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Un anno fa moriva Fulvio. Stasera la Messa al Duomo

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Academic year: 2022

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Un anno fa moriva Fulvio.

Stasera la Messa al Duomo

di Enzo Sica

Ricordare un grande amico e un collega giornalista quale è stato Fulvio De Maio ad un anno dalla sua scomparsa non è facile visto che ci ha lasciato abbastanza prematuramente, con grande rimpianto da parte di tutti noi e della sua famiglia in particolare. Per tutti noi è stato un grande piacere conoscere una bella persona come Fulvio, sempre disponibile con gli amici con un unico grande amore per il calcio e la <sua>

Salernitana. Aveva giocato Fulvio nelle giovanili della squadra granata, era stato estremo difensore anni fa negli anni della serie C giocando nel vecchio caro stadio Donato Vestuti in Piazza Casalbore che si trovava a pochi metri dalla sua abitazione. E Fulvio non poteva non coltivare e continuare con quella sua grande passione dopo aver chiuso con il calcio giocato ad essere un opinionista di punta in una televisione locale. Era sempre puntuale nei suoi giudizi, critico quando le varie società che si sono avvicendate nel corso degli anni non riuscivano a dare categorie importanti alla sua squadra del cuore. Il suo obiettivo era quello di vedere la maglia granata presente in campionati importanti quale poteva essere la serie A dopo anni in cadetteria e addirittura due fallimenti. L’arrivo oltre dieci anni fa del duo Lotito- Mezzaroma che rilevarono le ceneri di una società fallita lo fecero gioire perchè finalmente due grandi imprenditori potevano riportare la Salernitana nel calcio che conta.

Purtroppo lo scorso anno, dopo una lunga malattia, Fulvietto ci ha lasciato. Ma avrà senz’altro gioito perchè finalmente la Salernitana era ritornata in serie A dopo 24 anni di assenza e tanti anni di purgatorio nelle categorie inferiori. Chissà quale sarebbe stato il suo giudizio dagli schermi della televisione locale come opinionista su questa terza stagione

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della oltre centenaria storia della Salernitana in serie A, con questa nuova società arrivata a gennaio e con una squadra che proprio oggi giocando contro il Cagliari si gioca una grande fetta di permanenza nella massima serie. La sua gioia sarebbe stata immensa. E domani lunedì in tanti tra parenti e amici assisteranno alla Messa in suffragio e nel ricordo di F u l v i e t t o n e l p r i m o a n n i v e r s a r i o d e l l a s u a m o r t e . L’appuntamento è al Duomo di Salerno alle ore 19.

Vietri sul Mare, scomparso il compagno Ernesto Sabatella

di Erika Noschese

Vietri sul Mare e il mondo della politica piangono la scomparsa di Ernesto Sabatella, già sindaco per ben tre mandati e assessore alla Provincia. Storico esponente del Pci, Sabatella ha trascorso gli ultimi anni della sua vita a promuovere e difendere la ceramica vietrese. Amato e apprezzato da tutti, ha sempre vissuto secondo i valori del comunismo, quel rosso che ha portato con orgoglio in ogni ambiente istituzionale e non. “Ci svegliamo con una notizia terribile, Ernesto è stato più volte il sindaco di Vietri sul Mare fino agli anni ‘90, assessore provinciale e ha ricoperto tanti ruoli a livello istituzionale – ha dichiarato l’attuale primo cittadino Giovanni De Simone – Un perno per la politica degli anni ‘70 e ‘80 con il partito comunista, il sindaco più giovane d’Italia quando aveva la fascia tricolore, una persona di spicco, amante della ceramica”. Di fatti, Sabatella fino al 2009 ha gestito il Museo Cargaleiro, da lui fortemente voluto durante il suo mandato di assessore alla Cultura per la Provincia di Salerno. “Fondò questo museo, negli anni ha

