Tommaso Fiani________________________________Considerazioni conclusive
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4. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
I risultati ottenuti nel presente elaborato di tesi hanno mostrato che se da una parte l’individuazione di batteri lattici produttori di batteriocine nel Boza ha dato esito negativo, dall’altra, le due batteriocine, già isolate dal Koumis e prodotte da
Enterococcus durans, hanno grande attività contro Lactobacillus bulgaricus 340, Listeria innocua, Lactobacillus brevis e contro il fungo Fusarium graminearum.
In particolare l’attività antifungina mostrata dalle due batteriocine è di notevole interesse in quanto Fusarium graminearum è un fungo responsabile della produzione di micotossine. Ulteriori studi in questa direzione potrebbero portare all’individuazione di un prodotto per la prevenzione alla produzione di queste sostanze potenzialmente cancerogene.
L’espressione eterologa delle due batteriocine (Enterocina I e ORF2P) ottenuta con l’ausilio del vettore sintetico pET-DP-LTP, in cellule competenti di
Escherichia coli BL21 ha permesso la sintesi separata delle due sostanze
proteiche, che non erano risultate separabili con metodiche quali la cromatografia a scambio cationico, la cromatografia a fase inversa e l’HPLC. Questo permetterà di produrre entrambe le batteriocine in quantità notevolmente superiore rispetto a quanto sarebbe possibile ottenere naturalmente con Enterococcus durans. Per verificare la quantità e la qualità delle batteriocine prodotte tramite Escherichia
coli BL 21 si dovrà procedere al taglio della proteina di fusione, separando la
batteriocina dalla tioredoxina. Una volta fatto ciò sarà quindi possibile testare con il metodo della diffusione in pozzetti la capacità antimicrobica delle due sostanze proteiche e analizzare le differenze rispetto al mix delle due, ottenibile dal surnatante di Enterococcus durans.
Qualora la quantità di batteriocine prodotte con tale metodo fosse interessante, sarà possibile procedere a test con lo scopo di verificare l’utilizzo di queste sostanze in ambito alimentare, utilizzandole come conservanti naturali come già accade per la nisina.