Capitolo 2
LE OPPORTUNITÀ EUROPEE PER I GIOVANI
2.1 I “giovani” per l'Unione Europea
Sempre più i giovani vengono visti dalla collettività, come protagonisti importanti per la creazione di una comune cittadinanza europea e una società inclusiva; la loro presenza nel territorio si mostra fondamentale per lo sviluppo stesso dell'Unione Europea1, “i
giovani costituiscono un gruppo in divenire, sono gli attori a pieno titolo delle nostre società2”. Come è scritto nel Libro Bianco della Commissione Europea 2001, gli stessi
giovani vogliono essere intesi come “quei interlocutori a pieno titolo”: vogliono contribuire a costruire l'Europa e vogliono influenzare allo stesso tempo, il dibattito sul loro divenire. I giovani rappresentano il centro dell'attenzione delle politiche e degli interventi dell'Unione Europea e rivestono un ruolo determinante nell'affrontare le sfide politiche, culturali, economiche, demografiche; questo perché vengono percepiti come una ricchezza per le società.
Il Libro Bianco rappresenta una sorta di quadro di riferimento, un metodo con delle priorità per le azioni comunitarie in favore dei giovani e ha come obiettivo, quello di gettare un ponte fra gli stessi giovani e la cittadinanza attiva, cercando di mobilitarli, coinvolgerli nel processo di integrazione europea. “Non abbiamo intenzione di imporre i programmi per la gioventù, ma di elaborarli insieme a loro. Vogliamo discutere con i giovani sul futuro delle politiche che li riguardano” ha confidato il Commissario responsabile degli affari per la gioventù, Viviane Reding, nel momento in cui espose al Consiglio d'Europa, il progetto di creare un Libro Bianco su una politica giovanile orizzontale per l'Unione Europea3.
I giovani riconoscono l'Europa come uno spazio ove vivono, viaggiano, si formano, “uno spazio allargato senza frontiere”4, in cui in prima linea c'è il rispetto dei valori
fondamentali, quali quello di tolleranza, di scambio. Il Consiglio Europeo sottolinea quest'aspetto, vale a dire quello della mobilità transfrontaliera per lo sviluppo dei
1 Rota S. (Aprile 2012), «Gli interventi dell'UE per le nuove generazioni-Uno sguardo panoramico»,
Osservatorio Isfol-Rivista Storica dell'Istituto per lo Sviluppo della Formazione dei Lavoratori
2 Libro Bianco della Commissione Europea Un nuovo impulso per la gioventù Europea (Bruxelles 2001) cit. pag. 4
3 Questo articolo è consultabile su Www.archivio.politichegiovanili.it 4 Ivi pag. 57 (Un'Europa a cui i giovani vogliono prendere parte)
giovani e quello dell'Europa5. Per mobilità transfrontaliera è intesa la mobilità fisica di
un giovane, quindi il suo soggiornare in un altro Paese Europeo diverso dal proprio, per ragioni di studio, di tirocinio, di svolgimento di un'attività di volontariato o per beneficiare un altro tipo di formazione. Quest'aspetto della mobilità assume importanza, poiché è visto agli occhi del Consiglio Europeo, un modo per sviluppare nei giovani, capacità, competenze e senso di appartenenza europea.
Già nel 1968 il desiderio di gran parte dei giovani era quello di varcare il proprio Paese per scoprire cosa si presentava oltre i propri confini territoriali e allo stesso tempo, (mossi da uno spirito cosiddetto “libertino”), puntavano a cambiare se stessi e ciò che li circondava. Giovani che volevano distinguersi come protagonisti della propria vita; ma se inizialmente esplorare o cercare possibilità lavorative-formative all'estero erano scelte del tutto autonome, guidate dal solo istinto personale del giovane, con il passare del tempo, la mobilità del giovane divenne oggetto di normative europee con l'emanazione di Trattati, Disegni di Legge, Comunicazioni, Risoluzioni. Lo stesso Trattato che istituì la Comunità Europea, ossia il Trattato di Roma6 firmato nel 1957 da
Francia, Belgio, Germania, Italia, Olanda e Lussemburgo, ai sensi dell'articolo 150, pose maggiore attenzione agli obiettivi per i giovani, quali quello dell'accesso alle azioni per la formazione professionale e la mobilità giovanile. Tale trattato, configurato come la base dell'integrazione economica e politica europea, diede vita ad istituzioni e a meccanismi decisionali che permettevano di esprimere sia una visione comunitaria che gli interessi nazionali. Delineavano in tal senso, un equilibrio istituzionale fondato su tre organi7 quali, il Parlamento, che ha un ruolo consultivo, la Commissione Europea, che
prepara le proposte di legge ed il Consiglio Europeo, il quale emana le norme. Quest'ultimo sottolinea che, uno degli obiettivi principali nel settore della gioventù è l'incoraggiare i giovani a svolgere un ruolo attivo nella società civile in Europa e il promuovere e sviluppare in Europa le politiche giovanili.
In particolare, il Consiglio d'Europa8 (Organizzazione politica fondata nel 1949 per
promuovere la democrazia e i diritti dell'uomo in Europa) raggruppa oggi, circa 500
5 CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA-Conclusioni del Consiglio e dei rappresentanti dei governi degli Stati Membri, riuniti in sede di Consiglio il 21/11/2008, sulla mobilità dei giovani (2008/C 320/03)
6 Sbobinatura dell'intervista Eronews-IT-Europeans: il Trattato di Roma, consultabile su http://www.youtube.com/watch?v=bgeotOGEvzM
7 Questo articolo è consultabile su Www.ogginellastoria.wordpress.com
8 European Youth Foundation, «Fondazione europea per la gioventù. Lavorare per i giovani in Europa»,
milioni di Europei9 e incoraggia i giovani a svolgere un ruolo dinamico all'interno della
società, tramite attività a livello extra-territoriale. Attività che vengono ad attuarsi grazie alla presenza dei Centri Europei per la gioventù di Strasburgo e Budapest (CEJ), ossia Centri di formazione e di incontri a livello internazionale dotati di una struttura residenziale e un team di consiglieri pedagogici capace di fornire assistenza per lo svolgimento di attività rivolte ai giovani. Oltre ai CEJ, c'è la presenza della Fondazione europea per la gioventù (FEG) istituita per fornire sostegno finanziario alle attività europee a favore della gioventù, dal momento che dispone un bilancio di circa 3 milioni di euro all'anno. L'obiettivo di tale Fondazione è quello d'incoraggiare la cooperazione fra i giovani in Europa: attraverso un supporto economico è promossa la pace, la comprensione, la cooperazione nel rispetto dei diritti dell'uomo, della democrazia, della tolleranza, della solidarietà. I progetti e i programmi attuati dal Centro e dal Fondo Europeo sono gestiti in base al principio di cogestione; per l'appunto le strutture decisionali sono composte da rappresentanti di organizzazioni giovanili e da rappresentanti dei governi.
