• Non ci sono risultati.

Modello NON Necessità: Relazione tecnica (3253 KB)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Modello NON Necessità: Relazione tecnica (3253 KB)"

Copied!
15
0
0

Testo completo

(1)

Comune di Vedelago

P .d. C. Convenzionato

Ampliamento stabilimento industriale

da realizzarsi in Via Bassanese 6 nel territorio comunale di Vedelago (TV)

Relazione Tecnica

relazione allegata al Modello per la dichiarazione di non necessità di valutazione di incidenza ai sensi della D.G.R. n° 1400 del 29 Agosto 2017, in attuazione delle direttive comunitarie 92/43/CEE e

2009/147/CE e del D.P.R. 357/1997 modificato ed integrato dal D.P.R. 120/03

Maggio 2018

(2)

Via Garibaldi, 27

31030 Castello di Godego (TV) P.I. 01880270267

PROGETTISTA

Marco Paccagnella, architetto

Via Camavitto, 55

31033 Castelfranco Veneto (TV) C.F. PCC MRC 77A04 C111R

PROFESSIONISTI INCARICATI

PROCEDURA VINCA

Mauro D’Ambroso, forestale

Marco Squizzato, biologo

Il presente documento e tutti i suoi allegati costituiscono proprietà riservata dei professionisti sopra indicati, ne è dunque vietata la riproduzione e la divulgazione senza autorizzazione scritta dei medesimi.

(3)

1 INTRODUZIONE 1.1 Generalità

I sottoscritti dr. Mauro D’Ambroso, Forestale iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Treviso – Sezione A, n. 249, e dr. Marco Squizzato, Biologo iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi (Sezione A, n° 56136), predispongono, nell’ambito del progetto denominato «P. di C.

Convenzionato Ampliamento Nuovo Stabilimento industriale da realizzarsi in Via Bassanese 6», nel territorio comunale di Vedelago (TV), la seguente Relazione Tecnica quale allegato al Modello per la dichiarazione di non necessità di valutazione di incidenza ai sensi della D.G.R. n° 1400 del 29 Agosto 2017.

Per la redazione di quanto necessario alla procedura per la valutazione di incidenza è stata analizzata la seguente documentazione fornita dal progettista dell’opera Marco Paccagnella, Architetto:

• Istanza di rilascio permesso di costruire convenzionato – Determinazione favorevole e richiesta documentazione (Comune di Vedelago, Protocollo C_L706 - - 1- 2018-03-20 – 0006335);

• Relazione Tecnica;

• Elaborazione Grafica 1 – Estratto P.I. Vigente – Estratto PAT Adottato – Estratto Mappa Catastale – Planimetria Stato di Fatto;

• Elaborazione Grafica 2 – Planimetria Comparativa – Planimetria di Progetto – Verifica Superfici Ampliamento – Verifica Standard a Parcheggio;

• Elaborazione Grafica 3 – Planimetria di Progetto;

• Studio Preliminare Ambientale – Screening V.I.A.

1.2 Bibliografia

Per la redazione della Relazione Tecnica sono state utilizzate le seguenti fonti:

AA.VV., 2012 – Carta Ittica della Provincia di Treviso, Provincia di Treviso, Treviso, 181 pp.;

AESCHIMANN D.,LAUBER K.,MARTIN MOSER D.,THEURILLANT J.P., 2004 – Flora alpina;

Bon M. (Ed.), 2017 – Nuovo Atlante dei Mammiferi del Veneto. WBA Monographs 4, Verona: 1-365;

BON M.,MEZZAVILLA F.,SCARTON F. (Eds.), 2013 – Carta delle vocazioni faunistiche del Veneto. Regione del Veneto, Venezia, 586 pp.;

BONATO L.,FRACASSO G.,ROBERTO P.,RICHARD J.,SEMENZATO M., (Eds.)2007 – Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Veneto. Associazione Faunisti Veneti, Nuovadimensione Ed., Portogruaro, 239 pp.;

BRICHETTI P.,FRACASSO G.,2003-2015 – Ornitologia italiana. Identificazione, distribuzione, consistenza e movimenti degli uccelli italiani, voll. I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX. Alberto Perdisa Editore, Bologna, 463+

396+ 437+ 441+ 429+ 493+ 493+ 445+ 397 pp.;

European Commission DG Environment, Nature and biodiversity, 2013 – Interpretation manual of european union habitats. EUR 28, Natura 2000.;

MEZZAVILLA F.,SCARTON F.,BON M., 2016 – Gli uccelli del Veneto. Biologia, distribuzione e abbondanza.

