Riassunto - In Italia Arvicola cfr. amphibius è diffusa in quasi tutte le regioni peninsulari, risultando però piuttosto localizzata in quelle centromeridionali. Segnalazioni biblio- grafiche, materiali museali e reperti inediti attestano come la specie fosse presente nella fascia costiera e in alcune aree interne della Toscana meridionale. La maggior parte dei record risale al XIX secolo. Nel XX secolo i dati disponibi- li sono molto scarsi e frammentari; anche se non è chiaro fino a che punto ciò possa dipendere dalla mancanza di ricerche, la specie è sicuramente scomparsa da alcuni siti occupati in passato.
Parole chiave - Arvicola cfr. amphibius, Toscana meridiona- le, distribuzione.
Abstract - Historical distribution of Arvicola cf. amphibius (Mammalia, Rodentia, Cricetidae) in southern Tuscany. Arvi- cola cf. amphibius occurs in most regions of peninsular Italy, showing a rather patchy distribution in central and southern districts. The literature, museum specimens and unpublished data show that the species was once present in coastal areas and in some inland localities of southern Tuscany. Most records date back to 19th century; data for 20th century is scarce and incomplete. The lack of recent reports could be partly due to insufficient research, but the species appears to have disappeared from least some localities where it was known in the past.
Key words - Arvicola cf. amphibius, southern Tuscany, dis- tribution.
La tassonomia e la sistematica dei cricetidi europei del genere Arvicola presentano ancora molti aspetti irri- solti (Musser & Carleton, 1993, 2005). Fino a qualche anno fa si riteneva che in Europa fossero presenti due specie, A. terrestris (Linnaeus, 1758) [= A. amphibius (Linnaeus, 1758), cfr. Musser & Carleton, 2005)] e A.
sapidus Miller, 1908 (Reichstein, 1982; Corbet &
Ovenden, 1985; Macdonald & Barrett, 1993; Musser
& Carleton, 1993; Saucy, 1999; Fauna Europaea Web Service, 2005) anche se, mancando una moderna revi- sione, si sospettava che lo stato di alcuni taxa, trattati come sottospecie di A. terrestris, dovesse esser ricon- siderato. Oggi si ritiene che le popolazioni fossorie di A. terrestris costituiscano una specie distinta: A. scher- man (Shaw, 1801) (Musser & Carleton, 2005) mentre manca ancora un soddisfacente inquadramento di quel- le acquatiche. Questo è particolarmente vero per le popolazioni italiane, usualmente assegnate a più sotto- specie (cfr. Reichstein, 1982; Capizzi & Santini, 2000).
G. MANGANELLI(*), A. BENOCCI(*), L. FAVILLI(*)
LA DISTRIBUZIONE STORICA DI ARVICOLA CFR. AMPHIBIUS (MAMMALIA, RODENTIA, CRICETIDAE) IN TOSCANA MERIDIONALE
Pertanto, in tale incertezza, preferiamo riferirci alle Arvicola acquatiche italiane come A. cfr. amphibius.
A. amphibius appare in marcato declino in parte del suo areale europeo per perdita di habitat (bonifica e fram- mentazione delle zone umide, urbanizzazione, cementi- ficazione delle sponde dei corsi d’acqua, taglio della vegetazione ripariale), inquinamento delle acque, uso di pesticidi e rodenticidi e, in alcuni paesi europei, per la predazione di Mustela vison Schreber, 1777, e in altri, forse, anche per la competizione con Rattus norvegicus (Berkenhout, 1769) e Myocastor coypus (Molina, 1782) (Reichstein, 1982; Bocchini, 1991; Macdonald & Bar- rett, 1993; Saucy, 1999; Capizzi & Santini, 2000; Mac- donald et al., 2002; Carter & Bright, 2003). In Italia, è presente in quasi tutte le regioni, sebbene apparente- mente molto localizzata in quelle centromeridionali (Amori et al., 1986; Capizzi & Santini, 2000; Amori &
Aloise, 2005). La specie è stata riportata anche per la Sicilia (Pasa, 1959), ma sembra che la segnalazione sia basata, in parte, su reperti ossei difficilmente databili (comunque sia non recenti) e, in parte, su un’erronea determinazione di tane di Microtus savii (de Sélys- Longchamps, 1838) (Catalisano & Sarà, 1995).