Inoltre, il Consiglio d'Europa si dedica allo sviluppo della carta giovani, una carta di servizi per migliorare la situazione dei giovani che prendono parte a progetti di mobilità, promuovendone anche il Servizio Volontario per i giovani a livello nazionale ed europeo. Assistiamo quindi allo slancio e allo sviluppo del settore della gioventù, dal momento in cui, i giovani hanno iniziato a porsi sempre di più, al centro dell'attenzione delle politiche e degli interventi dell'Unione Europea. Infatti, con l'attuazione del Trattato di Maastricht (1992), ci fu l'ampliamento della Comunità Europea alla dimensione sociale, “la gioventù”, la quale, insieme all'istruzione, la formazione, la cultura, divenne ufficialmente una politica dell'Unione Europea. Il Trattato di Maastricht10 segnò una nuova tappa nell'integrazione europea e rafforzò ulteriormente il
funzionamento democratico ed efficiente delle istituzioni, per consentire loro di adempiere in modo più efficace ai compiti affidati. In sostanza rappresentò una tappa di un processo dinamico in continua evoluzione, una spinta verso un'unione più concreta e consapevole. Con tale Trattato, le competenze comunitarie vennero estese al settore sociale e la norma generale divenne il principio di sussidiarietà: l'UE iniziò a prendere “decisioni il più vicino possibile ai cittadini”.
9 Questo articolo è consultabile su Www.europa.eu - Portale dell'Unione Europea- Sezione Statistiche e
sondaggi, Popolazione totale
10 Questo articolo è consultabile su Www.europa.eu – Sintesi della Legislazione dell'UE- Trattato di
In tale occasione emerse uno degli obiettivi dell'azione della Comunità Europea, ossia il favorire lo sviluppo degli scambi di giovani e animatori di attività socio-educative11.
L'Unione Europea riconosceva l'importanza d'integrare i giovani nella società, di sfruttare il loro potenziale, per garantire uno sviluppo sostenuto e sostenibile in Europa: “il destino dell'Europa dipende in misura crescente dalla sua capacità di promuovere società che favoriscono l'infanzia e la gioventù”12.
Con il tempo furono realizzate varie iniziative nel settore giovanile, le quali testimoniavano l'importanza delle politiche per i giovani in Europa e negli Stati Membri13. Tra cui, nell'ambito del Trattato di Lisbona (2009), l'art. 165 delineò la
promozione della partecipazione dei giovani alla vita democratica, come uno dei principali impegni assunti dagli Stati Membri e dalle Istituzioni comunitarie. Tale trattato, entrato in vigore il 1° dicembre del 2009 modificava il Trattato di Roma e di Maastricht, conferendo all'Unione Europea, un nuovo quadro giuridico, con istituzioni moderne, metodi di lavoro ottimizzanti, ponendo il cittadino al centro del progetto europeo14. Il fine fu quello di rispondere efficacemente alle sfide odierne della società,
promuovendo gli interessi dei cittadini e la partecipazione democratica in Europa, attraverso un'Europa di diritti, valori, libertà, solidarietà, sicurezza e dimostrandosi più efficiente, più democratica e più trasparente15. Ciò fu in linea con le volontà dei giovani,
i quali volevano partecipare e cogliere allo stesso tempo le opportunità europee offertegli.
Nella Strategia di Lisbona, a garantire maggiore consistenza ai diversi interventi a livello dell'Unione Europea nelle politiche giovanili fu il Patto Europeo per la gioventù, adottato nelle Conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo 2005. L'intento di tale Patto fu quello di promuovere l'istruzione, la formazione, la mobilità, l'integrazione professionale e sociale dei giovani, articolandosi in tre parti: “occupazione, integrazione e promozione sociale”, “istruzione, formazione e mobilità” e “conciliazione tra vita familiare e professionale”. La sua attuazione, definita da una risoluzione ad hoc,
11 Ivi, Art. 126
12 COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE-Comunicazione della Commissione al Consiglio sulle politiche europee concernenti la gioventù. Rispondere alle preoccupazioni dei giovani in Europa-Attuare il patto europeo per la gioventù e promuovere la cittadinanza attiva (Bruxelles 30/05/2005) 13 COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE-Comunicazione della Commissione al Consiglio
relativa alle politiche europee in materia di partecipazione e informazione dei giovani. Seguito del Libro Bianco: realizzare gli obiettivi comuni per la partecipazione e l'informazione del giovani al fine di promuovere la loro cittadinanza europea attiva (Bruxelles 20/07/2006)
14 Questo articolo è consultabile su Www.ec.europa.eu - Trattato di Lisbona: un nuovo inizio per l'UE 15 Questo articolo è consultabile su Www.politicheeuropee.it
evidenziò l'importanza di rafforzare la dimensione giovanile delle politiche pertinenti, coinvolgendo i giovani e le organizzazioni al riguardo. Per ciò, il quadro europeo della cooperazione nel settore gioventù, si distinse in tre pilastri16:
I. Il primo riguardava lo sviluppo della cittadinanza attiva dei giovani, attraverso l'implementazione delle priorità definite dal Metodo Aperto di Coordinamento rinnovato, l'elaborazione di relazioni da parte degli Stati Membri e un dialogo strutturato con i giovani. Il Metodo Aperto di Coordinamento (MAC)17 è il
metodo procedurale con cui si attuano le soft law, ossia gli accordi di governance che operano al posto dei trattati, dei regolamenti e del metodo comunitario. Si basa su alcuni principi generali quali la partecipazione, la condivisione del potere, l'integrazione a più livelli, la creazione di conoscenza, la diversità, fornendo un quadro che consente di favorire il reciproco scambio e l'apprendimento, la divulgazione delle buone pratiche ed il rafforzamento della convergenza verso obiettivi europei. Dagli anni del Duemila18 notarono che
l'applicazione del MAC alle politiche giovanili e l'intervento dell'Unione Europea a favore dei giovani, si mostrava sempre più coerente e strutturato. II. Il secondo si rifece all'integrazione socio-professionale dei giovani, mediante
l'applicazione del Patto Europeo per la Gioventù.
III. Il terzo fu la presa in considerazione e lo stesso sviluppo della dimensione giovanile nelle altre politiche.
I tre pilastri si affiancarono nell'applicazione di un approccio flessibile al settore della gioventù, nel rispetto delle competenze degli Stati Membri e del principio di sussidiarietà. A tal proposito, il quadro di cooperazione europea si mostrava e si mostra ancora oggi, come una positiva piattaforma per l'azione degli Stati Membri sulle questioni inerenti i giovani.
