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Dott. Riccardo LASCA ( )

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Academic year: 2022

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Dott. Riccardo LASCA (30.4.2013)

Quando senti …..

Lettera tecnica aperta …… anche al Presidente del Consiglio e al Ministro della Funzione pubblica e della Semplificazione

da parte di uno degli oltre 3.000.000 di dipendenti pubblici “votanti”!

Se tutti in Italia dobbiamo rimboccarci le maniche ed uscire da questo maleodorante e nero pantano in cui siamo precipitati non solo per caso fortuito/forza maggiore - dopo anni di inutili grida di “al lupo, al lupo” provenienti da più parti, ma inascoltate, anzi: derise, sbeffeggiate da chi contava ! - è bene che anche chi scrive, sia in qualità di convinto dipendente pubblico sia quale formatore professionale ed autore di pubblicazioni in materia di trattamento giuridico ed economico del personale degli Enti Locali e Sanità, dia il suo contributo ed in primis quello di necessaria chiarezza del punto in cui siamo al neo Governo.

Quando da dipendente pubblico senti che alcuni amici, parenti conoscenti, lavoratori dipendenti privati, sono stati licenziati e se ne stanno a casa senza un soldo di nuovo reddito

“corrente”, con moglie/marito, figli, cane, bollette e mutuo da “sostenere” il gioco della vita anche da dipendente pubblico si fa duro. Spesso hai la sensazione e talvolta la certezza che costoro, amici sorridenti sino a poco fa, guardino te, dipendente pubblico, con odio, rancore ed i meno fiduciosi e robusti (caratterialmente, economicamente) addirittura con invidia: sentimenti - che ci feriscono ! - tutti negli ultimi anni ben rintuzzati anche da qualche Ministro, così …. per colpire su cento più o meno due o tre malandrini sfaticati si aggravata ed esacerbata l’esistenza lavorativa, professionale e civile a cento, cittadini dipendenti pubblici, aventi diritto al “voto”: praticamente quasi 3,5 milioni di persone votanti, senza contare figli maggiorenni e coniugi non dipendenti pubblici (coi quali si va oltre i 5 milioni di elettori!).

Il lavoro ti assorbe: negli ultimi 10 anni i quotidiani trastulli burocratici da fare/evadere (non il lavoro vero, quello per il cittadino-utente!) per il dipendente pubblico sono decuplicati - alla faccia della “Semplificazione” ! - in modo inversamente proporzionale al calo dei dipendenti in servizio. Ormai in taluni mesi dell’anno ben oltre il 50% (18 ore) delle ore settimanali d’obbligo di certi pubblici dipendenti amministrativi sono dedicate alle rilevazioni puntuali/statistiche burocratiche destinate all’esterno: la sensazione, arrivando in ufficio, è quella del criceto che deve salire sulla ruota e farla girare, girare…….Chissà come lavorano i colleghi francesi, tedeschi, olandesi etc.. Una sbirciatina non guasterebbe: alla Camera ed al Senato ci sono innumerevoli Funzionari che nei c.d. Dossier di accompagnamento ai ddl dimostrano di conoscere tanto extra Alpi: che dicono?

Sai di percepire mensilmente lo stipendio che ti viene pagato grazie alle tasse versate all’Erario da quegli stessi amici e conoscenti là, che ora proprio non ti amano, ma neppure di guardano con benevolenza cristiana, se cristiani. Allora, sapendoli licenziati, quasi veramente ti vergogni di campare alle loro spalle e se hai nel sangue e nella mente un po’ della Ns. Costituzione, per cui i Ns. nonni sono anche morti senza fare tanti calcoli ma solo credendo in principi granitici e per darci un futuro migliore del loro presente, per un momento dimentichi pure che non poco tempo fa quel coetaneo là - cittadino italiano come te, con la tua stessa età - oggi senza lavoro, con in mano si è no in diploma di qualifica biennale delle scuole superiori è andato a lavorare 15 anni prima di te, Funzionario Cat. D3 laureato, ed ha percepito uno stipendio pari al doppio del tuo; e magari ha anche finito 15 anni prima di te di pagare il mutuo, mentre tu, dipendente pubblico lo

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pagherai sino alla morte e forse lo finiranno di pagare i tuoi figli. Ma lui questo non lo sa: sa solo che è senza lavoro e vede, nero, molto nero !

E sì, ….la Costituzione repubblicana, che agli artt. 2 e 119 recita Art. 2.

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 119, comma 4

Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni.

