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-Capitolo 1- Inquadramento territoriale

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-Capitolo 1-

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1.1 lnformazioni storiche

Il territorio di Lido di Camaiore è stato oggetto di radicali trasformazioni da parte dell'uomo, al fine di bonificare ampie zone paludose e proteggere le zone bonificate dall'avanzamento delle dune sabbiose litoranee.

Per questo motivo alcuni elementi introdotti dall'uomo nel corso dei secoli fanno parte del paesaggio rurale e naturale, così come si può rilevare da una analisi diacronica della cartografia.

Tra i documenti esaminati, raccolti in numerose pubblicazioni è da segnalare la tavola “In comune di Camaiore” del 1743, nella quale si evince come gli aspetti di naturalità e, più in generale, i caratteri ambientali siano predominanti rispetto a quelli insediativi e più in generale antropici, tant'è che la pianura è pressoché priva di insediamenti umani. Emergono infatti solo pochi edifici a carattere isolato, costituiti in genere da strutture precarie, come "baracche", o da limitate infrastrutture fortificate.

Le trasformazioni antropiche, in questo periodo, risultano dunque molto limitate. La mancanza di insediamenti stabili e il ricorrere con frequenza

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dei toponimi relativi al "pascolo", denota l' utilizzo ancora estensivo dei terreni "a secco" e l'assenza di aree destinate permanentemente alla pratica colturali.

L' intricata rete idrografica, in cui prevalgono ancora " scoli naturali ",

presenta anche un consistente numero di " fossi ": del Trebbiano, di Camaiore, del Secco, di Confine, ordinati e regimati con importanti opere di sistemazione idraulica, i toponimi indicano infatti la presenza di argini e briglie, a cui corrispondono le prime evidenti geometrie parcellari, che saranno elementi caratterizzanti dell' assetto ottocentesco.

Dall' 800 in poi si assiste all' espansione urbana del vecchio nucleo storico della città di Viareggio prima verso il mare e poi verso il Lido di Camaiore. Nella stesura del "Catasto Vecchio", la parte di territorio comunale meno popolata e per lo più caratterizzata da ambienti naturali o seminaturali, corrisponde a quella che oggi e caratterizzata da un' alta densità edilizia e costituisce la città balneare di Lido di Camaiore.

La cartografia della Marina del XIX secolo descrive con chiarezza alcuni importanti "segni antropici", in particolare modo i principali elementi del

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sistema viario che, già esistenti nei secoli precedenti, in quelli successivi diverranno la matrice dello sviluppo e della crescita urbana. In particolare, a partire dalla via Emilia (l' attuale Aurelia), movendosi in direzione est-ovest verso il mare, sono presenti due strade, localizzate entrambe in prossimità del confine con Viareggio: la via del Fortino e, all' altezza della "dogana del Secco", la via del Secco, che a monte della via Emilia prende il nome di via del Paduletto.

Come già rilevato nelle mappe settecentesche, i terreni risultavano occupati da un' estesa macchia di lecci, che nel corso dell' ottocento, viene progressivamente disboscata, in concomitanza con la bonifica dei suoli più umidi, al fine di favorirne lo sfruttamento agricolo in modo più intensivo e certamente più redditizio. I terreni soggetti a disboscamento, in fase, quindi, di progressiva trasformazione, vengono di norma "frazionati" in strisce rettangolari con il lato corto approssimativamente parallelo alla linea di costa; in modo da costituire una fitta trama di lotti che si ripete ininterrottamente e con omogeneità dal confine di Pietrasanta fino alla via del Paduletto.

Nelle prime planimetrie del XX secolo appare evidente come le trasformazioni si facciano più simili a quelle che tutt’ora vediamo.

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Suddividendo per fasce lo sviluppo e le caratteristiche della frazione potremmo prendere in considerazione, a partire dalla costa questo schema.

