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GIORNALE DELL ASSOCIAZIONE GENITORI DELLA SCUOLA MOROSINI - MANARA

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Academic year: 2022

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Maggio 2003 Anno 5 n.2

GIORNALE DELL’ASSOCIAZIONE GENITORI DELLA SCUOLA MOROSINI - MANARA

La scuola Morosini-Manara non vuole la guerra!

Anche la scuola Morosini-Manara, come tante altre scuo- le, dice no alla guerra e sì alla pace. I bambini delle ele- mentari e i ragazzi delle medie, con l’aiuto degli inse- gnanti, hanno lavorato in questi mesi per dire la loro sul tema drammatico della guerra. Hanno prodotto disegni, pensieri scritti, poesie. Nelle pagine di storia hanno cer- cato e conosciuto qual è il volto delle guerre: morti e di- struzione. Nelle finestre della scuola sono apparse le bandiere della pace, molte bandiere. Ma era ancora po- co. Gli insegnanti hanno raccolto le firme del corpo do- cente, nel Collegio dei docenti si sono espressi chiara- mente sul no alla guerra. Anche le famiglie sono state coinvolte e molti genitori hanno firmato per la pace. I bambini e i ragazzi hanno intensificato le loro iniziative per la pace e alcuni di loro hanno partecipato alle mani- festazioni, guadagnandosi un posto anche nei giornali.

Altri hanno scritto al Consiglio di Istituto della scuola.

Il Consiglio di Istituto, riunitosi il 27 marzo, ha così de- liberato che la scuola esponga ufficialmente la bandiera della pace sia nelle elementari Morosini sia nelle medie Manara.

Al momento di andare in stampa la bandiera non è ancora stata esposta, ma noi siamo fiduciosi...

REDAZIONE DEL GIORNALINO DELL’ASSOCIAZIONE GENITORI e-mail redazione@genitorimorosini.it

•Vinicio Civinini III A elementari

•Paolo Crova III B elementari

•Alfredo Distefano III C elementari

•Maria Teresa Radaelli III A elementari

•Silvia Samarelli III B elementari

Per

Alberto, Alessandro, Alessio, Alex, Alice Andrea, Annamaria, Beatrice, Deborah Edoardo, Elisa, Emanuela, Francesco

Gabriela, Imane, Luca, Marco, Michele Myriam, Raf faella, Roberta, Simone

Milano 31 marzo 2003

Durante il Consiglio di Istituto di giovedì 27 marzo la maestra Emanuela ha letto i vostri pensieri e

anche la vostra poesia sulla pace.

Tutti noi abbiamo ascoltato con molta attenzione quello che avete scritto. Siete stati bravissimi!

Il Consiglio di Istituto, per rispondere alla vostra richiesta e a quella di moltissimi insegnanti, genitori e

del personale di servizio, ha deciso di esporre uf ficial-

mente nella scuola la bandiera della Pace.

Tutta la scuola Morosini-Manara può ora gridare e cantare: “Pace, pace, pace, la guerra non ci piace!”.

Speriamo che quelli che hanno voluto questa guerra ci ascoltino, e non ne facciano più di altre.

Luigi Filipetto

presidente del Consiglio di Istituto

PROGRAMMA DELLA FESTA DI FINE ANNO

DELLA SCUOLA MOROSINI 24 MAGGIO 2003

tema della festa

“IN GIRO PER LA STORIA”

dalle 10.00 alle 10.30 SFILATA STORICA tutte le classi sfileranno in costume

dalle 10.30 alle 12.30 LABORATORI Mosaico greco-romano

Mummia egizia Maschere azteche

GIOCHI Partita a scacchi viventi

Staffetta greca Giostra del Saracino

Internet cafè (momento storico odierno) alle 12.30

ESTRAZIONE dei biglietti della Sottoscrizione a Premi:

primo premio

UNA MACCHINA FOTOGRAFICA DIGITALE Ci saranno inoltre:

DANZE, BANCHETTI di VENDITA e BUFFET La Commissione Festa

Sulla media Manara genitori colpevoli!

E’ questa la sentenza che i genitori intervenuti la se- ra dell’otto aprile 2003 alla Commissione educazio- ne del Consiglio di zona 4 hanno sentito pronuncia- re, con una sola eccezione, dai membri della Com- missione.

