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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.35 (1908) n.1784, 12 luglio

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno XXXV Voi. XXXIX Firenze, 12 Luglio 1908 N. 1784

SOMMARIO: La questione universitaria — Sugli effetti delle riforme postali — Il movimento del

com-mercio e della navigazione in provincia di Bari — Le Casse dì Risparmio in Italia (Città di Castello) ~ IH VISTA BIBLIOGRAFICA: Filadelfo Insolera, Le indennità per infortunio e le corrispondenti rendite vitalizie - Prof. Giuseppe Prato, Rassegne statistiche ed economiche - Alberto Geisser, 11 problema delle abitazioni popolari nei riguardi finanziari e sociali (Conferenze! - Ewald Horn, Das hohere Schulxesen der Staaten Europas Jean Lagorgette, Le fondement du droit et de la morale -Dr. W. Bremer, Nahrwert und Geldwert unsere Nahrung - Yves Guyot, La question de l'or - -Dr. Georg Spenkuch, Zar Geschichte der Mttnch.mer Borse - RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA: 1 valori di Borsa delle azioni di Banche e Società italiane al 30 giugno 1908 - Una statistica degli impianti e condutture elettriche in Italia - Il Congresso internazionale sulle assicurazioni sociali a Roma - Il mo-vimento commerciale di Messina e Catania - Lo sviluppo commerciale ed economico del porto e della città di Marsiglia - Le statistiche dei lavori parlamentari della Camera italiana dal 1 dicembre 1904 al 30 giugno 1908 — RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE: Il commercio fra l'Italia e la Francia — 11 commercio della Germania — 11 regolamento pel riposo settimanale nelle industrie — La marina mercantile italiana alla fine del 1907 — Pel riordinamento delle Camere di Commercio — Le società edilizie e Società di prestiti in Inghilterra —Camere di commercio — Mercato mone-tario e Rivista delie Borse — Società industriali e commerciali — Notizie commerciali.

La questione uiéersitaria

E' sembrato ad alcuni inaspettata la rejezione del progetto di legge sull'aumento degli stipendi ai professori delle Università; ma è a credere che quel risultato risponda invece alla coscienza del paege, che non ha dimenticato il recente pas-sato durante il quale in tanti modi si dimostrava necessaria ed urgente una riforma degli studi superiori, in quanto il loro ordinamento non ri-spondeva più ai bisogni dei tempi ed ostacolava lo sviluppo della cultura nazionale.

Fu per questo generale convincimento che vennero presentati al Parlamento diversi progetti di legge che tentavano una riforma più o meno radicale, ma che. per varie ragioni, non ebbero seguito, e le Università continuarono a vivere sotto un regime che si era cercato di dimostrare con tanta insistenza, incapace di dare buoni ri-sultati.

Era quindi naturale, noi crediamo, che non dovesse essere accolta una proposta la quale si limitava, salvo alcune poche ed insignificanti proposte, ad aumentare le rimunerazioni agli in-segnanti senza provvedere a quelle radicali ri-forme che potevano mettere gli insegnanti stessi in grado di dare al paese il massimo rendimento della loro attività.

Se le Università, così come sono ordinate, vanno male e non danno quei risultati che si potrebbero o dovrebbero attendere, è logico au-mentarne la spesa prima di riformarle?

Ed il ragionamento da molti còsi formulato e senza dubbio logico, perchè qui non si tratta di impiegati inferiori che abbiano un minimo di stipendio divenuto per le necessità moderne in sufficiente alla vita; i professori delle Università possono dire di essere mal pagati in ragione del loro grado, del loro merito, ma non possono dire

di avere una retribuzione per la stessa insufficie11" te. E poiché vi sono tanti motivi per non essere sodisfatti del modo con cui procedono questi isti-tuti, esulava la necessità e la urgenza di prov-vedimenti a favore degli insegnanti, senza prima o contemporaneamente provvedere al riordina-mento degli istituti stessi.

Da questo lato quindi, crediamo non solo che sia spiegabile il voto contrario del Parla-mento, ma che esso sia anche logico. Tanto è vero che già il Ministro della Pubblica Istru-zione lascia dire dai giornali officiosi che alla ri-presa dei lavori parlamentari presenterà un di-segno di legge completo che comprenderà cioè la riforma degli studi superiori ed il miglioramento delle retribuzioni agli insegnanti.

Ma una riforma degli studi superiori è pos-sibile nello stato attuale delle cose ? Si è saputo in tutto questo tempo infiltrare nel paese una coscienza sulle linee generali che dovrebbe se-guire una tale riforma? Gli stessi insegnanti delle Università, che dovrebbero essere tra i più competenti ad indicare ciò che occorre ed a giu-dicare delle necessità didattiche dell'insegnamento superiore, hanno mai saputo nei loro Congressi trovarsi, non diremo unanimi sopra qualche punto, ma in grado di far prevalere qualche concetto informatore della riforma ?

Purtroppo la risposta è negativa; uno stu-dio severo ed obiettivo diretto a cercare il modo di modernizzare queste istituzioni, che vivono troppo delle tradizioni di un tempo ormai sover-chiamente lontano, non è stato fatto che da qual-che solitario e quindi con vedute unilaterali. E non vediamo la possibilità che nè un Ministro tolto dalle file degli insegnanti, nè uno che sia estraneo all'insegnamento possano essere in grado di condurre in porto una riforma, la quale prima di tutto dovrebbe essere emanazione dello studio collettivo degli insegnanti stessi.

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che qui è inutile di disseppellire, non hanno avuto quel successo di serietà che sarebbe stato desi-derabile per tentare uno studio efficace e conclu-dente. Non è quindi il caso di riconvocare nu altro Congresso, che si occupi della poderosa que-stione.

Ma piuttosto ci domandiamo se non sarebbe utile mia associazione tra gli insegnanti col solo scopo di studiare le linee generali di una riforma degli studi superiori. Di una simile associazione si potrebbe fare un Comitato di studi composto di un insegnante per ogni facoltà, ed al Comi-tato potrebbero essere indicati i punti principali da studiare e concretare, senza formulare dise-gni di legge, senza entrare in minuti particolari, ma soltanto definire alcune questioni : come la autonomia universitaria, la distinzione in mate-rie fondamentali e complementari di insegna-mente., la libera docenza, il concorso degli inse-gnamenti, la creazione di un direttore della fa-coltà ecc. ecc.

A noi pare però che sia urgente tale studio giacché temiamo assai che ridotte le cose al punto in cui sono oggi, se il Ministro presenta accu-mulate le disposizioni con il miglioramento degli stipendi ed anche quello della riforma degli studi, questa possa essere pregiudicata da quello, nel senso che per conseguire il miglioramento finan-ziario si sorpassi sull'indole delle riforme sostanziali degli studi.

Certo sarà bene che gli insegnanti non si mostrino cosi propensi a deliberazioni irose e poco ponderate, le quali non servono certo ad accre-scere quella considerazione a cui sembra ten-gano tanto e della quale non vi è dubbio sono anche meritevoli.

Suoli effetti della riforma postale

Nell'esercizio 1905-1906 andò in vigore quella timida riforma postale che portò la af-francazione delle lettere ordinarie per l'interno da 20 a 15 centesimi, e quando venne discussa quella riforma, non pochi temevano che l'erario dovesse perdere delle sue entrate. Fu anzi per questo che il Governo, onde vincere tali timori, pensò di accompagnare la riduzione della tassa sulle lettere con un aumento di tassa sui bi-glietti da visita e sulle cartoline illustrate.

E ' opportuno vedere quali sieno stati gli effetti della riforma. La relazione dell'on. R u -bini sulla legge di assestamento del bilancio, ci offre gli elementi di nove semestri di cui cin-que posteriori alla riforma ; quindi è possibile formarsi un concetto dei risultati.

Limitiamoci ad esaminare il numero e l'im-porto dei francobolli da 15 e da 20 venduti prima e dopo la riforma.

frane, da 15 frane, da : (in milioni). 1903-904 1° semestre, n° 49.3 — » 2° » » 47.5 — 1904-905 1» » » 50.9 — » 2° » » 48.0 — 1905-906 1° » » 17.6 46.2 » 2» » » 2.9 60.4 1906-907 1° » » 3.1 68.3 » 2° » » 2.9 65.1 1907-908 1° » » 3.0 72.6

Dunque gli importi dei francobolli nei quattro semestri precedenti alla riforma furono:

1903 904 1° semestre L. 9.8 milioni

» 2° » » 9.5 »

1904-905 1° » » 10.1 »

» 2° » » 9.6 »

Dopo la riforma si ebbe invece in milioni da 0.20 da 0.15 totale 1905-906 L° semestre 3.5 6.9 10.4 » 2° » 0.5 9.0 9.5 1906 907 1" » 0.6 10.2 10.8 » 2° » 0.5 9.7 10.2 1907-908 1" » 0.6 10.5 11.6 Ecco pertanto la prova che, senza contare gli effetti dell'aumento di tariffa per i biglietti da visita e le cartoline, in soli due anni e mezzo il ricavato della vendita dei francobolli da 0.15 supera il massimo del prodotto dei francobolli da 0.20 nei due anni precedenti.