Danilo Zanetti Editore, pp. 433.;

PIGNATTI S., 1982 – Flora d’Italia, voll. I, II, III. Edagricole, Bologna, 790+732+780 pp..

(4)

Ulteriormente sono state utilizzate le informazioni digitali disponibili nel portale della Regione del Veneto e concernenti i siti della rete Natura 2000 Z.P.S. IT3240011 “Sile: sorgenti, paludi di Morgano e S.

Cristina”, Z.P.S. IT3240026 “Prai di Castello di Godego”, S.I.C. IT3240028 “Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest” e S.I.C. IT3260023 “Muson Vecchio, sorgenti e roggia Acqualonga”.

(5)

2 SINTETICA DESCRIZIONE DEL PIANO, PROGETTO O INTERVENTO

2.1 Inquadramento geografico – paesaggistico

L’area oggetto dell’intervento è posta a Nord del centro abitato di Vedelago, nella porzione Ovest dell’Area Artigianale esistente, attestata su via Bassanese, derivazione di via Papa Sarto (S.P. 19).

Il paesaggio locale, quasi completamente alterato dall’attività umana, presenta una forte concentrazione di capannoni a uso artigianale – industriale su una matrice agricola caratterizzata da monocolture estensive ed insediamenti residenziali sparsi.

2.2 Descrizione dell’intervento1

«Il presente progetto si configura come un intervento che mira al completamento della capacità edificatoria del lotto e all’ampliamento ulteriore ai sensi della Legge Regionale 32/2013 “Piano Casa”.

L’ampliamento del complesso produttivo è attuato mediante la realizzazione di quattro campate, in adiacenza verso Ovest all’esistente, con estensione in senso longitudinale analoga, e di una campata verso est con fronte sud arretrato al fine di dislocare due bocche di carico.

Le quattro nuove campate ad Ovest sono funzionali, secondo i piani della ditta, per il realizzo di altre due linee produttive per lastre in gres ceramico. Le nuove strutture si svilupperanno su restante porzione di lotto industriale, ora coltivato a seminativo, sulla quale è presente anche un manufatto in calcestruzzo ad uso vasca irrigua che sarà demolito.

La nuova campata Est accoglierà un nuovo reparto taglio lastre e zona carico e scarico. L’ampliamento si sviluppa sull’attuale piazzale asfaltato, previa demolizione dell’attuale locale di carico realizzato in carpenteria metallica.

La superficie coperta attuale (mq 16.571,4) viene ampliata (2° e 3° stralcio) per mq 20.419,6 a cui si aggiungono mq 791,00 di ampliamento della palazzina uffici, e ampliamento L.R. 32/2013 di mq 4.776,6 per un totale di mq 42.558,6; corrispondenti all’edificabilità massima (superficie fondiaria lotto mq 75.565 x 50% = mq 37.782,5) sommata mq 4.776,6 pari al 30 % Ampliamento L.R. 32/2013 delle superfici edificate al 30/10/2013.

L’altezza dei fabbricati è per buona parte entro il limite massimo di m. 10 misurata all’esterno della facciata mentre le zone a torre in cui vengono collocati i silos hanno un’altezza di facciata di m. 16,60.

Per il processo produttivo si ha la necessità di avere parte del fabbricato di altezza pari a m. 16,60 poiché all’interno sono collocati dei silos contenenti sabbie fini, feldspati e altre materie prime in polvere.

Questi silos trovano appoggio a m. 4 sotto la quota pavimento pertanto la loro altezza complessiva di m.

16,70 risulta fuori terra di m. 13,20. Il fabbricato è stato quindi progettato di altezza interna pari a m.