La distribuzione italiana di A. cfr. amphibius è stata recentemente cartografata da Amori & Aloise (2005) nel contesto del progetto Checklist e Distribuzione del- la Fauna Italiana. Tuttavia, poiché nella realizzazione di questo atlante sono state ignorate alcune importanti segnalazioni, ci è sembrato utile fare il punto sulla sua distribuzione storica in Toscana meridionale.
I dati disponibili per la Toscana meridionale (Tab. 1) sono scarsi, quasi tutti riferibili alla fascia costiera e consistono in una serie di segnalazioni basate su osser- vazioni risalenti per lo più alla prima metà del XIX secolo (PN25, PN26, PN27, PN35, PN36, PN62; Savi, 1839; Santini, 1977), oppure su reperti museali raccol- ti nella seconda metà del XIX secolo (PN73, PN90, QN47; Pezzo et al., 1995; Sforzi & Ragni, 1997) oppu- re su resti ossei trovati in borre (PM79, PN65; Conto- li & Sammuri, 1981; Sforzi & Ragni, 1997) o in grot- te (PN80; Sforzi & Ragni, 1997). A questi vanno aggiunti due reperti inediti provenienti da contesti archeologici (PN74, QN09) (Figg. 1, 2). Da questo emerge come la specie fosse un tempo diffusa sia nel- la fascia costiera, sia in alcune aree interne come l’al- to bacino del Fiume Ombrone e la Val di Chiana. Tra l’altro, secondo Savi (1839) era così comune in Marem- ma da costituire un autentico problema per i raccolti e
(*) Dipartimento di Scienze ambientali, via Mattioli 4, 53100 Siena.
Tab. 1 - Segnalazioni di Arvicola cfr. amphibius per la Toscana meridionale (tra virgolette località di letteratura). Alcune località citate da Savi (1839) sono abbastanza generiche («Comunità di Piombino, di Campiglia, Suvereto»), ma poiché reperti con dati di raccolta pre- cisi non esistono in ciò che rimane delle sue collezioni al Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Univerisità di Pisa (E. Palagi, com. pers. 2.5.2006), si è preferito georeferenziarle comunque per non perdere dati.
UTM
Non geore- ferenziabile.
? PM79
PN25, PN26, PN35, PN36
PN26, PN27, PN36
PN36, PN37
PN3764 PN53
PN62
PN64
PN6258
? PN72
Località
«Comprensorio Far- ma-Merse»
«Argentario (GR) … in uno stanzone di crollo all’ingresso di una grotta … distanza dal mare: meno di 500 m»
«Comunità di Piom- bino»
«[Comunità] di Cam- piglia»
«[Comunità di] Suve- reto»
«Casa Lappi»
Castiglione della Pescaia
«lungo le sponde del Canale Essiccatore», all’altezza de Lo Sco- glietto (L. Santini, com. pers.)
«piano di Buriano»
Castel di Pietra
«Monte Ucellino»
Data
?
Anteriore al 1981
1835 ?
1835 ?
1835 ?
1837-38
?
1976 (L.
Santini, com. pers.)
1835
28.01.1996
Ottobre 1943
Bibliografia
Sammuri (1980), Nonis [1994]
Contoli & Sammuri (1981), Sforzi &
Ragni (1997), Amori
& Aloise (2005)
Savi (1839)
Savi (1839)
Savi (1839)
Savi (1839) Inedito
Santini (1977), Sfor- zi & Ragni (1997)
Savi (1839)
Sforzi & Ragni (1997)
Uttendörfer (1952), Sforzi & Ragni (1997), Amori &
Aloise (2005)
Commenti
Basato su resti ossei (1 ex), trovati in borre di rapaci notturni. Georeferenziazione incerta.
