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LE POESIE DELLE ALUNNE E DEGLI ALUNNI SULLA SOLIDARIETA

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Academic year: 2022

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LE POESIE DELLE ALUNNE E DEGLI ALUNNI SULLA

SOLIDARIETA’

I RACCONTI DEI GENITORI

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2 L’anno Scolastico 2019/2020 sarà ricordato come l’anno del Covid_19, durante il quale non è stato possibile completare il percorso didattico programmato ad inizio anno. Il progetto AVIS sul tema della solidarietà e dell’inclusione è tra le varie iniziative intraprese e non del tutto portate a compimento; ciò nonostante abbiamo ritenuto utile e necessario non accantonare ciò che gli alunni hanno prodotto, confortati nella loro iniziativa anche dal fattivo contributo di alcuni genitori.

In presente elaborato testimonia come l’iniziativa abbia interesse a partecipazione sul tema della solidarietà umana, che l’attuale situazione ha ancor più messo in evidenza. Di fronte a “cataclismi” di tal genere l’unica risposta possibile rimane la nostra coscienza e sensibilità, che solo attraverso l’altruismo e la partecipazione civile attiva può contribuire a superare momenti assai difficili, come quelli che abbiamo vissuto e, speriamo, di non rivivere con la stessa drammaticità.

Un plauso quindi e un sentito ringraziamento ai docenti e ai discenti che si sono impegnati nell’elaborare le poesie di seguito riportate, ma soprattutto un grazie di cuore a quei genitori che hanno dimostrato fattivamente come la scuola è una palestra in cui non si insegna/impara solo nozioni, ma si dibattono anche con interventi esterni temi di assoluta attualità, nella speranza di formare delle coscienze civili, che abbiano come conseguenza l’acquisizione di valori fondamentali, che superino differenze e conflittualità in nome dell’ESSERE UMANO:

Mario Bruselli

Presidente AVIS Provinciale Pisa

Pisa 14 settembre 2020

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3 LE POESIE DELLE ALUNNE E DEGLI ALUNNI SULLA SOLIDARIETA’

Classe II, sez. A

Coordinatrice prof.ssa Giusy Fioravanti

Gli stranieri

Non hanno un colore diverso da noi.

Hanno un cuore ed un’anima Perché li valutiamo disuguali?

Vedete! la solidarietà è vivere tutti insieme.

Non per obbligo ma per volontà

Alberto Rossi

La solidarietà

Solidarietà, solidarietà, che non si chiede ma si dona.

È come l’amore, non si tocca ma si dà.

Bella bella, come il fruscio del vento.

È come uno spiraglio di sole tra le nuvole.

Mette allegria come altre poche cose che esistono al mondo.

La solidarietà è vivere tutti in pace.

Non per obbligo, ma per volontà.

Alberto Rossi Per te

Se hai cibo, sfama, se hai acqua, disseta, se hai cuore, ama

ma soprattutto se hai un’anima sii solidale,

per il bene degli altri.

Alberto Rossi

La solidarietà La solidarietà È un gesto di pace Un gesto d’amore Che ti accarezza il cuore

Ti accarezza e ti arriva fin dentro Per aiutare gli altri

Tutti quelli che ne hanno bisogno La solidarietà deve essere condivisa Con gli altri e col mondo

Devi pensare a te stesso e anche a tutto il mondo

Devi essere solidale con tutti Anche con chi ti sta’ più antipatico

Alessia Montorzi La solidarietà

Solidarietà

vuol dire generosità

aiutare l’altro e dargli ciò che lui non ha,

solidarietà

vuol dire sostegno in cui il volontario mette tanto impegno, solidarietà vuol dire felicità e fratellanza per dare un po’ d’amore

per chi non ne ha abbastanza un bel sentimento in questo mondo

in cambiamento e mi riempie il cuore

quando vedo pace e amore.

Alice Guainai

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La solidarietà

La solidarietà è condividere quel che si ha, non si chiede ma si dà tutto l’amore che si ha non lo puoi trovare perché viene dal cuore e no ha colore solidarietà male mai non fa dolore a chi ha bisogno per avverare qualche sogno.

Alice Guainai

Donare, aiutare, amare,

senza pensare a chi riceve l’amore, senza volere qualcosa in cambio, ma solo per il piacere di farlo.

Donare, aiutare, amare, solidare solo per dare, per aiutare qualcuno che non ha più nessuno.

Donare, aiutare, amare,

dare un sorriso a chi ha smesso di sognare, prenderlo stretto per mano

e insieme andare lontano.