La prima fascia corrisponde alla zona dunale, dove si svendono le aree demaniali, come già avvenuto in Viareggio, operando con un disegno di impianto molto semplice costituito dal viale a mare, da una fascia di isolati da destinare ad alberghi e a villini. Gli isolati sono alternati da strade per l' accesso al mare e dalle attuali piazze Lemmetti, Matteotti, Principe Umberto e Castracani. Antistante l' area degli alberghi troviamo le attrezzature balneari le quali nascono come casottini privati in legno di modeste dimensioni. Con la crescita edilizia della frazione diventano sempre più forme organizzate a stabilimento balneare, con edifici abitativi e cabine non più isolate ma in successione con i relativi servizi. I terreni demaniali furono soggetti a vendita per pubblico incanto per la formazione degli arenili nel 1919. Lo spazio davanti le piazze non fu dato in concessione. Il disegno di impianto delle concessioni, tenendo conto di quello degli isolati, lasciava liberi gli spazi delle strade tra il viale Colombo

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e il viale Pistelli per mantenere libera la visione del mare. Nella parte di ponente, in mancanza di una retrostante urbanizzazione, il viale fu disegnato con una sezione di 12 metri e si ipotizzò l' apertura di tre strade, una ogni 300 metri. Lo spazio antistante l' arenile, attuale passeggiata di levante e zona a parcheggi a ponente, era concepita con una sistemazione a giardino pubblico. Durante il secondo conflitto mondiale quasi tutti gli stabilimenti furono smantellati, nella ricostruzione fu annessa alla superficie degli stessi quella striscia di tre metri che inizialmente li separava realizzando l' adiacenza tra uno stabilimento e l' altro.

La seconda fascia corrisponde alla zona pinetata, dove avvengono le prime lottizzazioni di iniziativa privata, promosse da proprietari terrieri locali o da società cooperative a prescindere da qualsiasi sorta di schema di impianto urbanistico.

La terza fascia corrisponde alla zona dei coltivi, aldilà della pineta e prima della via Emilia, dove hanno resistito un pò più a lungo le case coloniche prima di essere riassorbite nel sistema delle villette.

Negli anni ' 30 questa spinta ad uno sviluppo razionale comprensoriale giunge al punto più alto, poiché si arriva ad insediare un unico "ufficio tecnico" formato da ingegneri comunali di Viareggio, Camaiore, Pietrasanta e Forte dei Marmi, diretto da un urbanista esterno: Raffaele Brizzi.

In questi anni Lido di Camaiore viene interessato dalla programmazione territoriale che investe l'intera fascia della Versilia. Proprio in questo periodo è presente una forte attenzione da parte dell' amministrazione comunale di Camaiore alla pianificazione urbanistica della città litoranea, testimoniata da una grande produzione cartacea di piani regolatori, concorsi pubblici, progetti specifici, ma anche piani e lottizzazione di iniziativa privata. Dall' osservazione della documentazione cartografica e, come emerso dalla descrizione precedente, il territorio di Camaiore appare come fortemente caratterizzato dalle acque, nel loro corso naturale e nelle forme artificiali determinate dalla bonifica; le acque, i fiumi e i canali, con la loro disposizione nella pianura segnano il territorio ma anche

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i suoi insediamenti con il permanere dei toponimi ad esse connesse soprattutto nelle località in prossimità della costa.

Le trasformazioni e la crescita insediativa si sovrappongono al modello di riferimento della struttura territoriale storica, precedentemente descritta. In particolare, all' andamento delle acque si associa quella della viabilità, non solo per la rete di carattere minore e locale, ma anche per quella di valenza sovracomunale, in modo che il modello morfologico del sistema degli insediamenti rifletta la struttura delle "reti geografiche".