L'erario quindi, che nei quattro semestri degli esercizi 1903-904 e 1904-905 aveva riscosso in media 9.8 milioni per semestre dai francobolli da 0.20, nei cinque semestri successivi riscosse

in media per ciascun semestre milioni 10.5 sulla vendita dei francobolli da 0.20 e da 0.15.

La relazione quindi ha dimostrato che, seb-bene l'Italia non sia paese di grandi risorse, pure può aumentare i propri consumi quando ne venga diminuito il prezzo; e che il Governo dovrebbe esser meno timido Dell'operare riduzioni sia pure prudenti, giacché è evidente che una parte dei consumi sono impediti dall' esplicarsi soltanto per l'altezza del prezzo delle cose o dei servizi e quindi la domanda rimane in parte latente.

Quante riduzioni di aliquote non si potreb-bero fare con vantaggio dell'erario se vi fossero uffici che studiassero e Ministri che avessero della buona volontà !

Venendo all' altra parte della riforma, quella che aumenta la tassa sui biglietti da visita e sulle cartoline illustrate; si deve trovare un no-tevole spostamento nella vendita dei francobolli da 0.02 e da 0.05 centesimi.

Infatti nello stesso periodo che abbiamo sopra osservato, troviamo che i francobolli da 0.02 e da 0.05 diedero le seguenti vendite in milioni : da 0.02 da 0.05 1903-904 1° semestre n° 148.2 39.3 » 2° » 1904-905 1° » » 2» » 1905-906 1» » » 2° 1906-907 1° » » 2° » 1907-908 1° »

E' avvenuto quindi, come del resto era na-turale, uno spostamento tra i due francobolli, diminuì lo spaccio di quelli da 0,02 ed aumentò la vendita di quelli da 0.05.

Tradotte in valore queste cifre dimostrano che questo aumento fu profittevole all' erario, senza che vi fosse bisogno di reintegrare nes-suna perdita perchè, come abbiamo già visto, la riduzione della francatura delle lettere ordi-narie non ha portato nessuna perdita all'erario,

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tranne che una lievissima nel primo anno dèlia sua attuazione.

Ecco infatti il prospetto della vendita dei francobolli da 0.02 e da 0.05 (in milioni) :

da 0.02 da 0.05 totale 19: (3-904 1" semestre 2.9 1.9 4.8 2° » 2.5 2.0 4.5 1904-905 1" » 3.2 2.0 5.2 2° » 2.5 2.1 4.6 19J5-906 1" » 1.6 4.2 5.8 2" » 1.0 4.5 5.5 1906-907 1" » 1.1 5.6 6.7 » 2" » 1.0 4.8 5.8 1908 1° » 1.1 6.1 7.5

Non occorre rilevare, poiché le cifre parlauo da sè stesse, che questa parte della riforma, ha portato un aggravio ai contribuenti che non era affatto necessario : e non ha nemmeno ottenuto questo aumento di tassa, lo scopo indiretto che si diceva volesse raggiungere l'Amministrazione postale, quello di ridurre il numero delle carto-line illustrate, che sono di così grande ingombro e di così scarsa utilità e rappresentano più un omaggio alla moda che non sia un vero e pro-prio mezzo di corrispondenza.

Il movimenta del commercio e della navigazione

in provincia di Bari

La Camera di Commercio di Bari pubblica ogni anno i dati relativi al movimento del com-mercio e della navigazione della provincia.

Il volume pubblicato pel 1906 è interessante e contiene copia di dati importanti e numerosi : ond' è che vogliamo pubblicarne qualcuno.

E cominciamo dal commercio estero. Dall'esame delle statistiche rilevasi una sta-zionarietà di rapporti coi paesi stranieri, che dal-l'aspetto numerico e nominativo di essi, è degna di rilievo.

Per quanto riguarda la zona di mercati extra europei, la Provincia ha rapporti con 1' Algeria, l'Egitto, l'Eritrea, la Tripolitania, la Tunisia in Africa ; con la Repubblica Argentina, il Brasile e l'Uruguay nell'America Meridionale ; con gli Stati Uniti nell'America del Nord; con la Tur-chia, il Giappone, le Indie nel continente asia-tico. Circa l'Europa, si può dire che ha scambi con quasi tutti gli altri Stati, imperocché com-mercia con 1' Austria-Ungheria, il Belgio, la Danimarca, la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, la Grecia, Malta, il Montenegro. 1' fi-landa, il Portogallo, la Romania, la Russia, la Serbia, la Spagna, la Svezia, la Norvegia, la Svizzera e la Turchia.

Abbiamo — aggiunge la Relazione — detto stazionarietà di rapporti, e così è : infatti se possiamo aggiungere il Giappone, Malta, la Ser-bia, alla lista dei nostri sbocchi commerciali, dob-biamo, d'altro canto, notare il fatto che il no-stro commercio, in quest' anno, si ritira comple-tamente dai seguenti mercati: Canadà, Marocco, Cina e Persia.

Se però, dal punto di vista delle vie e dei mercati, il commercio estero barese presenta la stazionarietà ora indicata, esso è invece molto movimentato dal punto di vista quantitativo.

Infatti se nel 1904 la curva statistica della importazione ed esportazione da e per l'estero, la quale uell' anuo 190i> aveva toccato le cifre ri-spettivamente di L. 24.179.249 e L. 34.567.641, accennava a discendere; quest'anno è con soddi-sfazione da constatare che il limite massimo di detta curva è stato felicemente sorpassato. Leg-giamo, infatti, le cifre: l'importazione nel 1905 saliva a L. 24.693.020 mentre 1' esportazione segnava la cifra di L. 38.144.258; e nel 1906 la prima toccava la cifra di L. 31.403.488, e la seconda arrivava financo a L . 39.833.699.

Piò sensibile si presenta il fenomeno se lo si mette a contatto con ciò che avviene nel re-gno, il che si può fare raffrontando il movi-mento del commercio estero del regno con quello della provincia nel periodo dal 1888 al 1906, e tenendo distinte la importazione dalla esporta-zioue.

• Ecco ora quale fu l'opera della Camera ba-rese circa i piò importanti servizi pubblici.

Iniziatasi la politica del riscatto ferroviario, corse subito la voce che la rete delle S. F. Me-ridionali non sarebbe stata riscattata, e che quindi, mentre la parte maggiore delta rete ita-liana sarebbe stata esercitata dallo Stato, un'altra, e precisamente quella che riguarda ed interessa le provincie pugliesi, doveva rimanere gestita da una società privata. La nostra Camera, visto il pericolo di una tale situazione iniziò e promosse una forte agitazione, la quale poi dette dei buoni risultati.

Fece rilevare la strana condizione di cose per cui i paesi meridionali, che si erano espressi in maggioranza in senso favorevole all'esercizio di Stato avrebbero dovuto rimanere assogettati invece ad un servizio privato, mentre quelli che si mostrarono, piuttosto favorevoli all' esercizio privato, venivano ad usufruire di quello di Stato. Di piò dimostrò come queste contrade in tutte le loro aspirazioni in materia di trasporti ferro-viari, trovarono la società sempre oppositrice, e che quel poco che avevano ottenuto lo dovevano solo ad un sacrificio da parte dello Stato.

Aderì, quindi, all' agitazione promossa dalla Consorella di Venezia contro il sistema, che do-veva andare in vigore, il quale spezzava in due, creando un dualismo particolare, il servizio fer-roviario per tutta la zona adriatica, la cui unità d'interessi è stata sempre caldamente sostenuta; ed inviò infine una circolare agli on. Senatori e Deputati pugliesi, alle Camere di commercio in-teressate ed ai Sindaci dei Comuni della pro-vincia, per interessarli ad appoggiare l'agitazione e per esercitare una vigile e concorde azione, nell'intento di salvaguardare i comuni interessi e di assicurare il raggiungimento delle nostre aspirazioni in materia di servizio ferroviario.

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Ben è vero che eranvi dei grandi ostacoli da sormontare, non ultimo fra i quali quello dello stesso ministro Gianturco, il quale credeva: che le Puglie desiderassero il riscatto pel solo fatto di assicurarsi un ordinato servizio durante la cam-pagna vinicola ; ma la Camera lottò strenuamente, insistendo di nuovo presso il Governo e dimostrando la necessità del riscatto come l'unico provvedimento che potesse avviare alla vera soluzione del pro-blema ferroviario, e facendo nel contempo rilevare come esso fosse condizione indispensabile per iniziare quell'ordinamento dei servizi e quella politica ferroviaria reclamati dal paese e neces-sari per corrispondere al suo progresso eco-nomico.

I voti, le proteste della Camera di Bari, furono coronati da successo, imperocché portata finalmente la quistione innanzi al Parlamento, questo approvò anche il riscatto della Rete Me-dionaie delle Strade Ferrate.

E così il problema si risolveva, e l'esercizio di Stato cominciava a funzionare. Purtroppo i risultati non furono niente soddisfacenti giacché si cominciò subito a verificare un disservizio fer-roviario che danneggiava seriamente tutto il paese e specialmente le nostre industrie.

L'Unione delle Camere di Commercio apriva all' uopo una inchiesta sulle cause della lamentata disorganizzazione del servizio ferroviario, chie-dendo nel contempo la collaborazione di tutti.

