ed è quella di imparare ogni giorno a lasciarci perdonare da Te, per essere pronti a perdonare ogni altra persona.

In questo Natale porta luce in qualche situazione di buio che sperimentiamo in famiglia o nelle relazioni con gli amici. Donaci un cuore grande, capace di amare. Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen

• Canto

(11)

SABATO 19 DICEMBRE Q

UARTO GIORNO

1

o

momento - per entrare nella Preghiera

• Canto

• introduzione

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

G. Nel momento in cui ci accorgiamo di aver fatto qualche cosa di sbagliato, capita di aver paura di essere castigati. Dalla paura di un Dio cattivo.

Liberaci, Signore.

G. Dalla paura di dire la verità e di riconoscere il perdono di Dio.

Liberaci, Signore.

G. Dalla paura di non essere perdonati dal tuo amore tenero e vicino.

Liberaci, Signore.

G. Dalla paura di un Dio che non è Padre buono e misericordioso.

Liberaci, Signore.

• preghiera

Preghiamo.

O Padre amorevole e buono, ti affidiamo la nostra famiglia perché incontri nel Bambino Gesù il volto del tuo amore tenero e misericordioso, lento all’ira e grande nell’amore.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

(12)

2

o

momento - in ascolto della Parola

• Lettura della prima lettera di Giovanni (1Gv 4,14-15)

14

E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo.

15

Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio.

3

o

momento - il racconto*

Terza paura: la paura di Dio

Sapeva di averla fatta grossa. Sapeva di essere un monello, furbo e senza tanti scrupoli. Ma quella volta Tommaso aveva davvero esagerato.

Aveva infatti osservato con quanta cura il contadino raccoglieva e sceglieva le fragole e le metteva al fresco. Nel giorno del compleanno del nipotino, ogni anno, tutta la famiglia era invitata per la “merenda in campagna” e in quell’occasione il contadino offriva le fragole più belle.

Tutti aspettavano quel momento in cui lui donava le sue fragole con la fierezza del lavoro compiuto e del frutto ben meritato.

Ma Tommaso quel pomeriggio s’era avventurato dentro il capanno del contadino, senza essere visto da nessuno, aveva preso il cesto delle fragole e ne aveva fatto una scorpacciata: come erano buone!

Avreste però dovuto sentire le imprecazioni del contadino, il pianto del nipotino, la delusione dei familiari: la festa era rovinata.

Tommaso, al sicuro da ogni sospetto, non era però al riparo dal giudizio di Dio. Infatti, da allora aveva sentito più forte la paura di Dio. Si immaginava un Dio arrabbiato e si aspettava terribili punizioni. Non c’è nessun posto dove nascondersi da Dio. Il castigo è tremendo! L’inferno è una prigione eterna. Pensava: “Forse mi manderà una malattia. Forse manderà la morte a cercare qualcuno a casa mia”. Dopo un po’ altre fragole maturarono, la festa fu ancora più allegra, anche se celebrata il mese successivo: l’incidente misterioso era stato dimenticato. Ma Tommaso continuava ad avere paura di Dio, a immaginare un Dio arrabbiato che stava preparando il tremendo castigo.

Tuttavia, quella notte, aggirandosi là dove c’erano i pascoli e i pastori, incontrò Giuseppe: neppure Tommaso seppe mai dire il perché, ma cominciò a raccontargli delle fragole e della paura di Dio.

(13)

Giuseppe, allora, lo condusse presso la mangiatoia dove stava il bambino e gli disse: “Può farti paura questo bambino? E ti assicuro: è proprio qui il vero Dio! Nessuno ha mai visto Dio, perciò smetti di fantasticare.

Il Figlio, che è Dio, ce lo ha rivelato. Dio è Padre”. Tommaso vinse la paura di Dio quando cominciò a pregare: “Padre! Padre nostro che sei nei cieli...”.