Ti viene allora da aiutarli questi sfortunati concittadini, vicini di casa, amici e parenti, se sei un vero italiano cui questa società pseudo capitalistica, palesemente e nettamente contraria a gran parte della tua Costituzione e tanto diversa da quella che la domenica dipinge l’amato prete della tua parrocchia commentando il Vangelo, non t’è mai andata giù sino in fondo, anche se hai trascorso tutti i pomeriggi della tua infanzia a mangiare merendine multi colorate buonissime prodotte da certe multinazionali, che oggi scopriamo essere ricolme di veleni dannosissimi per la salute, senza che il Ministero, il Parlamento ed i relativi membri abbiano mosso/muovano un dito, un neurone! E quando assisti, attonito, alla TV agli orrori di Boston, se sei sano di mente e lucido, non puoi notare che il 70% dei presenti alla disgraziata manifestazione sportiva come spettatori sono evidentemente obesi, e magari senza assistenza sanitaria anche grazie ai mitici tagli lineari della società capitalistica con la calcolatrice in mano, quella stessa Sanità che anche da noi inizia a vacillare anche perché un esame inizia a costare meno se lo fai privatamente e sicuramente meno se il corrispettivo lo paghi in nero: belle società, quelle capitalistiche!

Ma negli ultimi tempi senti parlare, anche da parte del Capo dello Stato, di “solidarietà sociale”, di “coesione sociale”, se ne ricorderà il nuovo Governo? Ai neo Ministri della Salute e dell’Istruzione il cittadino che scrive suggerisce seriamente di introdurre quanto prima come materie obbligatorie, dalle scuole materne alle superiori, l’educazione alimentare ed un po’ di yoga, per imparare a mangiare e a respirare, come esseri viventi raziocinanti. Insomma per vivere al meglio e non gravare in futuro sulla sanità pubblica: brutte idee? O dobbiamo incominciare a vivere da polli d’allevamento già dalle scuole materne? La prima solidarietà che si deve avere è quella verso il Tempio rappresentato dal nostro Corpo, che deve essere conservato sano per mille ragioni, anche per la ragion di Stato rappresentata dalla tutela (anticipata) dell’Erario. E se si è sani si ha anche la forza di aiutare l’altro, amico o no, più bisognoso o sfortunato.

Vorresti aiutarli, allora, e dire loro, come capita dopo un terribile terremoto (perché è questo che sta capitando ogni giorno anche senza che la terra tremi) che la cena, tutte le cene la possono venire a fare assieme a te, nella tua casa riscaldata, anche da qualche sorriso non solo dal gas che lui non si può più permettere ordinariamente, e senza tanti complimenti e … tante altre buone cose ancora pensi; il passare a bussare a sera tardi in parrocchia lo possono rinviare a giorni peggiori che forse non arriveranno mai finché li aiuti tu.

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Ma tu, dipendente pubblico, non puoi aiutarli perché quando a Gennaio del 2002 si passò dalla Lira all’Euro un gelato (tanto quello artigianale quanto quello industriale), da mille lire (= €.

0,516) è passato ad €. 1,00 (poco meno del doppio di quanto costava il giorno prima in lire), ma il tuo stipendio, da dipendente pubblico, non ha più recuperato quel “gap” di valore reale anzi, negli ultimi anni è stato addirittura congelato, ….. per ragioni di solidarietà sociale evidentemente! Cosa, la prima, che i vari Parlamenti ed i vari Presidenti del Consiglio, tutti, non hanno in alcun modo rilevato…..: e certo, come avrebbero potuto fare, se è stato provato da certi utili programmi TV che non sanno quanto costa un litro di latte o 1 Kg di insalata? Dove vivevano, sulla Luna? Però certe categorie oggi in crisi, di soldi, nei primi anni post euro ne hanno fatti tanti, ora che sono anche loro in crisi, quei soldi non potrebbero tirarli fuori ed investirli in/pro nuovi posti lavoro, migliorando la produzione, anziché in borsa, barche e ville? O deve sempre intervenire lo Stato con contributi prelevati da tasse pagate in primis dai dipendenti pubblici e privati? Tutti sappiamo dove e come sono state investite in parte le minori tasse (c.d. sgravi Tremonti) non versate all’erario da certe categorie di cittadini: basta fare un giro per le Ns. campagne e si scopriranno specchi d’acqua azzurrissimi e casali ristrutturati prima del 1990 inesistenti (anche i ruderi coi soldi facili risorgono)! Perché non hanno adeguato le loro fabbriche e resi più competitivi i loro prodotti facendo investimenti per tempo? Per conoscere e toccare con mano certe politiche industriali non serve andare alla Bocconi o commissionare grandi studi, basta prendere un caffè la domenica mattina con un Capo operaio della fabbrica che sta sotto casa tua e tra una battuta e l’altra sul rendimento del Milan o della Juve, hai anche uno spaccato impietoso di tanta assurdità imprenditoriale, ….ma sino a quando c’è lo Stato che interviene… !

