• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 3 La ex Pirelli

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "CAPITOLO 3 La ex Pirelli"

Copied!
41
0
0

Testo completo

(1)

CAPITOLO 3

La ex Pirelli

3.1 Storia ed evoluzione dello stabilimento

3.1.1 Gli anni dell’attività industriale

Nei primi anni del Novecento si sviluppa in Italia l’attività industriale, soprattutto quella pesante e cantieristica. Nascono in tutto il territorio nuove attività nel campo dell’industria automobilistica, aereonautica, per il trasporto dell’energia, per le comunicazioni e telecomunicazioni.

In questo contesto, nel 1906 nasce a Livorno la S.I.C.E, Società Italiana per Conduttori Elettrici Isolati, attività industriale nel campo dei conduttori elettrici e prodotti affini, fin da subito partecipe attiva della vita industriale della città.

Lo Stabilimento dove a sede la S.I.C.E viene costruito sui terreni in prossimità del Parterre, lontano dal centro, in zona periferica, ma comunque all’interno della cinta daziaria, in una zona dove ancora c’erano campi e orti e che solo negli anni successivi sarebbe stata oggetto di espansione urbanistica.

L’edificio possiede i caratteri propri dell’architettura neo romantica e liberty, con un attento studio per i prospetti, soprattutto negli edifici principali con funzione amministrativa e nei piccoli volumi edificati lungo l’odierno Viale Carducci, in corrispondenza dell’ingresso principale allo stabilimento.

“La costruzione si presenta in una graziosa struttura di colore giallo con finiture rosso mattone. La sua architettura pur non facendo parte d’uno stile specifico o di una corrente artistica, è tuttavia piacevole e armoniosa”1.

Ancora oggi si riconoscono queste caratteristiche lungo il muro perimetrale del complesso, (ciò che fu distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale fu comunque ricostruito tal quale), dove spiccano decorazioni marcapiano in mattoni rossi a contrasto con l’intonaco giallo ocra e le tettoie in ferro a protezione delle porte di ingresso dai motivi floreali.

1

(2)

53

“Di colore giallo-arancio, con bordature bordeaux, tinte veramente insolite per una fabbrica, la costruzione dei reparti crea con perfetta geometria piccoli vialetti. Tutti i fabbricati sono posti nella loro lunghezza parallelamente alla facciata principale, ospitante gli uffici. Le piazzole non adibite a magazzino sono abbondantemente decorate dal verde e anche lungo i muri perimetrali che delimitano l’area dello stabilimento, non poche sono le note di verde dovute alle piante rampicanti”2.

Particolare cura fu posta nella decorazione della facciata principale: si tratta del prospetto longitudinale del volume maggiore rivolto verso la strada, dal quale si distaccava il corpo di fabbrica ospitante gli uffici e oggi sede della succursale della scuola secondaria di primo grado “Giuseppe Mazzini”. Questo avancorpo, destinato ai locali di rappresentanza, si distingueva dai capannoni per un abbondanza di orpelli e decorazioni, e per la presenza in sommità dell’orologio dalla valenza altamente simbolica, che ancora oggi vediamo nella forma originaria:

“La facciata dello stabilimento di un vago sapore floreale, appartiene alla tradizione ed è considerata intoccabile dalla stessa commissione edilizia cittadina, e l’orologio, illuminato la notte, scandisce il tempo non solo per i pirelliani, ma per tutti gli abitanti del rione. Questo attaccamento ha la sua ragione (…) nel fatto che da oltre 50 anni questo stabilimento partecipa alla vita industriale della città”3.

I capannoni per le lavorazioni hanno invece un aspetto più essenziale, la copertura a capanna è sorretta da una struttura metallica a capriata su colonnine calastrellate in acciaio e pilastri rastremati in cemento e, i prospetti e le falde di copertura si aprono rispettivamente in ampie superfici vetrate e lucernari per garantire l’illuminazione necessaria per lavorare.

Come si evince dalle mappe catastali la consistenza iniziale del complesso della S.I.C.E. era data principalmente da un volume costruito parallelamente al Viale degli Acquedotti; il nucleo originario degli impianti occupava una superficie coperta di 4000mq ed impegnava circa 60 persone, subendo negli anni successivi ampliamenti in base all’aumento e ai cambiamenti di produzione (figura 3.1, 3.2 , 3.3, 3.4 e 3.5).

2

Lo stabilimento di Livorno in Fatti e Notizie, sett-ottobre 1964 (Archivio di Stato MiscBG83FF) Citazione p. 5

3

“Lo stabilimento di Livorno in Fatti e Notizie, settembre-ottobre 1964 (Archivio di Stato MiscBG83FF)”. Citazione tratta dall’articolo.

(3)

I primi prodotti furono fili e corde isolati con specifici materiali, usati per la distribuzione di energia e per l’illuminazione; successivamente si aggiunse la produzione di cavi e conduttori speciali per tram, ferrovie, telefoni e simili.

Ci furono grosse commissioni tra le quali forniture per il cantiere Orlando, per varie navi e incrociatori, per le Ferrovie dello Stato. Abbracciando un mercato in forte espansione, l’impianto necessitò già poco tempo dopo dalla fondazione di nuove strutture: nella mappa catastale del 1920 si nota come diversi volumi si siano aggiunti al principale in posizione trasversale rispetto al fabbricato esistente dal 1904. La realizzazione di questi edifici, atti ad accogliere i nuovi macchinari, fu solo una conseguenza della necessità dello stabilimento di operare per mantenere il passo con un mercato in continua evoluzione. Lo sviluppo di questo tipo di produzione industriale a livello nazionale pose infatti in breve tempo lo Stabilimento di fronte a grossi problemi concorrenziali. Per risolvere questi problemi e realizzare i miglioramenti necessari per mantenere il passo con il mercato in continua evoluzione, la S.I.C.E si rivolse , per la consulenza tecnica, alla Pirelli, la più importante fabbrica italiana nel campo della produzione di cavi.

Durante la seconda guerra mondiale parte degli impianti vennero distrutti dai bombardamenti avvenuti su tutta la città dal ’43 al ’44 e resi completamente inutilizzati dall’opera dei guastatori tedeschi. Alla fine del conflitto lo Stabilimento venne requisito, insieme al Parterre, dalle truppe alleate che ne occuparono gli edifici fino al gennaio del 1948.

Successivamente alla battuta di arresto negli anni della guerra, l’attività riprese con intensità e nella ricostruzione del dopoguerra l’obbiettivo fu quello di operare quelle trasformazioni che il progresso tecnologico richiedeva per elevare i livelli produttivi ai nuovi limiti imposti dal mercato. Questa impresa venne resa difficile dalla concorrenza di molte altre industrie che già da anni lavoravano a pieno ritmo per un mercato che aveva bisogno di tutto. “Quando la nazione termina la prima faticosa opera di ricostruzione” e “la fame dei prodotti sul mercato lasciò (…) il posto alla ricerca oculata di merci sempre migliori e a basso costo, la strada della perfezione divenne, per necessità concorrenziale, una corsa alla specializzazione, pur mantenendo vastissima la

(4)

55

gamma dei propri prodotti. (…) Tali motivi” portarono “alla fusione per incorporazione della S.I.C.E nella Pirelli S.p.a”4. Nel 1955 la S.I.C.E viene acquisita dalla Pirelli. Gli impianti ricostruiti occupavano una superficie di 45000mq dei quali 23000mq coperti e, dai dati del 1962, vi lavoravano 500 operai (figure 3.6 e 3.7).