Corinna

tutti bisogna dare una mano nsieme a chi è vicino o lontano.

n amico o un povero affamato rova il tempo, va aiutato!

chi crede la felicità un sogno egala il tuo tempo, ne ha bisogno!.

saremo più felici, diventando tutti amici.

Corinna

Solidarietà

Solidarietà è un gesto che ti arriva nel cuore, un gesto che ti scalda tutte le ore,

un gesto che ci fa stare vicini, grandi e piccini.

Ma non serve andare lontano, basta guardarsi intorno

per capire che c’è sempre qualcuno che ha bisogno.

Corinna

empre aiutare donare amore.

uce alle persone mmetti in ogni cuore are una mano per ndare lontano.

egalare un sorriso n ogni viso.

faremo un girotondo utti insieme

ttorno al mondo

Corinna La solidarietà

La solidarietà, è come una grande mano che ti porta lontano, la solidarietà è un piccolo gesto

ma che proviene dal cuore, la solidarietà è una cosa che porta il sorriso nel viso della gente e se anche tu vuoi dare una mano non occorre andare lontano basta guardarsi un po’ intorno e c’è sempre qualcuno che a bisogno non dovremmo però pensare

c’è qualcuno che può cominciare altrimenti il mondo rimarrebbe uguale.

Daria Montorsi

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La solidarietà

Solidarietà è una parola forte Che ti fa aprire tutte le porte Solidarietà è un gesto d’amore Che fa saldare il cuore,

solidarietà è uno stile di vita

per dare conforto a chi è sconfitto dalla vita per illuminare un volto nascosto dalle dita, per asciugare gli occhi pieni di pianto e rallegrare un cuore infranto

per scaldare anime sole

con abbracci, sorrisi ed amore.

Dario Scarpellini La solidarietà

Aiuta chi ha bisogno d'aiuto ,

ascolta chi a bisogna di essere ascoltato,

abbraccia chi ha bisogno di sentire il tuo affetto, sii solidale con chi ha bisogno di te e

starai bene anche tu.

Gabriele de Vita La pioggia

Dopo la pioggia viene il sereno Brilla in cielo l’arcobaleno Che ti porta accanto al paradiso Accanto a una persona speciale Che ti guarda dall’alto in basso Chi è cattivo e chi buono

Denise Tammaro Il dolore

Il dolore fa male

come un cuore che si spezza fa male, fa male

ho paura che il mio cuore rimanga spezzato fa male, fa male

il dolore non si può guarire fa male, ogni giorno aumenta mi fa malissimo, entro in classe sento che oggi mi fa male

entro in classe vedo tutti amici, e io no questo anno a scuola è un incubo

sembra che non mi possa fidare di nessuno Denise Tammaro

Lucia

Lucia che ora sei nel cielo Nonna, nonna mia

Anche se non ti ho mai visto Mi manchi mi manchi tanto Ogni giorno ti vedo dal cielo Che tu sei accanto a Dio Mi stai accanto

Starai sempre nel mio cuore D’oro e grande

Ti penso ogni singolo giorno Ti voglio bene

E io ogni giorno credo che mi parli Che Dio ti benedica.

Denise Tammaro

La cosa più bella

La solidarietà, una emozione che Ti Avvolge fin dentro l’animo come La neve che cade lentamente, il rumore rilassante della pioggia o il rumore del fuoco scintillante.

La solidarietà, la cosa più bella

Che una persona possa mai portare dentro Il cuore, ma anche un gesto d’aiuto

Per chi non ha potuto essere felice

Diego Saviozzi

Per Giulia

Tu Giulia angelo del paradiso Aiuti i bambini con un solo sorriso Aiuti i bambini con un solo gesto Il gesto si chiama

SOLIDARIETA’

La solidarietà è un gesto bellissimo Che tutti noi e tu Giulia

Abbiamo nel cuore

Doaa Serrar

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La Solidarietà

Un abbraccio, un sorriso

Sono il primo passo per aiutare un amico, più che ricevere devi dare

per essere solidale.

Puoi aiutare porgendo la mano Per alzare chi è vicino e chi è lontano, dalle avversità che ci pone la vita per aiutare a percorrere una salita.

Come in uno specchio Come in uno specchio vedo nel mio il tuo riflesso stessi occhi, stessa paura perché la vita davvero è dura, quello che vivi oggi

io l’ho vissuto ieri

volavano neri i miei pensieri

allora ascolto sedendomi al tuo fianco per alleviare il tuo respiro stanco

A Giulia La solidarietà È come la bontà,

nel tuo cuore qualcosa grida sei una stella viva,

simpatia e generosità lei altro che ce l’ha!

