Francesco Lai
Tecnologia, Legislazione Farmaceutica 1 con Laboratorio Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente Università degli Studi di Cagliari
modulo di Tecnologia Farmaceutica
LE POLVERI
Multipli e sottomultipli del metro
Definizione
…..preparazioni costituite da particelle solide, non aggregate, asciutte e di vari gradi di finezza. Contengono uno o più principi attivi, con o senza eccipienti e, se necessario, coloranti autorizzati e aromatizzati……
⚫ Colloidali < 0,5 μm
⚫ Micronizzate 0.5-10 μm
⚫ Finissime 50-100 μm
⚫ Granulate 600-1000 μm
Sabbia: da 1000µm a 100µm Diametro di un ago: ~ 800µm
Diametro di un capello: ~ 80µm
Polline da 100µm a 10 µm
Fumo di sigaretta: da 1µm a 0,01 µm
Batteri: da 30µm a 0,3 µm Virus: da 0,05µm a 0,03 µm Raggi UV: da 100µm a 0,1 µm
Eritrociti: 8 µm Pioggia fine, foschia, nebbia: da
500µm a 2µm
Ragionare in micron
ESEMPI - Forme Farmaceutiche
Capsule Compresse
Granulati
Cartine Bustine
Sospensioni Soluzioni
Paste
MACINAZIONE
Particella grossolana
macinazione macinazione
VANTAGGI della POLVERIZZAZIONE
Miscele omogenee e stabili
Maggiore stabilità delle sospensioni
Aumenta la velocità di dissoluzione (aumento Biodisponibilità del farmaco) Miglioramento dei processi di estrazione
Miglioramento delle caratteristiche di adsorbimento del solido Maggiore tollerabilità (uso topico, oftalmico)
Influenza sulla scorrevolezza delle polveri (riempimento capsule e camera compressione)
Influenza sulle caratteristiche delle compresse
VANTAGGI della POLVERIZZAZIONE
Miscele omogenee e stabili
Maggiore stabilità delle sospensioni
Aumenta la velocità di dissoluzione (aumento Biodisponibilità del farmaco) Miglioramento dei processi di estrazione
Miglioramento delle caratteristiche di adsorbimento del solido Maggiore tollerabilità (uso topico, oftalmico)
Influenza sulla scorrevolezza delle polveri (riempimento capsule)
Influenza sulle caratteristiche delle compresse
MISCELE OMOGENEE
Miscela omogenea
VANTAGGI della POLVERIZZAZIONE
Miscele omogenee e stabili
Maggiore stabilità delle sospensioni
Aumenta la velocità di dissoluzione (aumento Biodisponibilità del farmaco) Miglioramento dei processi di estrazione
Miglioramento delle caratteristiche di adsorbimento del solido Maggiore tollerabilità (uso topico, oftalmico)
Influenza sulla scorrevolezza delle polveri (riempimento capsule e camera compressione)
Influenza sulle caratteristiche delle compresse
Legge di Stokes (sedimentazione)
V = d2 ( - 0) g 18
d = diametro medio delle goccioline (particella) ρ = peso specifico fase dispersa
ρ0= peso specifico fase disperdente g = accelerazione di gravità
η = viscosità del fase disperdente
VANTAGGI della POLVERIZZAZIONE
Miscele omogenee e stabili
Maggiore stabilità delle sospensioni
Aumenta la velocità di dissoluzione (aumento Biodisponibilità del farmaco) Miglioramento dei processi di estrazione
Miglioramento delle caratteristiche di adsorbimento del solido Maggiore tollerabilità (uso topico, oftalmico)
Influenza sulla scorrevolezza delle polveri (riempimento capsule e camera compressione)
Influenza sulle caratteristiche delle compresse
AREA SUPERFICIALE SPECIFICA
→
AREA SUPERFICIALE SPECIFICA
S
sp=6 l
2l
3S sp= A
V →
l
Per un Cubo di lato l
= 6 l
L’area superficiale specifica è l’area totale delle particelle di materiale contenute nell’unita di massa o di volume.
