• Non ci sono risultati.

Gli orti scolastici pisani: un progetto ludico di Educazione Ambientale

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Gli orti scolastici pisani: un progetto ludico di Educazione Ambientale"

Copied!
87
0
0

Testo completo

(1)

UNIVERSITA’ di PISA

Facoltà di Agraria

L.S. Progettazione e Pianificazione delle Aree Verdi e del Paesaggio

Gli orti scolastici pisani:

un progetto ludico

di Educazione Ambientale

Relatore: Prof. Vernieri Paolo

(2)

Indice

Introduzione. ...3

Funzioni della vegetazione in ambiente urbano- scolastico. ...5

Educare i bambini al rispetto del Verde...8

Pianificazione attenta ai bambini...13

Motivazioni e collaborazioni...19

L’Educazione Ambientale...23

Un po’ di storia...26

I cicli delle stagioni: una esperienza didattica...30

La natura a scuola . ...33

Caratteristiche dei prodotti delle nostre fatiche...40

Il nostro fazzoletto di terra...46

Andiamo in palestra, andiamo nell’orto. Le attrezzature. ...52

La concimazioni ...56

Mettiamo a dimora le piantine. ...59

La coltivazione delle nostre verdure...61

La raccolta e l’utilizzazione dei prodotti. ...64

Tutti insieme per una buona gestione dell'orto. ...68

Giochiamo ancora nell'orto. ...71

Orto a quadretti: quando scarseggia lo spazio. ...75

L'orto biologico. ...79

La festa degli orti...83

(3)

Introduzione.

Portare l'Educazione Ambientale nella scuola è un modo diverso per condurre gli alunni ad apprendere i fenomeni naturali che li circondano. La società odierna presenta ai bambini ritmi di vita frenetici, si devono impegnare le giornate con molteplici attività. Quando ci si ferma si sta davanti al televisore ad osservare immagini in continuo scorrimento, che non permettono di pensare con la propria testa, di elaborare autonomamente concetti di causa ed effetto, di poter ipotizzare con calma ciò che potrà avvenire.

I bambini si trovano raramente nel silenzio e, spesso, quando viene loro richiesto di riflettere da soli, faticano a concentrarsi e a rimanere in silenzio. Solo il silenzio, però, permette di ascoltare il "rumore" della natura, dal ruscello che scorre allo scricchiolare di foglie in autunno, al dialogo degli uccelli che costruiscono il nido, al ramo che si stacca dall' albero perché ha completato la sua funzione.

L'Educazione Ambientale è un modo per guidare i bambini a osservare la natura e il suo equilibrio e a scoprire che il tempo della Natura non è il tempo dell'Uomo moderno.

La natura offre un modello: non è possibile vedere subito gli effetti delle azioni che si compiono. Per osservare i cambiamenti occorre molto tempo, ci vuole pazienza, saper attendere: la preparazione del terreno, la semina, la germinazione, la nascita della piantina, lo sbocciare del fiore e la maturazione del frutto comportano momenti di osservazione, riflessione, confronto, attesa.

(4)
(5)

Funzioni della vegetazione in ambiente urbano- scolastico.

Numerose sono le funzioni cui è deputato il verde scolastico, e tutte ugualmente importanti se esaminate sotto l'aspetto di volta in volta caratterizzante.

a) Funzione ecologico-ambientale

Il termine ecologia viene qui usato nella sua accezione originaria. L'albero rappresenta un habitat e una fonte di nutrimento oltre che possibilità di ricovero per avifauna e piccoli mammiferi. La ricchezza di specie vegetali diverse che si riscontra nei parchi, nei giardini urbani e in quelli scolastici arricchisce l' ecosistema.

b) Funzione sanitaria

Si estrinseca a differenti livelli:

- depurazione chimica dell'atmosfera: in città si ha un costante eccesso di anidride carbonica per effetto della respirazione umana, animale e vegetale, del riscaldamento domestico, degli scarichi gassosi degli impianti industriali e dei motori dei veicoli, ecc. L'anidride carbonica in eccesso viene assorbita dalle piante per lo svolgimento dell'attività fotosintetica che porta, come risultato finale, alla produzione di zuccheri (indispensabili per la vita delle piante) e alla liberazione di ossigeno; si pensi che una superficie fogliare di 25 mq copre il fabbisogno giornaliero di ossigeno per una persona;

- fissazione di gas tossici: oltre all'anidride carbonica, anche altri gas, specialmente l' anidride solforosa vengono fissati dalle piante, con notevole vantaggio per l'apparato respiratorio degli altri esseri viventi; i vegetali, per contro, possono subire danni da anidride solforosa.

(6)

- depurazione batteriologica dell' aria: il pulviscolo atmosferico, carico di batteri, è fissato sulle foglie dall'umidità atmosferica; le foglie emettono ozono e sterilizzano tali particelle. È da notare come l'ozono presente in eccesso nelle atmosfere urbane è comunque un gas inquinante, dannoso sia ai vegetali che agli animali;

- fissazione di polveri, prodotti catramosi ed oleosi: un prato raccoglie, a parità di superficie da tre a sei volte più polveri di una superficie liscia; un albero, con la sua notevole massa fogliare trattiene le polveri in misura dieci volte superiore alla capacità di trattenuta di un prato. Le polveri così raccolte vengono dilavate e incorporate nel terreno. Anche le polveri, comunque, se presenti in quantità sulle foglie, ostruiscono gli storni fogliari con le conseguenze negative che ne derivano.

- emissione di vapore acqueo e regolazione termica: le masse di fogliame limitano l'eccessivo riscaldamento del suolo, riducendo l'evaporazione dell'acqua in esso contenuta. La vegetazione provoca inoltre moti convettivi delle masse d'aria per effetto dei salti di temperatura che si verificano fra le zone edificate e le aree verdi: in tal modo si hanno più frequenti ricambi negli strati dell' atmosfera più prossimi al suolo, che notoriamente sono i più inquinati;

- schermo antirumore: è dimostrato che la vegetazione rappresenta uno dei più efficaci schermi antirumore, infatti nelle masse del fogliame le onde sonore si frazionano rapidamente e continuamente fino ad annullarsi. Tale effetto si può ottenere in ogni stagione, disponendo di vegetazione con fogliame persistente. I migliori risultati sono dati da siepi molto alte e dello spessore di almeno m 5, considerando che una siepe è in grado di abbassare l'inquinamento acustico di lO decibel per ogni metro di spessore.

(7)

c) Funzione protettiva

Viene esercita a livello del suolo, in quanto la vegetazione riduce l'effetto battente della pioggia e limita l'erosione superficiale, a livello aereo come frangivento o schermo visivo.

d) Funzione sociale

Gli spazi verdi nei centri abitati offrono possibilità di incontro, svago, gioco, riposo per chi è immerso nel quotidiano stress cittadino.

e) Funzione ricreativa

Le aree verdi offrono ai bambini possibilità di giocare all'aperto, in aree protette e isolate dal caotico e pericoloso traffico cittadino, agli anziani possibilità di riposo e di incontro con altre persone, all'atleta di correre e muoversi in un ambiente ricco di ossigeno. I cortili scolastici se giustamente valorizzati possono essere della aree godibili e più sicure per nonni e nipoti.

f) Funzione igienica

Le aree verdi urbane rappresentano dei polmoni non solo ecologici, ma anche psicologici e non è affatto esagerato affermare che il verde assume l'importante funzione di igiene mentale: antistress.

g) Funzione didattica

Le specie vegetali raccolte in modo organico negli arboreti, negli orti botanici, nelle scuole, negli erbari, ecc. concorrono a migliorare la conoscenza e l'educazione dei cittadini nei confronti dell' ambiente naturale.

h)Funzione estetico-architettonica

Le aree verdi migliorano visuali e scorci panoramici cittadini, variando la monotonia e la regolarità dei fabbricati e delle strade. Un giardino, un filare alberato, anche solo un singolo soggetto arboreo ben conformato

(8)

nel suo portamento naturale, rappresentano elementi architettonici del tessuto urbano di indiscusso valore.

Oggi poi è sempre più sentita l'esigenza di ridurre gli oneri di manutenzione, per cui bisogna curare insiemi funzionali e rispondenti a molte esigenze.

PISA, Maggio 2008 – la festa degli orti.

Educare i bambini al rispetto del Verde.

Come tutti gli esseri viventi esposti a condizioni di vita non ottimali come quelle che si riscontrano nell' ambiente urbano, anche i vegetali, sottoposti ad un cronico e diffuso inquinamento, non sviluppano le proprie potenzialità nel modo migliore.

(9)

Di conseguenza, gli alberi in particolare, essendo i vegetali più longevi e quindi per più tempo esposti ai guai della città, vanno incontro a un progressivo degrado e sono più recettivi agli attacchi parassitari. Le cause del deperimento del patrimonio vegetale urbano sono da ricercare in varie direzioni.

