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Confindustria: segnali di ripresa nei primi sei mesi dell anno 1

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Academic year: 2022

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LECCO – Parziale recupero nei primi sei mesi del 2014 per gli indicatori economici legati all’industria lecchese e comasca: questo secondo i dati diffusi

dall’Osservatorio Congiunturale che hanno analizzato gli indicatori associati alla domanda, all’attività produttiva e al fatturato, nonché gli aspetti legati ai costi dell’approvvigionamento delle materie prime, ai rapporti con gli Istituti di credito e all’andamento dello scenario occupazionale.

La congiuntura con la seconda metà del 2013 mostra segni positivi in particolare per la domanda (4,2%) e per l’attività produttiva (2,2%); il raffronto tendenziale evidenzia invece un miglior risultato per il fatturato (3,4%) e per la produzione (2,6%).

Per quanto riguarda i giudizi sull’andamento della domanda, le indicazioni positive incidono maggiormente rispetto a quelle di diminuzione, sia a livello di export sia per il mercato domestico.

Sul versante dei costi di approvvigionamento delle materie prime, le imprese delle due province non segnalano particolari anomalie, con livelli pressoché stabili considerando i costi nel loro complesso (+0,2% rispetto al corrispondente semestre 2013 e +1,1% dai listini dello scorso dicembre). In media, l’incidenza del costo delle materie prime sul totale dei costi si attesta al 36,6%.

Anche le aspettative per gli ultimi sei mesi dell’anno sono di segno positivo, con indicatori

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che si attestano in media al 3,1%. A fianco degli elementi sinora evidenziati, l’analisi rivela il permanere di criticità legate, in particolare, allo scenario occupazionale ancora rallentato e al peggioramento delle condizioni nel rapporto tra le imprese e gli Istituti di credito.

Giovanni Maggi -Confindustria

“Come mostrano i dati, le imprese lecchesi ricalcano, pur con qualche variazione, il quadro d’insieme – commenta il Presidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi – Purtroppo però è necessario sottolineare che non possiamo farci illudere dalla tendenza positiva, peraltro non marcata: per Lecco, così come per l’Italia, il contesto generale resta sempre difficilissimo e le indicazioni positive si innestano su un percorso ormai lungo fatto di segni negativi. Infatti i livelli occupazionali segnano ancora il passo. Molti sono gli aspetti sui quali è necessario lavorare per agganciare la ripresa e fra questi è necessario affrontare seriamente il tema del fisco: non è immaginabile che le imprese possano continuare a lavorare e a competere sui mercati internazionali supportando il peso di una pressione fiscale alle stelle”.

EVOLUZIONE DELLA DOMANDA

Gli ordini delle imprese delle due province nei primi sei mesi dell’anno fanno registrare un +4,2%, mentre nel confronto con giugno 2013 si registra un +1,9%.

Risultati che vanno oltre le previsioni formulate ad inizio anno (che si attestavano intorno al +2,5%), ma che arrivano dopo un periodo decisamente negativo.

Nella precedente edizione dell’Osservatorio era infatti stato registrato un valore in

diminuzione (-2,4%). I risultati sono inoltre almeno in parte influenzati dalla caratteristica stagionale di alcuni prodotti realizzati dalle aziende aderenti all’indagine. Anche le

aspettative rilevate per la seconda parte dell’anno prevedono un ulteriore incremento degli ordini pari al 2,5%. Lo scenario è simile per le aziende lecchesi, che fanno registrare un incremento maggiore a livello congiunturale (+5,7%), ma non prevedono miglioramenti per la seconda parte dell’anno (+0,2%).

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ATTIVITA’ PRODUTTIVA

L’indicatore relativo alla produzione, per le aziende delle province di Lecco e di Como, mostra una variazione tendenziale rispetto ai primi sei mesi del 2013 pari a +2,6%, mentre la congiuntura con il secondo semestre dello scorso anno si attesta a +2,2% confermando le previsioni formulate durante la precedente edizione

dell’Osservatorio (che indicavano +2,7%).

Sul fronte previsionale, i giudizi sull’attività produttiva per la seconda metà del 2014 confermano l’andamento registrato per i primi sei mesi dell’anno e si attestano al +3,1%.

L’analisi della capacità produttiva mediamente impiegata dalle imprese del campione evidenzia un utilizzo del 74,2%, dato che si rivela in crescita di circa 3 punti percentuali rispetto al 71,1% registrato nella seconda metà del 2013.

Il contributo della produzione non realizzata internamente ma affidata a subfornitori

contribuisce per il 4% circa; le aziende del campione rivelano di rivolgersi prevalentemente a soggetti operanti entro i confini nazionali (3,3%) mentre residuale è la quota riguardante le aziende estere.

Nonostante la dinamica positiva riscontrata per i primi sei mesi dell’anno, resta ancora evidente la distanza che separa dal pieno recupero dei livelli pre-crisi.

Si rilevano differenze nei livelli di produzione a seconda della classe dimensionale

considerata. Per le imprese con oltre 50 occupati l’attività risulta più vivace e il dato relativo all’utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata si attesta a quota 80,3%; nel caso delle imprese più piccole, invece, il dato si attesta a quota 69,5%.

A livello settoriale l’analisi mostra un maggior utilizzo degli impianti per le imprese metalmeccaniche e tessili (oltre l’80,5%) mentre il dato per gli altri settori evidenzia un utilizzo inferiore (65,2%).