EQUAZIONE DI NOYES-WHITNEY
dC = D A (C
s-C
t)
dT h
A = Area superficiale specifica del solido
Cs= concentrazione del solido nello strato di diffusione Ct =Concentrazione nel solvente circostante
D= coefficiente di diffusione
Cs
Ct
Ct
Velocità di dissoluzione di un solido
NOYES-WHITNEY IN VIVO
Biodisponibilità/dimensioni particelle
Strategie per modificare la (solubilità) velocità di dissoluzione
• Temperatura
• Agitazione
• Viscosità del mezzo
• Salificazione
• Utilizzo di sali come eccipienti
• Formazione di esteri (farmaci che si degradano nello stomaco-macheramento sapore sgradevole)
• Dimensioni delle particelle
• Utilizzo di polimorfi più solubili o solidi amorfi
• Utilizzo di idrati o solvati in genere
• Cosolventi
• Dispersioni solide (soluto solido disperso molecolarmente nel solvente solido)
• Complessi (caffeina+benzoato di sodio)
• Tensioattivi (solubilizzazione micellare e bagnabilità polvere)
• Complessi molecolari (ciclodetrine)
• Eccipienti
dC = D A (C
s-C
t)
dT h
VANTAGGI della POLVERIZZAZIONE
Miscele omogenee e stabili
Maggiore stabilità delle sospensioni
Aumenta la velocità di dissoluzione (aumento Biodisponibilità del farmaco) Miglioramento dei processi di estrazione
Miglioramento delle caratteristiche di adsorbimento del solido Maggiore tollerabilità (uso topico, oftalmico)
Influenza sulla scorrevolezza delle polveri (riempimento capsule e camera compressione)
Influenza sulle caratteristiche delle compresse
Estrazione
VANTAGGI della POLVERIZZAZIONE
Miscele omogenee e stabili
Maggiore stabilità delle sospensioni
Aumenta la velocità di dissoluzione (aumento Biodisponibilità del farmaco) Miglioramento dei processi di estrazione
Miglioramento delle caratteristiche di adsorbimento del solido Maggiore tollerabilità (uso topico, oftalmico)
Influenza sulla scorrevolezza delle polveri (riempimento capsule e camera compressione)
Influenza sulle caratteristiche delle compresse
Adsorbimento polvere
Zucchero semolato Zucchero a velo
VANTAGGI della POLVERIZZAZIONE
Miscele omogenee e stabili
Maggiore stabilità delle sospensioni
Aumenta la velocità di dissoluzione (aumento Biodisponibilità del farmaco) Miglioramento dei processi di estrazione
Miglioramento delle caratteristiche di adsorbimento del solido Maggiore tollerabilità (uso topico, oftalmico)
Influenza sulla scorrevolezza delle polveri (riempimento capsule e camera compressione)
Influenza sulle caratteristiche delle compresse
Riempimento camera compressione
METODI DI OTTENIMENTO
delle polveri
METODI DI OTTENIMENTO
•
PROCESSI CHIMICI FISICI❖ Cristallizzazione o precipitazione da una soluzione in seguito a reazione chimico/fisica
❖ Sublimazione (Liofilizzazione)
❖ Spray-drying
•
PROCESSI MECCANICI (polverizzazione o macinazione)❖ Polverizzazione o macinazione di materiale solido
MICRONIZZAZIONE PER PRECIPITAZIONE
Soluzione satura
Variazione pH, temperatura, ione
comune
MICRONIZZAZIONE PER PRECIPITAZIONE
Per sostanze insolubili o poco solubili in H
2O
Soluzione del farmaco in un solvente miscibile con l’acqua (dimetilacetammide)
H2O
precipitazione
MICRONIZZAZIONE PER DISPERSIONE SOLIDA
Per sostanze insolubili o poco solubili in H
2O
Farmaco da Micronizzare
+
Polimero solido solubile in H2O Es. PEG 6000
Soluzione solida matrice-farmaco Fusione
solvente
H2O
Soluzione della sostanza da micronizzare
Ugello a spruzzo o nebulizzatore
Spray-Drying
SPRAY-DRYING
METODI DI OTTENIMENTO
•
PROCESSI MECCANICI (polverizzazione o macinazione)❖ Polverizzazione o macinazione di materiale solido
•
PROCESSI CHIMICI FISICI❖ Cristallizzazione o precipitazione da una soluzione in seguito a reazione chimico/fisica
❖ Sublimazione (Liofilizzazione)
❖ Spray-drying
MACINAZIONE
MACINAZIONE
Particella grossolana
macinazione macinazione
Deformazione elastica:
processo reversibile (le particelle ritornano alla loro forma originariaDeformazione plastica:
processo irreversibile (particelle di forma diversa da quella originariaFrammentazione:
limite della deformazione plastica che porta alla rottura delle particelleFenomeni che avvengono durante il processo di polverizzazione
Legge di Hooke
K = coefficiente elastico del solido
Forza
Deformazione
MACINAZIONE
Particella grossolana
macinazione macinazione
1° Stadio del processo di frantumazione: Forza necessaria inferiore rispetto a quella teorica calcolata con la legge di Hooke
Stadi successivi del processo di frantumazione: Forza necessaria sempre più vicina a quella teorica calcolata con legge di Hooke e dipendente dalle caratteristiche del solido.
ENERGIA IMPIEGATA NELLA POLVERIZZAZIONE
E = K 1 – 1 D
mD 0
Legge di RITTINGER
(Polverizzazione vera e propria)E = K- lg D
0D
mLegge di KICK
(Frantumazione)E Energia necessaria per la polverizzazione D0 Diametro particelle prima della polverizzazione Dm Diametro particelle dopo la polverizzazione K Costante (materiale, macchinario)
D0/ Dm Coefficiente di Riduzione
MACINAZIONE
•
Mondatura (Eliminazione Impurezze)•
Suddivisione Grossolana (riduzione di sostanze solide in particelle grossolane)❖ Frantumazione
❖ Raspatura
❖ Taglio
❖ (Essiccamento)
•
Polverizzazione (vera e propria produzione di polveri fini)•
(MICRONIZZAZIONE)porta alla produzione di polveri molto fini di dimensioni inferiori ai 10 µm.
FATTORI CHE INFLUENZANO LA POLVERIZZAZIONE
• Proprietà del materiale da trattare
• Dimensioni iniziali e finali delle particelle
• Quantità da trattare
• Metodica utilizzata
PROPRIETA’ DEL MATERIALE CHE INFLUENZANO LA MACINAZIONE
DUREZZA: viene misurata con la scala di MOSS che va da 1 a 10. I composti che hanno un valore superiore a 7 sono sostanze particolarmente dure.
RESISTENZA: è una proprietà di alcune droghe fibrose che, se non sono opportunamente trattate, difficilmente si riesce a polverizzare. Per superare tale difficoltà tali droghe
vengono essiccate.
ADESIVITA’: è la capacità di alcune sostanze (es. resine) di aderire alle pareti delle apparecchiature utilizzate per la polverizzazione
TEMPERATURA DI RAMOLLIMENTO: (apparecchiature dotate di sistemi di raffreddamento)
CONTENUTO IN UMIDITA’: essiccare perfettamente il solido.
