L’impresa: input, output,
rapporti tra gli agenti e profitto
Materiale didattico ad uso esclusivo degli studenti del corso di Economia e Gestione delle Imprese A e B
Università del Piemonte Orientale
Graziano Abrate Fabrizio Erbetta Anna Menozzi
Che cos’è un'impresa?
• Un’impresa è un’organizzazione produttiva che trasforma degli input in output
• La natura dei fattori produttivi in entrata e quella della produzione in uscita cambia profondamente nel tempo
• Oggi la creazione di “valore” trova origine in un forte
Definizione introduttiva
L’impresa come strumento per produrre
X flussi reali
Y flussi reali
Σ xi wi
flussi monetari
Σ yj wj
flussi monetari
Impresa
Σ flussi
finanziari
Σ flussi
finanziari
• Start-up (imprenditorialità)
• Aggregazione di input reali
Elementi distintivi del percorso evolutivo dell’impresa
• Finanziamento legato ai fabbisogni del ciclo monetario
• Finanziamento bancario
• Crescita e smaterializzazione della figura dell’imprenditore (apporti di capitale proprio)
ELEMENTI A RILEVANZA OPERATIVA
ELEMENTI A RILEVANZA FINANZIARIA
La misura dei fattori produttivi e della produzione
Stato Patrimoniale quale sintesi di grandezze “fondo” o “stock”
Attività Passività
Immobilizzazioni tecniche Capitale proprio Immobilizzazioni finanziarie Debiti finanziari Capitale circolante lordo Debiti operativi
La misura dei fattori produttivi e della produzione
Ricavi
+/- Variazione scorte prodotti e semilavorati + Costi capitalizzati
Produzione
Acquisti di materiali Acquisizione Servizi
+/- Variazione delle scorte di materiali
Consumi
Ammortamento Ammortamento
Stipendi, contributi e
Accantonamento TFR Remunerazione del lavoro
Oneri finanziari Remunerazione del capitale di
debito
Fattori produttivi
Conto Economico quale sintesi di grandezze “flusso”
Esempio di determinazione del VALORE DELLA PRODUZIONE e dei CONSUMI
Caso A) Caso B)
Ricavi 1000 1000
Magazzino iniziale prodotti finiti 200 380
Magazzino finale prodotti finiti 380 200
Costi capitalizzati 65 65
VALORE PRODUZIONE: 1245 885
Ricavi 1000 1000
∆∆∆∆Magazzino PF 180 (∆∆∆∆+) -180 (∆∆∆∆-)
Costi capitalizzati 65 65
Caso A) Caso B)
Costi per materiali 200 200
Costi per servizi 150 150
Magazzino iniziale materiali 80 96
Magazzino finale materiali 96 80
CONSUMI: 334 366
Costi per materiali 200 200
Determinazione e distribuzione del VALORE AGGIUNTO
Dal Conto Economico (C/EC) è possibile determinare
uno schema che correla risorse, remunerazioni e stakeholder interessati
RISORSE REMUNERAZIONI DA C/EC STAKEHOLDER
Fattori intermedi
(che esauriscono completamente la loro utilità nel ciclo di produzione):
Materiali e servizi consumati Consumi Fornitori
Fattori primari
(che risultano stabilmente legati all’impresa):
Lavoro Costo del lavoro Dipendenti
Capitale tecnico Ammortamenti e accantonamenti
Impresa per la sua funzione di utilizzo, organizzazione e
coordinamento del capitale operativo
Capitale finanziario Oneri finanziari Finanziatori a titolo di debito
Risorse pubbliche Imposte Amministrazione pubblica per i servizi prestati all’impresa
Produzione e Valore Aggiunto
VALORE DELLA PRODUZIONE - Costi ESTERNI
- Costi INTERNI
= UTILE
da cui:
VALORE AGGIUNTO = VALORE DELLA PRODUZIONE – CONSUMI
o anche:
VALORE AGGIUNTO = UTILE + IMPOSTE + COSTO DEL LAVORO + AMMORTAMENTI
+ ONERI FINANZIARI
L’UTILE deve essere rettificato dalle componenti economiche positive che non
Utilizzo del VALORE AGGIUNTO
VA e il grado di integrazione verticale
(VALORE AGGIUNTO / VALORE DELLA PROD.) VA e dimensione dell’impresa
VA e redditività dell’impresa
Caso Mimo
L’impresa Mimo presenta i seguenti conti economici rispettivamente al tempo t e t+1:
t t+1
Produzione 200 300
Consumi -100 -180
Costo del lavoro -50 -30
Quota ammortamento -20 -20
