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CAPITOLO VI Impianti tecnici

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Academic year: 2021

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CAPITOLO VI

Impianti tecnici

6.1 Considerazioni generali

Un parcheggio costituisce un sistema complesso dal punto di vista operativo e gestionale, all'interno del quale un ruolo fondamentale, ai fini dell'efficienza generale e della qualità del servizio, è svolto dagli impianti tecnologici. Di fatto 0questi ultimi risultano determinanti per la sicurezza e l'affidabilità del sistema parcheggio in misura non inferiore alle funzionalità architettoniche ed alle caratteristiche strutturali.

Gli impianti, oltre a rappresentare un investimento economico che, col progredire delle tecnologie e delle automatizzazioni, diventa sempre più rilevante ne bilancio di costruzione dell' opera, non a caso rappresentano un capitolo di spesa, impegnativo anche nell'ambito dei costi di gestione del parcheggio, tanto sul fronte dei consumi (prevalentemente elettrici), quanto su quello della manutenzione ordinaria e straordinaria e dei controlli periodici. Cia è determinato, oltre che dalla complessità intrinseca degli impianti tecnologici, anche dal processo di invecchiamento ed obsolescenza degli stessi, senz’altro più rapido rispetto a quello delle strutture e delle opere edili - nonché dalla continua evoluzione delle normative tecniche, che impongono periodici adeguamenti al fini di mantenere elevati standard di sicurezza e funzionalità. L'importanza e l'articolazione delle attrezzature e degli impianti è diretta funzione della tipologia e complessità delle strutture di parcheggio.

I concetti ispiratori comuni e prioritari cui devono riferirsi la progettazione e la realizzazione del parcheggio sono la salvaguardia e la sicurezza della persona, oltre che la ricerca della migliore fruibilità da parte dell'utente.

La tendenza sulla quale si stanno evolvendo la progettazione e la gestione di parcheggi pubblici è quella della facilitazione delle operazioni di sosta e pagamento e d un deciso miglioramento del livello di qualità percepito da parte degli utenti.

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Tutti gli aspetti della progettazione impiantistica devono essere definiti nel rispetto della normativa vigente, sia in materia tecnica che di tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro e accessibili al pubblico.

Uno dei riferimenti principali per la progettazione, realizzazione e manutenzione degli impianti è dato dalla legge n. 46/1990 “Norme per la sicurezza degli

impianti” (integrata dal regolamento di attuazione di cui al DPR n. 447/1991)

riportante i capisaldi vincolanti di carattere generate per la realizzazione di opere sia pubbliche che private, per ogni tipologia tecnologica relativa all'impiantistica. Ulteriori riferimenti normativi sono da ricercare nel decreto legislativo n. 626/1994, volto a definire gli aspetti della sicurezza delle persone sui luoghi di lavoro.

Oltre alla legislazione nazionale, costituiscono inoltre fonti di riferimento le norme tecniche emanate dai diversi organismi nazionali ed internazionali, qualora specificatamente riferite agli impianti da realizzare. Consistono in particolare nelle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano, ente preposto alla normazione e all’unificazione del settore elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni) e norme UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione, cui compete la normazione e l'unificazione delle attività in tutti i settori, esclusi quelli di competenza del CEI), ove specificatamente prescritte ma comunque da tenere in considerazione come "norme di buona tecnica".

È dunque compito del progettista provvedere al dimensionamento e alla progettazione esecutiva di ogni impianto applicando le normative e le prescrizioni tecniche di riferimento.

I progetti relativi agli impianti di ogni tipo, redatti da professionisti abilitati e qualificati, vanno corredati dai necessari disegni, schemi e indicazioni su tipo e prestazione dei materiali e componenti, con una relazione tecnico-descrittiva di accompagnamento. È raccomandabile che il progettista provveda ad includere in tale relazione dettagliate descrizioni circa la funzionalità e le prestazioni degli impianti, in particolare per quelli di sicurezza.

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Gli impianti, all’atto della consegna, dovranno essere completi di dichiarazione di conformità secondo la citata legge n. 46/1990 oltre che di tutti i certificati di omologazione previsti dalla stessa e dal relativo regolamento.

