Gravi difetti. Pagina 5 Molto secco. Pagina 6 Processionaria. Pagina 7
Partenza verso un futuro ecologico
la crisi del Corona-virus ci ha aperto gli occhi su quanto è vulnerabile il nostro mondo. Ha reso definitivamente chiaro che ci sono valori più importanti che gli aumenti in borsa: la protezione di vite umane, la nostra salute, la solidarietà e coesione.
La pandemia ha anche svelato la follia di un'economia iperglobalizzata. Improvvi- samente in Europa mancano medica- menti o materie prime perché, per far più profitto, la produzione è stata spostata in Cina. Non è accettabile! Dobbiamo fare in modo che la produzione di prodotti
d'importanza vitale diventi di nuovo più regionale. Così si accorciano le vie di trasporto, ciò che giova al clima e anche alle Alpi. I circuiti economici regionali ci rendono pure più resistenti alle crisi, più robusti e flessibili. E creiamo ricchezza e
Cartoon: Diego Balli
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Care amiche e amici dell'Iniziativa delle Alpi,
Il giornale dell'Associazione «per la protezione dello spazio alpino dal traffico di transito»
Numero 160 / giugno 2020 appare cinque volte l'anno
www.iniziativa-delle-alpi.ch
www.facebook.com/iniziativadellealpi
eco
Foto: Unsplash/Chuttersnap
Le merci del commercio globale diventano sempre di più, viaggiano sempre più lontano e il tutto diventa sempre più folle.
posti di lavoro qui da noi. Questo offre delle prospettive per l'agricoltura, il com- mercio e l'industria – proprio anche nelle regioni di montagna.
L'economia circolare è un buon concetto basato sulla natura. Dovrebbero essere utilizzate solo tante risorse quante si rige- nerano naturalmente. Possono essere prodotti solo rifiuti che possiamo riciclare.
La politica dei trasporti dell'Iniziativa delle Alpi corrisponde pienamente a questa idea. Vogliamo, per quanto possibile, evi- tare i trasporti, trasferire sulla ferrovia quelli necessari e organizzare il traffico in modo che sia sostenibile per le persone e per la natura. Lottiamo contro i traspor- ti insensati, sosteniamo i mezzi di traspor- to più efficienti e chiediamo catene di valore brevi. Le nostre ricette erano e sono lungimiranti. Oggi più che mai.
Gli ultimi mesi hanno anche dimostrato quanto la politica possa essere capace
di decidere. La scienza è stata coinvolta fin dall'inizio, le competenze sono state prese sul serio e le conoscenze sono state rapidamente tradotte in azioni di governo responsabili. La maggior parte della popolazione lo ha riconosciuto e sostenuto. Anche se è troppo presto per fare un bilancio, come società abbiamo dimostrato di essere in grado di affron- tare insieme grandi sfide.
Un altro risultato della crisi del Covid-19 è che abbiamo urgentemente bisogno della ristrutturazione ecologica della nostra economia. Per alcuni mesi, il virus ha rallentato la nostra vita economica e quindi anche ridotto l'inquinamento.
Il riavvio è importante per consentire ai
dipendenti, ai lavoratori autonomi e alle aziende di guadagnarsi nuovamente una vita dignitosa. Ma c'è anche il pericolo che presto torneremo dove eravamo pri- ma della pandemia: a un piccolo passo dalla catastrofe climatica. È una minaccia esistenziale, che purtroppo molti pren- dono meno sul serio che la pandemia.
Come se non fosse anch'essa un peri- colo imminente. Dobbiamo superare questo modo di pensare, come anche la sete di guadagno a discapito della comunità. Il guadagno a breve termine dell' economia fossile è una perdita a lungo termine per tutta l'umanità. Non basta puntare unicamente sulla crescita.
Senza una società equa e una natura sana non ci sarà una ripartenza sosteni- bile. Su questo dobbiamo trovare un con- senso, se vogliamo vincere le sfide della crisi pandemica e di quella climatica.