Vi fu, naturalmente, un movimento piutto-sto intenso da parte delle Camere del Regno visto l'importanza e le conseguenze economiche del disservizio, specie da parte delle Camere di Ancona e di Milano. Anche la nostra Camera studiò il problema, insistendo sul fatto indiscu-tibile che se nell'Italia Settentrionale i danni venivano ripetuti ugualmente in tutto l'anno, nel mezzogiorno invece erano più gravi ed insop-portabili nel periodo del maggior lavoro, cioè dal settembre al dicembre.

II Ministro dei L L . P P . intesa l'importanza della quistione, e quasi in risposta al movimento generale di tutto il paese, presentò alla Camera dei Deputati un disegno di legge sull'ordina-mento dell' esercizio ferroviario di Stato, nel quale si parlava fra l'altro della sistemazione delle Direzioni Compartimentali.

Allora la Camera di Bari, fedele al piano di azione concertato in un importante congresso coi Deputati e Senatori della nostra provincia, rinnovò voto di vedere stabilita in Bari la tante volte reclamata Direzione Compartimentale delle Fer-rovie dello Stato.

Questo per ciò che riguarda le ferrovie; ve-diamo ora quanto concerne i servizi marittimi.

Nel nuovo progetto per le linee di naviga-zione la Commissione Reale pei se. vizi marittimi propose l'abolizione della toccata di Bari nella linea di nuova istituzione dall'Adriatico all'Ame-rica del Sud, e nella linea Venezia-Alessandria d'Egitto. Preoccupata da tali progetti, di effetto disastroso pel porto, la Camera barese provocò una seria agitazione inviando lettere di protestae didi-mostrazione dell'importanza delle linee per Bari, al Capo del Governo, ai ministri delle Poste e Telegrafi, del Commercio, all'on. Pantano, ed invocando nel contempo la cooperazione del

Sin-dacò, dell'Amministrazione provinciale e dei rap-presentanti politici della nostra provincia.

In inerito poi ai lavori della Commissione locale incaricata di dar parere sui progetti di massima pei porti di Bari, Moffetta, Monopoli, e Trani, vi furono elaborate relazioni dei con-siglieri Fizzarotti, Modugno, De Bellis e Boc-cuzzi, i di cui voti ed ordini del giorno la Camera approvò pienamente trasmettendoli al competente

Ministro.

Vi fu pure sul nuovo progetto di legge la convenzione pei servizi postali e commerciali ma-rittimi una notevole relazione del consigliere Pione, il quale propose si facesse un voto di plauso alla Commissione Reale. Questo voto la Camera lo approvò ma vi fu aggiunto un altro perchè a Bari, cioè, fosse dato di avere delle di-rette relazioni con le due Americhe che costituì scono uno sbocco importante per alcuni prodotti.

La Relazione porta numerosissime tavole sta-tistiche riguardanti specialmente il movimento commerciale della Provincia di Bari, dalle quali intuiscesi come la detta Provincia trovisi in buon periodo di progresso.

La Relazione è completa, ben fatta e lo svi-luppo di ogni ramo di attività della Provincia apparisce a vista d'occhio sintetizzato nelle cifre. Il che fa nascere l'opportunità di ripetere qui quello che già fu detto altra volta a proposito di queste Relazioni delle Camere di Commercio: essere cioè esse veramente utili, non solo perchè contenenti dati statistici importanti, ma perchè, segnalando ogni più piccolo aumento e diminu-zione nel lavoro delle varie Provincie, suggeri-scono provvedimenti e rimedi a viemmeglio con-seguire il progresso commerciale del paese

Le Cosse di rispormio in Italia

(Città di Castello)

Eccoci ad una piccola Cassa, ma non inglo-riosa, di una piccola città dell'Italia centrale.

L'idea di costituire una Cassa di risparmio in Città di Castello, tentata a tre riprese nel 1848, nel 1851 e nel 1853, solo nel 1855 riuscì ad essere tradotta praticamente ad effetto, lo statuto fu approvato il 10 febbraio 1855 e l'i-stituto iniziò le operazioni il 1° luglio successivo con un fondo di dotazione di 1030 scudi romani, pari a lire 5479.60, costituito di 103 azioni, cia-scuna di 10 scudi. Esso nè ha, nè ebbe mai di-pendenza da altri Enti e il Consiglio d'amministra-zione è nominato dall'assemblea generale dei soci.

L'interesse sui depositi ordinari subì le nu-merose variazioni risultanti dal seguente prospetto:

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L'interesse sui libretti speciali di piccolo ri-sparmio e su quelli intestati a Società di mutuo soccorso fu sempre del 4 per cento, e sui libretti convenzionali e di conto corrente del 2.

L' incremento dei depositi, lento nei primi anni, diviene rapidamente intenso, nel decennio 1880-1890, e continua in appresso, sinché in fine dei 1904 figurano in corso 9331 libretti per un credito di lire 2,560,408.94, compresi i depositi in conto corrente per lire 80,662.21.

All'epoca stessa il patrimonio (benché il tasso di sconto sia stato volutamente mantenuto assai basso e quindi gli utili siano stati meno elevati di quanto avrebbero potuto facilmente essere se non si fosse preferito il vantaggio comune del pubblico all'impinguamento dell'Istituto) tuttavia raggiungeva le lire 420,451: pari a circa il sesto dei depositi. In tal somma era compreso il fondo pensioni, che ascende a lire 49,323.69.

Il primitivo statuto prescriveva che le som-me depositate si ponessero in circolazione som- me-diante titoli commerciali, o con altri mezzi che il Consiglio reputasse atti a garantire la sicu-rezza e la sollecita restituzione. Lo statuto del 18 .11, vigente tuttora in questa parte, consente: le sovvenzioni e sconti cambiari; i mutui a pri-vati e Corpi morali; i conti correnti garantiti; l'acquisto di titoli pubblici; le anticipazioni su valori, e l'acquisto di crediti liquidi. Il portato glio è stato sempre l'impiego di gran lunga pre-ferito, e ancora in fine del 1904 lo troviamo rap-presentare circa i sette dodicesimi della disponi-bilità, ma esiste una rilevante riserva di titoli corrispondente a quasi un terzo delle attività.

Venendo ora all'opera della Cassa in favore dell'agricoltura, si nota anzitutto nel 1893 un sussidio di lire 525 all'Esposizione agricola del-l'Alta Valle del Tevere, che sortì lusinghiero successo. Nel 1899 furono istituiti i prestiti di favore per la piccola proprietà nel territorio co-munale, destinandovi frattanto tre fondi distinti, uno di lire 20,000 per migliorie agrarie e costru-zioni rurali, altro di 2000 per saldo residuo prezzo di piccole proprietà e un terzo pure di lire 2000 per affrancazione di piccoli censi e canoni: in tutto lire 24,000, regolando la concessione dei prestiti ìd base alle norme contenute nella legge del 1887 sul credito agrario. Inoltre largo cre-dito (anche sull'onore), è fatto ai coloni mezza-dri ed ai piccoli possidenti agricoltori per prov-viste vittuarie e culturali, sotto la forma cam-biaria. Questi prestiti, fatti su amplissima scala da oltre vent'anni e grandemente frazionati, non hanno mai dato luogo a perdita alcuna, mentre sono stati di grande giovamento alle elassi così favorite. Nelle occasioni di scarsi raccolti, l'Isti-tuto anticipò senza interessi somme rilevanti al Comune e a Società annonarie per l'acquisto di generi alimentari a vantaggio degli agricoltori.

Per quanto riguarda le industrie, meno grande fu la parte avuta dalla Cassa; nondi-meno è da notarsi lo stanziamento di lire 5000 nel 1877 da prestarsi senza interesse per agevo-lare agli operai locali l'esecuzione di lavori da esporsi nella Mostra artistica industriale dell'Alta Valle del Tevere. Varie facilitazioni si accordarono all'Impresa della luce elettrica ed alle Coopera-tive del luogo; specialmente poi è da ricordare

il concorso dato all'impianto ed all' esercizio del grande Stabilimento Tipo-litogralìco S. Lapi, che dà lavoro a un centinaio di operai.

Le erogazioni dalla Cassa a scopo di bene-ficenza e di pubblica utilità sino a tutto il 1904 ammontano alla complessiva somma di lire 58,842.09 Di queste la parte minima andò in opere di pura beneficenza (lire 6027.81) e di pubblica istru-zione, educazione o previdenza (lire 4702.61); il resto (lire 48,111.67) andò per intero ad opera di pubblica utilità, e sono specialmente notevoli il concorso nella costruzione dell'Aquedotto Vit-torio Emanuele I I per lire 10,000, e nella si-stemazione della Piazza Vitelli per circa lire 35.000.

Nell'anno 1905 poi (senza che la spesa re-lativa quindi figuri nelle cifre suesposte), ricor-rendo il cinquantesimo anno di sua vita, la Cassa oltre a stanziare un tondo di lire 30,000 pel ri-sanamento delle case operaie, come si dirà ap-presso, assumeva a suo carico, come perenne ri-cordo della fansta data, la copertura a cristalli del pubblico mercato dei cerelai.

