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ANDAMENTO E QUOTAZIONI MATERIE PRIME EDIZIONE DICEMBRE 2021

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A NDAMENTO E QUOTAZIONI M ATERIE P RIME EDIZIONE D ICEMBRE 2021

INTRODUZIONE E COMMENTO GENERALE

La performance delle materie prime è stata molto so- lida per tutto il 2021, nell’ambito di una pressione co- stante sui mercati delle contrattazioni, dato che alla riapertura la domanda ha superato l’offerta prosciu- gando le scorte. In vista del 2022, la situazione della domanda è destinata a restare favorevole, date le aspettative di una persistente crescita della produ- zione industriale mondiale superiore alla media e le esigenze di ricostituzione delle scorte. Ciò premesso, è probabile un certo contenimento, e che l’intensità della crescita tenderà a ridursi in quanto attualmente l’economia è trainata dai servizi anziché dai beni. An- che l’offerta sta recuperando in vari segmenti, elimi- nando parte della pressione sui mercati fisici. In tale contesto, le prospettive di rendimento dovrebbero restare positive, in quasi tutti i settori.

Secondo il Food Price Index della FAO, a novembre il prezzo delle materie prime alimentari nei mercati internazionali è salito per il quarto mese consecutivo, trainato dalla forte domanda di grano e latticini.

In vista del 2022, la situazione della domanda è destinata a restare favorevole per le ma- terie prime, date le aspetta- tive di una persistente cre- scita della produzione indu- striale mondiale superiore alla media e le esigenze di ricosti- tuzione delle scorte.

Autore & Contatto:

Marco Spinelli Direttore Acquisti &

Supply Chain

marco.spinelli@sabo1845.ch

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L'indice dei prezzi alimentari della FAO (FFPI) ha regi- strato una media di 134,4 punti nel mese di novembre 2021, in aumento di 1,6 punti (1,2 %) da ottobre e 28,8 punti (27,3 %) da novembre 2020. L'ultimo aumento ha segnato il quarto aumento mensile consecutivo del va- lore del FFPI, portando l'indice al livello più alto da giu- gno 2011. Tra i sottoindici, a novembre sono saliti più significativamente quelli per cereali e latticini, seguiti dallo zucchero, mentre sono rimasti praticamente inva- riati quelli della carne e oli vegetali rispetto al mese pre- cedente.

L'indice dei prezzi dell'olio vegetale della FAO è stato in media di 184,6 punti a novembre, in lieve calo (di 0,3 punti o 0,2 per cento) rispetto al massimo record regi- strato nel mese precedente. Il lieve calo ha riflesso va- lori leggermente inferiori per gli oli di soia e colza, men-

tre le quotazioni per l'olio di palma sono rimaste pressoché invariate. I prezzi internazionali dell'olio di palma hanno mantenuto la loro fermezza a novembre, con la pressione al ribasso legata alle crescenti preoccupazioni sull'impatto di una ripresa dei casi di COVID-19 ampia- mente compensata dal supporto derivante dall'anticipazione di rallentamenti della produ- zione nei principali paesi produttori. Per quanto riguarda gli oli di soia e di colza, i prezzi mondiali sono diminuiti moderatamente, ampiamente attenuati dal razionamento della do- manda.

Le ragioni che hanno contribuito a disegnare il preoccupante scenario nel quale il mondo produttivo agricolo sta muovendosi a fatica sono molteplici e diverse, mentre tristemente simili sono i loro risvolti negativi. Crisi economica dovuta all'emergenza sanitaria, successivo aumento della domanda nella fase post pandemica, effetti negativi della pandemia su logi- stica e trasporti, condizioni climatiche avverse, aumento di prezzi delle materie prime neces- sarie alla catena produttiva agroalimentare come carburanti, energia, fertilizzanti, mangimi, ma anche delle componenti meccaniche ed elettroniche per le macchine agricole, dei mate- riali per il confezionamento, ai quali vanno aggiunte le speculazioni del mercato.