Oneri finanziari -10 -10
Plusvalenza da alienazione immobili 40
Imposte -30 -30
Utile netto d’esercizio 30 30
Caso Mimo
Anno t Anno t+1
VALORE PRODUZIONE 200 300
CONSUMI 100 180
VALORE AGGIUNTO 100 120
UTILE (NETTO) 30 30
IMPOSTE 30 30
PLUSVALENZE -40 0
COSTO DEL LAVORO 50 30
AMMORTAMENTI 20 20
ONERI FINANZIARI 10 10
Caso Mimo
Anno t+1
25%
25%
25%
17%
8%
Utile netto rettificato Imposte
Costo del lavoro Ammortamenti Oneri finanziari
Caso Mimo
t t+1
VALORE AGGIUNTO 100 120
GIV 100/200 = 0,5 120/300 = 0,4
G.I.V.: esempio 2
t t+1
PRODUZIONE 200 200
CONSUMI 100 X
GIV obiettivo 0,5 0,7
GIV = (Prod. – Cons.)/Prod. = (200 – X)/200 = 0,7 ⇒ X = 60
• La teoria economica neoclassica presenta l’impresa come una funzione di produzione puramente tecnica (input - output - tecnologia) calata in un contesto di tipo concorrenziale.
• L’impresa è un soggetto passivo, che ha perfetta informazione, omogeneità delle merci, libertà di entrata e uscita. Non ha potere sul prezzo ma cerca di massimizzare il profitto.
Gli obiettivi dell’impresa individuale:
la teoria della massimizzazione del profitto
Gli obiettivi dell’impresa individuale:
limiti del modello neoclassico
Prezzo (p) costante p = f(Y)
Omogeneità dei beni Concorrenza monopolistica (produzioni di nicchia)
Incertezza Aspetti probabilistici
Limiti superabili attraverso la modifica di alcune ipotesi all’interno del modello matematico:
Limite radicale:
SI IGNORA LA PROBLEMATICA DELL’ORGANIZZAZIONE INTERNA
Carenze del modello neoclassico
• Non tiene in considerazione la possibile distribuzione asimmetrica tra gli agenti economici (OTTICA ESTERNA)
• Non tiene in considerazione che l’impresa è una
organizzazione, la cui conduzione può essere
affidata a una pluralità di agenti i quali possono
avere obiettivi divergenti e, quindi, non
conciliabili e disporre di differenti gradi di
informazione (OTTICA INTERNA)
Le transazioni
Stadio 1
dell’attività di produzione
Stadio 2
dell’attività di produzione
Raccordo
Una transazione sorge ogni volta che si ha uno scambio di un bene o servizio
Quando un bene o servizio viene trasferito attraverso un raccordo separabile sotto il profilo tecnologico, nasce una transazione
Contratto incompleto
A causa della presenza di asimmetrie informative e razionalità limitata degli agenti economici, un contratto
“incompleto” non specifica in modo preciso ed esauriente i diritti, le responsabilità e le azioni degli attori coinvolti, perché non prevede tutte le possibili situazioni che possono insorgere durante la transazione
⇓
Possono sorgere comportamenti opportunistici in cui una
parte (quella più informata) tende ad avvantaggiarsi a
danno dell’altra
Modalità di gestione delle transazioni
Modello di informazione decentrata
Si ricorre ad uno scambio di mercato. In tal caso sorgono dei costi di gestione delle transazioni esterne (CGTM). Esempi:
costi ex-ante:
- costo in tempo e denaro per individuare le controparti
- costo in tempo e denaro per scegliere la controparte che consente le migliori condizioni di scambio
costi ex-post:
- costi di controllo del corretto comportamento della controparte, potenzialmente orientata ad adottare comportamenti opportunistici (quando il contratto è incompleto)
Modalità di gestione delle transazioni
Modello di informazione accentrata
Si ricorre al coordinamento interno dell’impresa basato su meccanismi gerarchici. In tal caso sorgono dei costi di gestione delle transazioni interne (CGTI)
Si tratta essenzialmente di:
costi per la predisposizione delle strutture necessarie allo svolgimento delle attività (ampliamento delle posizioni retribuite, ampiezza dei sistemi informativi, programmazione e coordinamento delle attività)
Ricorso a mercato o all’organizzazione d’impresa