Per incoraggiare la previdenza nelle classi operaie, furono istituiti sino dal 1895 i libretti speciali di piccolo risparmio, retribuiti con 1' in-teresse di favore del 4 per cento, accordan-dosi piccoli premi ai libretti che nel corso del-l'anno contengano 52 depositi senza alcun ritiro. Questi primi, nel periodo 1896-1904, importarono lire 1410. Inoltre si sono concessi prestiti sull'o-nore agli operai, con la forma cambiaria, per pic-cole somme. Infine, come si è accennato, nel 1905 fu stanziato un fondo di lire 20,000 da impie-garsi all'interesse del 2 per cento esclusivamente in prestiti per il risanamento delle case operaie, regolandoli con le stesse norme già in uso per i prestiti agrari.

Per gli impiegati è stata istituita sin dal 1878 una Cassa pensioni, la quale in fìue del 1904, avendo raggiunto il capitale di lire 50,000 circa, era considerata sufficiente ai propri scopi.

La Cassa di Città di Castello ha avuto esi-stenza prospera e non turbata da crisi: soltanto nel 1894 dovè fronteggiare un panico ingiusti-cato dei depesitanti, che ebbe a causa un grave fallimento di ditte locali, ma fu di breve durata. L'abbondanza di disponibilità le permise, nel 1885, di assumere quasi interamente il prestito emesso in quell'anno dal Municipio ed altri suc-cessivi, che sono però prossimi alla estinzione. Essa è fra gli Istituti umbri più importanti, ed ha avuto parte non piccola nel miglioramento economico e morale che si manifesta evidente nei paesi percorsi dalla linea centrale appennina A -rezzo-Fossato. Concorse con lusinghiero successo alle Esposizioni di Palermo dei 1892, di Perugia del 1899 e di Parigi nei 1900: infine, nel con-corso a premi bandito nel 1901 dal Ministero d'a-gricoltura, industria e commercio fra le Casse ordinarie che avessero meglio incoraggiato il pic-colo risparmio nelle classi lavoratrici e favorito il credito agrario a mite interesse, ottenne il se-condo premio.

* * *

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Nella consueta relazione all'assemblea dei soci, 11 consiglio di amministrazione osserva che i risultati dell'esercizio 1907, che pur si possono dire soddisfacenti, avrebbero potuto essere anche

migliori se l'Amministrazione, profittando della crisi monetaria che l'anno scorso infierì ovunque, avesse preferito di rincrudire i saggi di sconto, come fecero molti istituti bancari, anziché man-tenerli somministrando il credito con 1' abituale prudente larghezza.

Premesso ciò, ecco le cifre desunte dalla rela-zione suddetta, nelle quali si compendia la gestione dell'Istituto nell'esercizio 1907.

La situazione emergente alla chiusura dell'e-sercizio stesso presenta un attivo di L. 4,150,768.73 e un passivo di L. 3,658,727,94, risultandone una rimanenza attiva di L. 492,040,79 che costituisce il patrimonio dell'Istituto.

Il progressivo aumento dei risparmi, ch'è con-tinuato anche nel 1907, ha fornito all'istituto sempre maggiori disponibilità; infatti il credito dei depositanti, ch'era a fin d'anno di L 3,341,507. superava di L. 309,080 quello che si aveva alle fine del 1906.

Riguardo agl'impieghi dei capitali ammini-strati, avverte il Consiglio che aumentano ognor più le difficoltà di un impiego rinumerativo, e ciò più specialmente perchè l'Amministrazione ha cura di mantenere una giusta proporzione tra i rinvestimenti d'immediato ricupero e quelli di graduale e lento rimborso.

Gl'impiegati in operazioni di sconto presen-tano una non grave diminuzione; gli effetti scon-tati nel 1907 ascesero a L. 3,321,103 e la rima-nenza in portafoglio era di L. 1,538,256 L. 187.675 in meno del 1906.

Aumentarono, invece, notevolmente i mutui chirografari, avendo l'Amministrazione trovato un proficuo e solido impiego nei prestiti su cessioni del quinto ai funzionari dello Stato: così i mutui chirografari erano, a fin danno, rapresentati da L. 907.954. con L. 589,991 in più del 1906.

I mutui ipotecari, tenuti sempre in modeste proporzioni, diminuirono ancora nel 1907 di lire 9.238 residuando a L. 15.150.

Gl'investimenti in fondi pubblici e valori di-versi diminuirono anch'essi di L. 131.599, pre-sentando a fin d' anno un importo di Lire 1.206.230.

L'esercizio 1907 ha dato un utile netto di L . 40.100.49. di cui 16.040.19 sono state asse-gnate in aumento del fondo di riserva, lire 12.030.15 al fondo perdite eventuali ed alti e lire 12.030.15 al fondo beneficienza ed opere di utilità pubblica.

Constatando questi risultati e l'ottimo anda-mento della gestione, i Soci Sindacatori espres-sero nel loro rapporto le maggiori lodi a tutto ibpersonale dell'Istituto, che con zelo e abilità seconda l'opera illuminata di quel Conciglio di amministrazione.

f f I Y I 5 T A BlPLIOQRflFICd

F i l a d e l f o I n s o l e r a . - Le indennità per infortu-nio e le, corrispondenti rendite vitalizie. — Roma, Officina, Polig. Edit. 1908, op. 11. L'Autore difende una causa simpatica ; la legge vigente sugli infortuni del lavoro fa ver-sare alla Cassa Nazionale di Previdenza le in-dennità che conseguono in caso di fortunio gli operai ; la Cassa per tre anni passa all' operaio un sussidio meusile che varia da L. 10 a L. 20 secondo l'età dell'infortunato ; poi dopo i due anni essa passa all'operaio una rendita vitalizia. Può però l'operaio, dietro parere del Pretore, farsi consegnare prima dei due anni la indennità, ri nunziando, si intende, alla rendita vitalizia.

Ora avviene che quest' ultimo caso, il quale nello spirito .della legge avrebbe dovuto essere la eccezione, sia diventato la regola così che su cento infortunati 97 circa ritirano la indennità. Causa di questo fatto, rileva l'Autore, è la me-schinità del sussidio mensile. E ci pare che l'Au-tor.: abbia ragione e che sarebbe utile un prov-vedimento efficace.

P r o f . G i u s e p p e P r a t o . - Rassegne Statistiche ed economiche. — Torino. Società Tip. Ed. Nazionale, 1908 pag. 309 (L. 4).

L'Autore pubblica in questo volume vari lavori che videro già la luce nella Riforma so ciale e che veramente meritavano di essere rac-colti in un libro, giacché costituiscono preziosa miniera di notizie e di osservazioni, ed è bene che sieno a facile disposizione degli studiosi.

Non occorre dire che in questi diversi arti-coli l'Autore ha impiegata non solo la solita di-ligenza che tutti gli riconoscono, ma anche una conoscenza dei fatti ed una particolare abilità di elaborazione ed esposizione che sono oramai no-torie nell'egregio professore.

Ci limiteremo a dare l'elenco dei titoli: — il problema coloniale agli Stati Uniti d'America; — le ultime fasi dell' emigrazione inglese ; — rassegna dell'emigrazione; — Londra (appunti di fisiologia sociale) ; — ii Giappone finanziario ed economico; — rassegna coloniale; —• la pro-tezione degli emigranti in Inghilterra ; — l'apo-teosi economica di uno Stato americano ; — tra sciopero e serrate; — i progenitori dell'organiz-zazione professionale in Inghilterra ; — finanza di guerra al Giappone; — attraverso la finanza giacobina ; — le finanze del regno italico e Giu-seppe Prina ; — la tendenza associativa degli italiani all'estero nelle sue fasi più recenti; — il problema delle abitazioni popolari a Venezia; — Giovanni Botero statistico ed economista ; — per una storia giuridico-sociale di R o m a ; — l'imposta sulle società per azioni nel Massachus-setts.

A l b e r t o G e i s s e r . - Il problema delle abitazioni popolari nei riguardi finanziari e sociali

(Conferenze). — Torino, S. Lattes e C., 19C8, pag. 101 (L. 2).

(7)

12 luglio 1908 L' E C O N O M I S T A 447

difficili dell'età nostra. Il concetto astratto che, se diventa acuto il bisogno di case, la iniziativa privata troverebbe'tornaconto a costruirle, non può essere sostenuto, non solo perchè il fatto lo dimostra quasi dovunque inesatto, ma perchè si conoscono anche le cause per le quali la inizia-tiva privata non risponde all'appello. Da ciò l'in-tervento dello Stato, dei Comuni, e la costitu-zione di società, quasi di beneficenza, per risolvere il problema; e da ciò anche metodi diversi pra-ticati in alcuni paesi per provvedere agli evi-denti bisogni.

L'Autore, con grande competenza tecnica, economica e sociale, in tredici Conferenze tenute a Torino e che ora sono pubblicate nel volumetto che presentiamo ai lettori, ha svolta la questione in tutte le sue parti, esaminando la legge ita-liana del 1903 e le leggi straniere, del Belgio e della Germania, fermandosi sui tentativi pratici fatti in Italia.

La iettura di queste Conferenze mette il let-tore iu grado di conoscere tutte le questioni che si connettono col problema delle abitazioni po-polari.