Come Iniziativa delle Alpi ci impegniamo da sempre per la trasformazione ecolo-
«
I circuiti economici regionali ci rendono pure più resistenti alle crisi, più robusti e flessibili.»
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Foto: Unsplash/Chuttersnap
Via libera per una soluzione concordata
db. Il Dipartimento federale dell'am- biente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) ha fatto aspettare sei anni le organizzazioni che avevano ricorso contro l'aumen- to della capacità sulla asse di tran- sito dell'Axen. Ora si vuole realizzare la sovradimensionata «nuova strada dell'Axen», con due nuove gallerie, per 1,1 miliardi di franchi. Il DATEC ha approvato la corrispondente pro- cedura di approvazione dei piani.
Misure fiancheggiatrici
Il DATEC non è d'accordo con le misure fiancheggiatrici proposte da Svitto e Uri per la sistemazione della vecchia Axenstrasse. Così dà par- zialmente ragione all'Iniziativa delle Alpi, all'ATA Uri e Svitto, nonché ai Medici per l'ambiente. Chiede quindi ai Cantoni un nuovo progetto con misure migliori per limitare la capa- cità stradale e moderare il traffico.
Questioni centrali su come debbano essere queste misure fiancheggia- trici restano tuttavia in sospeso. Dal punto di vista delle associazioni, la licenza edilizia concessa viola tut- tavia, fra l'altro, le leggi vigenti, in quanto il progetto stradale è in con- trasto con la protezione delle Alpi.
Nel giugno 2020 è stato inoltrato un ricorso al Tribunale amministrativo federale.
La strada dell'Axen deve spesso essere sbarrata per via di frane.
Le organizzazioni ricorrenti hanno già segnalato tempo fa che non si oppongono alla costruzione di una galleria nel comparto di Gumpisch.
Sono anche disposte a negoziare presto coi Cantoni. Se fosse possi- bile trovare una soluzione giuridi- camente vincolante per moderare il traffico sulla vecchia Axenstrasse, con capacità stradale limitata, le associazioni possono immaginarsi una soluzione bonale della lite giu- ridica. Ciò spianerebbe la strada alle nuove gallerie e sgraverebbe il Comu- ne di Sisikon, afflitto dal traffico.
axenstrasse gica del traffico e per la protezione del
clima. Per noi la protezione del clima è protezione delle Alpi e la protezione delle Alpi è protezione del clima. Ci impegni- amo per trasferire sulle rotaie l'intero traf- fico transalpino delle merci. Lottiamo af- finché il traffico nelle alpi diventi presto esente da CO2. Questa è una politica climatica tangibile e un contributo con- creto al raggiungimento dell'obiettivo climatico di avere al netto zero emissioni di gas-serra.
Il nostro impegno è transnazionale. La protezione alpina non è semplicemente protezione delle Alpi svizzere. Ma impe- gno per la cultura e la natura in tutto l'arco alpino. Questo è il motivo per cui uniamo le forze con i movimenti di cittadini nei paesi vicini e siamo in rete con le orga- niz zazioni ambientaliste di tutta l'Europa.
Facciamo lobbying e politica a Berna e a Bruxelles. Pensiamo globalmente, a - giamo localmente e lavoriamo internazio- nal mente. Questo approccio deve esse- re raf forzato attraverso l'esperienza della crisi del Corona-virus. È più ovvio che mai che i problemi transfrontalieri possono es sere risolti solo superando i confini.
Questo concetto non contraddice l'idea dei cicli economici regionali, poiché le re- gioni non hanno per limite i confini nazio- nali e le regole comuni le rafforzano.
L'Iniziativa delle Alpi è una comunità di cittadine e cittadini in movimento. Ci
impegniamo per la protezione delle Alpi, per il nostro prezioso spazio vitale. Voglia- mo fermare il riscaldamento climatico e promuovere un'economia sostenibile.