Ronald H. Coase, 1937 Oliver Williamson, 1986
Quando i CGTM sono particolarmente elevati a causa di una distribuzione fortemente asimmetrica delle informazioni, può essere conveniente “internalizzare” un certo stadio produttivo all’interno di una struttura a controllo gerarchico come l’impresa
In ultima istanza l’entità dei costi di transazione determina i confini efficienti dell’impresa
Costi di gestione delle transazioni e specificità (K) dei beni
CGT CGTM
CGTI
Quanto più cresce la specificità di una attività operativa presente nella filiera, tanto più aumentano i CGTM sia di tipo ex-ante (per la ricerca della controparte contrattuale) che ex-post (per il controllo del crescente rischio di comportamenti opportunistici), e quindi tanto più probabile diventa la decisione di internalizzare tale fase
All’interno di una transazione, una delle parti può compiere investimenti specifici, finalizzati allo svolgimento della transazione stessa, quindi ad elevato grado di irreversibilità, che la pongono in posizione di svantaggio (es. specificità localizzativa, specificità del capitale fisico, specificiatà del capitale umano).
L’investimento specifico dà luogo ad una QUASI-RENDITA.
La QUASI-RENDITA è data dalla differenza tra il valore dell’investimento all’interno della relazione contrattuale e il valore del medesimo investimento nel migliore uso alternativo (Klein, Crawford, Alchian, 1978)
Una volta che l’investimento specifico è stato realizzato, la QUASI- RENDITA è espropriabile da chi beneficia dei servizi dell’investimento
Investimenti ad elevata specificità
Quasi-rendita
QUASI-RENDITA
= Valore dell’investimento
all’interno della relazione contrattuale specifica
[A]
- Valore dell’investimento nel migliore uso alternativo
[B]
[A] Cresce se l’investimento è funzionale ad una produzione fortemente valorizzata dal mercato
[B] Scende quanto più l’uso alternativo diventa improbabile (quindi se la specificità cresce)
Problema dell’hold-up
Rischio di dipendenza economica ex-post che prende il nome di hold-up (“minaccia di rapina”)
Il soggetto che effettua l’investimento specifico in presenza di contratto incompleto si espone al rischio di rinegoziazione o di interruzione della relazione contrattuale.
Se tale minaccia diventa particolarmente elevata la controparte chiamata ad eseguire l’investimento potrebbe anche non realizzarlo.
La quasi-rendita può essere vista come una remunerazione ex-ante per il rischio di hold-up
Quasi-rendita: esempio 1
Un tipografo A investe in una rotativa con caratteristiche specifiche adatte alle esigenze dell’editore B. L’editore B affitta la rotativa da A al prezzo di 5.500 euro al giorno. I costi operativi sono di 1.500 euro al giorno (interamente sostenuti da A) mentre l’ammortamento è di 2.000 euro al giorno.
L’utile è pari a:
Ricavi 5.500
Costi operativi 1.500
Ammortamento 2.000
Utile nella relazione
contrattuale specifica 2.000
Quasi-rendita: esempio 1
Si supponga che esista un altro editore C disposto a offrire 3.500 euro al giorno per lo stesso servizio. In questo caso l’utile nel migliore uso alternativo è 0 (= 3.500 – 1.500 – 2.000).
La quasi-rendita è quindi pari a 2.000 = 2.000 – 0
In tal caso l’editore B potrebbe – nel lungo periodo – chiedere una riduzione di prezzo fino a 3.500 euro.
In altre parole la quasi-rendita è appropriabile. Infatti una volta installato, il bene diventa specifico e se l’utilizzatore chiedesse una riduzione di prezzo i servizi legati al bene non sarebbero ridotti.
Un produttore di automobili ha deciso di decentrare parte della produzione. Richiede ad un suo fornitore di stipulare un accordo dove compare l’impegno ad acquistare un semilavorato ad un prezzo di 100 €, se si localizza nell’area di nuovo insediamento.
