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venerdì 12 agosto 2016vado a studiare in montagna per fare impresa in altura
CECILIA MUSSI
nC’è l’imprenditrice che ha aperto un allevamento di asini, il fondatore di una startup che si occupa di scambio di terreni in- colti e il viticoltore di alta mon- tagna. Cosa hanno in comune?
Sono tutti giovani, italiani e lau- reati in quota. Ossia a Edolo, un paese di 4500 abitanti in Valca- monica, in provincia di Brescia, dovedal 1996è natal’università della montagna: un polo distac- cato della statale di Milano, con corso di laurea in valorizzazio- ne e tutela dell’ambiente e del territorio montano, che copre più della metà della superficie nazionale e dove si produce, se- condo il Censis, un sesto del Pil.
«Fino al ’96 la facoltà di scienze agrarie non aveva mai avuto un indirizzo specifico per questi territori», ricorda l’at - tuale presidente del corso di laurea, Giuseppe Carlo Lozzia.
«Per dare un’offerta maggiore agli studenti abbiamo pensato di creare un percorso che unisse le basi di agraria alle necessità della montagna. Non avremmo mai potuto farlo a Milano, così abbiamo scelto Edolo, che si trova in altura, non troppo lon- tano dalla sede centrale dell’u- niversità». Per la precisione, a 146 chilometri, poco più di due ore e mezzo di auto. Per salire a 720 metri sul livello del mare.
Prodotto interno monti Qui si è laureata qualche an- no fa Stefania Savardi, oggi im- prenditrice. Stefania alleva asi- ni a Solto Collina, in provincia di Bergamo, e con il latte produ- ce cosmetici adatti a pelli molto sensibili. «È stato l’oggetto del- la mia tesi di laurea, avevo già in mente di fare questo nella vita e con la laurea a Edolo ho impa- rato come poter fare impresa in altura».
Attività difficile ma non im- possibile, sostiene il Censis che ha dedicato uno studio al Pil della montagna. Secondo il quale il tasso di imprenditoria- lità risulta più elevato nei Co- muni montani: 86,7 imprese ogni mille abitanti, contro 84,7% dei Comuni non monta- ni. È vero che le aree montane in Italia sono una presenza forte:
il 54,3% della superficie nazio- nale, il 43,7% dei Comuni, il 17,9% degli abitanti. Ma dalla ricerca del Censis viene fuori un quadro promettente, abbastan- za diverso dall’immaginario delle aree depresse: nelle aree
montane, vi si legge, si produce il 16,3% della ricchezza nazio- nale, 235 miliardi di euro di va- lore aggiunto. I laureati sono l’8,3% contro il 10,8% delle aree di pianura.
Numeri ben presenti alle ma- tricole che hanno scelto di an- dare a Edolo, in un luogo insoli- to per un ateneo: le relative aule stanno al centro del paese, negli spazi dove già si trovavano la scuola media e il liceo. Nei pri- mi anni i laboratori erano in co- mune con gli spazi degli stu-
denti più giovani, poi è stata aperta una biblioteca, delle sale computer e nuovi locali per la- vori di gruppo. Dieci anni fa è stato inaugurato anche un cen- tro interdipartimentale di studi applicati per la gestione soste- nibile e la difesa della monta- gna, il Gesdimont.
Ma cosa si studia all’universi - tà della montagna? Lo spiega la professoressa Anna Giorgi, di- rettore del Gesdimont. «Al pri- mo anno ci sono lezioni di agra- ria, quindi chimica, biologia, fi- sica e anche un po’ di economia.
Al secondo si entra più nello specifico, con zootecnia monta- na, territorio agroforestale, si- stemi faunistici. I moduli pre- vedono sia lezioni frontali che uscite nei boschi o sugli alpeggi.
Al terzo anno, infine, ci sono corsi di economia forestale, di- fesa delle piante, produzioni zootecniche». Lezioni e visite
didattiche, almeno 10 all’anno, un percorso ben diverso da quello canonico degli universi- tari italiani. Tutto tra le monta- gne della Valcamonica.
Chi ha frequentato Unimont ricorda con piacere anche il soggiorno negli appartamenti messi a disposizione dall’unie - vrsità di Milano per chi viene da lontano o non riesce a fare il pendolare. Come è stato per Marco Tacconi, originario del lago Maggiore che, dopo la triennale, ha lanciato Terra- xchange, un sito per scambio di terreni incolti sul territorio ita- liano da 25 mila visualizzazioni al mese e oltre 2400 iscritti.
«Con alcuni dei miei coinquili- ni sono ancora in contatto, ci siamo divertiti molto in quel periodo. La particolarità di Edolo era vedersi dopo i corsi non solo con i compagni, ma an- che con i professori. Molti rima-
nevano in paese quando aveva- no diversi giorni di lezione; ca- pitava di incontrarsi in centro per bere qualcosa insieme. Era- vamo come una grande fami- glia, agli esami ci chiamavano per nome».
Una grande famiglia che sta diventando sempre più nume-
rosa. Dal 1996 al 2016 si è pas- sati da 29 a 228 iscritti. Il 44%
proviene dalla Lombardia, il 19% dalla provincia di Brescia e dalla stessa Valcamonica un al-
tro 19%. Ma c’è anche un 18%
dalle restanti regioni.
Per esempio Federica Ghi- rardi, di Lucca, iscritta al secon- do anno, è soddisfatta della sua scelta, anche se all’inizio era un po’ spaventata dal trasferimen- to a Edolo. «L’università è mol- to lontana, e il paese così picco- lo, pensavo mi sarei annoiata, invece ho incontrato subito ra- gazzi simpatici con cui condivi- do l’appartamento», spiega.
Vigne e lode
Chi non ha dovuto allonta- narsi molto da casa è Roberto Spadaccini, che vive in Valca- monica. Appena laureato, ha iniziato subito a lavorare in un vigneto e solo dopo qualche an- no ha deciso di iscriversi alla specialistica. «Sono stati i pro- fessori a segnalarmi il mio pri- mo lavoro», dice, «e così hanno fatto con altri studenti durante il corso. So che la maggior parte dei miei compagni ha trovato un impiego in montagna».
Le parole di Roberto sono confermate dai numeri. Nel 2015 gli occupati dopo la laurea erano il 78% e di questi più della metà nel settore montano. Uni- mont è stata una scommessa vincente, e ora altri atenei ita- liani la vogliono imitare. L’anno scorso, a Città di Castello, in Umbria, è nata una sede distac- cata dell’università di Perugia, dove si studiano le stesse mate- rie proposte a Edolo. L’univer - sità della montagna è partner del progetto e tra i due corsi ci saranno degli scambi accade- mici. E così la grande famiglia continua a crescere.
VETTE L’università della montagna è nata nel 1996 a Edolo, in Valcamonica, provincia di Brescia.
È un polo distaccato della Statale di Milano
Ascese | Altro che depresse, le aree montane producono un sesto del Pil. E a Edolo un’università prepara professionisti in scarponcini. Con lezioni frontali e uscite nei boschi
Stefania Savardi alleva asini e con il latte produce cosmetici.
«Era la mia tesi, ora è un’azienda», racconta
All’inizio era un corso per pochi intimi, poi è cresciuto anno per anno. Il 78% dei laureati trova un’o cc u p a z i o n e
UNIVERSITÀ DELLA MONTAGNA