I principali impianti interessati dalla costruzione e dall’esercizio di un parcheggio sono:

• impianto di distribuzione dell’energia elettrica e di illuminazione; • impianto ascensori;

• impianto antincendio, di rilevazione incendi, gas e miscele infiammabili; • gruppo elettrogeno;

• impianto di gestione, controllo accessi e riscossione; • impianto di ventilazione meccanica;

• impianto di separazione ed evacuazione liquidi; • impianto idrico e igienico sanitario.

6.1.1 Impianto di distribuzione dell’energia elettrica e di illuminazione I quadri elettrici della distribuzione principale ed eventualmente secondaria devono essere allestiti e posizionati in modo che ne risulti impedita la manomissione da parte di estranei e la possibilità da parte degli stessi di agire sugli organi di sezionamento e di protezione delle varie parti che costituiscono l'impianto; per questo motivo si ritiene opportuno posizionare l'insieme dei quadri elettrici e degli armadi contenenti le apparecchiature in un locale dedicato, opportunamente dimensionato e separato dal locale gestione e controllo, al quale si possa agevolmente accedere per tutte le operazioni di manutenzione.

È tuttavia opportuno che i comandi di esercizio installati sui quadri e utili per la routinaria gestione del parcheggio (ad esempio accensione e spegnimento delle luci, degli apparati di gestione veicolare, degli ascensori, ecc.) vengano duplicati anche all'interno del locale gestione e controllo tramite una consolle di comando, facilmente azionabile dall'operatore di turno.

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Per quanto riguarda l'illuminazione ordinaria, la tipologia dei corpi illuminanti più comunemente utilizzata e costituita dalle lampade fluorescenti con reattore elettronico, che presenta il duplice vantaggio di ridurre i consumi e garantire un'elevata durata.

Con riferimento ai valori di illuminamento, si tenga presente che nei parcheggi in cui particolare attenzione viene rivolta alla qualità dell'opera e del servizio reso agli utenti, l'illuminamento medio nelle sale di sosta, secondo le raccomandazioni dell’UNI, non deve scendere al di sotto dei 75 lux, ma è senz'altro preferibile incrementare tale valore in tutte le zone più sensibili, come le corsie ed i percorsi pedonali. Nelle aree dell'ingresso del parcheggio, del controllo accessi e nei locali di gestione e controllo l'illuminamento più indicato e pari a 300 lux.

L’impianto di illuminazione di emergenza fa riferimento alla norma EN 1838 e al decreto legislativo n. 493/1996 e può distinguersi nelle tre tipologie di seguito indicate:

• Illuminazione di riserva, realizzata con corpi illuminanti indipendenti, oppure integrati nell'impianto di illuminazione ordinaria, fermo restando il fatto che la loro accensione dovrà essere garantita in caso di assenza dell'alimentazione ordinaria, grazie ad una fonte di alimentazione autonoma.

• Illuminazione della segnaletica di sicurezza e salvataggio (per l'identificazione delle vie di esodo e delle uscite di sicurezza), integrata nell'illuminazione ordinaria e, come nel caso precedente, sempre accesa anche in caso di regolare alimentazione. Ciò è raccomandabile in quanto la segnalazione delle vie di esodo e delle uscite di sicurezza è necessaria anche qualora la situazione di pericolo non comporti necessariamente l'interruzione dell'alimentazione elettrica.

• Illuminazione della segnaletica catarifrangente relativa ad impianti ed apparecchi antincendio (come estintori, lance e manichette, pulsanti di

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allarme) per le quali valgono le medesime considerazioni sopra espresse. Il valore di illuminamento ottenuto dall'impianto di emergenza non deve essere inferiore ai 5 lux, valore minima consentito dalle norme, anche se l'esperienza fa ritenere consigliabile non scendere al di sotto dei 10 lux .

L’impianto di messa a terra costituisce un elemento fondamentale per la

sicurezza, evitando che le persone presenti vengano interessate da indebite tensioni elettriche in caso di contatto accidentale tra circuiti elettrici e masse circostanti, soprattutto metalliche, normalmente non in tensione.

6.1.2 Impianto ascensore

L'ubicazione degli ascensori va effettuata in relazione alle esigenze architettoniche e funzionali e nel rispetto della normativa vigente, con particolare riguardo alle disposizioni inerenti l’abbattimento delle barriere architettoniche. Vale la pena di sottolineare come l'installazione di ascensori in un ambiente aperto al pubblico, quale è a tutti gli effetti un parcheggio in struttura, costituisca una risorsa indispensabile, nonostante i rilevanti costi di installazione e di esercizio, al fine di consentire l’accessibilità a persone con ridotta capacita motoria.