Quasi-rendita: esempio 2
Il fornitore deve sostenere:
a) costi di struttura pari a 15 mil. €
b) costi variabili unitari (CVU) pari a 60 €
Quasi-rendita: esempio 2
UTILE ATTESO FORNITORE
UT
ATTESO= 700.000 × (100 – 60) – 15 mil.
previsione di domanda
prezzo costo
variabile
costo di struttura
= 13 mil.
La domanda iniziale si modifica da 700.000 a 400.000
La quantità in eccesso (300.000) può essere allocata presso altro produttore di automobili alle seguenti condizioni:
Quasi-rendita: esempio 2
Il fornitore si trova a sostenere costi in misura più elevata dovuti all’adattamento delle componenti
p = 100
Quasi-rendita: esempio 2
Utile nel miglior uso alternativo dell’asset:
UT
B= 400.000 × (100 – 60) + 300.000 × (100 – 90)
– 15 mil = 4 mil.
Quasi-rendita = 13 mil. – 4 mil. = 9 mil.
Distinguiamo tra contesto informativo
PRE-CONTRATTUALE(PRE) e un contesto informativo
POST-CONTRATTUALE(POST). Essi danno luogo a due tipologie di asimmetria informativa
Tipologie di asimmetria informativa
A B
transazione
PRE: Info A = Info B POST:
Info A > Info BPRE:
Info A > Info BPOST: Info A (=) Info B
• Colui che può mettere in atto un’azione nascosta o che possiede un informazione nascosta è chiamato
agente(soggetto
A)• Colui che può subire gli effetti dell’azione o dell’informazione nascosta è detto
principale(soggetto
B). Per il principale ilrisultato della transazione è condizionato dal comportamento dell’agente.
• I rapporti contrattuali tra “principali” ed “agenti” sono detti
rapporti di agenzia• I
modelli principale-agentesono uno strumento analitico per analizzare dal punto di vista economico le relazioni
Alcune definizioni
La terminologia è nato nell’ambito assicurativo
• “adverse selection” : Le persone che stipulano volontariamente un contratto non costituiscono un campione casuale della popolazione, bensì un campione selezionato in modo “avverso” alla compagnia di assicurazione
• polizza senza franchigia se viaggio molto
• assicurazione contro le malattie nel caso di salute cagionevole
•“moral hazard” : Una volta assicurati rispetto al verificarsi di determinati eventi, gli individui tendono a essere meno
Le assicurazioni
Il signor Sergio possiede un allevamento di struzzi destinato alla produzione di uova.
Egli stipula un contratto con il signor Filippo che dispone di un incubatore e provvede all’acquisto delle uova e al collocamento sul mercato dei pulcini.
Si ipotizzino due possibili accordi:
• un compenso per ogni uovo consegnato
• un compenso per ogni pulcino nato vivo
Si valuti il contesto informativo dei due agenti nella situazione ex-ante e ex-post e si indichino le rispettive
Esemplificazione di moral hazard
Adeguati incentivi sposteranno la soluzione dal compenso certo basato sulle uova verso quella variabile basata sui pulcini. Sono rilevanti: fiducia ed
Esemplificazione di moral hazard
ex-ante a1 a2 a3 a1 a2 a3 a1 consegna dell’uovo a2 uovo non fecondato ex-post a1 a2 a3 a1 a2 a3 a3 presenza del pulcino
Filippo Sergio Eventi possibili
• Sistema economico elementare basato su monete d’oro non coniate
• I detentori delle monete possono “tosarle” senza evidenze particolari
• L’informazione nascosta per chi ha limato le monete genera asimmetria informativa
• Chi offre moneta sa se è adulterata o meno
• Chi domanda moneta rischia e attribuirà pertanto una probabilità positiva alla possibilità di ricevere monete
Esempio di adverse selection:
la legge di Gresham
• Se V è il potere d’acquisto teorica della moneta sana (es. V = 100), chi domanda moneta sarà disposto a scambiare merci attribuendo alla moneta un valore minore V’ (es. V’ = 98).