Per completare il quadro da tempesta perfetta, anche la Cina gioca un ruolo primario. Negli ultimi anni il Dragone è stato forse il principale player per l'importazione di cereali e semi oleosi e la pandemia, che è scoppiata proprio in Cina, dopo una prima fase di rallentamento dei ritiri, li ha fatti esplodere. È stata la Cina che ha riacceso i riflettori su un tema che l'Occi- dente aveva dimenticato: la sicurezza alimentare, intesa non come qualità e salubrità delle produzioni (food safety), ma come garanzia degli approvvigionamenti (food security).

E cosa accade quando un Paese abitato da 1,4 miliardi di persone che sogna di scalare rapi- damente le vette dell'economia ritira fra gennaio e agosto di quest'anno oltre 46 milioni di tonnellate di cereali (+147,5% sullo stesso periodo del 2020) e oltre 71 milioni di tonnellate di semi oleosi nei primi otto mesi del 2021?

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Cosa accade quando gli stock di mais della Cina, secondo le previsioni Usda per il periodo 2021-2022, superano i 209 milioni di tonnellate su un totale degli stock mondiali che è pari a 301,7 milioni di tonnellate? E se prendiamo in esame la soia, vediamo che le stime degli stock alla fine della campagna 2021-2022 per la Cina ammontano a quasi 36 milioni di tonnellate, su una quota di stock mondiali di quasi 105 milioni di tonnellate.

La risposta è abbastanza semplice. Non solo i prezzi salgono verso l'alto o si mantengono elevati (salvo politiche economiche e di ritiro differenti), ma l'importanza nel decidere gli an- damenti dei prezzi aumenta e, in proiezione, diventa assai rischioso per il resto del mondo, che non sempre è vicino alle posizioni di Pe- chino (anche se non se ne lamenta).

Che la Cina sia in grado di condizionare i listini mondiali è risultato abbastanza evidente con le dinamiche vissute dal settore delle carni suine. È bastato che la Cina rallentasse la lunga marcia dell'import (-0,78% gli acquisti tendenziali fra gennaio e agosto 2021, conseguenza di un forte rallentamento a partire dallo scorso maggio), della quale l'Unione Europea benefi- ciava largamente, a deprimere il settore europeo, proprio come effetto di una produzione di carne suina che non trovava più la strada asiatica per essere collocata a prezzi vantaggiosi.

Molti operatori di mercato ad inizio del 2021 hanno continuato a sperare in un calo dei prezzi e non avevano di conseguenza effettuato le necessarie coperture per il primo e il secondo trimestre; alla fine hanno però dovuto acquistare massicciamente a partire dal 3° trimestre dell’anno facendo lievitare ancora i prezzi di tutti gli oli vegetali a causa dell'elevata domanda e della continua riduzione dell'offerta.

Inoltre, le scorte di olio di palma rimangono relativamente basse e la produzione è attual- mente inferiore a causa del problema legato al Corona Virus in merito all’assunzione del per- sonale addetto alla raccolta nelle piantagioni di palma. Solo quando un numero sufficiente di lavoratori sarà nuovamente autorizzato a lavorare nelle fattorie potrà finalmente esserci un'espansione della produzione.

Questo potrebbe far rallentare i livelli dei prezzi globali relativi agli oli vegetali nel me- dio/lungo termine. Le capacità delle grandi raffinerie europee sono attualmente tutte preno- tate fino al 1° trimestre del 2022 facendo così aumentare i prezzi spot degli olii trattati nelle borse merci con la conseguenza di tenere molto probabilmente ad alti livelli tutte le future contrattazioni per l’inizio del 2022.

Infine, anche l'euro, che è più debole rispetto al dollaro USA, sta contribuendo a mantenere i livelli di prezzo in rialzo. Nonostante le buone prospettive di raccolto, l'olio di girasole e l'olio di soia continuano a essere venduti a prezzi altissimi. Ciò è dovuto a volumi di produzione inferiori alle aspettative e alle richieste che continuammo a rimanere a livelli mai visti.

