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ANALISI DI RISCHIO PER L ARRIVO DEL GIRO D ITALIA NEL PARCO NAZIONALE GRAN PARADISO Roberto Mezzalama - Guido Trivellini

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Academic year: 2022

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Intitulé de la réunion:

Gestion des facteurs d'érosion de la biodiversité: comparaison d'expériences  transfrontalières

Denominazione dell'incontro: 

Gestione dei fattori di erosione della biodiversità: confronto di esperienze  transfrontaliere

Date/data: 28/1/2021  Lieu/luogo: Webinair

Web : www.biodivalp.maregionsud.fr Facebook : https://www.facebook.com/BiodivALP/

  Instagram : https://www.instagram.com/pitem.biodivalp/

PC INTERREG V A France-Italie, Italia-FranciaProjet/progetto n°5217 – PS3- GEBIODIV

ANALISI DI RISCHIO PER L’ARRIVO DEL GIRO D’ITALIA NEL PARCO NAZIONALE GRAN

PARADISO

Roberto Mezzalama - Guido Trivellini

(2)

Il problema

2

I M PAT T I P R E V I S T I P E R L ’ A R R I V O D E L G I R O D I I TA L I A P R E S S O I L L A G O D E L S E R R Ù

• Potenziale impatto dell’evento sull’ecosistema

• Associazioni ambientaliste vs. Organizzatori, Amministratori locali, pubblico.

• Competenze divise tra Regione Piemonte, Ente Parco

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Tipologia di progetto

3

U N P R O G E T T O “ A N O M A L O ”

Natura squisitamente temporanea e mancata interferenza con qualsivoglia strumento di 

pianificazione. 

• Tra 5.000 e 25.000 persone previste all’arrivo (dati  RCS). Esperienza precedenti inducevano alla 

necessità di gestione del comportamento del pubblico

Impatto forte e molto breve

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4

Valutazione Appropriata

• Habitat e flora soggetta a potenziale calpestio e danneggiamento

• Fauna poco mobile (anfibi, rettili e piccoli mammiferi) soggetti a un impatto diretto nella  zona di permanenza del pubblico. 

• Grandi mammiferi con comportamento sociale complesso (stambecco, Capra ibex e  camoscio Rupicapra rupicapra), la cui strategie comportamentali potrebbero risentire  della presenza umana anche a distanza maggiore della zona di permanenza del 

pubblico, anche in funzione di una fase stagionale particolare (in ambito alpino i mesi  di maggio e giugno coincidono con la maggior parte dei parti e delle nascite dei 

piccoli).

• Specie volatrici nidificanti di pregio (i.e.: aquila reale, Aquila chrisaetos, soggette in  particolar modo a un disturbo causato dalla presenza di elicotteri, il cui volo 

rappresenta uno dei fattori d’impatto più importanti che questo evento (Grubb e  Bowerman 1997).

I M P A T T I D I R E T T I E I N D I R E T T I

(5)

Approccio: analisi di rischio

5

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Il modello di rischio

6

• Fonte: la struttura del progetto che genera il fattore di rischio: 

l’ evento

• Percorso:  la  connessione  tra  sorgente  e  recettore: 

distribuzione del pubblico 

• Recettore:  popolazione  di  piante  o  animali  bersaglio,  la  specie, l’individuo. 

• Si  considera  una  sola  fonte  (pubblico)  e  recettori  multipli  (specie da database PNGP)  

• Scopo: elaborazione di una strategie singola 

ASSUNZIONI:  

• Effetto decrescente dalla strada verso  l’ecosistema: Si considera 100% dell’ 

effetto in un buffer di 50 m dalla strada   

• Esempio di recettore: tana di mamotta

• Spostamento della sorveglianza in base  al rischio e ai target

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7

Identificazione delle specie target

Criterio Specifica

Direttiva Habitat

All. II e/o All. IV, v Direttiva 1992/43/

CEE

Classi IUCN

Direttiva Uccelli (147/2009, 79, 1994)

Convenzione di Berna sulla

conservazione delle specie europee e degli habitat naturali (1979)

CITES (convenzione internazionale sul commercio delle specie a rischio

Esistenza di specie bandiera,

d’interesse conservazionistico per il parco

Invertebrati, Pesci, Anfibi, Rettili e  Mammiferi

specie d’interesse comunitario: incluse  in 

* = specie prioritaria  CR in pericolo critico EN in pericolo

VU Vulnerabile

NT quasi minacciata - Declino DD mancanza di dati (quindi rara)  LC basso rischio di conservazione  

 

Allegato II, (specie la cui 

conservazione richiede la designazione  di zone speciali di conservazione) e  allegato IV (specie d’interesse  comunitario che richiedono una  protezione rigorosa)

 

Allegato II (specie strettamente 

protette), Allegato III (specie protette).   

 

 Convenzione internazionale sul 

commercio di specie a rischio: utilizzato  per i taxa afferenti al regno vegetale e  in particolare per specie di orchidee  selvatiche. 