Opinione di chi scrive, quella sul raddoppio dei prezzi - in Italia! - grazie alla salvifica moneta unica? No, si veda su http://www.adusbef.it il seguente comunicato stampa del 15.4.2013:

CRISI: ANCHE IN ITALIA SCOPPIA LA BOLLA IMMOBILIARE, COI PREZZI DELLE CASE RADDOPPIATI DAL 2001 AL 2010.SPECULAZIONE CAMBIO LIRA EURO HA TRASFERITO DA TASCHE CONSUMATORI 236,7 MLD EURO

(10.760 EURO FAMIGLIA),A FAVORE COLORO CHE HANNO DETERMINATO PREZZI

“Adusbef e Federconsumatori hanno già divulgato gli aumenti sconsiderati da changeover, avvenuti con la complicità dei governi, con la lista di cento prodotti con il prezzo fissato nel dicembre 2001, ultimi giorni di vita della lira, come ad es. la penna a sfera aumentata del + 207,7%, seguita dal tramezzino (+198,7%) e dal cono gelato con (+159,7%), la confezione di caffè da 250 grammi (+136,5%), il supplì (+123,9%), un chilo di biscotti frollini (+113,3%), la giocata minima del lotto (+ 97,8%), aumenti vertiginosi su prodotti di largo consumo che hanno svuotato e saccheggiato le tasche delle famiglie, con un costo complessivo stimato in 10.760 euro pro-capite.

Gli osservatori di Adusbef e Federconsumatori registravano anche l’aumento dei costi delle abitazioni, problema gigantesco per le famiglie italiane sia relativamente all'acquisto che per l'affitto e per il costo mensile complessivo, registrando 25 anni di stipendio nel 2011 per acquistare un appartamento di 90 metri quadri che nel 2001 ne costava 15 anni di stipendio medio, a conferma di un aumento vertiginoso dei prezzi.”

e c’è di più - anche lo Stato ci ha sguazzato - su “http://gazzettadimantova.gelocal.it” a (Gennaio 2012)

Mille lire pari a un euro: 10 anni fa il grande imbroglio. Com'erano i prezzi?

Dieci anni fa l’euro diventava la nuova moneta. In Italia si ebbe il grande imbroglio: mille lire pari a un euro (anziché 1.936,27). Tremonti fece poco o nulla per arginarlo. Un fenomeno che ha portato gli italiani a perdere in dieci anni diecimila euro. E' la tassa che abbiamo pagato per arrotondamenti facili, speculazioni dei commercianti e, appunto,

niente controlli

IL CONFRONTO LIRE-EURO DAL 2001 AL 2012

di Annalisa D'Aprile

“Ma nel passaggio da una moneta all’altra, il primo segnale distorto del tasso di cambio è arrivato proprio dal ministero dell’Economia e con tanto di decreto legge ad hoc. Il 28 dicembre del 2001 infatti, il dicastero «in

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meno da tempo l’aumento delle giocate, di fatto il concetto che è passato è stato quello del raddoppio legalizzato dei prezzi.

E infatti, gli aumenti si concentrarono soprattutto nei primi mesi del 2002, come ricordano i dati del Codacons. Ad esempio, la brioche e l’espresso al bar sono passati dal costo rispettivo di 1.200 e 1.300 lire a quello di 0,80 centesimi (corrispondente invece, a 1.550 lire circa); il biglietto del cinema da 14mila lire a 7,50 (pari a 14.522 lire); un trancio di pizza rossa da 3mila lire a 1,80 euro (pari in realtà a quasi 3.500 lire); il taglio dei capelli dal parrucchiere da 26mila lire a 15 euro (pari a 29mila lire). Prezzi che provano la messa in atto di una speculazione all’epoca agevolata dai controlli inesistenti e dall’abolizione, nel giro di breve tempo, dell’esposizione del doppio cartellino.”

In Francia, in Germania è accaduto lo stesso? Sarebbe interessante scoprirlo.

I vestiti vecchi (anche se logori in certi punti) e le scarpe fuori misura dei tuoi figli non li butti più, li porti alla Caritas o li dai direttamente a qualche immigrato che hai conosciuto all’uscita del supermercato e sai dove abita; così magari hai fatto anche con la tua vecchia lavatrice ancora funzionante ma troppo rumorosa. L’adozione a distanza inizia a pesare sul bilancio familiare, ma anche quest’anno versi l’importo che sai renderà felice un bambino meno fortunato dei tuoi!

L’unica cosa nuova che meschinamente riesci a fare, pensando a loro, italiani come te in grave difficoltà, è aumentare di qualche euro l’importo che metti la domenica nel cestino dell’Offertorio:

saprà il tuo amato parroco a chi e come darli. Ma non sei tranquillo e te ne torni a casa con un qualche cosa di pesante dentro. Hai anche scoperto che certe scarpe se non sono proprio passate di moda con un buon rimessaggio possono anche accompagnarti per un altro inverno e così rinvii certi acquisti… e le vendite scemano, i negozi chiudono. Nel sistema capitalistico avanzato e globalizzato tutto è “connesso”. Comunque qualche nuovo valore e principio questa maledetta crisi l’ha portato.