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istituito rapporti con il Portogallo tanto che Vietri sul Mare era gemellata con una città del Portogallo – ha aggiunto il sindaco De Simone – Perdiamo un uomo importante, di spicco per il nostro territorio e non solo”. Il Comune di Vietri è già a lavoro per un’iniziativa che possa ricordare Sabatella, già insignito di un premio in consiglio comunale. “Cercheremo di ricordarlo con un incontro per tenere viva la sua figura, la sua cultura politica e ciò che ha lasciato alla comunità di Vietri”, ha poi aggiunto il primo cittadino. “Apprendo la triste notizia della scomparsa del Compagno Ernesto Sabatella.

Condoglianze vivissime alla sua famiglia ed ai compagni della Peovincia di Salerno che l’hanno visto sempre presente in ogni iniziativa del Pci . Amministratore eccellente a Vietri sul mare ed alla Provincia di Salerno. appassionato dell’arte della arte della ceramica di cui era fine intenditore. Ciao Ernesto!”, ha detto invece Salvatore Forte, impegnato alle scorse elezioni comunali per la città di Salerno a sostegno della candidatura della preside Elisabetta Barone. Tanti i messaggi di cordoglio, anche a mezzo social per ricordare un uomo che ha contribuito a scrivere la storia del Pci. I funerali si terranno questa mattina alle 9 presso la chiesa di San Giovanni

Dopo la denuncia di Le Cronache il Dg Iervolino ritira gli aumenti al Cup dell’Asl

di Erika Noschese

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L’Asl ritira la delibera di adeguamento prezzo call center aziendale dopo la denuncia di Le Cronache. Dopo le polemiche nate in seguito a quanto denunciato attraverso queste colonne, infatti, il direttore generale dell’azienda sanitaria locale, Mario Iervolino ha disposto “di prendere atto della sentenza 1444 dell’11 giugno 2021 con la quale il Tar Salerno annullava la delibera 209 del 12 febbraio 2021; di prendere atto della nota agli atti della procedura, con la quale , in esecuzione della precitata sentenza, il proponente Ufficio ha comunicato i motivi ostativi all’accoglimento della istanza di revisione prezzi di che trattasi, fissando un termine di dieci giorni per l’invio di osservazioni ed eventuali documenti; di prendere atto della nota nota pec del 3 settembre 2021,agli atti della procedura, con la quale la ditta Asso faceva pervenire osservazioni e documenti a supporto dell’istanza in esame”. Dall’Asl dunque il diniego dell’accoglimento dell’istanza di adeguamento prezzi praticati dalla

“Cooperativa sociale Asso – Agenzia Servizi & Supporto Organizzativo soc.coop”per il servizio di Gestione del

“gestione del call center cup per l’Asl di Salerno”.

L’istruttoria è stata seguita dalla dottoressa Rosanna Barra, Dirigente Amministrativo. L’Asl evidenzia che relativamente al costo del lavoro si evidenzia che le tabelle retributive del Ccnl per le cooperative sociali non hanno subito variazioni dal 2013 (anno in cui è stata formulata l’offerta economica) fino all’ottobre 2019 e, pertanto nessun incremento al costo del lavoro può essere rilevato in questo periodo; “la la ditta Asso anche con le osservazioni e la documentazione inviata con nota pec del 03.09.2022 non ha fornito alcun elemento a dimostrazione della non remuneratività dei prezzi fissati e pagati dalla Asl Salerno per il servizio affidato, e per i quali ha chiesto la rivalutazione – si legge ancora nella delibera – In particolare la ditta Asso non effettua nuovamente nessun raffronto tra il costo del lavoro da imputarsi al costo orario del servizio, come da offerta del 2013, ed il costo del lavoro da imputarsi allo stesso costo orario per il 2019/2020, come già evidenziato con la nota pec