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2021/22 World Oilseeds (Dic 21):

OLIO DI GIRASOLE E OLIO DI GIRASOLE ALTO OLEICO Tendenza olio di girasole: da stabile a crescente

Tendenza olio di girasole HO: da stabile a crescente

Rispetto alle scorse settimane la previsone mondiale dei raccolto di semi di girasole é diminuita di circa 1 milione di tonnellate passando da 57 a 56 mt. Questa informazione ha portato ulteriore scompiglio nel settore già in forte tensione con il rislutato di fare salire ancora nelle scorse settimane i prezzi di vendita.

In Ucrania per esempio i prezzi sono aumentati ancora del 1% rispetto al mese di novembre arrivando così ad un più 24 % rispetto allo stesso periodo del 2020.

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In Ucraina il raccolto dei semi si è concluso da qualche settimana, le rese medie otte- nute sono di 2,31 t/ha rispetto a 1,90 t/ha dell'anno passato. Il raccolto finale sarà di circa 16,6 / 17,0 Mts secondo le attuali in- formazioni.

Nell’UE il raccolto finale si è rilevato più grande di quanto inizialmente previsto ar- rivando in totale a circa 10.5 Mts. In Francia 1,9 Mts (vs 1,72 Mts dell’anno precedente);

Spagna 0,82 Mt (vs 0,79 Mts) e Italia 0,29 Mts (vs 0,27 Mts). In Bulgaria la raccolta dei semi di girasole è stata veramente ottima, la più alta degli ultimi 4 anni, arrivando a 2.01 Mts. Si- tuazione simile in Romania dove si parla di un raccolto finale di 2.96 Mts. Tuttavia, la mag- giore produzione non si riflette ancora sui prezzi internazionali perché la vendita degli agri- coltori è molto lenta, in quanto la forte domanda continua a fare aumentare i prezzi con il risultato di speculare su possibili grandi guadagni nelle prossime settimane.

In Argentina, quasi il 40% degli 1,65 Mha previsti per la stagione in corso sono stati piantati.

Le condizioni sono migliorate e al momento sono relativamente buone. Se il raccolto di marzo sarà buono ci sarà una possibilità di far diminuire i prezzi di vendita a livello mondiale.

Per avere dati più precisi bisognerà aspettare almeno la fine di gennaio 2022.

Nella zona del Mar Nero gli agricoltori sono riluttanti a vendere semi di girasole: le condizioni finanziarie sono buone ed attualmente pun- tano ad offrire altre colture in- vece dei semi di girasole. Di conseguenza, i frantoi devono affrontare una fornitura limi- tata di materie prime.

Nonostante la produzione sia buona, l'attuale disponibilità è quindi scarsa mentre i prezzi degli oli di girasole restano invece molto elevati rispetto agli altri oli vegetali in quanto si prevede che la domanda rimarrà molto sostenuta ancora per tutto il 2022.

La conferma relativa all’introduzione di dazi sull'olio russo e l’attuale discussione del governo ucraino in merito alle restrizioni alle esportazioni di prodotti ucraini, potrebbe far diventare ancora più significativa la domanda globale di olio di girasole della nuova stagione. Di con- seguenza, qualsiasi restrizione all'esportazione di olio di girasole dall'Ucraina, che è un forni- tore chiave di questo prodotto sul mercato mondiale, sarà di forte impulso all'aumento dei prezzi nell'arena mondiale sia per l'olio che per i semi di girasole.

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Previsione prezzi olio girasole raff.

Month 2022 JFM 2022 AMJ 2022 JAS 2022 OND

€/ Ton 1’507 1’446 1’447 1’421

Nella Comunità Europea la produzione di semi di girasole nel 2021 sé stata buona portando ad un aumento del 14% rispetto all'anno precedente che si traduce in un aumento del 10%

nella media a lungo termine. Anche la superficie a girasole è stata ampliata rispetto all'anno precedente, sebbene solo di poco meno dell'1% a 4,5 milioni di ettari, il 7% in più rispetto alla media quinquennale. La resa media è stata di 23 decitonnellate per ettaro, con una crescita del 13% rispetto al debole anno precedente.

Tutti questi dati positivi non sono però riusciti a calmierare i prezzi di vendita che rimaranno ormai sicuramete elevati ancora fino ad aprile – maggio dell’anno prossimo in quanto molte aziende di diversi Stati hanno già stipulato contratti per i primi mesi del 2022.