Oltre ai fattori negativi di cui si è già parlato (deposizioni acide, inquinamento,ecc.) in città si riscontrano numerose situazioni che rendono difficile la sopravvivenza delle piante: la cronica carenza nutritiva; il terreno sulle banchine alberate compattato e, quindi, asfittico che provoca minori scambi idrico-gassosi con l'atmosfera; il parcheggio selvaggio a ridosso degli alberi; le pavimentazioni che spesso ricoprono il terreno fino alla base delle alberature; la difficile convivenza del verde con alcune attività umane (le aree mercatali); le fughe di gas dal sottosuolo; gli scavi in prossimità di filari alberati; il sale sparso nei mesi invernali con funzione antineve e antigelo; gli atti vandalici, imprevedibili e, talvolta, di notevole rilevanza economica.

Questo breve e non esauriente elenco ha lo scopo di dare un'idea dei danni che può subire il verde e dell'onere, a carico della collettività, che comporta la sua salvaguardia o la sua ricostituzione.

Al di là dei danni sopra elencati, vi sono poi le vere e proprie malattie che infieriscono sul verde, alcune molto gravi, tanto da rendere obbligatorio per legge l'abbattimento delle piante colpite, come nel caso del cancro colorato del platano.

Molte malattie sono causate da funghi che si insediano sui tessuti vegetali e provocano alterazioni o distruzioni di diversa gravità: i più pericolosi, in ambiente urbano, sono senz'altro i funghi agenti di marciumi radicali e carie del legno, i quali portano a una pericolosa destabilizzazione degli

(10)

alberi colpiti, con relativi rischi di schianti improvvisi di branche, rami o alberi interi.

Vi sono poi numerosi insetti che creano ulteriori problemi: afidi e tingidi che sottraggono linfa, Lepidotteri defogliatori, insetti xilofagi che scavano gallerie all'interno dei rami e dei tronchi, ecc.

Tenuto conto di tutti i fattori su esposti, si comprende come la realizzazione del verde urbano, soprattutto quello scolastico, non possa essere affidata al caso, ma è necessario dedicarsi alla sua progettazione e alla manutenzione rispettando alcune regole fondamentali, che si basano sul rispetto del verde quale entità biologica e, come tale, soggetto a tutta una serie di variabili che devono trovarsi in equilibrio fra loro, pena il rapido degrado del verde stesso.

Innanzi tutto, è necessaria una scelta ragionata delle specie vegetali da impiegare, adatte al clima locale e allo spazio disponibile, considerato che il settore del vivaismo ornamentale è in grado di fornire una notevole varietà di alberi (anche di ridotte dimensioni per spazi ristretti), arbusti, tappezzanti, erbacee perenni, fiori, miscugli di semi per tappeti erbosi destinati a diversi tipi di fruizione, ecc.

Per quanto concerne le nuove alberate è importante mettere a dimora gli alberi a una distanza tale per cui, crescendo, abbiano lo spazio per svilupparsi, senza doverli potare; al piede degli alberi si possono sistemare pavimentazioni forate e un tubo-dreno per bagnare il terreno esplorato dalle radici, la sistemazione di dissuasori aiuta a tenere a giusta distanza i veicoli che parcheggiano sulle banchine alberate, ecc. Gli arbusti e le erbacee perenni offrono una vasta gamma di colori dei fiori, delle foglie e delle cortecce, da essere utilizzabili in mille situazioni

(11)

diverse, distribuendo nel tempo e nello spazio variegati cromatismi che caratterizzano le stagioni.

Per quanto concerne i miscugli da tappeto erboso, bisogna saper scegliere il miscuglio giusto per un determinato utilizzo del prato: il campo da calcio ha graminacee resistenti allo strappo; il campo da golf è caratterizzato da erba con foglia finissima; il prato di un giardino urbano ha caratteristiche intermedie con tutta una gamma di situazioni possibili. A livello manutentivo, una razionale programmazione e costanza di finanziamenti sono requisiti basilari per seguire lo sviluppo del verde nel suo divenire. La manutenzione è fondamentale, perché se non è regolare e tecnicamente ben impostata, lo sforzo progettuale e realizzativo viene vanificato in tempi brevi. Per fare alcuni esempi, quando si parla di potature, è necessaria una profonda conoscenza della fisiologia degli alberi e degli arbusti. Non si deve "rovinare" una pianta con tagli errati, ma bisogna sapere come intervenire specie per specie, in base al portamento naturale della specie e all'aspetto ornamentale, senza dimenticare l'aspetto fitosanitario, per eliminare rami secchi o malati, malformati, maldisposti, ecc.

Se si vuole un'aiuola fiorita, non si possono trascurare le concimazioni, le irrigazioni, le scerbature, volte all'eliminazione delle erbe infestanti. Se non si provvede a frequenti e regolari sfalci, i tappeti erbosi diventano in breve tempo infestati e privi di ogni valore ornamentale. Viceversa, nelle aree marginali, soggette a minor fruizione, può essere interessante adottare i criteri della manutenzione differenziata, lasciando porzioni di terreno incolte o quasi, dove la ricchezza di specie vegetali favorisce l'insediamento di specie animali. Negli ultimi anni si è iniziato a proporre una gestione sostenibile di queste aree urbane tramite l’utilizzo di piante

(12)

erbacee spontanee annuali e perenni (wildflowers) che offrono buoni risultati in suoli di bassa qualità, specialmente in quelli poveri in azoto, rivelando un elevato valore ornamentale anche in condizioni di bassa manutenzione.

Wildflowers.

Considerato che il verde urbano viene sempre più percepito come un vero e proprio servizio da fornire alla collettività, al pari degli altri servizi fondamentali (acqua, gas, luce, telefono, teleriscaldamento, ecc.), non può più essere considerato come l'aspetto residuale della progettazione urbanistica, come il "non costruito" da riempire con qualche pianta a caso, ma come un elemento organico che entra a pieno titolo nella ripartizione e nell' assegnazione degli spazi urbani, dove si devono conciliare mille esigenze.

(13)

Questa crescita culturale porta a un'evoluzione di pensiero e a manifestarsi in comportamenti che, partendo da una corretta informazione, vedono i cittadini partecipi delle scelte progettuali e più consapevoli della conservazione del verde che viene realizzato, attraverso un corretto utilizzo dei parchi e dei giardini pubblici che ben si mantengono se vengono animati da chi vive il verde, per cui aceri, tigli, frassini, ippocastani, platani, forsizie, viburni, azalee, cornioli, insalate, fragole, peperoni, pomodori, ecc. diventano anch' essi attori fra i bambini che giocano, gli sportivi che corrono, le mamme che passeggiano, i nonni che chiacchierano, la gente che si rigenera.

Pianificazione attenta ai bambini.

In teoria o nei convegni, nessuno oserebbe mai dirsi contrario a iniziative che promuovano la conoscenza, la salvaguardia e il rispetto dell'ambiente e la sua sostenibilità, soprattutto per i bambini. Numerose città si fregiano del titolo di Città sostenibili per i bambini; è un segno positivo che stia crescendo la sensibilità di amministratori pubblici, dirigenti, funzionari e tecnici di Enti pubblici, cittadini, liberi professionisti, ecc. Per poter camminare insieme e crescere è fondamentale, innanzi tutto, che nell' ambito di una stessa amministrazione, si instauri un dialogo costruttivo e permanente fra funzionari e tecnici di aree e competenze diverse che, unendo le rispettive professionalità, possono dar luogo a progetti significativi sul piano della loro legittimazione, concretezza e fattibilità, senza mai perdere d'occhio l'impegno della gestione futura di ciò che si va a realizzare nella singola struttura scolastica. Nelle scelte concrete, in

(14)

particolare quando si ha a che fare con bilanci economici, si vede chi è coerente e chi non lo è.

Si riportano gli esempi di due realtà urbane. Una molto estesa, Parigi, l'altra contenuta, Fossano, in provincia di Cuneo, entrambe validissime per quanto riguarda una saggia politica ambientale e partecipativa.

La Direction des Parcs, Jardins et Espaces Verts della città di Parigi, nell'ambito del Progetto generale Paris Nature, ha predisposto una guida dettagliata degli oltre 400 spazi verdi pubblici, dai più piccoli ai più estesi, quali il Bois de Boulogne e il Bois de Vincennes, che riporta, per ogni giardino, notizie storiche, riferimenti progettuali, l'indicazione delle specie vegetali più importanti o particolari che si riscontrano, con quali mezzi pubblici raggiungerli, ecc. Oltre a ciò, la città ha sviluppato tutta una serie di attività di educazione ambientale, rivolta alle scuole, diversificate come di seguito indicato.

(15)

Bus nature: si tratta di autobus non più funzionanti per il trasporto

pubblico, a disposizione dall' Azienda dei trasporti urbani, attrezzati per il trasporto di bambini e come laboratorio. Durante i trasferimenti, educatori specializzati parlano della natura in città, con l' ausilio di audiovisivi; nei parchi dove si fa sosta, i bambini raccolgono reperti naturali di vario genere, che vengono osservati, manipolati e classificati sull'autobus durante il tragitto di ritorno. Un sistema intelligente di

sedili mobili, consente in breve tempo di trasformare l'autobus in un piccolo laboratorio, dotato di microscopi, lenti, forbici, pinzette, contenitori, classificatori ecc.