ELASTICITÀ: es. Canfora perde elasticità se trattata con etere o alcol eliminati poi per evaporazione
FATTORI CHE INFLUENZANO LA POLVERIZZAZIONE
• Proprietà del materiale da trattare
• Dimensioni iniziali e finali delle particelle
• Quantità da trattare
• Metodica utilizzata
MECCANISMI DI POLVERIZZAZIONE
• Molino a coltelli
• Molino a mole verticali, mole orizzontali
• Molino a martelli
• Molino a cilindri
• M. a sfere (attrito + impatto)
• M. ad energia fluida (attrito + impatto)
Levigazione : con pestello e un mortaio piccolo
Porfirizzazione : con pestello a base larga su piastra di marmo.
Molino
AZIONE MULINO DIMENSIONI
POLVERI mm ADATTO INADATTO
Taglio coltello o lame 850-200 droghe vegetali e animali,
grezze e fibrose materiali frabili Attrito e
Impatto sfere 850-75 materiale abrasivo solidi soffici Impatto martelli 40-20 quasi tutte solidi soffici
Pressione cilindri 850-75 materiale soffice materiale abrasivo Attrito e
Impatto energia fluida 30-1 materiale poco friabile materiale morbido e abrasivo
Taglio e
Vortici colloidale 100-1
materiale disperso in un
fluido materiali secchi
Apparecchi costituiti da un contenitore, aperto o chiuso, in cui sono inseriti elementi macinanti in movimento
MECCANISMO DI TAGLIO
Il materiale è tagliato da una o più lame. In piccola scala il materiale è tagliato con un coltello libero o a caduta. Solitamente si usa un molino a coltelli.
Utilizzato soprattutto per materiali fibrosi quali radici, cortecce e legni.
Mulino a coltelli
Mulino a coltelli
MECCANISMO DI COMPRESSIONE
Consiste nella rottura del materiale per applicazione di una pressione. In scala ridotta la compressione si ottiene con mortaio e pestello. Nell’industria invece si usa il molino a mole verticali ed a mole orizzontali.
Molino a mole verticali Molino a mole orizzontali
MECCANISMO DI IMPATTO
Il metodo più utilizzato è quello del molino a martelli.
Presenta lo svantaggio di produrre riscaldamento del materiale.
Mulino a martelli
Mulino a martelli
Mulino a martelli/ industria
MECCANISMO DI ATTRITO (pressione-frizione)
Mulino a cilindri
MECCANISMO COMBINATO DI ATTRITO-IMPATTO
MOLINO A SFERE :
le particelle sono sottoposte all’attrito dall’impatto contro sfere di materiale duro e dalla rotazione una sull’altra.a = bassa velocità, polverizzazione scarsa b = alta velocità, polverizzazione nulla
c = media velocità, polverizzazione ottimale Si possono polverizzare anche materiali tossici perché si ha una chiusura ermetica
MOLINO A SFERE
MECCANISMO COMBINATO DI ATTRITO- IMPATTO
Gli urti e l’attrito avvengono tra le particelle che si muovono rapidamente.
Polverizzazione fino a pochi µm (POLVERI MICRONIZZATE).
MOLINO A ENERGIA FLUIDA (MICRONIZZAZIONE)
Costituito da un rotore tronco-conico che ruota, ad altissima velocità, internamente ad uno statore. La distanza fra rotore e statore può essere regolata in modo da ottenere la desiderata dimensione delle particelle sospese (usato anche per ridurre le dimensioni della fase dispersa nelle emulsioni)
L'alta velocità di punta, combinata con scanalature (shear gap) estremamente ridotte produce un'intensa frizione sul materiale trattato. La frizione ed il taglio che si producono sono comunemente note come molatura umida. Il rotore e lo statore hanno tre fasi delle dentellature sempre più fini.
Le scanalature cambiano i versi in ogni fase per aumentare la turbolenza.
Molino Colloidale
POLVERI MICRONIZZATE
• Molino ad energia fluida
• Micronizzazione per precipitazione
• Micronizzazione per dispersione solida
• Spray-Drying
NANOSOSPENSIONI
Sospensioni di farmaco (20 nm – 1 μm)
• Per Microemulsione
• Per omogenizzazione ad alta pressione
• Pearl milling
50 micron 1 micron
a b
ESSICCAMENTO
• Trasferimento di calore al materiale da essiccare
• Passaggio del liquido allo stato di vapore
• Allontanamento del vapore
ESSICCAMENTO
L'essiccamento è un operazione che ha lo scopo di eliminare da un solido un
liquido (normalmente acqua)
TIPI DI ESSICCAMENTO
• Essiccamento con propagazione del calore per convezione
• Essiccamento con propagazione del calore per conduzione
• Essiccamento per irraggiamento
• Essiccamento per nebulizzazione
• Liofilizzazione
ESSICCAMENTO PER CONVEZIONE
Propagazione del calore attraverso un fluido (gas o liquido)
Sistema statico discontinuo: è un sistema che richiede molto tempo e non è
adatto per sostanze facilmente ossidabili.
ESSICCAMENTO PER CONVEZIONE
Essiccatore statico discontinuo (classica stufa da laboratorio)
ESSICCAMENTO PER CONVEZIONE
• Sistema dinamico a tunnel : il processo è più breve e presenta
numerosi vantaggi che lo rendono preferibile in molti casi (nastro
trasportatore).
Sistema dinamico a tunnel
ESSICCAMENTO PER CONVEZIONE
• Sistema dinamico a cilindro ruotante : il dispositivo è costituito da un
cilindro dotato di una certa pendenza e capace di ruotare su se stesso
lentamente. L’essiccamento ha luogo dalle singole particelle e non da un
letto statico come negli altri due metodi.
