Università degli Studi di Milano
Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali
Corsi di Laurea in: Informatica ed Informatica per le Telecomunicazioni Anno accademico 2010/11, Laurea Triennale, Edizione diurna
FISICA
Lezione n. 8 (2 ore)
Carlo Pagani
Dipartimento di Fisica – Laboratorio LASA Via F.lli Cervi 201, 20090 Segrate (Milano)
web page: http://wwwsrf.mi.infn.it/Members/pagani e-mail: carlo.pagani@unimi.it
Gianluca Colò
Dipartimento di Fisica – sede Via Celoria 16, 20133 Milano
web page: http://www.mi.infn.it/~colo e-mail: gianluca.colo@mi.infn.it
La capacità elettrica
Una coppia di conduttori di forma arbitraria ed affacciati formano un condensatore:
– La forma più usuale è però quella del condensatore piano: due piastre conduttrici parallele di area A (dette armature) e separate da una distanza d.
(anche il simbolo del condensatore ricorda un condensatore piano)
– Il condensatore è detto “carico” di una carica q se i suoi piatti posseggono una carica uguale ma di segno opposto, +q e –q. Attenzione: anche “carico”
un condensatore è complessivamente neutro!
– La carica q e la differenza di potenziale tra i piatti V (attenzione: non useremo più ∆ V!) sono tra loro proporzionali. Vale dunque la relazione:
La costante di proporzionalità C è detta Capacità Elettrica e si
CV
q = [ ] [ ] F farad
V
C C = =
=
coulomb
Il condensatore piano
Il valore di capacità di ogni condensatore è funzione della sola geometria e del materiale racchiuso tra le armature. Nel caso del condensatore piano:
– Scegliamo di trascurare l’effetto bordo: ipotizziamo che il campo E sia costante e normale all’area per tutta la superficie del condensatore.
– Grazie alla legge di Gauss possiamo calcolare il campo elettrico E data la carica q secondo lo schema indicato in figura:
schema indicato in figura:
– La differenza di potenziale (che qui chiameremo solo “potenziale”) è ottenuta integrando
dall’armatura negativa (“-”) a quella positiva (“+”).
Ottengo:
A E q
A q d E
0
0
ε
ε ⇒ =
=
∫∫ ⋅
d C A
d V q A
d E ds E V
V V
def
0 0
.
ε ε
⇒ =
⇒ =
=
=
−
= ∫
+− +
−
Altri condensatori: cilindrico, sferico
E’ possibile procedere allo stesso modo per condensatori di forma arbitraria. Il risultato si semplifica nel caso di condensatori dalla geometria definita.
Condensatore cilindrico:
– Cilindro di lunghezza L costituito da due cilindri coassiali di raggio a e b:
C = 2 πε L
Condensatore sferico:
– Due gusci sferici concentrici di raggio a e b, uno dentro l’altro:
Sfera isolata:
– Di raggio R, si assume che il piatto mancante sia all’infinito:
( b a )
C L
2 πε
0ln
=
a b C ab
= 4 πε
0−
R
C = 4 πε
0Condensatori in serie ed in parallelo
E’ utile poter sostituire una data combinazione di condensatori con un unico condensatore equivalente C
eq:
Condensatori in parallelo:
– Ciascun condensatore ha la stessa differenza di potenziale V – La carica totale q è la somma delle cariche di ciascuno
n
Condensatori in serie:
– Ciascun condensatore ha la stessa carica q – La differenza di potenziale totale V è la somma
( ) ∑
=
⇒ = +
+
= +
+
=
n
j j
eq
C
C V
C C
C q
q q q
1 3
2 1
3 2 1
∑
=
⇒ =
⇒
+ +
= +
+
=
n
j j
eq
C
C
C C
q C V
V V V
1
3 2
1 3
2 1
1 1
1 1
1
Esempio: carica, scarica, energia
La carica di un condensatore richiede del lavoro:
Un condensatore C scarico una volta connesso ad una batteria vede il suo potenziale crescere fino al valore della batteria V. Allora il trasferimento della carica q sulle armature sarà completo.
In queste condizioni il condensatore possiede
un’energia accumulata, ovvero un’energia potenziale, pari a:
Si assume che il condensatore mantenga invariata indefinitamente nel tempo sia la sua energia che il suo potenziale fino a che non venga connesso ad un circuito di scarica.