In ogni caso dal punto di vista strettamente tecnico, al fine di poter integrare gli impianti ascensore nel sistema di gestione centralizzata utilizzando sugli stessi impianti le vantaggiose azioni di telecontrollo, è opportuno che già in fase di installazione gli impianti vengano predisposti con le seguenti dotazioni:

• un attacco per l'installazione all'interno della cabina di una telecamera e dei relativi cavi di alimentazione e di segnale;

• un citofono standard in cabina connesso a un combinatore telefonico disposto nella sala macchine dell'impianto ascensore e a sua volta collegato al servizio di chiamata dell' operatore 24 ore su 24, previsto dalla legge e gestito dalla ditta autorizzata di manutenzione degli ascensori;

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• eventuale predisposizione di un citofono supplementare (il comando sarà attivato tramite il medesimo pulsante del citofono standard) collegato all'eventuale centrale di controllo remoto del parcheggio.

6.1.3 Impianto antincendio e di rilevazione incendi, gas e miscele infiammabili

Un parcheggio interrato, se dimensionato con capacità superiore a 9 posti auto (limite definito dalla principale normativa di riferimento per la materia, il D.M. 1 febbraio 1986) è soggetto a particolari prescrizioni al fine di limitare il rischio di incendio e realizzare condizioni minime di sicurezza in caso di emergenza. È opportuno considerare che in un parcheggio sono di norma necessari gli impianti di seguito indicati:

estintori portatili a polvere e/o CO2, nel numero, dimensioni e

localizzazione previsti dalle norme.

idranti collegati a un circuito idraulico di alimentazione espressamente dedicato all'estinzione incendi ed adeguatamente pressurizzato e dotato di serbatoi di alimentazione autonoma.

impianto di spegnimento automatico a pioggia (sprinkler) nel caso di strutture con più di due piani interrati o più di quattro fuori terra se chiusi o più di cinque se aperti. L'alimentazione dell'impianto è normalmente ad acqua e in ogni caso il sistema deve essere conforme alla normativa del "Concordato italiano incendi" (ente normativo costituito in funzione assicurativa). L'alimentazione del circuito, analogamente a quanto previsto per gli idranti, è realizzata attraverso una linea idrica costantemente in funzione e dotata di idonea pressione. In considerazione del fatto che difficilmente gli enti gestori degli acquedotti sono in grado di garantire costantemente la portata e la pressione necessaria, la soluzione normalmente adottata consiste nella realizzazione di adeguati serbatoi dedicati che, tramite pressione piezometrica o stazioni di pompaggio

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(pompe elettriche e motopompe d'emergenza), garantiscano un apporto sicuro, idoneo e continuo di alimentazione idrica alla pressione richiesta. L'attivazione dell'impianto sprinkler avviene grazie all'azione di dispositivi sensibili alla temperatura, ovvero bulbi posizionati direttamente sulle testine di diffusione dell' acqua che, in caso di superamento di determinati livelli di temperatura nell' area dell'eventuale incendio, si rompono provocando la fuoriuscita dell'acqua in pressione nella zona interessata. Il calo di pressione che ne consegue viene avvertito da pressostati che, oltre ad azionare le campane dell'allarme acustico attivano le stazioni di pompaggio che provvedono a mantenere la pressione del circuito al valore normale richiesto.

Tale sistema viene chiamato anche "ad umido", in quanto la rete di distribuzione periferica dell'acqua presenta sempre liquido in pressione, ed è alternativo ad un altro sistema, preferibile nelle localizzazioni dove si teme l'azione del gelo invernale, denominato "a secco" in quanto la rete di distribuzione periferica (solitamente realizzata con tubazioni di piccole dimensioni, maggiormente sensibili all' azione del gelo in caso di presenza di acqua) è invece riempita con aria in pressione. In caso di rottura dei bulbi termosensibili l' aria fuoriesce delle testine e la caduta di pressione provoca l'apertura di una valvola per consentire l'immissione rapida di acqua nel circuito di distribuzione e la conseguente fuoriuscita della stessa dalle testine per l'estinzione.

Altro tipo di sistema sprinkler, infine, è quello "a diluvio", con ugelli costantemente aperti. In questo caso è un' elettrovalvola inserita nel circuito, attivata da uno o più sensori locali di temperatura di tipo termostatico, che provvede all'immissione dell'acqua nella rete di distribuzione, con diffusione della stessa indistintamente attraverso tutte le testine di erogazione aperte del sistema o del gruppo, anziché attraverso una diffusione selettiva come nei casi precedentemente descritti.