La lettura dell' attuale cartografia, la consultazione delle riprese aeree e la " Carta delle trasformazioni territoriali " danno, come informazione prioritaria e immediata, l' immagine di un territorio che ha subito, rispetto alla descrizione dell' assetto ottocentesco, importanti, ma soprattutto recenti e rapide trasformazioni. Al modello insediativo storico, costituito

Tavola 1.6 : Piano Regolatore di Lido di Camaiore del 1938. (Archivio storico comunale postunitario)

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esclusivamente da elementi a carattere puntuale, si è sovrapposto una crescita urbana a carattere lineare e dalle forme compatte ad alta densità, che ha coinvolto principalmente il territorio di pianura. Sulla linea di costa si attesta il fenomeno urbano più rilevante di tutto il territorio comunale: la città di Lido di Camaiore.

Lido di Camaiore, indipendentemente dalle sue specifiche caratteristiche tipologico - funzionali, mostra un denso tessuto edificato distribuito in isolati, organizzati secondo una griglia ortogonale, la sua continuità e compattezza è interrotta, soprattutto a nord da forme residue dell' ambiente originario. Benché l' urbanizzazione litoranea abbia condotto alla rottura degli spazi fisico - geografici preesistenti, restano oggi, come forme permanenti le pinete e le leccete, parte del cordone dunale (anche se in forma decisamente limitate) e poche aree umide. Le aree "relitte" così elencate sono gli elementi strutturanti e qualificanti il sistema degli spazi aperti della città contemporanea, come già venivano rappresentati nelle cartografie che Raffaello Brizzi elaborava per il piano del Lido negli anni trenta.

In particolare l' esperienza del Brizzi, consente di individuare nella lettura critica degli strumenti di pianificazione che hanno gestito lo sviluppo della città, elementi chiarificatori per la descrizione dei modi con cui si sono affermate le trasformazioni e la crescita urbana nel suo complesso. In rapporto alle scelte operate e al ruolo attribuito a alcuni elementi strutturali propri dei contesti urbani, come ad esempio il percorso storico dell' Aurelia o la passeggiata a mare, nel caso del Lido, anche le infrastrutture diventano elementi costitutivi nella lettura e comprensione di specifici assetti urbani. Secondo questo orientamento si conformano le previsioni del primo P.R.G. approvato; la lettura di quest' ultimo contribuisce a meglio comprendere le dinamiche insediative che hanno interessato le aree urbane e in particolare quelle del Lido.

Il Piano Regolatore Generale approvato nel 1975 prevedeva per il Lido tre poli di sviluppo:

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• Il vecchio nucleo di Lido, gravitante in direzione di Viareggio, soggetto a ristrutturazione al fine di realizzare un centro che comprendesse, su "piastre sopraelevate", uffici pubblici, negozi, bar, ristoranti e alberghi, connessi a mezzo di strada pedonale realizzata come tra le diverse piazze;

• Il centro alberghiero, previsto nel tratto di costa tra Lido e Pietrasanta, con la previsione di un complesso organico di attrezzature alberghiere, banche, agenzie di affari, negozi, ecc.;

• Il centro turistico, gravitante in direzione di Pietrasanta, comprendente uffici turistici, cinema, teatri, sali di ricezione, biblioteche, uffici pubblici, ecc., con il recupero di tutti gli spazi verdi esistenti.

Erano inoltre previsti, in corrispondenza dei tre diversi centri, altrettanti porti turistici per le imbarcazioni da diporto.

Il piano, dimensionato sulla previsione di una forte crescita demografica ed un rilevante incremento turistico, prevedeva quindi la realizzazione di nuovi interventi, attribuendo ad essi volumetrie considerevoli, la cui realizzazione era di norma soggetta a piano attuativo.

Come buona parte dei piani realizzati attorno agli anni '70, anche quello di Camaiore ha avuto una difficile e travagliata applicazione: una volta approvato, infatti, iniziò subito un lungo processo di revisione che ha visto realizzarsi nel corso degli anni numerose e consistenti varianti.

Il piano regolatore e la successiva variante generale del Lido, modificando in buona parte le originarie previsioni, indicano per la città, misure destinate ad accentuare e potenziare la sua vocazione turistica con il necessario adeguamento degli standard ed individuano inoltre nel percorso antico dell' Aurelia, un elemento di contenimento della città, mentre nel lungomare lo spazio urbano privilegiato e specializzato per il turismo.