Sistema dinamico a cilindro ruotante
ESSICCAMENTO PER CONVEZIONE
• Essiccamento in letto fluido
:Questo sistema utilizza la TECNOLOGIA DELLA FLUIDIZZAZIONE, particolarmente adatta per migliorare i contatti fluido/solido. La rapida evaporazione, che caratterizza questo sistema, determina un forte auto- raffreddamento delle particelle. È possibile introdurre aria molto calda senza arrecare danni al prodotto.
Essiccamento in letto fluido
ESSICCAMENTO PER CONDUZIONE
La trasmissione di energia termica avviene attraverso un materiale solido Essiccatori sotto vuoto:
1) FISSI
2) RUOTANTI
Il vantaggio di questi essiccatori sta nelle basse temperature di esercizio e quindi nel diminuito rischio di fenomeni ossidativi; operando ad esempio a 0.03-0.06 bar, l’acqua bolle a 25-35°C.
Essiccatori sotto vuoto
ESSICCAMENTO PER IRRAGGIAMENTO
• Essiccamento a raggi infrarossi (1-10 μm): lampade 150-250 w
Scarso potere di penetrazione nel materiale bagnato. Gli strati superficiali si seccano rapidamente e l’assorbimento di ulteriore energia porta ad un notevole aumento della temperatura nel materiale già secco.
• Essiccamento con microonde (1mm-1m):
ha potere di penetrazione molto superiore a quello delle radiazioni IR.ESSICCAMENTO PER NEBULIZZAZIONE (SPRAY-DRYING)
Utilizzato per l’essiccamento di soluzioni diluite o di sospensioni che vengono nebulizzate e spruzzate in un ambiente ove incontrano, in equicorrente o in controcorrente, un flusso d’aria d’aria calda.
Il tempo richiesto è breve perché l’area superficiale esposta allo scambio termico è grande.
Assicura l’ottenimento di un prodotto:
• Particelle sferiche
• Con una elevata densità apparente
• Con buone proprietà di scorrimento
• Con dimensioni uniformi
SPRAY-DRYING
LIOFILIZZAZIONE
È una metodica di essiccamento mediante la quale, grazie alla bassa temperatura del processo, i materiali non subiscono danneggiamenti e, se sterili, mantengono facilmente questa condizione. La tecnologia risulta pertanto assai indicata per materiali iniettabili.
La tecnica consiste di 3 fasi:
• CONGELAMENTO
• ESSICCAMENTO PRIMARIO: T e p al di sotto del punto triplo
• ESSICCAMENTO SECONDARIO: serve per eliminare l’acqua residua
La liofilizzazione può ritenersi completata quando nel campione rimangono tracce d’acqua del 1%
MESCOLAMENTO DELLE
POLVERI
MISCELE
MISCELE POSITIVE (spontanee, irreversibili es. liquidi miscibili)
MISCELE NEGATIVE (non avvengono spontaneamente, reversibili, richiedono energia es. sospensioni, emulsioni)
MISCELE NEUTRE (Statiche, irreversibili es. miscela di polveri)
Mescolanza o miscelazione delle polveri
Operazione che ha lo scopo di distribuire in maniera omogenea le particelle di due o più componenti (polveri) in modo tale che ciascuna particella di ogni componente giaccia il più possibile vicino ad una particella di ciascuno degli altri componenti
Fattori che influenzano una corretta miscelazione:
❖
Proporzioni dei componenti
❖
Dimensioni delle particelle (setacci)
❖
Densità delle particelle
❖
Forma delle particelle
❖
Scorrevolezza delle polveri
❖
Umidità
❖
Tempo di mescolamento
❖
Volumi di polveri
A) non distribuzione B) miscela perfetta C) miscela random
MESCOLATORI A CORPO FISSO
Agitatore a vite elicoidale Agitatore planetario
Agitatore a vite elicoidale planetaria
MESCOLATORI A CORPO ROTANTE
MISCELAZIONE e POLVERIZZAZIONE IN LABORATORIO
MORTAIO E PESTELLO (acciaio, porcellana, vetro)
Polverizzazione manuale in laboratorio
• CONTUSIONE
• TRITURAZIONE
• LEVIGAZIONE
• RASPATURA
• POLVERIZZAZIONE PER INTERMEDIO
METODI DI MISCELAZIONE
METODO DELLE DILUIZIONI GEOMETRICHE
Si utilizza quando uno o più componenti sono presenti in quantità molto inferiori rispetto agli altri
Esempio:
R. (recipe)
Mentolo g 1
Talco q.b, a g 100 f.s.a g 50
METODI DI MISCELAZIONE
METODO DELLE DILUIZIONI PROGRESSIVE
Si utilizza quando i componenti sono presenti in quantità più o meno simili
Esempio:
R. (recipe)
Carbone vegetale 15g
Caolino 50g
Magnesio carbonato 7g
Polvere di liquirizia 3g
f.s.a g 32
METODI DI MISCELAZIONE
METODO DELLE DILUIZIONI GEOMETRICHE (SUCCESSIVE)
Esempio:
R. (recipe)
Belladonna es 200 mg
Magnesio ossido 50 g
Caolino q.b. a 100g
f.s.a g 200
ANALISI GRANULOMETRICA
ANALISI GRANULOMETRICA
Consente di conoscere:
• Dimensioni (medie) delle particelle
• Le classi dimensionali in cui si ripartiscono le particelle di una polvere
Con il termine DIMENSIONI delle particelle si intende il Diametro Medio, il Volume, la forma, l’Area Superficiale delle particelle stesse considerate approssimatamene di forma sferica.