2 2
2 1
2 CV
C U = q =
C dq q
C dL q
L
C dq Vdq q
dL
2
2
=
=
=
=
=
∫ ∫
La corrente elettrica
Passiamo dall’elettrostatica, in cui le cariche sono considerate in quiete, allo studio delle cariche in moto, cioè della corrente elettrica.
Attenzione:
– In un conduttore equipotenziale le cariche sono libere (sono gli elettroni di conduzione) e si spostano ad altissima velocità ed in modo casuale, in maniera che il loro numero per unità di volume sia approssimativamente costante (1022-1023 cm-3) – Un immaginario piano che divida il conduttore vedrebbe passare le cariche
ugualmente in entrambi i sensi: il trasporto netto di carica è nullo !
– Quando però applichiamo una differenza di potenziale (es. batteria) questo moto casuale è leggermente influenzato e si genera un debole sbilanciamento della casuale è leggermente influenzato e si genera un debole sbilanciamento della corrente netta.
– Se in un lasso di tempo dt una carica dq netta varca il piano immaginario, si ha una corrente elettrica pari a:
La corrente è una quantità scalare anche se ad essa si assegna un verso di scorrimento: si tratta della direzione nella quale si muoverebbero delle cariche positive sottoposte alla stessa differenza di potenziale:
– Fisicamente nei conduttori le cariche mobili sono negative e dunque esse si muovono in effetti in verso contrario alla corrente !
[ ] A ampere
s i C
dt
i dq = =
=
= ;
Densità di corrente, velocità di deriva
Dato un conduttore di sezione trasversale A, definiamo il modulo della densità di corrente come:
Microscopicamente possiamo immaginare che all’interno di un tratto di conduttore, di lunghezza L ed area A, n cariche (convenzionalmente positive) per unità di volume scorrano con una velocità v
d.
– v
dè molto minore della reale velocità con cui si spostano le cariche nel loro moto casuale (10
-4contro 10
6m/s!).
]
2[
; m
J A A
J = i =
– v
dè detta velocità di deriva o di migrazione.
Possiamo quindi ricavare:
– Carica totale:
– Tempo di transito:
– Corrente:
– Quindi il vettore densità di carica ha la direzione della velocità v
ded è dato da:
A
( n A L ) e
q =
v
dt = L
v
de A t n
i = q =
( )
d
n e v
i v
J
=
=
Applicando la medesima differenza di potenziale V a campioni geometricamente simili di materiale differente, otteniamo correnti i diverse
Un semplice modello di questo comportamento è dato in funzione della resistenza elettrica. Essa è definita come:
Un elemento conduttore la cui funzione sia quella di fornire un dato valore di resistenza elettrica è detto resistore ed è rappresentato con un simbolo circuitale:
Resistenza e resistività
A ohm R V
i R V
def
= Ω
=
=
= ; [ ]
.
Le dimensioni del conduttore, sezione A e lunghezza L come in figura, sono spesso scorporate dal calcolo della resistenza. Vale infatti che:
la costante di proporzionalità ρρρρ è detta resistività: non dipende dalle dimensioni del resistore ma solo dal materiale di cui è composto.
– La resistività di ogni materiale varie al variare della temperatura. Per quasi tutti i metalli si assume una dipendenza lineare del tipo:
( )
à resistivit di
termico coeff
T T
.
0 0
=
−
= α
α ρ ρ A
R = ρ L
Legge di Ohm
Un resistore ideale è realizzato in un materiale che appartiene alla categoria dei conduttori ohmici. Tale categoria, che include tutti i metalli più comuni, è costituita dai materiali che soddisfano una legge, detta legge di Ohm:
– La legge di Ohm asserisce che: “la corrente che scorre attraverso un dispositivo è sempre direttamente proporzionale alla differenza di potenziale applicata”.
– Essa implica anche che “la sua resistenza è indipendente dal valore e dalla polarità della differenza di potenziale applicata”
Attenzione: non tutti i dispositivi elettronici ed i materiali soddisfano tale legge:
– Si confrontino a titolo di esempio le relazioni V-i per un tipico conduttore
– Si confrontino a titolo di esempio le relazioni V-i per un tipico conduttore
ohmico (sinistra) ed per una generica giunzione p-n realizzata attraverso
due tipi di materiale semiconduttore (destra).
Finora abbiamo sempre fatto riferimento ad una ipotetica batteria
capace di mantenere costante una differenza di potenziale V nel tempo e simultaneamente sostenere una corrente i (ad esempio per lo studio dei resistori …) : questo avviene al costo di una potenza elettrica!
