RIASSUNTO
Il levetiracetam (LEV), nome commerciale Keppra®, è un nuovo farmaco antiepilettico dal meccanismo d’azione del tutto innovativo. Il suo bersaglio principale è, infatti, SV2A (Synaptic Vesicle protein 2A), una glicoproteina integrale di membrana delle vescicole sinaptiche. La funzione precisa di SV2A è ancora incerta. Vari studi hanno dimostrato che la proteina interagisce con la sinaptotagmina, per cui probabilmente modula la formazione del complesso proteico necessario alla fusione delle vescicole con la membrana presinaptica. In Europa LEV è approvato come monoterapia nel trattamento delle crisi parziali con o senza secondaria generalizzazione in pazienti con epilessia di nuova diagnosi a partire dai 16 anni di età e come terapia aggiuntiva nel trattamento delle crisi parziali con o senza secondaria generalizzazione in adulti e bambini a partire dai 4 anni di età, nel trattamento delle crisi miocloniche in adulti e adolescenti con epilessia mioclonica giovanile (JME) a partire dai 12 anni di età e nel trattamento delle crisi tonico-cloniche generalizzate primarie in adulti e adolescenti con epilessia generalizzata idiopatica (IGE) a partire dai 12 anni di età.
LEV è un farmaco efficace, a largo spettro e ben tollerato. La risposta al trattamento è, però, molto variabile da soggetto a soggetto e apparentemente indipendente dal dosaggio. Questo studio osservazionale trasversale retrospettivo ha proprio lo scopo di valutare se l’efficacia del LEV è direttamente proporzionale alla dose e di individuare le variabili cliniche che possono consentire di predire l’attività del farmaco nel singolo paziente (tipo di crisi, tipo di epilessia, alterazioni EEG e anomalie all’imaging).
Su 118 pazienti epilettici trattati da almeno 2 anni con LEV, sia in mono che in politerapia, 38 hanno raggiunto il completo controllo delle crisi (32,2% del campione), mentre 31 hanno presentato una riduzione della frequenza delle crisi di almeno il 50% (26,3%). Complessivamente 69 pazienti hanno ottenuto un beneficio dal trattamento con LEV (58,5%). I pazienti del gruppo responsivi al farmaco assumono un dosaggio medio inferiore rispetto a quello del gruppo non responsivo. La differenza tra i due gruppi non è, però, statisticamente
significativa. Questo risultato sembra comunque suggerire che i pazienti responsivi al farmaco ottengono il massimo effetto già a basse dosi.
La risposta al farmaco risulta migliore nei pazienti con CPS e peggiore nei pazienti con CPC (p<0,04). Sembra, inoltre, esserci un trend di risposta positivo nei pazienti con anomalie elettroencefalografiche, epilessia sintomatica ed epilessia generalizzata, anche se non si riesce a raggiungere un risultato statisticamente significativo.
Alla luce di questi risultati è probabile che la risposta al LEV sia determinata da fattori genetici e molecolari più che da fattori clinici.