E w a l d H o r n . - Das hòhere Schulwesen der Staaten Europas. — 2, Ed. Berlin, Tro witzsch et Sohn, 1907, pag. 200 (M. 6.). L'Autore ha raccolto in questo volume, non già i programmi delle scuole secondarie di Ger-mania e di altri paesi, ma le ore di insegna-mento di ciascuna materia nei diversi corsi. La raccolta è interessante in se stessa, ma lo sa-rebbe certo ancora di più se l'Autore avesse esteso le sue ricerche ai veri programmi di in-segnamento; così, per quanto utile, il lavoro ri-mane arido.

Non sappiamo poi come mai l'Autore abbia potuto a pag. 192 mettere nell'orario dei ginnasi e licei italiani, sette ore settimanali di insegna-mento religioso (religion) nelle prime tre classi del ginnasio, cinque nelle altre due classi e nella prima del liceo e quattro nelle due ultime classi del liceo. Deve trattarsi di un errore, che diremo di stampa, perchè il r. decreto 9 Febbraio 1901 N. 31 porta per quelle ore suindicate l'insegna-mento di italiano e non di « religion ». Strano assai che l'Autore non si sia accorto dell'errore; ed è deplorevole che in un libro così diffuso corra tale indicazione errata che i lettori, specie stra-nieri, non possono certo correggere da sè. J e a n L a g o r g e t t e . - Le fondement du droit e

de la morale. — Paris, V. Giard et E. Briére, 1907 pag. 300 (7 fr.)

Abbiamo già avuto occasione di presentare ai lettori un'altra importante opera dello stesso Autore (Le Ròle de la Guerre) e di rilevare la profondità del pensiero e di sintesi che informa '•1 carattere dello scrittore.

Col lavoro che ora presentiamo ai lettori, l'A. ci dà una prova ancora maggiore della sua alta attitudine a concepire e discutere, diremmo quasi a disciplinare, i più gravi problemi della vita intellettuale dell'umanità. Si potrebbe forse cri-ticare l'Autore rilevando che la sua dottrina sul diritto e la morale sia un tentativo di concilia-zione tra coloro che basano l'uno e l'altra

sul-l'ideale assoluto e quelli che più o meno aper-tamente professano una dottrina materialista. E qua e là non mancano brani dell'opera veramente poderosa, i quali potrebbero giustificare una tale critica. Ma sostanzialmente l'Autore, sia nell' e-same larghissimo e concludente delle varie dot-trine, sia nella precisa esposizione della sua teoria, si mostra quasi recisamente sostenitore del prin-cipio che si conosce sotto il nome di utilitarismo. Soltanto, ed ecco a nostro avviso il punto debole, riconosce che siano fondate le critiche contro l'utilitarismo quando questo era concepito con confini ristretti e quasi individuali, ma che dette critiche non abbiano più fondamento quando già il concetto dell'utilitarismo è così evoluto da do-verlo considerare come la sintesi di un senti-mento che regola l'azione della intera umanità.

Pur ammirando la ingegnosa conclusione dell'Autore, sostenuta con vasta dottrina e con lucidità di esposizione, ci permettiamo di solle-vare un dubbio: — la umanità non ha certo raggiunto il suo massimo sviluppo nel concetto della solidarietà, ed è a ritenersi che fra qualche secolo esso sia così progredito da non riconoscerlo ! nemmeno come originato dai deboli tentativi del presente. Allora un altro filosofo non potrà ripe-tere le stesse affermazioni del sig. Lagorgette e dire che l'utilitarismo non poteva essere fonda-mento del diritto e della morale nell'epoca at-tuale, perchè non era ancore abbastanza evoluto il senso della solidarietà?

Dr. W . B r e m e r . - Nahrwert und Geldwert unsere Nahrung. — Dresden, R Kraut, 1907, 2a Ed., pag. 187 (M. 1,50).

Scopo di questo volumetto è di mettere le [ padrone di casa in grado di avere qualche

co-gnizione abbastanza estesa sulla natura, sul modo | di confezionamento e sopratutto sul prezzo del

denaro e dei commestibili più in uso. Perciò l'Autore, con molta sobrietà, tratta prima del va-lore del denaro e quindi quello di alcuni pro-dotti che divide in due categorie : quelli ricavati dal regno animale: latte, burro, formaggio, carne, uova, pesce ; — e quelli ricavati dal regno ve-getale : riso, patate, legumi, barbabietole, cavoli, frutta.

Di ciascuno di qnasti prodotti, oltre le no-tizie a cui sopra abbiamo accennato, l'Autore dà i prezzi praticati negli ultimi quindici anni nelle principali città.

Il libro utilissimo è stato accolto dal pub-blico con molto favore e meritamente.

Y v e s G-uyot. - La i/uestion de l'or. — Paris, F. Alcan, 1908 op. pag. 30.

In questa interessantissima comunicazione fatta alla Società degli industriali e commercianti di Francia, l'illustre economista, si è proposto di investigare se sia vero, come alcuni hanno affer-mato, che l'oro sia scarso a paragone delia entità delle transazioni commerciali. E colla usata com-petenza colla profonda cognizione dello stato delle cose, l'Autore crede di poter rispondere negativa-mente, sulla base di cifre e di dati che suffragano la sua affermazione.

(8)

448

L' ECONOMISTA

12 luglio 1908

Dr. Georg Spenkuch. - Zur Geschichte der

Milnchenev Borse.

— Leipzig, A. Deichert,

1908, pag. 148 (M. 3).

L'Autore, appoggiato a vari importanti

do-cumenti, ci dà la storia della Borsa di Monaco

a cominciare dalla sua fondazione nel 1830. Egli

divide la detta storia in' periodi : dal 1830 al

al 1833 quando essa era piuttosto il ritrovo dei

negozianti; dal 1833 al 1868 quando era costituita

specialmente dai commercianti ; fu in questo

pe-riodo, nel 1856, che ebbe luogo la riforma della

istituzione, la quale diventò così una borsa

pro-priamente detta : — finalmente il periodo dal 1869

al 1906, durante il quale sviluppa la sua

mag-maggiore attività.

L'Autore ci dà pure notizie ampie sugli usi

della Borsa di Monaco e sui prezzi praticati dal

1830 al 1906.

La abbondanza delle notizie e l'ordine della

esposizione rendono il lavoro molto interessante.

J.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

Ecco quali sono i valori di borsa delle

azioni di Banche e Società italiane al 30

giugno 1908.

Esse rappresentano un valore complessivo di

lire 3,491,094,740, con una diminuzione di lire

56,001,360 su quello che risultava a fine

mag-gio 1908.

Tale diminuzione si ripartisce come segue:

Differ. AZIONI fine giug. fine magg.

— 1908 1908

Istituti di credito L. 817,200,000 3,800,000 Società di trasporti » 840,000,000 12,800,000 Metal 1., Mecc. Miniere » 400,732,740 10,827,260 Gas ed elettricità » '236,200,090 3,600,000 Industrie zuccheri » 183,100,090 6,600,00(1 Condotte d'acqua » 87,243,600 2,080,61» Prodotti chimici » 121.710,090 730,000 Tessitura e filatura » 286,900.000 870,000 Moli ni » 38.214,000 696,000 Automobili » 27,100,090 1,650,000 Imprese immobiliari » 157,195,000 967,0000 Industrie diverse » 286,500,000 11,380,009 L. 3,491,094,740 56,001,360

La svalutazione complessiva di lire, 50,001,360

si riduce effettivamente a lire 51,681,360,

te-nendo conto che in giugno fra cedole staccate ed

acconti dividendi furono pagate lire 4,320,000.

I.a plusvalenza sul valore nominale, che si

ragguagliava, a fine maggio, al 32.42 per cento

è discesa a fine giugno, a 30.29 per cento quindi

una svalutazione del 2.13 per cento.

— Il Ministero d'agr. ind. e comm. ha

pubbli-cato testé una statistica degli impianti e

condutture elettriche in Italia.

Dalle notizie raccolte si rileva che durante

il 1907 furono autorizzati complessivamente nel

Regno 226 impianti di linee elettriche a scopo

industriale, con una diminuzione di 13 rispetto

a quelli autorizzati r,el 1906.

Le prefetture di Avellino, Belluno, Cagliari,

Cosenza, Girgentì, Lucca, Mantova, Palermo,

Potenza, Ravenna, Rovigo, Siracusa, Sondrio e

Teramo 14, in tutto, non ebbero occasione di

accor-dare consensi del genere; alcune di tali Provincie

e precisamente quelle di Belluno Mantova e

Te-ramo sono interessate da condutture autorizzate

dal Ministero.

La tabella seguente mostra, per ogni

re-gione, il numero degli impianti autorizzati nello

scorso anno, in confronto a quelli dell'anno

pre-cedente :

1990 lf'07 Piemonte 11 08 Liguria 10 8 Lombardia 54 45 Veneto 21 23 Emilia e Romagna 11 13 Toscana 18 lo Marche 14 20 Umbria 4 2 Lazio 6 5 Abruzzi e Molise 10 5 Campania e Terrra di lavoro '23 10 Basilicata 2 — Puglie 2 0 Calabria 3 4 Sicilia 7 5 Sardegna 1 1 Altri impianti autorizzati dal

Ministero 12 12 Totale 239 226

Le officine generatrici di nuovi impianti

ascendono a 88, cioè 37 di meno dell'anno

pre-cedente, e rappresentano nel loro complesso una

produzione di energia di circa 18.505 kw.