Andamento prezzi € / ton olio di girasole raffinato

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Per quanto riguarda l’olio di Girasole HO a dicembre il premio rispetto all’olio di girasole linoleico è aumentato notevolmente arrivando a circa 200 €/ton.

Il mercato dell'olio di girasole alto oleico ha mostrato nell'ultimo mese grandi tensioni do- vute a scarse offerte provenienti dai principali paesi produttori. I dati definitivi del raccolto hanno confermato che nell’UE l'area è dimi- nuita di circa il 12%, con perdite significative in paesi come Francia, Romania, Bulgaria e Un- gheria. Inoltre, i bassi premi offerti l’anno scorso agli agricoltori hanno portato ad una coltivazione minore del previsto, principal- mente nei paesi del Mar Nero. L’aumento previsto in Ucraina si è rilevato alla fine minore in quanto la qualità dei semi raccolti è stata classificata in molte zone come Mid-oleic e non come High-oleic.

Di conseguenza i prezzi sono aumentati notevolmente nelle ultime contrattazioni e si pre- vede che rimarranno elevati per tutto il 2022 almeno fino al nuovo raccolto in Argentina.

Andamento prezzi € / ton olio di girasole HO raffinato

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OLIO DI COLZA Tendenza: crescente

La produzione in EU rimane limitata e la disponibilità per i primi mesi del 2022 è ormai esau- rita. La forte domanda dell'industria del biodiesel inoltre continuerà a sostenere gli alti livelli di prezzo ancora fino al nuovo raccolto dell’anno prossimo.

Il raccolto di colza di quest'anno è stato maggiore di quello del 2020. Per questo motivo, l'UE-27 ha finora avuto bisogno di meno importazioni da paesi terzi.

L'UE-27 ha importato circa 1,3 milioni di tonnel- late di colza nelle prime 15 settimane della stagione 2021/22. Questo è stato un calo del 43% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e un calo del 75% rispetto al 2019/20. Tali fluttuazioni non dipendono solo dalla produzione di colza nell'Unione europea, ma anche dalla disponibilità di colza sul mercato glo- bale.

Secondo i dati attuali il raccolto di colza europea relativa alla campagna 2021/22 ammonterà presumibilmente a 16,9 mil. di tonnellate. Anche se questo valore rappresenta circa 0,8 milioni di tonnellate in più su base annua, non sarebbe sufficiente per coprire l’aumento della do- manda. I soli frantoi tedeschi lavorano più di 9 milioni di tonnellate di colza. La Commissione Europea ha stimato una domanda di importazione aggiuntiva per il 2021/22 a 5,7 milioni di tonnellate. Questo volume sarebbe solo di circa 150.000 tonnellate inferiore a quello regi- strato nel 2020/21.

Tuttavia, la disponibilità di colza sul mercato globale è fortemente limitata a causa delle no- tevoli perdite di raccolto subite dal Canada, il principale fornitore di colza. Di conseguenza, il mercato ha dovuto fare affidamento sulla colza australiana già all'inizio della stagione. Nor- malmente, l'Australia è garante delle consegne di colza nella seconda metà della campagna di commercializzazione. Si prevede che quest’anno l’Australia avrà un raccolto di almeno 5.10 MnT di semi di colza. Anche le consegne limitate dall'Ucraina hanno aumentato il divario.

Sebbene il raccolto sia stato maggiore, le consegne di colza dall'Ucraina sono diminuite del 37% su base annua. Questa carenza è stata compensata solo in minima parte dalle maggiori consegne dalla Moldova e dalla Serbia.

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Andamento prezzi € / ton olio di colza raffinato

Previsione prezzi olio colza raff.

Month 2022 J 2022 FMA 2022 MJJ 2022 ASO 2022 ND

€/ Ton on request 1’660 on request 1’365 1’365

A seguito dell’attuale situazione si prevede che i fondamentali nel mercato della colza sono ancora rialzisti. I prezzi dovrebbero essere sufficientemente alti da generare una razionaliz- zazione della domanda almeno nel primo trimestre del 2022.