Risulta evidente che, rispetto alla configurazione anteguerra, nella ricostruzione si è pensato, sicuramente anche a causa di un processo di produzione nuovo, di orientare i fabbricati interni al lotto secondo la direzione individuata dall’asse viario principale e non più perpendicolarmente a esso. Il fabbricato posto sul perimetro del lotto, lungo il lato trasversale a viale Carducci opposto al Parterre, affacciato oggi su via della Meridiana, fu invece mantenuto nella posizione già visibile sulla mappa catastale del 1920.

Ricostruzione e ammodernamento degli impianti, costante rinnovamento dei macchinari e dei metodi di lavoro, meccanicizzazione e automatizzazione delle fasi del lavoro, portarono al ridimensionamento di alcuni reparti e al sorgere di nuovi.

La produzione specializzata di cavi telefonici a partire da materie prime quali il rame, il piombo, la gomma, resine, acciaio, bitume, olii minerali, canapa, carta…si rivolge adesso anche al mercato estero.

Questi risultati furono ottenuti anche grazie alla collaborazione delle maestranze livornesi. Importante è infatti, nella riuscita di una buona impresa, l’elemento «Uomo». Per questo la Società ha sempre avuto come punto basilare del proprio programma la ricerca dei buoni rapporti con i lavoratori, promuovendo vari accorgimenti e attività per migliorare le condizioni lavorative e di vita dei dipendenti: priorità alla sicurezza del lavoro; ambienti di lavoro resi confortevoli; incentivi ed organizzazione di servizi ed agevolazioni; costituzione di un centro culturale con biblioteca e corsi d’arte; organizzazione di gite culturali, campeggi, attività sportive quali tiro a volo, caccia e tornei nei campi da gioco costruiti all’interno dello stabilimento; frequentazione di corsi di aggiornamento; istituzione di borse di studio, eccetera.

Lo Stabilimento,“…oltre ad essere un agglomerato di impianti ed una fucina di prodotti da inviare in tutta Italia ed esportare in tutto il mondo, cerca di essere una parte viva

4

Lo Stabilimento Pirelli di Livorno, fa parte di Liburni civitas: rassegna di attività municipale e bollettino statistico, A.8, n.2-3 (marz-giu 1958), p. 146-152. Citazione p.147

(5)

operante nel campo del lavoro cittadino, intessendo con buoni rapporti umani le proprie necessità produttive”5.

Negli anni settanta lo stabilimento risulta sostanzialmente cresciuto: il personale conta quasi 500 unità e l’area raggiunge 44.000 mq di cui 28.000 coperti.

Nel 1974 si contano ancora 515 lavoratori, di cui 65 impiegati e 447 operai e la produzione è specializzata in cavi telefonici urbani, in carta, in cordoni telefonici e in cavi telefonici per centrali in PVC, attività per lo più risalenti all’epoca della S.I.C.E e nella quale Livorno si poneva come centro strategico in quanto unico produttore in Italia per Pirelli di tali articoli. Lo stabilimento risulta completamente indipendente non avvalendosi più, oramai da tempo, di appalti esterni.

Emerge però in questo periodo una problematica riguardante numerosi casi di edifici industriali in tutta Europa, relativa all’ubicazione dello stabilimento: quando la S.I.C.E stabilì i propri fabbricati a Livorno andò a occupare un’area che al momento, ricordiamo era 1906, era da considerarsi periferica, seppure non esterna alla cinta daziaria. Negli anni settanta, d’altro canto, l’espansione urbanistica lungo la direttrice del viale Carducci iniziata nel primo ventennio del secolo aveva oramai raggiunto la sua massima espressione e l’impianto industriale si ritrovava adesso in un’area intensamente conurbata:

“Da un lato lo zoo comunale, con i giardini pubblici, dall’altro l’ospedale, davanti la strada che collega la stazione ferroviaria al centro cittadino: non si può certo dire che lo stabilimento Pirelli di Livorno sia in una felice posizione, inserito com’è nell’aggregato urbano. Sorto all’inizio del secolo, architettonicamente è rimasto talquale, anche se nuovi capannoni e, ultima, la mensa si sono uniti alle vecchie strutture”6.

Per questo motivo, lo stabilimento chiude alla fine degli anni ’70 e nel 1982 avviene il suo trasferimento in zona industriale. Da questo momento, la sua storia è legata a quella del Parterre.

5 Lo Stabilimento Pirelli di Livorno, fa parte di Liburni civitas: rassegna di attività municipale e bollettino statistico,

A.8, n.2-3 (marz-giu 1958), p. 146-152. Citazione p.152

6

Carta d’identità dello stabilimento in Fatti e Notizie, gennaio-febbraio 1974 (Archivio di Stato MiscBG83FF). Citazione tratta dall’articolo.

(6)

57 3.1.2 Il recupero delle aree dismesse

Come scritto in precedenza, (Capitolo 2-Inquadramento del contesto, paragrafo 2.2-Il Parterre), nel 1974 il PRG individua per l’area occupata dalla fabbrica Pirelli confinante con il parco del Parterre, una destinazione a verde pubblico.

Nel nuovo PRG della città redatto nel 1977, si identifica la zona del Viale Carducci, nella superficie occupata fino a quel momento dalla Pirelli, come area da destinarsi a interventi di conservazione e recupero all’interno del sistema dei parchi urbani della città: in stretta relazione con il Parco del Parterre, il lotto che fino a poco tempo prima aveva accolto un impianto industriale veniva qualificato come luogo in cui la valorizzazione degli edifici di valore storico così come del verde doveva essere l’obiettivo principale da perseguire all’interno del processo di riconversione.

Nel 1979, la Soc. Pirelli S.p.A. stipula una convenzione con il Comune di Livorno per la cessione di parte dell’area, posta in viale Carducci, con superficie di circa mq 32.000. Le proposte di utilizzo dell’area di intervento già avanzate in sede istituzionale fino a quegli anni sono indirizzate verso spazi sportivi, verde, piste pedonali e ciclabili per le aree scoperte, mentre per i contenitori edilizi si possono distinguere due gruppi di proposte:

- uno che vede gli stabilimenti ex Pirelli come edificio da riempire in ogni sua parte indipendentemente dal rapporto verso il giardino, con usi come officine, parcheggi al coperto, spazi mensa, servizi sanitari;

- uno che invece avverte l’esistenza di un legame con il parco e si parla quindi di attività sportive e ricreative al coperto, di spazi culturali polivalenti, di biblioteca, di servizi per gruppi sociali diversi, di scuole.

L’attuazione della previsione di PRG si concretizza nel 1983 con l’affidamento al prof. Arch. Guido Ferrara, di un progetto di Parco Pubblico in ampliamento dell’esistente giardino del Parterre e il restauro del giardino storico (descrizione del progetto Capitolo 2-Inquadramento del contesto, paragrafo 2.2-Il Parterre). “L’ipotesi sviluppata in sede progettuale è stata quella di seguire e di incoraggiare il secondo gruppo di proposte, al fine di ricavare spazi coperti più che soddisfacenti alle diverse esigenze, ma anche trovare un articolato rapporto funzionale e compositivo fra edifici preesistenti, nuovo e il parco”7.

