• Non ci sono risultati.

1 I Maestri del Bianco e Nero Tutti i diritti ris.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "1 I Maestri del Bianco e Nero Tutti i diritti ris."

Copied!
42
0
0

Testo completo

(1)

1 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

(2)

2 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Corso di Fotografia Digitale per principianti

I GRANDI MAESTRI DELLA FOTOGRAFIA IN BIANCO

E NERO

Guida Pratica

A cura di Andrea Darrei

(3)

3 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Tutti i diritti riservati

Nessuna parte di questo documento può essere riprodotta o trasmessa in alcuna forma elettronica o meccanica senza l’autorizzazione scritta dell’autore.

Tutte le foto presenti in questo volume sono coperte da copyright. Abbiamo fatto tutto il possibile per contattare i detentori dei diritti d’Autore relativi al materiale incluso.

Note legali

Le strategie riportate in questo manuale sono il frutto di anni di studi quindi non è garantito il raggiungimento dei medesimi risultati.

L’autore si riserva il diritto di aggiornare o modificarne il contenuto in base a nuove condizioni. Questo documento ha solo ed esclusivamente scopo informativo e l’autore non si assume nessuna responsabilità dell’uso improprio di queste informazioni.

© Copyright di Andrea Darrei – Tutti i diritti riservati

www.corsodifotografia.net

(4)

4 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Ansel ADAMS

”Molti ritengono che le mie immagini rientrino nella categoria delle foto

“realistiche”, mentre di fatto quanto offrono di reale risiede solo nella precisione dell’immagine ottica; i loro valori sono invece decisamente

“distaccati dalla realtà.”

(5)

5 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Nato a San Francisco nel 1902, Ansel Adams è considerato uno dei più celebri e celebrati fotografi di paesaggio per il suo lavoro nel Sud-Ovest americano.

A pochi anni dalla nascita e prima del catastrofico terremoto del 1906, durante l’infanzia trova nelle vicine dune del Golden Gate una fonte inesauribile di avventure. Il suo legame con la natura si trasforma in vera e propria passione in occasione del primo viaggio allo Yosemite National Park, che iniziò a fotografare, appena quattordicenne, con la sua prima macchina, una Kodak Brownie regalatagli dal padre.

Il parco non viene mai abbandonato, e diviene uno dei soggetti preferiti del fotografo, sebbene nel corso della carriera fotograferà numerose aree naturali.

(6)

6 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Ansel Adams ha dedicato l’intera vita alla natura, contribuendo in modo determinante a consolidare nell’immaginario collettivo l’idea della wilderness americana.

Questa “natura allo stato brado” rappresenta per lui uno stato della mente e del cuore, un diritto che va difeso dalle crescenti minacce costituite da fenomeni come il turismo di massa, l’espansione industriale e la diffusione del consumismo.

Attivamente impegnato come ambientalista, Adams ha condotto in prima persona anche numerose campagne mostrando, attraverso le sue fotografie, non tanto la realtà e le cause del crescente degrado quanto l’irrinunciabile meraviglia della natura incontaminata

.

(7)

7 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Adams veniva «spesso criticato per il fatto di non includere nelle sue fotografie di paesaggi uomini o tracce di umanità. È famoso il commento di Henri Cartier-Bresson: “il mondo sta cadendo a pezzi e tutta la fotografia di Adams e Weston è fatta di rocce e alberi”.

I critici hanno frequentemente definito Adams come un fotografo di una natura selvaggia che non esiste più. Al contrario, i luoghi che Adams ha fotografato sono, con poche eccezioni, precisamente quei luoghi selvaggi e parchi che sono stati conservati fino a oggi», molti salvatisi grazie agli sforzi di ambientalisti come Adams e dei suoi colleghi. Le sue immagini in bianco e nero non erano documenti realistici della natura. Cercavano, invece, un'intensificazione e purificazione dell'esperienza psicologica della bellezza della natura.

(8)

8 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Adams creava un senso di magnificenza sublime della natura che infondeva nello spettatore l'equivalente emozionale dei luoghi selvaggi, spesso più potente di quella reale.

Una volta Ansel Adams affermò che "… una grande fotografia è la piena espressione di ciò che l’autore sente del soggetto che sta fotografando nel senso più profondo; per questo è la vera espressione di ciò che lo stesso (fotografo) sente sulla vita nella propria complessità".