Il nuovo quadro di cooperazione per il periodo 2010-2018 adotta per di più, una serie di priorità: creare per tutti i giovani maggiori opportunità nell'istruzione, nel mercato del lavoro e promuovere la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e la solidarietà. Le nuove priorità sono state inserite nella Strategia Europea 2020, lanciata dalla Commissione
16 COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE-Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni. Una strategia dell'Unione Europea per investire nei giovani e conferire loro maggiori responsabilità. Un Metodo Aperto di Coordinamento rinnovato per affrontare le sfide e le prospettive della gioventù (Bruxelles 27/04/2009)
17 Adottato dai Capi di Stato e Governo il 23-24/03/2000 nelle Conclusioni del Consiglio Europeo di Lisbona
Europea nel 2010 per succedere alla Strategia di Lisbona del 2000. Queste priorità riflettono sulla dimensione giovanile, con riferimenti agli aspetti essenziali della politica della gioventù, vale a dire la mobilità, il riconoscimento dell'istruzione non formale, l'istruzione e l'accesso dei giovani al mercato del lavoro.
Il Consiglio Europeo ribadisce l'importanza della mobilità dei giovani in contesti di apprendimento formale e informale, il riconoscimento delle qualifiche acquisite, l'importanza d'incoraggiare la partecipazione dei giovani alla vita democratica e la promozione di un approccio trasversale. Quest'ultimo concetto, l'approccio transversale19 è un approccio che considera i giovani nelle loro diversità e con una certa attenzione nel definire per loro, dei programmi d'intervento. Infatti le politiche giovanili vengono viste come “politiche intersettoriali e integrate” volte a migliorare le condizioni di vita e di partecipazione dei giovani. Per garantire ciò, lo Stato delinea un livello d'integrazione con altri Ministeri; nello specifico ogni Paese presenta diversificati livelli d'integrazione. L'Italia delega il Ministero della Gioventù, per coordinare le azioni di governo riguardanti le politiche in favore dei giovani, le politiche giovanili della Danimarca e del Regno Unito si uniscono con la Pubblica Istruzione, la Slovenia collega le politiche giovanili con lo Sport e la Germania inserisce il Settore Gioventù all'interno del Ministero della famiglia, degli anziani e delle donne.
Adesso, i giovani godono di una rappresentanza diretta presso il Comitato Economico e Sociale (CES)20, dal momento in cui, molti dei membri del CES sono collegati ad
organizzazioni che hanno sezioni giovanili su diversi livelli territoriali ed extra-territoriali. Altresì, la voce dei giovani all'interno dell'Europa si fa sentire anche attraverso il Forum Europeo della Gioventù (EYF)21: fondato nel 1979, con lo scopo sia
di rappresentare le organizzazioni giovanili a livello europeo, sia di avviare un dialogo con i giovani. Il Forum Europeo della Gioventù è composto da più di 90 Consigli Giovanili Nazionali degli Stati Membri dell'UE e da organizzazioni giovanili internazionali non governative; insieme essi rappresentano gli interessi di decine di milioni di giovani di tutto il continente. Al suo interno è presente anche il Forum Nazionale Giovani (FNG), ossia l'unica piattaforma nazionale di organizzazioni giovanili italiani che garantisce una rappresentanza di oltre 3,5 milioni di giovani.
I membri del Forum Europeo della Gioventù devono nominare la maggioranza dei
19 Bazzanella A., Investire nelle nuove op. cit. pag. 82
20 Assessorato alle Politiche Sociali, «Sintesi delle azioni europee nel settore della gioventù»,
Osservatorio Politiche Giovanili Provincia del Medio Campidano, Santuri, N° 1.0 del xx.xx.20xx
21 Questo articolo è consultabile su Www.europa.eu/youth, Sezione Cos'è il Forum Europeo della
Membri del Consiglio Consultivo i quali, insieme ai rappresentanti dei governi degli Stati membri, costituiscono il Consiglio Congiunto (questo definisce le priorità per le attività e la politica del Consiglio d'Europa giovanile). Volendo agire da interlocutore e organismo consultivo delle Istituzioni Internazionali, gli obiettivi centrali di tale Forum sono: promuovere i diritti e le opportunità per i giovani, migliorare le loro condizioni di vita e fungere da portavoce cosicché in Europa i giovani sono allo stesso livello degli altri cittadini. Nel concreto, per trasformare in fatti questi obiettivi, il Forum (oltre a porsi come principi fondamentali la rappresentanza, la democrazia interna, l'indipendenza, l'apertura e l'inclusione), si prefigge di: partecipare a progetti di carattere sociale, fungere da interlocutore riconosciuto delle Istituzioni Internazionali, incoraggiare gli organismi politici a tenere di conto delle questioni giovanili in tutti i settori. Ma anche di creare organizzazioni giovanili autenticamente indipendenti, promuovere la comprensione interculturale, la democrazia, il rispetto, la diversità, i diritti umani, la cittadinanza attiva, la solidarietà e di contribuire al lavoro dei giovani in altre parti del mondo.
L'importanza dei giovani all'interno dell'Europa è sottolineato anche dalla Dichiarazione di Laeken sul futuro dell'Unione Europea: “i giovani, oltre ad essere importanti per il futuro dell'Europa, hanno un ruolo fondamentale da svolgere nell'Europa di oggi […] e possono apportare un reale contributo alla costruzione dell'Unione Europea di domani”22. Tale Dichiarazione si è impegnata per fare divenire l'UE più democratica, più
efficiente e più trasparente, sollevando 60 questioni attinenti al futuro dell'Unione Europea. Questioni queste, articolate in quattro tematiche principali quali, la ripartizione e la definizione delle competenze, la semplificazione dei trattati, l'architettura istituzionale e la via verso una Costituzione per i cittadini europei.
22 CONVENZIONE EUROPEA, Testo definitivo adottato dalla Convenzione Europea dei giovani- CONV 205/02 (Bruxelles 19/07/2002)
2.2 “Gioventù in Azione - Erasmus Plus”
La Commissione Europea, il Parlamento Europeo e gli Stati membri dell'Unione Europea con la delibera n° 1719/2006/EC del 15 novembre del 2006 adottarono il “Programma Youth in Action”23(Programma Gioventù in Azione) per l' arco di tempo 1° gennaio 2007 - 31 dicembre 2013. Ciò rafforzò l'azione e la cooperazione dell'Unione Europea data dalle esperienze precedenti quali: “Programma Gioventù con l'Europa” (1989-1999), il “Servizio Volontario Europeo” (1996-1999), il “Programma di Azione Giovanile” (2000-2006) e il “Programma di promozione degli organismi attivi nel settore dei giovani” (2004-2006).