7

Parco Pubblico del Parterre, Recupero del parco storico e ampliamento alle aree circostanti destinate a verde

pubblico, Progetto di Massima, Relazione Tecnica, Dr. architetti Guido Ferrara, Pier Luigi Bosi, Giuliana Campioni,

(7)

Contemporaneamente vengono iniziate le demolizioni, completate nel corso del 1984, degli ex fabbricati industriali lasciando intatta una parte non irrilevante degli edifici come testimonianza reale e concreta dell’uso storico dell’area.

“In altre parole si è ritenuto indispensabile conservare una parte non irrilevante degli edifici ex-industriali ed esattamente quella che è da ritenersi utile alla realizzazione-completamento del parco. Rispondono a questo requisito, oltre alla palazzina in stile “liberty”(che vive in una propria dimensione autosufficiente, per il contatto diretto con Viale Carducci mediante il cortile d’ingresso separato o facilmente separabile dal resto e che ospiterà una scuola media), anche i due corpi di fabbrica dell’ex stabilimento industriale che storicamente sono stati i primi lotti ad essere edificati, e formanti una “L” idonea a racchiudere l’area ex Pirelli da ogni lato. Si tratta nello specifico:

- del capannone parallelo a Viale Carducci, per 3037 mq, destinato al recupero e alla manutenzione come edificio unitario per un centro sociale polivalente entro il quale possono trovare avviamento attività quali mostre, auditorium, sala conferenze, spettacoli (piccolo teatro, musica) feste, attività sportive e motorie indoor, mercatini non permanenti, ecc.;

- del locale delle caldaie per 435 mq (su due piani) che potrebbe costituire il locale di servizio del precedente centro polivalente;

- del capannone perpendicolare a Viale Carducci fiancheggiato dalla nuova strada di accesso, per 2194 mq, del quale è pure proposto il recupero e la manutenzione, per metterlo a disposizione di servizi sociali a livello di quartiere o di alcune iniziative dell’associazionismo;

- del serbatoio dell’acqua, utile per l’illuminazione delle parti del nuovo giardino pubblico di maggior frequentazione.

Sono stai inoltre conservati e riutilizzati:

- due corpi di fabbrica, attualmente utilizzati per i servizi tecnologici del Comune, di complessivi 485 mq da destinare a Fattoria-zoo e struttura didattico espositiva;

- una serie di capannoni già di proprietà Ghezzani, per complessivi 1500 mq; questi sono destinati parte al gioco delle bocce ed a porticato in uso del parco per un totale di 491 mq esistenti (da completare con la realizzazione di ulteriori 210 mq); il restante, per un totale di 1000 mq, al nuovo servizio giardini.

Tutti questi manufatti rappresentano una testimonianza reale e concreta dell’uso dell’area, e la loro permanenza fa ricordare un’epoca passata. Ma al tempo stesso sono

(8)

59

adatti ad accogliere oltre ai servizi logistici del parco, anche funzioni civiche e sociali di alto livello e significato, corrispondendo altresì a perimetrare di elementi architettonicamente significativi una grande area a verde, ed esattamente la più grande e la più centrale della città”8.

La parte del progetto Ferrara che interessa l’area ex Pirelli è quello dell’Arena, luogo di attività collettive libere, sia sportive che culturali.

“Utilizzabile da tutti, ma particolarmente dedicata alle classi centrali d’età (18-65 anni), l’Arena si compone di una serie di ambienti al coperto che utilizzano alcuni degli ex fabbricati Pirelli, e allo scoperto, questi ultimi impiantati sulle aree rese libere dalle demolizioni.

Per l’utilizzo degli edifici, disposti a squadra in direzione est-ovest e nord-sud e costituenti nel loro complesso l’equivalente di un Centro Sociale, un apposito progetto dovrà stabilire le destinazioni definitive, che potranno opportunamente integrare la funzione ricreativa del parco, che con l’Arena permette l’organizzazione di spettacoli all’aperto, siano essi cinematografici, musicali, folkloristici, o all’interno di manifestazioni organizzate. E’ una vera e propria piazza lastricata su cui si può anche giocare a palla senza danno, e senza particolari necessità manutentive. Si tratta di una struttura molto semplice, ma che può risultare di buon effetto paesaggistico, vuoi per la grande scala, vuoi per il disegno geometrico, vuoi per i materiali e i colori con cui saranno trattate le superfici.

Lo spazio è incassato rispetto al piano campagna e da esso diversificato anche per il tipo di rivestimento. Ciò è ottenuto modellando il suolo con piccoli movimenti di terra fino a raggiungere la quota di – 1,50. Nella parte di testa l’Arena si articola in un piattaforma rotonda racchiusa da un anfiteatro semicircolare; su di essa si innesta una piattaforma rettangolare, circondata per tutta la sua lunghezza da basse gradinate continue capaci di ospitare numerosi spettatori, fino ad un massimo di circa 5000 persone, oltre a quanti possono trovare posto nei marciapiedi circostanti.

Un aspetto interessante di questa parte del parco è rappresentato dalla presenza di una lastricatura continua – seppure ritagliata da setti di verde – che si estende per diverse centinaia di metri e che pertanto consente di praticare la bicicletta, lo skateboard, il

8

Parco Pubblico del Parterre, Recupero del parco storico e ampliamento alle aree circostanti destinate a verde

pubblico, Progetto di Massima, Relazione Tecnica, Dr. architetti Guido Ferrara, Pier Luigi Bosi, Giuliana Campioni,

(9)

pattinaggio ed altri sport consimili a livello ludico-ricreativo. Queste attività, si noti, sono rese possibili dal fatto che tutta l’area del parco è completamente pedonale”9. Alla fine l’unico che verrà finanziato sarà proprio il progetto esecutivo per l’area esterna della ex Pirelli, con un ampliamento del giardino del Parterre sull’area dell’ex fabbrica per un’area complessiva di circa 19.550 mq. Il totale delle parti pavimentate risulta di 11000 mq, mentre le zone a verde sono estese per 7600 mq. Il parcheggio, realizzato in masselli inerbanti ha una superficie di 1265 mq.

Nonostante siano fornite numerose informazioni all’interno della Relazione Tecnica relativamente alla possibile capienza dell’Arena, non sono mai state organizzate manifestazioni, spettacoli o concerti in questo spazio, probabilmente per la mancanza di strutture coperte che accogliessero associazioni o organizzazioni in grado di gestire eventi di questo genere. Attività libere quali la pratica della bicicletta, il pattinaggio e lo skateboard, ovviamente a livello ludico-ricreativo, invece, trovano tuttora spazio all’ex-Pirelli nonostante versi oggi in condizioni di degrado, grazie al fatto che tutta l’area è stata resa e mantenuta completamente pedonale.

Il collaudo dell’Arena è datato 1991 mentre il nuovo spazio pubblico, unitamente al Parco del Parterre, venne inaugurato 4 anni più tardi e intitolato a Sandro Pertini, così come ricordato da una targa marmorea posta sull’ex locale delle caldaie in corrispondenza dell’accesso al parco -oggi chiuso- da via della Meridiana.

Dagli anni novanta i corpi di fabbrica salvaguardati dall’intervento di demolizione furono lasciati in abbandono e, se già dieci anni prima necessitavano di diversi interventi volti a recuperarne le strutture, hanno raggiunto in breve tempo un avanzato stato di degrado; anche l’area adiacente agli edifici suddetti, nonostante gli interventi attuati del progetto Ferrara, risulta bisognosa di un’azione di riqualificazione: nata di fatto orfana dei servizi accessori che avrebbero trovato posto nei fabbricati industriali superstiti, l’Arena è rimasta di fatto un ‘vuoto urbano’ del quale si auspica una riqualificazione.