L'Aurelia diventa dunque "il limite" della città balneare, al punto di condizionarne lo sviluppo, i caratteri urbani e l' entità delle trasformazioni: a valle della statale si individua la città per le vacanze, a monte si progetta un' area urbano, prevalentemente residenziale, che vedrà uno sviluppo

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meno ordinato e sistematico. L' Aurelia si configura, dunque, non già come matrice della città, secondo il ruolo spesso assunto dai percorsi storici di attraversamento, ma come inequivocabile elemento di cerniera tra due distinti settori urbani da cui orienta le trasformazioni e le direttrici di sviluppo. In questo modo il Secco si definisce come periferia della città balneare attraverso la localizzazione di funzioni che il centro non accoglie, con l' attribuzione di parametri e meccanismi edificatori differenziati.

In conclusione, il tipo di cambiamento avuto nel territorio di Camaiore e la forma in cui si è concretizzato è dovuto all' affermarsi, in un arco temporale breve, di forti pressioni demografiche e socio - economiche che hanno portato allo sviluppo turistico, alla domanda di alloggi, alla richiesta di aree produttive, nonché al passaggio da un' agricoltura tradizionale ad una con colture specializzate di tipo intensivo.

I diversi fattori che hanno impresso sul territorio i segni della trasformazione e del cambiamento, hanno creato evidenti differenze tra ambienti geograficamente differenti. Dove la velocità del cambiamento e il tipo di sollecitazione esercitata sono stati più forti, si sono avute le maggiori trasformazioni: è il caso dei territori della pianura e della costa; dove, invece, le spinte alla trasformazione sono state più deboli o semplicemente più lente, si sono avuti fenomeni meno evidenti ma diffusi. La lettura cartografica attuale sembra stabilire nella pianura una inequivocabile distanza rispetto alla carta ottocentesca: quella tra un territorio aperto tipicamente agricolo o naturale ed uno diffusamente urbanizzato in cui i segni del paesaggio storico persistono come elementi residui.

1.2 Il territorio di Lido di Camaiore

Il territorio di Lido di Camaiore si colloca in posizione centrale rispetto all' ambito sovracomunale della Versilia, costituendo la propaggine della città di Camaiore lungo la costa tirrenica. Essa si caratterizza per l' eccezionale e singolare coincidenza tra i confini amministrativi e l' unità geografica

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costituita dal bacino idrografico del suo principale corso d' acqua: il fiume di Camaiore.

La pianura bonificata, ovvero l' ampio territorio costiero aperto sul mare un tempo, umida e boscosa, di cui restano oggi importanti forme residue, è delimitata in direzione sud-ovest dall' asta artificiale del fiume di Camaiore e dalla fossa dell' Abate e in direzione sud-est dai canali dell' Arginvecchio e del Baccatoio. Essa trova la sua organizzazione storica nella geometria delle bonifiche, nelle corrispondenti reti di scolo a cui corrisponde l' uniforme trama dei poderi e del paesaggio agrario ad essi connesso.

Sulla costa, la regolare tessitura fondiaria, assume forme e geometrie diverse, secondo l' organizzazione infrastrutturale e il reticolo idrografico prodotto dalle bonifiche. La rete viaria, inoltre, presenta un' articolazione funzionale e distributiva che può essere schematizzata nella netta distinzione tra la viabilità minuta, di tipo locale, e la viabilità di grande collegamento di interesse territoriale (come, ad esempio, l' attuale via S.S. Aurelia Nord n.1).

Qui, in una prima fase, si è seguito il modello della scacchiera. In coincidenza con l' allargamento dell' area urbana, la struttura a maglia regolare e ad isolato si è prima sfumata e poi è scomparsa oltre l' Aurelia a favore di una più diffusa urbanizzazione, con le tipologie tradizionali

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sostituite da tipi edilizi più disparati ed estranei al contesto urbanistico - edlilizio locale. Inoltre si è in parte perso l' equilibrio tra pieni e vuoti con una densificazione dell' esistente. Lido di Camaiore si presenta attualmente come centro specializzato per il turismo balneare, con i tipici caratteri urbani di primo novecento, in cui emerge come centralità urbana la passeggiata a mare.