Un regalo lo posso fare Senza dubbio è aiutare, un ricordo ci sarà in qui lei sempre vivrà

molto bene non lo conoscevo ma adesso

con questa poesia

vorrei dimenticare che lei sia andata via….

Maria Grazia Ventura

Ascolta il silenzio Rifletto e penso Ascolto il silenzio Parla!

E la mia anima ascolta Nel silenzio di tomba Ho aiutato

E ho amato.

La solidarietà È dire la verità Il cuore batte forte Non fare mai le lotte Questo è volersi bene E rimanere insieme!!!!!

Maria Grazia Ventura A Giulia

il tuo cuor è molto più grande di questo mondo assai gigante, in vita hai salvato tutti:

alti, bassi, belli e brutti.

Purtroppo ora sei lassù,

ma sento che potrai aiutarmi di più.

Ora ti sento più vicina anche sin dalla mattina, io so che non ti vedrò più, ma potrò averti accanto,

e con questa poesia sento che non sei andata via.

Matilde Assandri Non siamo gemelli

Non siamo gemelli e nemmeno fratelli veniamo da posti lontani alcuni cristiani altri musulmani Abbiamo tutti un cuore e possiamo dare amore Abbiamo tutti un cervello

Per rendere la terra un posto più bello Siamo nati nello stesso mondo

e possiamo fare un grande girotondo E gridare che la solidarietà

ci può dare tanta felicità

Patti

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La solidarietà

La solidarietà è una mano che tende un’altra mano solidarietà è uno sguardo che incontra un altro sguardo Solidarietà è un sorriso che arriva all’improvviso una carezza soltanto su un volto dopo un pianto il Toc Toc a una porta

per confidare una giornata storta sentirsi vicini anche se lontani aprire le braccia e stringersi le mani

Patti

ALLA NOSTRA CALOROSA LUNA O Luna calante

Che brilli sull’acqua Tu rifletti i nostri talenti Tu capisci i nostri problemi E li risolvi

Tu ci guidi verso l’alba

La strada da seguire ci mostri Ci scaldi con il tuo immenso riflesso Noi ti guardiamo

Noi ti ascoltiamo Però è l’ora è sorto il Sole Giulia

Grazie IL NONNO

Tu nonno che vivi lontano Il tuo cuore piange piano piano Vorrei starti più vicino

Per regalarti un sorrisino Tu che hai vissuto in armonia Ora provi tanta malinconia Troppi impegni e troppi interessi Ci portano a trascurare

I familiari stessi

Non è giusta questa vita

La famiglia dovrebbe restare unita Non solo a Natale

La vita è fatta per essere amata!

E non per essere trascurata.

ANIMA MIA Solitario cane

Guardi il nostro cuore Ti coccoliamo

Ti abbracciamo

Ci trasmetti tanta felicità

Ci dai la forza di andare a scuola Noi due siamo sempre insieme Come due calamite

Nessuno ci può separare Tu sei la mia anima

Leonardo Cafissi FRASI SOLIDARIETÀ:

1 - Un gesto di solidarietà è spesso una goccia nel mare, ma a forza di versare gocce, il mare si può anche riempire

2 - Dopo il verbo amare, il verbo aiutare è il più bello del mondo.

3 - Il poco può essere molto per chi non ha avuto niente

4 - Uso l’amore, la solidarietà per farti rialzare

5 - L’importante è essere luce per gli altri 6 - Vivere una vita senza fare niente agli altri e come vivere un giorno a dare il nostro alle persone bisognose

7 - Solidarietà di fatti e non di parole

Leonardo Cafissi

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8 I RACCONTI DELLE ALUNNE/DEGLI ALUNNI E DEI GENITORI SULLA SOLIDARIETA’

Classe II, sez. A

Coordinatrice prof.ssa Giusy Fioravanti

LE ALUNNE/GLI ALUNNI

LA SOLIDARIETA’

Purtroppo questo tipo di “gara” è sempre più diffuso in tutti gli ambienti: tra i bambini che magari cercano di apparire migliori dei fratelli o degli amici agli occhi dei genitori e dei parenti; a scuola o al lavoro quando si cerca di ottenere voti migliori di altri compagni o una promozione, un incarico di maggior rilievo rispetto ai colleghi, provando con ogni mezzo a mettere in cattiva luce il prossimo.