Nel 2008, con lo scopo di risolvere queste problematiche, l’Amministrazione Comunale di Livorno ha bandito un concorso di riqualificazione del complesso Ex-Pirelli il cui ambito di intervento era appunto costituito dai due corpi di fabbrica posti ‘ad L’ a margine del Parco Pertini (trattasi degli edifici di cui sopra, nella fattispecie i due

9

Parco Pubblico del Parterre, Recupero del parco storico e ampliamento alle aree circostanti destinate a verde pubblico, Progetto di Massima, Relazione Tecnica, Dr. architetti Guido Ferrara, Pier Luigi Bosi, Giuliana Campioni,

(10)

61

capannoni e l’edificio in muratura che ospitava il locale caldaie della fabbrica) e dalla zona da essi individuata che altro non è che l’Arena. Nel bando di concorso si indica una destinazione d’uso diversa da quella prevista venti anni prima, seppure si continui ad auspicare un progetto di riqualificazione che tenga conto della presenza del vicino Parterre e del Parco Pertini, peraltro incluso nell’area oggetto di intervento; non si pensa più di convertire i fabbricati industriali ad attività ludico-ricreative strettamente connesse alla vita del parco ma si individua in esse la possibile sede del nuovo Polo archivistico livornese. Le proposte pervenute furono nove ma solo tre di esse furono ammesse al concorso; la Commissione Giudicatrice tuttavia non individuò alcun progetto vincitore tra le proposte.

Dal 2009 ad oggi niente è stato fatto, se non svuotare i fabbricati oggetto del concorso, che negli anni sono diventati una sorta di magazzino coperto a disposizione del Comune di Livorno, e dotare l’area di una recinzione migliore per interdire l’accesso ai fabbricati versanti oggi in pessime condizioni.

Nonostante la chiusura e il successivo abbandono degli edifici, il nome Pirelli è ricordato nella città, molto al di sopra dell’effettiva importanza che il complesso ha avuto sulla vita industriale di Livorno. La sua tradizione “…fa si che la facciate di stile floreale, coll’orologio illuminato la notte, sia considerata intoccabile dalla commissione edilizia cittadina e faccia ormai parte del colore locale”10.

10

Lo Stabilimento Pirelli di Livorno, fa parte di Liburni civitas: rassegna di attività municipale e bollettino statistico, A.8, n.2-3 (marz-giu 1958), p. 146-152. Citazione p.148

(11)

Fig. 3.1

Planimetria del lotto 1904, prima e dopo l’ampliamento. Immagini tratte da Catasto 1283, cart.171

(12)

63

Fig. 3.2

Planimetria del lotto 1920, prima dell’ampliamneto. Immagini tratte da Catasto 1283, cart.307 a

(13)

Fig. 3.3

Planimetria del lotto 1920, dopo l’ampliamneto. Immagini tratte da Catasto 1283, cart.307 b

(14)

65

Fig. 3.4

Estratto di cartografia I.G.M, 1939.

Immagine tratta da “Documento preliminare di Progettazione. Concorso di Progettazione ex-Pirelli”, Comune di Livorno, Ufficio di staff programme e progetti complessi, allegati grafici, tav.4.

Fig. 3.5

Carta tecnica comunale, 1970 circa.

Immagine tratta da “Documento preliminare di Progettazione. Concorso di Progettazione ex-Pirelli”, Comune di Livorno, Ufficio di staff programmi e progetti complessi, allegati grafici, tav.4.

(15)

Fig. 3.6

La facciata dello stabilimento, veduta notturna.

Immagine tratta da Lo Stabilimento Pirelli di Livorno, fa parte di Liburni civitas: rassegna di attività municipale e

bollettino statistico, A.8, n.2-3 (marz-giu 1958), p. 146-152.

Fig. 3.7

Sala isolamento in gomma, veduta parziale.

Immagine tratta da Lo Stabilimento Pirelli di Livorno, fa parte di Liburni civitas: rassegna di attività municipale e

(16)

67

3.2 Descrizione dello stato attuale

Nel 1984 è completata la demolizione della parte del complesso industriale prossimo al Parterre mentre sono salvaguardati, per il loro valore testimoniale, gli edifici a tutt’oggi esistenti. Come soprascritto, del progetto viene realizzata l’arena pavimentata il cui utilizzo, nonostante il collaudo effettuato nel 1991, è però pesantemente condizionato dallo stato di degrado delle strutture industriali salvaguardate dall’intervento di demolizione e dalla barriera che separa l’area dell’arena dal Parco del Parterre. Nel 1995 viene infine inaugurato il nuovo Parco Pertini costituito dalle aree ex Pirelli trasformate in nuovo spazio pubblico e dal Parco del Parterre.

Del complesso industriale rimangono: i fabbricati prospicienti viale Carducci adibiti ad uffici, oggi ospitanti una scuola e altre attività di rilevanza sociale (centro anziani, associazioni di volontariato), e gli edifici industriali specifico oggetto del concorso di progettazione, che si affacciano sui lati nord ed est del Parco Sandro Pertini, uno dei quali prospiciente via della Meridiana.

L’ambito di studio risulta quindi fortemente caratterizzato non solo dalle relazioni funzionali con la parte del complesso ex Pirelli già recuperata e che oggi ospita altre attività, ma anche dalla sua posizione rispetto al complesso della vita urbana: la presenza dell’Ospedale, prospiciente il lato sud del Parco, la collocazione dell’area rispetto alla vecchia “Passeggiata degli Acquedotti” e il Cisternone, il sistema degli accessi al Parco Sandro Pertini e le relazioni visive con il Parco e gli edifici di maggiore rilievo architettonico.

L’ambito di intervento, costituito dagli edifici industriali dismessi, si estende su oltre 5.600 mq di superficie coperta dei due corpi di fabbrica posti ad “L” lungo margini settentrionale ed orientale del Parco Sandro Pertini. Entrambi sono costituiti da capannoni a pianta composta e si sviluppano per lo più su un unico livello.

Come si evince dalla figura 3.8, il complesso presenta:

- un primo capannone parallelo a viale a Carducci in aderenza al fabbricato oggi ospitante la scuola;

- affiancato ad esso, un edificio con altezza su modulo doppio;

- accanto a questo un edificio che si sviluppa in altezza su un modulo triplo;

- l’accesso carrabile che mette in comunicazione il Parco con via della Meridiana e al di la di questo, il secondo capannone che si sviluppa fino al parcheggio presso l’entrata secondaria dell’ospedale, (e non sarà oggetto di intervento nell’ambito di questa Tesi).

(17)

Fig. 3.8

Stato attuale: uso degli edifici unità fondiaria ex Pirelli (l’edificio A è quello oggetto di intervento in questa tesi). Immagine tratta da Documento Preliminare di Progettazione, Concorso di progettazione ex-Pirelli, Comune di Livorno, Ufficio di Staff Programmi e Progetti Complessi (Atlante Urbano: Uso dei piani terra, TAV 7).

(18)

69 3.2.1 Rilievo architettonico (vedi anche Tavola 2, Stato Attuale)

PLANIMETRIA DELLO STATO ATTUALE

---AREA EX PIRELLI

---OGGETTO DELL’INTERVENTO

Immagine tratta da Documento Preliminare di Progettazione, Concorso di progettazione ex-Pirelli, Comune di Livorno, Ufficio di Staff Programmi e Progetti Complessi (Allegati).