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Di notevole importanza e spesso funzionalmente integrati con gli apparati di estinzione incendi sono gli impianti di rivelazione i quali possono agire sia nei soli confronti del fumo (intervenendo quindi in caso di sviluppo di un incendio) sia in caso di presenza di miscele di gas infiammabili (MI) e di monossido di carbonio (CO) in quantità potenzialmente pericolose. I sensori sono dedicati e specifici per ogni funzione ma possono essere collegati ad una stessa centralina, che provvede per ciascuna categoria di gas o miscela a rilevare l'eventuale superamento delle soglie di concentrazioni previste.

Particolare cura andrà posta all'interazione fra gli impianti di rivelazione e gli altri dispositivi di emergenza presenti nel parcheggio: per esempio, la presenza di un eventuale incendio rivelata dai sensori per il fumo dovrà azionare, oltre ai consueti allarmi acustici, anche la chiusura automatica delle porte e dei portoni tagliafuoco nei settori interessati, contribuendo così a contenere la propagazione di fiamme e fumo agli altri comparti della struttura.

La presenza di gas potenzialmente pericolosi in elevate concentrazioni, quali il monossido di carbonio o le miscele infiammabili (derivanti dall'evaporazione dei combustibili), dovrà anche attivare l'impianto di ventilazione forzata, se presente, in modo da consentire il cosiddetto

lavaggio delle sale, e scongiurare pericolose conseguenze. È tuttavia

necessario che l'impianto di ventilazione forzata, ancorché attivato nelle condizioni sopra descritte, venga invece disattivato in caso di presenza di un incendio, in quanto l'alimentazione di aria fresca e la conseguente aspirazione dei fumi di combustione possono facilmente incrementare la diffusione e la dimensione dei focolai.

Le reazioni fra le diverse funzioni attinenti agli impianti di rivelazione e quelle relative agli altri impianti di emergenza sono comunque agevolmente gestibili grazie all'alto grado di automazione e di

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programmazione delle attuali centraline elettroniche di rivelazione a microprocessore, che consentono una sempre pili evoluta configurazione dei sistemi di gestione dell'emergenza.

(fig. 6.1) – Esempio di schema funzionale della distribuzione dei circuiti di rilevazione incendi e gas pericolosi e della loro connessione alla centrale antincendio.

6.1.4 Gruppo elettrogeno

Il gruppo elettrogeno è un'apparecchiatura in grado di generare autonomamente energia elettrica, distribuendola ad una serie predefinita di linee di alimentazione, nel caso l'ente fornitore dell'energia di rete ne sospenda per qualsiasi motivo l'erogazione. Il gruppo è costituito da un motore diesel, da un generatore di corrente ad esso collegato e da una serie di dispositivi per la rilevazione dello stato della linea elettrica di alimentazione da rete esterna, per l'eventuale avviamento automatico del motore e per il monitoraggio delle funzioni principali.

In un parcheggio la presenza di un generatore elettrico è di fondamentale importanza per consentire la continuità di esercizio di tutti quegli impianti

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caratterizzati da un elevato assorbimento di corrente (impianto di illuminazione, impianto di ventilazione meccanica, impianti di pressurizzazione acqua antincendio, eventuali impianti ascensore, ecc.).

Va inoltre rilevato che i dispositivi di sicurezza essenziali dispongono solitamente di autonome fonti di alimentazione continua, mentre gli impianti alimentati dal gruppo elettrogeno sono in grado di sopportare la momentanea interruzione di alimentazione durante il periodo di tempo intercorrente fra la sospensione dell'erogazione di energia da parte dell'ente fornitore e l'erogazione di corrente elettrica da parte del gruppo elettrogeno stesso (di solito contenuto entro qualche secondo al massimo, ossia il tempo necessario al1'avviamento di un motore diesel in buone condizioni di esercizio).

Occorre notare come alcuni dispositivi e sistemi di emergenza, fra cui le centraline di rilevazione fumi, CO e MI, dispongono già di batterie di alimentazione autonoma. In tal caso è possibile alimentare direttamente dalla linea di rete tali dispositivi, potendo contare sulla loro autonomia, ancorché limitata, in caso di sospensione dell'erogazione di corrente di rete.