4

O

MOMENTO - accendiamo il cero e affidamento

Si accende il cero già predisposto e si compie la preghiera di affidamento all’angelo che vince la paura MAMMA e/o PAPÀ:

Angelo dell’amore di Dio, entra nella nostra casa perché impariamo tutti, piccoli e grandi, che il Bambino Gesù viene per donarci fiducia, per toglierci la paura di essere condannati quando sbagliamo e per mostrarci che la via per stare bene con noi stessi e gli altri è fidarci del tuo perdono: “rimetti, cioè perdona, a noi i nostri peccati”.

Amen.

• Preghiera finale

Vieni, Signore Gesù, donaci di guardare alla grotta di Betlemme con stupore, poesia, incanto ma anche nella concretezza di chi riconosce in Te, Bambino indifeso, un amore più grande, l’amore di un Padre che è pronto al perdono, che non vuole la condanna del peccatore ma che “si converta e creda”.

Vieni, Signore Gesù, e, affidandoci al tuo perdono, donaci di amare sempre di più la verità che è bontà, bellezza e armonia.

Amen.

• Canto

(14)

1

o

momento - per entrare nella Preghiera

• Canto

• Introduzione

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

G. Spesso nella vita di famiglia capita di litigare e, tutti, si prova tristezza e paura. E’ la paura di perdere la pace del cuore.

Donaci la pace del cuore, Signore.

G. Dalla paura di dovere sempre litigare, non capirsi, contrapporsi gli uni agli altri.

Donaci la pace del cuore, Signore.

G. Dalla paura di essere dimenticati e abbandonati da chi ci vuole bene.

Donaci la pace del cuore, Signore.

G. Dalla paura di non riuscire più a comprenderci, a capirci e a dialogare.

Donaci la pace del cuore, Signore.

• preghiera

Preghiamo.

O Padre, ci avviciniamo al Natale di Gesù, nostro Signore.

Infondi nei cuori di ogni persona la fiducia in te che doni pienezza di luce e di significato alla vita.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

DOMENICA 20 DICEMBRE

QUINTO GIORNO

(15)

2

o

momento - in ascolto della Parola

• Lettura del Vangelo di Luca (Lc 2,10-14

10

L'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:

11

oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo

Signore.

12

Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

13

E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito

celeste, che lodava Dio e diceva:

14

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

3

o

momento - il racconto*

Quarta paura: La paura dei litigi di papà e mamma

Tra le case del villaggio, quella di Giovanna era una delle più belle. A Giovanna non mancava niente, però era sempre timorosa, triste e un po’

arrabbiata.

Aveva paura quando il papà e la mamma litigavano. Il fatto è che litigavano sempre. Bastava una frase per scatenare una tempesta di parole dure, di silenzi insopportabili, di porte sbattute.

Il papà e la mamma volevano molto bene a Giovanna. Forse non si rendevano conto di quanto le facessero paura le loro sfuriate, o forse non riuscivano a liberarsi da qualche emozione negativa che era entrata in loro. Non passavano mai l’ora della cena come un momento felice.

Giovanna aveva paura. Aveva paura che un giorno, sbattuta la porta per uscire, il papà non tornasse più. Quando andava a letto, dopo la solita litigata della sera, non si faceva vedere da nessuno, ma sotto le coperte piangeva e pregava: ”Per favore, Signore, per favore, fa che si vogliano bene! Per favore, Signore, per favore non permettere che si separino”.

Spesso si addormentava piangendo e pregando.

Quella notte qualcuno bussò alla porta, a un’ora davvero insolita. Era già tardi. Si svegliò anche Giovanna e vide il papà andare ad aprire. A bussare erano due viandanti, un uomo e una donna. Venivano, come tanti, per il censimento e la donna aspettava un bambino. Chiedevano un tetto, un riparo.

Il papà restò un poco a pensare, poi disse: “Se volete, dietro casa c’è la vecchia stalla...”. Si sistemarono come fu possibile. Tutto tornò silenzioso.

Ma nel cuore della notte Giovanna si svegliò un’altra volta. C’era una luce, c’era un canto, c’era una festa.