Perché vogliamo preservare le Alpi quale spazio culturale e naturale per le prossime generazioni. Perciò chiediamo al nostro Governo, al nostro Parlamento, alla nostra economia – come anche a noi stessi quali cittadini – più determinazione.
Dobbiamo dimostrare tutti insieme che siamo capaci di affrontare le grandi sfide del nostro tempo. L'esperienza con la crisi del Covid-19 deve renderci corag- giosi e lungimiranti. Poiché abbiamo bisogno di una ripartenza verso un futuro solidale ed ecologico, non del ritorno a una normalità soggetta a crisi.
Jon Pult, Coira
Consigliere nazionale e
Presidente dell'Iniziativa delle Alpi
«
Pensiamo globalmente, agiamo localmente e lavoriamo internazional- mente.»
Protezione del clima
= protezione delle Alpi
Il riscaldamento climatico minaccia le Alpi, il nostro unico e sensibile spazio vitale. Perciò è necessaria una politica climatica coraggiosa. Quindi, con una campagna online, mostriamo alla popolazione svizzera cosa ciò significhi. Condividete i nostri mes saggi tramite www.protectouralps.ch nonché su Facebook, Instagram, Twitter e Youtube.
Così ci aiutate a raggiungere il nostro obiettivo di un efficace protezione del clima e delle Alpi. Grazie!
L'autostrada viaggiante sotto pressione politica
Abolirla, continuare, migliorarla?
db. L'autostrada viaggiante (RoLa) è un elemento della politica di trasferimento svizzera. Non ne è un elemento centrale, ma è importante. Con questo tipo di trasferi
mento viene trasbordato sulla ferrovia l'in
tero camion, cioè sia la cabina di guida, sia il semirimorchio. Anche l'autista partecipa al viaggio. Con la cabina di guida si tras
portano oltre 10 tonnellate di inutile massa.
Nel traffico combinato non accompagnato (TCNA) si caricano sul treno solo i semiri
morchi o i container. Il TCNA è perciò più efficiente e ancora più ecologico.
risparmio di CO2
Non di meno, con 90'000 camion tra
sportati annualmente, la RoLa dà un con
tributo importante al trasferimento dalla strada alla ferrovia. Perché tutti questi camion che percorrono il tragitto fra Friburgo in Brisgovia (D) e Novara (I) e viceversa sulle rotaie con treni a trazione elettrica, non gravano sugli abitanti lungo gli assi di transito. Se calcoliamo le emis
sioni di CO2, nocive per il clima, le emis
sioni risparmiate con la RoLa corrispon
dono a circa 10'000 voli di andata e ritor
no dalla Svizzera a New York. Inoltre, la RoLa contribuisce a chiudere una falla:
gran parte dei camion di nuova immatri
colazione, risp. dei semirimorchi non possono essere issati sui treni merci per ragioni di stabilità. Qui potrebbero esse
re d'aiuto nuove tecnologie come Nikrasa o Cargo Beamer, con le quali i semiri
morchi sono caricati verticalmente invece che con una gru. Questi sistemi non si sono però ancora sufficientemente im
posti sul mercato.
Il futuro dell'autostrada viaggiante è in
certo. Nelle attuali condizioni quadro, né la RoLa né il TCNA sono economicamen
te redditizie. La Confederazione sovven
ziona il trasporto di interi camion con la ferrovia con circa 230 franchi per carico.
Tuttavia, un transito di camion su strada da Chiasso a Basilea costa circa 800 fran
chi alla collettività – tanto alti sono i costi esterni non coperti dalla TTPCP.