Tecnica fotografica: la sintesi tra tecnica e creatività è uno degli elementi portanti di tutta l’opera fotografica di Ansel Adams. Alla base di tutto c’è la consapevolezza che l’azione combinata dell’obiettivo e della pellicola debba necessariamente simulare al possibile la reazione occhio- cervello.

Questo pensiero si sintetizza in quello che lui chiama il “Sistema Zonale”

che codificherà come la capacità di orientare l’informazione fotografica secondo particolari emozioni personali e soggettive.

Questo controllo totale sulla resa implica un’analisi compositiva dell’inquadratura eseguita con grande capacità tecnica, ma soprattutto un’analisi esposimetrica di ogni gradazione tonale, volta a realizzare un negativo che, una volta lavorato, possa dare in stampa la miglior resa possibile, secondo ciò che il fotografo vuole realizzare.

La tecnica del sistema zonale permise al fotografo di realizzare spettacolari scatti con un eccezionale controllo sulle fonti di luce presenti nell’immagine, volto a catturare ogni minimo dettaglio giocando con la latitudine di posa ed il contrasto, secondo l’effetto che voleva ottenere e ciò che voleva comunicare.

(9)

9 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Ansel Adams è venuto a mancare alla fine dell’aprile 1984, a ottantadue anni. Il suo costante impegno fotografico a diretto contatto con la grande natura della west coast americana gli è valso, a due anni dalla scomparsa, un significativo riconoscimento pubblico.

L’American Board of Geographic Names ha dedicato a Ansel Adams una delle più alte vette della Yosemite National Park, la riserva naturale all’interno della quale lo stesso fotografo svolse una gran parte del proprio lavoro. Quindi, la geografia statunitense comprende ora anche l’Ansel Adams Mount, testimonianza del grande impegno paesaggistico della sua fotografia.

(10)

10 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Henri CARTIER - BRESSON

“Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un evento e il rigoroso assetto delle forme percepite con lo sguardo che esprimono e significano tale evento. È porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore.“

Henri Cartier - Bresson è considerato uno dei più importanti fotogiornalisti di tutti i tempi per l’intensità, la tecnica e la vastità della sua opera, tanto da meritare l'appellativo di “occhio del secolo”. Teorico dell'istante decisivo in fotografia, ha anche contribuito a portare la fotografia di stampo surrealista (ispirata a Eugène Atget) ad un pubblico più ampio.

(11)

11 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Nasce a Parigi nel 1908 da una famiglia alto borghese. Inizia a viaggiare nel 1930 all’età di 22 anni personalizzando il suo lavoro attraverso un’incredibile vastità geografica in un ampio contesto storico che parte dalla vita tipica del periodo pre-industriale, arrivando fino all’era moderna con tecnologie in continua evoluzione.

Oltre che alla fotografia, nella sua lunga carriera si dedica anche al cinema e all’attività documentaristica, al disegno e alla pittura. Nella primavera del 1947, insieme agli amici fotografi Robert Capa, David “Chim”

Seymour, George Rodger e William Vandivert (un manipolo di

“avventurieri mossi da un’etica”, come amava definirli), fonda Magnum Photos, una cooperativa fotografica internazionale con sedi a New York, Londra, Parigi e Tokyo destinata a diventare la più importante agenzia fotografica del mondo.

(12)

12 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Cartier-Bresson applica alla sua fotografia la filosofia del “momento decisivo”: una strada che rese le sue immagini assolutamente uniche e irripetibili. In particolare, utilizza il suo stile di Street – Photography per realizzare scatti variegati, ricchi e incredibilmente vicini al nostro quotidiano.

“Osservare lì dove gli altri sanno solo vedere”. Questa frase racchiude l’essenza del lavoro di Henri Cartier Bresson, la sua inconfondibile cifra stilistica, la diversità del suo approccio alla fotografia, il suo rapporto con la macchina fotografica.

“La mia Leica è letteralmente il prolungamento del mio occhio, il modo in cui la tengo in mano, stretta sulla fronte, il suo segno quando sposto lo sguardo da una parte all’altra, mi da l’impressione di essere un arbitro in una partita che mi si svolge davanti agli occhi, di cui coglierò l’atmosfera al centesimo di secondo”.

(13)

13 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

“Per me la macchina fotografica è una raccolta di bozze e appunti, uno strumento di intuizione e una maestra dell’istante che, in termini visivi, domanda e decide allo stesso tempo. Per dare un significato al mondo, bisogna sentirsi coinvolti in tutto ciò che si inquadra con il mirino e questo richiede concentrazione, disciplina e senso geometrico”.

