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TITOLOLa pratica equestre nell'Età del Bronzo:un primo contributodall'approccio biomeccanico

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Academic year: 2021

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(1)

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI

PISA

FACOLTÀ DI SCIENZE M.F.N.

Tesi di Laurea Specialistica in

Gestione e Valorizzazione delle Risorse Naturali

TITOLO

La pratica equestre nell'Età del Bronzo:

un primo contributo

dall'approccio biomeccanico

Candidato

Nico Radi

Relatori

Prof. Brigitte M.Holt Prof.Vincenzo Formicola

(2)

RIASSUNTO

Attraverso l'analisi delle proprietà biomeccaniche di sezioni trasversali del femore di 15 individui appartenenti ad un campione di maschi adulti con corredo (“Armati”) della media Età del Bronzo, questa ricerca si pone l'obbiettivo di valutare se lo sviluppo notevole di certi muscoli, evidenziato dalla presenza di marcate entesopatie e messo in relazione con un utilizzo frequente del cavallo, si rifletta o meno in cambiamenti nella morfologia e nella robustezza delle sezioni, in particolare nel femore prossimale. Per far ciò si è reso necessario confrontare le proprietà geometriche delle sezioni dei femori dei cavalieri con quelle di femori di individui che sicuramente non lo erano: con questo obbiettivo è stato scelto come gruppo di confronto un campione di 14 individui Mesolitici. I risultati attesi per il femore prossimale consistevano principalmente in un rimodellamento marcato nella forma delle sezioni del campione di Olmo di Nogara, in particolare un allungamento nella direzione dello sforzo medio-laterale superiore al campione di confronto e in una maggiore robustezza strutturale nel campione di Olmo di Nogara rispetto al campione di Mesolitici, in relazione ai carichi eccentrici (torsione e flessione). I risultati ottenuti hanno evidenziato come la parte prossimale del femore non presenti alcun segno di rimodellamento in risposta alla pratica equestre, nè nella forma nè nella robustezza della diafisi. Sono tuttavia emerse in questa regione peculiarità quali una forte anteversione della testa e rotazione mediale del piccolo trocantere che trovano interessanti analogie in un'altra serie dell'Eta' del Bronzo dell'Italia meridionale (Toppo Daguzzo). A metà diafisi, è stato confermato, come previsto, il trend noto in letteratura di declino della robustezza relativamente alla massa corporea nelle ossa degli arti durante il corso dell'evoluzione. Il campione mesolitico mostra infatti valori di robustezza strutturale nettamente superiori al campione del Bronzo Medio.

In conclusione, benchè lo studio delle proprietà geometriche delle sezioni sia risultato meno chiarificatore del previsto come metodo di indagine sulla pratica equestre, il poter escludere l'esistenza di rimodellamento osseo in risposta all'utilizzo abituale del cavallo è già di per sè un risultato importante. Inoltre questo lavoro ha evidenziato come siano necessari, per comprendere come lo scheletro risponda alle sollecitazioni della pratica equestre, ulteriori studi rivolti ad approfondire l'ontogenesi della morfologia anteversa del femore prossimale riscontrata nel campione di cavalieri di Olmo di Nogara (e di Toppo Daguzzo) e le modificazioni nella disposizione e nella cinetica dei muscoli che vi si inseriscono.

(3)

INDICE

1. INTRODUZIONE 4

1.1 Argomento e scopo della ricerca 4

1.2 La pratica equestre 7

1.3 Biomeccanica delle ossa lunghe 22

2. MATERIALI

28

2.1 La Necropoli all'Olmo di Nogara

28

2.2 Scelta dei campioni 30

3. METODI 31

3.1 Misurazioni 31

3.2 Aquisizione delle immagini e dei dati 32

3.3 Proprietà geometriche delle sezioni 36

3.4 Ricostruzione della statura e della massa corporea 41

3.5 Risultati attesi 42

3.6 Statistica 45

4. RISULTATI 47

4.1 Statistiche descrittive 47

4.2 Correlazione tra proprietà geometriche e massa corporea 48

4.3 Confronto tra i due campioni 52

5. CONCLUSIONI

61

Riferimenti bibliografici 62

Riferimenti

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