15,10 vista anche la necessità di avere un carroponte che possa servire per ispezionamento e operazioni di carico dall’alto. […]

L’ampliamento sarà di tipo prefabbricato, di tipologia analoga a quella della preesistenza. Le pareti di finitura saranno in calcestruzzo liscio con pannelli disposti in verticale. […]

Le finestrature a shed sono rivolte verso nord, metà della superficie sarà apribile a sporgere con motorini di apertura comandati da terra. […]

1 Il contenuto del paragrafo è estratto dallo Studio Preliminare Ambientale.

(6)

Ampliamento Est

L’intervento si rende necessario al fine di realizzare un reparto dedicato al taglio e foratura lastre localizzato in una nuova campata ad Est dell’attuale stabilimento, collocando a Sud della stessa campata una zona carico e scarico in cui ricollocare due baie di carico con relativa rampa carrabile ribassata in cls, con piano di carico coincidente con il pavimento interno.

All’interno si realizzeranno locali di controllo e gestione del reparto e servizi igienici. Il reparto magazzino presente viene esteso fino ad occupare l’intera campata e reso totalmente automatizzato.

Estratto planimetria comparativa – Tav. 1

Ampliamento Ovest

Ad ovest dell’attuale stabilimento, nelle quattro nuove campate, troveranno collocazione due linee produttive complete per la produzione di lastre in gres. Ogni impianto produttivo è composto da un complesso di macchine collocate in sequenza per costituire la linea produttiva completamente automatizzata e controllata da supervisori. Le fasi principali per la linea produttiva prevista sono:

(7)

• formatura ed essiccazione del materiale ceramico,

• cottura in forni a rulli alimentati da gas metano,

• finitura del prodotto.

Ciascuna di queste singole fasi non è scomponibile e le dimensioni del fabbricato sono state dettate dallo sviluppo della sequenza e dall’ingombro delle macchine che compongono il ciclo.

Le fasi rumorose del processo avvengono all’interno dei capannoni, quindi confinate e opportunamente isolate verso l’esterno. Le emissioni sonore interne all’edificio, nell’ambiente di lavoro, rientrano nei limiti di legge nel rispetto delle certificazioni in materia di cui l’azienda già oggi dispone.

Non sono necessari scarichi di acque industriali. Le stesse acque di lavorazione e finitura delle lastre vengono recuperate e trattate nel depuratore con filtro a pressa disposto. Di fatto quindi l’attività produttiva ha un consumo limitato di acqua in quanto viene tutta recuperata e trattata e mai scaricata al suolo.

Le polveri ceramiche inerti umide estratte con la filtrazione, nel processo di chiarificazione, saranno conferite in discarica per materiale inerte mediante autocarri.

Visto che tutte le attività produttive si svolgeranno all’interno del capannone, nei piazzali esterni vi saranno solo alcuni depositi temporanei, comunque ben organizzati e con la sola finalità di gestire lo scarico della materia prima (in genere contenuta in sacchi o contenitori chiusi su pallet).

Nell’angolo nord-est della proprietà rimane organizzata un’isola ecologica su cassoni scarrabili stagni e con copertura per il conferimento e la raccolta differenziata dei rifiuti industriali quali imballi in legno, plastica, cacciarne inerte ed altri materiali di normale uso e consumo nell’industria.»

2.3 Definizione pressioni, minacce e attività

In considerazione della tipologia dell’intervento circa mezzi e attrezzature necessarie per la realizzazione, quindi i tempi, si identificano tra fattori di perturbazione quelli in grado di generare possibili variazioni peggiorative delle condizioni sullo stato di fatto.

Individuato in “Fabbriche” (E02.01) la pressione, minaccia e attività generatrice delle cause i cui effetti possono svilupparsi sulle componenti e risorse ambientali caratterizzanti i siti della rete Natura 2000, tra queste si identifica nell’ “Inquinamento da rumore e disturbi sonori puntuali o irregolari (H06.01.01) quella con estensione spaziale maggiore.

2.4 Definizione effetti e area di analisi

Individuata, nel campo edilizio, la soglia di rumore maggiore (105 dB2), viene definita l’Area di analisi del Progetto intersecando tale soglia con quanto contenuto nella Zonizzazione Acustica del Territorio3, che prevede per le superfici oggetto di intervento un valore limite di emissione diurno (periodo 06 – 22)

2 Si considera un cantiere tipo composto da 1 autocarro 3assi, 1 escavatore ed una pala meccanica, le cui emissioni sono valutate considerando le potenze sonore di cui all’art. 1 della Dir. 2005/88/CE, che definisce i livelli ammissibili per i mezzi meccanici impiegati in ambiente esterno. I rispettivi livelli (101 dBA, 98 dBA, 101dBA) sommati generato una fonte emissiva media di 105 dBA.