Come nel 1906 il maggior numero di

im-pianti si è avuto nella Lombardia e nel

Pie-monte, ma i maggiori aumenti rispetto al

nu-mero dei consensi accordati nel 1907, si sono

avuti nel Veneto e nelle Marche.

Il più importante impianto del 1907 è quello

attivato dalla Società Idro-Elettrica Ligure, la

cui stazione generatrice posta nel Comune di

Isola, in Provincia di Parma, ha una

potenzia-lità di 6300 kw.

Degli 88 impianti con stazione generatrice

nuova, in 50 viene utilizzata la forza motrice

idraulica e nei rimanenti a gas o a vapore.

Fra essi meritano speciale menzione per

quantità di energia disponibile ; nell'Alta Italia

quello della Società Idroelettrica Ligure (6300kw),

del cotonificio Turati (950 kw.) e della Società

Idroelettrica di Cerro al Lambro (800 kw).

Nell'Itatia Centrale, quello della Società

Elba di Miniere e Alti Forni (3000 kw) e nella

Italia Meridionale, quello della Società Messinese

di elettricità (690 kw).

Fra le estensioni di reti già esistenti, sono

specialmente notevoli, per sviluppo di condutture,

la distribuzione di energia della Società

Adria-tica di elettricità nelle Provincie di Padova,

Vi-cenza, Treviso e Belluno (circa 180 chilom.)_ e

per quantità di energia trasportata, la

trasmis-sione della Società Elettrica Ligure Orientale,

circa 4000 Hp.

— Già fu detto che per deliberazione del

Congresso di Vienna del 1905, sarà tenuto dal

12 al 16 ottobre prossimo il V i l i Congresso

(9)

12 luglio 1908

L' ECONOMISTA

449

li programma dei temi da discutere sarà

ampio e interessante: ne pubblichiamo :

princi-pali argomenti.

Il servizio medico nell' assicurazione operaia ;

La creazione di un insegnamento superiore

della medicina nei suoi rapporti con le

assicura-zioni sociali;

La formazione dei funzionari

dell'assicura-zione operaia ;

Rapporti sullo stato della questione nei

di-versi paesi e proposte di riforma ;

La malattia e l'invalidità, considerate in

loro medesime e nei loro mutui rapporti nel

du-plice riguardo della prevenzione e dell'

assicura-zione;

Le malattie professionali, nel duplice

ri-guardo della prevenzione e dell' assicurazione ,

L'ordinamento dell'assicurazione materna

(Casse di maternità) ;

L'assicurazione delle vedove e degli orfani

(ovvero l'assicurazione in caso di morte);

L'assicurazione contro la disoccupazione

in-volontaria.

Questi temi saranno trattati in memorie

presentate dalle persone specialmente competenti

scelte dal Comitato Organizzatore Italiano

d'ac-cordo col Comitato Permanente di Parigi.

Inoltre, potranno essergli rivolte

comunica-zioni (parecchie sono già state annunziate)

rela-tive ai seguenti temi importantissimi, che per

difetto di tempo non saranno esaminati nelle

sedute:

l'unificazione delle assicurazioni sociali;

gli abusi e le simulazioui nelle

assicura-zioni sociali ;

la prevenzione degli infortuni e l'ispezione

del lavoro ;

il modo di contribuzione finanziaria dei

poteri pubblici alla costituzione delle pensioni di

vecchiaia, d'invalidità o per le vedove o gli

or-fani (interessi di favore, o quote di concorso

corrispondenti ai versamenti, o aumento delle

pensioni giunte alla liquidazione).

Infine il Congresso riceverà eventualmente

comunicazioni da parte della Commissione che

ebbe dal Congresso di Vienna l'incarico di

stu-diare l'ordinamento di una statistica

internazio-nale degli infortuni del lavoro.

Il Comitato organizzatore italiano ha per

presidente d'onore il Ministro d'Agricoltura, on.

Cocco-Ortu, e 1' on. Luigi Luzzatti ed è

presie-duto dal senatore Speroni e dal deputato

mar-chese Ferrerò di Cambiano.

— Pubblichiamo alcune uote importanti sul

movimento commerciale di Messina e

Ca-tania.

Il vice Console Ogst manda da Messina al

Foreign Office

un rapporto sul movimento

com-merciale in quella città.

Durante il 1907 entrarono nel porto di

Mes-sina 3636 navi, di cui 2495 erano a vapore e

1141 a vela. Le navi italiane rappresentavano

il 75 per cento del movimento portuale con

1,426,251 tonnellate di portata.

Seguiva la marina austro-ungarica con 342

navi della portata di 456,759 tonnellate e terza

era la marina britannica con 2L8 navi e 299,689

tonnellate di portata.

Fra le merci di cui è grandemente

aumen-tata l'importazione vi è il petrolio il cui

am-montare nel 1903 non superava le 1000

tonnel-late, mentre nel 1907 era salito a 17,959

ton-nellate. Questo incremento è in gran parte dovuto

al fatto della formazione di una speciale

compa-gnia importatrice, creatasi sotto gli auspici della

« Standard oil company » americana; in aumento

sono pure le importazioni di cotonate e di stoffe

di lana, alcune provenienti dalla Germania, altre

dal Regno Unito.

Fra le esportazioni in aumento si notano

gli olii essenziali, le scorze di arancio e di

li-mone candite, i citrati in tutte le loro forme e

varietà, ed il sugo di limone concentrato, anche

l'esportazione del vino diede ottimi risultati,

spe-cialmente nel commercio cogli Stati Uniti e

col-l'Argentina.

Il vice Console Frank manda da Catania un

analogo rapporto, nel quale constata che il

mo-vimento generale delle città fu assai buono nel

1907.

Si stanno facendo gli opportuni studi per

ampliare il porto e nello stesso tempo si spera

di poter intraprendere la costruzione della

fer-rovia Paterno-Nicosia che metterà un fertile

di-stretto in diretta comunicazione col mare. Il vice

Console annuncia pure la formazione della

so-cietà elettrica della Sicilia orientalo, con tre

mi-lioni di lire di capitale, la quale conta di

utiliz-zare le acque del fiume Alcantara per impianti

elettrici, da compirsi lungo la costa orientale

siciliana fra Messina e Siracusa.

— Il Vice Console Chalkeley, al « Foreign

Office» manda un rapporto sullo sviluppo

com-merciale ed economico del porto e della

città di Marsiglia.

Il movimento mercantile del porto è in

con-tinuo aumento, avendo raggiunto nel 1907 il

totale di 7,766,002 tonnellate con un aumento

di 452,491 tonnellate sulle cifre del 1906.

Que-sto carico di merci venne trasportato per un

volume di 3,605,777 tonnellate da navi francesi

e per la parte rimanente da navi straniere, fra

le quali quelle inglesi figurano per un

ammon-tare di tonn. 1,339,218. Il numero dei

passeg-geri arrivati al porto di Marsiglia fu di 206,465,

con un aumento di 3,391 sull'anno precedente.

Partirono invece 143,936 passeggeri con una

diminuzione di 2,642 sull'anno precedente.

(10)

460

L'

ECONOMISTA

12 luglio 1908

— Pubblichiamo la statistica dei lavori

parlamentari della Camera italiana dal 1°

dicembre 1004 al 30 giugno 1908

pubblicata

dalla Segreteria della Camera stessa.

Di tale statistica _ si rileva che in detto

pe-riodo furono in tutto presentati 1100 disegni di

legge e proposte di cui 926 di iniziativa del

Governo, 226 di iniziativa della Camera, 7 di

iniziativa del Senato ed una proposta di

inchie-sta. Di questi disegni di legge e proposte 943

furono approvati, 3 respìnti, 26 sono in istato

di relazione, per 27 furono nominati i relatori,

38 si trovano presso le Commissioni, 18 devono

essere svolte, 60 furono ritirate, 26 sono

deca-dute, una non fu presa in considerazione e 4

devono ancora essere ammesse alla lettura.

In questo stesso periodo furono presentate

3953 interrogazioni delle quali furono esaurite

2388 e 944 interpellanze di cui furono esaurite

343. Furono inoltre presentate 37 domande di

autorizzazione a procedere, 445 petizioni e 49

mozioni.

La Camera si è adunata in sedute

pubbli-che dal 1 dicembre 1904 ad oggi 548 volte ed

ha tenuto cinque comitati segreti. Gli uffici della

Camera hanno tenuto sempre nello stesso periodo

96 adunanze.

Il commercio tra l'Italia e la Francia.

— Il Commercio Italo-Francese durante i primi

cinque mesi del 1908 si è elevato a franchi

182.336.000, di cui fr. 77.971.000 di merci

ita-liane entrate in Francia e fr. 104.365.000 di

merci francesi e di origine extra-europea e

spor-tate di Francia in Italia.

Il confronto coi primi cinque mesi del 1907

dà una diminuzione di fr. 8.934,000 per le merci

italiane ed una diminuzione di franchi 154.000

per le merci francesi e di origine extra-europea.

Le principali diminuzioni nelle merci italiane

si ebbero nelle sete e borra di seta, nei formaggi,

nella crueca e foraggi, nella canapa, nelle pelli

crude anche da pellicceria, nel minerale di piombo,

nelle uova, nel burro, nei prodotti chimici, nelle

automobili, nelle pelli e pelliccerie lavorate, nei

bastimenti di mare, nei vasellami, vetrerie e

cri-stalli, nella paglia di miglio per scope, nel riso,

nell' olio d' oliva, nei legumi secchi e loro

fa-rine.