L'attuazione del Programma Gioventù in Azione24 ha visto il coinvolgimento degli Stati
Membri dell'Unione Europea e degli altri Paesi coinvolti, tramite il Comitato del Programma; in quest'ultimo sono stati nominati i rispettivi rappresentanti. La sua attuazione è decentrata, dal momento in cui ciascuno dei Paesi che partecipa al Programma, nomina un'Agenzia Nazionale, la quale promuove e realizza il Programma a livello nazionale e nello stesso tempo funge da tramite fra la Commissione Europea, i promotori dei vari progetti (a livello locale, regionale, nazionale) e gli stessi giovani. Più nello specifico, i soggetti coinvolti nell'applicazione del Programma sono:
➢ La Commissione Europea, responsabile per la supervisione e la coordinazione delle Agenzie Nazionali e responsabile principe del buon funzionamento del Programma, con il compito di: gestire i bilanci, stabilire le priorità, gli obiettivi, i criteri del programma e orientare, supervisionare le applicazioni generali su scala europea.
➢ L' Agenzia Esecutiva (nell'ambito educativo, audio visuale e culturale) che con la decisione 2005/56/EC della Commissione Europea diviene la principale responsabile nell'applicazione delle azioni centralizzate del Programma, occupandosi della gestione delle assicurazioni dei volontari e partecipando per la gestione del finanziamento di Red Eurodesk, la piattaforma giovanile Euro-Med e le antiche strutture dei volontari del SVE.
➢ Le Agenzie Nazionali presenti in ogni Paese devono applicare e promuovere il Programma a livello nazionale, raccogliendo e fornendo informazioni adeguate sul programma “Gioventù in Azione”, gestendo una selezione trasparente ed
23 Questo articolo è consultabile su Programa Juventud en Acciòn-Participando en Europa. Cursos y
Talleres, Madrid
equa delle candidature relative a progetti da finanziare a livello decentrato, assicurando procedure amministrative efficaci ed efficienti. Ma anche puntando alla cooperazione con strutture esterne per contribuire all'attuazione del Programma, valutando, controllando l'attuazione del Programma, fornendo sostegno ai candidati e ai promotori di progetti durante l'intero ciclo di vita del progetto. E ancora, formando insieme alla Commissione, una rete dal funzionamento efficace, migliorando la visibilità del Programma e promuovendo la diffusione e la valorizzazione dei risultati del Programma a livello nazionale. ➢ I Centri Giovanili di risorse “SALTO”, offrono formazione e opportunità di
cooperazione al fine di migliorare la qualità ed il riconoscimento dell'apprendimento non formale.
➢ Red Eurodesk, una rete composta dai soci nazionali che contribuiscono a
diffondere informazioni inerenti il Programma, alimentando il Portale Europeo della gioventù, cooperando allo stesso tempo con altre reti d'informazione dei giovani, come l'Agenzia Europea d'Informazione e Inclinazione per i Giovani (ERYCA) e l'Associazione Europea della tessera Giovani (EYCA).
➢ Piattaforma Giovanile Euro-Med la quale deve fomentare la cooperazione, il
lavoro di rete e d'intercambio fra le diverse organizzazioni giovanili.
➢ Vecchie strutture dei volontari del SVE che si dedicano a temi di gioventù e
volontariato, come la regolarizzazione dell'informazione dei volontari al fine di condividere le esperienze.
Il Programma ha contribuito alla nuova struttura della politica giovanile per la Cooperazione Europea nell'ambito della gioventù adottata nel 2009; presenta un approccio trasversale ai temi della gioventù al fine di creare uguali opportunità nell'educazione e nel mercato del lavoro per tutti i giovani e per promuovere l'impegno attivo, l'inclusione sociale e la solidarietà. Nello stesso tempo appoggia anche “La gioventù in movimento”, ossia l'iniziativa della Strategia 2020 dell'Unione Europea, la quale pone la gioventù, al centro dell'agenda dell'Unione Europea, per creare un'economia basata sulla conoscenza, sull'innovazione, sull'educazione e abilità, sull'adattabilità e creatività e sulla partecipazione attiva all'interno della società.
In sostanza, Gioventù in Azione contribuisce25: all'implementazione della nuova
struttura per la Cooperazione Europea nell'ambito della gioventù (2010-2018), all'appoggio dell'iniziativa “Gioventù in Movimento” nella struttura della Strategia 2020
dell'UE e alla partecipazione attiva dei giovani nella società, in linea con le nuove competenze attribuite con il Trattato di Lisbona. All'interno del Programma ci sono delle caratteristiche fondamentali che rappresentano presumibilmente i cardini principi: l'apprendimento formale, ma soprattutto non formale in una dimensione europea. L' apprendimento non formale è “quell' apprendimento erogato mediante attività pianificate (in termini di obiettivi e tempi di apprendimento) con una qualche forma di supporto”26. La Commissione Europea nel 2012 a Bruxelles sottolineò come nella
società odierna, l'apprendimento non formale si inserisce all'interno di un'epoca caratterizzata dall'invecchiamento demografico e dalle difficoltà d'inserimento nel mercato del lavoro. Per tale motivo, questo tipo di apprendimento è utile al fine di aiutare l'Europa a fare riavvicinare i giovani a nuove opportunità formative e lavorative, combattendo la disoccupazione e aumentando la competitività e la produttività. Nel concreto si parla di attività quotidiane, inerenti il lavoro, la famiglia, il tempo libero, ecc., quindi attività circoscritte.
Oltre all'apprendimento non formale, un'altra caratteristica principale di questo Programma è lo “Youthpass”, ossia un certificato che convalida l'esperienza non formale e formale ed i risultati ottenuti durante il progetto effettuato. Tramite questo certificato, la Commissione Europea garantisce il riconoscimento del Programma come un'esperienza educativa. Ciò assume le vesti di un “grande cambiamento” nel lavoro internazionale con i giovani e a tal proposito Max Dupree disse “non possiamo diventare quello che abbiamo bisogno di essere rimanendo quello che siamo” (qui centrale è il mutamento).
Un altro aspetto essenziale citato è la non discriminazione: il Programma Gioventù in Azione è reso aperto a tutti i giovani senza discriminazioni di sesso, razza, etnia, religione, convinzioni, disabilità o orientamento sessuale. Ad esempio l'uguaglianza fra uomo e donna consolidata già nel Trattato di Amsterdam27 costituisce uno degli elementi
principali per aumentare l'occupazione all'interno dell'Unione Europea. Per l'appunto tutti gli Stati Membri pongono il principio di uguaglianza fra uomo e donna in tutte le politiche, in particolare nell'area educativa e culturale.
Inoltre ogni partecipante al Programma ha l'opportunità di acquisire molto in termini sociali, spirituali, emotivi, nel rispetto e nella promozione dei diritti dei giovani e della
26 COMMISSIONE EUROPEA-Proposta di Raccomandazione del Consiglio sulla convalida dell'apprendimento non formale e informale (Bruxelles, 05.09.2012)
27 Gazzetta Ufficiale C 340, Trattato di Amsterdam che modifica il Trattato sull'Unione Europea (10/11/0997)
diversità culturale. La Commissione Europea, tramite questo Programma, vuole fomentare per l'appunto anche il multilinguismo seguendo nello specifico due obiettivi al riguardo: contribuire a creare una società che tiene di conto delle sue diversità linguistiche e stimolare i cittadini per fare apprendere le diverse lingue.