Decisione solo nel 2022
La RoLa è quindi solo una misura comple
mentare per applicare la decisione popo
lare del 1994 sull'iniziativa delle Alpi. Ora giunge a un punto di svolta: dopo il com
pletamento della NTFA, vogliamo lasciare che l'offerta RoLa dia il suo contributo con un piano d'esercizio più snello e efficienza delle sovvenzioni ottimizzata? Oppure vogliamo abolire la RoLa, sovvenzionata dallo stato, a partire dal 2023 e quindi sa
botare l'obiettivo di trasferimento accet
tando un ritorno dei camion sulle strade?
A queste domande il Consiglio federale risponderà con una visione generale nell'ambito del rapporto sul trasferimento 2021. Il Parlamento prenderà la decisione politica sul futuro della RoLa probabil
mente nella primavera del 2022.
Il neoeletto Consigliere nazionale e im
presario dei trasporti Benjamin Giezen
danner cerca ora di influenzare in anticipo questo procedimento. Durante la sessione primaverile ha accennato che vuole «i
noltrare un intervento parlamentare per abolire nel 2023 la costosa RoLa». Però, queste subitanee sparate non aiutano nes
suno. Per una decisione sul futuro della RoLa è necessaria un'analisi politica e tecnica approfondita. E necessariamente una strategia affinché i 90'000 camion – con o senza la RoLa – restino sulle rotaie, come da volontà popolare.
La Confederazione mette a disposizione annualmente degli importi finanziari affinché circa 90'000 camion attraversino le Alpi sulle rotaie con l'autostrada viaggiante piuttosto che su strada. Non è chiaro cosa succederà con questa misura.
Obiettivo mancato
ai. Entro la fine del 2018, secondo la legge, avrebbero dovuto attraversa- re le Alpi svizzere soltanto ancora 650'000 camion. Questo obiettivo è stato notevolmente mancato anche nel 2019. 898'000 camion sono tran- sitati dalle Alpi svizzere nel 2019.
Sono 42'000 in meno rispetto all'an- no precedente. Tuttavia, siccome la congiuntura negativa in Italia ha fatto sì che 4,6 % di merci in meno siano state trasportate attraverso le Alpi, non è da considerare un successo del trasferimento.
Foto: Iniziativa delle Alpi
Contribuisce al trasferimento anche il carico su treno di camion interi.
eco – Numero 160 / giugno 2020
loe. Quanto è accaduto in febbraio sull' autostrada del Gottardo, presso Erstfeld, avrebbe raggelato il sangue a ogni auto
mobilista. Tre camion carichi di automo
bili in mezzo all'A2 improvvisamente han
no ingranato la retromarcia – in parte sen
za abbandonare la corsia – per arrivare all'area di servizio situata a diverse centi
naia di metri di distanza. Con questa ma
novra azzardata i camionisti volevano sfuggire all'esame nel centro di controllo del traffico pesante. I malconci veicoli stavano infatti viaggiando non ostante pa
recchi difetti tecnici. Inoltre, gli autisti non avevano rispettato i tempi di riposo. Sul conto sono finite multe salate e un tempo
raneo blocco dell'intero convoglio.
Di questo caso tremendo si ricorderanno probabilmente anche i più incalliti con
trollori del traffico pesante. Mostra anche che il numero dei camion non in regola è ancora spaventosamente alto. Lo dimostra ancora una volta la statistica federale dei controlli del traffico pesante 2019.
non solo sciocchezze
Nell'anno trascorso, ogni terzo veicolo che è stato testato nei centri del traffico pesan
te ha violato le normative applicabili. Nel 10 % dei camion, i difetti erano così gravi da essere temporaneamente ritirati dal traffico. La valutazione del più grande centro di controllo svizzero a Erstfeld mostra che le violazioni non sono affatto banali. Sebbene gli ispettori del Canton Uri sull'asse del San Gottardo siano auto
rizzati a esaminare un massimo di 60 vei
coli al giorno, hanno scoperto freni difet
tosi in quasi 800 casi e perdite di diesel o olio in 1200 casi. Ciò corrisponde al 13 %, rispettivamente al 20 % dei camion controllati.