3 Comune di Vedelago – Zonizzazione Acustica del Territorio – Revisione del marzo 2006.

(8)

di 65 dB, secondo la formula Li = Lw – 8 – 20 log r dB4. La fascia buffer così individuata si discosta dal perimetro di intervento di circa 40 m.

Zonizzazione Acustica del Territorio – Estratto

4 Per la valutazione delle immissioni nell’ambiente si adotta il modello di una sorgente puntiforme in campo libero secondo uno schema di propagazione semisferica, come definito dalla ISO 9613, imponendo l’assenza di fenomeni di attenuazione (ipotesi cautelativa). Li: intensità sonora al rilevatore; Lw: intensità sonora alla sorgente; r: distanza sorgente – rilevatore.

(9)

3 VERIFICA DELL’EVENTUALE PRESENZA DI ELEMENTI NATURALI NELL’AREA INTERESSATA DALLE PREVISIONI DI PIANO, PROGETTO O INTERVENTO

3.1 Cartografia degli habitat e degli habitat di specie della rete Natura 2000

L’Area di intervento risulta completamente esterna alla rete Ecologica Europea Natura 2000 e distante dai siti più prossimi rispettivamente:

• Z.P.S. IT3240011 “Sile: sorgenti, paludi di Morgano e S. Cristina”, circa 4.050 m;

• Z.P.S. IT3240026 “Prai di Castello di Godego” circa 7365 m;

• S.I.C. IT3240028 “Fiume Sile dalle sorgenti a Treviso Ovest”, circa 4.050 m.

CTR con relazione spaziale tra i siti rete Natura 2000 e l’Area di intervento

3.2 Specie D.G.R. 2200/2014

Tutti i fattori di perturbazione individuati per l’intervento, così come i relativi effetti e le pressioni correlate, sono localizzate all’interno del quadrante codificato come E447N251 dalla D.G.R.V. n.

2200/2014. La relativa tabella attributi annovera le seguenti specie (vengono indicate quelle contenute negli allegati alle direttive 2009/147/CE (Allegato I) e 92/43/CEE (Allegati II e IV) in quanto le altre sono di fatto localmente ubiquitarie e usualmente presenti in contesti in cui i parametri dei fattori di perturbazione sono eguali o superiori a quelli che contraddistinguono quelli individuati per il progetto in esame) come presenti in detta area.

(10)

TAXA SPECIE ALLEGATI

Uccelli Botaurus stellaris L., 1758 I

Uccelli Pernis apivorus L., 1758 I

Uccelli Circaetus gallicus Gmelin, 1788 I

Uccelli Circus cyaneus L., 1766 I

Uccelli Caprimulgus europaeus L., 1758 I

Uccelli Dryocopus martius L., 1758 I

Uccelli Lanius collurio L., 1758 I

Mammiferi Eptesicus serotinus Schreber, 1774 IV

Rettili Lacerta bilineata Daudin, 1802 IV

Rettili Podarcis muralis Laurenti, 1768 IV

Rettili Coronella austriaca Laurenti, 1768 IV

Rettili Hierophis viridiflavus Lacpde, 1789 IV

Anfibi Triturus carnifex Laurenti, 1768 II-IV

Anfibi Hyla intermedia Boulenger, 1882 IV

Anfibi Rana latastei Boulenger, 1879 II-IV

Tale lista è stata successivamente vagliata, per quanto concerne la locale distribuzione delle specie, alla luce delle più recenti conoscenze scientifiche disponibili quali:

• Bon M. (Ed.), 2017 – Nuovo Atlante dei Mammiferi del Veneto. WBA Monographs 4, Verona: 1-365;

• Bonato L., Fracasso G., Pollo R., Richard J., Semenzato M. (Eds.) 2007 – Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Veneto;

• Mezzavilla F., Scarton F., Bon M., 2016 – Gli uccelli del Veneto. Biologia, distribuzione e abbondanza.

Ulteriormente, giacché l’Area di analisi, ossia quella in cui si esauriscono gli effetti delle attività individuate, non si estende a tutto il quadrante di riferimento (E447N251), per individuare le specie presenti esclusivamente all’interno di detta area, almeno potenzialmente, si è ricorsi all’analisi dell’uso del suolo5 nella stessa per verificare o meno l’esistenza di habitat di specie idonei. A seguire gli usi del suolo censiti.