Maison des cinq sens: si tratta di una costruzione ristrutturata, dove ogni aula è stata adibita allo sviluppo di un particolare senso. Vi è un' aula per l'olfatto, una per il gusto, una per la vista, una per l'udito e una per il tatto: in queste aule si gioca e si lavora con elementi naturali. All'esterno vi è un percorso aromatico-olfattivo realizzato con erbe officinali e un percorso con pavimentazioni differenziate, da percorrere bendati e a piedi nudi, per lo sviluppo della sensibilità tattile-plantare.

Maison Nature: costruzione dotata di ampie vetrate, inserita nel Bois de

Vincennes; consente l'osservazione della natura circostante, ospita mostre naturalistiche e dispone di una fornita biblioteca sulle tematiche ambientali. Annessa si trova una serra tropicale, dove si possono ammirare numerose specie di farfalle, nelle varie fasi del loro ciclo biologico. Vi si riscontra pure, nell' ambito del Parc f1oral la Volière a papillon, dove sono raccolte le specie di farfalle dell 'Ile de France, ospitate da maggio a ottobre da numerose specie di fiori e arbusti locali.

Ferme Georges Ville: fattoria urbana dedicata a Georges Ville, studioso

(16)

attività agricola; in tale struttura i bambini e i ragazzi conoscono la zootecnia e le coltivazioni, entrando in contatto con gli animali domestici (vacca, cavallo, pecora, maiale, pollo, tacchino..) e le coltivazioni orticole, raccogliendo materia prima da lavorare e trasformare (vi è un piccolo laboratorio per la pulitura, cardatura e tintura della lana, un piccolo caseificio dove, partendo dal latte di stalla si arriva al burro e al formaggio, il locale dove impastare la farina per fame pane o dolci, ecc.).

Sentiers nature: informazione predisposta per ogni circoscrizione

cittadina, attraverso opuscoli che consentono ai fruitori di scoprire itinerari negli spazi pubblici di quartiere e imparare a conoscere le specie animali e vegetali che si incontrano

Centre des visites: struttura che ha sede presso la sede della Direzione del

Servizio Parchi e Giardini, nell' area delle serre d' Auteuil, dove si trovano guide preparate e disponibili che accompagnano gruppi interessati, in visita ai parchi cittadini.

(17)

PARIGI, Aprile 2008- Parco di Bercy : legenda Jardin vert

PARIGI, Aprile 2008- Parco di Bercy : Jardin vert

Per ritornare in casa nostra, illuminate è l'esempio di Fossano, in provincia di Cuneo, in cui le sinergie costruite e attuate da tecnici comunali, insegnanti, bambini, ragazzi e genitori hanno consentito di

(18)

maturare grandi consapevolezze e di attuare opere a favore dei bambini di tutte le scuole della città; sono state messe in campo e condivise esperienze, capacità professionali, cultura, sensibilità, creatività, fantasia. Un'intera città è stata vissuta dai cittadini come la "propria città”

Amministrazione comunale in testa. I primi progetti risalgono al 1997. Attraverso la collaborazione competente e creativa dell' Associazione "La Città possibile” di Torino.

Torino- orto di circa 350 mq. ricavato nello spazio verde della scuola

A Torino, i 10 cortili di tutti i plessi scolastici della città sono stati ripensati e trasformati, seguendo una filosofia di fondo, quella della partecipazione attiva alle vicende delle singole scuole da parte degli insegnanti, dei genitori, dei volontari, dell'Ufficio Tecnico comunale e dell' Amministrazione comunale che vi ha creduto e vi crede.

(19)

- attuare la moderazione del traffico e proporre percorsi casa-scuola sicuri; - trasformare lo spazio esterno alle scuole secondo le idee e gli usi degli utenti (bambini e ragazzi);

- migliorare la funzionalità e la qualità dell' area su cui si interviene; - realizzare spazi destinati al gioco e altri per uso didattico per attività scolastiche all'aperto;

- insegnare ai bambini e ai ragazzi il rispetto dell' ambiente e la manutenzione puntuale delle strutture realizzate;

- promuovere la progettazione partecipata con i bambini, insegnanti, genitori, coinvolgendo i nonni, le persone disabili, la gente del quartiere ; - recuperare materiali usati per i lavori nella città (tubi, legname, elementi per le pavimentazioni ... );

- regolare e continuativa manutenzione di quanto realizzato.

La sensibilità è talmente cresciuta, che alcuni giardini comunali vengono gestiti dai residenti che provvedono alla pulizia, allo sfalcio dell'erba, all'irrigazione e alla sorveglianza del parco.

La cosa che colpisce in maniera pregnante è constatare come una città intera abbracci questa filosofia e tenga fede agli impegni assunti, soprattutto nei confronti di chi domani erediterà il mondo.

Motivazioni e collaborazioni.

Avevo sentito parlare di orti scolastici in un convegno della regione Emilia Romagna quando si è prospettata la possibilità di occuparmene in prima persona non ho potuto trattenermi dall’ aderire. L’origine degli orti scolastici risale agli anni '20, dopo la 1° Guerra Mondiale.

(20)

Realizzare orti in città era per la municipalità di Amsterdam l'occasione per migliorare la qualità del cibo delle famiglie olandesi. All'inizio si trattava di doposcuola, poi le attività sono entrate a far parte dell’orario e dei programmi scolastici e così dal 1930 l’attività degli orti è parte integrante del programma delle scuole di base.

Ovviamente il progetto pisano non si presentava così ambizioso, ma essere direttamente a contatto con i bambini e anche con le insegnanti è stata una sfida che non potevo non cogliere.

Il progetto “Bambini negli orti”, promosso dall'Assessorato all'Ambiente del Comune di Pisa e in collaborazione con la Facoltà di Agraria, il Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-Ambientali Enrico Avanzi (CIRAA) e l'Azienda Agricola Maurizio Pacini, consulente Sig. Meini, nasce con lo scopo di realizzare presso le scuole elementari del Comune di Pisa un orto/giardino scolastico con finalità didattiche e di educazione ambientale.

L’iniziativa intende sostenere, con mezzi ed ausili didattici, sia le iniziative che gli insegnanti delle scuole in oggetto hanno già messo in atto che quelle volte alla nascita di nuove esperienze. È prevista anche la creazione di giardini sensoriali per allestire percorsi ad alto impatto emotivo.

L’idea ha cominciato a prendere corpo all’ inizio dell’ anno scolastico, primi di ottobre, con una riunione a cui dovevano partecipare pochi responsabili di scuole interessate al progetto e gli addetti ai lavori.

Alla prima riunione del 14 0ttobre 2007, contrariamente alle aspettative, erano presenti un centinaio di insegnanti che fin da subito hanno manifestato un interesse inaspettato ed hanno dato la loro adesione per la realizzazione di un orto all’ interno dell’area cortiliva di pertinenza

(21)

scolastica. La presentazione è stata così entusiasmante che ben 34 scuole hanno prontamente aderito con vari tipologie di attività.

(22)

ELENCO SCUOLE che hanno aderito al progetto.

TIPO SCUOLA INDIRIZZO ZONA COMPRENSIVO COMPOST FIORI

1 P TOTI VIA ROOK BARBARICINA TONIOLO

2 M TONIOLO VIA ROOK BARBARICINA TONIOLO

3 P NOVELLI VIA CILEA BARBARICINA TONIOLO 1

4 I PERTINI VIA PERTINI (LIVORNESE) CITTA' TONIOLO

5 I ROSELLINI VIA ROSELLINI CITTA' GALILEI 1

6 P COLLODI VIA COLLODI CITTA' TONGIORGI SI

7 P N.PISANO P.ZZA S.FRANCESCO CITTA' FIBONACCI

8 I BETTI VIA QUASIMODO CITTA' FIBONACCI

9 P OBERDAN VIA S.MICHELE CITTA' GALILEI

10 P D.CHIESA VIA S.FRANCESCO CITTA' FIBONACCI 1

11 M L. FIBONACCI VIA LALLI CITTA' FIBONACCI 1

12 P G.PARMINI VIA DI PARIGI CITTA' GALILEI 1

13 P ZERBOGLIO VIA P.GORI CITTA' FUCINI

14 M V.GALILEI VIA DI PADULE CITTA' GALILEI

15 I CAPITINI VIA BALDACCI CITTA' GALILEI

16 I V.GALILEI VIA DI PADULE CITTA' GALILEI * SI

17 P CAMBINI VIA NIOSI CITTA' TONIOLO

18 P L.GERESCHI VIA U.VIALE CITTA' GALILEI 2 SI

19 P FILZI VIA L.DA VINCI CITTA' TONGIORGI

20 I F.DE ANDRE' VIA DI PARIGI CITTA' GALILEI 21 I KEITH HARING VIA BALDACCI CITTA' GALILEI

22 P BIAGI VIA CONTE FAZIO CITTA' TONIOLO

23 P BATTISTI VIA CORRIDONI CITTA' FUCINI

24 I CONTI VIA CONTI CITTA' FUCINI

25 I MONTEBIANCO VIA MONTEBIANCO CITTA' GAMERRA

26 M N.PISANO VIA ANDO' MARINA PISANO

27 P VIVIANI VIA ARNINO MARINA PISANO 1

28 P NEWBERY VIA ORD. S.STEFANO MARINA PISANO 1

29 P DON MILANI VIA SOCCI PUTIGNANO GAMERRA SI

30 P GENOVESI VIA CAPRERA RIGLIONE GAMERRA 1 SI

31 P MORETTI VIA XIMENES RIGLIONE GAMERRA

32 P LORENZINI VIA POSSENTI S.GIUSTO FUCINI 33 P N.SAURO VIA S.AGOSTINO S.GIUSTO FUCINI

(23)

L’Educazione Ambientale.