In poche parole, se la Manara non solo non decolla ma vede diminuire di anno in anno gli iscritti è solo perché i genitori non iscrivono i loro figli a quella scuola. Dito puntato, in particolare, verso quei geni- tori che si affannano a denunciare la crisi della Ma- nara e a sollecitare interventi per rimetterla sul bi- nario della ripresa. Se vogliono davvero salvare la Manara iscrivano loro per primi i figli a quella scuo- la. I genitori presenti si guardavano negli occhi chie- dendosi increduli se era proprio vero quello che sta- vano sentendo.

Luigi Filipetto PS: volete dire quello che pensate? Scrivete o inviate un messaggio e-mail al Presidente della Commissione edu- cazione, Consiglio di zona 4, via Oglio 18, 20139 Milano.

Per quanto riguarda l’e-mail il percorso è piuttosto tor- tuoso: 1. Aprire il sito del Comune (www.comune.mila- no.it); 2. Cliccare su “Settori”; 3. Zona 4; 4. Cliccare sul- l’icona della busta con a fianco l’indirizzo della Zona 4 po- sti subito sotto “Zona 4”; 5. Inviare il messaggio.

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Il 9 aprile scorso si è tenuta l’assemblea dei genitori con all’or- dine del giorno la grave situazione in cui versano gli edifici della scuola Morosini e Manara. E’ intervenuto l’esperto Dr. Cesare Sangalli, che ha fatto il sopralluogo e redatto una relazione sul- la sicurezza. Quella sera erano presenti solo una ventina di per- sone. Le firme raccolte per la richiesta di interventi sulla Moro- sini erano state, invece, circa 400. Vuol dire, allora, che l’argo- mento era comunque interessante, ma evidentemente non così tanto da far partecipare un numero decoroso di genitori.

ASSEMBLEA DEI GENITORI: POCHI, POCHISSIMI

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OKKIO AI LIBRI DI TESTO!

LA VOCE DEL CARTOLAIO

“Vorrei ricordare a tutti i genitori di prenotare i libri di testo dei propri figli a giugno, appena finita la scuola, o al massimo ai primi giorni di

settembre, presso una qualunque cartoleria che prenoti testi scolastici.

E’ importantissimo farlo subito perché noi cartolai ordiniamo solo i libri prenotati.

Basta che voi ci diciate la classe e la sezione dei vostri figli, al resto ci pensiamo noi.

Poi, però, venite a ritirarli!!!”

Stefania :)

PROSSIME ELEZIONI CONSIGLIO D’ISTITUTO

Alla fine di quest’anno scolastico decadranno i membri dell’attuale Consiglio di Istituto.

Le prossime elezioni saranno probabilmente a novembre dell’ anno scolastico 2003/2004.

I genitori facenti parte di quest’organo scola- stico sono otto e possono essere sia delle elementari che delle medie. Il Consiglio dura in carica tre anni. Si preparerà la lista dei candidati durante l’Assemblea dei Genitori di ottobre 2003. Cominciamo a pensarci.

Alcune classi della scuola Morosini hanno aderito , grazie al sostegno economico

dell’Associazione Genitori, al progetto

“Adozione a distanza” . L’Adozione a distanza é una forma di sostegno solidale che permette a un

bambino in difficoltà di ricevere l’istruzione, l’assistenza sanitaria e tutte le cure di cui ha bisogno per

vivere e avere un futuro .

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PRIMA PAGINA

Quando saremo grandi cancelleremo la parola

GUERRA

dal vocabolario così staremo tutti in PACE.

Ma adesso che siamo piccoli noi chiediamo ai signori potenti

di non fare più la guerra sulla nostra bella terra.

Noi vogliamo solo la pace.

E’ così che il mondo ci piace.

LE ARMI DELLA PACE Pistole

che sparano coriandoli e stelle filanti

noi vogliamo tutti quanti.

Con queste armi

la crudele guerra diventerà il gioco più divertente

della terra.

R I F L E S S I O N I S U L L A P A C E R I F L E S S I O N I S U L L A P A C E

ecco i pensieri di

Marco, Ivan, Viola, Luca, Ramsha,Martina, Alessia, Paolo, Valentina, Edward, Sabrina, José, Giorgia,

Alexander, Davide, Federico, Anthony, Itam della PRIMA E

corredate dai loro stupendi disegni!

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TERZA PAGINA

4

E se la storia di Pinocchio continuasse?

ovvero...

CAPIT

CAPIT OL OL O 37° di LE A O 37° di LE A VVENTURE DI PINOCCHIO” VVENTURE DI PINOCCHIO”

I bambini, dopo la lettura dell’ultimo capitolo di Pinocchio, hanno

immaginato un seguito alla storia: che cosa sarà successo ai personaggi che per tutto l’anno li hanno divertiti e coinvolti nelle

loro avventure? Ecco il risultato!