(16)

C’erano angeli che intonavano: “...e sulla terra pace agli uomini che egli ama”

Giovanna, spiando alla finestra, vide che il papà e la mamma si fecero vicini vicini e si scambiarono un abbraccio, come se fosse una specie di perdono. La bambina tornò a dormire e da allora non ebbe più paura (anche perché il papà e la mamma non litigarono più). Ah, che notte, quella notte! Gli angeli della pace avevano visitato la terra.

4

o

momento - accendiamo il cero e affidamento

Si accende il cero già predisposto e si compie la preghiera di affidamento all’angelo che vince la paura MAMMA e/o PAPÀ:

Angelo della pace, custodisci le nostre case perché, anche dopo ogni contrasto e discussione, ritroviamo pace e armonia. La pace che è dono del Natale perché scaturisce dalla luce della grotta di Betlemme, scuola di amore, dell’amore di Dio per gli uomini e, quindi, dell’amore sponsale e fraterno.

Amen.

• Preghiera finale

Vieni, Bambino Gesù,

dono dell’amore di Dio che è Padre.

Vieni e dona a tutta la nostra famiglia un cuore grande, capace di riconoscere il tuo bene. Un cuore che impari a riconoscere anche gli sbagli e le mancanze di reciproca carità, per arrivare a dimenticare le offese e i torti subiti.

Vieni e donaci la forza del tuo amore, perché abbiamo a gareggiare nello stimarci a vicenda, continuando ad amare senza perdere la speranza. Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

• Canto

(17)

1

o

momento - per entrare nella Preghiera

• Canto

• introduzione

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

G. Ogni uomo e donna, piccolo o grande, a volte ha la paura di perdersi.

Donaci, Gesù, di guardare alla luce della grotta di Betlemme per tornare a casa.

G. Non sempre comprendiamo cosa è bene scegliere, quale bene fare.

Donaci, Gesù, di guardare alla luce della grotta di Betlemme per tornare a casa.

G. Non sempre incontriamo amici disinteressati e pronti a darci fiducia.

Donaci, Gesù, di guardare alla luce della grotta di Betlemme per tornare a casa.

• preghiera

Preghiamo.

Accogli, o Padre, la nostra preghiera, donaci di guardare alla luce della grotta di Betlemme perché, con la beata Vergine Maria e San Giuseppe, possiamo ritrovare sempre la strada per uscire dalla fatica della prova.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

LUNEDI21 DICEMBRE

SESTO GIORNO

(18)

2

o

momento - in ascolto della Parola

• Lettura del Vangelo di Matteo (Mt 2,9-10))

9

Udito il re (Erode), essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.

10

Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.

3

o

momento - il racconto*

Quinta paura: La paura di perdersi

Il bosco, con il suo fascino, il suo mistero, le sue sorprese. Il papà amava addentrarvisi e Giacomina lo seguiva volentieri. Cercavano funghi, scoprivano distese di mirtilli, ascoltavano la cantilena del ruscello. La bambina si mostrava audace, si spingeva lontano, anche se il papà le raccomandava: “Non allontanarti troppo! Attenta a dove metti i piedi!”.

Quel pomeriggio Giacomina saliva e saliva sulla montagna boscosa. Forse immaginava di scoprire tesori sconosciuti. Finché a un certo punto chiamò:

“Papà!”. Ma lui non rispose. Chiamò ancora, chiamò più forte, ma nulla.

Forse era più in alto, forse più in basso, forse era andato verso l’altro bosco.

Lei chiamava più forte, ma lui non rispondeva.

“Mi sono persa! Il papà sarà in pensiero. Forse mi chiama e non lo sento”, venne da pensare a Giacomina.

Fu presa dall’angoscia. “Ma da che parte era il bosco?”. Si mise a cercare in una direzione, pensando. ”Di qui sono già passata, quindi di qui si ritorna sul sentiero!”. Ma finì per interrompere la corsa di fronte a un groviglio di rovi. “Forse devo scendere”. Ma si bloccò affacciandosi alla roccia scoscesa. Ogni angolo del bosco sembrava già visto eppure sconosciuto. Cercando il sentiero, ne trovò tre: “Quale sarà quello giusto?”.