Analogamente i sistemi di estinzione incendi possono prevedere (in sintonia con le prescrizioni tecniche) apparati di emergenza costituiti da motopompe ausiliarie, che intervengono automaticamente in caso di necessità laddove le elettropompe ordinarie non dispongano della regolare alimentazione elettrica tramite la linea di rete.

6.1.5 Impianti di gestione, controllo accessi e riscossione

Nel caso di parcheggi a pagamento, l’impianto di gestione dei transiti veicolari e delle relative operazioni di transazione economica dei corrispettivi di sosta riveste un’importanza fondamentale per la messa a punto di un sistema basato sui criteri ormai imposti dell’elevato grado di automazione e di qualità dei servizi richiesti dal mercato.

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studiata caso per caso sulla base delle caratteristiche progettuali dell'intervento, possono comunque essere elencati alcuni elementi importanti comuni a tutte le configurazioni:

• Sovradimensionamento delle piste di ingresso e uscita, per garantire l'assoluta continuità dell'esercizio.

• Presenza diffusa di casse automatiche al fine di agevolare le operazioni di pagamento da parte dei c1ienti. Tali apparecchiature non vanno considerate un semplice ausilio alla cassa presidiata con operatore, ma sono complementari e in certi casi sostitutive di questa.

(fig. 6.2) – Esempio di dispositivi a cassa automatica

• Sistema di conteggio veicoli e di segnalazione dei posti liberi. I sistemi di questo tipo, basati su dispositivi (in genere spire a pavimento) per il conteggio direzionale dei veicoli in ingresso e in uscita, hanno lo scopo di valutare il coefficiente di riempimento del parcheggio e di segnalare

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all’esterno o all’interno di ciascun livello la disponibilità o meno di posti liberi.

(fig. 6.3) – Esempio di indicatore esterno di stalli liberi ai vari livelli

6.1.6 Impianti di ventilazione meccanica

La ventilazione meccanica deve essere prevista a completamento della ventilazione naturale, in tutti i casi in cui quest’ultima risulti insufficiente allo scopo e comunque quando il D.M. 1 febbraio 1986 lo prescriva espressamente. La progettazione e l’installazione dell’impianto deve essere eseguita in modo da garantire un corretto ricambio d’aria in ogni condizione.

Generalmente il funzionamento dei ventilatori viene attivato dall’impianto di rilevazione dei gas in maniera automatica; le centraline di comando andranno configurate in maniera tale da sospendere l’eventuale attività dei ventilatori in caso di contemporanea presenza di focolai d’incendio.

Nel caso di un impianto di sola immissione, l’aria - dopo essere stata aspirata dall’esterno della struttura, in posizione elevata e lontana da possibili fonti di inquinamento - viene filtrata e avviata al sistema di distribuzione nelle varie sezioni dei livelli del parcheggio. Attraverso bocchette opportunamente disposte sul percorso dei condotti di distribuzione, l'aria forzata va a ventilare gli ambienti e si disperde poi verso l'esterno attraverso vie naturali (aperture delle

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rampe d'ingresso e di uscita), o artificiali (intercapedini e cavedi chiusi da griglie di espulsione).

Una tecnologia ampiamente utilizzata, dove la geometria della struttura interrata e del sistema di areazione naturale lo consentono, è quella di disporre di batterie di ventole rispettivamente di aspirazione e di espulsione disposte su lati contrapposti del parcheggio, in corrispondenza delle finestre di ventilazione a

shunt, comunicanti con le griglie di aerazione in superficie.

6.1.7 Impianto separazione ed evacuazione liquidi

In ogni tipo di parcheggio dev’essere realizzato un sistema di raccolta ed evacuazione dei liquidi, costituiti dalle acque meteoriche, dalle acque sgrondate dagli autoveicoli, dall’eventuale presenza di un impianto di autolavaggio, dalle acque risultanti dall’eventuale attivazione dei sistemi antincendio e le eventuali acque di infiltrazione (nel caso di strutture interrate).

Nei parcheggi in struttura i liquidi che possono spandersi sui pavimenti devono essere convogliati, mediante opportune leggere pendenze della pavimentazione dei singoli piani, in un sistema di condotti e tubazioni verso apposite vasche di raccolta o di decantazione dove avviene, in modo naturale, una prima separazione fisica tra acqua ed eventuali composti leggeri (oli, grassi e idrocarburi).

