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N CAPITOLO 3 : MATERIALI E METODI

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 3 : MATERIALI E METODI

3.1 AREA DI STUDIO

Lo studio è stato effettuato sulle coste rocciose a sud di Livorno in località Calafuria (43°28’N, 10°20’E) (Figura 3.1.1). 10 30 20 50 5 LI V O R N O

N

Calafuria 5 km 10° 20’ 00’’ 4 3 ° 3 0 ’ 0 0 ’’

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Il fondale è caratterizzato da una piattaforma rocciosa che degrada dolcemente da 5 a 15 m., seguita da una parete verticale che arriva ad un fondale fangoso localizzato a circa 40 m. di profondità.

Questa parete verticale è caratterizzata da popolamenti di tipo coralligeno, costituito da blocchi di materiale organico concrezionato, originato principalmente da talli morti e viventi di alghe coralline incrostanti appartenenti soprattutto ai generi Mesophyllum spp. e

Lithophyllum spp. (Balata et al. 2007). Su questi blocchi si insedia un grande numero di specie algali e di invertebrati.

3.2 DISEGNO DI CAMPIONAMENTO

Sono state considerate due profondità: a circa 25 m. e 35 m.

Per ogni profondità sono stati individuati a random 2 siti distanti l’uno dall’altro alcune centinaia di metri (Figura 3.2.1).

In ogni sito sono stati prelevati 3 campioni di roccia su substrato orizzontale della superficie di 400 cm2., con martello e scalpello.

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PROF. PROF. 25 m. 35 m.

SITO 1 SITO 2 SITO 1 SITO 2

1 2 3 1 2 3 1 2 3 1 2 3 Figura 3.2.1 Rappresentazione schematica del disegno di campionamento.

Foto 3.2.2 Litorale roccioso a sud di Livorno, veduta satellitare.

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3.3 METODO DI CAMPIONAMENTO E STUDIO DEI CAMPIONI

I campionamenti sono stati effettuati in immersione autonoma con autorespiratore ad aria (A.R.A.) nel mese di Dicembre 2007.

I campioni raccolti sono stati conservati in una soluzione di acqua di mare e formalina al 4 % e portati in laboratorio dove le specie algali sono state osservate al microscopio per l’identificazione, quando possibile, fino al livello tassonomico di specie.

Sono state determinate le specie algali insediate sul concrezionamento costituito dalle alghe coralline incrostanti.

Per ogni specie osservata è stato valutato il ricoprimento che è stato ottenuto misurando la superficie occupata dalla proiezione verticale di ciascuna specie come percentuale dell’area campionata.

Quando questa superficie era minore dello 0.1 cm2 è stata considerata pari a 0.05% (Boudouresque, 1971).

E’ stata quindi compilata una lista delle specie osservate che sono state suddivise in tre strati vegetazionali: feltro, eretto ed incrostante.

Lo strato incrostante raggruppava le specie incrostanti non calcaree, in quanto il ricoprimento delle alghe coralline incrostanti era del 100% in tutti i campioni esaminati.

Per feltro si intende uno spesso e denso intreccio di piccole macroalghe che intrappolano il sedimento; la composizione di questo intreccio è estremamente variabile dal punto di vista morfologico, ecologico e sistematico (Airoldi et al. 2005).

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3.4 ANALISI DEI DATI

Un’analisi multivariata della varianza sulle permutazioni (PERMANOVA) è stata usata per testare l’ipotesi che i popolamenti studiati alle 2 profondità differivano tra loro (Anderson 2001).

E’ stato utilizzato l’ indice di similarità di Bray Curtis (Bray Curtis 1957) su dati non trasformati per calcolare la matrice delle distanze tra paia di campioni.

L’indice di similarità è di tipo quantitativo e consente di costruire una matrice triangolare delle varie stazioni per poter esprimere la similarità tra campioni.

L’analisi è consistita in un modello a due vie con fattore fisso Profondità (2 livelli) ed il fattore Sito (2 livelli) gerarchizzato nel fattore profondità.

Un nMDS a due dimensioni (non-metric Multi Dimensional Scaling) (G.Warwick, 1994) basato sulle misure di similarità di Bray-Curtis è stato usato per una rappresentazione grafica dei dati.

La concordanza tra la distanza delle stazioni nella matrice triangolare di similarità e il modello nMSD è esplicato da un coefficiente di stress, che tende a zero quando il grado di distorsione è minimo, se il coefficiente è superiore a 0,2 il modello non è valido.

Il SIMPER test (Clarke 1993) è stato usato per identificare le specie che contribuiscono maggiormente ai patterns osservati, ovvero le specie che sono state trovate soprattutto in un singolo gruppo o specie presenti nella maggior parte dei campioni presenti in quel gruppo (Dufrene et Legendre, 1997).

Il test di Cochran è stato usato prima di ogni analisi per valutare l’omogeneità della varianza sui dati non trasformati ( Underwood, 1997).

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Seguono alcune foto svolte durante l’attività di laboratorio (Foto 3.4.1,3.4.2,3.4.3,3.4.4):

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Foto 3.4.3 Peyssonnelia rubra (Greville) J.Agardh

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