d
m= n
1d
1+n
2d
2+n
3d
3+n
4d
4+……. n
nd
n= Σ (nd) n
1+n
2+n
3+n
4……….n
nΣn
Diametro Medio
DIMENSIONI POLVERI
d
m= n
1d
1+n
2d
2+n
3d
3+n
4d
4+…n
nd
n= Σ(nd) n
1+n
2+n
3+n
4……….n
nΣn
Diametro Medio
Area Superficiale Media
d
s= Σ (nA) Σn
Volume Medio d
v= Σ (nV)
Σn
ANALISI GRANULOMETRICA
METODI
METODI DIRETTI
• Setacciatura• Esame microscopico
(→ 40-50 µm) (→ 0,5 µm)
METODI INDIRETTI
• Velocità di sedimentazione
• Coulter counter
• Centrifugazione
• Ultracentrifugazione
• Diffrazione a raggio laser
(→1 µm) (→0.1 µm) (→0.01 µm) (→0.001 µm) (→0.001 µm)
ANALISI CON IL MICROSCOPIO
L’intervallo di misura delle particelle va da 0,5 a 100 µm.
È possibile determinare:
Diametro del perimetro proiettato
Diametro dell’area proiettata (riferendoci ad una sfera con la stessa area) Diametro di Feret
Diametro di Martin
SAGGIO LIMITE DELLE DIMENSIONI DELLE PARTICELLE PER MICROSCOPIA (FU XI 2.9.13)
METODI
METODI DIRETTI
• Setacciatura• Esame microscopico
(→ 40-50 µm) (→ 0,5 µm)
METODI INDIRETTI
• Velocità di sedimentazione
• Coulter counter
• Centrifugazione
• Ultracentrifugazione
• Diffrazione a raggio laser
(→1 µm) (→0.1 µm) (→0.01 µm) (→0.001 µm) (→0.001 µm)
Vibrovagli
I SETACCI- definizione FU XII 2.1.4
• Materiale adatto (nessuna reazione tra il materiale del setaccio e la sostanza da setacciare)
• Maglie quadrate (Per scopi diversi dalle procedure analitiche, possono essere usati setacci con maglie circolari)
SETACCI- caratteristiche
❖ Gli stacci vengono classificati ed indicati con un numero secondo l’apertura delle maglie in µm.
✓ Vibrovagli
✓ Stacciatrici a spazzola
✓ Stacciatrici a flusso d’aria
Stacciatrici a spazzola
CLASSIFICAZIONE GRANULOMETRICA DELLE POLVERI MEDIANTE SETACCIATURA (FU XII 2.9.12)
Termini utilizzati Setacci
• Polvere grossolana
• Polvere moderatamente fine
• Polvere fine
• Polvere molto fine
1400 – 355 355 – 180 180 – 125 125 – 90
I due numeri indicano che:
• non meno del 95% in peso passa attraverso il setaccio superiore
• non piu’ del 40% passa attraverso quello inferior
Quando la polvere viene caratterizzata con un solo numero, significa che non meno del 97% passa per quello staccio.
ESEMPIO ANALISI GRANULOMETRICA PER SETACCIATURA
(40x1500+35x750+25x375)/100 = 956,2 µm Diametro medio rispetto al peso di polvere nei diversi setacci
ESEMPIO ANALISI GRANULOMETRICA PER SETACCIATURA
Per particella con diametro 1500 µm (raggio 750 µm) peso specifico = peso (g)
volume (cm3) = 2 peso singola particella = 4
3 p r3 2 peso singola particella = 4
3 p (0, 0750)3 2 peso singola particella = 3,53 10-3g
numero di particelle in 40 g = 40g
3,53 10-3 g =11330
...nei 35 g (750 micron) numero particelle = 79185 ...nei 25 g (375 micron) numero particelle = 452900
Diametro medio rispetto al numero di particelle nei diversi setacci
METODI
METODI DIRETTI
• Setacciatura• Esame microscopico
(→ 40-50 µm) (→ 0,5 µm)
METODI INDIRETTI
• Velocità di sedimentazione
• Coulter counter
• Centrifugazione
• Ultracentrifugazione
• Diffrazione a raggio laser
(→1 µm) (→0.1 µm) (→0.01 µm) (→0.001 µm) (→0.001 µm)
ANALISI GRANULOMETRICA PER SEDIMENTAZIONE
VELOCITÀ DI SEDIMENTAZIONE
Per particelle di dimensioni ridotte (5 -50 µm), si ricorre al calcolo delle loro dimensioni mediante la legge di Stokes:
V= h = d
2( -
0) g t 18
d
2= 18 h ( -
0) g t
d = diametro medio delle particelle ρ = peso specifico
ρ0= peso specifico della fase disperdente g = accelerazione di gravità
η = viscosità del liquido disperdente
PIPETTA DI ANDREASEN
550 ml capacità 10 ml capacità pipetta
COULTER COUNTER
(VOLUME PARTICELLE)L’intervallo di misura delle particelle va da (0.5 – 1000 µm).