Le aree urbane costiere, oggi densamente popolate, hanno progressivamente occupato e alterato l' originario assetto fisico, riducendo la consistenza del paesaggio e dell' ambiente preesistente a limitati episodi, che permangono come forme residue (per lo più limitate alle leccete ed aree verdi adiacenti all' asse "dorsale" di viale Kennedy).

Grazie alla favorevole posizione geografica in cui sorge, affacciata sul mar Tirreno e ai piedi di massicci rocciosi che si elevano oltre 1.000 ∼ 1.500 metri, caratterizzati dal colore chiaro delle pareti calcaree e ai piedi dei quali si snodano verdi rilievi collinari che degradano verso di essa, Lido offre affascinanti scorci paesaggistici caratterizzati da contrasti decisi e racchiusi in pochi chilometri di territorio.

Nel medesimo contesto lo sguardo passa dalla contemplazione della costa sabbiosa sullo sfondo azzurro d' orizzonte, alle cime arroccate delle Alpi Apuane, appena volgendosi in direzione opposta, godendo così di un particolare e raro fascino paesaggistico.

Grazie alla posizione strategica centrale che assume all' interno dello scenario del comprensorio versiliese e alla vicinanza con le attività e la realtà dell' entroterra apuano, il Lido diviene un punto strategico per godere ed usufruire a pieno delle risorse paesaggistiche e dei numerosi servizi che il sito e il contesto circostante offrono. Quale aspetto conseguente, è innegabile che il settore turistico rappresenti la principale risorsa economica per la città e per l' intero ambito comunale.

Oggi Lido non è soltanto una rinomata ed apprezzata meta balneare, da sempre riconosciuta per l' ampia spiaggia che si adagia dolcemente sul mare, pronta ad ospitare numerosi turisti durante la stagione estiva, ma è anche città che offre numerose attrezzature ricettive tra le più varie

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(alberghi e pensioni soprattutto, ma anche ville, residence e campeggi), nonché strutture e servizi ad esse connesse.

Oltre a queste caratteristiche proprie della città è possibile da qui raggiungere, in poco tempo, due grandi centri turistici e balneari della Versilia, quali Viareggio e Forte dei Marmi, distanti appena pochi chilometri. Oppure dirigersi verso l' entroterra, visitare i numerosi e caratteristici borghi storici (interni al comune di Camaiore o appartenenti ai comuni limitrofi) o intraprendere itinerari paesaggistici lungo i versanti delle montagne Apuane (con la possibilità di visitare scenari unici come quelli offerti, ad esempio, dalla Grotta del Vento o dall' Antro del Corchia). Dunque, grazie alla sua posizione geografica, e possibile passare in pochi minuti dallo scenario marino a quello collinare e montano.

Insomma tutte queste caratteristiche creano i presupposti per attribuire a Lido di Camaiore un' immagine di primo piano non solo all' interno della Versilia, ma anche a livello nazionale.

Il carattere tipicamente turistico della zona è riscontrabile nel confronto numerico tra la popolazione presente durante l’anno e quella che affolla il territorio nel periodo estivo. Differenze che danno alla città del Lido in particolare, rispetto alle altre realtà versiliesi, un duplice aspetto di città viva e vitale nel periodo estivo, e anonima nel periodo invernale.

1.3 La viabilità

L’analisi del tessuto viario, per la particolare configurazione del territorio versiliese, deve essere condotta su larga scala in modo da poter fornire la base per l’evolversi di progetti di sviluppo territoriali non fini a se stessi ma ben inseriti nel territorio e soprattutto capaci di limitare le problematiche legate al traffico di attraversamento rapido tra i vari centri del litorale.