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del proponente Ufficio prot. 175367 del 26.08.2022”. La stessa ditta, con la documentazione inviata, relativamente al periodo 2019 – 2020 fa rilevare esclusivamente un incremento del costo del lavoro orario, per il maggior numero di operatori impiegati, da € 7,40 (aprile 2019) ad € 7,91 (settembre 2020) e che tale evidenziazione, in considerazione di quanto precedentemente rappresentato in ordine alla tipologia di servizio espletato con prevalente utilizzo di manodopera, fa ritenere che la tariffa oraria di € 13,70 sia ancora remunerativa nel 2019/2020. Dunque, nessun altro elemento di valutazione in ordine ad eventuali ulteriori variazioni delle voci che determinano il prezzo orario di € 13,70 viene fornito dalla ditta Asso e, si legge ancora nella delibera, le tabelle Istat non sono da sole sufficienti ad individuare una non rimuneratività della tariffa oraria pagata dalla Asl Salerno per il servizio di che trattasi.

Operazioni inesistenti, sequestro per 1,3 mln di euro

La Guardia di Finanza ha eseguito oggi una misura interdittiva a carico di un imprenditore di Pietrapertosa (Potenza), gia’

amministratore unico e socio di maggioranza di una ditta per la vendita di auto di Potenza, indagato per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele e altro. All’imprenditore sara’ vietato di esercitare attivita’ professionali o imprenditoriali per un anno. Inoltre, e’ stato eseguito – su disposizione del gip presso il Tribunale del capoluogo, che ha accolto la richiesta della Procura delle Repubblica – il sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un importo di oltre 1,3 milioni di euro, “corrispondente al valore delle

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imposte evase”. Il provvedimento e’ il risultato di indagini della Guardia di Finanza sulla contabilita’ relativa alla ditta guidata dall’imprenditore nei quattro anni dal 2014 al 2017. Nell’inchiesta sono coinvolti altri tre imprenditori che vendono auto a Modugno (Bari), Rossano (Cosenza) ed Eboli (Salerno). Sono indagati per emissione di fatture per operazioni inesistenti ed altro: oggi hanno subito delle perquisizioni oltre che ricevere la notifica del sequestro preventivo dei beni. In pratica, secondo l’accusa, e’ stata avviata una frode all’iva su auto provenienti da Paesi dell’Unione europea, “con fittizia schermatura contabile di imprese dislocate” in Calabria, Campania e Puglia. La ditta potentina sarebbe riuscita a “dissimulare gli effettivi acquisti delle auto presso i fornitori comunitari al fine di evadere l’obbligo del pagamento preventivo dell’iva all’atto della nazionalizzazione degli autoveicoli, nonche’ di detrarre indebitamente l’imposta esposta sulle fatture”. L’imprenditore potentino nel 2021 aveva ricevuto un’altra misura di prevenzione patrimoniale, richiesta dalla Procura della Repubblica di Potenza e disposta dal Tribunale, dopo la ricostruzione di “una notevole sproporzione tra i redditi dichiarati rispetto al tenore di vita e all’elevato valore dei beni” disponibili.

Sabato Pecoraro della Fenailp nuovo componente del consiglio camerale

Il nuovo Consiglio Camerale di Salerno si è insediato dopo il decreto di nomina dei componenti a firma del Governatore Vincenzo De Luca . Dopo le complesse operazioni che hanno