Si era perduta!

Non seppe neppure come, ma infine riuscì a raggiungere il papà che l’aspettava sul sentiero del ritorno: troppo in basso, troppo di lato per sentire la paura di Giacomina e il suo richiamo.

Da allora, Giacomina sentì tornare la paura di perdersi ogni volta che si inoltrava nel bosco, ogni volta che si immergeva nella grandi folle. Si sentiva perduta.

Ma quella notte riconobbe nel cielo una stella, la stella cometa che indica la strada e permette di non perdersi mai, di non sentirsi abbandonati.

Quella notte imparò che in ogni cielo c’è una stella, un segno che guida il cammino. La stella viene a raccogliere la preghiera: non abbandonarci alla tentazione.

(19)

4

o

momento

-

accendiamo il cero e affidamento

Si accende il cero già predisposto e si compie la preghiera di affidamento all’angelo che vince la paura MAMMA e/o PAPÀ:

Angelo della luce, illumina, custodisci, proteggi e guida la nostra famiglia perché se qualcuno di noi si perde nel buio e in qualche situazione oscura, ritrovi la via pregando il Padre perché non sia abbandonato alla tentazione.

Amen.

• Preghiera finale

Signore Gesù, nei momenti in cui perdo la luce e la gioia accompagnami a ritrovare la stella che mi porta a te.

Signore Gesù, quando non riesco a vedere luce nella mia vita, tienimi la mano sulla testa e guida il mio cuore per ritrovare la stella che mi porta a casa.

Signore Gesù, nel momento della fatica, sorreggimi ancora più forte per vedere la stella che mi porta a Betlemme.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

• Canto

(20)

1

o

momento - per entrare nella Preghiera

• Canto

• introduzione

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

G.

Anche le persone più preparate e forti hanno le loro paure.

Donaci la luce di Betlemme per vivere la gioia.

G.

Quando siamo timorosi di non essere all’altezza della situazione.

Donaci la luce di Betlemme per vivere la gioia.

G.

Quando vorremmo dare di più di quanto possiamo dare.

Donaci la luce di Betlemme per vivere la gioia.

• preghiera Preghiamo.

Guarda, o Dio, dal cielo il tuo popolo e vieni; tu che ci indichi nell’umiltà di Maria, tua e nostra Madre, l’origine della gioia, accompagnaci ad essere pronti a donare per contribuire così alla diffusione della gioia del Natale.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

MARTEDI 22 DICEMBRE

S

ETTIMO GIORNO

(21)

2

o

momento - in ascolto della Parola

• Lettura del Vangelo di Luca (Lc 1,46-48)

46

Allora Maria disse:

«L'anima mia magnifica il Signore

47

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

48

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.

3

o

momento - il racconto*

Sesta paura: La paura di essere escluso

Efrem aveva molte qualità. Ma certo non si può dire che fosse un campione nel gioco del calcio. A scuola ogni cosa gli riusciva bene e senza troppa fatica: sapeva ripetere a memoria anche poesie lunghe e complicate; dalla sua matita uscivano volti e fiori e paesaggi come per magia. Era un ragazzo educato e gentile: sapeva conquistare l’affetto delle nonne e anche la generosità delle loro mance.

Ma sul campo di gioco era impacciato e lento. Il problema era che ai suoi amici non interessavano né le sue qualità scolastiche e artistiche né i suoi modi educati e gentili.

Pensavano sempre e solo a sfidarsi sul campo di calcio. Perciò Efrem viveva il momento in cui si facevano le squadre come un incubo, una mortificazione. I capitani sceglievano tutti e lo lasciavano di riserva. Finiva sempre in panchina.

Cresceva in lui la paura di essere escluso. Quella volta, poi, ne fece una tragedia. Cercando un modo per conquistarsi un posto sicuro in squadra, si presentò sul campo con un bellissimo pallone nuovo. I suoi amici lo circondarono ammirati, gli fecero i complimenti, gli dissero: “Che bel pallone! Questo è proprio come quello dei campioni. Dai che giochiamo!”.