(19)

PIANTA DEGLI EDIFICI OGGETTO DELL’INTERVENTO

Immagine tratta da Documento Preliminare di Progettazione, Concorso di progettazione ex-Pirelli, Comune di Livorno, Ufficio di Staff Programmi e Progetti Complessi (Allegati).

(20)

71

PROSPETTO EST DEGLI EDIFICI OGGETTO DELL’INTERVENTO (DA VIA DELLA MERIDIANA)

PROSPETTO OVEST DEGLI EDIFICI OGGETTO DELL’INTERVENTO (DA PARCO SANDRO PERTINI)

SEZIONE A-A DEGLI EDIFICI OGGETTO DELL’INTERVENTO

PROSPETTO NORD (DA VIALE CARDUCCI)

PROSPETTO SUD DEGLI EDIFICI OGGETTO DELL’INTERVENTO (DA PARCO SANDRO PERTINI) Immagini tratte da Documento Preliminare di Progettazione, Concorso di progettazione ex-Pirelli, Comune di Livorno, Ufficio di Staff Programmi e Progetti Complessi (Allegati).

(21)

3.2.2 Rilievo strutturale11

Un’analisi strutturale qualitativa è stata eseguita sulla base dei disegni del rilievo geometrico facente parte della documentazione fornita dal Comune di Livorno in occasione del concorso bandito nel 2008 e controllando in loco, dove possibile, le dimensioni principali delle strutture, le altezze e gli spessori.

Ai fini dell’analisi dell’edificio è necessario specificare che si è ipotizzato che lo stesso fosse strutturalmente indipendente:

- nelle varie parti di cui è composto l’edificio A stesso, cioè il corpo di fabbrica f, proprio del capannone, dai corpi g e h pluriplano;

- dall’edificio B (corpo di fabbrica i della figura 3.8 del presente Capitolo), affacciato anch’esso su via della Meridiana; i corpi di fabbrica risultano, a prima vista connessi a causa della presenza di capriate a sostegno della copertura del viale di accesso all’interno del lotto realizzato tra i fabbricati in questione; - dal corpo di fabbrica a, che si trova in aderenza al fabbricato f sul lato nord. Essendo gli edifici originari del primo ventennio del XX secolo, si presume infatti che non esistesse una struttura di fondazione di collegamento tra essi; inoltre, dalla visione delle planimetrie del lotto degli anni 1904 della costruzione e dell’ampliamento del 1920, si vede come le costruzioni di questi corpi di fabbrica non siano tra loro tutte contemporanee, (vedi figure 3.1, 3.2 , 3.3, del presente Capitolo, paragrafo 3.1 - Storia ed evoluzione dello stabilimento).

Relativamente alle fondazioni, non avendo a disposizione piante strutturali né alcun risultato di eventuali sondaggi diretti sulle strutture, si presume che siano state realizzate, coerentemente alle scelte costruttive dell’epoca e alle tecniche di esecuzione del momento relativamente al territorio di Livorno: con tutta probabilità si tratta di fondazioni dirette continue, a zattera o più semplicemente consistenti in sottomuri di larghezza di poco superiore a quella dei muri di spiccato, in corrispondenza delle murature perimetrali nei fabbricati f, g, h, e di fondazione a plinti isolati per i pilastri all’interno del solo fabbricato f. Tenendo conto dell’epoca di realizzazione dell’edificio (primi anni del ‘900), si ritiene difficile la presenza di cordoli di collegamento tra i plinti di fondazione dei pilastri.

11

Le informazioni relative al presente paragrafo 3.2.2 – Rilievo strutturale, sono tratte dalla Tesi di Laurea in Ingegneria Edile-Archtettura “Recupero di edificio industriale nell'ambito del progetto di riqualificazione del complesso EX-Pirelli a Livorno” di Maria Chiara Lopardo, 2013.

(22)

73

Il fabbricato f si sviluppa in elevato in un unico volume e non presenta orizzontamenti in nessuna delle ventuno campate, (di larghezza pari a circa 9,5m, luce coperta da ciascuna capriata e interasse longitudinale tra l’una e l’altra di circa 5m), che ne scandiscono lo spazio. La copertura del tipo ‘a capanna’, ripetuta su tre moduli affiancati, è sostenuta da una struttura metallica a capriate su pilastri calastrellati in acciaio e, nelle prime dieci campate a partire da est e nella quinta da ovest, in cemento armato (vedi fotografia 16, paragrafo 3.2.3 - Rilievo fotografico).

Le capriate sono del tipo all’inglese a diagonali compresse e realizzate con profili accoppiati ad ‘L’. Risulta evidente, a un primo sopralluogo, come siano completamente assenti elementi di controventatura, a livello della copertura, così come mancano i collegamenti trasversali, a livello dell’appoggio sui pilastri delle capriate.

Gli elementi verticali di sostegno alle capriate, come già anticipato, sono stati realizzati con pilastri in acciaio e in cemento armato. I pilastri in acciaio, calastrellati, la cui sezione 20x25 cmq ottenuta dall’accoppiamento di due profili a ‘U’, sono orientati nella loro dimensione maggiore secondo la direzione delle capriate. I pilastri ‘a capitello’ in cemento armato, la cui conformazione in sommità segue la geometria delle piastre che costituiscono i nodi capriata-pilastro in acciaio, misurano 30x30 cmq, (vedi fotografie 17 e 18, paragrafo 3.2.3 - Rilievo fotografico).

Le pareti laterali in muratura mista in laterizio spezzato e pietrame di pezzatura disomogenea hanno spessore notevole, variabile da 50 a 60 cm a seconda della zona e rappresentano l’elemento portante, insieme ai pilastri interni, della copertura a falde inclinate: le capriate del primo e del terzo modulo sul prospetto rivolto a nord una e quello rivolto a sud l’altra, hanno come appoggio esterno la muratura originale avente funzione portante, (vedi fotografia 13, paragrafo 3.2.3 - Rilievo fotografico). Gli arcarecci a sostegno della copertura esistente, portati dalle capriate nella parte centrale dell’edificio, hanno come ultimo appoggio esterno la muratura.

Nel prospetto rivolto a sud, verso il parco, la muratura si interrompe in corrispondenza delle prime quattro campate da ovest; in questo tratto perimetrale la copertura è sorretta da capriate appoggiate agli estremi non più dalla muratura ma da pilastri in cemento armato. Si tratta di pilastri “a capitello”, dotati di mensole orientate secondo la direzione delle capriate, come quelli che ritroviamo all’interno, probabilmente in sostituzione degli originali in acciaio, (vedi fotografia 18, paragrafo 3.2.3 - Rilievo fotografico). La muratura presenta delle aperture di luce notevole: su tutti i prospetti si aprono archi di luce 360 cm e altezza 400 cm, tamponati fino all’altezza di 120 cm; il tamponamento

(23)

delle arcate è realizzato in muratura di soli laterizi, (vedi fotografia 14, paragrafo 3.2.3 - Rilievo fotografico). L’area portante della muratura risulta essere quindi ridotta alle sezioni piene che hanno una dimensione variabile intorno ai 150 cm.