 

Principalmente  stambecco  (Capra  ibex),  camoscio  (Rupicapra  rupicapra)  marmotta (Marmota marmota)

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8

Il modello di rischio

Caratterizzazione degli effetti

 Specie  il  cui  movimento, nullo (piante)  o  basso (piccoli  home range e  alta site  fidelity:  nicchie spaziali  ben definite) non permette all’individuo di allontanarsi dall’area d’impatto totale.  

 Specie a movimento ristretto e a minor sensibilità (i.e.: molti passeriformi), per i quali il rischio si stima  azzerarsi in circa 150 metri.

 Specie  di  grandi  dimensioni,  ad  alta  sensibilità  al  disturbo  antropico,  ma  anche  capaci  di  compiere  spostamenti considerevoli, per la quale si stima un azzeramento del rischio/ disturbo in circa 500 metri di  distanza dalla fonte di rischio.  

Probabilità di esposizione

 0= assenza della specie

 1= bassa probabilità di presenza  

 2= probabilità media di presenza 

 3= alta probabilità di presenza.

(9)

Il modello di rischio

H A B I T A T S U I T A B I L I T Y ( A P P R O C C I O E X P E R T B A S E D )

BirdLife International, per gli uccelli, valuta l'importanza di ciascun tipo di habitat per ciascuna specie come  segue:

Adatto: la specie si presenta nell' habitat regolarmente.

Molto adatto: l'habitat è adatto, e inoltre è importante per la sopravvivenza della specie, sia perché essa ha un requisito assoluto per l'habitat a un certo punto del suo ciclo di vita (ad esempio per l'allevamento o come fonte di cibo critico), o è l'habitat primario (o uno dei due habitat principali) all'interno del quale la specie di solito si trova, o all'interno del quale si ritrova la maggior parte degli individui.

Marginale: la specie si presenta nell'habitat solo irregolarmente o raramente, o solo una piccola percentuale di individui si trova nell'habitat.

Non adatto: l'habitat ha un'importanza sconosciuta per la specie

Estendendo la valutazione ad altre classi di vertebrati, la classificazione è stata applicata agli habitat (land  cover) di una mappa vegetazionale ottenuta dal Parco nazionale Gran Paradiso, nell’area di studio 

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Habitat presenti

Habitat nell’area di studio Habitat nell’area di studio

acque calme acque correnti

alberi isolati o a piccoli gruppi alneti di Ontano verde

arbusteti

boschi di Larice e/o Cembro boschi di Pino uncinato boschi radi di conifere fabbricati

formazioni erbose acidofile subalpine ed alpine ghiaioni calcarei e scisto-calcarei

ghiaioni silicei

lande subalpine ed alpine

 

manufatti umani (baite e manufatti in pietra)  paludi a piccole carici acidofile 

giardini, orti  praterie montane  rupi silicee

strade e sentieri

vegetazione riparia legnosa dei corsi d'acqua vegetazione riparia erbacea dei corsi d'acqua zone d'ombra

arbusteti

boschi di Pino uncinato

ghiaioni calcarei e scisto-calcarei

vegetazione riparia legnosa dei corsi d'acqua vegetazione erbacea dei corsi d’acqua

 

 

(11)

11

Generazione della mappa di idoneità per le specie

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Generazione della mappa di rischio

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Altri dati

• D A T I D I C A M P O D A L PA R C O , C O M P E N S A Z I O N E E S O R V E G L I A N Z A A D H O C

• Alcuni punti di ritrovamento di elementi sensibili di  flora PNGP, IPLA, ARPA Piemonte, elementi solo  verdi). 

• Avvistamenti diretti di fauna 

• Elenco di habitat particolari (es: Torbiera del Serrù, 

loc. Villa) 

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Il problema dell’elicottero (1)

• Localizzazione dei nidi 

• Calcolo del buffer di sicurezza  

• Identificazione della no fly-zone 

I M P A T T O S U A Q U I L A C H R I S A E T O S

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Il problema dell’elicottero (2)

P A R T I D I C A M O S C I O S U L L A S T R A D A M I L I TA R E

Calcolo di Home range kernel   e dei loro buffer come no fly 

zone 

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La gestione del pubblico

« G O A R E A S » E « N O G O A R E A S »

Uso dei dati floristici e faunistici per la pianificazione

Identificazione della strada militare bassa come «tribuna» per il pubblico 

Importanza dell’esperienza di campo del 

Corpo di sorveglianza PNGP 

(17)

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Conclusioni

V A L U T A Z I O N E D I I N C I D E N Z A G I R O D ’ I T A L I A , P N G P 2 0 1 9

Lo studio ha mischiato in modo ideale un approccio modellistico, dati  di campo dal database del parco e altri metodi di analisi per 

identificare : 

• Aree e popolazioni a maggior rischio 

• Go Areas 

• No go Areas 

• Fly zones

• No Fly –zones 

Emerge un approccio gestionale direttamente basato sui migliori dati,  con una discreta complessità analitica  e senza la rinuncia ad un 

approccio compensativo pratico. 

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Merci de votre attention ! Grazie dell'ascolto !

 

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