La comunità di Piombino comprendeva il terri- torio oggi appartenente al comune di Piombino (per l’interpretazione delle suddivisioni ammi- nistrative storiche della Toscana vedi: Zuccagni Orlandini, 1832; Repetti, 1833-46; Bruni et al., 1988). Il territorio della comunità di Piombino ricade in PN25, PN26, PN35, PN36, PN45, PN46, ma la segnalazione è stata georeferen- ziata solo per le aree planiziari costiere.
La comunità di Campiglia comprendeva il ter- ritorio oggi ricadente nei comuni di Campiglia Marittima e San Vincenzo (per l’interpretazione delle suddivisioni amministrative storiche della Toscana vedi: Zuccagni Orlandini, 1832; Repet- ti, 1833-46; Bruni et al., 1988). Il territorio del- la comunità di Campiglia ricade in PN26, PN27, PN36, PN37, ma la segnalazione è stata geore- ferenziata solo per le aree planiziari costiere.
La comunità di Suvereto comprendeva il terri- torio oggi appartenente al comune di Suvereto (per l’interpretazione delle suddivisioni ammi- nistrative storiche della Toscana vedi: Zuccagni Orlandini, 1832; Repetti, 1833-46; Bruni et al., 1988). Il territorio della comunità di Suvereto ricade in PN36, PN37, PN46 e PN47, ma la segnalazione è stata georeferenziata solo per le aree planiziari costiere.
Basato su un esemplare conservato nel Museo di Storia Naturale e del Territorio, Università di Pisa (n. 447).
Segnalazione basata sul rinvenimento di tracce.
Questa segnalazione è stata considerata da Amori & Aloise (2005), insieme a quella di Uttendörfer (1952), come «Monti dell’Uccelli- na», PN72.
Il piano di Buriano, citato da Savi (1839), dovrebbe corrispondere alla pianura del Fiume Bruna, sottostante il paese di Buriano.
Basato su resti ossei trovati in borre di rapaci notturni.
Basato su resti ossei trovati in borre di rapaci notturni. Georeferenziato come PN72 da Sforzi
& Ragni (1997) e Amori & Aloise (2005), ma la georeferenziazione è incerta poiché la loca- lità è data in modo approssimativo.
Tab. 1 - Segnalazioni di Arvicola cfr. amphibius per la Toscana meridionale (tra virgolette località di letteratura). Alcune località citate da Savi (1839) sono abbastanza generiche («Comunità di Piombino, di Campiglia, Suvereto»), ma poiché reperti con dati di raccolta pre- cisi non esistono in ciò che rimane delle sue collezioni al Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Univerisità di Pisa (E. Palagi, com. pers. 2.5.2006), si è preferito georeferenziarle comunque per non perdere dati (continua).
UTM
? PN73
PN7644
PN8405
? PN90
QN0694
QN47
Località
«Grosseto»
Rovine di Roselle, presso fontana doppia all’inizio del decuma- no
Grotta Antonizia
«Capalbio»
Casa Treno
«Lago di Chiusi»
Data
Estate 1874
Possibile età tardo antica-alto medievale 01.11.1994 03.12.1994 Febbraio 1877
Possibile età medie- vale- moderna 1875 (no.
489) 1877 (no.
490)
Bibliografia
Sforzi & Ragni (1997)
Inedito
Sforzi & Ragni (1997) Sforzi & Ragni (1997), Amori &
Aloise (2005)
Inedito
Pezzo et al. (1995)
Commenti
Basato su due reperti conservati nel Museo Zoo- logico de «La Specola» (n. 6051-6052). La geo- referenziazione è incerta poiché la località è data in modo approssimativo; è impossibile, quindi, escludere che i reperti provengano da un quadrato vicino come, ad esempio, PN63.
Basato su materiale proveniente da un sito archeologico (Fig. 1).
Basato su resti ossei trovati in borre di rapaci notturni.
Basato su tre reperti conservati nel Museo Zoo- logico de «La Specola» (n. 6046-6048). La geo- referenziazione è incerta poiché la località è data in modo approssimativo; è impossibile, quindi, escludere che i reperti provengano da un quadrato vicino come, ad esempio, PM99.