• Chi possiede una moneta sana o la “tosa” o la “tesaurizza”
Esempio di adverse selection:
la legge di Gresham
A B
transazione Offre moneta
(Agente)
Domanda moneta
(Principale)
Sul mercato secondario dell’auto sono disponibili auto usate di qualità e “bidoni”
1) INFORMAZIONE PERFETTA E SIMMETRICA
Le auto di buona qualità (Vq) valgono di più di quelle di qualità inferiore (Vb)
Il mercato ha luogo: ogni tipologia di auto è venduta al suo prezzo
2) INFORMAZIONE IMPERFETTA MA SIMMETRICA Si scambia ad un valore “pesato” sulle attese di qualità
Esempio di adverse selection:
i “bidoni” di Akerlof
Probabilità che un’auto sia di qualità = Pq
Probabilità che un’auto sia un bidone = (1-Pq)
Valore medio atteso = Vq × Pq + Vb × (1-Pq)
Esempio di adverse selection:
i “bidoni” di Akerlof
3) INFORMAZIONE IMPERFETTA E ASIMMETRICA Il mercato si deteriora e cessa di funzionare.
Prezzo medio = Vq × Pq + Vb × (1-Pq)…
… ma un venditore consapevole della buona qualità della propria auto non venderà a questo prezzo.
Progressivamente sul mercato vi saranno solo “bidoni”.
Il collasso del mercato viene evitato spingendo l’agente
a rivelarsi: sistemi di periodi di prova e di garanzia.
L’incentivazione del manager: tipico caso in cui è possibile il moral hazard
Salario fisso o variabile?
• Salario fisso: assicurazione completa sul salario del manager
• Salario variabile: rischi sul manager che ottiene il residuo, dedotta la remunerazione fissa per l’azionista
Il principale deve fornire all’agente gli incentivi capaci di indurre quest’ultimo a scegliere autonomamente il comportamento che il principale desidera …..
Tutto il rischio all’azionista
Salario fisso
Soluzione al problema
Tutto il rischio al manager
Salario variabile
Soluzione al problema dei
Ripartizione del rischio
L’incentivazione del manager: tipico caso in cui è possibile il moral hazard
Soluzione ottimale
• il manager deve accettare di collaborare
• il manager deve essere motivato
• il contratto che soddisfa i primi due obiettivi deve essere il migliore per l’azionista
• è evidente che la soluzione non si colloca agli estremi della
figura esaminata in precedenza
L’incentivazione del manager:
ricerca della soluzione ottimale
e l’impegno scelto dal manager (variabile di moral hazard);
C variabile casuale relativa al contesto competitivo;
R funzione di ricavo dell’azionista. Esso dipende da e e da C. Pertanto: R (e, C);
w salario del manager, ancorato a R. Pertanto: w (R);
U funzione di utilità del manager, decrescente rispetto all’impegno e crescente rispetto al salario. Pertanto:
U (e, w);
∏ ∏
∏ ∏ funzione di profitto per l’azionista, sarà pari a:
Supponendo che la situazione contrattuale riguardi un solo
azionista e un solo manager, il problema degli incentivi
può essere formulato nel modo seguente: Indicati con:
L’incentivazione del manager:
ricerca della soluzione ottimale
Il valore atteso E dell’utilità UA del manager sarà:
UA = E [U(e, w)]
e il valore atteso dei profitti per l’azionista ( ∏
A) sarà:
∏ A = E[R (e, C) – w (R)]
L’incentivazione del manager: ricerca della soluzione ottimale
In sostanza:
gli azionisti possono indurre l’agente all’impegno effort (e), con un salario che incentivi in tale direzione, cioè funzione dei ricavi R, funzione a sua volta di e.
Il manager deve essere motivato ad accettare il contratto e pertanto la sua utilità (UA) deve essere superiore a quella che otterrebbe con un impiego alternativo.
Occorre trovare una funzione w(R) che massimizzi il profitto atteso e contemporaneamente induca il manager ad un effort (e) che massimizza anche la sua utilità.