In famiglia o a scuola il motivo della competizione spesso è indotto dai Essere solidali vuol dire aiutare il prossimo, moralmente e materialmente, ed è sinonimo di fratellanza e amore verso gli altri; tutti questi sono ideali predicati dalla chiesa cristiana, ma che è bene diffondere anche tra chi non è credente o appartiene ad altre società ed etnie, poiché la solidarietà dovrebbe essere una presenza costante nel nostro carattere e nel nostro modo di fare.

Purtroppo nel mondo moderno la solidarietà è un valore che sta scomparendo, soppiantata da egoismo, competitività e altri atteggiamenti e sentimenti negativi.

Sin da piccoli infatti cerchiamo di migliorarci ma, per farlo, spesso ci confrontiamo con persone che hanno il nostro stesso intento entrando poi in competizione con esse. In realtà una sana competizione può anche essere utile per farci vedere il mondo da una prospettiva diversa e può fare in modo di stimolarci e motivarci per fare progressi; spesso però la contesa diventa negativa e volta solo a prevalere sugli altri, a primeggiare e far sfigurare il prossimo.

genitori o dell’insegnante che volendo far migliorare il proprio figlio o alunno innescano questo meccanismo che porta poi ad un cattivo rapporto con gli altri. tutto ciò però spesso ci fa sentire frustrati, poiché non riusciamo a raggiungere la meta che ci poniamo.

Sarebbe opportuno che nella società moderna fossero più diffusi i valori di fratellanza e solidarietà perché in questo modo si riuscirebbe a vivere meglio senza tanti scontri e tanto odio.

Alessia Montorzi

Riflessione sul mare

Il mare mi fa sentire felice ma anche triste felice perché senti le onde che vanno avanti e indietro e ti fa sentire a casa, triste perché alcune volte fa paura perché quando ci sono le onde altissime ti fanno paura, è come se il mondo cade per terra e non si abbassa più, quando allagano le città,le strade tifa paura ma sotto sotto è felice perché vede come te la cavi con una emergenza, vede se sei in grado oppure no e nessuno lo sa se è bravo.

Denise Tammaro

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(segue) TESTO SOLIDARIETÀ.

La solidarietà è un insieme di molteplici emozioni. La solidarietà è quando ci troviamo in una partita e invece di andare a fare gol ci fermiamo a rialzare il nostro compagno o avversario che è caduto. Noi siamo solidali quando aiutiamo un compagno che è indietro, quando siamo altruisti, e perfino quando ci imbattiamo in una persona bisognosa e gli diamo il nostro meglio per non pensare alle situazioni negative ma di guardare la luce. E la solidarietà ci fa sentire leggeri, liberi di quello che abbiamo fatto di male, e ci dà la forza per non smettere di essere solidali ma di continuare a dare il nostro cuore alle persone bisognose! Di solito non ci accorgiamo di essere solidali, perché la solidarietà nasce dal nostro corpo, dal nostro cuore!

Una notte incredibile 2.0

Un giorno come tanti altri, Anina, la protagonista, finì i compiti del giorno dopo e preparò lo zaino; in seguito si recò in cucina per cenare. Dopo aver finito di mangiare si diresse in bagno per lavarsi i denti, salì le scale per andare a letto presto, perchè il giorno dopo aveva l’ultima verifica di geografia della terza media, la geografia per lei era un punto dolente, la sua media di quella materia oscillava tra la sufficienza e l’insufficienza.

Nel frattempo, anche la mamma e il papà andarono a dormire.

Come ogni notte, lei si sveglia per andare in bagno; questa volta, mentre ritornò in camera sua, udì un rumore proveniente dal mobiletto. Lei, incuriosita da quel rumore, andò a cercare da dove proveniva; a un certo punto, uscì qualcosa di indecifrabile, un essere vivente appiccicoso, trasparente, puzzolente, non era alto nemmeno mezzo metro, lui era M.Y., un’anima che ci protegge, che cerca dimora e un compagno d’aiutare, che quando ci facciamo male ci aiuta a rialzarci e a ripartire; come un angelo custode. Da quando Anina era andata a letto, M.Y. si era nascosto dietro a quel mobiletto per osservarla, ma quando lei andò in bagno, lui uscì da lì dietro, ma inciampò nella gamba di legno, facendo tanto rumore, allora prima che ritornasse in camera si nascose dietro una pila di riviste, il problema era che era troppo grasso, e non entrava lì dietro, rimase dunque in mezzo alla stanza per cercare un nascondino ma era troppo tardi quando lo trovò...

Lei, presa dal panico, indietreggiò, sentiva un brutto odore, subito dopo che i due si presentarono, ignorò la proposta di aiutarlo, non lo accettò, ma quando capì che quell’essere era pacifico, era solo e voleva compagnia, da brava persona si avvicinò; rimasero una ventina di secondi a guardarsi a vicenda, poi si abbracciarono.