L'obiettivo principe28 che si ha prefisso il Programma è stato quello di incoraggiare i
giovani alla vita pubblica, di sviluppare il loro spirito di creatività d'iniziativa; ma anche di rispondere alle necessità che i giovani hanno, farli acquisire nuove competenze a livello di apprendimento non formale e fomentare la loro partecipazione attiva nella società.
Come identificarono nella decisione n° 1719/2006 EC all'interno della Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea, i diversi obiettivi sono stati quelli di: promuovere la cittadinanza attiva dei giovani (particolarmente la cittadinanza europea), potenziare la solidarietà, promuovere la tolleranza dei giovani (soprattutto per rinforzare la coesione sociale dell'Unione Europea), favorire la conoscenza fra i giovani dei diversi Paesi, contribuire a migliorare la qualità del sistema di sostegno, rinforzare la capacità delle organizzazioni della società civile nell'ambito della gioventù e favorire la cooperazione europea nell'ambito della gioventù. L'attuazione di tali obiettivi tenne di conto di alcune priorità, che si distinguono in priorità permanenti e priorità annuali. Le priorità permanenti a differenza di quelle annuali, riguardano:
– “La cittadinanza Europea”
Ossia tenere di conto che i giovani sono cittadini europei e per tale motivo, importante è farli riflettere sulle questioni europee, facendoli partecipi al dibattito sulla costruzione del futuro dell'Unione Europea. Ergo, i progetti sociali devono avere una solida dimensione europea che stimola anche riflessioni sulla società europea e i suoi valori.
– “Partecipazione dei giovani”
Animare i giovani nell'essere cittadini attivi. – “Diversità culturale”
Sviluppare il dialogo interculturale dei giovani attraverso attività fra giovani di diverse realtà culturali, etniche e religiose, al fine di farli acquisire una certa coscienza sulla dimensione interculturale e sui diversi valori.
– “Inclusione dei giovani con meno opportunità”
I giovani con meno opportunità, a livello culturale, economico, sociale, geografico o con qualche disabilità fisica o mentale, possono ugualmente partecipare al Programma.
A tal proposito, un principio importante del Programma riguarda adattare l'assistenza e la formazione per ogni candidato su diversi livelli: a livello decentralizzato (con le Agenzie Nazionali e la Red Eurodesk, le quali danno formazione e informazioni) e a livello centralizzato (con l'Agenzia Esecutiva e la Red SALTO le quali forniscono il proprio aiuto). Le due condizioni per partecipare al Programma si riferiscono: ai partecipanti e ai promotori. I partecipanti sono coloro che partecipano al Programma, quindi persone fisiche con un'età specifica, (tra i 18 e i 30 anni nel caso del Servizio Volontario Europeo), ma devono avere anche una residenza legale in uno dei Paesi del Programma o dei Paesi Associati. Mentre i promotori sono le Organizzazioni che hanno il compito di rappresentare i partecipanti e si distinguono in: Organizzazioni governative o senza animo di lucro, Enti pubblici locali o regionali, Gruppi di giovani non associati, Entità attive a livello europeo nel campo della gioventù, Organizzazioni non governative internazionali, Organizzazioni con animo di lucro che organizzano eventi nel campo della gioventù, dello sport o della cultura.
Nello specifico, per raggiungere i propri obiettivi, il Programma si distingue in 5 azioni: Gioventù per l'Europa, Servizio Volontario Europeo, Gioventù nel mondo, Sistemi di sostegno per i giovani e Sostegno alla cooperazione europea del settore della gioventù. Il “Programma Gioventù in Azione” ha avuto validità fino al 31 Dicembre del 2013, dopodiché è subentrato il nuovo Programma Erasmus Plus29 approvato dal Parlamento Europeo il 19 Novembre del 2013 ed entrato in vigore nel gennaio del 2014. Questo Programma si articola diversamente, dal momento in cui adesso si presentano solo 3 azioni; la prima è la mobilità ai fini di un apprendimento individuale (offrendo opportunità di studio, formazione, tirocinio, insegnamento, volontariato sia all'interno che esterno dell'UE). La seconda riguarda la cooperazione per l'innovazione e le buone pratiche (pone maggiore enfasi sul rafforzamento dei partenariati innovativi tra istituti d'istruzione e imprese, promuovendo la creatività, l'occupazione e l'imprenditorialità); mentre la terza azione è il sostegno alla riforma delle politiche, il quale punta a rafforzare gli strumenti e l'impatto dei metodi aperti di coordinamento nei settori dell'istruzione, della formazione e della gioventù.
Il nuovo Programma dell'Unione Europea per l'istruzione, la formazione, la gioventù e
lo sport, (stanziato per la durata di sette anni, 2014-2020), presenta un budget di 14.700.000.000 euro30: ha un aumento del 40% rispetto ai livelli di spesa attuali
dell'Unione Europea. Somma questa, volta ad offrire opportunità a oltre 4 milioni di europei, (tra cui i giovani con un'età compresa dai 13 ai 30 anni e ai docenti), al fine di studiare, acquisire esperienza di lavoro e volontariato all'estero e offrire borse di studio; vengono sostenuti anche i partenariati internazionali fra istituzione, formazione, gioventù con altre Organizzazioni, in maniera tale da favorire la cooperazione ed affrontare le carenze di competenze presenti in Europa.
Tale Programma raggruppa tutti gli attuali programmi nel campo dell'istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport, i programmi di apprendimento permanente (Erasmus, Leonardo da Vinci, Grundtvig,..) e i programmi di cooperazione internazionale (Erasmus Mundus, Edulink, Alfa,..). Vengono destinati due terzi del bilancio, alle opportunità di studio all'estero (Europa o fuori Europa), mentre il restante è volto al sostegno dei partenariati, incoraggiando allo stesso tempo, delle riforme per promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità e l'occupazione.
Questo Programma è importante poiché è inserito in un momento in cui l'Unione Europea vede quasi 6.000 giovani disoccupati (in Spagna e in Grecia superano il 50%). Erasmus Plus affronta questo deficit, cercando di fornire opportunità di studio, formazione, esperienze all'estero, configurandosi sia come uno strumento d'istruzione e di creazione dell'identità europea, sia come uno strumento concreto per rispondere ai problemi emergenti come quello della disoccupazione giovanile. Al riguardo espose il suo pensiero Androulla Vassiliou, Commissario europeo per l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù nella Commisione barroso, “mi congratulo che il Parlamento abbia approvato Erasmus + e sono molto orgogliosa che siamo stati capaci d'incrementare il presupposto al 40 % rispetto ai nostri programmi attuali. Questo dimostra il compromesso dell'Unione Europea con l'educazione e la formazione; inoltre Erasmus Plus contribuirà alla lotta contro la disoccupazione giovanile, offrendo ai giovani, l'opportunità di aumentare le loro conoscenze e competenze attraverso un'esperienza all'estero”.