Assumere un controllore del manager sarebbe più
L’incentivazione del manager:
un esempio
Sia data la seguente funzione di utilità del manager, dove w è la remunerazione monetaria mentre e rappresenta una misura di effort manageriale.
e w w
e U
U = ( , ) = −
Il risultato dell’impresa (R) dipende sia dall’effort manageriale sia da fattori casuali ed è rappresentato nella seguente tabella.
e = 0 e = 1 e = 2
Scenario 1 50% 100 150 200
Scenario 2 50% 150 300 350
Si ipotizzi il seguente schema di remunerazione del manager: w = 50 + 0,2R 1) Determinare il livello di impegno scelto dal manager e i profitti dell’azionista 2) Si ipotizzi che lo schema di remunerazione diventi: w = 50 + 0,6R
Come varia il livello di impegno del manager?
Come variano i profitti dell’azionista?
Conviene all’azionista adottare il nuovo schema di remunerazione?
L’incentivazione del manager:
un esempio
Determinazione del livello di impegno scelto dal manager
R(e,c) e = 0 e = 1 e = 2
Scenario 1 50% 100 150 200
Scenario 2 50% 150 300 350
E(R) 125 225 275
Determinazione della remunerazione data la struttura: w = 50 + 0,2R
w(R) e = 0 e = 1 e = 2
Scenario 1 50% 70 80 90
Scenario 2 50% 80 110 120
E(w) 75 95 105
Determinazione dell’utilità data la struttura: U =U(e,w)= w−e
U(e,w) e = 0 e = 1 e = 2
Scenario 1 50% 8.367 7.944 7.487
Scenario 2 50% 8.944 9.488 8.954
E(U) 8.655 8.716 8.221
L’incentivazione del manager:
un esempio
Calcolo della remunerazione data la nuova struttura: w = 50 + 0,6R
w(R) e = 0 e = 1 e = 2
Scenario 1 50% 110 140 170
Scenario 2 50% 140 230 260
E(w) 125 185 215
Calcolo dell’utilità data la struttura: U =U(e,w)= w−e
U(e,w) e = 0 e = 1 e = 2
Scenario 1 50% 10.488 10.832 11.038
Scenario 2 50% 11.832 14.166 14.125
E(U) 11.160 12.499 12.581
Il manager sceglie e = 2
Calcolo profitti attesi dell’azionista (sapendo che il manager sceglie e=2): E(R) – E(w) = 275 – 215 = 60
Le remunerazioni delle risorse impiegate all’interno dell’impresa sono definite contrattualmente, ma anche in questo caso sono presenti contratti incompleti.
Il profitto
Esempi:
• beni strumentali forniti dall’imprenditore stesso;
• attività del proprietario in veste di manager. Spesso la remunerazione compare come residuo;
• remunerazione del capitale apportato alla società a titolo di rischio.
Una valutazione corretta dei risultati aziendali presuppone
• Si consideri un imprenditore individuale orientato a capire se la sua attività sia profittevole.
• Egli determina il costo delle materie prime, dei semilavorati, dei servizi acquisiti esternamente, l’ammontare dei salari e degli oneri finanziari corrisposti alle banche e lo confronta con il valore della produzione.
• Il saldo è sufficiente per un giudizio sulla profittabilità?
Il concetto di profitto
Il concetto di profitto
• Il suo lavoro (il costo figurativo può essere indicato da compensi alternativi presso terzi)
• l’apporto di capitale a titolo di rischio. (Il costo figurativo può essere associato al rendimento di impieghi alternativi a parità di rischio
• ogni altra risorsa utilizzata che non trova una esplicita quantificazione a bilancio
Il saldo contabile deve essere corretto dei costi
L’imprenditore utilizza risorse che non trovano esplicita
indicazione nella documentazione contabile:
Il Conto Economico secondo la logica del profitto
P = P’+ Q + R
F+ R
S+ R
iC/EC
Consumi P’ P Produzione Capitale Q
R
FLavoro R
SProfitto R
iProduzione = Consumi + Ammortamento + Remunerazione
Dall’utile al profitto: il caso di Marco ed Elena
Marco ed Elena decidono di rinunciare ad un’offerta di lavoro, caratterizzata da una remunerazione annua individuale pari a 10.000 Euro e di iniziare un’attività imprenditoriale offrendo servizi di traduzione di testi e di materiale didattico. Marco apporta alla società i suoi risparmi pari a 7.000 Euro, attualmente depositati sul conto corrente bancario ad un tasso del 3%.
