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3. COMMENTO ALLA TRADUZIONE Arthur Bell Nicholls definì la consuetudine epistolare così radicata nella vita della moglie, «dangerous as Lucifer matches».

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Academic year: 2021

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3. COMMENTO ALLA TRADUZIONE

Arthur Bell Nicholls definì la consuetudine epistolare così radicata nella vita della moglie, «dangerous as Lucifer matches».1 In tale prospettiva, e in virtù dell'esistenza quieta e priva di risonanza che egli si era proposto di vivere, aveva pregato Ellen Nussey di sbarazzarsi delle lettere della moglie, bruciandole. Ellen non lo fece, e di questo, storici, commentatori, critici, ma anche gli stessi lettori le saranno per sempre grati.

Entrata a far parte di un mondo prettamente maschile, caratterizzato dalle complesse transazioni che regolano i rapporti fra autori ed editori, Charlotte Brontë nascose la sua identità femminile dietro il velo dello pseudonimo. Per timore che altri aprissero la sua corrispondenza mutò ulteriormente il suo ruolo fittizio e si finse quindi mediatore per i Messrs. Bell. Così continuò per qualche tempo fino a quando, per paura che la paternità autoriale sua e delle sorelle mettesse a repentaglio il lavoro di una vita, decise di uscire allo scoperto e di mostrarsi per ciò che veramente era: «to you I am neither Man nor Woman – I come before you as an author only.»2 È questa una considerazione centrale per analizzare, e quindi comprendere al meglio il carattere dell'autrice.

Nel nostro studio si è inteso presentare un aspetto apparentemente collaterale della vita di Charlotte Brontë, quello che, al di là del valore letterario delle poesie e dei romanzi, costituisce uno snodo essenziale nella sua carriera di autrice: le vicissitudini editoriali che hanno scandito circa un

1 Charlotte a Ellen Nussey, 20 ottobre 1854 2 Charlotte a W. S. Williams, 16 agosto 1849

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decennio della sua esistenza. Per farlo si è scelto di presentare la traduzione di una selezione di lettere che vanno a comporre un nutrito scambio epistolare fra lei e i suoi editori, personalità della Londra letteraria dell'epoca che con professionalità ed esperienza seppero gestire le richieste dell'autrice e coadiuvarla nella stesura e nel completamento delle sue opere. Le lettere presentate raccontano da sé gli sforzi e le conquiste di Brontë, i punti forti della sua personalità decisa e i difetti della sua caparbietà.

Il primo anno considerato, il 1846, ha a che vedere con la Aylott & Jones, piccola casa editrice londinese specializzata nella pubblicazione di testi a carattere religioso. Furono i responsabili di questa casa editrice a prendere in carico la prima opera di Charlotte, l'unica condivisa con le sorelle. Le lettere di questo periodo sono dirette, concise. L'interesse di Charlotte era quello di pubblicare la raccolta e aveva ben chiaro come procedere. Vista la brevità degli scambi, si è qui deciso di inserirne un numero piuttosto nutrito, anche e soprattutto perché essi corrispondono ai primi veri sforzi editoriali dell'autrice.

Le prime lettere inviate a Smith & Elder hanno lo stesso tenore: brevi, mirate e con un misto di rispetto e di volontà di far valere le proprie ragioni. Alle business-like letters dei primi anni seguiranno presto lunghi scritti nei quali si può osservare Brontë nella sua maturazione di donna e autrice.

Fra i destinatari spicca William Smith Williams. Il collaboratore della Smith & Elder fu il primo a leggere Jane Eyre, a riconoscerne i grandi meriti e a raccomandarne la pubblicazione. Williams divenne ben presto grande confidente di Charlotte, pronto tanto ad appoggiarla nelle questioni

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letterarie quanto a sostenerla nei momenti bui della sua vita. Le comunicazioni con Williams sono continue; un solo vuoto si registra in corrispondenza alla stesura e ultimazione di Villette.

Al nome di Williams si affiancherà presto sul retro delle comunicazioni quello del giovane direttore della stessa casa editrice, George Smith. Anche nel suo caso, la corrispondenza è davvero nutrita e l'affiatamento fra i due tale da suggerire un legame intenso:

The unveiling of Charlotte's relationship with George Smith […] is one of the great pleasures of the correspondence. Personal acquaintance irrevocably altered it from one of rather formal mutual respect to one of teasing affection which frequently spilled over into flirtation. Perhaps the most fascinating aspect of this change is that, the more flirtatious the correspondence, the more firmly Charlotte clung to her persona as 'Currer Bell'. It is as if the male pseudonym freed her from the conventions which would normally attach to an interchange of letters between an umarried man and a single woman, allowing her to say things she would never have dared to say to his face.3

Occasionali sono invece le lettere indirizzate a James Taylor, altro collaboratore di Smith & Elder.

Gran parte delle lettere qui selezionate furono pubblicate in Life of

Charlotte Brontë di Elizabeth Gaskell. Per la selezione ci si è valsi delle

antologie scritte e curate da Juliet Barker e da Margaret Smith.

Come sostiene Susanna Basso, ci vuole sempre un certo imbarazzo di fronte al testo di qualcun altro,4 e questo è tanto più vero quando il testo che si vuole tradurre non è solo il prodotto del genio dell'autore, ma è la stessa traccia che questo ha lasciato nel suo cammino perché, a dispetto del

3 J. BARKER, The Brontës. A Life in Letters, Penguin, Londra 1997

4 Cfr. S. BASSO, Sul tradurre. Esperienze e divagazioni militanti, Bruno Mondadori, Milano 2010, p. 2

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carattere originariamente privato degli scritti, anche noi lo percorressimo. Numerose sono le lettere che passano al vaglio scelte di pubblicazione, preferenze, discussione sulle trame, sui personaggi, sul paratesto e su tutte quelle questioni di poetica affrontate dall'autrice negli anni della sua produzione artistica.

A scandire quelle che, sommariamente, si sono indicate vicissitudini editoriali, la selezione comprende anche le lettere relative a episodi essenziali nella vita di Brontë, i momenti delle grandi perdite e della desolazione; le lettere, insomma, che rivelano Charlotte Brontë in una dimensione davvero completa.

Riferimenti

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