(14)

14 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Continua poi Cartier-Bresson “È orientando occhio, testa e cuore nella medesima direzione che si arriva alla semplicità d’espressione”. Henri Cartier Bresson muore a Parigi nel 2004, a 96 anni.

Tecnica fotografica: lo stile fotografico di Henri Cartier Bresson è fatto di tanta spontaneità e poca tecnica; dal modo stesso di fare fotografia di Cartier-Bresson nasce la teoria dell'istante decisivo: il fotografo deve cogliere la vita di sorpresa, come se stesse per svegliarsi e le sue immagini debbano fermare i momenti in cui il mondo sembra organizzarsi in tanti pezzi casualmente sparsi.

Maestro della composizione casuale, sceglie di fotografare in luoghi specifici dove c’è un'interazione visiva fra il posto e le persone che lo attraversano. Non fa parte dello stile di H. C. Bresson fabbricare un'immagine facendo mettere il soggetto in posa o modificando l'ambiente intorno a lui. Lui stesso diceva: "c'è un istante in cui tutti gli elementi che si muovono sono in equilibrio"… il lavoro del fotografo è riconoscere e fermare questo equilibrio.

Anche per questa ragione Cartier-Bresson paragonava lo scatto fotografico all'innesco di una trappola, per poi specificare che "è la foto che ti cattura; non si devono catturare foto".

(15)

15 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Robert DOISNEAU

“Vi spiego come mi prende la voglia di fare una fotografia. Spesso è la continuazione di un sogno. Mi sveglio un mattino con una straordinaria voglia di vedere, di vivere. Allora devo andare. Ma non troppo lontano, perché se si lascia passare del tempo l'entusiasmo, il bisogno, la voglia di fare svaniscono.

Non credo che si possa vedere intensamente più di due ore al giorno."

Con gli occhi fissi sulle strade di Parigi e sui suoi abitanti, Robert Doisneau si aggirava nei vicoli e nei quartieri popolari di Parigi esplorando la sua causalità più naturale e sorprendente. La sua fotografia è fatta di scatti improvvisati ma sempre vitale, sorprendente dimostrazione di una curiosità sempre rinnovata nei confronti di ogni manifestazione dell’esistenza umana.

(16)

16 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Figura importante del movimento della fotografia cd. umanista assieme ad H. C. Bresson, R. Doisneau nasce il 14 aprile del 1912 a Gentilly, un sobborgo di Parigi. Scopre il mondo dell’immagine da giovane e, terminati gli studi, diventa disegnatore e grafico in uno studio di pubblicità specializzato in prodotti farmaceutici. Nel 1931 è operatore da Vigneau e nel 1934 è fotografo per le officine Renault da dove viene licenziato cinque anni più tardi per assenteismo.

Nel 1939 diviene fotografo-illustratore free-lance e nel 1946 entra definitivamente all’agenzia Rapho. Doisneau qui trova la sua giusta dimensione per esprimersi e vi rimane per circa cinquant’anni.

Nel 1947 incontra Jacques Prévert e Robert Giraud, due figure importanti della sua vita e nello stesso anno vince il Kodak Prize, ma è nel 1949 con la pubblicazione del suo primo libro “La banlieue de Paris”, che le sue foto fanno il giro del mondo.

(17)

17 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Appartengono a questo periodo alcuni dei suoi scatti più celebri come

“Banlieue de la nuit”, “Baiser valsé” et “Le baiser de l’Hotel de Ville”.

Come si nota dalla sua produzione, il soggetto prediletto delle sue fotografie in bianco e nero sono i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere questa città senza tempo.

E’ una Parigi umanista e generosa ma anche sublime che si rivela nella nudità del quotidiano; nessuno meglio di lui si avvicina e fissa nell’istante della fotografia gli uomini nella loro verità quotidiana, qualche volta reinventata.

“Le meraviglie della vita sono emozionanti. Nessun regista cinematografico sarebbe capace di comunicare l’inatteso che si incontra per le strade.” Il suo lavoro di intimo spettatore appare oggi come un

(18)

18 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

vasto album di famiglia dove ciascuno è capace di riconoscersi e scorgere degli aspetti della propria vita mai fermati e mai mostrati dall’esterno.

Doisneau era profondamente convinto del valore documentale e artistico del suo lavoro, e questi elementi lo ponevano in netto contrasto con la realtà meramente professionale in cui dominava l’incomprensione per questo suo genere di produzione non costruito e “lasciato al caso”.