Elena apporta il proprio computer e relativa stampante, acquistati da pochi giorni con una spesa di 3.000 Euro (durata 5 anni). Tale operazione era stata finanziata tramite la vendita di titoli che le rendevano il 5% l’anno.
L’arredamento dell’ufficio comporta una spesa complessiva di 10.000 Euro (durata 5 anni), finanziata con indebitamento bancario al 4%, per le esigenze finanziarie che superano l’apporto dei soci. La remunerazione del capitale delle imprese del settore si aggira sul 10%.
Durante il tempo t l’attività di traduzione genera i seguenti costi e ricavi:
- ricavi 30.000 Euro
- costo materiali e affitti 4.000 Euro.
Tenuto conto che la costituzione della società avviene all’1/1 del tempo t, si
Dall’utile al profitto: il caso di Marco ed Elena
P = 30.000 P’ = 4.000 Q = 2.600
R
F= 120+0,1 × 3.000 + 0,1 × 7.000 = 1.120
R
S= 20.000 R
ilordo = 2.280
SP
Arredi 10.000 7.000
Macchine
elettr. 3.000
Capitale Sociale
3.000 D.Finanz. 3.000
13.000 13.000
CE
Consumi 4.000 Ricavi 30.000 Ammortam. 2.600
Oneri
Finanziari 120 Utile 23.280
Profitto (R
i) ?
Caso Reina
Il signor REINA, noto allevatore valdostano, avuta conoscenza della politica di favore dell'Autorità per l'Energia verso il settore idroelettrico e considerato che la spesa attuale di 200 mila Euro per consumi energetici potrebbe essere dimezzata tramite la produzione diretta, decide di diversificare la sua attività verso tale settore.
Egli canalizza parte delle acque attualmente utilizzate per irrigare i suoi pascoli verso un “salto” che gli consenta di costruire una centrale idroelettrica.
La REINA-IDRO S.p.A. presenta il seguente conto economico di previsione (in migliaia di Euro):
Vendite 11.000
Acquisti 2.000
Costo del lavoro 2.100
Ammortamenti 1.600
Oneri finanziari 2.400
Imposte 1.450
Caso Reina
Tenuto presente che:
• il sig. REINA per affrontare tale investimento intende vendere un immobile e relativo esercizio commerciale che gli fruttano un reddito annuo al netto delle imposte di 1,2 milioni;
• il disinvestimento gli consente di incassare 10 milioni, mentre altri 30 milioni necessari per completare la centrale sono forniti dalla finanziaria regionale;
• l’imprenditore gestisce direttamente la centrale avvalendosi della collaborazione dei due figli. Il compenso dei tre amministratori viene erogato in sede di distribuzione degli utili e risulta pari al 3% del fatturato;
• le decisioni dell'Autorità porteranno in futuro alla liberalizzazione del mercato e comporteranno una riduzione dei prezzi pari a circa il 10%;
• il titolare vede con favore l’iniziativa poiché intende utilizzare un contabile, in organico alla società per un costo annuo di 40 mila Euro, per gestire direttamente i suoi affari personali;
• gli ammortamenti sono calcolati secondo le aliquote fiscali ma in realtà è noto che le centrali idroelettriche hanno una durata media pari a circa 40
Caso Reina
P 11.000 + 100
P’ 2.000
Rs 2.100 +3% ×11.000 - 40 Q 1.000 (= 40.000/40)
Rf 2.400 + 1.200
Ri lordo 2.110
IMP 1.450
Ri netto 660
Breve periodo
P (11.000 + 100)×(1-10%)
P’ 2.000
Rs 2.100 +3% ×11.000 ×(1-10%) - 40 Q 1.000 (= 40.000/40)
Rf 2.400 + 1.200
Ri lordo 1.033
IMP 900
Ri netto 133
Lungo periodo
Breve periodo: Creazione valore d’esercizio (CVE)
Es.: CVE = ROE 9% - Costo del capitale proprio 5% = 4%
Lungo periodo: Creazione valore totale (CVT)
Es: valore di mercato del CP 1.500.000, frutto delle attese future sugli utili, valore contabile del CP 1.000.000
⇒ CVT = 500.000
Profittabilità e “valore” per l’azionista
Alba e Fabrizio, dopo anni di lavoro dipendente, decidono di avviare un’attività imprenditoriale, relativa alla vendita di vini tipici locali e costituiscono una Società a responsabilità Limitata. Fabrizio si occupa della selezione dei vini e Alba delle vendite e del rapporto con i clienti. Le consegne e la movimentazione dei prodotti viene affidata a un dipendente. Alba mette a disposizione parte dei suoi risparmi per un valore di 50.000 Euro, precedentemente investiti in buoni del tesoro dello Stato italiano con un rendimento del 3% annuo; Fabrizio ristruttura un locale di proprietà adibendolo allo show-room dei vini. La ristrutturazione comporta un costo di 30.000 Euro, ammortizzabili in cinque anni e la rinuncia alle entrate derivanti dall’affitto dello stabile, pari a 5.000 Euro l’anno. Alba, esperto contabile, percepiva uno stipendio netto annuo di 24.000 Euro, mentre Fabrizio operava come responsabile del controllo dei costi, con uno stipendio netto di 28.000 Euro l’anno. L’avvio dell’iniziativa non risulta semplice: occorre acquisire clientela in un mercato che apprezza la qualità, ma richiede tempo per attribuire fiducia.
