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Una stanza tutta per sé

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Academic year: 2022

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Premiazione del Concorso fotografico

“Una stanza tutta per sé” - progetto 2021 rivolto agli allievi LABA

Lapidario Museo Città di Rimini, 22 giugno ore 17.30

Una stanza tutta per sé

Progetto del Soroptimist International d’Italia

in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri

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Un sentito ringraziamento agli studentidel 2° anno del Corso di fotografia della Libera Accademiadi Belle Arti di Rimini (LABA) che hanno contribuito con le loro interpretazioni artistiche ad abbellire l’aula per le audizioni protette allestita presso il comando provinciale dei Carabinieri.

Il Soroptimist Club di Rimini esprime i più vivi complimenti ai vincitori per la qualità tecnica e di contenuti degli elaborati presentati, per la sensibilità dimostrata alla tematica proposta manifestando una particolare attenzione agli aspetti sia umani che sociali, trasmettendo empatia e solidarietà alle vittime di violenza oltre ad aver espresso con la scrittura il significato profondo dei propri lavori.

I vincitori del progetto 2021 sono:

1° classificato "Manifesto della sorellanza" di Luna Ranieri 2° classificato "Terra bruciata” di Davide Solieri

3° classificato " Un nome unico” di Rebecca Marini

Una menzione speciale per "Lavoro dei sogni " va a Eleonora Cavallini in quanto l’artista ha sviluppato la tematica della violenza di genere sotto un profilo diverso collegandola alla problematica dell’ autonomia economica delle donne, cara al Soroptimist International che quest’anno vi ha dedicato la propria campagna di sensibilizzazione evidenziando la diseguaglianza di genere nei luoghi di lavoro, nello sviluppo delle carriere professionali oltre che la disparità di trattamento economico a parità di ruoli.

Le opere realizzate sono un prezioso contributo di riflessione per noi e per coloro che avranno occasione di apprezzarle anche in altri contesti.

Un ringraziamento particolare al prof. Michele Ambroni il quale ha supportato attivamente tutte le fasi di realizzazione del progetto, presentando in maniera appassionata, e al contempo oggettiva, i lavori realizzati dai propri studenti.

Nell’ambito della pluriennale collaborazione con il Soroptimist International d’Italia, formalizzata da ultimo con il Protocollo d’Intesa siglato nell’anno 2019 tra il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e l’Associazione, anche il Comando Provinciale di Rimini si è voluto dotare di “Una stanza tutta per sé”, ambiente utilizzato per l’accoglienza delle vittime vulnerabili, in particolare per le donne che vogliono denunciare violenze e abusi.

La cd. “Stanza tutta per sé”, creata unitamente al Club di Rimini del Soroptimist e con il contributo della Provincia di Rimini, risponde ai criteri fissati nelle Linee Guida tra le parti del Protocollo, permettendo quindi anche l’audizione di minori, per i quali è stata prevista la presenza di giochi e di un angolino dedicato.

Si tratta della terza Stanza in provincia di Rimini, dopo quelle realizzate recentemente presso la Compagnia di Novafeltria e la Tenenza di Cattolica. Si sentiva infatti la necessità di creare un ambiente nel capoluogo, da mettere a disposizione dei quasi 300 Carabinieri operanti in città nonché delle altre istituzioni impegnate nella lotta contro ogni forma di violenza nei confronti delle fasce deboli.

Al riguardo va detto che l’Arma ha dedicato negli ultimi anni e continua a dedicare a questo settore ogni sforzo.

Il Col. Mario La Mura, Comandante Provinciale, in accordo con l’Associazione alla quale ha espresso un sentito e sincero ringraziamento per l’impegno e dedizione mostrati, ha deciso di rendere utilizzabile la Stanza a partire dal 18 di giugno 2021, in attesa di poterla inaugurare alla presenza delle autorità locali e di tutti gli altri attori impegnati nello specifico settore.

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L’opera ragiona, su diversi livelli, sull’empatia e sul dolore, su quel legame empatico che unisce i cuori (di ogni donna, in questo caso) nella sofferenza, trovando l’uno nell’altro la forza di ricostruirsi dopo essere andato in frantumi, e vedendo in questa vicinanza l’unica possibilità per tornare a pulsare di vita.

Risulta infatti impossibile restare interi di fronte alla solitudine del dolore, e risulta altrettanto impossibile, a chi quel dolore lo ha già conosciuto, non protendersi in aiuto di chi si trova a pezzi. Da sempre, le donne si ritrovano a dover combattere il problema della violenza di genere, e non solo come presa di posizione solidale, ma spesso dovendo esperirla sulla propria pelle,

un’esperienza che lascia segni indelebili.