Per porre fine a questo malessere, è neces
saria una rapida intensificazione dei cont
rolli del traffico pesante. Il Consiglio fede
rale ne ha posto le basi nel 2003, quando ha annunciato 13 centri di controllo su tutti gli assi di transito. Finora sono stati messi in funzione solo sette centri. Il San Gottardo mostra quanto siano significati
ve le differenze nella rete di controllo.
Poiché il centro del Ticino aprirà solo nel 2023, in direzione nord sono tolti dalla cir
colazione dieci volte meno camion rispet to alla direzione opposta. Finché tutti i centri rimanenti saranno operativi, l'Iniziativa delle Alpi richiede che le strutture esisten
ti siano dotate di più fondi rapidamente e in modo non burocratico.
Nel senso di una svolta ecologica nella po
litica dei trasporti, è comunque consiglia
bile aumentare i finanziamenti per i con
trolli del traffico pesante. Perché è ancora necessario intervenire sulle emissioni. Gli studi indicano che i sistemi di scarico ven
gono ancora manipolati spesso e con cre
scente raffinatezza. Sono ora disponibili metodi di rilevamento scientificamente
provati. Ma sono necessari più soldi per personale di controllo ben formato.
Per rendere più concorrenziale la ferrovia merci, rispettosa delle Alpi e del clima, nella concorrenza con la strada, i control
li dei trasporti stradali devono essere effettuati con la stessa intensità.
Un successo
Che esista una statistica a livello svizzero sui controlli del traffico pesante, è merito dell'Iniziativa delle Alpi: già nel 2017, con una petizione con oltre 10'000 firme, l'Ini
ziativa delle Alpi aveva chiesto all'allora ministra dei trasporti Doris Leuthard di pubblicare statistiche nazionali sui control
li del traffico pesante.
Il nostro membro di Comitato, Mathias Reynard, Consigliere nazionale vallesano, ha sottolineato questa richiesta con una mozione parlamentare. Per la prima volta, quest'anno è stata pubblicata anche la ripartizione dei dati secondo i Cantoni, come chiesto dall'Iniziativa delle Alpi.
Sulle strade svizzere circolano sempre ancora troppi camion che violano le prescrizioni di legge.
Affinché cessi questo dumping a scapito della sicurezza stradale, ci vogliono più centri di controllo, più mezzi finanziari e più personale.
Statistica dei controlli del traffico pesante 2019
Un camion su tre non è in regola
Pazzesco! Tre camion in retromarcia sulla A2.
Foto: Kapo Uri
Siccità estrema, forti precipitazioni: i contadini di montagna vallesani devono lottare
Grazie alle «Bisses»
tob. RiedMörel, 1168 metri sul mare, sotto il sole da mattina a sera. Qui Ruth e Reinhold Berchtold hanno ripreso un'a
zienda agricola. Lei è del 1960 ed originaria di Ernen, un villaggio più in alto nella val
le del Rodano. Reinhold, di formazione operatore sociale ed educatore, ha due anni in più ed è cresciuto a RiedMörel.
Suo padre era contadino come seconda attività. Fin dall'inizio per entrambi fu chiaro: deve essere bio.
Così i Berchtold hanno gestito la prima azienda biologica nell'Alto Vallese. Hanno allevato vacche madri, maiali e polli.
Hanno venduto carne con successo, come anche uova e verdure, direttamente alla loro clientela. Raccontano che all'inizio la Confederazione pagava affinché non producessero latte. Nel 2011 hanno ceduto l'azienda a Stefan Wyss e a sua moglie Simone Loretan. Lui, Turgoviese, s'era annunciato in seguito a un'inserzione. Ed è stata la scelta giusta. Ora la famiglia vive a RiedMörel coi due figli, Lilith e Mel
chior. Ruth e Reinhold aiutano ancora nella fattoria e sono come dei nonni per i due bambini.