Le misure dell'Unione Europea, nei confronti dei giovani, sembrano rispecchiare in qualche maniera, i cambiamenti avvenuti all'interno della categoria della gioventù; già con il 1968 infatti era emersa la voglia nei giovani di varcare i propri confini e
30 Questo articolo è consultabile su Ec.europa.eu, Sezione Erasmus +. EU Programme for education,
intraprendere un'esperienza del tutto nuova. Grazie all'appoggio delle Istituzioni europee, una parte dei giovani provenienti da diversi Paesi hanno il sostegno per compiere certe “esperienze di vita” che si distinguono per il loro essere formative, professionali, ma anche capaci di apportare un beneficio a sé e nello stesso tempo agli altri.
2.3 “Servizio Volontario Europeo”
I Programmi promossi dall'Unione Europea, si mostrano come strumenti chiave per i giovani residenti in Europa o fuori Europa. All'interno sia del Programma Gioventù in Azione che Erasmus Plus è presente il Servizio Volontario Europeo (SVE): un'esperienza che fa “la differenza per il mondo e per la propria vita”31.
I programmi del Servizio Volontario Internazionale hanno profonde radici storiche e nelle sue diverse forme ed espressioni, il volontariato, nasce e si sviluppa all'interno dello stesso spazio storico in cui si delinea e si afferma il sistema assistenziale32. Le
origini del volontariato internazionale risalgono al 1920 in Francia, quando sotto impulso del pacifista svizzero Pierre Cérésole, un gruppo di giovani provenienti da diversi Paesi Europei decisero di unirsi per ricostruire alcune case distrutte durante la Prima Guerra Mondiale. Ciò segnò l'inizio di una nuova era, in cui le organizzazioni private incominciarono a realizzare programmi di servizio volontario per i giovani. Da quel momento, molti iniziarono a credere che gli incontri internazionali con i giovani, con l'impegno comune di lavorare per una stessa società, potevano portare a stringere dei legami, che andavano oltre alle frontiere nazionali.
La motivazione intrinseca del volontariato risiedeva in una società possibile, ove il concetto dell'altro invitava alla responsabilità e alla possibilità di distinguere e creare “un'altra società nella società”33. Secondariamente il volontariato, dialogando con lo
Stato, si pose sul piano dove si incrociano tutt'oggi, opportunità politiche, amministrative, professionali, formative. Il volontariato rappresenta quindi, quel fenomeno sociale che si rimodella in base ai cambiamenti sociali, economici, culturali e istituzionali del contesto sociale, presentando allo stesso tempo, profonde radici e tradizioni diversificate.
La stessa parola “volontariato” deriva dal latino voluntas, sinonimo di libera scelta, volontà personale; termine che sottolinea il desiderio di offrire il proprio tempo, impegno, capacità e buona volontà per la realizzazione di diverse attività. “Ci sono più di 1,2 miliardi di giovani nel mondo di oggi, con un incredibile potenziale per affrontare le sfide e agire come agenti di cambiamento. Quando viene fornita la preziosa opportunità ai giovani volontari, viene rafforzata la loro capacità di condurre e
31 Questo articolo è consultabile sul Portale ufficiale della Commissione Europea (Juventud-Programa
Juventud en Acciòn)
32 Sbobinatura dell'intervista a Semplici R., Quisi Q., In vista dell'Anno Europeo delle attività volontarie
che promuovono la cittadinanza attiva 2011
33 Salvini A. (a c. di) (2011), Sociologia e Ricerca Sociale. Forme e dinamiche del volntariato in Italia, Milano, FrancoAngeli
impegnarsi nelle loro comunità e società globale [...]”34 ha confidato il Segretario
Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon.
Una sovrapposizione tra utilità sociale e individuale all'interno di una dimensione in cui, lo svolgimento di attività di volontariato, apporta sia beneficio al Progetto sociale in questione, sia una certa soddisfazione personale35. L'utilità personale non è scollegata
quindi al concetto solidaristico; trattasi di una maggiore consapevolezza da parte dei giovani volontari, sui benefici che l'altruismo arreca anche a se stessi. Se il modello classico del volontariato degli anni Ottanta si contraddistingueva dallo spirito di appartenenza, di dedizione, di spontaneità e solidarietà, adesso si assiste ad una radicale trasformazione che riguarda il senso stesso del volontariato, della sua funzione in una dimensione comunitaria, dimensione contrassegnata da esperienze con origini diversificate36. Nuove forme di volontariato sempre più articolate, maggiormente
strutturate in base alle esigenze e ai bisogni emergenti; si instaura una nuova concezione di volontariato, basata sulla triade donare-ricevere-rendere.
Il volontariato in Italia come in Europa è tuttora evidenziato “come un elemento fondante per lo sviluppo della società civile e per il consolidamento della vita democratica”37: apporta un contributo essenziale per la creazione e per l'accrescimento
del capitale sociale, per la valorizzazione delle relazioni interpersonali e per l'affermazione della persona.
Proprio per ciò il 2011 fu proclamato “Anno Europeo del Volontariato”38, scelta voluta
dalle Organizzazioni di volontariato e fatta propria dal Consiglio dell'Unione Europea con la decisione del 27 Novembre del 2009. Da parte delle Istituzioni dell'UE emersero diverse motivazioni sul perché dell'Anno Europeo del Volontariato: il volontariato contribuisce a creare un'identità europea, orienta verso una comprensione reciproca fra persone nella società e in tutta l'Europa, ha natura trasversale, si presenta anche come un “fattore economico” (il settore del volontariato rappresenta circa il 5% del Pil delle economie nazionali dell'UE). Inoltre, i volontari sono i fautori dei valori e degli obiettivi europei previsti dai Trattati, soprattutto in termini di promozione e messa in pratica della
34 Messaggio di Ban Ki-Moon, per la Giornata Internazionale del Volontariato del Segretario Generale delle Nazioni Unite, (5/12/2013)
35 Salvini A.,Corchia L. (a c. di), (2012), Il volontariato inatteso. Nuove identità nella solidarietà
organizzata in Toscana, N° 60, CESVOT
36 Ivi pag. 13
37 CSVnet Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato-Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, «Manifesto del volontariato per l'Europa. Volontari, cittadini europei» adottato il 05/12/2008
38 Pubblicazione del Centro Europe Direct arche dell'Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”, Anno
coesione sociale, della solidarietà e della partecipazione attiva e allo stesso tempo rispecchiano la diversità della società europea, che insieme alle organizzazioni di volontariato sono in prima linea nello sviluppo di azioni innovative, per identificare, dare voce e rispondere ai bisogni emergenti nella società.