Efrem volle porre condizioni: “Sì, però… se volete giocare con il mio pallone, faccio io il capitano”. Non gli dissero di no, composero le squadre, avviarono la partita. Ma, dopo il primo clamoroso goal mancato, lo assalirono e Efrem finì di nuovo in panchina, con la rabbia di vedere i suoi amici scatenarsi con il suo pallone.

Non si presentò più sul campo di calcio. Era bloccato in casa dalla paura di essere escluso dal gruppo, umiliato dai suoi compagni.

Finché un giorno, all’alba, Efrem si accorse che qualcosa era successo nella notte: vedeva gruppi di pastori che si aggiravano per le strade del villaggio con parole liete, con esclamazioni di sorpresa.

Allora volle anche lui vedere quello che era accaduto e si avvicinò alla vecchia stalla, vide il bambino nella mangiatoia e sentì la sua mamma, Maria, che cantava sottovoce: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”.

(22)

Efrem imparò a vincere la paura di essere escluso: non valeva la pena pretendere di essere al centro dell’attenzione, piuttosto forse poteva anche lui, così com’era, contribuire alla gioia degli altri.

4

o

momento - accendiamo il cero e affidamento

Si accende il cero già predisposto e si compie la preghiera di affidamento all’angelo che vince la paura MAMMA e/o PAPÀ:

Angelo della gioia, ti preghiamo e ti affidiamo la nostra famiglia perché ognuno di noi riconosca che le capacità di ciascuno sono per il bene di tutta la famiglia.

Angelo della gioia, donaci la pace di accettare doti e limiti gli uni degli altri.

Amen.

• Preghiera finale

Bambino Gesù, il dono del tuo Natale mi permette di guardare alla vita con gioia.

È la gioia di Maria, tua Madre, che riconosce il dono unico e straordinario ricevuto ma non si inorgoglisce.

È la gioia dei pastori che continuano ad essere attenti alle loro occupazioni quotidiane ma diventano, al tempo stesso, annunciatori della gioia.

È la gioia pacata di Giuseppe che fa molto silenzio ma sa custodire la gioia e la luce del mondo.

È la gioia incontenibile degli angeli che cantano “Gloria a Dio e pace in terra agli uomini che Egli ama”.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

• Canto

(23)

MERCOLEDI 23 DICEMBRE

OTTAVO GIORNO

1

o

momento - per entrare nella Preghiera

• Canto

• introduzione

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

G. Alcuni giorni sono più lieti mentre altri sono più tristi. Nei giorni più tristi capita di avere paura che possa succedere qualcosa di brutto a noi o ai nostri cari.

Tieni viva, Bambino Gesù, la luce della fiducia in Te.

G. In ogni famiglia e per ogni persona ci sono giorni dove tutto è luminoso.

Accompagnaci, Bambino Gesù, a vivere questo giorno come occasione di gioia accolta e condivisa.

G. Altri giorni, invece, sono lenti nel passare e con pensieri un po’ oscuri.

Regalaci, Bambino Gesù, anche in questi giorni luce nella notte.

• preghiera

Preghiamo.

O Padre, siamo ormai prossimi al Natale di Gesù, tuo Figlio.

Invochiamo il dono della luce che scaturisce dalla grotta di Betlemme, infondendo pace e gioia all’umanità.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

(24)

2

o

momento - in ascolto della Parola

• Lettura del Vangelo di Luca (Lc 2,10-12))

10

L'angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:

11

oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo

Signore.

12

Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

3

O

MOMENTO - il racconto *

La paura che succeda qualcosa

Papà lavorava tutto il giorno. Spesso usciva al mattino quando Maddalena ancora dormiva. Quando il sole tramonta, i lavori nei campi finiscono, ma il papà di Maddalena non finiva di lavorare. Perciò scendeva la sera e spesso lui non era ancora tornato a casa. La mamma preparava la tavola, cuoceva la cena, ma il papà ancora non tornava. La mamma sembrava non darsi pensiero, anche se talora sospirava. Maddalena però cominciava a essere inquieta, ad avere paura: “Sarà successo qualcosa?”.