Il suo obiettivo principale era immergersi completamente nella realtà, in situazioni e comportamenti che per quanto diversi dal proprio vissuto egli voleva documentare, conoscere con quel suo spirito inconfondibile non esente da critiche verso il mondo ma sempre con grande ironia e curiosità.

Da lui arriva la visione di un’umanità fragile ma reale, che vive i momenti a volte sconvenienti e inadeguati della vita senza clamore, lontano dalle convenzioni e dai riflettori. R. Doisneau muore nel suo studio francese di Montrouge il 1 aprile 1994, all’età di 82 anni.

Tecnica fotografica: i lavori di Robert Doisneau, dominati da una forte carica sentimentale, sono indubbiamente influenzati dallo stile di H. C.

Bresson e Andre Kertesz, maestri dello “scatto rubato” e anch’essi rappresentanti della cosiddetta fotografia umanista, che porta quel tipo di sensibilità che pone l’accento sulla condizione dell’uomo nella società.

Come i due maestri, Doisneau sposa la spontaneità nel suo stile fotografico e stupisce spesso non tanto per gli scatti in sè quanto per la sua umiltà che lo spinge a non imporre il suo stile poco convenzionale di fronte ad una realtà molto distante, non solo geograficamente, da Parigi, per di più in quegli anni.

(19)

19 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Elliott ERWITT

“Quando uno si ritrova di colpo in mezzo a estranei che blaterano in una lingua che non capisci, devi usare gli occhi. E cosa vedi? Vedi esseri umani comici, tristi, felici: esseri umani più o meno come te”.

Elliott Erwitt ha seguito la scuola Henri Cartier Bresson, e lo ha fatto nel migliore dei modi, differenziandosi dal “maestro” nello stile e nei contenuti, dove la gioia di vivere sembra prendere inesorabilmente il sopravvento. Il suo stile inconfondibile, caratterizzato dal bianco e nero e dal carattere ironico, è sempre mosso da un unico grande dogma:

l’osservazione come punto di partenza per la realizzazione di qualsiasi tipo di scatto, da quello per un fotoreportage, sino al personale.

(20)

20 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Erwitt è nato nel 1928 in Francia da una famiglia di emigranti russi. Ha trascorso la sua infanzia in Italia, sino al ritorno in Francia e poi al definitivo trasferimento negli Stati Uniti a causa del fascismo (la sua famiglia era ebrea) ed in particolare a New York, città che qualche anno dopo ha designato come sua residenza, anche se la sua concezione di domicilio è sempre stata quella di “luogo dove ti trovi in un dato momento, dal momento che non stai andando in nessun altro luogo”.

La sua carriera di fotografo professionista è iniziata tuttavia nel 1949 quando, durante un viaggio tra l’Italia e la Francia, ha realizzato gli scatti che l’anno reso celebre. Negli anni ‘50 parte nell’esercito americano come assistete fotografo, avendo la fortuna di incontrare personalità del calibro di Robert Capa e Edward Steichen, i quali gli hanno aperto la visione di grandi opportunità per la sua carriera di professionista. Fu proprio Capa ad offrigli l’opportunità di unirsi alla

Magnum Photos

in qualità di membro.

Da allora Erwitt svolge grandi servizi per l’agenzia, occupandosi sia di attualità sia di campagne pubblicitarie per aziende famose, ma seguendo sempre un doppio percorso: durante i suoi spostamenti, accanto alle voluminose attrezzature professionali non dimentica mai di portare con sé una Leica M3, piccola e maneggevole, di cui fa un uso strettamente personale, registrando tutto ciò che lo colpisce in modo particolare.

(21)

21 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Erwitt ha realizzato la totalità dei suoi scatti in bianco e nero, con i quali ci offre una visione del mondo molto personale, che ignora per lo più il paesaggio, per concentrarsi quasi esclusivamente su persone e animali, colti in atteggiamenti apparentemente insignificanti e a volte anche comici, ma sempre in grado di suscitare empatia nell’osservatore. Ciò che emerge da queste fotografie sono le emozioni proprie degli esseri umani, viste e rappresentate in modo semplice e sincero, e sempre caratterizzate da un tocco di umorismo.

“Uno dei risultati più importanti che puoi raggiungere, è far ridere la gente. Se poi riesci, come ha fatto Chaplin, ad alternare il riso con il pianto, hai ottenuto la conquista più importante in assoluto. Non miro necessariamente a tanto, ma riconosco che si tratta del traguardo supremo”.