Partendo dalla viabilità autostradale ci accorgiamo come il territorio risulti "solcato", in direzione nord-sud, dall' autostrada Genova Rosignano (A12), parallela al litorale e distante circa 2,5 chilometri dalla costa, mentre in direzione est-ovest dall' autostrada Viareggio - Lucca (Bretella), che si

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immette nella precedente con lo svincolo di Viareggio. Le due arterie servono l' area di Lido attraverso le uscite di Versilia (tra Forte dei Marmi e Pietrasanta) e Viareggio. Oltre a queste, un' altra viabilità autostradale, la Firenze - mare, collega l' interno con il litorale attraverso l' uscita in località Migliarino (Pisa).

Per quanto riguarda la viabilità statale basterà osservare una cartografia territoriale a scala intercomunale per comprendere come il tratto di Aurelia che attraversa il Lido, divenga una sorta di imbuto ove sono indirizzate le correnti di traffico di scorrimento veloci provenienti da Pietrasanta e da Viareggio. Ad aggravare questa situazione contribuisce la localizzazione geografica del tracciato della viabilità Aurelia: la quale, proprio in corrispondenza della città del Lido, si "abbassa" rispetto al litorale, correndo parallelamente alla costa ad una distanza da essa di circa 1 chilometro. In virtù di ciò, oltre alla funzione di scorrimento del traffico di grande percorrenza, già di per se assai pesante, l’Aurelia deve anche rifornire la città balneare, con le connesse esigenze residenziali, delle numerose attività commerciali, di strutture e attrezzature ricettive e turistiche presenti.

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L’impegno recente nella costruzione di efficienti rotatorie ha permesso di diminuire in parte il problema anche se proprio per il fatto di non avere come le vicine Pietrasanta e Viareggio, strade di supporto alternative rende il problema comunque vivo e finisce col venir condiviso con viale Colombo generando così ulteriori problemi di fruibilità e di condizione ambientale del litorale che inevitabilmente aumentano nel periodo estivo. Oltre il tracciato dell' Aurelia, verso la costa, un tracciato regolare a maglie ortogonali caratterizza il traffico interno alla città balneare, costituito da assi trasversali e paralleli alla costa.

I principali collegamenti mare - monti interni la fascia costiera sono rappresentati, da sud a nord, da via del Fortino, via Vittorio Emanuele, via Gasperini, via Carducci, via Italica, via del Secco, via Alfieri e viale Kennedy; mentre la viabilità parallela alla costa è, come detto costituita dai viali Colombo e Pistelli (viali a mare) e dalle strade minori di via Trieste e via Roma.

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1.4 Confini territoriali

Forte dei Marmi

Forte dei Marmi raggiunge il suo massimo splendore attorni agli anni '30. La sua evoluzione, come quella del Lido di Camaiore e Marina di Pietrasanta appare strettamente legata alla spinta data verso il turismo da Viareggio, a conferma dell' omogeneità del turismo versiliese, dell' unità

del suo destino, delle complesse interrelazioni che lo caratterizzano. Il Forte è nato da un minuscolo inizio: poche case che interrompevano la

lunga distesa di dune, in mezzo alle boscaglie, allo sbocco della via che portava i blocchi di marmo al mare. Intorno, come dovunque, la malaria. Il Forte era parte del comune di Pietrasanta fino al 1914, poi raggiunse la propria autonomia sviluppandosi attorno al fortilizio costiero a cui deve il nome .

Il Forte cresce grazie alla lavorazione del marmo. Vi giungono, sulla spiaggia, i lenti cortei dei carri trainati dai buoi lungo la via che dalle Alpi scende attraverso Seravezza, e solca la pianura. Ma ben presto il Forte viene riscoperto come angolo della Versilia, risanato anch' esso, tra i più belli e sereni dell’intera penisola.