CODICE SUP.(mq) DESCRIZIONE

1.1.2.3 204.34 Tessuto urbano discontinuo rado, principalmente residenziale 1.1.3.2 1.117,50 Strutture residenziali isolate

1.2.1.1 38.510,02 Aree destinate ad attività industriali e spazi annessi 1.2.2.3 7.226.28 Rete stradale secondaria con territori associati 1.2.2.6 3.109,82 Aree adibite a parcheggio

5 Regione del Veneto, Uso del Suolo 2012.

(11)

CODICE SUP.(mq) DESCRIZIONE

1.3.3.1 22.377,30 Cantieri e spazi in costruzione e scavi 1.3.4.2 20.264,91 Aree in trasformazione

2.1.2 33.631,25 Terreni arabili in aree irrigue 2.2.1 0,82 Vigneti

2.3.1 1.467,04 Superfici a copertura erbacea: graminacee non soggette a rotazione

CTR con Uso del Suolo 2012 nell’Area di analisi

(12)

Uccelli

Tarabuso

Botaurus stellaris L., 1758

• Specie svernante nel quadrante UTM TL66

«L’habitat riproduttivo […] è costituito dal fragmiteto e da altre associazioni vegetazionali che si accompagnano a questo come il tifeto, il marisceto e il giuncheto. Naturalmente devono essere presenti risorse trofiche, indispensabili per il suo insediamento: pesci, anfibi, crostacei, ecc. In inverno è meno esigente e frequenta anche scoline e canali in prossimità di campi coltivati, bordi di fiumi e canali di bonifica.»

Gli uccelli del Veneto Assente, nell’area di analisi non sussiste l’habitat di specie

Falco pecchiaiolo Pernis apivorus L., 1758

• Specie assente nel quadrante UTM TL66

Gli uccelli del Veneto Assente

Biancone

Circaetus gallicus Gmelin, 1788

• Specie assente nel quadrante UTM TL66

Gli uccelli del Veneto Assente

Albanella reale Circus cyaneus L., 1766

• Specie svernante nel quadrante UTM TL66

Gli uccelli del Veneto

«Le aree particolarmente vocate sono rappresentate dalle aree aperte, con vegetazione rada oppure poco sviluppata. Non ama le aree boschive dove non riesce a mettere in pratica le sue tecniche di volo […] L’ambiente che predilige è costituito dalle aree aperte di grande estensione dominate da prati, pascoli coltivazioni foraggiere, campi arati o in cui sono stati lasciati a terra stocchi di mais. In genere frequenta sia le aree di pianura, sia le quote più elevate dove dominano le praterie.»

Carta delle Vocazioni Faunistiche del Veneto Possibile presenza

Succiacapre

Caprimulgus europaeus L., 1758

• Specie assente nel quadrante UTM TL66

Gli uccelli del Veneto Assente

Picchio nero Dryocopus martius L., 1758

• Specie assente nel quadrante UTM TL66

Gli uccelli del Veneto Assente

Averla piccola Lanius collurio L., 1758

• Specie assente nel quadrante UTM TL66

Gli uccelli del Veneto Assente

(13)

Mammiferi

Serotino comune Eptesicus serotinus Schreber, 1774

• Specie presente nel quadrante UTM TL66

«[…] forma spesso colonie riproduttive all’interno di edifici, di cui generalmente occupa gli interstizi. Abbandona i rifugi 10-40 minuti dopo il tramonto ma anche, occasionalmente, prima […]. Predilige come siti di caccia i margini dei boschi, le aree agricole e i pascoli, ma anche le aree antropizzate e in particolare i giardini e i viali illuminati […].»

Nuovo Atlante dei Mammiferi del Veneto Possibile presenza

Rettili

Ramarro occidentale Lacerta bilineata Daudin, 1802

• Specie presente nel quadrante UTM TL66

«[…] frequenta maggiormente gli ambienti ecotonali con fitta vegetazione erbacea e arbustiva, dotati sia di parti esposte e soleggiate sia di parti coperte. […] vive principalmente in aree agricole ancora sfruttate in modo tradizionale, con siepi e prati stabili […] presso siepi e boschetti campestri […] meno frequentemente in ambienti coltivati in modo intensivo o in quelli fortemente antropizzati.»

Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Veneto Possibile presenza

Lucertola muraiola Podarcis muralis Laurenti, 1768

• Specie presente nel quadrante UTM TL66

«[…] prevalentemente antropofila, frequentando comunemente aree urbanizzate con edifici, vari manufatti o ruderi. […] È diffusa pure negli ambienti campestri […]. Colonizza anche ambienti più naturali […].»

Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Veneto Possibile presenza

Colubro liscio Coronella austriaca Laurenti, 1768

• Specie presente nel quadrante UTM TL66

«[…] in parchi storici, giardini e orti presso abitazioni, anche all’interno di piccoli centri urbani o nella periferia di grandi città […]

aree coltivate, in molti casi adiacenti agli insediamenti umani, in gran parte nella fascia delle risorgive […]. Sui rilievi […] zone ecotonali tra formazioni boschive e prative […].»

Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Veneto Possibile presenza

Biacco

Hierophis viridiflavus Lacpde, 1789

• Specie assente nel quadrante UTM TL66

Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Veneto Assente

(14)

Anfibi

Tritone crestato italiano Triturus carnifex

Laurenti, 1768

• Specie assente nel quadrante UTM TL66

Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Veneto Assente

Raganella italiana Hyla intermedia Boulenger, 1882

• Specie presente nel quadrante UTM TL66

«È stata osservata anche in pioppeti coltivati, prati stabili, margini di coltivi, lungo fossati e canalizzazioni bordate di siepi interpoderali, aree incolte, filari di alberi […].»

Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Veneto Possibile presenza

Rana di Lataste Rana latastei Boulenger, 1879

• Specie presente nel quadrante UTM TL66

«L’habitat più tipico della Rana di Lataste è il bosco planiziale a prevalenza di Farnia e Carpino bianco, con suolo sviluppato, ricco sottobosco, falda affiorante ed elevato grado di umidità a livello del substrato. […] Si rinviene anche in altri ambienti alberati, quali i boschetti e le siepi strutturate che permangono nella fascia delle risorgive, i boschi igrofili lungo gli alvei e le lanche fluviali e i pioppeti coltivati in paleoalvei o golene se mantengono uno strato erbaceo e cespuglioso sviluppato. Si trova pure in ambienti più aperti, con copertura arborea ridotta, purché offrano sufficienti condizioni di umidità del substrato e siti riproduttivi: campagne coltivate estensivamente e dotate di fasce alberate, scoline con vegetazione palustre e prati stabili; aree palustri con cariceti, fragmiteti e boscaglia igrofila, anche se povere di vegetazione arborea […];

parchi di ville storiche. Penetra anche in boschi collinari prospicienti la pianura o contigui a corsi d’acqua che possono facilitarne la penetrazione all’interno dei rilievi prealpini. […]».

Atlante degli Anfibi e dei Rettili del Veneto Assente, nell’area di analisi non sussiste l’habitat di specie

Di detti taxa sei (di cui uno solo rientra negli allegati I o II) sono dati come possibilmente presenti nell’area di analisi dai relativi atlanti distributivi e contestualmente appaiono come poter plausibilmente avere un habitat di specie compatibile con quanto emerso dalla precedente analisi dell’uso del suolo.

Le specie individuate sono:

TAXA SPECIE ALLEGATI

Uccelli Circus cyaneus L., 1766 I

Mammiferi Eptesicus serotinus Schreber, 1774 IV

Rettili Lacerta bilineata Daudin, 1802 IV

Rettili Podarcis muralis Laurenti, 1768 IV

Rettili Coronella austriaca Laurenti, 1768 IV

Anfibi Hyla intermedia Boulenger, 1882 IV

(15)

4 SINTETICA DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ PREVISTE E DI COME QUESTE POSSANO INTERFERIRE CON GLI ELEMENTI NATURALI

Il progetto si configura come un intervento volto al completamento della capacità edificatoria del lotto in cui insiste con ulteriore ampliamento ai sensi della L.R. 32/2013. Consta nella realizzazione di quattro campate verso ovest funzionali alla realizzazione di due ulteriori linee produttive e di una verso est che accoglierà un nuovo reparto produttivo e zona carico/scarico. La superficie coperta attuale (mq 16.571,4) viene ampliata (2° e 3° stralcio) per mq 20.419,6 a cui si aggiungono mq 791,00 di ampliamento della palazzina uffici, e ampliamento L.R. 32/2013 di mq 4.776,6 per un totale di mq 42.558,6; corrispondenti all’edificabilità massima (superficie fondiaria lotto mq 75.565 x 50% = mq 37.782,5) sommata mq 4.779,6 pari al 30 % Ampliamento L.R. 32/2013 delle superfici edificate al 30/10/2013.