Ma quando senti in TV la Confindustria chiedere allo Stato, dalle casse vuote, rimbombanti, urgenti incentivi alle imprese in crisi (le quotidiane chiusure ed i relativi licenziamenti sono sotto gli occhi di tutti) e certi industriali, che ancora navigano (certo meritatamente!), dire bene che il Pubblico Impiego rappresenta una “spesa improduttiva”, t’arrabbi…. Non aggiungo altro, sto perdendo il mio senso, italiano, di solidarietà! La legalità e la giustizia non si misurano in termini di produzione ma di rispetto: sino a che esistono l’art. 97 Cost. e le Leggi in questo paese. Semmai si può parlare di produttività delle risorse umane del Pubblico Impiego: parliamone, ci ha provato meritoriamente l’ex Ministro Brunetta con il Ciclo della Performance. Ma è altra cosa dalla produttività di una azienda? Si vuole privatizzare tutto? Si cambi prima l’art. 97 Costituzione!

Mentre l’eccesso di dipendenti pubblici - ove persiste, visto il semi blocco del turn over degli ultimi anni - è una questione che andrebbe girata e fatta pagare a chi l’ha prodotta e non ai dipendenti che sono stati assunti e che su detta assunzione, dopo anni di concorsi pubblici, hanno fondato la loro vita futura, assunto mutui e messo al mondo dei figli. Perché il pane, il latte, la pasta, la corrente elettrica, il gas, etc. costano sempre di più e gli stipendi dei dipendenti pubblici e privati o sono fermi da anni o arrancano sempre di più? Lo Stato oggi cosa fa? Non ha poteri, magari anche eccezionali, oggi? O è, oggi, impotente come nel 2002 o non vuole vedere, sentire, capire? Tertium non datur!

E negli ultimi mesi ti è toccato pure leggere, capire ed applicare la L. 190/2012, quella della lotta alla corruzione e alla illegalità, che basandosi sul principio inespresso che “L’occasione fa l’uomo ladro; massimamente se dipendente pubblico e povero”, ha previsto (recte: rispolverato!

Atteso che la si era legislativamente sepolta anni orsono per l’incardinazione dei dirigenti di ruolo:

v. art. 19 DLgs. n. 29/1993) la misura della “rotazione” negli incarichi dei Dirigenti e dei Responsabili dei procedimenti: ma vista la complessità e/o l’oscurità della normativa italiana di qualsiasi settore amministrativo, può - mutatis mutandis per l’esempio - un ortopedico improvvisarsi cardiologo e viceversa? Con quali risultati finali? Vogliamo ingolfare ancora di più le aule giudiziarie inasprendo i rapporti coi cittadini? O trattasi di una misura volta a far chiudere definitivamente i battenti alle PA che di fatto si immobilizzerà? E dove detta “rotazione” non può

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oggettivamente avvenire (non tutti gli Enti - anzi nessuno! - hanno ad es. due Ingegneri Capo Dirigenti a disposizione per farli ruotare) che si fa? Detti dipendenti pubblici non ruotabili diventano dei sorvegliati speciali? E poi questa “rotazione” ogni quanto dovrebbe avvenire per stare tranquilli tutti? Ogni tre anni pari alla durata minima dell’incardinazione apicale secondo il D.Lgs.

n. 165/2001? E perché allora non dovrebbero ruotare con la stessa periodicità anche i Magistrati (i giudicanti come gli inquirenti) di tutte le Magistrature, i Comandanti delle Forze dell’Ordine (dal Maresciallo dei Carabinieri Comandante di stazione, in su), etc.: sono geneticamente immuni dai fenomeni corruttivi, questi dipendenti pubblici qui ?

Quando senti il Dottor Sottile dire in TV, ben quotato per cariche pubbliche/incarichi di prestigio, dietro le incalzanti domande di una giornalista (grillina/santoriana? O semplicemente una

“Giornalista” vera, che cerca e vuole riproporre al lettore semplicemente i “fatti”, come sono/come stanno?) dire che la sua pensione lorda di 22.000€. al mese in realtà al netto (mensile!) vale solo 11.000€, mentre tua madre percepisce una pensione di 500 €. al mese e tu dipendente pubblico non la puoi aiutare nemmeno un po’ perché con moglie, figli, e mutuo sei più povero di lei, perdi davvero la fiducia nella “svolta” vera di cui l’Italia ha bisogno oggi e per diversi anni, in senso costituzionalmente orientato verso quella “solidarietà” che pure ci sta scritta!

Poi ogni tanto senti l’ISTAT, post DL 78/2010, dire e scrivere che la spesa per il Pubblico Impiego “è aumentata”, “continua ad aumentare” nonostante il DL 78/2010, parli chiaro:

Art. 9, comma 17 DL 78/2010-L. 122/2010

17. Non si dà luogo, senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali relative al triennio 2010-2012 del personale di cui all'articolo 2, comma 2 e articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni. E' fatta salva l'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale nelle misure previste a decorrere dall'anno 2010 in applicazione dell'articolo 2, comma 35, della legge 22 dicembre 2008, n. 203.

e tu che hai lo stipendio bloccato (per il blocco della contrattazione nazionale) dal 2011 e dall’ottobre del 2012 ti hanno portato il valore frontale del tuo buono pasto (dagli 8 ai 12 €. Che era) a €. 7,00 per un pasto (non alla buovette parlamentare!) ti chiedi: come è possibile che la spesa aumenta, se gli stipendi sono bloccati da tre anni? Cosa intenderanno mai dire per “spesa del Pubblico Impiego”? Quali voci (pozzi neri) oscure vi saranno incluse? La tua busta paga è sempre lì, seminchiodata o quasi dall’1.1.2011: ti senti preso in giro, truffato anche dall’ISTAT! Ed il vicino licenziato ti guarda ancora più in cagnesco: e sembra dire “parassita”.