Anche se il prezzo dell’olio di colza non è molto differente dagli attuali prezzi degli oli vegetali non è possibile che parte della domanda passi ad altri oli vegetali, principalmente a causa dei requisiti di etichettatura. Per questo rimane ancora molto problematica la decisione in merito alle future coperture che molte aziende stanno procrastinando sperando in diminuzioni glo- bale dei prezzi e soprattutto dei costi dei trasporti.

Interessante notare che a causa dei prezzi elevati, la superficie coltivata nell'UE è stata am- pliata di circa il 7%. Vedremo con la nuova campagna 2022/23 gli effetti che ci saranno sulla disponibilità dell’olio.

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OLIO DI ARACHIDE

Tendenza: da stabile a crescente

Sebbene i dati relativi ai raccolti dell'Argentina e del Brasile siano stati buoni in merito alla qualità dei frutti così come per la quantità, e nonostante le notizie positive sul raccolto negli Stati Uniti, il mercato delle arachidi sembra molto instabile: permangono molte Incertezze su spedizioni e noli, sono previste diminuzione delle piantagioni in Argentina e il clima poco favorevole sta destando molte preoccupazioni in Cina.

Argentina & Brasile: dall'Argentina continuano ad arrivare informazioni sulle spedizioni che sono completamente o parzialmente cancellate e/o trasferite alla(e) nave(i) successiva(e), con spese di nolo che continuano ad aumentare (in alcuni casi anche del 250%). Di conse- guenza i trasportatori sono estremamente sotto pressione e i Buyer europei sono sempre più insicuri e nervosi per la stipulazione dei nuovi contratti.

Il mercato spot è diventato molto attivo e l'Argentina deve spedire fondamentalmente da 40 a 50 milioni di tonnellate al mese per soddisfare la domanda nell'UE, e in questo momento solo il 60-70% di questa merce parte nei tempi stabiliti. Anche se le merci vengono spedite nel mese previsto dal contratto si nota che alcune spedizioni impiegano più di otto settimane per arrivare a destinazione. Tutte le nuove offerte dall'Argentina (e in alcuni casi dal Brasile) includono una clausola di trasporto che sostanzialmente significa che se il trasporto aumenta, aumenta anche il prezzo del contratto. Questo naturalmente sta creando ancora più incer- tezze nelle contrattazioni con il risultato di far aumentare i prezzi di vendita, soprattutto in UE che acquista almeno il 70 % del fabbisogno totale da questa origine.

Per quanto riguarda il nuovo raccolto, in Argentina la situazione non sembra molto promet- tente. Nonostante sia ancora presto, si stima che le piantagioni diminuiranno del 5 fino al 20%! Le ragioni principali di questa prevista diminuzione delle piantagioni sono: prezzi elevati di affitto per i terreni, rallentamento del tasso di cambio contro l'inflazione che provoca una riduzione dei margini (molti contratti devono essere fatti in dollari) ed infine la concorrenza di colture alternative che mantengono buoni prezzi (soia, mais).

In Brasile invece si prevede che le piantagioni per il 2022 saranno invariate o leggermente in aumento (5%) a causa dei prezzi interni in rialzo e dei danni da siccità e gelo nella canna da zucchero, che renderanno più aree adatte alla rotazione delle colture. Per quanto riguarda il meteo finora è stato troppo secco, bisognerà vedere l’evoluzione nelle prossime settimane ma è sicuramente necessaria più pioggia.

USA: dagli Stati Uniti per ora le notizie sono positive. Il raccolto è stato buone e la qualità delle arachidi è eccellente grazie al tempo che è stato ottimale. Si prevede che la domanda interna delle grosse aziende continuerà a mantenere il mercato in tensione e che il livello di prezzo sarà ancora più elevato nei prossimi mesi. Per quanto riguarda i trasporti anche qui i noli sono costantemente in aumento e persiste la difficolta per trovare spazi liberi sulle navi.

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Cina: in Cina, primo produttore a livello mondiale, il raccolto è stato sotto le aspettative. Il tempo é stato poco collaborativo quando si è entrati nel periodo del raccolto e la qualità delle arachidi non è buona. Gli agricoltori hanno fatto del loro meglio per ridurre al minimo la perdita di resa, ma non bisogna dimenticare che in molte zone della Cina l’essiccazione delle arachidi si basa ancora sul sole.