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portato alla nuova composizione del Consiglio e dopo la riconferma , all’unanimità del Presidente Prete, finalmente ora si passa alla fase esecutiva e alla operatività per il prossimo quinquennio, 2021/2026. 25 Consiglieri fra riconfermati e quelli di fresca nomina , con una quota rosa molto ristretta , 3 donne presenti nel parlamentino di Via Roma. Fra le nuove personalità nel Consiglio: il Presidente della Fenailp Nazionale , Sabato Pecoraro. Il Presidente Sabato Pecoraro, salernitano è figlio d’arte, infatti il papà Bernardino , oggi 94 enne, è stato uno dei pionieri del Mercato all’ingrosso di Salerno, quando, il mercato ortofrutticolo, si svolgeva in Via Gelsi Rossi . Nel settembre 2010 , Papà Bernardino, fu premiato dall’allora Sindaco di Salerno , Vincenzo De Luca , quale decano degli Operatori del settore , in occasione del decennale della struttura mercatale di Via Mecio Gracco. Sabato Pecoraro, ha sempre lavorato nell’Azienda di Famiglia dedita al commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli la “Pecoraro srl” di cui oggi è Amministratore Unico. Otto anni fa, fu promotore della costituzione del Consorzio “Q.S.” Qualità Salerno del Centro Agro-Alimentare, di cui è Presidente, il cui scopo è la tutela, la promozione e la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli che vengono raccolti presso il Centro Agro Alimentare di Salerno. Da sempre accanto alle esigenze e alla soluzione delle problematiche del Settore, Sabato Pecoraro nell’ottobre del 2019 inizia una nuova avventura come Presidente Nazionale della FeNAILP (Federazione Nazionale Autonoma Imprenditori e Liberi Professionisti) federazione di rappresentanza sindacale di tutti i settori della micro, piccola e media impresa del commercio, del turismo, dell’artigianato, dei servizi e delle libere professioni. Nel corso del suo primo anno di mandato, il Presidente Pecoraro, dirige la Federazione nel momento più difficile della storia economica d’Italia: la crisi provocata dalla pandemia, che giorno dopo giorno è stata la causa di gravi problemi finanziari per tutte le categorie. Lockdown e stop ripetuti, richieste di aiuti e interlocuzione continua con il Presidente

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del Consiglio, con i Ministeri e con i Presidenti di Regione, la Fenailp non si è mai fermata grazie ad una intensa attività sindacale messa in campo con l’aiuto del Segretario Generale Nazionale, Mario Arciuolo. La Fenailp lavorerà al fianco del confermato Presidente Prete con due Consiglieri: il Presidente Pecoraro neofita ed il veterano Mario Arciuolo da 20 anni presente negli scanni dell’Ente Camerale. Mario Arciuolo vanta una lunga esperienza nel mondo delle organizzazioni datoriali ed è da sempre impegnato nella difesa dell’imprese con un carattere sanguigno e che tutti gli amici e colleghi gli riconoscono e che lo rendono riconoscibile. Instancabile ed infaticabile, da anni lavora per la tutela del mondo dell’imprenditoria. Ma la sua non è una dimensione soltanto ristretta nei confini della Provincia di Salerno ma è amplificata su tutto il territorio nazionale con impegno anche nella Direzione di grosse sigle sindacali che ha poi abbandonato per dedicarsi completamente alla ristrutturazione della Fenailp , con la carica di Segretario Generale Nazionale , e che nel corso di questi anni ha moltiplicato le adesioni ed il gradimento di moltissimi imprenditori. Grazie alle sue capacità umane e di generosità è in grado di creare sinergie ed opportunità con l’organizzazione di grossi eventi per la promozione dei territori ed a favore delle imprese.

Addio a Mino Raiola: ci rifilò Jansen e Ferrier

MILANO – Il mondo del calcio è in lutto. Mino Raiola, agente di alcuni tra i migliori calciatori del mondo e uno dei re riconosciuti del calciomercato, è morto ieri mattina a Montecarlo dove abitava. Malato da qualche mese, era stato operato d’urgenza al San Raffaele di Milano, ma non si era mai