La geometria dell’edificio difficilmente permette quindi di ipotizzare un comportamento di tipo ‘scatolare’: questo principio, che ha garantito una certa stabilità agli edifici del passato anche quando sottoposti ad azione sismica, può essere applicato qualora tutti i muri, adeguatamente ammorsati tra loro, abbiano funzione portante e di controventamento e risulta più efficace se i solai hanno rigidezza e resistenza adeguate a trasferire le azioni ai setti murari attraverso convenienti elementi di collegamento, quali ad esempio cordoli, che qui di fatto non sono presenti.

Il fabbricato g si sviluppa in elevato in un unico volume ma sull’altezza di due piani e non presenta orizzontamenti. E’ costituito da quattro campate di larghezza pari a circa 9,3 m, luce coperta da ciascuna capriata e interasse longitudinale tra l’una e l’altra di circa 5 m. La superficie di circa 9,3x20 metri è sormontata da una copertura del tipo ‘a capanna’, a falde inclinate, sostenuta da una struttura metallica a capriate che poggiano sui muri perimetrali esterni, (vedi fotografia 15, paragrafo 3.2.3 - Rilievo fotografico): la capriata poggia sul setto a nord, mentre è inserita nel setto sud, di altezza maggiore e in comune al corpo di fabbrica h. Le capriate, come nel corpo di fabbrica f, sono del tipo all’inglese a diagonali compresse e realizzate con profili accoppiati ad ‘L’, anche queste senza elementi di controventatura.

Gli elementi verticali di sostegno alle capriate, come già anticipato, sono i setti murari. Anche sui prospetti est e ovest di questo corpo di fabbrica, la muratura presenta delle aperture di luce notevole: a livello stradale si aprono due archi per prospetto di luce 360 cm e altezza 400 cm, fino a terra, solo uno dei quattro è tamponato fino all’altezza di 120 cm con tamponamento realizzato in muratura di soli laterizi; dalla quota di circa 570 cm invece, si aprono due finestre per prospetto di luce 250 cm e altezza 200 cm. Il setto murario a nord è in comune con il corpo di fabbrica f e in collegamento con esso tramite un’apertura di circa 2,5 m; quello a sud è invece in comune con il corpo di fabbrica h. L’area portante della muratura risulta essere quindi ridotta alle sezioni piene che hanno una dimensione variabile intorno ai 150 cm. Anche in questo caso la scatolarità dell’edificio è compromessa dalla riduzione delle sezioni piene della muratura e dalla mancanza di collegamento tra setti murari e copertura.

(24)

75

Il fabbricato h si sviluppa in elevato in un unico volume ma sull’altezza di tre piani. Al suo interno, probabilmente costruito con interventi successivi, è presente un solaio alla quota di circa tre metri che si estende solamente su mezzo piano.

L’edificio è costituito da quattro campate di larghezza pari a circa 9,5 m, luce coperta da ciascuna capriata e interasse longitudinale tra l’una e l’altra di circa 5 m. La superficie di circa 9,6x20 metri è sormontata da una copertura del tipo ‘a capanna’, a falde inclinate, sostenuta da una struttura metallica a capriate che poggiano sui muri perimetrali esterni. Le capriate, come nel corpo di fabbrica f, sono del tipo all’inglese a diagonali compresse e realizzate con profili accoppiati ad ‘L’, anche queste senza elementi di controventatura.

Gli elementi verticali di sostegno alle capriate, come già anticipato, sono i setti murari. Anche sui prospetti di questo corpo di fabbrica, la muratura presenta delle aperture di luce notevole, tutte a livello stradale: si aprono due archi sul prospetto ovest di luce 360 cm e altezza 400 cm, fino a terra; sul prospetto est si apre un solo arco di luce 360 cm e altezza 400 cm, anche questo fino a terra; sul prospetto sud, affacciato sull’entrata al parco da via della Meridiana, si apre un’altra apertura analoga alle altre; il setto murario a nord è invece in comune con il corpo di fabbrica g e in comunicazione con esso tramite tre aperture analoghe alle altre (che probabilmente prima dell’ampliamento davano sull’esterno) e un varco di circa 90 cm.

L’area portante della muratura risulta anche in questo caso essere ridotta alle sezioni piene che hanno una dimensione variabile intorno ai 150 cm, e anche in questo caso la scatolarità dell’edificio è compromessa dalla riduzione delle sezioni piene della muratura e dalla mancanza di collegamento tra setti murari e copertura.

(25)

Fig. 3.9

Stato attuale: spaccato assonometrico delle componenti strutturali (ipotesi) dell’edificio oggetto dell’intervento. 1. COPERTURA ESISTENTE

Manto in coppi su tavelloni. 2. CAPRIATA ESISTENTE

Travatura reticolare in acciaio sormontata da arcarecci di sostegno alla copertura. 3. COLONNATO ESISTENTE

Pilastri in acciaio calastrellati e pilastri in cemento. 4. MURATURA ESISTENTE

Muratura incoerente in mattoni e pietre da 60 cm. 5. FONDAZIONE ESISTENTE IPOTESI Fondazione continua perimetrale a sostegno della

(26)

77 3.2.3 Rilievo fotografico

(27)

Foto 1

Edificio ex sede amministrativa del complesso Pirelli (corpo di fabbrica a), prospetto nord su Viale Carducci.

Foto 2

Edificio ex sede amministrativa del complesso Pirelli (corpo di fabbrica a), particolare dell’orologio visibile da Viale Carducci.

(28)

79

Foto 3

Ex capannone delle lavorazioni (corpo di fabbrica f), prospetto nord su Viale Carducci.

Foto 4

(29)

Foto 5

Ex capannone delle lavorazioni (corpo di fabbrica i), prospetto est su Via della Meridiana.

Foto 6

(30)

81

Foto 7

Ex capannone delle lavorazioni (corpo di fabbrica i), prospetto ovest su Parco Pertini.

Foto 8

(31)

Foto 9

Edificio pluriplano e ingresso nell’area ex Pirelli (corpi di fabbrica g, h), prospetto ovest su Parco Pertini.

Foto 10

(32)

83

Foto 11

Ex capannone delle lavorazioni (corpo di fabbrica f), prospetto sud su Parco Pertini.

Foto 12

(33)

Foto 13

Ex capannone delle lavorazioni (corpo di fabbrica f), particolare della tessitura muraria.

Foto 14

Ex capannone delle lavorazioni (corpo di fabbrica f), particolare della tessitura muraria.

(34)

85

Foto 16

Interno del capannone (corpo di fabbrica f), sequenza delle ventun campate su tre moduli affiancati. Foto 15

Interno dell’edificio pluriplano (corpo di fabbrica g), particolare dello stato di degrado.

(35)

Foto 17

Interno del capannone (corpo di fabbrica f), particolare appoggio della capriata sul pilastro in acciaio.

Foto 18

Ex capannone delle lavorazioni (corpo di fabbrica f), particolare appoggio della capriata sul pilastro cemento con capitello a mensola.

(36)

87

3.3 Riferimenti al bando “Concorso di progettazione in unico grado

degli interventi necessari alla riqualificazione del complesso ex Pirelli

quale parte del polo archivistico livornese”

12

3.3.1 Obiettivi generali del bando

Il complesso della ex Pirelli viene candidato, proprio per il suo valore architettonico di manufatto industriale, ad ospitare importanti macro attività del Polo archivistico labronico, memoria non solo degli enti pubblici ma anche del tessuto economico della città.