L'Educazione Ambientale può essere uno strumento educativo che, partendo dalla realtà, può far riflettere su temi più generali che possono aiutare a intervenire nel processo evolutivo-comportamentale.

Permette ai bambini di essere protagonisti; infatti quando si decide di attuare un progetto, ad esempio l'abbellimento del cortile con aiuole o fioriere e si coinvolgono gli alunni nel progettare il nuovo ambiente, ognuno può esprimere quanto pensa attraverso il disegno. Osservando quest'ultimo, si realizza un momento molto importante: mettere in comune tutte le idee. Questa è una fase di arricchimento efficace.

Le insegnanti scoprono quanto siano creativi i propri alunni.

Per attuare un "unico" progetto occorre poi essere in grado di mettere insieme quanto si è creato, prendere da ciascuno un'idea, un colore, una forma .

Nella scuola elementare il lavoro di progettazione coinvolge tutte le attività curriculari, quali l'educazione all'immagine, la matematica per misurare i perimetri e per calcolare le aree delle aiuole, la lingua italiana per esporre l'iter delle varie fasi del lavoro ed elaborare giochi linguistici riguardanti l'argomento: rebus, acrostici, indovinelli.

Potrebbe essere coinvolto anche l'ambito musicale, cercando con gli alunni i brani musicali che meglio si abbinano ai colori delle aiuole, ai fiori, alle forme. Ed, infine, con l'attività multimediale, utilizzando il computer, si accostano musiche al lavoro cartaceo e al lavoro svolto sul campo documentato con fotografie o filmati, prodotti dagli stessi alunni con macchine digitali o videocamere in dotazione oggi in tutte le scuole .

(24)

Naturalmente i temi che si trattano devono rispettare l'evoluzione del bambino, la successione degli interessi e le sue motivazioni ad apprendere.

È importante cominciare a osservare o lavorare nell' ambiente vicino, soprattutto per i bambini della scuola dell'infanzia e del primo ciclo della scuola elementare. Analizzare l'ambiente nel quale si vive ogni giorno può essere stimolo ad aumentare la fase di attenzione ai singoli elementi, perché è quello che si deve controllare e perché è nei confronti di quello che si ha tutta una serie di percezioni, di rapporti, di conoscenze che consentono di spiegarlo.

Nella scuola elementare (2° ciclo) e nella scuola media si può considerare il "sistema" ambiente, nella sua complessità, nelle sue relazioni interne, funzionali, spaziali e nei suoi rapporti con la realtà esterna. Ma per studiare un sistema complesso, il ragazzo deve avere già acquisito la capacità mentale di controllare i vari sistemi semplici che, integrati fra loro, costituiscono un sistema più complesso.

E per avere questa capacità di controllo di sistemi più semplici il bambino deve avere acquisito precedentemente la capacità di controllare gli elementi che li costituiscono e le relazioni che intercorrono tra loro.

Un altro elemento molto importante che l'Educazione Ambientale può aiutare a far capire ai bambini è l'impegno che si deve avere per mantenere in buono stato quell'aiuola o quel fazzoletto di terra coltivato, con cui si stabilisce un legame affettivo, importante molla motivazionale. Durante questa attività i bambini si sentono coinvolti, responsabilizzati e cercano di portare a termine meglio possibile il loro piccolo incarico, anche se costa fatica. Questo è un momento di crescita molto importante.

(25)

Non ultima è l'importanza che ha l'Educazione Ambientale nel coinvolgere i genitori nel portare avanti l'attività, dando una mano a bambini e insegnanti per vangare, innaffiare, magari quando la scuola è chiusa, eventualmente acquistando i prodotti ottenuti.

Ogni insegnante mette poi in campo la propria personale sensibilità, fantasia, creatività, esperienza, quella incommensurabile ricchezza che ognuno di noi ha ricevuto in dono e di cui non ci si deve vantare. Tanti carismi messi insieme rendono accattivante l'impegno educativo e, in ultima analisi, più bello e colorato il mondo.

(26)

Un po’ di storia.

È interessante esaminare come l'evoluzione del pensiero pedagogico in materia di educazione ambientale abbia visto tappe importanti, che costituiscono una guida, perché viene posto con forza l'accento sull'importanza educativa dell'ambiente naturale nella crescita del bambino.

Nella letteratura il tema del rapporto infanzia-natura è sempre presente, quasi sotto forma di nostalgia per la perdita della capacità dell'uomo adulto, preso dal vortice della vita, del lavoro, degli affari, ecc. di guardare la natura con gli stessi occhi di quando era bambino, di quando sapeva meravigliarsi per i colori di un tramonto o la trama delle ali di una farfalla.

Il primo grande pensatore che focalizzò l'attenzione sull'importanza dello spazio e dell'ambiente naturale come spazio formativo per il bambino, fu Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) nel famoso romanzo Emile, in cui il protagonista cresce a contatto con la natura, da cui viene educato ai valori fondamentali, lontano dalla città e dalla società piena di pregiudizi. La natura viene sentita come forza purificatrice dello spirito e inesauribile fonte d'ispirazione. Rousseau seppe porre al centro dell'attenzione lo scolaro come individuo, nella sua autonomia e nei suoi bisogni, differenti per periodi di crescita.

Johan Heinrich Pestalozzi (1746-1827), in sintonia con il pensiero roussoniano, diede vita ad una fattoria a Neuhof in Svizzera, in cui veniva condotta vita comunitaria a contatto con la natura e la pratica agricola. Dopo varie sperimentazioni, con la scuola-convitto di Yverdon, a Pestalozzi fu riconosciuta, dall'Europa colta del tempo, la validità del suo metodo. La pedagogia di Pestalozzi vuole assecondare lo sviluppo della

(27)

natura umana nella sua spontaneità e libertà, valori sui quali cuore, mente e braccio, devono attivarsi e operare congiuntamente.

Friedrich Frabel (1782-1852) si occupò con molta attenzione, oltre che del tema della natura, promuovendo i piccoli viaggi e le grandi passeggiate, anche del tema del gioco come strumento di lavoro per il bambino e istituì i Giardini d'Infanzia.

Lev Nikolaevic Tolstoj (1828-1910) conosciuto come un grande scrittore e romanziere, è meno noto come pedagogista. Fin da giovane s'interessò di pedagogia, nel novembre del 1859 aprì una scuola nella sua casa, immersa nei boschi della tenuta di 2000 ettari di Jasnaja Poljana; non solo boschi, ma anche stagni, frutteti, terreni agricoli, diventarono aule e luoghi di apprendimento per i figli dei contadini, che si erano appena affrancati dalla servitù della gleba. La scuola ebbe come fondamento il 'dubbio' e come regola la 'libertà'. Le classi erano dipinte di azzurro e rosa e contenevano mille cose da curiosare e studiare: minerali, piante, farfalle, scheletri, strumenti di fisica, ecc. In seguito a viaggi effettuati in Europa, Tolstoj fu molto critico nei confronti delle esperienze educative e pedagogiche riscontrate, ritenute molto rigide. Visitatori ed ex alunni della sua scuola lo ricordano come un maestro carismatico che educava alla libertà in tutte le sue forme: questo si traduceva nella voglia di conoscere, amare e rispettare la natura, che inculcava con entusiasmo nei suoi allievi.

Significativo un suo pensiero: Una delle prime condizioni di felicità, riconosciuta da tutti come tale, è una vita in cui non sia violato il legame dell'uomo con la natura, ossia una vita a cielo aperto, alla luce del sole, all'aria fresca in comunione con la terra, le piante, gli animali.'

(28)

Rudolf Steiner (1861-1925) fu pensatore, filosofo, scienziato, architetto, pedagogo .

Fra le sue varie attività, pose particolare attenzione nelle sue scuole alla ripartizione fra gli spazi edificati e gli spazi verdi e all'influenza che le forme dell'architettura hanno sulla salute dell'uomo, nelle sue diverse età e con particolare attenzione verso i bambini con disabilità. Mise a punto un metodo educativo basato su quelli che considerava i quattro aspetti essenziali dell'uomo: uomo come corpo fisico, uomo come organismo vivente, uomo come essere sensibile, uomo in quanto consapevole di sé. Maria Montessori (1870-1952), medico specializzato in psichiatria infantile, fra i maggiori esponenti della pedagogia scientifica contemporanea, si dedicò all'educazione dei bambini con disabilità, derivando da quell' esperienza principi che poi estese a tutto il campo educativo, elaborando un metodo fondato sul libero sviluppo della personalità in un ambiente stimolante e adatto: l'aula all'aperto, in mezzo alla natura del giardino della scuola, era un punto forte del suo modello educativo.