Da quel momento iniziarono a chiacchierare a bassa voce senza che i genitori si svegliassero, e in poco tempo diventarono amici per la pelle, stavano così bene insieme che dopo un bel po’, quando erano stanchissimi, decisero di andare a dormire. M.Y., durante la notte, le preparò qualcosa da darle alla verifica, mentre dormiva.

Il giorno dopo, M.Y. le dette degli schemi riassuntivi sul tema della verifica, da leggere prima di iniziare, e per giunta si nascose nello zaino per aiutarla. Dopo qualche giorno, quando il prof ridette le verifiche, si complimentò con Anina per la fantastica verifica che aveva fatto, dicendole anche che era promossa; ma per essere onesta, disse al suo amico, senza che nessuno la vedesse:

- Grazie, senza di te non ce l’avrei fatta!

- Prego, sono felice che tu mi abbia accettato anche se sono così.

Da quel giorno diventarono amici per la pelle, si aiutarono a vicenda: e da poco, si può creare un’amicizia che dura per anni…

Così, dopo tantissimo tempo che M.Y. girava tra palazzi, case, ville e qualsiasi posto in cerca di persone da aiutare, molte delle quali gli sbattevano la porta in faccia e lo lasciavano per strada sotto la pioggia, finalmente trovò la persona con cui condividere il resto della sua vita sentendosi accettato e rispettato dalla compagna.

GIULIO, UN RAGAZZO UNICO

Giulio è un ragazzo come tutti noi, gioca a calcio, va bene a scuola, è timido e gli piace giocare a carte.

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Un gesto di solidarietà di Lorenzo.

Quest’estate, mentre eravamo in spiaggia, la nostra vicina di ombrellone si è accorta improvvisamente che la sua bambina di 4 anni non era più dove l’aveva lasciata.

La donna ha iniziato a cercare la bambina per tutto lo stabilimento balneare ma di lei non c’era traccia tanto che aveva iniziato a preoccuparsi.

Altri clienti dello stabilimento balneare cosi hanno iniziato ad aiutare la donna nella ricerca ma senza nessun risultato.

Lorenzo, visto che la bambina non si trovava, ha cominciato a cercarla anche in altri bagni finché non l’ha trovata e quindi l'ha riaccompagnata dalla sua mamma che iniziava ad essere molto preoccupata.

Nessuno lo ha ringraziato per quello che aveva fatto, forse perché presi dall’ansia, ma comunque Lorenzo era molto contento per aver aiutato mamma e figlia.

Patti Così, dopo tantissimo tempo che M.Y. girava tra palazzi, case, ville e qualsiasi posto in cerca di persone da aiutare, molte delle quali gli sbattevano la porta in faccia e lo lasciavano per strada sotto la pioggia, finalmente trovò la persona con cui condividere il resto della sua vita sentendosi accettato e rispettato dalla compagna.

Giulio, un ragazzo unico.

Giulio è un ragazzo come tutti noi, gioca a calcio, va bene a scuola, è timido e gli piace giocare a carte.

Un giorno, in classe, tutti stavano bullizzando uno di colore, tranne lui che se ne stava seduto a mangiare la merenda al suo banco, lui si sentiva impotente e aveva paura, credeva che i ragazzi che bullizzavano il suo compagno pensassero che lui non si sapesse far valere, allora, contro il suo cuore, si alzò di scatto e andò anche lui. Quella sera lui pianse perché si pentiva di quello che aveva fatto. Il giorno dopo, si fece valere contro tutta la classe, anche a posto di essere picchiato, per difendere il suo nuovo amico. Il valore dell’amicizia può essere scontato, banale per alcune persone, che hanno tanti amici e che possiedono un bel carattere; invece per chi è timido, anche un solo amico vero, può valere milioni…

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11 I GENITORI

Solidarietà.

Bella parola la solidarietà, grande valore da trasmettere ai propri figli, fin da piccoli.

Bisognerebbe essere d'esempio noi stessi, affinchè i nostri bambini capiscano coi loro occhi quanto è importante aiutare il prossimo, essere vicini all'altro quando c'è bisogno.

La solidarietà si fa in tanti modi. Si può manifestare verbalmente, oppure può consistere in un aiuto materiale, per definizione la solidarietà è una sorta di mutua assistenza e condivisione tra membri di una comunità.

La comunità dei bambini è la scuola, e fortunatamente, nell'età scolare, i ragazzi sono molto più predisposti

a fare gruppo, ad aiutarsi. E' una sensibilità che si perde con gli anni, purtroppo, anche se spero che l'insegnamento che ho dato a mio figlio porti buoni frutti.