L'obiettivo generale di tale Anno fu quello d'incoraggiare e sostenere gli sforzi della Comunità, degli Stati Membri, per creare le condizioni favorevoli al volontariato europeo e per aumentare la visibilità delle attività di volontariato nell'UE. Con il SVE è offerta l'opportunità affinché i giovani si esprimono in un impegno sociale; trattasi di un'attività di volontariato straniero non retribuita all'interno o esterno dell'Europa, che ha come fine, quello di sviluppare la solidarietà, la comprensione reciproca, la tolleranza, di promuovere la cittadinanza attiva e lo scambio di conoscenze fra i giovani, contribuendo a rafforzare la coesione sociale nell'Unione Europea.
Le attività al riguardo, si identificano quindi come attività che aiutano i giovani a sviluppare un senso di solidarietà e di dovere civico; i volontari sono coinvolti attivamente nelle dinamiche sociali e ciò li aiuta a sentirsi parte integrante della società e a sviluppare allo stesso tempo un senso di cittadinanza attiva. Un vero e proprio “servizio di apprendimento” dal momento in cui i partecipanti, attraverso tali esperienze di apprendimento non formale, possono migliorare e acquisire competenze di rilievo per il loro sviluppo personale, professionale, formativo.
Un'esperienza SVE può riguardare diverse aree, vari settori: cultura, arte, cooperazione allo sviluppo, infanzia, disabilità, anziani, migranti, medio ambiente, sviluppo urbano, sport, uguali opportunità, salute, media comunicazione, politiche giovanili, ecc. L'attività in se' per se' assume anche un valore aggiuntivo europeo e internazionale dal momento in cui si svolge in un Paese straniero. Permette ai giovani partecipanti di fare parte di un progetto solidale che consente di ampliare le proprie conoscenze, di scoprire un altro paese, un'altra lingua, un'altra cultura arricchita dall'intercambio di esperienze. Un'esperienza che permette anche di aumentare la fiducia con se stessi, assumere responsabilità, lavorare in gruppo e ottenere un riconoscimento da parte dell'Unione Europea (attraverso lo Youthpass).
Il volontario che vuole effettuare l'esperienza del SVE, deve avere un'età compresa fra i 18 e i 30 e deve lavorare 5 giorni su 7 per un massimo di 40 ore settimanali, (ha inoltre due giorni al mese di ferie, accumulabili). Il periodo dell'attività volontaria può variare dai 2 ai 12 mesi e ciò che rende forse più preziosa tale attività è il fatto che può essere svolta solo una volta nella propria vita. Questi forse sono dei limiti concreti da tenere
presente per conseguire tale esperienza. Il SVE non sostituisce il servizio militare né i sistemi di servizio civile esistente in alcuni Paesi Membri, ma per l'appunto è organizzato su base del tutto volontaria e non può sostituirsi ad un'occupazione remunerata.
Nel momento in cui il giovane decide di intraprendere un progetto del genere ha l’obbligo di partecipare a diversi incontri formativi scanditi nel tempo, (con le Organizzazioni cui fa riferimento): con l'Organizzazione d'Invio prima della partenza, con l'Organizzazione di Accoglienza sia all’arrivo nel paese straniero che a metà percorso. Inoltre, il giovane deve rispettare le direttive dell’organizzazione di accoglienza svolgendo le mansioni previste dal progetto di volontariato internazionale. Un Progetto SVE presenta quindi tre componenti essenziali, il primo è il servizio: il volontario svolgerà un servizio non remunerato, senza scopo di lucro in un arco di tempo determinato. Tale servizio è rappresentato da: attività individuali, che coinvolgono solo un volontario, o attività di gruppo che vede una partecipazione collettiva. La seconda componente è l'appoggio continuato al volontario: i promotori dei progetti, devono dedicarsi ai volontari, offrendo loro, un appoggio personale, linguistico, amministrativo. Infine, l'ultima componente riguarda il ciclo di formazione e valutazione del SVE; le Agenzie Nazionali o i Centri SALTO regionali o le Organizzazioni SVE d'Invio, Ospitanti o Coordinatrici organizzano la formazione all'arrivo, la valutazione intermedia e quella finale, in linea con gli “Orientamenti e standard minimi di qualità della Commissione Europea”.
Il porsi in essere di un progetto SVE è dato dalla messa in gioco di tre attori principali: la loro presenza diviene essenziale e necessaria. Si tratta del volontario, di un'Organizzazione di Invio (Sending Organization) e un'Organizzazione di Accoglienza (Host Organization); il volontario è l'attore principale il quale, motivato nel fare questa esperienza del SVE, si pone in contatto con un'Organizzazione di Invio. Quest'ultima è un'entità non governativa o una fondazione, o un'azienda che coordina il Progetto SVE dal paese di residenza del volontario; entità che aiuta allo stesso tempo, il giovane volontario nel mettersi in contatto con un'Organizzazione di Accoglienza, indirizzandolo, fornendogli una preparazione adeguata prima della sua eventuale partenza e tenendo di conto delle sue diverse necessità, bisogni. Il compito dell'Organizzazione di Invio è anche tenersi sempre in contatto con il volontario durante tutto il tempo della sua permanenza al progetto e al suo rientro, fornirgli delle opportunità affinché possa scambiare e condividere la propria esperienza e i risultati
dell'apprendimento ottenuto. L'ultimo attore fondamentale è l'Organizzazione di Accoglienza, la quale nomina un tutore che avrà il compito di fornire sia un eventuale aiuto al giovane, sia garanzie in merito al sostegno del volontario, (come ad esempio il vitto, l'alloggio, il trasporto locale, la formazione linguistica), orientandolo e supervisionandolo.
Oltre a questi due tipi di Organizzazioni (Invio e Accoglienza), spesso viene a distinguersi anche un'Organizzazione Coordinatrice, ossia quell'ente che coordina il Progetto SVE in collaborazione con l'Organizzazione di Accoglienza e quella di Invio. Ogni Organizzazione presente in un Paese del programma, (quindi gli Stati Membri dell'Unione Europea, Croazia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Turchia, o in un Paese dell'Europa dell'est e Caucaso, o sudorientale) che intende ospitare, inviare, coordinare un progetto SVE, dev'essere accreditato. L'accreditamento39 è una procedura
che supporta le Organizzazioni che vogliono partecipare al SVE, in un processo di controllo di qualità che aiuta nella comunicazione fra il promotore e le strutture del Programma, in maniera tale che le parti coinvolte sono consapevoli dei ruoli, degli obiettivi e dei valori del SVE. Ciò, si configura come un pre-requisito per la partecipazione al Programma, ma non ne assicura la sovvenzione come progetto SVE; a tal proposito esiste un vero e proprio database europeo40 in cui vengono ad elencarsi
tutte le Organizzazioni accreditate SVE.