Quando sulla sezione “Notizie” del Dipartimento della Funzione Pubblica leggi in data 31.1.2013:

31/01/2013 - Aggiornamento tetti retributivi anno 2013 (art. 23 ter del d.l. n. 201 del 2011, convertito in l. n. 214 del 2011) - trattamento annuale spettante per la carica di Primo Presidente della Corte di cassazione per l’anno 2012

ed esattamente che:

“Si informano le amministrazioni destinatarie della circolare n. 8 del 2012 del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, recante "Limiti retributivi art. 23 ter d.l. n. 201 del 2011, convertito in l.214 del 2011-d.P.C.m 23 marzo 2012 (G.U. 16 aprile 2012, n. 89)", che, con nota n. 8104 del 24 gennaio 2013, il Ministero della giustizia ha comunicato al Dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell'economia e delle finanze che il trattamento annuale complessivo spettante per la carica di Primo Presidente della Corte di cassazione per l'anno 2012

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Anche per l'anno 2013 le amministrazioni destinatarie della citata circolare sono tenute all'applicazione dell'art. 23 ter d.l. n. 201 del 2011, convertito in l. n. 214 del 2011, e del d.P.C.m 23 marzo 2012 secondo le modalità illustrate nella predetta circolare operando, ove necessario, le riduzioni dei trattamenti corrisposti ai propri dipendenti e collaboratori sino a concorrenza dell'importo precedentemente indicato.”

e ti ricordi però anche il seguente passaggio della Direttiva firmata in data 16.3.2007 dal Presidente PRODI ( attuativa dell’art. 1 comma 593 LF 2007):

“Poiché al momento dell'entrata in vigore della norma la carica di Primo Presidente della Corte era vacante, il riferimento può ritenersi effettuato alla retribuzione dell'ultimo Primo Presidente in carica, comprensiva di tutti gli emolumenti connessi alla carica.

Questa retribuzione è pari a Euro 273.471,61 annui lordi.”

e fai una botta di conti: €. 302.937,12 (nel 2012) - €. 273.471,61 (nel 2007) = €. + 29.465,51 - certo lordi (ma con la logica del Dottor Sottile: fanno 14.732, 75 per 13 mensilità = + 1133,28 al mese!) - in 5 anni….. non ci vedi e non ci senti più dallo sdegno (per qualcuno anche rabbia!) e perdi anche il senso innato, italiano, di quella “solidarietà” che i Ns. padri costituenti non a caso hanno scolpito dentro la Carta Costituzionale perché non ce lo dimenticassimo tale indefettibile valore…..e lì però è rimasto, pare, anche nei momenti difficili della Repubblica! Pensi allora, egoisticamente (?), che in tre anni di blocco dello stipendio hai perso qualche migliaio di euro (dai 2 ai 3) e con esse il tuo potere di acquisto è andato scemando e per campare in famiglia hai razionalizzato tu; ….loro no !?

Poi leggi sull’amato sito professionale di Aprile questa news:

“Parere su D.P.R. sulla proroga del blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici

CONSIGLIO DI STATO, SEZ. CONSULTIVA ATTI NORMATIVI - parere 17 aprile 2013* - Oggetto: ... Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti.”

e memore del tenore dell’art. 9, comma 17 del DL 78/2010 vigente

“17. Non si dà luogo, senza possibilità di recupero, alle procedure contrattuali e negoziali relative al triennio 2010-2012 del personale di cui all'articolo 2, comma 2 e articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni. E' fatta salva l'erogazione dell'indennità' di vacanza contrattuale nelle misure previste a decorrere dall'anno 2010 in applicazione dell'articolo 2, comma 35, della legge 22 dicembre 2008, n. 203.”

apprendi leggendo detto autorevole parere del Cds che

“Ed invero, la proroga fino al 31 dicembre 2014 delle vigenti disposizioni che limitano la crescita dei trattamenti economici anche accessori del personale delle pubbliche amministrazioni trae base normativa nell’articolo 16, comma 1, lettera b), del decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 15 luglio 2011, n. 111.