Il modo più generale di dedurne l’espressione è:
– Dalla definizione stessa di energia potenziale:
Potenza
V i dt P
V dU dt i V dq dU
V q U
=
=
×
=
×
=
=
⇒ =
=
⇒ =
=
– Il prodotto i V è detto potenza trasferita.
Nel caso specifico di un resistore caratterizzato da una resistenza R, vale che:
– Quest’ultima relazione definisce invece la potenza resistiva Watt
W ampere volt
A V
P ] = × = × = =
[
R R V
i P
2
2
=
⇒ =
= R i V
Legge di Ohm
I circuiti elettrici
Combinazioni arbitrarie degli elementi visti finora (batterie, resistori, capacitori) vengono danno luogo a circuiti elettrici:
– Considereremo solo i circuiti detti DC (“Direct Current”) o in continua, sono quelli in cui la corrente elettrica è costante in intensità e verso.
La più generale “pompa di cariche” di un circuito è il generatore di forza elettro- motrice o f.e.m.. La f.e.m. corrisponde ad una differenza di potenziale e si misura in V (volt).
Rientrano in questa categoria molti familiari dispositivi:
– Batterie
– Generatore di corrente – Generatore di corrente – Cella fotovoltaica
– Cella a combustibile – Termopile
La risoluzione di un circuito implica la determinazione della corrente i che vi circola, una volta assegnata la f.e.m. ed i dispositivi connessi (R,C etc.).
– La corrente scorre da un potenziale alto ad uno basso, i portatori di carica negativi fanno il contrario.
– Spesso si impone il potenziale pari a zero in un dato punto di un circuito tramite la
“messa a terra” e l’utilizzo del simbolo:
[ ] V
V m
e
f . . . = E E E E = ∆ =
Come per i condensatori, è utile poter sostituire una data combinazione di resistori con un resistore equivalente dalla resistenza pari a R
eq:
Resistori in serie:
– Ciascun resistore vede la medesima corrente i
– La differenza di potenziale è la somma delle differenze
( )
∑
=
⇒ =
+ +
= +
+
=
n
j j
eq
R
R
i R R
R V
V V V
1
3 2
1 3
2 1
Composizione di resistori
Resistori in parallelo:
– Ciascun resistore vede la medesima differenza di potenziale
E E E E
– La corrente è data dalla somma delle correnti
= j 1
∑
=
⇒ =
+ +
= + +
=
n
j j
eq
R
R
R R
i R i
i i
1
3 2
1 3
2 1
1 1
1 1
E 1
E
E
E
Circuiti a più maglie
Due semplici leggi, dette leggi di Kirchhoff, semplificano la risoluzione di ogni circuito elettrico sia esso composto da una o più maglie:
I - Legge dei nodi: la somma delle correnti che entrano in un nodo deve essere pari alla somma delle correnti che escono dal nodo stesso.
– è fondamentale mantenere sempre la stessa convenzione di segno tra correnti entranti ed uscenti dal nodo
– Ad esempio, il circuito in figura:
• è costituito da 3 maglie (badb,bcdb,badcb), 3 rami (bad,bcd,bd) e 2 nodi (b,d)
• Vale che:
∑ i = 0 ; i + i = i
• Vale che:
II - Legge delle maglie: la somma algebrica delle differenze di potenziale rilevate su di un circuito chiuso in un giro completo è nulla.
– I fili rappresentano elementi equipotenziali: ∆Vfili=0 – In tutti gli elementi “passivi” (R,C) la differenza di
potenziale è si segno opposto al verso della corrente.
– Già conosciamo i valori di differenza di potenziale per gli elementi principali:
∑ ∆ =
−
=
∆
−
=
∆
=
∆ ; ; Q ; V 0
V iR
V
V
batteriaE E E E
resistore capacitore2 3
1 )
(
;
0 i i i
i
d b nodo
j
= + =
∑
Appendice
Valori di resistività e del relativo coefficiente di temperatura per alcuni
materiali comuni:
Esercizi in aula - 1
Esercizi in aula - 2
Esercizi in aula - 3
Dato il circuito indicato in figura con C1 = 1 µF, C2 = 2 µF, C3 = 3 µF, a) determinare il valore delle capacità equivalenti C12 e C123
b) Determinare il valore della tensione ai capi di C3