Il primo passo che le diverse Organizzazioni in questione devono fare per divenire promotori SVE è l'inoltrare una “Manifestazione d'Interesse” in cui viene descritta la loro Organizzazione, la motivazione generale e le idee previste per le attività del servizio. Ogni Manifestazione d'Interesse è valutata da almeno due accreditati, i quali devono esaminare le qualità dei richiedenti e dare la loro assistenza.
Al momento che un'Organizzazione viene accreditata, l'assistenza ed il sostegno che è dato al giovane volontario riguarda diversi aspetti, tra cui, la copertura per il 90% del viaggio: il fare pagare solo il 10% al volontario è una sorta di responsabilità, è una forma simbolica e minima di partecipazione ad un progetto. Ogni volontario comunque sia, presenta la propria storia e nel caso in cui non può partecipare e non fare quindi un SVE perché manchevole di quel 10% contributivo alle spese del viaggio, le Organizzazioni coinvolte aiuteranno il giovane e trovare una soluzione possibile. Ciò rispecchia la filosofia del SVE, il dare un ampio spazio di partecipazione anche e
39 Dg Istruzione e Cultura, Servizio Volontario Europeo-Linee guida per l'accreditamento, Programma
Gioventù in Azione, Questo articolo è consultabile su Www.agenzianazionale.it
soprattutto, a coloro in difficoltà.
Il giovane ha anche il vitto e l'alloggio spesato, ma dal momento in cui ogni progetto presenta la sua originalità, la sua particolarità e la sua struttura, il vitto e l'alloggio si diversifica in base ad ogni SVE. Al riguardo, l'Associazione di Accoglienza, tramite la lettura dell'Application Form che i giovani inviano per candidarsi e la Carta Motivazionale allegata, potrà scoprire maggiormente la personalità del giovane e delle sue capacità di adattamento al fine di una buona riuscita del progetto.
Ad ogni mese inoltre, il volontario percepisce un'indennità mensile che può variare dalle 50 alle 150 euro (in base al tenore di vita del Paese di Accoglienza); una piccola somma dedicata alle spese personali, per confortare il volontario nella sua permanenza estera. In aggiunta è coperto l'abbonamento mensile del mezzo di trasporto che deve prendere il volontario per recarsi nel luogo dove svolgerà il SVE (quindi l'abbonamento mensile della metro, o del bus, o del treno, etc).
Per una migliore integrazione è previsto anche un corso formativo della lingua principale della città ospitante. Ciò per una migliore integrazione all'interno del contesto in cui il giovane è inserito: socializzare e sentirsi parte attiva nel popolo in cui attualmente si trova a confrontare. Tutto affiancata dalla presenza di un tutore, in qualità di supervisore del volontario, che si occupa del giovane, monitorandolo, sostenendolo personalmente, facilitandogli l'integrazione nella comunità locale.
Il giovane volontario è inoltre coperto dall'Assicurazione AXA41, ossia un'efficace
polizza assicurativa, che da' accesso ad una rete assicurativa in grado di aiutare il volontario nel fronteggiare: le spese medico-sanitarie, l'assistenza nel rimpatrio, la previdenza (invalidità permanente e assicurazione sulla vita) e la responsabilità civile-Vita privata. Una sicurezza maggiore per il giovane che, trovandosi in un Paese straniero, per eventuali difficoltà nella sfera della salute, può fare capo a un'Ente specifico in qualunque momento lo necessita.
Il SVE ha una vera e propria “Carta del Servizio Volontario Europeo” 42 in cui esplica le
diverse funzioni delle Organizzazioni coinvolte dai volontari, i diversi principi adottati e gli standard di qualità. Viene messa nero su bianco, la condizione necessaria per la realizzazione di un'attività SVE: una collaborazione solida fra Organizzazioni di Invio, Accoglienza e Coordinatrici. Tale collaborazione avviene attraverso un Accordo di
41 European Commission, «European Voluntary Service insurance plan Youth in action programme»,
Servizio Volontario Europeo Piano di Assicurazione-Guida del Volontario
42 European Commission, «European Voluntary Service insurance plan Youth in action programme»,
Attività che dev'essere firmato da tutti gli interessati prima dell'inizio dell'attività e riguarda sia i principi da rispettare che gli standard di qualità da garantire.
L'importanza primaria per fare parte di un SVE, non è tanto la propria formazione professionale, un corposo curriculum vitae, ma la motivazione che sta dietro alla volontà di svolgere una certa esperienza per il giovane. Innanzitutto il giovane dovrà compilare un Application Form43, ossia un documento dove il giovane in questione
dovrà rispondere a delle domande, fornendo dei dati sulle proprie generalità al fine di farsi conoscere dalle diverse Organizzazioni in contatto. Dopo una prima parte riferita ai dati anagrafici, le domande che vengono formulate riguardano la vita stessa del volontario, quindi, ai piani che ha per il proprio futuro, alle eventuali esperienze che ha avuto all'estero, cosa gli piacerebbe acquisire da questa esperienza. Gli Application Form richiedono inoltre, una descrizione del giovane con annessi i propri punti di forza e di debolezza, le eventuali sfide provocate nello stare in un altro Paese e in quale settore gli piacerebbe svolgere l'esperienza SVE.
L'Application Form, viene accompagnato con una Carta Motivazionale riferita ad un determinato progetto cui il volontario sceglierà. L'importanza a tale Carta è notevole, dal momento in cui il SVE funziona anche grazie e soprattutto alla motivazione intrinseca che un giovane ha per un certo progetto, infatti l'opportunità che l'Unione Europea da' ai giovani, si basa sulla stessa volontà che la persona ha d'intraprendere tale percorso. Giovani che, grazie al loro inserimento in circuiti di socializzazione, assumono maggiore capacità di mettersi in discussione e allo stesso tempo di essere creativi nella scelta delle loro attività.
Proprio per ciò che, la lettura delle Carte Motivazionali da parte delle Organizzazioni di Invio e di Accoglienza è approfondita e accurata per ogni candidatura. La motivazione varia in base alla persona, al progetto scelto; quest'ultimo aiuterà il volontario nell'acquisizione della sicurezza di se', delle competenze e conoscenze, contribuendo allo sviluppo personale, sociale e professionale. Dal momento in cui le motivazioni sono qualcosa di estremamente personale e ognuna di esse ha una propria sfumatura (grazie alle diverse personalità di ogni singolo giovane); ciò porta a identificare e comprendere maggiormente le dinamiche del comportamento umano. Per tale motivo nel corso del tempo, si susseguirono diversi autori che approfondirono il concetto delle motivazioni umane.