Cercava rassicurazione nella mamma, ma le sue parole erano sempre vaghe: “Avrà incontrato gli amici. Sarà andato dal fabbro per riparare un attrezzo. Forse deve discutere con il padrone per la prossima semina. Sta tranquilla, presto arriverà”. Però qualche volta il papà arrivava proprio tardi e le ore di attesa erano per Maddalena una specie di tortura.

Non ne parlava con la mamma perché voleva dimostrare di essere grande. Ogni passo che sentiva sulla strada prometteva sollievo e spesso causava delusione: non era ancora il papà.

A Maddalena piaceva giocare con gli amici e le amiche del villaggio.

Passavano ore senza accorgersi, correndo, litigando, sfidandosi. Poi lei tornava a casa sudata e contenta. Di solito l’accoglieva la mamma con un sorriso e una brocca d’acqua fresca con menta e limone. Ma talvolta Maddalena rientrava in casa e la mamma non c’era, la chiamava e lei non rispondeva, la cercava e non la trovava: non era in cucina, non era nell’orto. “Dov’è la mamma?”.

Maddalena cominciava ad avere paura: “Sarà successo qualcosa?”. Si immaginava le cose più terribili e angoscianti e stava in ansia.

Ogni sera, però, il papà rientrava dopo la giornata di lavoro; ogni volta la mamma rientrava dopo qualche commissione o chiacchierata con le amiche.

Maddalena però era fatta così: aveva sempre paura che succedesse qualcosa, che ci fossero in agguato per lei o per i suoi, che qualche disgrazia minacciasse la sua famiglia, che qualche malintenzionato potesse

(25)

Quella notte, dopo ore di attesa e di apprensione, il papà rientrò tutto emozionato e agitato: ”Vieni Sara, vieni Maddalena: nella vecchia stalla è nato un bambino!”.

Si avviarono tutti e tre trepidanti e curiosi, in una notte che sembrava persino luminosa, e trovarono il bambino nella mangiatoia. Maria, la madre, e Giuseppe, il suo sposo, accoglievano tutti con un silenzio raccolto e un sorriso beato e talora suggerivano: “Ecco il bambino, è venuto per fare la volontà del Padre”.

Maddalena cominciò a comprendere che la sua paura poteva essere vinta, se anche la notte tra la povera gente poteva essere il momento scelto da Dio per compiere il suo desiderio di dare gioia all’umanità, con la nascita del suo Figlio bambino. Maddalena iniziò a pensare che ogni situazione può essere una minaccia, ma un’occasione per accogliere la visita di Dio. E cominciò anche a pregare: “Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”.

4

o

momento - accendiamo il cero e affidamento

Si accende il cero già predisposto e si compie la preghiera di affidamento all’angelo che vince la paura MAMMA e/o PAPÀ:

Angelo del sorriso, vieni nella nostra casa e donaci la gioia di riconoscere nel Bambino Gesù, nato a Betlemme, il dono più grande di Dio. In questo Bambino Dio è con noi ed è vicino, guida e orienta, protegge e ama.

Amen.

• Preghiera finale

Una gioia profonda e sincera, oggi, Signore, dà colore e speranza al nostro cuore:

Tu ci ami e per la nostra felicità doni te stesso, senza misura, senza calcolo, senza chiedere contraccambio.

La tua vita fatta dono continua a diventare carne nei sì di tutti coloro che credono in te e scelgono con te, di far vincere l’amore che sboccia nel Natale.

Insegnaci, Signore, a seminare vita, a ridonare speranza, a far brillare la luce del bene, in ogni situazione. Amen.

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

(26)

AUGURIO E PREGHIERA

Le storie dei ragazzi di Betlemme possono essere le storie di tutti i ragazzi del mondo.

Ma quella notte, la notte di Natale, rappresenta per tutti gli uomini e le donne amati da Dio la grazia che vince ogni paura.