(NaCl)
METODO CONDUTTIMETRICO (variazione resistenza elettrica)
COULTER COUNTER
(VOLUME PARTICELLE)DIFFRAZIONE RAGGIO LASER (LD, PCS, DLS)
Legge di Stokes- Einstein:
D= K
bT/6πηR
D coefficiente di diffusione delle particelle Kbcostante di Boltzmann
T la temperatura assoluta
la viscosità
R il raggio idrodinamico delle particelle
FU XII 2.9.31. ANALISI DELLE DIMENSIONI DELLE PARTICELLE MEDIANTE DIFFRAZIONE DELLA LUCE LASER
CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE
DELLE POLVERI
CARATTERISTICHE TECNOLOGICHE DELLE POLVERI
• Granulometria
• Area superficiale specifica
• Assestamento
• Volume apparente
• Densità apparente
• Forma delle particelle
• Porosità
• Proprietà adsorbenti
• Igroscopicità
• Scorrevolezza
• Polimorfismo
• Solubilità
• Velocità di dissoluzione
Volume apparente e Densità apparente
Veicolazione di Farmaci al SNC
DISPOSIZIONE SPAZIALE DELLE PARTICELLE NELLE POLVERI (Assestamento)
Disposizione cubica 48% di spazio libero
Disposizione romboedrica 26% di spazio libero
30-50% spazio libero
VOLUME APPARENTE (Va)
Esprime il volume dell’unità di peso di polvere (ml/g)
•
VOLUME APPARENTE AL VERSAMENTOo volume del campione come tale• VOLUME APPARENTE ALLO SCUOTIMENTOo dopo impaccamento
DENSITA’ APPARENTE (da)
Esprime il peso dell’unità di volume (apparente) (g/ml) della polvere
DENSITÀ APPARENTE (
d
a): rappresenta il rapporto tra la massa della polvere e il suo volume apparente (d = m/Va),• DENSITÀ APPARENTE AL VERSAMENTOo densità del campione come tale
• DENSITÀ APPARENTE ALLO SCUOTIMENTOo densità dopo impaccamento
DENSITÀ VERA (
d
v): rappresenta il rapporto tra la massa della polvere e il suo volume vero (d = m/V), quindi non è altro che il peso specifico della sostanza che costituisce quella polvere (si misura con il picnometro).POROSITÀ
Percentuale di spazio corrispondente al volume dei pori (V) rispetto a volume apparente della polvere
V
a= V
v+ V
= V X 100 = V
a-V
vX 100
V
aV
a = (1 - d
a/d
v) X 100
Determinazione porosità:
Porosimetro a mercurio
Va = volume apparente
Vv= volume vero delle particelle V= volume occupato dai pori
Procedimento
•In un cilindro graduato da 250 ml (che permetta la lettura a 2 ml), asciutto, introdurre delicatamente, senza compattare, approssimativamente 100 g (m) del campione in esame, pesato con un’accuratezza dello 0,1 per cento.
•Se necessario, livellare la polvere con cautela senza compattarla e leggere il volume apparente (V0) della polvere non assestata prendendo in considerazione l’unità graduata più prossima.
•Calcolare la densità d’insieme in grammi per millilitro usando la formula m/V0.
•Generalmente, per la valutazione di questa proprietà è preferibile effettuare più determinazioni.
•Se la densità della polvere è troppo bassa o troppo alta, cosicché il campione in esame presenta un volume apparente, in assenza di compattazione, maggiore di 250 ml o minore di 150 ml, non è possibile utilizzare un campione di 100 g di polvere. In questo caso, si deve prelevare un campione di massa diversa, tale che il suo volume apparente, in assenza di compattazione, sia compreso tra 150 e 250 ml (volume apparente maggiore o uguale al 60 per cento del volume totale del cilindro); la massa del campione è specificata nell’espressione dei risultati.
•Per campioni aventi un volume apparente compreso tra 50 e 100 ml, è necessario utilizzare un cilindro da 100 ml che permetta la lettura ad 1 ml; il volume del cilindro è specificato nell’espressione dei risultati.
Misura effettuata in un cilindro graduato
occupato volume
polvere della
0 = peso
FU XII: VOLUME APPARENTE 2.9.15
Il saggio del volume apparente si effettua per determinare, in condizioni definite, i volumi apparenti prima e dopo impaccamento, la capacità di impaccarsi e le densità apparenti di solidi suddivisi (per esempio polveri, granuli).
APPARECCHIATURA
L'apparecchiatura è costituita da:
un apparecchio di impaccamento capace di generare in 1 min 250 ± 15 colpi, mediante caduta da un'altezza di 3 ± 0,2 mm.
Il supporto per il cilindro graduato, compreso il dispositivo di bloccaggio, ha una massa di 450 ± 5 g; un cilindro graduato da 250 ml (con divisioni ogni 2 ml) la cui massa è di 220 ± 40 g.
FU XI: VOLUME APPARENTE
ESPRESSIONE DEI RISULTATI
• Volume apparente prima dell'impaccamento o volume del campione come tale: V0
• Volume apparente dopo impaccamento o volume impaccato: V1250 o V2500
• Capacità di impaccamento: V0- V500
FU XI: VOLUME APPARENTE
ESPRESSIONE DEI RISULTATI
Densità apparente prima dell'impaccamento o densità del campione come tale:
m/v
0(espresso in g/ml) (densità al versamento).
Densità apparente dopo impaccamento o densità del prodotto impaccato:
m/v
1250o m/v
2500(espresso in g/ml) (densità compattata).
FATTORI CHE INFLUISCONO SUL Va e da
Va (…e quindi da) dipende da:
• Grandezza delle particelle
• Forma delle particelle
• Distribuzione dimensionale delle particelle
• Disposizione reciproca delle particelle
ESEMPIO
POLVERI LEGGERE POLVERI PESANTI
MgCO
3leggero pesante
d 0,083 0,5
V 12 2
FU X:
Magnesio carbonato leggero: 15 g occupano 180 ml
Magnesio carbonato pesante: 15 g occupano 30 ml
FATTORI CHE INFLUISCONO SUL Va e da
Va (…e quindi da) dipende da:
• Grandezza delle particelle
• Forma delle particelle
• Distribuzione dimensionale delle particelle
• Disposizione reciproca delle particelle
• Per un corretto dosaggio volumetrico delle polveri (involucri di gelatina nelle capsule rigide o nella camera di compressione di una comprimitrice per la realizzazione delle compresse).