Le imprese lecchesi confermano questo scenario, anche se fanno rilevare variazioni leggermente più marcate con un +3,7% a livello tendenziale rispetto al corrispondente semestre 2013 e un + 5,7% a livello congiunturale.

Tuttavia, le previsioni per la seconda metà dell’anno risultano meno favorevoli con una indicazione di crescita del 1,3%. L’utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata si attesta al 76,1%, sostanzialmente in linea con quanto rilevato nella precedente edizione dell’Osservatorio.

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Come già evidenziato dal quadro d’insieme, le imprese di medie dimensioni (oltre 50 occupati) rivelano un maggior tasso di utilizzo (79,4%) rispetto alle aziende più piccole (73,5%).

Nel caso lecchese, il ricorso a pratiche di outsourcing produttivo, che risulta orientato prevalentemente ai soggetti italiani, contribuisce per circa il 7% della produzione totale realizzata.

EVOLUZIONE DEL FATTURATO

Sul versante del fatturato, le imprese dei due territori registrano dinamiche in linea con domanda e produzione con variazioni positive per entrambi gli orizzonti temporali considerati.

Il dato tendenziale si attesta a +3,4% mentre la congiuntura con dicembre 2013 si chiude al +1%. Le aspettative per il secondo semestre indicano fiducia nella prosecuzione della fase positiva e si attestano al 3,8%. La composizione geografica del fatturato mostra una elevata propensione all’export per le aziende del campione: oltre il 40% del fatturato realizzato nel primo semestre è infatti indirizzato al di fuori del mercato nazionale.

La principale area di destinazione oltre confine risulta l’Europa Occidentale (23% del fatturato totale); risultano inoltre rilevanti gli scambi con gli Stati Uniti (3,5%), i BRICS (3,2%) e l’Est Europa (3%).

L’esame dell’andamento delle vendite nel trimestre aprile-giugno evidenzia una maggiore intensità degli scambi rispetto a quanto registrato nel precedente osservatorio

(relativamente al periodo ottobre-dicembre 2013). Sul mercato domestico il 34% delle aziende ha comunicato crescita contro una quota del 20,1% indicante la diminuzione; nel caso dell’export, invece, oltre i due terzi dei giudizi (72%) hanno espresso aumento (32,4%) oppure stabilità (39,6%).

Gli indicatori relativi al fatturato delle aziende di Lecco esprimono variazioni positive confermando il quadro generale esaminato per entrambe le province. Il raffronto congiunturale risulta pari al 4,3% mentre la variazione tendenziale rispetto al primo semestre 2013 si attesta al 2,9%. Le previsioni per la seconda metà dell’anno risultano invece pari al 2,0%.

L’analisi della struttura geografica dei mercati serviti dalle aziende lecchesi conferma l’elevata propensione al’export che determina oltre il 40% del fatturato realizzato nel corso

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del I semestre 2014.

In accordo con quanto rilevato per il campione dei due territori, oltre un terzo delle imprese comunica un andamento del fatturato in crescita nel trimestre aprile-giugno, sia sul mercato domestico (34,1%), sia oltre confine (35,2%).

ANDAMENTO DEL CREDITO

Per le aziende di Lecco e di Como – ma per le aziende lecchesi non si registrano scostamenti significativi – permangono le difficoltà nel rapporto con gli istituti di credito.

Per oltre il 62% del campione le condizioni relative a spese e commissioni bancarie, garanzie e tassi di interesse non sono variate nei primi sei mesi dell’anno, mentre la situazione è migliorata per circa un’impresa su dieci. Un quarto del campione ha invece registrato un peggioramento in tal senso.

Per quanto riguarda la disponibilità ad espandere le linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove non si registrano particolari variazioni rispetto a fine 2013 e i giudizi di

peggioramento e miglioramento tendono a bilanciarsi.

LO SCENARIO OCCUPAZIONALE

La situazione occupazionale per le aziende dei due territori non risulta

particolarmente favorevole. Per circa il 70% delle imprese del campione i livelli occupazionali sono rimasti stabili rispetto a dicembre 2013. C’è da registrare tuttavia una prevalenza di giudizi di riduzione (19%) rispetto a quelli di aumento (11%). Nella

precedente edizione dell’indagine si era invece registrata una maggiore stabilità (per l’80%

del campione) ed un bilanciamento tra giudizi di crescita e diminuzione.

Giulio Sirtori – Confindustria

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Anche le previsioni per la seconda parte dell’anno sono maggiormente improntate alla riduzione, così come indicato da un’impresa su cinque. Permane una stabilità elevata (oltre il 67%) e una previsione di incremento che raggiunge il 12%.

“La situazione rilevata è analoga anche per le imprese di Lecco con elevati valori di stabilità – sottolinea il direttore di Confindustria Lecco, Giulio Sirtori – e giudizi di riduzione

superiori a quelli di crescita”.

“È poi anche necessario considerare l’andamento degli ammortizzatori sociali – continua Giulio Sirtori. Nei primi sei mesi dell’anno, tra alti e bassi, il numero di dipendenti coinvolti a zero ore nella Cassa Straordinaria è diminuito (-54%) rispetto a fine 2013. Risulta invece in aumento la quota di dipendenti coinvolti a zero ore nella Cassa Ordinaria che è cresciuta nei primi sei mesi del 2014 del 62%”.

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