acqua supplementare
In Vallese, i pendii esposti a sud seccano rapidamente. Perciò i contadini hanno costruito quelle condotte idriche che per secoli hanno portato e ancora portano l'acqua dei ghiacciai fino ai campi, spesso per diversi chilometri: sono le «Bisses»
(o Suonen in tedesco). Di questo immenso lavoro approfitta anche Stefan. Bagna i suoi prati con acqua di scioglimento del ghiacciaio dell'Aletsch. Ci vuole, perché altrimenti ci sarebbe troppo poco nutri
mento per le vacche madre, i vitelli e un paio di capre. Ai tempi l'acqua dell'Aletsch era portata da una «Bisse» che faceva il giro della montagna, oggi c'è un cunicolo che la porta a RiedMörel. «È bene che qui le vecchie condotte siano di nuovo mante
nute», dice Stefan. Anticamente servivano solo a irrigare, oggi, in caso di forti preci
pitazioni possono anche condurre l'acqua in modo da aggirare il villaggio. Dà un po' di sollievo, ma non risolve il problema.
«Le precipitazioni estreme dopo fasi di siccità sono palesemente aumentate. Per noi, qui in montagna, è problematico per via delle frane e degli scoscendimenti», spiega Ruth Berchtold. Inoltre, molta ac
qua scende semplicemente a valle perché il terreno non può assorbirla abbastanza in fretta. Reinhold aggiunge: «questi eventi estremi mostrano che non siamo all'inizio d'un riscaldamento del clima, siamo già nel bel mezzo d'una crisi climatica.»
Quest'anno, dopo un inverno mite, la neve s'è sciolta presto. Poi sono seguite settima
ne senza pioggia e ora al terreno manca l'umidità primaverile.
troppo in una sola volta
Nella torrida estate del 2018, Stefan è an
dato in Turgovia. «Là i campi erano altret
tanto secchi dei pendii che non riusciamo ad annaffiare. Mai vista una cosa simile.»
Suo fratello ha una fattoria nell'est della Germania. Da lui ha saputo che dovette
lasciare gli animali in stalla, poiché era così secco che non cresceva più l'erba.
«E, dopo, quando arrivano le forti piogge, devono quasi portare il fieno in stalla in canotto.» I contadini delle pianure hanno quindi gli stessi problemi di quelli di mon
tagna. Solo che, con le «Bisses», i Valle
sani hanno già reagito alle estati secche secoli fa – e, per intanto, c'è ancora abba
stanza acqua dai ghiacciai che si sciolgono.
Questo non vale per tutte le regioni di montagna – e tanto meno per le pianure.
Ma anche a RiedMörel i conflitti per la preziosa risorsa si sono acuiti: i contadini ne hanno bisogno per i loro prati, il setto
re turistico vuole immagazzinarne il più possibile per i cannoni da neve, che sono necessari per le piste d'inverno.
D'estate la famiglia di Stefan porterà gli animali sull'alpe di Varne, vicino a Sierre.
Grazie alle «Bisses» che portano «l'acqua sacra» fino ai prati, le vacche madri e i lo ro vitelli per intanto trovano ancora ab
bastanza erba. Ma le tempeste? E i danni ai boschi protettivi per via della siccità e del maltempo?
Per secoli i contadini di montagna vallesani hanno imparato ad ade- guarsi alle estati secche. Ma non alle piogge estreme. Una visita sul pendio.
Foto: Thomas Bolli
I pionieri del bio Ruth e Reinhold Berchtold (a lato) e il loro successore Stefan Wyss (al centro) coi suoi figli Lilith e Melchior.
Sarà di nuovo come prima? Mi as- silla una scena osservata lo scorso anno a Pentecoste.
Una gradevole domenica sera con il frinire dei grilli e vento fra le erbe.
Una notte ancora giovane, serena.