Le azioni dall’intervento non palesano caratteristiche tali da poter alterare stabilmente lo stato attuale delle componenti ambientali coinvolte in quanto gli habitat di specie coinvolti risultano ecologicamente distanti dall’optimum delle specie possibilmente presenti ovvero solo marginalmente o limitatamente interessati (es. Circus cyaneus), o perché gli effetti previsti non hanno estensione sufficiente da raggiungere tali habitat di specie, inoltre si segnala il carattere sinantropico di alcuni taxa che permette comunque di trovare nel nuovo uso delle superfici habitat a loro adatti (es. Podarcis muralis, Eptesicus serotinus).

Ulteriormente si ribadisce che la maggior parte delle specie, date come possibilmente presenti nell’area di analisi, è inserita esclusivamente nell’allegato IV (5/6), per cui non sono previsti effetti negativi a carico di questi taxa tali da modificare l’idoneità ambientale dei luoghi in considerazione del loro stato di conservazione e della loro diffusione a livello provinciale/regionale.

Concludendo, in considerazione dell’Area di analisi identificata, della tipologia e congruità dell’intervento, dei possibili fattori generati dallo stesso e delle relative aree di influenza, del contesto territoriale e delle attività che quotidianamente sono svolte nello stesso, inoltre dalle specie individuate come aventi possibili habitat (di specie) entro l’Area di analisi, infine dato che «… la presente direttiva il cui scopo principale è promuovere il mantenimento della biodiversità, tenendo conto al tempo stesso delle esigenze economiche, sociali, culturali e regionali, contribuisce all’obiettivo generale di uno sviluppo durevole; che il mantenimento di detta biodiversità può in taluni casi richiedere il mantenimento e la promozione di attività umane;» (Direttiva 92/43/CEE “Habitat” del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche), si ritiene che le incidenze sia dirette che indirette possano essere valutate come nulle ossia si ritiene che l’intervento non presenti effetti tali da essere in grado di alterare negativamente lo stato di conservazione delle componenti e delle risorse ambientali vulnerabili e non, caratterizzanti i siti della rete Natura 2000.

Castelfranco Veneto (TV), lì 14 Maggio 2018

PROFESSIONISTI INCARICATI

dr. Mauro D’Ambroso

Forestale dr. Marco Squizzato

Biologo

Riferimenti

Documenti correlati

La lavorazione impegnerà normalmente due-tre addetti: uno che alimenterà il frantoio con escavatore idraulico, uno impegnato con la pala meccanica per il deposito

38 del DPR 445/2000 ss.mm.ii., la dichiarazione è sottoscritta dall’interessato in presenza del dipendente addetto ovvero sottoscritta o inviata insieme alla

che per l’istanza presentata NON è necessaria la valutazione di incidenza in quanto riconducibile all’ipotesi di non necessità di valutazione di incidenza prevista dall’Allegato

Concludendo, in considerazione della distanza dell’area di intervento dalla rete ecologica Natura 2000 e dai relativi elementi chiave, della tipologia e congruità dell’intervento,

Il terminale negativo di un raddrizzatore di corrente è' collegato al componente da proteggere, mentre il terminale positivo ad un materiale inerte (anodo). In tal modo viene

Questa rete si compone di ambiti territoriali designati come Siti di Importanza Comunitaria (SIC), che al termine dell'iter istitutivo diverranno Zone Speciali di Conservazione

I rifiuti in ingresso, a seguito delle verifiche quali-quantitative descritte al paragrafo 4.5, vengono direttamente stoccati all’interno della relativa area adibita a

− nel fosso interponderale affluente del Fiume Rasego: acque della porzione Nord del piazzale e delle tettoie presenti in tale zona – Punto di scarico n.. 2.1.2.2 Acque