All’interno dell’opera, questi segni indelebili vengono simboleggiati da queste cicatrici d’oro, che iniziano come una lacrima, dall’occhio, quindi provenienti dall’interno, che solcano le delicate figure delle Veneri di Canova, già aulico

simbolo di un’ideale d’amore puro e candido, qui tuttavia alterato dai segni del male. L’oro viene ripreso dalla tradizione giapponese di riparare le preziose ceramiche tradizionali, quando per incidente vanno in frantumi, con una colata di oro fuso: in questo modo, si recupererà la preziosità dell’oggetto, e se ne arricchirà la storia di una nuova intensità, facendo diventare preziosa anche la crepa che ha alterato il tutto.

Allo stesso modo, la ferita procurata dal dolore, viene rimarginata con l’oro, metaforicamente colato dal ritrovato amore proveniente dall’empatia e dalla solidarietà, ritrovando la forza di rimettere insieme i pezzi, di rigenerarsi in qualche modo più forti e solidi di prima, tenendo vivo, però, anche il ricordo del dolore, per non sprofondarvi dentro e in esso disgregarsi, come un monito prezioso per continuare sempre a protendersi imperiture verso la vita.

MANIFESTO DELLA SORELLANZA, Luna Ranieri

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Il progetto “Terra Bruciata” mira a promuovere la cultura del rispetto della persona e della parità di genere.

La sensibilizzazione sulla violenza di genere viene rielaborata in chiave metaforica: il soggetto-vittima è il fiore generalizzato e di diverse tipologie, la cui scelta è motivata dalla presenza degli organi riproduttivi di entrambi i sessi (gli stami sono l’organo riproduttivo maschile, il pistillo è quello femminile), per rendere universale il tema affrontato.

La forma di prepotenza, qualunque essa sia, è rappresentata dal fuoco che brucia e corrode lasciando un segno indelebile e talvolta determinante per il futuro del fiore-individuo.

Nella composizione si può anche osservare un tessuto, vittima anch’esso delle fiamme, che simboleggia i danni che determineranno le azioni, i pensieri e la quotidianità della vittima in maniera permanente.

Il titolo del progetto prende spunto dal modo di dire “fare terra bruciata”, ovvero una serie di azioni che hanno come scopo l’isolamento e la

denigrazione di una persona; inoltre col termine “terra” si sottolinea nuovamente la metafora dei fiori in quanto luogo in cui vivono e crescono, declinando il tutto in una critica sociale dell’ambiente in cui viviamo noi.

“Terra Bruciata” riflette sul potere distruttore della violenza e sulla perpetuità delle conseguenze di questi episodi.

TERRA BRUCIATA, Davide Solieri

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La donna non cambia.

Lo sguardo cede, si affievolisce.

Svanisce quella bellezza che tanto lo illumina, che lo rende unico, gli occhi lucidi.

Lei è un fiore che va curato, che va cresciuto.

È un essere umano, è vitale.

Lei è un mare in tempesta certe volte, altre solo la barca a vela tra le onde.

Può essere ferita, può essere triste per un cuore spezzato, ma non può essere aggredita.

La donna vive e vivrà in eterno, senza illusioni.

Il progetto vuole esprimere una donna semplice, fine e raffinata, ma non perfetta in quanto essere umano. L’immagine fa emergere e mette in risalto gli sguardi di una donna vera, malinconica, sorridente, tranquilla e persa nel vuoto; essi sono raffigurati uno a fianco dell’altro in quanto la donna è una e una rimarrà. Al centro risaltano gli occhi di una donna sicura di sé, che va oltre, che sa rialzarsi nonostante tutto, perché è questo ciò che siamo.

Un Nome Unico, Rebecca Marini

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Molte disparità nel mondo dell’occupazione che dovrebbero limitarsi ad essere l’eccezione, sono di fatto la regola. I dati aggiornati al 19 ottobre 2020,

pongono l’Italia al 76° posto nella classifica Global gender Gap Index sulla disparità di genere. Nonostante negli ultimi anni, i risultati nelle professioni politiche siano migliorati, negli altri ambiti lavorativi il Paese rimane ben lontano dal colmare il divario.

Secondo solo all’ambiente domestico, quello lavorativo, è il luogo in cui si consumano più abusi sulle donne, tanto più di carattere psicologico.

L’ingiustizia, attuata, consentita ed accettata da chi è al potere, riguardante altresì assunzioni e salari, non permette a donne promettenti e competenti, di raggiungere le posizioni di potere, che dovrebbero occupare.

Il progetto Lavoro dei sogni, attraverso un’immagine d’archivio e la successiva modifica, si concentra sul sottolineare tale disparità: il grattacielo come simbolo del potere e della scalata professionale per evidenziare il divario. Il colore rosa raffigura la fortuna delle donne di successo e, allo stesso tempo, il desiderio di coloro le quali, ancora lottano quotidianamente per ottenere ciò che meritano, di diritto, per capacità ed abilità.

Lavoro dei sogni, Eleonora Cavallini Menzione speciale

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