Quindi nel quadro della divisione dei ruoli nella costruzione della Versilia turistica: il Forte è il luogo ben presto preferito dagli artisti e dai personaggi illustri della storia. Allo stesso tempo assume la caratteristica della

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villeggiatura residenziale nelle ville. Forte dei Marmi fu, ed è ancora oggi almeno in parte, la villeggiatura nelle ville che crebbero sempre più fino alla nascita di "Roma Imperiale", e della villeggiatura elegante. Questa attitudine si conserva intatta offrendo un turismo di qualità, se non di lusso, con l' assoluta prevalenza di strutture albeghiere riservate ai più abbienti (di classe 4 o 5 stelle), ed attività commerciali egualmente qualificate.

Pietrasanta

La sua evoluzione, come quella di Lido di Camaiore e Forte dei Marmi, appare strettamente legata all' impulso scaturito dall' esperienza e fama raggiunta da Viareggio durante i primi anni del '900. Ciò induce anche qui, così come per gli altri comuni del litorale, ad orientarsi verso il turismo, ma ad un turismo differente da Lido e Viareggio stessa. Proteso ad offrire maggior contatto con il paesaggio naturale e facendo della città, il luogo di coloro che amano la tranquillità e gli spazi meno affollati. Non a caso preferita e abitata da molti artisti e poeti ai quali sono dedicati ampi spazi nelle numerose rassegne teatrali ed espositive, che a partire dal salotto della Versiliana trovano poi la loro naturale continuazione nei circoli artistici del capoluogo.

Oggi, alla pari di Forte dei Marmi, Pietrasanta conserva la sua tradizione di meta più riservata, rinunciando ad essere luogo di turismo di massa, ed offrendo strutture e servizi di qualità.

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Viareggio

Il territorio del comune di Viareggio rappresenta, secondo alcuni, il limite Sud più chiaro del litorale versiliese: corrispondendo ai parametri di riconoscibilità attribuiti storicamente al territorio della Versilia. Viareggio non è a fatto il limite inferiore di uno sviluppo che ha il suo "cuore pulsante” più al centro, al contrario, ne rappresenta semmai la vena storica ispiratrice, è tutt'oggi conserva un ruolo di primo piano nel quadro dell' intera costa versiliese. Tra le prime città in Italia ha proporre quello stile che farà della Versilia metà ambità e desiderata, Viareggio offre la sua immagine fatta del vivere all' aria aperta, in libertà, sin dai primi anni dell' 800. La crescita della città prosegui per tutto il secolo, nascerono ville, alberghi e negozi per accogliere personalità illustri mondane.

Nel 900, Viareggio è città al pieno del suo sviluppo, suscitando influenze decisive per la crescita degli altri comuni del litorale. Viareggio appare quale città dell' aristocrazia e della mondanità. Dagli anni '20 e definitivamente con il dopo guerra, comincia un' altra storia: si passa ad un lungo processo di sviluppo ricco di iniziative locali, più razionale ma, alla stesso tempo, legato a logiche economiche. Dalle ristrette élites aristocratiche, ora prevale la borghesia: la società diviene una società di massa. Entrano sulle scene le grandi masse dei cittadini di ogni ceto sociale. Anche il turismo diventa si allinea a questa situazione, e Viareggio riesce a modellarsi di conseguenza. Oggi Viareggio offre un turismo più commerciale, ricco di strutture di accoglienza turistica alberghiera e, soprattutto, extra-alberghiera (si pensi ad esempio ai campeggi nella zona a sud della città); con strutture e servizi diffusi, alla portata di giovani e meno giovani (cinema, teatri, piscina, impianti sportivi, locali di intrattenimento, ecc.) in grado di attrarre ogni fine settimana numerosi turisti e visitatori, per tutto il periodo dell' anno. Capace, per la sua duttilità, di respingere la crisi del settore che ha interessato gli ultimi anni appena trascorsi, Viareggio si può considerare non solo l' asse portante del turismo costiero, ma anche il nucleo storico della città litoranea versiliese per aver caratterizzato, grazie al suo modello di sviluppo, il modello in

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miniatura della intera costa. La città del lungomare si sviluppa di conseguenza su tutti e quattro i comuni lucchesi affacciati sul mare, come ideale unicum che trova in Viareggio il suo seme iniziale.