I principali aumenti nelle merci italiane si

ebbero nelle frutta da tavola, nello zolfo, nel

mi-nerale di zinco, nelle piume da ornamento, nei

vini, nei cappelli di paglia, nelle lane e crini e

peli, nelle treccie di paglia, di scorza ecc., nel

legno da ebanisti, negli oli volatili od essenze,

nei marmi, nel cotone in bioccoli.

Le principali diminuzioni nelle merci

fran-cesi si ebbero nei vini, nelle automobili, nei

ba-stimenti di mare in legno, ferro ed acciaio, nel

carbon fossile e coke, nei semi di bachi da seta,

negli zuccheri greggi, raffinati e prodotti

infe-riori, nelle macchine e meccanismi, negli utensili

e lavori in metallo, nella ghisa ferro ed acciaio,

nei generi medicinali, nel sego ed altri grassi

animali, nelle bestie da sema.

I principali aumenti nelle merci francesi si

rilevano nel baccalà ed altri pesci, imi tessuti di

lana, nei prodotti chimici, negli articoli di

Pa-rigi, ventagli, bottoni, ecc., nei filati di ogni

sorta, nelle vestimenti e biancheria, nel zinco in

massa, greggio e laminato, nella carta, cartoni,

libri ed incisioni, nei tessuti di cotone, nei

tes-suti di seta e di borra di seta, nella cazzorreria,

nel rame (minerale e metallo) nelle cinghie,

tubi ecc. in caoutchouc e guttaperca, negli

stru-menti d'ottica, di calcolo ecc.

Le diminuzioni nelle merci di origine

ex-tra-europea si ebbero nelle sete greggie e borra

di seta, nel cotone bioccoli, nelle pelli crude da

pellicceria ed altre greggie.

Gli aumenti nelle merci di origine

extra-eu-ropea si ebbero nelle lane e cascami di lana, nel

caoutchouc

, guttaperca, gregge e rifuse in massa

nei peli di ogni sorta.

II commercio della Germania.

Du-rante il mese di maggio, 1' importazione è stata

di 5,260,505 tonnellate di merci diverse. Tra

esse figurano 10,086 cavalli e altri animali, 134

di strumenti di locomozione e altri animali.

Queste cifre segnalano una sensibile

dimi-nuzione sul maggio 1907.

L'esportazione è stata di 4,026,487

tonnel-late di merci diverse : tra queste 522 cavalli e

altri animali, 164 strumenti di locomozione e

28,493 orologi. Queste cifre indicano un

sensi-bile aumento sul mese corrispondente del 1907.

Per i cinque mesi dal gennaio a maggio,

l'importazione fu di 23,178,430 tonn. di merci

diverse contro 23,679,139 tonn. durante il

corri-spondente periodo del 1907 di 633,663 unità in

luogo di 740,098. L' esportazione raggiunse

18,139,926 tonn. e 169,050 unità in luogo di

17,630,943 tonn. e 190,694 unità nello stesso

periodo del 1907.

Il regolamento pel riposo settimanale

nelle industrie.

Il R e ha firmato il regolamento per l'esecuzione della legge sul riposo festivo e settimanale. Eccolo adunque nel suo testo definitivo dopo le modificazioni apportatevi dal Consiglio di Stato,

Art. 1. — Le domande presentate dagli interes-sati pea ottenere le concessioni previste dagli articoli 2 e 4 della legge debbono indicare le. condizioni spe-ciali che giustificano la richiesta. Esse rimangono affisse per 15 giorni nell'albo pretorio del Comune e durante questo tempo gli interessati hanno facoltà di presentare al sindaco le osservazioni e le proposte che stimano opportune. Di tutte le osservazioni e proposte presentate, il Consiglio deve tener conto e deliberare anche in riguardo al numero relativo di padroni e di operai, che hanno manifestato il loro parere.

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12 luglio 1908 L ' E C O N O M I S T A 451

Art. 3. — Le deliberazioni del Consiglio comu-nale debbono essere motivate. Esse rimangono affisse all'albo pretorio del Comune per 15 giorni entro il qual termine gli interessati individualmente e eollet tivamente e le associazioni che li rappresentano de-vono avanzare ricorso contro di esse. Il sindaco del Comune cura l'invio dei ricorsi al Ministero d'indu-stria e commercio entro cinque giorni dalla scadenza del termine e in pari tempo ne dà pubblica notizia agli effetti della sospensione prevista all'articolo 3 della legge.

Art. 4. — il ministro di Agricoltura, Industria e Commercio decide sui ricorsi con decreto motivato, udito il parere del Comitato permanente del lavoro. Le decisioni prese saranno comunicate al sindaco del Comune.

Art. 5. — L'ufficiale, per quanto riguarda l'ap-plicazione delle deliberazioni concedenti l'anticipazione di lavoro e il riscaldamento dei forni, determina la durata di esse, il numero di operai necessari in rap-porto al vero numero di bocche di forno del quale può essere provvisto ogni singolo panificio, dandone comunicazioue per iscritto ai rispettivi proprietari.

Art. 6. — Per le concessioni previste nell'arti-colo 5 devono osservarsi le norme e la procedura sta-bilite dagii articoli 1 e 3 del presente regolamento.

Art. 7. — Le domande di cui nel capoverso del-l'articolo 5 della legge sono trrsmesse per mezzo del sindaco del Comune, il quale deve curarne l'affissione nell'albo pretorio per 15 giorni. Le osservazioni e i voti degli interessati sono presenlati entso detto ter-mine al Sindaco, che deve inviarli insieme all'istanza o almeno certificare che non furono presentate osser vazioni e riforme. Il ministro decide con decreto mo-tivato, udito il parere del Comitato permanente del lavoro. La decisione stessa è trasmessa al sindaco del Comune.

Art. 8. — Le decisioni e i provvedimenti dei Consigli comunali, quelli dell' ufficiale sanitario in rap-porto all'art. 5 e quelli del ministro di Industria e Commercio devono essere comunicati a cura del sin-daco e affissi per 15 giorni all'albo pretorio del Co-mune.

Art. 9. — In caso di urgenza i periodi di affis-sione, di cui gli artìcoli 1, 3, 6 7 del presente regola-mento, sono ridotti a un terzo.

Art. 10. Gli ispettori e agenti hanno facoltà di entrare in tutte le aziende sottoposte alla legge del -27 febbraio 1908, di visitarli in ogni loro parte, di in-terrogare i capi o esercenti e le persone impiegate nel-l'azienda.

Art. 11. — Gli agenti accertano la contravven-zione mediante processo verbale in cui debbono noti-ficare la natura del fatto con le circostanze, special-mente di tempo e di luogo ; le disposizioni alle quali si è contravvenuto; le informazioni raccolte e tutti gli elementi che siano reeessari per il giudizio sulla contravvenzione particolarmente poi quanto riguarda il numero delle persone trovate indebitam2nte occu-pate. Il proprietario o chi lo rappresenta e gli operai trovati indebitamente al lavoro hanno diritto di far inserire nel precesso vervale le dichiarazioni che cre-deranno di loro interesse.

La legge sul riposo restivo per le industrie andrà in vigore dopo tre mesi dalla pubblicazione del rego-lamento sulla « Gazzetta Ufficiale », il che avverrà en-tro questa prima quindicina di luglio.

Pel riordinamento

delle C a m e r e di commercio italiane

La relazione dell'on. Morpurgo sul disegno di legge per il riordinamento delle Camere di commercio del Regno constata innanzi tutto che tra il progetto d'ini-ziativa parlamentare e il progetto presentato dal Mi-nistro non esistono differenze sostanziali onde propone l'approvazione con lievi emendamenti del disegno di legge ministeriale.

Alle Camere di commercio e industria é conser-vato il loro carattere consultivo, anzi questa ardua e gelosa funzione viene elevata, estesa e disciplinata, cosi da farla primeggiare, senza però sancire l'obbligo per i pubblici poteri di consultare preventivamente le

Camere, su tutti gli atti legislativi che interessino i commerci e le industrie. Per agevolare la funzione consultiva si prescrive che le amministrazioni pubbli-che o sottoposte alla sorveglianza dello Stato forni-scano le notizie richieste e si accorda entro certi li-miti la franchigia postale.

Le attribuzioni deliberative sono pure numerose ed importanti, tra esse sono da notarsi quelle per lo accertamento degli usi mercantili, costituenti la legge consuetudinaria nostra

La relazione osserva che la formula adottata per 1' arbitrato è felice poiché, mentre non si esclude la costituzione di collegi di arbitri, si traduce in legge la consuetudine di domandare alla Camera la nomina di arbitri per la risoluzione amichevole delle contro-versie.

Ma la parte principale della riforma riguarda la denuncia che ogni ditta mercantile sarebbe tenuta a fare alla rispettiva Camera intorno alla propria costi-tuzione. Circu questa innovazione la relazione ricorda le parole del Ministro Finali nel 1874: Nella stessa guisa che il registro di popolazione è reputato base necessaria all'amministrazione municipale, il registro degli individui e delle società che esercitano il traffico vuol esser riguardato come guida utilissima per le Camere di commercio, nel loro ufficio di tutela degli interessi economici.