(22)

22 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Lo stesso: “chiunque può diventare un fotografo con l'acquisto di una macchina fotografica, così come chiunque può diventare uno scrittore con l'acquisto di una penna, ma essere un buon fotografo richiede più che la semplice perizia tecnica. Basta poco per capire se qualcuno è dotato di senso di stile, senso della composizione e un grande istintività.

Tuttavia, tutte le tecniche del mondo non possono compensare l'impossibilità di notare le cose”. Al centro della poetica dell’artista sta proprio l’anima della fotografia, ovvero l’osservazione. L’attenta analisi della realtà che lo circonda.

Questo gli ha permesso di giocare e schernire, sempre in modo benigno, i difetti propri dell’essere umano, eliminando tutte le velleità aleatorie, per giungere alla vera sostanza. Il suo è un mondo gentile, forse un po’ troppo

(23)

23 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

ottimistico e vagamente fuori dal tempo, nel quale non c’è mai spazio per violenza, guerre, crudeltà e dove non compaiono né quartieri degradati né dimore sontuose, ma dominano cani, bambini e famiglie numerose, mentre anche i personaggi famosi sono ritratti nella massima spontaneità.

Negli ultimi anni Elliott ha dedicato le sue energie alla pubblicazione di libri e mostre sui suoi lavori esponendo in gallerie del calibro del Museum of Modern Art di New York e il Reina Sofia di Madrid. Ha oggi 85 anni.

Tecnica fotografica: il tratto che caratterizza maggiorrnente la fotografia di Elliott Erwitt è l’ironia. Uno stile burlesco e frizzante ma al tempo stesso molto classico in cui la tecnica tradizionale e quasi antica del modo di concepire la fotografia si sposa sapientemente con i fotomontaggi e le tecniche più moderne.

I personaggi di Erwitt si alternano davanti all’obiettivo e non sono mai gli stessi: soldati, bambini, medici allineati nei reparti d’ospedale e ancora cani e animali di varie razze.

Un insieme variegato di soggetti che il fotografo sorprende in atteggiamenti semplici per poi esaltarli a suo piacimento in espressioni divertenti e mai scontate.

Nelle fotografie di Erwitt è evidente l’influenza di Henri Cartier Bresson per quella capacità unica ed innata di fermare un soggetto, animato o inanimato, nel suo momento fortunato, nel suo attimo più raggiante.

(24)

24 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Francesca WOODMAN

“Io vorrei che le mie fotografie potessero ricondensare l’esperienza in piccole immagini complete, nelle quali tutto il mistero della paura o comunque ciò che rimane latente agli occhi dell’osservatore uscisse, come se derivasse dalla sua propria esperienza.”

Francesca Woodman è sicuramente una delle figure più emblematiche e fragili della fotografia degli ultimi trent’anni, benché la sua produzione sia limitatissima in quanto la breve carriera dell’artista si è interrotta sul nascere.

Nata a Denver il 3 aprile 1958 in una famiglia di artisti, Francesca nel 1977/1978 trascorre un anno a Roma dove frequenta la libreria antiquaria Maldoror e gli ambienti del Gruppo del quartiere San Lorenzo. Per lei Roma rappresenta quel luogo e quel momento in cui le suggestioni estetiche e stilistiche coltivate in America, arrivano a definitiva maturazione.

(25)

25 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

(26)

26 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Il lavoro della Woodman si concentrava sulle forme del corpo (molte volte il suo) e su ciò che lo circondava, riuscendo spesso a fondere questi elementi in un unicum visivo compatto ed eccezionale. Nelle sue fotografie si ritrovano gli echi e le suggestioni surrealiste, l'uso del corpo come linguaggio, gli influssi dei dolci testi di Breton uniti a quelli della fotografia americana nuda e diretta.

Si può dire che la sua tendenza compositiva fosse quella di allestire gli spazi nei minimi dettagli, in maniera geometrica, per poi “buttarci dentro”

se stessa, fotografandosi nell'atto stesso in cui tenta di sottrarsi, trasformandosi in qualcosa d'altro e confondendosi con il contesto o con qualcosa d’altro.

(27)

27 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Nel gennaio del 1981 ha pubblicato la sua prima e unica collezione di fotografie, chiamata “Some Disordered Interior Geometries”. Nel corso dello stesso mese si suicidò gettandosi da un palazzo di New York all’età di 22 anni. Ignote sono le cause della sua scomparsa, ma una parte della critica tende a raccontare la storia di quest'artista senza schiacciarla a icona della malinconia, anzi, in un certo senso riabilitandola a donna morta non per depressione ma per eccesso di vita.