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ripreso del tutto. Nato a Nocera Inferiore il 4 novembre del 1967, si era affermato come procuratore in Olanda, dove aveva cominciato a occuparsi della gestione di alcuni calciatori ed era riuscito a farsi un nome anche in Italia grazie alla sua intermediazione nei trasferimenti di Stefan Jansen e Michael Ferrier alla Salernitana nell’estate del 1995, quando fu liberalizzato l’ingaggio dei calciatori stranieri anche nelle altre categorie grazie alla famosa legge Bosman. Per Jansen e Ferrier non fu però un’esperienza felice: il primo collezionò 16 presenze ed un solo gol, mentre il secondo solo 4 spezzoni prima di essere ceduto al Catania a gennaio. LA VITA Carmine Raiola, conosciuto da tutti come Mino, nasce a Nocera Inferiore il 4 novembre del 1967. Quando ha un anno di vita la sua famiglia si trasferisce in Olanda, ad Haarlem, per dedicarsi alla ristorazione. Fin da giovanissimo aiuta i genitori facendo il cameriere, attività che non gli impedisce di diplomarsi al Liceo e iniziare a frequentare la facoltà di Giurisprudenza. E attività che, complice una battuta di Mihajlovic, lo segnerà per sempre con il soprannome di

“pizzaiolo” anche se, come dirà in seguito lui: “Non ho fatto una sola pizza in vita mia. Non so nemmeno come farla. Ma ho portato molte pizze agli ospiti del ristorante dei miei genitori“. Dotato di un’intelligenza fuori dal comune, è particolarmente portato all’appredimento delle lingue (addirittura 7 quelle conosciute: italiano, olandese, inglese, tedesco, spagnolo, francese e portoghese). La passione per il calcio lo porta, dopo aver giocato nelle giovanili dell’Haarlem, a diventarne responsabile a 20 anni prima di ricoprire la carica di direttore sportivo del club olandese e fondare una società di intermediazione. Da lì prende il via la sua carriera nel mondo dei procuratori di calcio. IL PROCURATORE PER ECCELLENZA La svolta arriva nel 1992 quando porta Bryan Roy al Foggia, un anno prima di fare da mediatore nella trattativa tra Ajax e Inter per Dennis Bergkamp e Wim Jonk. Nel 1995 favorisce il passaggio alla Salernitana degli olandesi Jansen e Ferrier. Diventa agente Fifa e fonda la società Sportman, con sede a Montecarlo.

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Inizia così la scalata al calcio di massimo livello con la procura di campioni come Nedved, Ibrahimovic, Pogba, Balotelli, Verratti, Donnarumma, de Ligt e Haaland. Secondo Forbes Raiola, nel 2020, si piazza al quarto posto al mondo tra i procuratori con un fatturato da 84,7 milioni di dollari avendo chiuso affari per 847,7 milioni di dollari. Non particolarmente amato dai dirigenti dei club, ha fatto la fortuna sua e dei suoi assistiti e resterà per sempre nella storia del calcio internazionale.

Appalti truccati e turbativa d’asta, Nicola Oddati lascia gli incarichi nel Pd

Di Erika Noschese

Nicola Oddati lascia ogni incarico all’interno del Pd. Le dimissioni arrivano all’indomani dell’inchiesta della Procura di Napoli che vede il responsabile nazionale delle Agorà Dem indagato per turbativa d’asta. Comunicazione, quella di lasciare ogni incarico all’interno del partito, giunta direttamente al segretario nazionale Enrico Letta.

“Nei giorni scorsi, sono stato destinatario di un decreto di perquisizione da parte della Procura di Napoli, nell’ambito di un’inchiesta su appalti pubblici – ha scritto Oddati nella sua lettera – Si tratta di un percorso di indagine ancora in corso, ma nel quale voglio essere libero di difendermi e di dimostrare la mia totale estraneità ai fatti. Per questo ti comunico con effetto immediato che mi dimetto da tutti gli incarichi di partito e mi autosospendo da tutti i ruoli nazionali e provinciali”. Poche ore dopo la notizia dell’inchiesta, Oddati aveva scelto di non presentarsi a Bellizzi dove, all’Arena Troisi, era in programma un incontro

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sull’immigrazione e la diversità. L’inchiesta della Procura si Napoli mira a far luce sugli appalti al rione Terra e proprio Oddati, componente della direzione nazionale del Pd, risulta destinatario di un decreto di perquisizione notificato mercoledì mattina dalla Procura di Napoli per chiarire eventuali rapporti sospetti tra il Pd e gli Imprenditori. A condurre le indagini i pm Capuano e Sica, sotto il coordinamento del procuratore Melillo, al lavoro finanza e squadra mobile. Per la turbativa d’asta risulta coinvolto anche il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, assistito dal penalista Luigi De Vita.