Venendo poi a parlare della questione riguardante l'elettorato commerciale delle donne la relazione dice che la maggioranza della Commissione non ha potuto convenire col progetto ministeriale, proponando invece di seguire in ciò il progetto d' iniziativa parlamentare che dichiarava elettrici le donne esercenti commerci e industrie e che avessero compiuto 21 anni di vita e conseguito la licenza elementare obbligatoria.

La prudenza del Ministro che concede alle donne soltanto l'elettorato indiretto per mezzo di delegati è — dice la relazione — eccessiva. E rifacendosi a un passo della relazione che precedeva il progetto d'ini-ziativa parlamentare dovuto allo stesso on. Morpurgo, l'attuale relazione osserva che se vi può esser disac-cordo sulla convenienza di conferire alla donna l'elet-torato amministrativo e politico, tale disaccordo do-vrebbe sparire quando la donna, che dirige e rappresenta un'azienda commerciale va chiamata a scegliere, nel ceto che ben conosce, i componenti le Camere di com-mercio. Il voto indiretto specialmente — segue la rela-zione — sembra poco riguardoso ; noi possiamo consen-tire che si neghi alle donne l'eleggibilità, ma la maggioranza della Commissione è rimasta ferma nel concetto di accordare 1' elettorato diretto alle 37 mila donne esercenti l'industria e il commercio, inscritte nei ruoli dell' imposta camerale.

La relazione approva la forma liberale adottata dal Ministro nel determinare i casi di incompatibilità fra gli eletti, e le disposizioni riguardanti gli stranieri.

La relazione infine prendendo atto delle assicura-zioni del Governo che sarà disposto con apposito de-creto che le Ambasciate, i Consolati e i delegati com-merciali possano corrispondere direttamente con le Camere di commercio su argomenti d'indole commer-ciale, propone alla Camera l'approvazione del disegno di legge.

Le Società edilizie e le Società di prestiti

in I n g h i l t e r r a

Da una recentissima statistica desumiamo il nu-mero delle Società edilizie e delle Società di prestiti e Casse pel piccolo risparmio che in Inghilterra, come si sa, hanno sempre avuto un grande sviluppo.

Cominciamo dalle Società edilizie.

Società incorporate. — Queste società, in numero di

60, sono società edilizie di pubblica utilità (Benefit

Buil-ding Societies) riconosciute in conformità alla legge del

1836, prima del 31 dicembre 1856, e non incorporate in conformità alle leggi dal 1874 al 1894, e sono tutte re-gistrate in Inghilterra.

(12)

452

L' ECONOMISTA

12 luglio 1908 30 volto la media delle società incorporate; il che

de-vesi al l'alto eccezionale di una società in Londra (la

Birtcbeclc), le cui entrate ammontarono a 21.848.152

sterline.

Omettendo questa società, l'entrata media delle altre discende a 22.318 sterline.

I! bilancio delle 00 società non incorporate, per l'anno 1905, messo a confronto con quello delle 61 so-cietà non incorporato nell'anno 1904, dà le seguenti no-tizie sommarie :

Passività.

1905 Differenz

Ai possessori di azioni Ai dc| ositanti e altri cred. Avanzo utile non rip. (57 soc.)

sul 1904 Sterline Sterline 3.730.789 145.644 11.401.597 538.570 875.089 25.211 . Totale 16.007.475 709.425 Attività

Sai,!,, dei crediti ipotecari Altre attività Disavanzo (3 soc.) 3.323.133 40.991 12.682.680 668,573 1 662 61 Totale 16.007.475 709.425 L'ammontare anticipato sopra ipoteca dalle società fu durante l'anno di 538,623 sterline, cioè 128.565 ster-line di meno che nell'anno precedente.

La sezione 2 della legge del 1804 non si applica alle società non incorporate, però il modello prescritto in esecuzione di essa fu riempito da 41 società non in-coi porate, dando i seguenti risultati:

Società con crediti ipotecari superiori a 5

sterline N. 5 Società aventi proprietà in possesso da un

anno « 27 Società aventi crediti ipotecari in mora da

un anno « 4 Ammontare dei cr diti ipotecari superiori

a 5,000 sterline Ster. 31.179 Ammontare delle proprietà in

possesso da un anno « 88.969 Ammontare dei crediti

ipote-cari in mora da un anno « 9,928 Ammontare degli altri crediti

ipotecari appartenenti

al-la società « 1.181,464 Delle 41 società, 11 non avevano grandi crediti ipotecari nè proprietà in possesso da più di 12 mesi. Siccome il totale dei crediti ipotecari posseduti dalle rimanenti 30 società ammontava a 1.314.540 sterline, così i loro grandi crediti ipotecari rappresentavano il 2.37 per cento, le loro proprietà in possesso il 6.77 per cento, e i loro crediti in mora 0.76 per cento; di guisa che il 90.10 per cento dei loro affari non è influito da queste condizioni, con un aumento di più che 1 per cento di confronto all'anno precedente, e di 8 per cento di confronto ai 1896.

Società incorporate. — Una società che prima non

era incorporata, ottenne il certificato dell'anno 1906. Inoltre furono incorporati: in Inghilterra 31 nuove società (di cui 17 temporanee e 14 permanenti); in Sco-zia iurono incorporate 5 nuove società, e nessuna in Irlanda.

I dati per l'anno 1905 si riferiscono a 1.939 società di cui 200 erano in corso di liquidazione, o fallite, od avevano durante l'anno terminata la liquidazione, o si erano fuse con altre società, di modo che rimaneva 1.739 società in attività. Il numero dei soci crebbe du-rante 1' anno da 553.109 a 555.104. Il totale delle en-trate crebbe da 19,411,548 a 20.054.636 sterline.

L'ammontare anticipato sopra ipoteca fu di ster-line 8.654.598. Non fecero di tali anticipazioni 434 so-cietà.

Durante l'anno fecero anticipazioni per più di 100,000 sterline tredici società, per un ammontare com-plessivo di 2.655.039 sterline, cioè il 31 per cento del totale.

II passivo e l'attivo delle società incorporate del Regno Unito è dato nella seguente tabella mettendo a confronto il 1905 al 1904:

Passivo.

Ai possessori di azioni Ai depositanti ed altri credit. Avanzo degli utili

1905 Differenza sul 1904 Sterline Sterline 36.881.142 1.057.857 14.367.199 391.936 3.198.257 43.588 Totale 54.446.598 1.493.381 Attivo. Crediti ipotecari Altre attività Disavanzo 51.045.413 3.297.771 103.414 1.131.443 359.593 2.345 ' Totale 51.446.598 1.493.381 25 società tutte esistenti in Inghilterra e nel Gal-lese presentano saldi ad esse dovuti sopra ipoteca su-periori a 300,000 sterline. Per il allegato alla legge del 1894, ciasuna società è obbligata a fornire notizie dei suoi grandi crediti ipotecari (cioè a dire quando il de-bito presente supera 5,000 sterline) delle sue ipoteche sulle proprietà in possesso (cioè a dire di cui la società è pervenuta in possesso da oltre un anno), e delle sue ipoteche in mora ("cioè a dire i cui pagamenti sono in mora da oltre 12 mesi).

Da queste notizie si raccolgono i dati seguenti : TOTALE 25 Società 1,702 Soc. delle

maggiori minori 1,727 Soc. Sterline

Attivo totale 20.607.621 Totale delle ipot. 19.137.821 Ipoteche maggiori 1.408.203 Ipoteche in posses. 173.815 Ipoteche in mora 32.627 Altre ipoteche 17.523.176 Sterline Sterline 30.593.048 51.200.669 29.001.222 48.139.043 593.138 2.001.841 2.066.902 2.240.717 156.560 189.187 26.184.122 43.707,298

Sommario. — La seguente tabella dà il sommario

generale di tutte società del Regno Unito per 1' anno 1905, siano o no incorporate :

Numero delle società N. 2.049 Numero di quelle che hanno fornito le

notizie « 1.999 Numero dei soci « 612.424 Entrata durante l'anno finanziario St. 43.219.54S Numero delle società che fecero

anticipa-zioni sopra ipoteche N. Ammontare anticipato sopra ipoteca

du-rante l'anno ° 1.558

St. 9.193.221

Passivo.

Ai possessori di polizze

Ai depositanti ed altri creditore Utili non ripartiti

St. 40.611.931 » 25,768,796 « 4.073.346 Totale St. 70.454.073 Saldo dovuto Altre attività Disavanzo

sulle i poteche A ttivo. St. 54.368.546 « 15.980.451 « 105.076 Totale St. 70,454,073 Grandi ipoteche St. 2.052.497 Proprietà in possesso « 2.439.<01 Ipoteche in mora « 233.453

Di confronto all'anno precedente si ebbe un au-mento di 1.172,434 sterline nei saldi dovuti pei crediti ipotecari, di 1.027.966 sterline in altre attività, e di 2.406 sterline nel saldo del disavanzo cosi ripartiti :

Sterline Aumento del passivo verso gli azionisti

« « « i depositanti « negli utili non ripartiti

1.203.501 930.506 68.799

_

2^202.806

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