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U Il medico di domani? Sarà digitale

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Academic year: 2022

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p r o s p e t t i v e

20 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIV numero 1 - febbraio 2017

U

n momento di confronto sui temi e le problematiche le- gate all’ICT (Information and Communication Technology) in rap- porto all’esercizio della professione medica. È quanto ha rappresenta- to il recente Convegno svoltosi a Cortina d’Ampezzo (BL), organiz- zato dall’OMCeO di Belluno, Rovigo e Trieste e indetto dagli Ordini del Tri- veneto. Per Silvestro Scotti, Coordi- natore del Gruppo di lavoro FNOMCeO sull’ICT e relatore al meeting di Corti- na D’Ampezzo, è fondamentale avvia- re un discussione che coinvolga gli Ordini in un processo di identificazio- ne digitale univoca del professionista medico di domani. “Refertazione, pre- scrizione, certificazione - sottolinea Scotti - sono i tre grandi filoni della digitalizzazione dell’assistenza su cui non possiamo non interrogarci. Tutti con un comune denominatore: come proteggere la professione del medico e la relazione medico-paziente”.

In un quadro così innovativo e mute- vole concetti quali il segreto profes- sionale, il consenso informato, l’au- todeterminazione, il rapporto medi- co-paziente assumono infatti nuovi significati ed implicazioni e necessi- tano di nuove definizioni.

“Due domande vanno affrontate, più di altre, da un punto di vista professio- nale - continua Scotti - come fare per

evitare che il prodotto di un software (presente magari nel pc dello studio di un medico) non differisca da quan- to voluto dal medico? E poi: chi saran- no (o dovrebbero essere) i consulenti medici che affiancheranno le softwa- re house che metteranno in commer- cio i programmi informatici che tutti utilizzeremo? Per quanto riguarda la prima domanda, il problema si pone perché può capitare che il prodotto di un’elaborazione informatica sia diver- so da quanto il medico intenda pro- durre; ed è innegabile che siamo di fronte ad un rischio rilevante per il professionista, per la salute pubblica e per il cittadino. Circa il secondo quesito, credo che gli Ordini debbano essere in grado di formare i professio- nisti che parteciperanno allo sviluppo dei programmi che andranno a modi- ficare la professione sul piano infor- matico-digitale: è opportuno per evi- tare distorsioni nella progettazione dei software ed è un discorso che ri- cade sulla tutela del paziente e, quin- di, sul rapporto medico-paziente”.

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¼ Un nuovo profilo per il Mmg

“Occorre, per esempio, pensare ad una ’nuova’ figura nel panorama della Medicina Generale - precisa Scotti - si potrebbe chiamare il ‘medico informa- tico’, una figura esperta del mondo

digitale, ma attenzione non sto parlan- do di ingegneri informatici, ma pur sempre di medici che abbiano le com- petenze per confrontarsi con gli svilup- patori di software e soprattutto ricono- scano eventuali criticità professionali e deontologiche che rischierebbero di ricadere sull’esercizio della professio- ne, una volta implementati alcuni pro- cessi informatici. In altre parole, non vorremmo mai ritrovare un medico menomato dal punto di vista profes- sionale e, peggio ancora, ignaro di questa cosa fino alla prova dei fatti”.

“Il rischio è di andare fuori strada - evi- denzia Scotti - se si pensa che la pro- fessione assorba senza problemi i cambiamenti informatico-digitali, ci ri- troveremo ad affrontare questioni mol- to serie; questo perché nel momento in cui i cambiamenti si realizzeranno il medico si potrà trovare d’improvviso limitato o in parte estromesso dalla sua stessa professione a favore di processi informatici automatizzati: per questo occorre una riflessione prima di tutto all’interno della professione”.

“Mi rendo conto che potrebbe pas- sare il messaggio di una FNOMCeO volta a impedire l’evoluzione digitale della sanità: è esattamente il contra- rio. La sanità deve evolvere dal punto di vista digitale garantendo al meglio i cittadini, il rapporto medico paziente e l’esercizio della professione”.

Il medico che verrà non ha alternative dovrà essere digitale per stare al passo coi tempi. Una certezza che pone una serie di criticità che toccano svariati ambiti professionali, non ultimo il rapporto medico-paziente. Il rischio è che il medico si possa trovare d’improvviso limitato o in parte estromesso

dalla sua stessa professione a favore di processi informatici automatizzati. Questi temi, insieme ad altre problematiche sono state al Centro del recente Convegno svoltosi a Cortina d’Ampezzo (BL),

organizzato dall’Ordine dei Medici di Belluno, Rovigo e Trieste e indetto dagli Ordini del Triveneto

Il medico di domani? Sarà digitale

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