Il costo del capitale di rischio è pari a 12%. Nel primo anno di esercizio, le
L’utile della Bevi e Bevi
Dopo il primo anno di attività i due soci fanno il punto della situazione, predisponendo il Conto Economico, riportato di seguito e caratterizzato da un utile netto di 40.000 Euro (Tabella 1.1).
L’utile della Bevi e Bevi
Tabella 1.1 – Bevi e Bevi
Conto Economico del tempo t (Euro)
Ricavi 150.000
Rimanenze finali di materiali 40.000
Acquisti di materiali 90.000
Servizi esterni 9.000
Costo del lavoro del dipendente 20.000
Ammortamento cespiti 6.000
Oneri finanziari 5.000
Utile lordo 60.000
Imposte (33%) 20.000
Utile netto 40.000
B.&B.: Il profitto di breve periodo
Tabella 1.2 – Bevi e Bevi
Conto Economico del tempo t integrato delle componenti di costo figurative (Euro)
Ricavi 150.000 Produzione 150.000
Acquisti di materiali 90.000 Rimanenze finali di materiali (40.000)
Servizi esterni 9.000
Costo opportunità utilizzo
locale di Fabrizio 5.000
Consumi e servizi (64.000)
Ammortamento 6.000 Ammortamento (6.000)
Costo del lavoro 20.000
Costo opportunità lavoro
Alba e Fabrizio 52.000
Remunerazione
del lavoro (72.000)
Oneri finanziari 5.000
Costo opportunità del
capitale di Alba (12%) 6.000
Remunerazione
dei mezzi finanziari (14.600)
Costo opportunità del
capitale di Fabrizio (12%) 3.600
Profitto lordo (6.600)
B.&B.: il Conto Economico previsto al quinto anno di attività
Tabella 1.3 – Bevi e Bevi
Conto Economico al quinto anno di attività (Euro)
Ricavi 300.000
Consumi (50/150 · 300.000) 100.000 Servizi esterni (9/150 · 300.000) 18.000
Ammortamento 6.000
Costo del lavoro (20.000 · 2) 40.000
Oneri finanziari 5.000
Utile lordo 131.000
Imposte (33%) 43.666
Utile netto 87.334
B.&B.: il profitto di lungo termine
Tabella 1.4 – Bevi e Bevi
Conto Economico del quinto anno di attività integrato delle componenti di costo figurative (Euro)
Ricavi 300.000 Produzione 300.000
Consumi 100.000
Servizi esterni 18.000
Costo opportunità utilizzo
locale di Fabrizio 5.000
Consumi e
servizi 123.000
Ammortamento 6.000 Ammortamento 6.000
Costo del lavoro 40.000 Costo opportunità lavoro
Alba e Fabrizio 52.000
Remunerazione
del lavoro 92.000
Oneri finanziari 5.000
Costo opportunità del
capitale di Alba e Fabrizio 9.600 Costo opportunità risorse
finanziarie di fonte interna (0,12 · 100.000)
12.000
Remunerazione
dei mezzi finanziari 26.600
Profitto lordo 52.400