Inoltre, a valle della vasca di raccolta e prima del raccordo verso lo smaltimento finale dei reflui depurati, vengono posti ulteriori dispositivi di separazione, detti anche disoleatori, consistenti a loro volta in una serie di filtri e di vasche a setti, in modo da ottenere una completa separazione degli oli e dei grassi ad evitare che questi confluiscano nella rete fognaria. A valle del complesso di separazione un idoneo pozzetto consentirà i prelievi per l' analisi del grado di depurazione conseguito dai liquidi.

Dalle vasche di separazione gli oli ed i grassi verranno periodicamente raccolti e smaltiti, in accordo con la normativa vigente e secondo le locali disposizioni

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dell'ente gestore della fognatura, mentre l'acqua depurata potrà confluire per gravita nel sistema fognario oppure in sistemi di smaltimento naturale nel terreno (pozzi perdenti), o dovrà essere raccolta a pompata, mediante un comando asservito a dispositivi di controllo del livello tramite galleggiante, nella fognatura cittadina qualora quest’ultima si trovi ad una quota superiore al livello del disoleatore.

Le tubazioni verticali di scarico tra i vari livelli del parcheggio dovranno essere resistenti al fuoco in modo da evitare, in caso d’incendio, che si realizzino delle falle nella compartimentazione REI tra i piani.

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Facoltà di Ingegneria Capitolo VI

6.2 Impianto fisso di protezione dagli incendi nel parcheggio

In questo paragrafo verranno progettati i principali elementi che caratterizzano l’impianto di spegnimento per il parcheggio in oggetto.

L’autorimessa, a causa del contenuto altamente infiammabile e/o combustibile, necessita per la gestione, di adeguate protezioni passive antincendio, che ne garantiscano la fruibilità in sicurezza per persone, cose e strutture e per questo le specifiche norme di legge, prevedono che tale attività, soggetta al controllo di prevenzione incendi individuata al n° 92 del Decreto Ministeriale 16.02.82, sia dotata di idonei apprestamenti di difesa antincendio, che nel nostro caso specifico, possono essere individuati in:

 impianti fissi di estinzione a pioggia (sprinkler);  impianti fissi di estinzione ad idranti;

 estintori portatili.

In particolar modo, gli impianti fissi di estinzione a pioggia (sprinkler), in caso d’incendio, garantiscono un’efficace protezione antincendio in modo automatico in quanto, quando l'innalzamento della temperatura ambiente dovuta all’incendio medesimo, raggiungendo gli erogatori sprinkler più vicini alla sorgente delle fiamme, ne determina la fusione dell'elemento termosensibile. La rottura di uno o più sprinkler causa l'immediata fuoriuscita dell'acqua contenuta nella rete di distribuzione, la quale agisce istantaneamente sull'incendio, fino al completo soffocamento; impedendone la propagazione. Le principali norme legislative a cui viene fatto specifico riferimento per la progettazione e gestione delle autorimesse sono:

DECRETO MINISTERIALE 1° febbraio 1986 Norme di sicurezza

antincendio per la costruzione e l'esercizio di autorimesse e simili (G.U. 15 febbraio 1986, n. 38).

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Facoltà di Ingegneria Capitolo VI

NORMA UNI 9489 Impianti fissi di estinzione automatici a pioggia

(sprinkler);

NORMA UNI 9490 Alimentazioni idriche per impianti automatici;

NORMA UNI 9491 Impianti fissi di estinzione automatica a pioggia.

Dati di progetto

Autorimessa di tipo pubblico, isolata, chiusa, sorvegliata e di tipo interrato, con due livelli di parcamento interrati:

 Superficie lorda totale → 13428 mq.  Capacità di parcamento → 459 posti auto

1. Impianti fissi di estinzione automatica a pioggia (Sprinkler)

L’autorimessa viene protetta con un impianto fisso di estinzione automatica a pioggia (sprinkler) di “tipo convenzionale ad umido”.

L’erogatore “sprinkler” è un dispositivo termosensibile progettato per reagire ad una determinata temperatura mediante il rilascio automatico di getto d’acqua uniformemente distribuito su una determinata superficie; possono essere di tipo a bulbo di vetro od a elemento fusibile.

Secondo la vigente normativa su richiamata, questo tipo di autorimessa viene classificata in Classe B2, per cui la norma prevede che non vi sia la possibilità che più di 144 mq possano contemporaneamente bruciare, per cui si richiede di proteggere:

un’area operativa di 144 mq;

con una densità di scarica di 5 lt./1’/mq.