Il che trae seco anche la legittimità delle statuizioni concernenti il personale di cui alla lettera b), prorogate fino al 31 dicembre 2013, nonché del blocco "senza possibilità di recupero"

delle procedure contrattuali e negoziali, e dei conseguenti incrementi economici ricadenti negli anni 2013 – 2014.”

non sai più cosa dire o pensare: passi il blocco dei compensi accessori per produttività, quella individuale come quella collettiva guidata dalle dinamiche dei relativi Fondi (bloccati al 2010 e

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ridotti sulla base dei cessati non rimpiazzati), tanto siamo “improduttivi”; anzi sarebbe meglio rinunciarvi definitivamente visto che i soldi da erogarsi a tal fine sono (rimasti) pochi e le beghe/responsabilità operativo-gestionali connesse sono tante e tali…; ma lo stipendio base (il c.d.

tabellare) no, quello non può rimanere ancora bloccato!

Poi ti capita pure leggere quest’altra news:

Adeguamento stipendiale ed indennità dei magistrati

D.P.C.M. 8 marzo 2013* (in G.U. n. 99 del 29 aprile 2013) - Adeguamento stipendiale e indennità del personale di magistratura e equiparati.

e quando leggendo tale decreto scopri i seguenti passaggi:

“(omissis)

Rilevavo che il citato adeguamento triennale nella misura del 5,41 per cento va applicato a decorrere dal 1° gennaio 2012 alle misure della retribuzione in vigore al 1° gennaio 2009 previo riassorbimento e conguaglio, con la medesima decorrenza, degli acconti corrisposti negli anni 2010 e 2011 nella misura complessiva del 6,08 per cento;

Decreta:

Art. 1

1. Le misure degli stipendi del personale di cui alla legge 19 febbraio 1981, n. 27, dell'indennita' prevista dall'articolo 3, primo comma, della stessa legge e dell'indennita' integrativa speciale in vigore alla data del 1° gennaio 2009 sorto [Nda: errore: semmai “sono”] incrementate del 5,41 per cento con decorrenza 1° gennaio 2012 previo riassorbimento e conguaglio, con la medesima decorrenza, degli acconti corrisposti negli anni 2010 e 2011.”

allora capisci o che la crisi per lo Stato non esiste o che, se esiste, esiste solo per qualcuno e quel qualcuno sei anche tu, pubblico dipendente di serie “B”!

E sicuramente finisci col non pensare e vedere più il tuo vicino di casa licenziato, il tuo amico o conoscente, vicino e lontano, che hanno perso o stanno perdendo il lavoro. “Si salvi chi può e come può”, questo pensi.

E in questo quadro desolante del nuovo recente Pubblico Impiego ti viene spontaneo chiedere al neo Premier di questo doppiamente “giovane” Governo di non sottoporre al Capo dello Stato la firma di un simile DPR, varato da altro Consiglio dei Ministri da altro Premier, ricordando che trattasi si misure facoltative e non obbligatorie: l’autorizzatorio art. 16, comma 1 del DL 98/2011 infatti recita:

“1. Al fine di assicurare il consolidamento delle misure di razionalizzazione e contenimento della spesa in materia di pubblico impiego adottate nell'ambito della manovra di finanza pubblica per gli anni 2011-2013, nonche' ulteriori risparmi in termini di indebitamento netto, ….., può essere disposta:

“(omissis)

b) la proroga fino al 31 dicembre 2014 delle vigenti disposizioni che limitano la crescita dei trattamenti economici anche accessori ((((oltre che tabellari di base = ordinari))) del personale delle pubbliche amministrazioni previste dalle disposizioni medesime;

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c) la fissazione delle modalita' di calcolo relative all'erogazione dell'indennita' di vacanza contrattuale per gli anni 2015-2017;

(omissis)”

Allora, non rinviateci ancora almeno l’adeguamento stipendiale all’inflazione, non comprimete ancora il nostro potere d’acquisto già ora ridotto alle cose essenziali: la spesa pubblica può ancora essere razionalizzata e resa “solidale” all’occorrenza; vi sono ancora molte leve utili prima di arrivare a ciò:

- portare le pensioni ed i vitalizi di tutti gli ex dipendenti e politici pubblici al massimo al decuplo della pensione sociale minima, non è possibile? E perché?

- il trattamento accessorio annuo dei dirigenti pubblici (la c.d. retribuzione di risultato) spesso è pari allo stipendio netto annuo di un dipendente di cat. B: non lo si può congelare totalmente per qualche anno?

- perché alcuni Dirigenti pubblici percepiscono due retribuzioni di posizione ed alcuni solo una? Ed i primi magari con molte meno responsabilità civili e amministrativo-patrimoniali dei secondi? Non si potrebbe livellare il tutto verso il basso nel nome della solidarietà nazionale?

Vale di più, oggi, funzionalmente, il fatto che una sala operatoria di un pubblico ospedale o una volante della Polizia possano operare in piena sicurezza ed efficienza o la retribuzione di risultato annuale o la doppia retribuzione di posizione di un Dirigente pubblico? Bisogna fare delle scelte drastiche!