Alberto è sempre stato un bambino buono ed ha sempre dimostrato una grande sensibilità verso i più deboli. Potrei citare diversi episodi come esempio del suo carattere positivo, ma ne voglio raccontare uno in particolare riguardante i primi mesi di vita di sua sorella Vittoria, alla quale è molto legato:

Vittoria nacque prematura, e trascorse un mese in terapia intensiva e poi sub-intensiva all'ospedale.

Alberto aveva tre anni all'epoca, e credo non si rese nemmeno conto che per trenta lunghi giorni i suoi genitori dovettero passare piir tempo in ospedale che a casa.

Quando Vittoria arrivò era un "ragnetto" di appena due chili e suo fratello rimase molto colpito di quanto era piccola. Noi le spiegammo che doveva essere delicato con lei, che aveva bisogno di molte cure perché non era stata bene, e lui, nonostante fosse ancora molto piccolo, non mancò mai di darci una mano con sua sorella, sia quando doveva essere sorvegliata, sia quando doveva essere cambiata, e durante tutte quelle piccole attività di accudizione di un neonato.

Non ha mai mostrato segni di gelosia: era lì quando le cadeva il ciuccio, pronto a rimetterglielo in bocca, era sempre intento a farla giocare coi suoi giochi, anche quando era evidente che non le erano adatti.

Poi cominciò a decifrare i suoi versi dandogli una sua interpretazione, alla stregua di un traduttore.

Quando dopo qualche mese Vittoria da ragnetto diventò fortunatamente una bella bimba cicciottella Alberto ci disse: “Babbo, mamma, ce l'abbiamo fatta, avete visto come siamo stati bravi a far crescere Vittoria? Adesso è una bimba normale come tutte”.

L'affetto per la sorellina e la solidarietà coi genitori nel condividere l'impegno a superare una situazione difficile ci colpì molto. Fu bello osservare la sensibilità di un bambino così piccolo verso una creatura che in qualche modo avrebbe "rubato" un po' di affetto dei suoi genitori.

Spero che mio figlio continui così, che rimanga sensibile verso le persone bisognose, che non sia mai indifferente verso chi sopporta un disagio, perché nella vita potrebbe capitare anche a noi stessi, e quindi anche a lui, di avere bisogno di persone vicine che, sia con le parole, sia coi fatti, possono fare in modo di non sentlrci soli.

11/12/2019

Alberto Rossi

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12 PEDAGOGIA DEI GENITORI

Alice è una bambina molto estroversa e fantasiosa e anche a volte non può sembrare; ha un lato del suo carattere molto sensibile che ogni tanto esce fuori. Sembra a volte distratta nel suo mondo, ma riesce a stupirmi perché è comunque attenta a tutte le situazioni che le girano attorno, soprattutto se si parla delle persone in evidente stato di difficoltà.

Non ne rimane indifferente, ma si vede nei suoi occhi che riescono a cogliere il disagio del prossimo e il suo volto cambia espressione. Mi guarda ed è come se chiedesse aiuto lei per gli altri, come dire:

“mamma che facciamo?”

Non ho un esempio eclatante che mi ricordi, ma lei esprime la sua solidarietà soprattutto ogni volta che andiamo in giro per le strade della città e si ritrova a vedere mendicanti senza tetto e alcune volte anche bambini vestiti di stracci, seduti e sdraiati per terra che chiedono elemosina per mangiare e vivere.

Ecco! se queste situazioni la toccano, ogni volta mi guarda con quegli occhini e mi dice: “mamma gli diamo qualche soldino? È che mi dispiace. Come fanno a vivere?”

Allora torna indietro e nei loro cappelli o ciotole mette due spiccioli. Dopo che ha fatto questo gesto si vede che, anche se è sempre turbata, si sente di aver fatto una bella azione e di aver contribuito a quella situazione di per sé triste e così diversa dalla sua condizione di vita. Allora mi guarda e sorride, certa di aver fatto un bel gesto di solidarietà.