Basato su di un dente (M3 sx) trovato in un mat- tone di argilla cotto al sole, nei ruderi di una casa colonica (Fig. 1).
Basato su due reperti in alcool (un giovane e due feti) conservati nel Museo di Storia Natu- rale dell’Accademia de’ Fisiocritici (no. 489- 490) (determinazioni verificate recentemente da P. Agnelli e L. Ducci).
Fig. 1 - Sopra: M3sx di Arvicola cfr. amphibius. Reperto di possibile età medievale-moderna raccolto a Casa Treno (Asciano, Siena) in un mattone di argilla, nei ruderi di una casa colonica (G. Cappelli & G. Manganelli leg. 10.10.1999). Sotto: emimandibola dx di Arvicola cfr.
amphibius. Reperto di possibile età tardo antica-medievale proveniente dalle rovine di Roselle (Grosseto) presso fontana doppia all’inizio del decumano (G. Manganelli & L. Manganelli leg. 10.06.1992).
le opere di bonifica (a causa di ciò, non esitò a conia- re il binomio Arvicola destructor per le popolazioni della Toscana meridionale, ritenendole distinte dalle altre). Nel secolo scorso le segnalazioni sono sporadi- che e frammentarie; ciò può dipendere sia dalla man- canza di accurate indagini, sia dalla sua effettiva rarità.
Quest’ultima ipotesi è supportata dal fatto che le nume- rose ricerche intraprese sulla distribuzione dei micro- mammiferi o sull’alimentazione dei rapaci notturni non hanno quasi mai documentato la sua presenza in Tosca- na meridionale in anni recenti (cfr. Uttendörfer, 1952;
Lovari, 1974; Lovari et al., 1976; Contoli & Sammuri, 1978, 1981; Martelli, 1980; Pezzo & Morimando, 1995; Manganaro, 1997; Sforzi & Ragni, 1997; Man- ganelli et al., 2001; A. Mortelliti, com. pers. 11.5.2006).
A. cfr. amphibius risulta, quindi, scomparsa sicura- mente da alcuni siti occupati in passato come l’alto bacino del Fiume Ombrone nelle Crete Senesi e, pro- babilmente, da altri come il comprensorio dei Laghi di Chiusi e Montepulciano nella Val di Chiana. Tutto que- sto evidenzia come le popolazioni toscane (e peninsu-
lari in generale) meriterebbero una maggiore attenzio- ne. Al momento questa specie è considerata «Lower Risk / near threatened» [con il nome di A. terrestris]
(Amori in Baillie et al., 2004) ed è inclusa nell’Alle- gato B della LR 56/2000 della Regione Toscana [con il nome di A. terrestris].
RINGRAZIAMENTI
Un sincero ringraziamento a Mara Cagnin (Dipartimento di Ecolo- gia, Università della Calabria) per le informazioni sulla sistematica delle Arvicola italiane, a Paolo Agnelli (Museo di Storia Naturale, Università di Firenze), Fabrizio Cancelli (Museo di Storia Naturale dell’Accademia de’ Fisiocritici, Siena), Elisabetta Palagi (Museo di Storia Naturale e del Territorio, Università di Pisa) e Andrea Sforzi (Museo di Storia Naturale della Maremma, Grosseto) per notizie sui reperti conservati nelle collezioni teriologiche di cui sono curatori, a Fausto Barbagli (Museo di Storia Naturale, Università di Firenze) per l’aiuto nella ricerca bibliografica, a Luciano Santini (Diparti- mento di Coltivazione e Difesa delle Specie legnose, Università di Pisa) e Alessio Mortelliti (Dipartimento di Biologia Animale e del- l’Uomo, Università di Roma) per informazioni sulla distribuzione toscana della specie.
Fig. 2 - Distribuzione storica di Arvicola cfr. amphibius in Toscana meridionale. Punti vuoti: segnalazioni antecedenti o basate su materiali raccolti prima del 1970; punti pieni: segnalazioni posteriori o basate su materiali raccolti dopo il 1970.
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(ms. pres. il 28 luglio 2006; ult. bozze il 22 gennaio 2007)