Parlando di Viareggio non possiamo quindi non soffermarci sull’importanza della sua passeggiata a mare.

Inaugurata nel 1902 costituiva un "viale a mare fiancheggiato da numerosi chalets in legno: ingressi degli stabilimenti balneari in cui i carpentieri della Darsena esternarono la loro fantasia, con ornamenti fantasiosi: fregi geometrici, decorazioni ingenue, polene di navi. Il materiale ligneo facilmente deteriorabile dava a questa architettura l' aspetto dell' effimero. Occorreva una continua manutenzione e da ciò derivava un effetto imprevisto di varietà nel tempo. Nel 1917 un grande incendio distrusse tutto. Rimase soltanto miracolosamente salvo lo chalet Martini. Dagli anni '30 fu avviata la ricostruzione della Passeggiata: che non fu più di strutture in legno ma in muratura; fu più ambiziosa senza divenire monotona, anzi divenne, come in altre città europee, ricca di echi orientali e di esempi modernisti e razionalisti come un viaggio in terre lontane.

Nel secondo dopoguerra, il "teatro" della società balneare che si esibiva sul lungomare viareggino e che ha dato fama alla Passeggiata, si è ora in parte spostato lungo l' asse litorale, tuttavia il fascino, l’allegria del suo Carnevale, rendono tuttora questo luogo meta di interesse per migliaia di turisti affascinati.

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1.5 Il Clima

La climatologia locale del sito in esame è stata definita tramite i parametri di:

1. Velocità e direzione del vento 2. Temperatura

3. Radiazione solare 4. Precipitazioni 5. Umidità

I dati che verranno riportati sono i valori misurati, a terra, dalle centraline della rete di rilevamento dell'ARSIA pubblicati sul “Rapporto dello stato dell'Ambiente della Provincia di Lucca” del 1999.

Velocità e direzione del vento

Per la valutazione del regime anemologico sono stati presi in considerazione le tipologie di dati a disposizione relativi, come ovvio, alla stazione di Lido di Camaiore.

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Come si può osservare, i valori di velocità del vento rilevati sono in media modesti (classe di velocità del vento 2: 0,3-1,5 m/s). I valori massimi si registrano nei mesi di marzo e aprile.

Temperatura

Per la caratterizzazione del regime termico si riportano i dati relativi al Rapporto dell’ARSIA prima citato, che danno informazioni sia sui valori massimi e minimi registrati sia per le variazioni stagionali di tali parametri.

Dai dati si osserva che la il valore massimo della temperatura media è 23,9°C, corrispondente alla temperatura del mese di Agosto. I valori minimi sono stati rilevati nei mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio.

Radiazione solare

Il parametro della radiazione solare assume particolare importanza in sede progettuale soprattutto in una zona marina come quella di Lido di Camaiore. Dalle tabelle avremo:

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Regime pluviometrico

I mesi di Ottobre e Novembre in tutte le stazioni sono mediamente quelli più piovosi, e anche i massimi eventi di pioggia si registrano per lo più in questi due mesi. Per quanto riguarda la centralina di Lido di Camaiore le precipitazioni più abbondanti si verificano nei mesi da Settembre a Novembre mentre le piovosità minime si riscontrano nel mese di Luglio.

Umidità

Per quanto riguarda i dati di umidità si è preferito riferirsi ai dati registrati dalla stazione di Pisa S. Giusto. Nella tabella sottostante vengono riportati gli accoppiamenti temperatura e umidità relativa, con la distribuzione delle frequenze annuali tra il1951 ed il 1991.

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Dall'elaborazione dei dati emerge che i massimi picchi di frequenza si hanno nella fascia compresa tra i valori di temperatura variabili tra 5 e 20°C e per valori di umidità variabili fra 81 e 100 con il valore massimo pari a 77,25‰ (10,1-15°C; 91-100%).

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