Alice

QUANDO MIO FIGLIO HA COMPIUTO UN ATTO DI SOLIDARIETA’

I giardinetti di via Festaz ad Aosta sono nati negli anni cinquanta ed hanno accolto da sempre diverse generazioni di bambini con i loro svariati giochi. Nel parco c’è soprattutto un campo da calcio, meta preferita di tutti i calciatori in erba da zero anni in su. In un caldo pomeriggio di agosto, dello scorso anno, seduta su una panchina osservavo svogliatamente un’ennesima e concitata partita di calcio che i miei figli disputavano insieme ad una decina di ragazzini più o meno della loro età. Si conoscono ormai da anni e ogni estate quando si rivedono è come se si fossero lasciati il giorno prima. Ad un tratto vidi che, a gioco fermo, mio figlio Gabriele discuteva con il capitano della sua squadra indicando con il dito una panchina dove era seduto un ragazzino con un pallone fra le mani. Frenai con fatica il mio istinto materno di intervenire e rimasi ad osservare.

Mio figlio non ama le discussioni, spesso può sembrare freddo e distaccato e solo chi lo conosce bene sa che invece la sua imperturbabilità nasconde un carattere sensibile e spesso incapace di esternare i suoi sentimenti. Fui pertanto sorpresa di quella sua animosità nella discussione con André, uno dei suoi migliori amici. Poco dopo lo vidi uscire dal campo, avvicinarsi al ragazzino sulla panchina – Samir, sostituiscimi, mi sono fatto male al piede- Samir abbandonò il pallone nelle mani di Gabriele e corse al centro del campo con un sorriso largo fino alle orecchie. – Tranquilla mamma, non mi sono fatto niente, i miei amici non volevano farlo entrare perché dicono che Samir è una “schiappa, ma non è giusto … tutti hanno il diritto di giocare e poi mica stiamo disputando La Coppa dei Campioni!- Si sedette accanto a me un po’ deluso per non essere riuscito a convincere i suoi amici ad accettare Samir anche se lui non era bravissimo a giocare a pallone. Dopo qualche minuto di gioco però, André si avvicinò alla panchina e, cercando di fare il duro, ma con gli occhi bassi disse- E allora che fai?

Rientra subito! -Si strinsero la mano come dei veri campioni di serie A e ripresero a giocare tutti insieme, Samir compreso.

Mamma di Gabriele De Vita

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13 UN ATTO DI SOLIDARIETÀ

Eravamo alla fine della prima elementare, forse era maggio o giugno, non ricordo di preciso, ma comunque era abbastanza caldo e nel parco di fronte a scuola avevano già montato i gonfiabili, alti, grandi, colorati, a scivolo, per i più “grandini”, ma anche più contenuti, sempre colorati e divertenti, su cui potevano saltare o scivolare i più piccini, e Aurora, come la maggior parte dei bambini, di questi giochi era davvero patita.

Così un pomeriggio ci fermiamo, e mentre io acquisto il biglietto di ingresso, Aurora già si sfila le scarpine alla velocità della luce e vola sui gonfiabili, dove già ci sono diversi bimbi di varie età che ridono, parlottano, urlano, salgono e scendono da un gonfiabile all’altro.

Io mi metto a sedere accanto agli altri genitori, nonni o tate, su una delle sedie più o meno disposte in fila davanti ai giochi, a supervisionare un po’ la situazione, e saluto man mano quelli che conosco, perché ovviamente siamo tutti più o meno della zona.

Ricordo che ad un certo punto, forse poteva essere trascorsa una mezz’oretta, sento la vocetta acuta ed arrabbiata di Aurora che, molto convinta, dice qualcosa rivolta a dei bambini che erano lì vicino a lei. Mi avvicino allo steccato che circonda i gonfiabili per capire meglio. Accanto ad Aurora c’era anche un bimbo che conoscevamo bene, di fronte invece tre o quattro che non conoscevamo.

Ho sempre in mente la scena: Aurora accanto a questo funghetto gonfiabile, che convinta delle sue ragioni, si frappone tra il suo amico e gli altri bimbi e, con fare deciso, dice : “E allora cosa c’è da ridere? Lui si chiama così, quello è il suo nome, e allora? Se non lo avete mai sentito prima, non si ride del nome di nessuno. Voi avete il vostro nome, lui il suo!”

Il piccolo amico di Aurora aveva un nome non italiano e forse il suono era sembrato a quei bimbi particolare, inusuale, e li aveva fatti ridere, stavano dicendo: “Che nome è, ma che razza di nome è?”, senza rendersi conto che il bimbo in questione ci stava rimanendo molto male. Ebbene, quando ho capito che cosa stava succedendo, la cosa mi ha riempito d’orgoglio; Aurora stava intervenendo a difesa del suo amico, che in quel momento era in difficoltà, si stava mostrando solidale con lui, spontaneamente aveva fatto quello che il suo amichetto in quel momento non riusciva a fare da solo.