La scuola materna deve strutturarsi in funzione dell'autosviluppo e dell'autoeducazione dei bambini, garantendo un ambiente accogliente, familiare, adatto, predisposto a misura di bambino anche negli arredi e oggetti presenti.

La Montessori è una sostenitrice autorevole dell' importanza dell' educazione ambientale, in cui il rapporto con la natura significa non solo andare a spasso in mezzo al verde, ma vangare, zappare, seminare, coltivare, allevare animali, fare giardinaggio. Le 'scuole verdi' montessoriane costituiscono validissimi esempi di questa concezione pedagogica. Famosa a Milano è stata la Scuola Speciale all'aperto

(29)

Umberto di Savoia, oggi Casa del Sole Rinaldi Istituto Scolastico Comprensivo Milano Parco Trotter, che necessita d'interventi di manutenzione e molte persone e associazioni si stanno battendo per rivalorizzare un patrimonio irripetibile.

Scorrendo questi nomi famosi e prendendo conoscenza del loro operato, si evince come la strada sia già stata aperta in modo serio ed efficace da chi ha creduto fermamente nei valori di un'educazione ambientale fatta bene.

Sta a noi continuare l'opera e fornire ai nostri bambini e ragazzi gli strumenti 'naturali' per crescere in modo sano ed equilibrato, in una parola, felice.

I bambini assorbono, ascoltano, provano, basta stimolare i loro interessi le loro curiosità, farli provare e ‘toccare’ con mano le risposte che si ottengono sono del tutto inaspettate e sincere.

(30)

I cicli delle stagioni: una esperienza didattica.

L'esperienza dell'orto, per i ragazzi, ha inizio in autunno, nell'aula, al chiuso. Alcune lezioni: per imparare a distinguere i differenti tipi di terreno, per capire cos'è la fotosintesi, per distinguere i semi. La prima lavorazione del terreno è stata fatta nelle due settimane precedenti le vacanze di Natale. Nelle scuole che avevano deciso per i wildflowers si è proceduto alla semina a spaglio con un miscuglio che ho preparato pesando pochi grammi di ogni specifica essenza. I fiori spontanei di campo rappresentano una grande risorsa a livello sociale. Questo tipo di vegetazione ha una forte componente evocativa sull’immaginario comune: la vista di un prato di fiori di campo rimanda alla campagna e crea stimoli culturali ed aggregazione. I wildflowers costituiscono un habitat per gli insetti impollinatori e per i piccoli animali, anche in ambienti poco naturali come le città, e i bambini sono affascinati dalla presenza dell’entomofauna impollinatrice e delle farfalle attratte dai fiori. L'osservazione del prato fiorito che, come parte principale del progetto, viene seminato nei cortili e nei giardini delle scuole è una fonte inesauribile di conoscenze per la formazione dei bambini.

(31)

Miscuglio di semi di wildflowers utilizzato per le scuole.

mix parco 1000 semi att

ipotetico% investimento piante/mq g/mq

agrostemma githago 8 60 10 0,133

agrostemma gracilis Milas 12 60 5 0,100

ammi majus 0,52 30 25 0,043

centaurea cyanus 3,8 20 10 0,190

chrisanthemum carinatum 2,4 30 15 0,120

chrisanthemum segetum Helios 0,9 20 15 0,068

clarkia unguiculata 0,3 20 15 0,023 consolida regalis 1,37 20 3 0,021 coreopsis tinctoria 0,3 30 20 0,020 dimorphoteca aurantica 1,8 50 12 0,043 eschscholzia californica 1,8 20 15 0,135 gaillardia pulchella 2 10 15 0,300 gilia tricolor 0,4 20 20 0,040 lavatera trimestris 6,4 30 10 0,213 linaria maroccana 0,06 20 30 0,009

linum grandiflorum Rubrum 3,8 30 12 0,152

matricaria chamomilla 0,3 50 20 0,012

mentzelia lindleyi 0,7 50 30 0,042

nigella damascena 2,6 50 20 0,104

papaver rhoeas 0,1 30 20 0,007

papaver rhoeas Shirley 0,1 30 20 0,007

rudbeckia amplexicaulis 0,5 20 12 0,030

silene armeria 0,05 20 30 0,008

trifolium incarnatum 4,6 50 10 0,092

Poi da marzo-aprile si va all'aperto, fino alla fine dell’ anno scolastico. Quella dell'orto è una esperienza che tutti i bambini, una volta nella loro

(32)

esperienza didattica, dovrebbero fare.. Si consumano così anche i prodotti dell'orto utilizzandoli nella mensa scolastica.

Il lavoro in ognuna delle scuole si è sviluppato in diverse fasi: un momento formativo per insegnanti e tecnici del comune; una fase progettuale in cui le diverse scuole hanno attivato percorsi di progettazione partecipata con gli alunni e i genitori; una serie di laboratori nelle classi legati allo studio e alla conoscenza dello spazio verde a disposizione (studi naturalistici, cartografici, storici, raccolta dei desideri, ecc); una fase legata alla realizzazione (che ha coinvolto i tecnici comunali, gli insegnanti, i genitori e i bambini) e, per finire, una fase di manutenzione del giardino svolta in primo luogo da un gruppo di genitori coordinati da un’insegnante.

Il quaderno di matematica. Quello di italiano. E quello dell'orto. Insolito: ma molto interessante, è come un diario sulla coltivazione dell'orto. Per alcune ore alla settimana gli alunni, bombardati dalla tv a casa e bloccati al proprio banco a scuola, cambiano registro, avendo a che fare con semi, concime e frutti di stagione. Queste scuole hanno avuto come obiettivo comune quello di condividere esperienze e mettere in collegamento le scuole con una vera e propria rete. Ma perché un insegnante dovrebbe proporre un orto nella sua scuola? "Coltivare un orto mette a frutto abilità manuali, conoscenze scientifiche, sviluppo del pensiero logico. Lavorare con la terra aiuta i ragazzi a riflettere sulle proprie storie locali e familiari. Quasi tutti abbiamo avuto un parente che è stato "contadino" maestri per l'orto. Gli anziani sono valorizzati, vengono in classe e diventano professori, parlando della propria esperienza: spiegano i segreti della coltivazione, raccontano di come la luna influisce sui semi... Sono favole che i ragazzi ascoltano più volentieri della tv". Ma l'orto è un'occasione di incontro anche con la "storia" e con le altre materie di studio. Una parte

(33)

dell'orto è dedicata ad esempio alle piante officinali, quelle che servono per curarsi.

L'orto poi educa i bambini ad altri due valori fondamentali: la cura delle cose e la pazienza dell'attesa, essenziali per vedere la propria pianta crescere e fruttificare.

PISA, Aprile 2008- scuola media Toniolo.

La natura a scuola .

L'area verde scolastica rappresenta in prima istanza la palestra verde dove il bambino impara a conoscere la natura attraverso una costante registrazione di ciò che accade e dove si può lavorare con l'ambiente per arricchirlo di nuove specie animali e vegetali.

(34)

L’ area cortiliva scolastica risulta quasi essere una "proprietà privata" per gli scolari, e in quanto tale va protetta, gestita e curata.

L'educazione all'ambiente va pensata, percepita, intesa e vissuta, sia come modello educativo, strumento che consente di conoscere l'ambiente attribuendo un nome e un cognome a ogni forma di vita che s'incontra, sia come mezzo per la crescita della personalità del bambino e del ragazzo, esasperati da tutto ciò che si definisce tecnologia, portata all'eccesso. L'educazione ambientale è un'opportunità per affrontare in modo equilibrato molteplici aspetti della vicenda umana, dove si constata che ogni elemento è in relazione con gli altri e nulla al mondo esiste per caso. Va da sé che l'educazione ambientale va sviluppata con gradualità, nel rispetto delle varie fasce d'età e del livello di apprendimento scolastico. La scuola per l'infanzia, la scuola elementare, la scuola media e la scuola superiore, richiedono approcci diversi.

Se si lavora con i bambini più piccoli, ad esempio, bisogna rapportarsi alloro sviluppo dimensionale e comunicare con loro stando in ginocchio o seduti sui talloni: la dimensione, infatti, cambia la qualità dell'esperienza. Un campo di grano biondeggiante di spighe, forse, non susciterà l'entusiasmo dei bambini della scuola materna, che vedranno davanti a loro una foresta uniforme di culmi e nessuna spiga, poiché le spighe li sovrastano.

L'area verde scolastica assume grande importanza perché è logico vivere le prime esperienze di conoscenza della natura nell' ambiente quotidiano, come quello scolastico, dove il campo d'indagine risulta essenziale e controllabile dal bambino,dove sono pochi gli elementi in rapporto tra loro, con sviluppi temporali e dimensioni spaziali limitati, visibili e gestibili: ne sono un esempio l'orto e la siepe: nel primo si concentra la

(35)

coltivazione delle verdure che vediamo sulla tavola mentre nella siepe si ritrova un ecosistema strutturato dove, in piccolo, si può capire che cos' è la biodiversità, in quanto la siepe accoglie numerose forme di vita, vegetali e animali (insetti, uccelli, piccoli mammiferi), fornendo loro ricovero e nutrimento.