Nella Cina nord-orientale, dove sono presenti vaste aree di coltivazione, il raccolto di arachidi è durato più a lungo e si è sperato fino alla fine di ottenere maggiori rese. Purtroppo, invece i danni sulla qualità sono stato consistenti a causa di gelate improvvise che hanno portato ad una importante perdita di resa durante il periodo di raccolta.

Infine, non bisogna scordare che le scorte di olio di arachidi rimangono molto basse e che il Governo cinese sta puntando a ritornare ad alti livelli in poco tempo, senza badare troppo ai costo d’acquisito. Questa strategia sta portando naturalmente scompiglio a livello mondiale con il risultato finale di far aumentare i prezzi di vendita dell’olio grezzo.

In conclusione, si prevede che il prezzo dell’olio di arachide rimarrà ad alti livelli ancora per il primo semestre del 2022 con aumenti dovuti al continuo cambiamento dei costi di trasporto anch’essi in costante salita.

Andamento prezzi US$ / ton olio di arachide raffinato

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CONCLUSIONI

La produzione globale di oli vegetali continua ad aumentare nell'anno agricolo 2021/22 dove verranno raggiunti nuovi record. Un previsto calo della produzione di olio di colza può essere più che compensato dall'aumento della produzione di olio di palma, girasole e soia.

Secondo le recenti previsioni dell'USDA, la produzione globale di oli vegetali 2021/22 am- monterà a 214,8 milioni di tonnellate. Si tratterebbe di un aumento di 8,21 milioni di tonnellate rispetto al 2020/21. In altre parole, la produzione presumibilmente coprirà integralmente una domanda di 211,8 milioni di tonnellate anche nell'annata agricola in corso.

L'olio di palma è desti- nato a rimanere l'olio ve- getale più importante al mondo in termini di pro- duzione e consumo, con una produzione stimata in 76,5 milioni di tonnel- late. In altre parole, l'olio di palma rappresenta poco meno del 36% della produzione totale di olio vegetale.

Si prevede che la produ- zione di olio di soia cre- scerà del 4% a 61,7 milioni di tonnellate sulla base di raccolti più grandi e potrebbe raggiungere un nuovo record. La Cina rimane il produttore più importante con una produzione pari a 17,6 milioni di tonnellate, mentre gli USA sono al se- condo posto con 11,6 milioni di tonnellate. Si prevede che la produzione di olio di girasole aumenterà fino al 14% a 21,8 milioni di tonnellate nel 2021/22 a causa dei maggiori raccolti nell'Europa orientale e nell'UE-27. D'altra parte, l'USDA ha previsto un calo del 6% della pro- duzione globale di olio di colza a 27,4 milioni di tonnellate a causa di un'offerta inadeguata di colza dovuta a raccolti non ottimali.

Si prevede inoltre che i prezzi costantemente elevati dell'olio di girasole e girasole HO sti- moleranno l'espansione dell'area di coltivazione globale per la campagna di semina del 2022.

Si può quindi affermare che i mercati relativi gli oli vegetali rimarranno ancora per parecchi mesi sotto tensione, la domanda a livello mondiale è e sarà molto sostenuta per i prossimi anni a discapito delle aree di coltivazione che per la maggior parte delle colture rimarrà in- variata.

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OLIO DI OLIVA EXTRA VERGINE E RAFFINATO:

3.800 4.000 4.200 4.400 4.600 4.800 5.000

Prezzo €/kg

52 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 Settimana

Olio Extra Vergine - Italia

2.600 2.800 3.000 3.200 3.400 3.600 3.800

Prezzo €/kg

52 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 Settimana

Oliva Extra Vergine - Spagna

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2.650 2.750 2.850 2.950 3.050 3.150 3.250 3.350 3.450 3.550 3.650

Achsentitel

52 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 Settimana

Olio Extra Vergine - Grecia

1.900 2.100 2.300 2.500 2.700 2.900 3.100 3.300 3.500

Prezzo €/kg

52 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 Settimana

Olio Oliva Raffinato - Spagna

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