Turbativa d’asta, indagato Nicola Oddati, responsabile Agorà dem

di Erika Noschese

Turbativa d’asta. Sarebbe questa l’ipotesi d’accusa per Nicola Oddati, ex braccio destro di Zingaretti e a capo delle Agorà Democratiche che si stanno tenendo a livello nazionale.

Oddati, componente della direzione nazionale e responsabile Mezzogiorno del Pd, è tra le persone che risultano indagate nell’ambito di una inchiesta della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, coordinata della Procura di Napoli, riguardante una serie di appalti nella città di Pozzuoli, in provincia di Napoli. Complessivamente gli indagati sarebbero una decina e tra questi anche il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, al quale gli inquirenti contestano i reati di corruzione e turbativa d’asta. Nella giornata di mercoledì, negli uffici del Comune della città flegrea, poliziotti e finanzieri hanno sequestrato documentazione e attrezzature (tra cui telefoni cellulari). Tra gli indagati spicca anche

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l ’ i m p r e n d i t o r e S a l v a t o r e M u s e l l a ( d i f e s o dall’avvocato Nicola Pignatiello), ritenuto dagli investigatori in rapporti con Oddati (al quale Musella avrebbe chiesto e ottenuto informazioni), e due dipendenti. Gli i n v e s t i g a t o r i r i t e n g o n o , s u l l a b a s e d i n u m e r o s e intercettazioni e di un imponente materiale fotografico che il sindaco di Pozzuoli abbia, attraverso un dipendente comunale, fatto disegnare appalti “su misura” per Musella che però quest’ultimo non si sarebbe aggiudicato. Tutto in cambio di d e n a r o e a l t r e u t i l i t à . G l i a p p a l t i i n q u e s t i o n e riguarderebbero la riqualificazione del rione Terra, cava Regia e non solo. Tra le persone sulle quali sono in corso accertamenti figurano anche altri imprenditori oltre Musella.

Nello specifico, la turbativa d’asta ipotizzata riguarderebbe la procedura di gara per l’aggiudicazione dei lavori di riqualificazione e restauro del Rione Terra – l’agglomerato urbano più antico della città – e di realizzazione del parcheggio multipiano e riqualificazione ambientale dell’ex Cava Regia. “Tenuto conto delle imminenti elezioni a m m i n i s t r a t i v e m i a u g u r o n o n s o l o u n a t e m p e s t i v a definizione delle indagini, in modo da consentire di dimostrare l’assoluta regolarità dell’operato del sottoscritto e dell’amministrazione comunale, ma soprattutto che tale vicenda giudiziaria, manifestatasi all’epilogo della mia decennale esperienza da sindaco, non possa inficiare l’eccellente lavoro fatto da tutti i miei collaboratori per rendere la città di Pozzuoli quella che è diventata oggi, ovvero, una straordinaria realtà turistica, residenziale ed imprenditoriale”, ha dichiarato il sindaco Figliolia. Questa mattina, Oddati dovrebbe essere a Bellizzi per partecipare a l l ’ A g o r à c h e a f f r o n t a i l t e m a d e l l a c r i t i c i t à dell’accoglienza.