Claudia Nieddu Mamma di Aurora Maria Muzzi – 2°A

ATTO DI SOLIDARIETÀ

Quando Lorenzo aveva 8 anni, abbiamo organizzato un viaggio a Zanzibar. Durante i preparativi delle valigie ho chiesto a Lorenzo se preparava alcuni oggetti da regalare ai bambini poveri del posto; ha scelto delle magliette, pantaloncini, quaderni, matite, pennarelli e pacchi di caramelle.

Durante la vacanza abbiamo visitato alcuni villaggi con gente molto povera che viveva nelle case, se vogliamo chiamarle così, di fango. Durante il viaggio in pullman Lorenzo era molto felice e non vedeva l’ora di arrivare da quei bambini per donare quello che aveva preparato con molto entusiasmo.

Sulla spiaggia del nostro villaggio tutte le mattine passavano diversi bimbi che a piedi andavano a scuola; Lorenzo prendeva dal buffet della colazione alcuni biscotti e correva da loro per regalarglieli.

C’era un bambino di due anni che veniva a cercarci perché sapeva che gli si portava sempre qualcosa da mangiare e non solo. Un giorno era completamente nudo e Lorenzo gli ha portato un costumino.

E’ stata una bellissima vacanza indimenticabile e piena di gesti gioiosi nei confronti di questi bambini.

Mamma di Lorenzo Peranzi 2A

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14 LEONARDO

Leonardo non è un bimbo che ama fare vedere la sua vera sensibilità, premetto che lui si commuove anche con una favola ma sin da quand'era piccolo riusciva a mascherarla bene ad eccezione di alcune volte che i lacrimoni nei suoi piccoli occhi erano così grossi da non poterli nascondere…

● Non dimenticherò mai quella volta, sotto le feste di Natale, in fila alla cassa del supermercato davanti a noi c'era un bimbo (diversamente abile) con i suoi genitori, Leo mi chiese cosa aveva, io gli spiegai che era nato così ma nonostante il problema che non poteva camminare e correre era un bimbo felice, lo si vedeva da come rideva con i genitori ma a Leo non era bastata questa spiegazione, continuava a guardarlo con il cuore in lacrime, alla fine si asciugò gli occhi gli andò vicino e gli fece gli auguri di buone feste, poi mi chiese di andare in chiesa a dire una preghierina a Gesù per farlo camminare.

● Un’altra volta che mi ha colpito con la sua sensibilità è stata una sera sul lago di Como, passeggiavamo per le vie della città quando un suono di flauto attirò la sua attenzione, era una signora che suonava seduta su uno sgabellino, si fermò ad ascoltare poi gli offrì il sacchetto di caramelle che avevamo appena comprato e qualche soldino poi si girò verso di me e disse mamma almeno può mangiare anche lei.

● Un’altra azione che mi ha colpito è stata quando era in seconda elementare, lui non si capacitava del fatto che un bimbo non avesse il materiale scolastico di base, quando gli spiegai che i genitori avendo tanti figli non riuscivano a seguirli come dovevano. Premetto che Leo era ed è geloso delle sue cose, ci tiene tanto ed è difficile che mi perde qualcosa, ma quella volta venne a casa contento aveva regalato una matita ed il temperino a quel bimbo.

Questi sono alcuni dei piccoli gesti che mi hanno colpito, nati dal cuore del mio Piccolo Principe…

Enza Azzarito & Paolo Cafissi

UN GESTO SOLIDALE

Come iniziare un tema solidale su Doaa?

Eravamo appena partiti per il Marocco e arrivati dalla famiglia era felice, per prima cosa perché incontravamo i nonni e secondariamente perché voleva rivedere la bambina che ha cambiato tutto su Doaa.

La bambina, che si chiamava Leila, era una bambina disabile, su una sedia a rotelle; appena arrivati da questa bambina, ho visto negli occhi di Doaa le lacrime, le ha asciugate ed è uscita con lei. Poi l’ha salutata e siamo andati casa.

La mattina dopo si sentivano delle urla da fuori e qualcuno che piangeva; era Leila quella che piangeva. Doaa si è alzata ed è corsa fuori. C'erano due maschi che correvano con la sedia a rotelle di Leila.

Doaa ha spinto i due maschi, ha fermato la sedia di Leila e abbiamo sentito dire da Doaa:”se la prossima volta vi permettete di ritoccare questa sedia o passare da questa parte, giuro che non ve la passerete liscia”.

I due maschi sono andati via correndo.

E da quel giorno mi sentivo orgogliosa di mia figlia ed ancora ora per qualsiasi cosa che fa.

I genitori di Dooa

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Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano.

(Madre Teresa di Calcutta)

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