Tecnica fotografica: “disordinate geometrie interiori ed esteriori”, con questa definizione può sintetizzarsi lo stile di Francesca Woodman, artista sconosciuta in vita e consacratisi dopo la morte.

Il corpo che diventa mezzo di espressione al pari degli oggetti. Tra ironia e disincanto le composizioni colgono con naturalità ombre, figure senza volto, corpi, mobili, frammenti, e oggetti.

Nei suoi lavori utilizza sempre il bianco e nero, con il frequente uso di esposizioni lunghe o doppie esposizioni, in modo da poter partecipare attivamente e modellare a suo piacimento la trasposizione dell’immagine sulla pellicola. Questa tecnica le ha altresì permesso di creare i suoi nudi quasi inquietanti, i giochi surreali e mostrare una sessualità tanto ansiosa e movimentata quanto eterea ed evanescente.

(28)

28 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Helmut NEWTON

“Nelle mie foto non c’è emozione. E’ tutto molto freddo. Volutamente freddo.”

Helmut Newton (1920 – 2004) è stato un fotografo tedesco di moda, diventato famoso in tutto il mondo per i suoi studi sul nudo femminile.

Nato a Berlino e figlio di due ebrei, Newton cresce nella borghesia tedesca degli anni venti-trenta. Appassionato di fotografia sin da piccolo, a 12 anni lavora con la fotografa Else Simon per oltre 15 anni. Negli anni ’40 arriva in Australia, dove serve l’esercito australiano per ben 5 anni acquisendo nel 1946 la cittadinanza australiana.

(29)

29 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Nel 1947 incontra l’attrice australiana June Browne, che sposerà appena un anno dopo. June Browne diventerà anch’essa fotografa sotto l’appellativo di “Alice Springs”.

Dopo la guerra, Newton si avvicina subito alla fotografia di moda lavorando come fotografo freelance per Playboy e altre riviste di moda tra cui Vogue, GQ, Vanity Fair, Elle e Marie Claire, e fotografa modelli per marchi noti come Chanel, Dolce e Gabbana, Gianni Versace, Yves Saint Laurent e molti altri. Spostandosi in Francia, comincia a lavorare per vari giornali, tra i quali Vogue Francia, nel 1990 gli viene riconosciuto il prestigioso “Grand Prix National de la Photographie”.

Helmut Newton muore a Los Angeles nel 2004 schiantandosi con la sua auto sul muro del Chateau Marmont.

(30)

30 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Lo stile di Newton è caratterizzato da un “erotismo urbano”. In particolare, Newton ha portato il nudo fuori dagli studi di posa, unendolo a tratti feticisti e sado-masochisti, utilizzando una tecnica fotografica dinamica e movimentata e una gestione della luce impeccabile.

Tecnica fotografica: al contrario dei fotografi umanisti esaminati di sopra (H. C. Bresson, R. Doisneau ed anche E. Erwitt), Helmut Newton non lascia nulla al caso e prepara, studia e compone in anticipo ogni sua fotografia, scegliendone minuziosamente location (anche se raramente il maestro scattava in studio e la strada era la sua tela, studiava in anticipo i luoghi), l’ora del giorno, e soprattutto poneva un’attenta riflessione sul soggetto, che doveva “centrare con l’immagine” e con il contesto, penetrarvi indissolubilmente e formarne un tutt’uno.

Generalmente, non sceglieva mai soggetti dai quali non si sentiva intimamente ispirato. Per fare questa scelta, si consultava spesso con la moglie (Alice Springs in arte) della quale aveva piena fiducia, la quale confermava o dissentiva sulla scelta del soggetto.

(31)

31 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Quale fotografo di moda, essenzialmente, Newton scattava spesso e volentieri delle modelle scegliendo uno stile da lui inventato, quale ad esempio l’High Style, Low Life (modelle dall’abbigliamento molto ricercato e fortemente glamour riprese in locations industriali), Business Dominatrix (la donna severa, austera, in tailleur griffato, che maltratta un uomo sottomesso o un’altra donna in un menage lesbo-fetish) o altri stili a lui commissionati per le riviste committenti, sempre a base fashion.

In ogni caso, pur componendo nei dettagli le proprie immagini, Newton resta un fotografo sensibile all’attimo e favorevole alla naturalezza, per cui spesso incoraggia le proprie modelle ad uscire dalle pose ingessate e a mostrare il proprio lato femminile più naturale, spontaneo e ribelle. Ciò gli ha permesso di dare vita a fotografie impeccabili dal punto di vista compositivo, con soggetti che non rinunciano a mostrare la parte più spontanea e unica di sé.