Se lo spazio scolastico lo consente, la realizzazione di percorsi cromatici (con arbusti o con piante erbacee vivaci perenni) è di sicuro interesse, perché l'esplosione scalare di vari cromatismi, distribuiti nella massa, aiuta a capire come la natura sia bella in qualsiasi stagione, inverno incluso, considerato che alcune specie arbustive, come il calicanto e l' Hamamelis, fioriscono in gennaio-febbraio,altre, come il Pyracantha, sono sempreverdi in autunno-inverno e portano sui rami numerose bacche colorate. Valorizzando le caratteristiche delle piante, si possono ancora realizzare i percorsi delle aromatiche, i percorsi profumati, ecc.

L'acqua, fondamentale veicolo di vita, è utilizzata per realizzare stagni che ospitano piante acquatiche e forme di vita animali.

Semplici strutture in legno costruite per raccogliere semi o frutta, appese ai rami degli alberi, insieme ai nidi, attirano gli uccelli il cui volteggiare è uno degli spettacoli più belli della natura.

Insomma, la fantasia e la creatività non difettano certo nelle bambine e nei bambini e gli insegnanti trovano terreno fertile giocando e lavorando con la natura, fonte inesauribile di ciò che serve all'uomo, per vivere in modo sano ed equilibrato.

Vedremo nella come il giardino scolastico va letto, fotografato, reinterpretato, perché diventi sempre più scuola di vita e strumento di educazione all'ambiente.

(36)

Il passato e il presente sono scritti nel libro del tempo e nessuno li può più cambiare, ma si possono benissimo leggere, vagliare e interpretare per capire come sono andate le cose prima che arrivassimo noi ad occuparcene.

Fare la fotografia del giardino scolastico e ipotizzare una fotografia futura, vuol dire sviluppare i temi posti da una serie di domande da rivolgere a chi ha frequentato la scuola in passato e a chi la frequenta ora.

Cercare di conoscere la storia della scuola: chi ha redatto il progetto, quando,quale impresa ha costruito la scuola, perché lo stile architettonico è di quel particolare tipo, che materiali sono stati usati, come sono stati eseguiti gli impianti, quale spesa è stata sostenuta, quanti bambini frequentavano la scuola al suo inizio, quanti insegnanti vi lavoravano, quanti bidelli vi erano, com'era la cucina da quando esiste la mensa?

Com'erano i programmi scolastici di allora? Che tipi di quaderni si usavano? Era obbligatorio indossare il grembiulino? Che adesso sembra tornare di moda. I libri quanti erano? Ho un buon ricordo dell 'insegnante? Ho veramente un buon ricordo complessivo di quei tempi o preferisco dimenticare alcuni momenti?

Anche gli insuccessi, come la mancata fioritura dei nostri semi o le fragole divorate in una notte dalle lumache, possono nel prossimo futuro fornire un bel ricordo e spunti di riflessione positivi.

Il giardino scolastico, finalmente oggetto di attenzione, quanto è grande? Se non lo sappiamo, si può fare lezione di geometria sul campo, in modo da disegnare il giardino, individuandone la forma geometrica e riportando sulla carta le misure

(37)

riscontrate; quanto è grande rispetto all'edificio scolastico? È stato curato, in passato da qualche insegnante, classe o custode? Se sì, che cosa vi è stato coltivato?Con quali risultati?

Ha senso, oggi, recuperarne la memoria storica, farlo tornare vivo, colorato, allegro, ha senso dare la nostra impronta come segno del nostro passaggio?

C'è a scuola, fra le insegnanti e i genitori, qualcuno che ci crede ed è disponibile a lavorare per trasformare in meglio il giardino?

Cosa mi piacerebbe avere nel giardino della scuola come piante, animali, giochi,spazi, arredi?

Perché non decidere di riflettere e, lavorando insieme, bambini, ragazzi, insegnanti, genitori, nonni, fratelli e sorelle, volontari, professionisti, arrivare a definire con chiarezza come migliorare il giardino?

È necessario lavorare sodo e con attenzione vigile, perché se si perdono i compagni di cordata, ci si può ritrovare presto da soli e in grande difficoltà a portare avanti anche l'idea più bella.

E allora perché non coinvolgere in questa prima fase di raccolta dati insegnanti, genitori, bambini e ragazzi, la gente del quartiere che ha frequentato quella scuola e recuperare così quanta più memoria storica possibile?

Completata questa indagine conoscitiva, si dispone degli strumenti per ripensare l'area verde scolastica.

Lo spazio, si sa, è la risorsa più scarsa in molti contesti sociali e urbanistici, per cui è molto conteso, essendo molteplici le richieste di utilizzo sullo stesso metro quadrato.

Anche nell'area scolastica esterna spesso si vive lo stesso problema, specie se sono numerose le classi che gravano sullo stesso cortile.

(38)

Diventa allora difficile stabilire le diverse destinazioni d'uso, come dicono gli urbanisti, dovendo appunto conciliare molte esigenze. Bisogna operare delle scelte, se non si può ottenere tutto da uno spazio limitato; può essere prevalente la richiesta di attrezzature ludiche, di aree per poter giocare, di superficie da coltivare o da impreziosire con alberi, arbusti, piante tappezzanti o erbacee perenni e colorate, orto didattico o frutteto, piccoli frutti, giochi d'acqua, ecc.

I bambini e i ragazzi, quali protagonisti principali, attraverso i disegni e le parole,sanno indicare cosa più aggrada loro all'interno dell'area scolastica della propria scuola; in un plastico rustico, realizzato in cartone, sanno raccogliere e presentare ancora meglio le loro idee. Oltre al plastico classico, si può pensare a qualcosa di innovativo: perché non realizzare un plastico vivo con piccole piantine coltivate in piccoli contenitori, con talee di siepi che raffigurino alberi, con ciuffetti d’erba tagliata che ricordi il prato, con o sassolini che rappresentino la viabilità, ecc., in modo che la simulazione sia il più possibile veritiera e dia un'idea più convincente di ciò che potrebbe sorgere in futuro se qualche adulto con lo spirito di Peter-Pan prendesse in considerazione le idee dei bambini? Si devono seguire le indicazioni da loro fornite, pur valutate da un occhio esperto, per evitare che grossolani errori nella trasformazione del giardino, gravino sul futuro utilizzo dell' area e sulla sua regolare manutenzione. Spesso, gli insegnanti dicono di non avere idee particolari su possibili soluzioni per rendere più bello e funzionale il giardino scolastico, o forse non ne hanno solo voglia, aspettano un aiuto per potervi lavorare. Lasciamo che siano i bambini e i ragazzi ad esprimere i loro desideri, l'esperienza insegna che da loro, in genere, vengono fuori le idee migliori, le soluzioni più inattese, ma anche simpatiche e materialmente attuabili.

(39)

Anche ciò che sembra più strampalato in realtà ha un significato, delle motivazioni. Un esempio è dato da uno spaventapasseri della scuola materna Fibonacci che guarda caso, è stato chiamato Jack !

PISA, Aprile 2008 - Lo spaventapasseri, un nome una garanzia.

Vagliando il tutto con bambini, ragazzi ed insegnanti, si esaminano le varie soluzioni proposte e si entra nel merito della loro fattibilità tecnica e dei relativi costi.

La maggior parte delle richieste dei bambini sono realizzabili, ma se qualcosa non è fattibile per svariate ma motivate ragioni, bisogna avere il coraggio di spiegarlo serenamente ai ragazzi, i quali non si sentiranno così beffati perché comunque qualcuno ha prestato loro attenzione e ascolto e ha ragionato sulle loro proposte.

(40)

La trasformazione del giardino scolastico può diventare un percorso interessante, non solo per i fanciulli del luogo, ma per quanti avranno dato una mano nel pensare e nel realizzare.

Una mentalità progettuale che si va formando a scuola, oltre che essere utile nella vita, può servire anche per riprogettare aiuole verdi pubbliche esterne alla scuola, per renderle più a misura di bimbo e ragazzo, ma anche di nonno e di disabile, pensando, perché no, pure a percorsi casa-scuola sicuri, che consentano ai bambini di recarsi da soli da casa a scuola e viceversa, passando attraverso il proprio quartiere in modo tranquillo, senza scontrarsi con un traffico caotico, inquinante e pericoloso. Tutto questo, detto in poche righe, è da progettare con estrema attenzione, perché investe aspetti di gestione urbanistica della città, soggetta a tutta una serie di normative, che interferiscono con competenze plurime. Sono ancora troppi tecnici che operano nell'Ente pubblico o per l'Ente pubblico, non hanno una mentalità disponibile a mettersi in gioco sul fronte di una vera progettazione partecipata, dove il pensiero della gente venga preso in considerazione, vagliato, corretto, integrato, ma non cestinato. È un nuovo modo di operare che gradualmente si fa strada e diventerà, speriamo presto, prassi, se gli addetti ai lavori accetteranno di cambiare modo di pensare ed agire.