Obiettivo dell’intervento promosso dal concorso è quello di qualificare con funzioni rare13, integrate con gli interventi pubblici realizzati negli scorsi decenni quali il Parco Sandro Pertini, un’area della città caratterizzata da un intervento infrastrutturale di grande pregio come il complesso dell’Acquedotto di Colognole, opera civile tra le più insigni della città, riconosciuto tra i sistemi funzionali dal Piano Strutturale, ma che presenta oggi una eccessiva monofunzionalità e alcune problematiche tipiche delle aree periferiche, quali appunto la presenza di aree ed edifici dismessi o sottoutilizzati.

L’intervento è da contestualizzare rispetto all’insieme del parco Sandro Pertini e alle relazioni interne al futuro Polo Archivistico Labronico, le cui attività avranno sede, oltre che nel complesso ex Pirelli, nell’ex convento dei Domenicani sito nella Venezia destinato, quest’ultimo, ad ospitare le attività front – end.

Il Polo archivistico labronico si pone come un nuovo modello di organizzazione dell’attività archivistica:

- territoriale, in quanto la propria missione istituzionale è la salvaguardia della memoria storica di un determinato ambito territoriale, indipendentemente dal profilo giuridico degli archivi interessati (archivi statali, archivi di enti pubblici, archivi privati) e dalla loro titolarità;

12

Tratto da Documento Preliminare di Progettazione, Concorso di progettazione ex-Pirelli, Comune di Livorno, Ufficio di Staff Programmi e Progetti Complessi.

13Funzioni legate all’obiettivo del POR per l’asse 5.2 “Interventi di tutela, valorizzazione e promozione del

patrimonio naturale e culturale nei contesti urbani funzionali alla fruizione di un turismo sostenibile”.

Il finanziamento POR CReO 2007-2013 è un programma europeo per sostenere progetti di investimento di imprese ed Enti Pubblici.
All’interno del POR CReO si collocano i Piani Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile

(P.I.U.S.S.), un insieme coordinato di interventi, pubblici e privati, per realizzare, in un’ottica di sostenibilità, obiettivi di sviluppo socio-economico, attraverso il miglioramento della qualità urbana ed ambientale e un razionale utilizzo dello spazio urbano. Il Comune di Livorno ha presentato alla Regione Toscana la propria proposta di P.I.U.S.S. “Livorno città delle opportunità”, con la quale, grazie ad una serie di interventi tra di loro integrati, intende rafforzare e integrare, anche rispetto a obiettivi di valorizzazione e fruizione del patrimonio storico-architettonico, le politiche urbane avviate.

(37)

- partecipata e multilaterale, poiché a dirigerli e gestirli sono chiamati sia gli organi dello Stato (Archivi di Stato e Soprintendenze Archivistiche), sia gli enti di governo territoriale (Comune, Provincia, Regione), sia i soggetti politici e culturali, sia le associazioni imprenditoriali e sindacali;

- aperta, poiché prevede al suo interno attività di supporto e di servizio (ordinamento e inventariazione di archivi, trattamento e riproduzione digitale della documentazione, assistenza tecnico-scientifica) a soggetti terzi;

- innovativa, poiché nasce nella consapevolezza del ruolo che ha oggi la produzione della documentazione digitale, e dell’importanza che di conseguenza assume l’attività di conservazione delle memorie digitali.

3.3.2 Requisiti architettonici

Dal punto di vista progettuale l’intervento si caratterizzerà per:

- la salvaguardia e valorizzazione degli elementi architettonici di qualità presenti nel complesso, specie in riferimento ai prospetti verso lo spazio pubblico (la conservazione dei prospetti degli edifici verso lo spazio pubblico; la conservazione degli elementi architettonici interni aventi rilevanza sotto il profilo dell’archeologia industriale);

- soluzioni distributive interne che consentano una elevata flessibilità degli spazi interni; - soluzioni tecnologiche ad alta sostenibilità energetico ambientale (gli impianti di raffrescamento, condizionamento, climatizzazione devono essere caratterizzati dalla ricerca di soluzioni a basso consumo energetico; è ammessa l’installazione di pannelli fotovoltaici integrati alle coperture dell’edificio nel rispetto dei valori ambientali ed urbani dell’area di intervento);

- considerare le relazioni tra il complesso edilizio, i parchi Sandro Pertini e del Parterre e l’asse di viale Carducci e via della Meridiana.

3.3.3 Requisiti tecnici

Secondo quanto riferito nel bando, il complesso ex Pirelli nell’ambito del Polo archivistico livornese è destinato a ospitare le seguenti funzioni:

a. Conservazione della documentazione cartacea (archivistica e libraria), già dell’Archivio di Stato di Livorno ed in corso di deposito; dimensionamento: la consistenza della documentazione attualmente conservata, di quella che sarà acquisita a breve, e una prudente valutazione delle accessioni del prossimo futuro, richiedono che il progetto preveda uno sviluppo di scaffalature di 15.000 ml.

(38)

89

b. Laboratorio di ordinamento e inventariazione, sia della documentazione stabilmente conservata nel Polo, sia di quella che vi viene depositata temporaneamente da soggetti terzi; dimensionamento: due spazi di 50 mq. di slp ognuno;

c. Laboratorio di restauro della documentazione cartacea; dimensionamento: uno spazio di 100 mq. di slp;

d. Laboratorio digitale per la riproduzione digitale della documentazione cartacea e la memorizzazione elettronica dei dati descrittivi; dimensionamento: uno spazio di 100 mq. di slp;

e. Sala di studio per la consultazione della documentazione cartacea, con uno spazio dedicato alle fonti catastali, alle mappe e ai materiali grafici. dimensionamento: uno spazio di 40 mq. e uno di 30 mq. di slp;

f. Uffici per la gestione scientifica e amministrativa, spazi per riunioni e servizi dimensionamento: 100 mq. di slp da ripartire in cinque locali;

(39)

3.4 L’area ex-Pirelli nella disciplina urbanistica

L’ambito di intervento è disciplinato dal vigente PRG di Livorno, costituito dal Piano Strutturale e dal Regolamento Urbanistico.

4.1.1 Piano strutturale

La tavola “Sistemi territoriali e funzionali, invarianti, luoghi con statuto speciale, luoghi centrali” allegato del Piano Strutturale, include l’area di intervento nel sistema territoriale insediativo, in aderenza al sistema funzionale dei Parchi urbani in corrispondenza di viale Carducci (incluso con il Parco del Parterre e l’insieme dell’Acquedotto di Colognole nei Luoghi con statuto speciale) e del Parco Sandro Pertini.

L’area di intervento è inoltre inclusa dal Piano Strutturale nel Sottosistema insediativo di pianura 4-C, tra i cui obiettivi sono compresi il miglioramento della qualità urbana dei quartieri recenti ed organizzare e valorizzare il verde e gli impianti costruiti.

4.1.2 Regolamento Urbanistico Interventi edilizi

Secondo le Norme Tecniche di Attuazione del comune di Livorno, art.7: ”Individuazione dei gruppi di edifici”, i singoli edifici sono stati riconosciuti, studiati e classificati come appartenenti a gruppi con differenti caratteristiche. La classificazione in gruppi è rappresentata nella Tavola n.1 "Gruppi di edifici".

Gli interventi si possono attuare con modalità rapportate alla qualità e alla tutela dal piano riferite ai singoli edifici. I tipi di intervento sono disciplinati in rapporto alle parti costituenti i singoli edifici e alla loro qualità.