(32)

32 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Ferdinando SCIANNA

“Il fotografo ha la fortuna di potere costruire le immagini ricevendole. Il gesto del fotografare consiste nel ricevere, è un modo di leggere il mondo interpretandolo. E’ nella maniera in cui sceglie i suoi rettangoli o quadrati di tempo e di vita che il fotografo finisce col costruire il suo mondo.”

Ferdinando Scianna è nato a Bagheria, in Sicilia, nel 1943. E' uno dei più noti fotografi italiani. Nato a Bagheria, in Sicilia, ha iniziato negli anni Sessanta raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d'origine; da questo lavoro è nato anche un libro scritto con Leonardo Sciascia sulle feste religiose.

Trasferitosi per qualche tempo a Parigi, è passato poi a reportages all'estero e dal 1982 è entrato a far parte della della Magnum Photo.

Fotografo tra i più versatili, ha lavorato per la moda, la pubblicità e il reportage.

(33)

33 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Uno stile, un percorso artistico, quello del fotografo che ha una dimensione profondamente letteraria, indipendentemente dal tema trattato dalla guerra, ai frammenti di viaggio, alle esperienze mistiche, legati dalla considerazione che la fotografia è un mezzo artistico, una forma di espressione, di narrazione della moltitudine delle vicende umane.

La fotografia come possibilità di specchiarsi nel mondo, di sentire e pensare la vita, non soltanto come mera testimonianza di una visione. Lo stile di Scianna nasce dalla concezione della fotografia come strumento che documenta il teatro dell’esistenza, attraverso l’intrecciarsi dei destini e della storia del mondo di cui ognuno è partecipe attivamente e passivamente per il solo fatto di esistere.

(34)

34 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

L’obiettivo di Scianna è quello di fornire una testimonianza visiva di un universo sconosciuto, popolare attraverso un genuino interesse di documentazione.

Tecnica fotografica: lo stile fotografico di Ferdinando Scianna si può riassumere nella costante ricerca di un ordine e di una forma nel caos della vita.

A metà strada tra fotografia umanista ed impegno sociale, Scianna fa proprio il gioco di luci ed ombre proprio della fotografia in bianco e nero per dare vita ad un mondo sconosciuto, popolare, parallelo e allo stesso tempo rivelatore del reale.

(35)

35 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

La sua indagine fotografica compie una ricerca sull’identità, individuale e collettiva, che si risolve nella scoperta del senso di appartenenza ad una realtà, senza rinunciare ad uno sguardo critico.

Per Scianna, il fotografo ha il compito di essere testimone del proprio tempo, ed ha il dovere etico di capire cosa deve essere fotografato, un compito che deve assolvere con forte senso di responsabilità, senza mai tradirsi, poiché il suo lavoro è destinato ad influenzare le coscienze.

Anche per questo, Scianna critica fortemente le odierne tecniche di manipolazione fotografica con le quali le persone alterano la realtà dei fatti, complice anche una società attratta da immagini di beni di consumo e dalla spettacolarizzazione delle tragedie.

(36)

36 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Robert CAPA

“Se le vostre foto non sono abbastanza belle, allora non siete abbastanza

vicini“.

“Come fotografo di guerra spero di rimanere disoccupato per il resto della mia vita”. Così affermava Robert Capa, il più grande fotoreporter di guerra di sempre, le cui fotografie rimangono nella storia per la loro intensità e la raffigurazione di scenari di battaglia, colti negli attimi più importanti.

Capa, pseudonimo di Endre Ernő Friedmann, nacque in Ungheria nel 1913 e lasciò subito la sua terra per dedicarsi alla fotografia a tempo pieno, girando il mondo per raccontare, attraverso le foto, la drammaticità della guerra.

(37)

37 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Senza dubbio l’esperienza bellica fu al centro della sua attività di fotografo: iniziò come fotoreporter durante la guerra civile spagnola, proseguì attestando con i suoi scatti la resistenza cinese di fronte all’invasione del Giappone, la seconda guerra mondiale, fra cui spicca la documentazione dello sbarco in Normandia, e ancora il primo conflitto Arabo-Israeliano, e quello francese in Indocina, durante il quale morì, ucciso da una mina antiuomo, a soli 40 anni.