Caratteristiche dei prodotti delle nostre fatiche.

Tutti i giorni, dopo sapienti lavorazioni, gli ortaggi entrano in cucina, a pranzo e a cena, li troviamo nei salatini e in altri cibi, addirittura nei gelati al gusto di fragola, di anguria, lampone e tanti altri. Torte salate e creme di verdura, contorni e antipasti, primi e una varietà di altre

(41)

combinazioni fanno della cucina del nostro Paese una delle più ricche, non per niente è famosissima e consigliata la dieta mediterranea. Da buongustai, poi, possiamo approfittare anche di una serie di opportunità mediche per le proprietà curative degli ortaggi;

sappiamo che tutti hanno caratteristiche di primo piano nella dieta naturistica e dei prodotti biologici.

Insomma, in ogni modo e anche quando non ce ne accorgiamo, gli ortaggi entrano nel grande gioco dell' alimentazione moderna e ci saziano donandoci quanto di meglio la natura (da un punto di vista alimentare) può offrirci.

Gli ortaggi sono complementari dell' alimento principale, anche in base alle esigenze dei singoli momenti, poiché le loro forze si dirigono principalmente verso le singole regioni organiche con le quali sono imparentate, e precisamente:

"... le radici tonificano il sistema nervoso-sensoriale, sono sovente molto diuretiche e in senso terapeutico servono per ricondurre il calore del metabolismo entro i confini del suo dominio ed entro i limiti della norma (emicrania, sinusiti acne,infiammazioni varie)";

"... le foglie verdi, ricche di clorofilla, giovano specialmente alla ventilazione polmonare e al ritmo cardio-circolatorio. Esse rappresentano la neutralità centrale dell' alimentazione, per cui possono efficacemente affiancarsi a tutti gli alimenti ricchi di proteine e di grassi: formaggi, uova, legumi";

"... i fiori costituiscono un supplemento alimentare legato sovente agli aromi, che rappresentano lo "spirito" della nutrizione. Utilizzati come condimenti e in tisana,

(42)

hanno delle virtù curative vere e proprie, specialmente sui processi catabolici, cioè dissociativi del ricambio. Svolgono una benefica azione antisettica, antibatterica, antifermentativa, diuretica, "

Tratto da: -Angela Cattro, La Natura Nutrice Universale, Compagnia

Editoriale -Torino.

Gli ortaggi insomma sono un alimento basilare: possono essere inseriti con una certa abbondanza in ogni pasto della giornata, e vengono collocati al secondo posto nell'alimentazione umana, ovviamente dopo i cereali". Lo scarso uso di questi prodotti della natura, prima o poi fa sentire i suoi effetti negativi, difatti la mancanza di fibra vegetale nell' alimentazione umana associata ad una vita sedentaria, procura problemi di stitichezza frequente anche in età scolare. Di norma il rimedio proposto al di là delle ormai tradizionali cure è appunto il maggior consumo di fibra grezza.

COLORE FITOCHIMICO PROTEZIONE - PREVENZIONE FRUTTA ORTAGGI

ROSSO Carotenoidi (licopene) Antociani Vitamina C

M. cardiovascolari, tumori, m. vie

urinarie Anguria, arancia rossa, ciliegia, fragola Pomodoro, ravanello, barbabietola rossa

GIALLO-ARANCIO Carotenoidi (beta-carotene) flavonoidi vitamina C

M. cardiovascolari, tumori, vista, m.-

sistema immunitario Albicocca, pesca, melone, agrumi Carota, peperone, zucca VERDE Clorofilla Carotenoidi (luteina, beta-carotene) Fenoli indolici Glucosinolati Minerali Vitamina C

M. cardiovascolari, tumori, vista Uva, kiwi Cetriolo, cavolo (vari tipi), insalate, spinacio, asparago, prezzemolo, rucola

BLU-VIOLA Antocianine Fenoli M. vie urinarie, invecchiamento, tumori Fico, piccoli frutti, prugna, uva Melanzane, radicchio BIANCO Allicina Isotiocianati Flavonoidi

M. cardiovascolari, colesterolemia Mela, pera Aglio, cipolla, porro, cavolfiore, finocchio, sedano,

(Di Carlo, 2005; rielaborata)

(43)

La consapevolezza delle caratteristiche positive che l'ortaggio sortisce nella nostra alimentazione quotidiana, ci permette di apprezzare al meglio quanto una cultura/coltura, in parte abbandonata e/o trascurata, sia stata fondamentale per la crescita di interi popoli in epoche diverse, in ambienti differenti e con dinamismi evolutivi marcatamente locali.

In tempi antichi la sopravvivenza era anche possibile grazie alla generosità e alla straordinaria adattabilità degli ortaggi ai vari ambienti. A nuovi insediamenti umani di colonizzazione corrispondeva tutto un bagaglio culturale nel quale l'ortaggio aveva la sua meritata parte, era un tesoro da proteggere e proporre.

Va comunque ricordato che solamente alla fine dell'800 e all'inizio del '900,

soprattutto nei paesi civilizzati, si è potuto fare largo uso dell'infinita varietà delle specie coltivabili, grazie alle quali si sono potuti cambiare usi e costumi locali di popoli, al punto da impostare nuovi valori sociali (il pomodoro e il peperone per l'area mediterranea, importato dal nuovo mondo). Così i pomodori che allietano le nostre mense in inverno sono tunisini o marocchini e le melanzane che assaporiamo in primavera arrivano dall' Algeria. Le primizie di quarant' anni fa oggi, spesso, sono la normalità.

Tuttavia una delle molle più importanti per lo stimolo alla ricerca nel miglioramento genetico risiede ancora nell' aspetto esteriore dei prodotti: la forma, le dimensioni, il colore, la resistenza allo stoccaggio, ecc. La ricerca in questo ambito si è spinta ai massimi livelli, gli obiettivi raggiunti hanno un "non so che" di fantascientifico: dal pomodoro che non matura mai (se confrontato al nostrano da orto) alle mele che si possono conservare in celle frigorifere in assenza di ossigeno per anni, al

(44)

gene del freddo del salmone che viene "trapiantato" nelle piante di tabacco per poterle coltivare in climi più freddi e quindi promuovere lo sfruttamento più redditizio di terre povere da sempre.

Infatti, l'industria alimentare già da tempo segue con estremo interesse l'evoluzione tecnologica della sfera del miglioramento genetico dei vegetali.

Grandi interessi economici e quindi di politica mondiale, impongono ritmi sempre più accelerati nella ricerca in questo settore: la fragola e gli altri ortaggi devono essere sempre più belli e robusti allo stoccaggio, e se ciò comporta un ridimensionamento dei caratteri organolettici, questi vengono serenamente messi in terz'ordine, sono meno importanti, l'obiettivo primario è la possibilità di poter movimentare per più tempo le derrate in sistemi di stoccaggio sempre più automatizzati, dove l'occhio vuole comunque e a tutti i costi la sua parte.

In questo preciso ambito il ruolo del colore, dell' aspetto esteriore e dell' odore sono assolutamente fondamentali.

Eppure siamo i primi a lodare il bell'aspetto di un ortaggio (non tenendo conto di quanta tecnologia ci sia dietro) e, nello stesso tempo, i primi a confermare sospirando quanto sia scialbo il suo gusto.

Anche altre caratteristiche quali il profumo, gli odori, gli aromi, fanno pensare a quanta differenza possa esserci tra un cespo d'insalata coltivata nel proprio orto se paragonato ad uno acquistato al supermercato. Figuriamoci poi se l’orto in oggetto è quello coltivato dai nostri bambini. Tutte queste "sensazioni" legate all' ortaggio fanno parte di un bagaglio culturale che ognuno di noi si porta appresso fin dall'infanzia, infatti tali aspetti organolettici derivano da acquisizioni di tipo elementare codificate in quel periodo di crescita.

(45)

Caratteri fondamentali delle associazioni sono: forma, odore-aspetto, odore-colore, odore-stato, odore-età, ecc.

Sono questi primi passi, mossi principalmente alla presenza di figure adulte, che ci hanno permesso di organizzare un mondo dove gli "odori" sono ancora un fatto dominante, nonostante gli odori naturali trovino spesso dei fuorvianti concorrenti

Negli aromi completamente artificiali che, da fatto puramente commerciale, diventano fatto culturale, stabilendo nuovi valori.

Difatti, anche se non sollecitati per lungo tempo (quindi anche solo per un istante),la possibilità di captare messaggi di questo tipo ci permette di associare immediatamente un'infinità di correlazioni ambientali, e, se la nostra eccessiva specializzazione nel recepire gli odori tipici non è del tutto svanita, ci stupiamo di "sentire" nuove sensazioni-emozioni tanto da farci riflettere almeno per un attimo su questo aspetto.

Non dimentichiamo, inoltre, che gli odori sono come fotografie fatte col naso e ci ricordano con chiarezza momenti vissuti, persone, ambienti, periodi della vita, soprattutto legati all'infanzia e all'adolescenza.