Il principio dell’intangibilità dei diritti quesiti, dinanzi all’adempimento di una obbligazione del rapporto di lavoro o previdenziale eseguita con denaro dell’Erario, non vale nei momenti straordinari, anzi non è mai stato scritto da nessuna parte: vale solo e sempre senza deroghe nel campo penale, come afferma la nostra Costituzione all’art. 25, comma 2. Non a caso il Savigny, sul piano operativo in merito distingueva tra le norme che riguardano l’acquisto dei diritti da quelle che concernono l’esistenza dei diritti, il loro modo di essere e di esercizio: solo nel primo caso si ha irretroattività, mentre per le seconde vale la retroazione, in quanto sono per lo più imposte da ragioni coattive, quali ad esempio quelle d’ordine pubblico ecc.. A noi tutti dipendenti pubblici ci basti lo stipendio tabellare annuo, se c’è veramente bisogno di solidarietà per il Paese tutto: è un sacrificio pesante, ma ne vale la pena! Pensare tutto ciò è populista? No è costituzionalmente legittimo, sia il pensarlo che il farlo! Non indugio oltre, negli esempi e nelle valutazioni, volevo solo dare il timbro dei pensieri che girano nelle teste di milioni di cittadini italiani dipendenti pubblici e non, il dove e come tagliare effettivamente la spesa pubblica è questione politica; però poi si sente anche sulla pelle delle persone (anche quelle che stanno negli ospedali) e nel segreto delle urne elettorali, come l’esperienza insegna!

Il reddito lordo annuo attuale di un laureato Cat. D/3 (ex QF VIII) di un Ente Locale è di €.

27.005,27 (al netto di contributi a carico dell’Ente) che netti fanno circa €. 1.450,00 ( = £. 2.807,59) al mese, per 13 mesi: per i colleghi di cat. inferiore il discorso è a scemare. Qual è il reddito annuo lordo di un nostro collega europeo equiparabile… in tutti i sensi? Al momento - tempi di vacche magre! - tale reddito in Italia, per chi oggi ha perso tutto, può fare impressione, ma tra un po’, come è già accaduto in passato, noi dipendenti pubblici di serie “C” saremo nuovamente derisi per tale scarso reddito annuo e presi nuovamente per imbecilli rinunciatari.

Il problema non è “IMU o non IMU” sulla prima casa: le già vuote tasche dei contribuenti, 1000€. in più o in meno a Giugno 2013, una tantum, non fanno la differenza, povero eri e povero resti; il problema vero è la salvezza dell’intero sistema-Paese: ci vuole un colpo d’ali possente e severo!

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Come potranno i Comuni elaborare da subito i Bilanci di previsione 2013 se l’annunciato blocco del pagamento IMU prima casa di Giugno 2013 dissangua le loro casse - senza che si sappia da s-u-b-i-t-o chi e come porrà rimedio tale esiziale emorragia - ed il ricorso all’anticipo di cassa presso la Banca-tesoriere costa dal 2% al 10% annuo a titolo di interessi, ammesso, ma non concesso, che un Sindaco voglia ricorrervi (anche per pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici)?

Quando chiuderemo i bilanci di previsione: a metà anno? E chi pagherà detti interessi? Come potranno ripartire immediatamente gli investimenti delle PP.AA. come volano dell’economia aziendale locale di medie e piccole dimensioni? I servizi pubblici all’utenza verranno sospesi o ridotti ed il cittadino dovrà spendere più del doppio per avere gli stessi dal settore privato: ma che pagherà con quali soldi, quali disponibilità, se non è ricco o benestante? Bel mercato perequato ci ha portato la libera concorrenza! Ecco allora che il giochino del VIA L’IMU PRIMA CASA diventa uno specchietto per le allodole! Ma molti cittadini non hanno la forza e la lucidità per capire ciò subito, hanno un disperato bisogno di ossigeno finanziario; ma lo capiranno, perché lo sentiranno presto sulla loro pelle e su quella dei loro figli. O ci stiamo/ci stanno …. americanizzando?

Comunque, se non chi scrive (personalmente), il Pubblico Impiego, le PP.AA. italiane insomma, quelle centrali come - pare - anche quelle locali, almeno un po’ hanno aiutato e stanno tutt’ora aiutando (purtroppo solo) alcuni lavoratori italiani licenziati, perché così vuole una legge discriminatrice: si vuole alludere alle assunzioni nominative dirette (fatte mediante