Guardo il tappeto di luci di Briga che come una sciarpa, come un panno incrostato di pietre preziose si stende sopra il fondovalle. Palaz- zi con camere da letto illuminate e cucine e salotti di un blu sfarfal- lante. Rotaie ferroviarie sotto i proiet tori, la dogana. Dietro la città si staglia la montagna, nera. Distin- guo ciò che vedo di giorno: bosco montano, rocce, resti di neve quasi nel cielo. Il mio sguardo risale verso il Sempione. L'oscurità ha riposto quasi tutto. I miei pensieri vedono il
passo, lo stretto passaggio di là, da cui bisogna scendere se si anela alla vastità, all'Italia, all'altro, al mare.
Quietezza notturna alpina? Qualcosa stona, dà nell'occhio.
Non i fari abbaglianti di un autocarro che transita ancora in Svizzera, a quest'ora tardiva, o l'ultimo autopostale. Il mio sguardo rimane appeso a una collana di perle che scintilla gioconda insinuandosi lungo le molte curve della strada del passo, a un biscione sfavillante che si torce riversandosi pian piano nel fondovalle. Il mio sguardo rimane appeso a una co- lonna di automobili nella quale ogni cofano sembra toccare il baule della vettura davanti. Colonna densa. Escursionisti della domenica sulla via di casa. Imperterrita fuga in avanti nell'era dei cambiamenti climatici. La colonna sembra quasi esprimere un senso proprio che però mi sfugge.
Mi ricorda la scena che ho osservato di recente nella pineta, un giorno in cui la natura era di ottima luna: la migrazione dei bruchi della processionaria. Ciò che colpisce di questi bruchi è l'istinto di vivere insieme nei nidi e, soprattutto, l'impulso di lasciare ogni sera il gomitolo per recarsi in lunghe file nei punti in cui si nutrono, e poi tornare. In queste file ogni bruco segue
l'altro toccandogli la parte posteriore con la testa. In questo modo formano una fila di parecchi metri che rassomiglia a una colonna. Devono farlo se vogliono mangiare. Non possono fare altrimenti.
Una bella analogia: auto e bruchi che si spostano in proces- sione attraverso l'ambiente montano. Nei bruchi lo scopo e il senso di spostarsi in fila indiana da A a B sono determinati dalla biologia. Ma le persone in automobile? Sono spinte dall'appetito? Cercano cibo o vogliono appagare un'inestin guibile brama di qualcosa di più, di qualcosa di diverso, di che cosa?
Traduzione: Walter Rosselli
Di Marianne Künzle *
LA sToRIA sPeCIALe
Processionarie
Processionarie in processione. Foto: Beat Wermelinger
* Marianne Künzle, nata a Berna nel 1973, ha un'esperienza pluriennale di libraia indipendente e di responsabile di campagna presso Greenpeace nel campo dell' agricoltura rispettosa dell'ambiente. Dal 2015 esercita come scrittrice (belle lettere, prose brevi, saggi, lirica) e lavora a tempo parziale presso l'organizzazione svizzera d'aiuto ai rifugiati. Abita in Vallese, a Birgisch. www.mariannekuenzle.ch
Falò delle Alpi
ai. Quest'anno il falò delle Alpi dell' 8 agosto 2020 sarà un azione par- tecipativa. Trovate le relative informa- zioni nell'articolo qui accanto.
Assemblea in autunno
ai. L'assemblea dei membri dell'Ini- ziativa delle Alpi si terrà il 26 settem- bre 2020 nell'albergo Glarnerhof a Gla rona – è stata spostata da maggio a settembre a causa della pandemia Corona. Il 27 settembre 2020 si po- trà fare un'escursione con l'Iniziativa delle Alpi da Klöntal a Glarona.