Robert Capa fu tra i primi a capire l’importanza del mezzo fotografico come arma di denuncia e di testimonianza; i suoi reportage comparirono sulle più importanti riviste internazionali, fra le quali Life e Picture Post.

(38)

38 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Durante la sua breve e folgorante carriera, riuscì a documentare cinque guerre, con quel suo modo di fotografare potente e toccante allo stesso tempo, senza alcuna retorica e con un’urgenza tale da spingersi a scattare a pochi metri dai campi di battaglia, fin dentro il cuore dei conflitti.

Le sue immagini colpiscono ancora oggi per la loro immediatezza, per l’empatia e l’umanità che riescono a comunicare: più che le battaglie, Capa racconta gli eventi bellici attraverso gli sguardi della popolazione civile, dei bambini, e di tutti i sopravvissuti che, nonostante le perdite e la distruzione, riescono, con ammirevole forza e dignità, ad andare avanti.

Sicuramente una delle sue fotografie più famose è Il Miliziano colpito a morte, che raffigura un soldato dell’esercito repubblicano spagnolo ucciso

(39)

39 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

in uno scontro a fuoco con le truppe franchiste nella guerra civile spagnola degli anni Trenta. Di fondamentale importanza sono anche alcuni scatti che documentano lo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944.

Trascorrendo la maggior parte della sua vita al fianco dei soldati, assistette alle tragedie della guerra e proprio su questa affermò che rappresentava “un inferno che gli uomini si sono fabbricati da soli”.

Molti fotografi recentemente hanno preso il suo esempio, ed è proprio grazie a loro e al loro coraggio che possiamo vedere con i nostri occhi quanto insensata, drammatica e terribile sia una guerra.

Tecnica fotografica: da buon padre del fotogiornalismo moderno, per Robert Capa ciò che è importante nella fotografia è, più che la perfezione della resa, la vicinanza espressiva al racconto messo in scena.

(40)

40 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Le fotografie di Robert Capa appaiono spesso mosse, fuori fuoco, condite da un’ambiguità della tecnica fotografica e dalla disattenzione da ogni regola. L’imperfezione stilistica sottesa da alcune sue importanti immagini non mina tuttavia l’efficacia vera del racconto fotografico, in quanto per Capa “Per scattare foto non servono trucchi, non occorre mettere in posa.

Le immagini sono lì, basta scattarle. La miglior foto, la miglior propaganda, è la verità.” E, visto il suo successo nel cogliere in maniera cosi realistica momenti di tragedia e di tensione uniche, aveva ragione.

La stessa rivista Life, che pubblicò undici scatti di Capa sullo sbarco in Normandia, si scusò se le immagini erano leggermente fuori fuoco ma andò oltre, affermando che “la situazione concitata dello sbarco giustificava la qualità. Questa è stata la produzione di Capa: un tentativo di cogliere l’attimo per eccellenza, quel singolo istante nella folle frenesia della guerra che controbilancia il rischio di sovvertire alle regole anche più basiche della fotografia.

(41)

41 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

Tra i grandi maestri della fotografia in bianco e nero ricordiamo anche…

 Man Ray

 Margaret Bourke White

 Andrè Kertesz

 Ernst Haas

 Josef Koudelka

 Lynn Johnson

 Robert Mapplethorpe

(42)

42 – I Maestri del Bianco e Nero – www.corsodifotografia.net – Tutti i diritti ris.

© Copyright di Andrea Darrei – Tutti i diritti riservati

www.corsodifotografia.net

Riferimenti

Documenti correlati

L’errore  sorge  nel  momento  in  cui  la  ragione  avendo  definito  un  proprio  campo  di  applicazione  riduce  ciò  che  eccede  ad  errore.  La 

La capacità sistemica di accogliere nel miglior mo- do possibile l’universo studentesco nella sua variegata costellazione di caratteristiche, potenzialità e bisogni educativi

1 Nelle notti d’estate, il cane ulula alla luna piena.. 2 Marte è detto il pianeta rosso a causa del

Converte l’immagine il cui nome del file è passato come argomento al programma da immagine a colori a immagine in bianco e nero.. Il tipo di rappresentazione non cambia

[r]

La escena está enmarcada por líneas sinuosas y enroscadas a modo de serpientes (Tav. La escena visionaria es contrastada con la escena bíblica del Paraí- so, reflejada en la

- the unique combination of professional and non-professional subjects. Such conditions lead to increasing difficulties, with respect to structuring and retaining competences

Effettivamente ψ puo’ rappresentare l’ampiezza di probabilita’ di presenza di. una particella lungo