“assegnazione” presso le PP.AA. italiane) cui hanno praticamente diritto in applicazione della legge 9 marzo 1971, n. 98 i soli “cittadini italiani che alla data del 30 giugno 1969 prestavano da almeno un anno la loro opera nel territorio nazionale alle dipendenze di organismi militari della Comunità atlantica, o di quelli dei singoli Stati esteri che ne fanno parte, e che successivamente siano stati o siano licenziati in conseguenza di provvedimenti di ristrutturazione degli organismi medesimi …” poi negli anni, Governi di vario colore hanno esteso tale beneficio anche agli assunti più recenti (v. art. 45 comma 3 della legge 17 maggio 1999, n. 144 e l'art. 3 del D.L. 13 novembre 1997, n. 393 non convertito; l’art. 2, comma 100 della L. 244/2007 - LF 2008 prodiana memoria istitutivo di una voce di spesa fissa annua ad hoc di presso il MEF; e da ultimo l’art. 1, comma 1 DL 225/2010-L. 10/2011) per cui si è arrivati oggi a tutelare ex L. 98/1971 - se è corretto quanto scritto nel DM Funzione Pubblica 28.1.2013 (v. ivi Allegato n.1 – al §2) - quei lavoratori italiani, licenziati dalle basi Nato in Italia o da organismi militari di stati esteri con sede in Italia , che alla data del 31.3.2011 abbiamo prestato “servizio continuativo per almeno un anno” (di ruolo o anche solo a termine ?). E poi: trattasi di cittadini assunti presso organismi non italiani come? Con concorso pubblico o direttamente intuitu personae ? Sul web le relative offerte di lavoro che si rinvengono non stanno scritte in bandi/avvisi pubblici ma sono proposte da semplici privatissime agenzie di lavoro interinale ! La norma voluta dal Governo Prodi (art. 2 comma 10 LF 2008) recita:

“presso il Ministero dell'economia e delle finanze, uno specifico fondo con una dotazione di 7,250 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008. Le assunzioni di cui al presente comma possono essere disposte nei limiti delle disponibilita' del predetto fondo.”

Quindi, dal 1971 al 2011 il licenziamento collettivo non produce e non produrrà, ancora, gli stessi effetti per tutti i cittadini italiani che lo subiscono: alcuni di loro hanno ritrovato o ritroveranno sicuramente lavoro nientemeno che presso una Pubblica Amministrazione, mentre altri saranno semplici disoccupati finché dura questa tremenda crisi, ma si spera presto con un reddito

“solidale” di cittadinanza. Lo sanno questo i milioni di cittadini italiani licenziati senza rimedio? Ne ha mai parlato la Tv pubblica o meno, anche quella d’inchiesta? Eppure… chi cerca trova: basta andare sul sito del Dipartimento della Funzione Pubblica e sotto la Sezione “Notizie dal dipartimento” cliccare sulla notizia (una delle tante similari degli ultimi anni) del “13/03/2013 - Personale licenziato dalle basi militari USA di Verona e di Taranto” e leggere il relativo allegato.

Massima trasparenza e piena legittimità: ma,….. summa lex, summa iniuria !

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Però, quanti soldi (oltre 7 milio di €. all’anno), quanto zelo normativo bipartisan hanno dimostrato le varie forze politiche solo per questa particolare specie di lavoratori italiani licenziati, da organismi italiani: loro sì che hanno un sicuro reddito di cittadinanza! E in Parlamento si sta ancora a discutere di come si risolve il triste problema degli esodati: contano meno di quelli delle basi Nato !?

Ma come? Gli Enti Locali che - praticamente costretti - liquidano società partecipate (strumentali o meno) e reinternalizzano i relativi servizi non possono riassorbire per ragioni ostative varie (divieti o limiti legali alle assunzioni) il personale di ruolo ivi addetto ab origine assunto dalle stesse (magari anche con concorso pubblico: post DL. 112/2008) o il proprio ex-personale di ruolo (assunto con concorso pubblico e poi..) ivi trasferito coattivamente ex art. 31 D.Lgs. n. 165/2001, mentre per i suddetti lavoratori italiani licenziati dalle basi Nato in Italia si spalancano le porte delle PP.AA. grazie ad assunzioni nominative quasi dirette? I conti, Costituzione alla mano, non tornano.

No, non tornano molte, troppe cose, ormai, nel Pubblico Impiego italiano: e gli addetti ai lavori le conoscono tutte, una per una e se ne sono accumulate troppe negli ultimi 10-15 anni! E di lettere come questa potremmo redigerne decine e decine per svariati altri aspetti critici/irrazionali/assurdi, tutti da riformare urgentemente per legge, ma, si auspica, con l’aiuto e l’esperienza di chi nel fango ci sta già e ne conosce l’odore ed il sapore quotidianamente….in trincea.

L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro, ma quando il Lavoro non c’è resta comunque un Paese fondato sulla Costituzione Repubblicana del 1948, o no? E allora la si applichi questa nostra amata Costituzione, sorta dalle macerie della 2^ Guerra Mondiale con una mirabile sana convergenza di forze politiche opposte: si applichino i restanti principi in essa contenuti, quale quello della solidarietà in primis, che nessuna crisi economica o finanziaria ci potrà mai strappare; i nostri padri Costituenti li hanno scritti anche per questi momenti drammatici. Se non ora, quando?

Buon 1° Maggio, anche al nuovo Governo.

Con osservanza.

Uno dei milioni di dipendenti pubblici,

ma anche cittadino ed elettore.

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