• Influenza della granulometria sul Va (uno stesso volume potrà venire occupato da diverse quantità in peso di polvere).
• Fondamentale per un corretto dosaggio del p.a. presente in una miscela di polvere.
• Valutazione indiretta della Scorrevolezza di una polvere
Densità apparente perché importante?
AREA SUPERFICIALE SPECIFICA
S sp= A V
→
L’area superficiale specifica è l’area totale delle particelle di materiale contenute nell’unita di massa o di volume.
• Metodo della permeabilità ai gas
• Metodo basato sull’adsorbimento di gas
L’Area superficiale specifica (S
sp) di una polvere è la somma dell’area
superficiale delle particelle e di quella dei pori, riferita all’unità di massa (cm
2/g) (S
spw) o all’unità di volume (cm
2/cm
3) (S
spv).
S
spw = Area/1g
S
spv = Area/1ml
1g o 1ml
AREA SUPERFICIALE SPECIFICA
Metodi di determinazione
• Permeabilità ai gas
• Adsorbimento dei liquidi
• Adsorbimento dei gas
ADSORBIMENTO DEI GAS
Si basa sulla determinazione del volume di gas che la polvere adsorbe per formare uno strato monomolecolare.
Tecnica BET da Braunauer, Emmett e Teller del 1938
0 0
) 1 (
1 )
( V bP
P b
b V P
P V
P
m m
+ −
− =
• Vm = volume (cm3) di gas (es. N2) che 1 g di polvere può adsorbire come monostrato, ad una pressione P e temperatura costante (T. ambiente).
• V = volume del gas adsorbito a pressione (1 Atm) e temperatura (0°C) standard
• Po= pressione di vapore del gas (es.N2) alla saturazione
• P= pressione di esercizio
• b= costante che tiene conto del calore di adsorbimento
Isoterma
Calcolato Vm dall’isoterma, la Ssp si calcola con la seguente equazione:
m
m m cm g V
x V
Ssp =
= − 4,36( / . )
10 1 22400
10 023 , 6 10
24 ,
16 2 3
4
23 16
Sn = area occupata da una molecola di gas (per N
2è pari a 16,24
X10
-16cm
2)
N = numero di Avogadro, 6,023x10
23/ mole
M = volume molare del gas a condizioni standard di temperatura e pressione, pari a 22400 cm
3;
m = massa di polvere in esame, in grammi
Una quantità nota di sulfadiazina microcristallina (1g) viene sottoposta al saggio, utilizzando N
2. Noto Vm (3,47 cm
3) dall’equazione precedente, la sua Ssp sarà:
104 per convertire cm2 in m2
g m
V
Ssp = 4 , 36
m= 15 , 12
2/
m
n
V
Mm N Ssp S
=
Adsorbimento polvere
Zucchero semolato Zucchero a velo
Fenomeno di superficie
Penetrazione e distribuzione delle molecole assorbite nel materiale assorbente.
Proprietà adsorbenti
Adsorbimento fisico Adsorbimento chimico
Agenti decoloranti: carbone attivo
Agenti essiccanti: gel di silice, allumina
Formulazioni con eccipienti adsorbenti: influenza la liberazione del p.a.
Nella preparazione dei vaccini Tecniche preparative: cromatografia
Adsorbimento in zone dell'organismo:
carbone attivo, caolino, per ingestioni di veleni o sostanze dannose prodotte dalla microflora batterica.
Proprietà adsorbenti-utilizzi in campo farmaceutico
SCORREVOLEZZA di una polvere
…..un oggetto posto su di un piano inclinato comincia a scorrere quando l ’ angolo di inclinazione raggiunge un valore che supera le forze di frizione esistenti tra l’oggetto ed il piano
È la capacità delle particelle di scorrere l’una sull’altra con una certa costanza
Si ha scorrevolezza fino a quando: Fs = Fc
▪ Forze di scorrimento ( Fs) = forza di gravità, densità vera delle particelle, volume e forma rotondeggiante della particella, inclinazione del piano sul quale scorrono le particelle, ecc..
▪ Forze di contrasto (Fc)
forze di coesione (
tra le particelle di una polvere)• forze di van der Walls (diametro inferiore ai 100
m)
• presenza di film superficiali di vapori o di liquidi
• forze elettrostatiche originate dal contatto tra particelle poco conduttrici.
forze di adesione
(
tra le particelle e la superficie del contenitore cui sono messe a contatto).FATTORI CHE INFLUENZANO SCORREVOLEZZA DELLE POLVERI
• Attrito (Forze di coesione e Forze di adesione)
• Forma delle particelle
• Dimensione delle particelle (area superficiale specifica)
• Densità delle particelle
LE CONDIZIONI IDEALI PER UNA ELEVATA SCORREVOLEZZA
❖ SUPERFICIE LISCIA
❖ SFERICITA’ DELLE PARTICELLE
❖ ALTO PESO SPECIFICO
❖ DIMENSIONI (>100 µm)
FORMA DELLE PARTICELLE
Passaggio della polvere attraverso il collo di un imbuto
la polvere scorre la polvere “si incanta”
GRADO DI SCORREVOLEZZA
Osservazione visiva
Misurazione dell’ANGOLO DI RIPOSO
DETERMINAZIONE DEL GRADO DI SCORREVOLEZZA
metodo statistico diretto basato sulla misurazione dell’ANGOLO DI RIPOSO
Tg = sen/cos = h/r
h r
F.U. XII 2.9.36. Scorrimento polveri
F.U. XII 2.9.36. Scorrimento polveri
Valutazione dei risultati
Dopo che il recipiente è stato riempito di polvere, si apre lo sportello; in tal modo la polvere fluisce all’esterno lasciando, sul piano circolare, un mucchio conico del quale si misurano he r.