E’ infatti, la notte adatta per imparare a pregare, a pregare come Gesù ha insegnato:

Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male.

Con questa preghiera voglio che giunga a voi tutti il mio augurio per vivere il Natale, per incontrare Gesù, per vincere le sette paure, imparando a pregare.

(+ Mario Delpini) Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito. Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

(27)

1. Camminiamo incontro al Signore

R. Camminiamo incontro al Signore,

camminiamo con gioia, Egli viene, non tarderà, Egli viene, ci salverà.

1. Egli viene: il giorno è vicino e la notte va verso l’aurora, Eleviamo a Lui l’anima nostra, /non saremo delusi./ 2 v. R.

2. Egli viene: vegliamo in atte- sa, ricordando la Sua Parola Rivestiamo la forza di Dio, /per resistere al male. / 2 v. R.

3. Egli viene: andiamogli incon- tro,

ritornando sui retti sentieri, Mostrerà la Sua misericordia, /ci darà la Sua grazia. / 2 v. R.

2. Innalziamo lo sguardo

Buttazzo

R. Innalziamo lo sguardo, rinnoviamo l’attesa:

ecco viene Signore, viene, non tarderà 1. Brillerà come luce la salvezza per noi:

la Parola di Dio

nascerà in mezzo a noi.

2. Questo è tempo di gioia, di speranza per noi:

il Creatore del mondo regnerà in mezzo a noi.

3. Proclamiamo con forza il Vangelo di Dio.

Annunziamo con gioia la salvezza di Dio.

4. Percorriamo i sentieri che ci portano a Dio.

Nell’amore vedremo La presenza di Dio.

3. Emmanuel tu sei - Buttazzo

1. Emmanuel, tu sei qui con me.

Vieni piccolissimo incontro a me.

Emmanuel, amico silenzioso, della tua presenza riempi i giorni miei.

R. Sei la luce dentro me, sei la via davanti a me.

Nella storia irrompi tu:

io ti accolgo mio Signor.

2. Emmanuel, tu sei qui con me.

La tua dolce voce parla dentro me, Il cuore mio sente che ci sei E nell'amore vuoi guidare i passi miei. R.

3. Emmanuel, tu sei qui con me, riempi di speranza tutti i sogni miei.

Sei tu il mio Re, il Dio della mia vita, Fonte di salvezza per l'umanità. R.

4. Là, là sulla montagna R. Là, là sulla montagna sulle colline vai ad annunziar Che il Signore è nato, è nato è na- to per noi.

1. Pastori che restate sui monti a vigilar La luce voi vedete la stella di Gesù. Rit.

2. Se il nostro canto è immenso pastore non tremar

Noi angeli cantiamo è nato il Salvator. Rit.

3. In una mangiatoia un bimbo aspetterà Che l’uomo ancor ritrovi la strada dell’amor. Rit.

(28)

Tu scendi dalle stelle 1. Tu scendi dalle stelle, o Re del cielo,

/e vieni in una grotta al freddo e al gelo./ 2v O Bambino mio divino,

io ti vedo qui tremar; o Dio beato!

/E quanto ti costò l’avermi amato!/ 2v

2. A te, che sei del mondo il Creatore,

/mancano panni e foco, o mio Signore. / 2v Caro eletto pargoletto, quanto questa povertà più m’innamora, /giacché ti fece amor povero ancora. / 2v

3. Tu lasci il bel gioir del divin seno,

/per venire a penar su questo fieno. /2v Dolce amore del mio core, dove amore ti trasportò?

/O Gesù mio, perché tanto patir?

Per amor mio! /2v

- per imparare i canti cerca sul canale Youtube della nostra comunità Pastorale

Comunità Pastorale San Paolo VI

Calderara - Dugnano - Incirano

La Novena sarà trasmessa sul canale Youtube della nostra comunità Pastorale :

Comunità Pastorale San Paolo VI - Cald. Dugn. Inc. : https://www.youtube.com/user/cpdugnanoincirano

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