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Omicidio Vassallo e le rivelazioni di Ridosso

di Pina Ferro

Un pentito di camorra secondo la procura di Salerno conoscerebbe particolari fondamentali per arrivare a scoprire l’assassino o gli assassini del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, un omicidio che attende giustizia dal 5 settembre 2010. A riportare la notizia è un articolo a firma di Vincenzo Iurillo pubblicato su “Il fatto quotidiano”. Il collaboratore di giustizia che conoscerebbe dettagli risolutivi sull’aomicidio porta il nome di Romolo Ridosso, originario di Castellammare di Stabia. Proviene dal clan Loreto-Ridosso, operante nell’agro-nocerino, tra Scafati e dintorni. Ne è stato uno dei capi. Romolo Ridosso risulta indagato in un procedimento connesso a quello dell’omicidio Vassallo.

Recetemente i pm salernitani sono andati ad ascoltarlo a Firenze, nel carcere di Sollicciano, dove è detenuto nella sezione protetta. Assistito dall’avvocato Rolando Iorio, del foro di Avellino, Romolo Ridosso ha risposto alle domande dei magistrati. “La sospetta matrice camorristica dell’omicidio è tuttora oggetto di indagini, gli inquirenti sembrano essere ad un passo dalla risoluzione del delitto”, riferisce l’avvocato Iorio al Fatto Quotidiano, confermando la notizia. Romolo Ridosso è detenuto per espiazione pena, frutto di un cumulo di condanne definitive, compresa l’ultima per fatti relativi alle aggressioni alla sua ex compagna. Ha parlato dell’omicidio Vassallo sin dai cinque verbali illustrativi della sua collaborazione di giustizia, resi tra il 2016 e il 2017.

Dichiarazioni su cui si fonda l’iscrizione nel registro degli indagati di Giuseppe Cipriano, il titolare di un cinema di Scafati che nel 2010, nell’estate del delitto Vassallo, prese in noleggio il cinema di Pollica, a pochi passi dal ristorante gestito dalla famiglia del sindaco. Cipriano è uno dei due

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soli indagati noti, entrambi a piede libero. L’altro è il carabiniere Lazzaro Cioffi, in carcere dal 2018 per altri reati, con l’accusa di essere stato a libro paga del clan Fucito di Caivano e dei loro traffici di droga. Furono convocati entrambi per rendere interrogatorio negli stessi giorni di inizio luglio 2018. Cioffi fece scena muta. Cipriano rispose. Intanto a maggio dovrebbero riprendere le audizioni del gruppo di lavoro della commissione parlamentare antima- fia dedicato al caso Vassallo, coordinato dal deputato Luca Migliorino (M5S). “Vogliamo la desecretazione degli atti, sono troppi anni che aspettiamo”, hanno scritto nei giorni scorsi in una nota Dario e Massimo Vassallo, i fratelli del sindaco pescatore. Esasperati per l’attesa di una verità giu- diziaria che pare sempre imminente ma non arriva mai. “La nostra pazienza è finita”, dicono.

Quando la banda intona Bella Ciao

Non c’è festa senza la sua musica. In una giornata come non mai grigia, la nota d’entusiasmo di evocare il nostro luminoso passato per guardare avanti è stata affidata al Corpo Bandistico “Lorenzo Rinaldi” di Giffoni Valle Piana, diretto dal Maestro Francesco Guida

Di Olga Chieffi

In un grigio e silente 25 aprile, LXXVII anniversario della Liberazione, segnato dall’ultimo colpo di coda della pandemia ma, inaspettatamente, anche da ben due mesi di guerra, dalla quale non si prevede immediata via d’uscita e che, purtroppo, nell’immaginario di tanti pare lontana, l’unica nota

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d’entusiasmo, quell’evocazione del nostro luminoso passato, è stata affidata al Corpo Bandistico “Lorenzo Rinaldi” di Giffoni Valle Piana, diretto dal Maestro Francesco Guida.