Nonostante il valore storico del luogo (il Parterre ad esso limitrofo è classificato come “area di impianto storico centrale”) e le sue peculiarità architettoniche, l’area ex Pirelli, come da art.7 delle NTA appartiene al Gruppo 5) “edifici recenti”. In tale gruppo sono compresi edifici recenti privi di particolari valori architettonici o d'immagine ambientale. La norma comunque non si applica agli edifici individuati nell’elenco degli edifici di interesse storico, nell’elenco dei Palazzi d’interesse storico e nell’elenco delle ville di interesse storico allegati al Quadro conoscitivo del Piano Strutturale, ancorché non rappresentati nella Tavola n.1 “Gruppi di edifici”.

(40)

91

Nell’art. 10, “Disciplina degli interventi di rilevanza edilizia sugli edifici esistenti”, si definiscono i tipi di intervento per ogni gruppo di edifici definito.

I tipi di intervento non devono comportare modificazione di sagoma e di SLP14 né modificazione di destinazione d’uso. Nell’area ex Pirelli appartenente al Gruppo 5) “edifici recenti”, sono permessi interventi di ristrutturazione edilizia15.

L'uso dei sottotetti degli edifici dei gruppi 3, 4 e 5 è sempre consentito purché non costituiscano nuove unità immobiliari autonome ed a condizione che siano collegati all'unità immobiliare sottostante a destinazione residenziale per supporto alla medesima. L'uso dei sottotetti non deve pregiudicare l'immagine verso spazio pubblico e deve riqualificare situazioni di degrado ove esistenti. Nelle aree di impianto storico è vietata l’apertura di lucernari e di abbaini verso lo spazio pubblico.

Interventi urbanistici

Dalla Tavola delle aree normative si evince che l’area è classificata come “Aree per i servizi esistenti e previsti” regolamentata dall’art.37: “Aree per servizi esistenti e previsti”.

Il Regolamento Urbanistico individua i servizi esistenti (compreso il verde pubblico), e i servizi previsti. Nelle aree per i servizi esistenti sono consentite le destinazioni d’uso proprie del servizio insediato. Nuove destinazioni devono essere stabilite con Deliberazioni del Consiglio Comunale (C.C.). Nelle aree per i servizi previsti le destinazioni sono stabilite con Deliberazione del CC in sede di approvazione del progetto di opera pubblica o all’interno di Piani di Settore. Le aree per servizi sono classificate di categoria F ai sensi del DM 2/4/1968, n.1444.

Per quello che concerne la nostra zona è bene ricordare che:

- nelle aree a parco sono ammesse: le aree a parcheggio, in sottosuolo e a raso unicamente in fregio a sedi stradali, le attrezzature sportive, le attività quali chioschi ed edicole per attività di tipo commerciale, le attrezzature e le condutture per l'erogazione di servizi pubblici o di interesse pubblico con le relative attrezzature interrate per la trasformazione e la distribuzione, purché compatibili con le sistemazioni esistenti o previste e nel rispetto delle norme di sicurezza. Tali interventi devono essere compresi in progetti per la riqualificazione dello spazio pubblico (art.40) che permetta di valutare

14

Superficie lorda di pavimento, come da Regolamento edilizio di Livorno, p.13

15

(41)

il corretto inserimento dell'intervento rispetto all'ambiente circostante ed essere particolarmente attenti a non alterare le caratteristiche proprie dell’area se di pregio. In particolare nelle aree che il piano destina a verde pubblico la realizzazione di parcheggi in sottosuolo è ammessa e deve garantire un riporto di terra non inferiore a m.1,50 sufficiente alla realizzazione di alberature ad alto fusto e di m.0,60 per la realizzazione di verde e arbusti secondo i progetti approvati dall'Amministrazione. - In tutte le aree per servizi sono sempre ammessi parcheggi pubblici in sottosuolo, a raso, in soprasuolo o afferenti le attività di servizio insediate nel rispetto dei valori storico-ambientali. In caso di realizzazione di parcheggi interrati pubblici o privati o di altri servizi pubblici nel sottosuolo, il progetto deve prevedere la sistemazione del soprasuolo destinato a servizi secondo le destinazioni di piano.

Nell’art.40: “Progetti per la riqualificazione dello spazio pubblico”, in riferimento alle Prescrizioni vincolanti del Piano Strutturale per i luoghi centrali sono previsti interventi finalizzati alla riqualificazione dello spazio pubblico e della qualità urbana, al recupero dell'immagine storicamente consolidata; per il Sottosistema insediativo centrale l’obbiettivo è valorizzare l'uso dello spazio pubblico:

- migliorare la qualità dello spazio pubblico attraverso il coordinamento degli interventi pubblici con gli interventi privati, l'integrazione degli spazi pubblici esistenti con quelli di nuova acquisizione diretta o derivata da trasformazioni;

- incentivare la riqualificazione del tessuto edilizio e migliorare la qualità degli ambienti storici e della costa.

In questo caso l'Amministrazione ha redatto un progetto di riqualificazione dello spazio pubblico su un area di trasformazione per servizi. L’indirizzo generale è quello di: 1) riqualificare spazi pubblici: banchine, scalandroni, strade, viali, corsi e piazze, costa, marciapiedi e spazi pubblici;

2) organizzare e valorizzare il verde e gli spazi non costruiti;

3) localizzare eventuali parcheggi pubblici e pertinenziali con l'indicazione delle rampe di accesso e di uscita su suolo pubblico e la definizione delle opere di arredo e verde necessarie per migliorarne l'inserimento nell'ambiente;

4) rispettare e valorizzare le visuali prospettiche dell'edificato a salvaguardia di vedute su bellezze panoramiche o tipici ambienti caratterizzanti il tessuto storico e ambientale; 5) scegliere materiali di impiego nelle costruzioni, colori delle facciate, le coperture, le insegne, anche attraverso regolamenti locali o di ambiente storico.

Riferimenti

Documenti correlati

Obiettivo di Tecnorib è la progettazione, costruzione e distribuzione di una nuova gamma di imbarcazioni a marchio PIRELLI, caratterizzate da alte prestazioni, massima qualità

applicazioni della gomma riciclata (oltre il 5% dei ricavi annui dal 2011 al 2019), un settore a cui oggi guarda con rinnovato slancio grazie alla recente firma del Decreto End

Ultima modifica scheda - data: 2016/05/05 Ultima modifica scheda - ora: 16.13 PUBBLICAZIONE SCHEDA. Pubblicazione scheda -

CLASSIFICATO ASSOLUTO CLASSE 600 O 1000 ISCRITTO PERMANENTE : UN TRENO PNEUMATICI PIRELLI , 6 LITRI OLIO MUTUL 300 V ROAD RACING , 2 C1 Chain Clean, 2 P4 EZ LUBE. 2°

Come attestano anche i test realizzati dall’ente certificatore Dekra (2) , il controllo del veicolo viene offerto dalla minor frenata su asciutto e dalla miglior guidabilità su

Covid-19 sono risultati in linea con le previsioni annunciate il 13 maggio 2020: 142 milioni di euro al netto di inflazione e slowdown (circa 3% della base costi 2019, o circa il

La gamma dei tender a marchio PIRELLI è stata disegnata progettata e prodotta da Tecnorib per l’utilizzo a bordo di Yacht e Mega Yacht.. Con propulsione idrojet e entrofuoribordo,

Tubes standard colour on client request Colorazione standard cuscini a richiesta del cliente Cushions standard colour on client request..