Apparecchio che riduce i fenomeni di caduta dall’imbuto
ANGOLO DI RIPOSO
metodo statistico diretto
Indice di Hausner e Indice di comprimibilità, metodo semplice e rapido per la determinazione delle caratteristiche di scorrimento delle polveri (nonché dimensione e morfologia, area superficiale, umidità e coesione dei materiali - la stabilità e solidità dei ponti e archi fra le particelle).
Si basa sulla determinazione del volume apparente prima e dopo l’impaccamento.
100
% lità comprimibi di
Indice
0 0−
= V
V
V f
Vf = Volume apparente dopo impaccamento
V0= Volume apparente del campione al versamento
V
fV
0Hausner
di
Indice =
100
% lità comprimibi di
Indice = −
0
f f
0
Hausner di
Indice
f
=
f = densità tapped dopo impaccamento
0 = densità bulk del campione al versamento
Metodo indiretto
F.U. XII 2.9.36. Scorrimento polveri
Valutazione dei risultati
Saggio di scorrimento: capacità dei solidi suddivisi a scorrere verticalmente in condizioni definite
Introdurre in un imbuto asciutto, la cui apertura alla base è stata ostruita opportunamente, senza compattare, un campione in esame pesato con l'accuratezza dello 0,5 per cento. La quantità del campione dipende dal volume apparente e dall'apparecchio usato. Sbloccare l'apertura inferiore dell'imbuto e misurare il tempo necessario perché l'intero campione defluisca dall'imbuto. Effettuare tre determinazioni.
La capacità di scorrimento viene espressa in secondi e decimi di secondo, riferita a 100 g di campione. I risultati dipendono dalle condizioni di conservazione del materiale in esame.
Metodo dinamico
F.U. XII 2.9.16. Scorrimento F.U. XII 2.9.36. Scorrimento polveri
Metodo dinamico
COME PUO’ ESSERE MIGLIORATO IL GRADO DI SCORREVOLEZZA DELLE POLVERI
• Aumento delle dimensioni delle particelle (per esempio con la granulazione, aggiungendo una polvere grossolana o eliminando un’aliquota di polvere fine).
• Modifica della forma delle particelle favorendo la formazione di particelle sferiche utilizzando per esempio lo spray-drying (lattosio spray-dried).
• Eliminazione, o quanto meno, riduzione delle forze superficiali che frenano lo
scorrimento, con essiccamento o aggiunta di polvere finissima di ossido di magnesio.
• Aggiunta di Particolari “Regolatori dello Scorrimento”:
• Glidanti che riducono le forze di coesione tra le particelle (Talco, amido, silice colloidale etc.)
• Lubrificanti che riducono le forze di adesione tra particelle e superfici contenitore (Stearati di magnesio)
Proprietà dei solidi
⚫
Polimorfismo
⚫
Solubilità
⚫
Velocità di dissoluzione
La cella unitaria
⚫
Reticolo cristallino (ioni o molecole)
⚫
Cella Unitaria
NaCl cella unitaria cubica Lunghezza cella 0.5641 nm 4 ioni Na+ e 4 ioni Cl-
Na
+Cl
-Le celle unitarie (reticoli di Bravais)
7 celle unitarie primitive Farmaci: triclina, monoclina, ortorombica 7 variazioni sulle celle unitarie primitive
L’abito cristallino
L’abito cristallino definisce l’apparenza esterna, la forma del cristallo nel suo complesso in termini generali (aspetto macroscopico). Per uno stesso tipo di abito possono esistere diverse combinazioni delle forme cristallografiche.
❖ Acidulare (aghiforme)
❖ Prismatico
❖ Piramidale
❖ Laminare
❖ Equidimensionale
❖ Colonnare
❖ Lamellare
❖ A piastra
Stessa forma cristallografica (esagonale) ma diverso abito
Stesso abito ma diversa forma cristallografica
Da una stessa unità elementare si possono ottenere abiti cristallini diversi
Cella elementare (cubica)
Lamellare
Aghiforme
Stessa cella diverso abito cristallino
Cubo z
z
z y y
y
x x
x
L’abito cristallino
Un farmaco con diversi abiti cristallini presenta:
❖ Biodisponibilità confrontabili
❖ Differenze tecnologiche
•Cristalli a piastra sono più facili da iniettare rispetto a cristalli aghiformi
•Cristalli a piastra di tolbutamide formano archi e ponti nella camera di compressione
GRADO DI SCORREVOLEZZA
Si sfrutta un metodo statistico basato sulla misurazione dell’ANGOLO DI RIPOSO.
Tg = sen/cos = h/r
minore di 25° = scorrevolezza eccellente
= a 25-30° = scorrevolezza buona
30-40° = scorrevolezza media
maggiore di 40° = scorrevolezza scarsa
h r
Cristallizzazione
1. Sovrasaturazione della soluzione (raffreddamento, evaporazione, aggiunta agente precipitante, variazione pH)
2. Formazione dei nuclei cristallini (primaria o secondaria) 3. Crescita dei cristalli intorno ai nuclei
Equazione sulla velocità di cristallizzazione dm = AD(Css-Cs)
dt δ
A=area della superficie del cristallo D=coefficiente di diffusione del soluto δ= spessore dello strato di diffusione
Css= concentrazione del soluto alla sovrasaturazione Cs= concentrazione del soluto alla saturazione
Cristallo in formazione
Cs= concentrazione del soluto alla saturazione Css= concentrazione del soluto alla sovrasaturazione