Ognuno ha potuto riflettere nel proprio sentire sulla parola la libertà che non è un valore gratuito, esistente automaticamente o una condizione che si mantiene da sola. Un momento, questo, per riaffermare che la libertà va difesa giorno per giorno e che tutti noi dobbiamo tenere sempre gli occhi ben aperti se vogliamo custodire questo bene prezioso, che garantisce alle persone di vivere al meglio possibile. La cerimonia ha compreso le abituali tre tappe, con le autorità civili, militari e religiose, i sindaci dei comuni della provincia, i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, gli studenti della Scuola Media “G.Lanzalone” e i cittadini riuniti in Piazza Vittorio Veneto, dove sono stati resi gli onori ai caduti e al Partigiano Tenente Ugo Stanzione, indi ricordati i caduti del mare e le medaglie d’oro della Resistenza, in piazza Cavour, forse, quest’anno un po’ affrettate, con i discorsi doverosamente rivolti ad una Resistenza per la Pace, non solo in Ucraina, ma in tutto il mondo. Un concetto di Ri- esistenza, quindi, allargato, oggi, nel ricordo di quell’impresa storica di un popolo compiuta per libera scelta di milioni di uomini e donne semplici, che di essa furono protagonisti in senso pieno, creatori e corresponsabili. Non una decisione imposta, ma una scelta contro ciò che veniva imposto; non l’inquadramento forzato in un esercito istituzionale, per una guerra decisa dall’alto, ma la costruzione volontaria di un esercito dal nulla, di un esercito di liberi e uguali. Una disciplina ferrea, ma derivante dalle esigenze della lotta liberamente intrapresa, e costantemente corretta e rafforzata dal carattere collettivo delle decisioni. Una democrazia piena, vissuta come costante compartecipazione di tutti ai problemi, e alle scelte, collettivi: la democrazia più piena e più alta, che la storia d’Italia abbia mai conosciuto. Non deve essere retorica, non è agiografia, sono i tratti caratteristici della Resistenza,

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così come è stata vissuta da “un popolo alla macchia”, da un popolo che si è dato organizzazione, strutture militari e politiche, giornali, codice civile e morale, senza l’intervento di apparati coercitivi separati dal popolo stesso, anzi, contro il potere armato esistente. Nel programma di marce scelte dal M° Guida si è intravisto un filo rosso intenso principiato con Liberty March dell’indimenticato Franco Cardaropoli, Amici veri, una delle composizioni più amate di Vincenzo Cammarano e ancora, Caggiano, marcia firmata da Antonio Imparato, orgoglio del magistero salernitano, e ancora, Capricciosa, una marcia caratteristica di Luigi Ingo, Gloriosa, marcia sinfonica di Giovanni Orsomando, Primi passi di Vincenzo Corino, fino ad Omaggio Floreale di Maurizio Cancelli, e agli inni di prammatica, quali La leggenda del Piave, il Canto degli Italiani e Bella Ciao, in una scaletta che questa volta, non a torto, non ha visto l’inserimento delle marce americane, Semper Fidelis inno del Corpo dei Marines o Star & Stripes Forever, entrambe di John Philip Sousa. In piazza, infatti, si è gridato Italia fuori della Nato, un’alleanza che avrebbe dovuto sciogliersi quel Natale d e l 1 9 9 1 , q u a n d o G o r b a c i o v c o n s e g n o i s u o i p o t e r i presidenziali, incluso il controllo sul nucleare e che invece oggi si ritrova con ben 16 stati in più dalla sua fondazione, nel 1949. La sfilata su di un Lungomare quasi del tutto impresentabile e impraticabile ha cancellato l’abituale breve matinée della banda, ma a bandiere rosse e tricolori quasi del tutto ri-arrotolati, la richiesta di eseguire ancora una volta Bella Ciao ha ravvivato la strada di colori, emozioni, ricordi

“… con il taglio/ridente della bocca, pieni gli occhi/piena la mano nel suo pugno: il cuore/d’improvviso ci apparve in mezzo al petto.” (Alfonso Gatto)

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