Quindi la quantità teorica di acqua necessaria per dimensionare questo impianto, sarà di:

Portata idrica pari a 5 lt/1’/mq x 144 mq = 720 lt/1’.

Considerando che per legge, l’erogazione deve essere garantita per 60’, per cui si necessiterà di un’alimentazione idrica costante minima di:

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Facoltà di Ingegneria Capitolo VI

Alimentazione idrica pari =720 lt/1’x60’ = 43.320 lt/1 = 44 mc/h

alla pressione minima di 6 bar, da cui ne deriva che sarà necessaria una riserva idrica minima di:

Riserva idrica mc. 44 arrotondata per eccesso a mc. 50 (*)

Per la superficie impegnata si è calcolato quindi che saranno necessari:

N° 700 erogatori sprinkler di tipo convenzionale CU verso l’alto o Uprigth DN15 a bulbo di vetro tarato 68°C (colore Rosso)

Per la particolare conformazione dell’autorimessa, suddivisa in due compartimenti, detto impianto sarà suddiviso in due sezioni, una per comparto, ognuna comandata da una stazione di controllo.

Le stazioni faranno capo ad un unico gruppo di pressurizzazione costituito per norma da una motopompa con le seguenti caratteristiche:

Motopompa a motore diesel portata minima considerate le perdite di carico pari a 50 mc/h(*)

2. Impianti fissi di estinzione ad idranti

Nelle autorimesse di tipo interrato fino al piano primo, la norma prevede l’installazione di n° 1 idrante UNI 45 per ogni 50 autoveicoli parcati o frazione, quindi dovranno essere installati almeno:

N° 10 idranti UNI 45 alimentati da tubazione ad anello a pressione

Detto impianto deve avere caratteristiche idrauliche tali da consentire al bocchello della lancia, nelle condizioni più sfavorevoli di altimetria e di distanza, una portata non inferiore a 120 lt/1’ una pressione di almeno 2 bar, per una durata minima di 60’. L'impianto deve essere dimensionato per una portata totale determinata considerando la probabilità di contemporaneo

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funzionamento del 50% degli idranti più uno. Quindi la quantità teorica di

acqua necessaria per dimensionare questo impianto, nel nostro caso sarà di:

Portata idrica pari a 120 lt/1’ x 6 = 720 lt/1’.

Considerando che per legge, l’erogazione deve essere garantita per 60’, per cui si necessiterà di un’alimentazione idrica costante minima di:

Alimentazione idrica pari= 720 lt/1’x60’= 43200 lt/1’= 43,2 mc/h

da cui ne deriva che sarà necessaria una riserva idrica minima di:

Riserva idrica 44 mc.

L’impianto farà capo ad un gruppo di pressurizzazione costituito per norma da una motopompa con le seguenti caratteristiche:

Motopompa a motore diesel portata minima considerate le perdite di carico pari a 44 mc/h

Per uniformità progettuale si è optato per unica alimentazione idrica dei due impianti sopra descritti, quindi la rete idrica di distribuzione sarà formata da unico anello a cui saranno allacciati gli idranti UNI 45 e le due Stazioni di comando degli impianti sprinkler.

3. Estintori portatili

La normativa prevede che all’interno dell’autorimessa, sia prevista l’installazione di estintori portatili di "tipo approvato" per fuochi delle classi "A", "B" e "C" con capacità estinguente non inferiore a "21A" e "89 B".

Gli estintori al fine di poter essere utilizzati con successo nella parte iniziale dell’incendio devono essere installati con i seguenti criteri:

 essere ubicati in prossimità degli accessi;

 essere ben visibili e segnalati con appositi cartelli, facilmente raggiungibili, protetti da urti e se idrici o a schiuma dal gelo;

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 ubicati in modo da essere raggiungibili percorrendo non più di 15–20 m.;

 essere ubicati presso apparecchi supplementari in vicinanza dei punti di maggior pericolo, disposti comunque in posizione protetta.

Il numero di estintori previsto è di:

 uno ogni cinque autoveicoli per i primi venti autoveicoli;

 per i rimanenti sino a duecento veicoli, uno ogni dieci autoveicoli;

 oltre duecento autoveicoli, uno ogni venti autoveicoli.

In totale sarà quindi previsto un minimo di:

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