www.iniziativa-delle-alpi.ch
agenDa Il tradizionale falò delle Alpi in altro modo
Le montagne bruciano – un'azione partecipativa
mf. «Le montagne bruciano #protectour
alps»: L'Iniziativa delle Alpi si rifà alla sua attuale campagna per la protezione del clima. Col falò delle Alpi dell'8 agos
to attira l'attenzione sul fatale sviluppo del riscaldamento climatico. Poiché le montagne, inondate di sole, non bruciano solo figuratamente. Il riscaldamento del clima, causato dalle emissioni di CO2, porta allo scioglimento dei ghiacciai e del permafrost nel «castello d'acqua»
d'Europa, fa seccare i boschi di protezio
ne e favorisce improvvise forti precipita
zioni. Perciò il falò delle Alpi 2020 dell' Iniziativa delle Alpi sarà un segnale di controfuoco.
Come negli anni scorsi, questo agosto ci uniremo alla catena di innumerevoli fuochi di avvertimento nell'intero arco alpino. Quest'anno abbiamo in corso una campagna di partecipazione nazionale con i nostri membri. Un grande falò con molti partecipanti non sarebbe possibile a causa della crisi della pandemia Corona. Con il vostro aiuto, tuttavia, accendiamo molti piccoli fuochi e li combiniamo in un unico grande falò.
Partecipate: ordinate la cartolina «La montagna sta bruciando #protectouralps».
Accendete un fuoco l'8 agosto, sia in gita in montagna, sia in giardino – in una buca per il fuoco o in una ciotola per il fuoco, una griglia o con una candela finlandese – ovunque e con qualsiasi mezzo. Tenete la cartolina davanti al fuoco per accendere un messaggio fiammeggiante. Scattate una foto e inviacela immediatamente.
Uniamo le immagini in un falò d'allerta digitale. Quindi lo condividiamo e distri
buiamo tutti insieme tramite i nostri vari canali multimediali. Qui potete ottenere la cartolina e tutte le informazioni:
www.iniziativa-delle-alpi.ch/
falo-delle-alpi
L'8 agosto accenderemo con voi il nostro tradizionale falò d'allerta in forma d'un azione partecipativa. Ordinate la nostra cartolina e causate un vasto incendio contro la distruzione delle Alpi.
Foto: archivio Iniziativa delle Alpi
Falò simbolico con un chiaro messaggio.
Diffondere l'azione
Seguiteci sui media sociali e considivete l'azione su:
www.facebook.com/iniziativa-delle-alpi www.twitter.com/iniziativa-delle-alpi www.instagram.com/iniziativa-delle-alpi
Venite anche voi!
ai. Ci sono ancora posti liberi per le nostre escursioni in agosto e settem- bre. Non è ancora chiaro se potranno svolgersi come previsto, poiché su- periamo confini nazionali oppure tut- to il programma si svolge all'estero.
Informazioni tramite
www.iniziativa-delle-alpi.ch/
escursioni oppure tel. 027 924 22 26 (la mattina).
esCUrsIOnI
eco – La rivista dell'associazione
«per la protezione della regione alpina dal traffico di transito»
Politica, media, segretariato
Iniziativa delle Alpi, Hellgasse 23, 6460 Altdorf, Tel. 041 870 97 81
www.iniziativa-delle-alpi.ch, info@iniziativa-delle-alpi.ch Cambiamento d'indirizzo: adresse@alpeninitiative.ch Facebook: www.facebook.com/iniziativadellealpi Twitter: twitter.com/alpeninitiative
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Collaborazione: Django Betschart (db), Michael Flückiger (mf), Linus Oechslin (loe)
Traduzioni: Werner Herger, Walter Rosselli (P. 7) Foto: Iniziativa delle Alpi, Thomas Bolli, Unsplash/
Chuttersnap, Beat Wermelinger Cartoon: Diego Balli, www.diegoballi.ch Foto bollettino di versamento: stella alpina, shutterstock.com
Layout: Scriptum, www.scriptum.ch, Flüelen Stampa: Gisler 1843 AG, Gisler Druck, Altdorf, 100 % carta riciclata
IMpressUM