Si può fare a scuola un giochino carino per conoscere meglio gli alimenti A partire dal luogo di origine dei loro ingredienti di base, consiste nel far portare a scuola dai bambini fotografie e disegni dei più disparati ortaggi per incollarli su un mappamondo, in corrispondenza delle zone di origine, cominciando ad "azzeccare" il continente; così facendo resta più chiaro e comprensibile che Giulio Cesare (che pure si poteva permettere quello che voleva), non poteva però gustarsi la cioccolata calda al mattino, o i pomodori nell'insalata a pranzo e men che meno le patatine fritte o i popcorn quando andava a vedere gli spettacoli al Circo Massimo.

(46)

Il nostro fazzoletto di terra.

Manipolare insalate, pomodori, ravanelli, cipolle, mirtilli, more, ribes, apprezzare gli aromi quali basilico, rosmarino, prezzemolo, timo, maggiorana, origano,menta, salvia, ecc., genera un grande entusiasmo, per cui grandi e piccini hanno voglia di fare l’orto. Un po’ meno le bidelle che devono pulire i locali scolastici.

L'entusiasmo e la poesia devono esse controbilanciati da un sano realismo e da un esame delle condizioni dell' area verde scolastica e, soprattutto,

(47)

da un preventivo "esame di coscienza" degli insegnanti, i quali devono valutare con molta attenzione e onestà se ritengono di essere in grado, non tanto di fare l'orto o il piccolo frutteto o l' angolino dei piccoli frutti, ma di gestire quanto si va a realizzare con la dovuta continuità di interventi settimanali.

Questa valutazione è fondamentale prima di decidere di partire con ogni iniziativa.

A questo punto non è così importante stabilire se seminare l'insalata o la valeriana o se mettere a dimora il radicchio trevigiano o quello di Verona, ma è necessario valutare chi vuole impegnarsi in modo continuativo nell'iniziativa.

Certamente riuscire a realizzare l'orto, contribuisce a capire meglio il millenario legame tra l'uomo e la terra, che lo sostiene e lo nutre con i suoi frutti, però esige la sua collaborazione, perché l'uomo viene chiamato a rispettare le sue leggi.

Per scendere più nel pratico, una volta stabilito l'aspetto della continuità di impegno, bisogna valutare con attenzione due aspetti: la presenza di una presa d'acqua vicina alla zona orto e l'esposizione soleggiata.

Un altro aspetto importante è il terreno: è difficile trovare il terreno ideale in un giardino scolastico dove, nella maggioranza dei casi, si sa, il prato è stato realizzato su un substrato costituito da materiale di riporto contenente di tutto (fra cui materiale per l'edilizia abbandonato sul posto dopo la costruzione dell'edificio scolastico), ma non terreno agrario; bisogna allora provvedere al miglioramento della composizione fisica e chimica del terreno; spesso, i terreni sono tenaci, duri, troppo argillosi: in tal caso l'aggiunta di un buona quantità di sabbia silicea (anche nella misura del 50%) e di letame bovino maturo o stallatico, oppure del

(48)

compost, e proprio per dare una certa continuità alcune scuole hanno

deciso di praticare il compostaggio.

PARIGI, aprile 2008 - Parco di Bercy: orti didattici, il compost.

Migliorando la struttura del terreno, instaurando giuste condizioni agronomiche, favorendo gli scambi colloidali fra terreno e pianta e gli scambi gassosi fra terreno e atmosfera, comportandosi da veri agricoltori con la speranza di vedere premiati i propri sforzi.

Per sapere cosa seminare o trapiantare nei vari periodi dell' anno, è sufficiente farsi consigliare da un ortolano che opera nella zona e che sa fornire i consigli giusti in base al tempo, alla luna, alla temperatura, all'umidità e al clima della zona (giusto per fare un esempio, sulle

(49)

montagne della Valtellina le piantine di pomodoro si mettono a dimora decisamente più tardi che in Sicilia). È difficile, in Italia, parlare in modo generico di un calendario delle semine e dei trapianti, considerata la conformazione geografica particolare del nostro Paese, che vede notevoli differenze climatiche tra Nord e Sud. La latitudine della nostra penisola, il fatto che per la maggior parte della sua lunghezza si protende nel Mediterraneo, l'entità dello sviluppo delle coste, la presenza dei sistemi montuosi delle Alpi e degli Appennini sono elementi che determinano una grande variabilità climatica che si riflette sulle pratiche agricole e sulle coltivazioni.

Nel nostro caso è stata fondamentale la partecipazione della Azienda Agricola ortovivaistica di Maurizio Pacini con sede a S.Giuliano di Pisa che ha fornito le piantine da trapiantare la prima e la seconda settimana di aprile fornendoci del materiale selezionato e di sicuro risultato.

L'orto è un utile strumento per accrescere alcune virtù trascurate, quali ad esempio la pazienza: far capire ai bambini che seminandola gli spinaci, la valeriana, i piselli nani, l'aglio e la cipolla in autunno, nel nord Italia, si vedranno gli ortaggi solo nella successiva primavera, vuol dire contribuire ad educarli al rispetto delle regole, in questo caso dettate dalla natura.

Altra virtù incentivata è la continuità dell'impegno. Un esempio per tutti: se durante l'estate non bagno l'orto, il pomodoro o il peperone o la melanzana, che fruttificano ad estate inoltrata, seccheranno anzi tempo, vanificando un anno didattico di preparazione pedagogica e agronomica. Anche se abbiamo detto che s’impara anche dagli insuccessi.

(50)

Le aiuole dove abbiamo seminato i wildflowers, sono state trascurate in tutti i casi, tranne uno (Don Milani), ignorate e calpestate e abbandonate per questo motivo a metà aprile erano aiuole di gramigna.

Don Milani - 17 aprile 2008

Gereschi - 17 aprile 2008

Attenzione si deve porre pure al frutteto e all'angolo dei piccoli frutti; queste tipologie di piante hanno un ciclo biologico più lungo, che consente una maggior tranquillità di coltivazione; comunque meli, peri, peschi, albicocchi, ciliegi, kiwi hanno bisogno di irrigazioni di soccorso, di concimazioni, di potature finalizzate a ottenere buoni frutti, sani e

(51)

maturi, riequilibrando nel con tempo la chioma e asportando parti malate o secche delle piante. Con queste tipologie di piante sarebbe necessaria la presenza di un custode che sopperisse alle necessità del periodo di chiusura delle scuole.

Di questa problematica ci occuperemo il prossimo anno scolastico, infatti ad ottobre saranno messe a dimora 100 piante da frutto che i bambini hanno acquistato col ricavato dalla vendita di cartoline di auguri realizzate in classe.

Una bella figura, che può accompagnare i bambini nella realizzazione e nella scoperta dell'orto, è il nonno esperto ortolano, buono, paziente e disponibile a trasmettere la sua esperienza ai più piccoli.

Non avendo fretta, cosa che invece caratterizza in genere i grandi, la figura del nonno, libero dalle catene d'impegni imprescindibili quali il lavoro spesso comporta, rappresenta un personaggio di quelli che lasciano il segno, aiutano ad apprendere e a ricordare segreti antichi.

(52)

Andiamo in palestra, andiamo nell’orto. Le attrezzature.

L'orto è uno di quei luoghi dove l'uomo, che continua ad essere malato di onnipotenza, si accorge tutto d'un tratto che la sua presunta onnipotenza va in fumo a causa, ad esempio, di una devastante grandinata, che spazza via in un attimo quanto coltivato con pazienza e amore per mesi. Quindi l'orto può subito aiutarci a capire e a vivere una virtù: l'umiltà.

Gli attrezzi del mestiere

Sarebbe bene che l'area dedicata all'orto avesse la sua capanna degli attrezzi: questo ripostiglio è indispensabile per la sistemazione degli strumenti più o meno importanti per la conduzione dell' orto stesso.

Riferimenti

Documenti correlati

Saranno fornite ai ragazzi informazioni sull’ambiente Parco, con particolare attenzione alla presenza nell’area protetta del Lupo Appenninico con attività

La seconda parte si concentra sulle esigenze attuali di un’educazione ambientale orientata verso lo sviluppo sostenibile e si analizzano la pianificazione delle offerte, gli

Conoscere i processi che sono alla base della raccolta differenziata e del riciclo dei materiali di imballaggio – acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro – è

L’energia può passare da una forma all’altra, questa è una caratteristica molto importante per noi, che per esempio trasformiamo l’energia chimica della legna in

La gestione forestale nei boschi di Ligornetto vuole portare ad un mosaico di ambienti che soddisfino le esigenze della popolazione, favorendo nel contempo la salvaguardia

Consultando il sito www.monini.com, nella sezione Cultura dell’olio > Il benessere nell’extravergine, si trovano approfondimenti sia sui valori nutrizionali stan- dard

– chiede Piumetto preoccupato -Purtroppo in certi casi sembra proprio che sia così, come se l’aria non fosse importante…- aggiunge la mamma tristemente

- Numero partecipanti: 1 classe alla volta. - Destinatari: l’iniziativa è indicata per gli alunni delle classi IV-V della scuola primaria ed esclusivamente per gli