Pinocchio tutti i giorni si re- cava a scuola diligentemen- te. Un giorno, all’uscita, in- contrò il Gatto e la Volpe. Pi- nocchio vedendoli, proseguì frettoloso per la sua strada;

ma i due gli si avvicinarono cantando: “Quanta fretta, ma dove corri? Dove vai?” e poi gli chiesero: “Conosci un certo Pinocchio?”. Pinocchio rispose “Sono io e per quan- to mi riguarda, non vi voglio più stare a sentire! Mi avete ingannato troppe volte.” La Volpe sbalordita e dubbiosa nel vedere un bambino da- vanti a sé, gli chiese se era veramente lui. Pinocchio al- lora ricordò quando andaro- no al Campo de’ miracoli a seminare le quattro monete d’oro e per convincerli li invi- tò ad andare a casa sua. Ar- rivati, Pinocchio mostrò il bu- rattino di legno appoggiato alla seggiola, ma la Volpe, ancora incredula disse “Pi- nocchio, ma come è potuto succedere ?” Pinocchio rispo- se “Una sera pregai perché la buona Fata, che mi aveva sempre salvato dai guai, mi facesse diventare un bambi- no vero e, l’indomani, fui ac- contentato; ed eccomi un b i m b o i n c a r n e e d o s s a !”

Mentre parlavano si sentì bussare all’uscio. Pinocchio aprì e, sorpreso, vide la Fata dai capelli turchini. Pinocchio si rivolse al Gatto e alla Volpe e disse “Ecco la Fatina, la mia salvatrice!” La Volpe le chiese ”Ma chi sei? Da dove vieni?” Allora la Fatina disse di essere venuta dalla Stella dei Desideri, mandata dalla moglie morta di Geppetto per dargli un figlio tanto de- siderato. Poi aggiunse: “Pi- nocchio, non sei diventato subito un bambino perché volevo metterti alla prova, cioè volevo che tu fossi dav- vero bravo, generoso verso tuo padre e gli altri”.

A queste parole tutti furono felici e il Gatto e la Volpe al- lora chiesero alla Fata di farli guarire. La Fatina, visto il lo- ro pentimento sincero, fece tornare la vista al Gatto e la coda alla Volpe.

Poi si fermarono tutti a pran- zo. Volete sapere cosa suc- cesse poi? Geppetto e la Fati- na si sposarono e il Gatto e la Volpe diventarono gli aiu- tanti di bottega di Geppetto e tutti, come in ogni fiaba, vis- sero felici e contenti.

testo collettivo della Terza E insegnante Tiziana Venti Pinocchio e Geppetto viveva-

no in una casetta vicino al mare. Sulle pareti della casa, all’interno, si trovavano i ri- tratti di tutti i personaggi che Pinocchio aveva incontrato nelle sue avventure: la Fata turchina, il Grillo parlante, Mangiafuoco, Lucignolo, il cane Medoro, il maestro, il tonno ecc. ecc. C’erano pro- prio tutti, perfino quei due grandissimi imbroglioni del Gatto e della Volpe. Geppet- to ogni giorno faceva spolve- rare a Pinocchio i ritratti per- ché, così facendo, potesse ri- pensare al suo passato e a tutti i rischi che aveva corso.

Assieme Pinocchio e Geppet- to coltivavano la terra che la fata aveva messo loro a dis- posizione per procurarsi di che vivere. La fatica era tan- ta, il guadagno non eccessi- vo, però se la cavavano. Pas- seggiando sulla riva del mare un giorno Pinocchio sentì un forte dolore a un piede. Al- larmato guardò in basso e si accorse che un grosso gran- chio, con le sue robuste che- le, l’aveva afferrato. Spa- zientito e un po’ arrabbiato, il suo carattere impulsivo in- fatti non era granchè cam- biato, stava per uccidere l’a- nimale, quando questi si mi- se a parlare: “Attento a non esagerare! In fondo che ti ho fatto di tanto grave? Tanto più che, se mi risparmi, ti potrò essere utile in futuro.”

Pinocchio pensò subito al Grillo parlante e alla fine che gli aveva fatto fare, a tutti i r i m o r s i e a i p i a n t i c h e n e erano derivati. Così si lasciò convincere. “Basterà che, in caso di bisogno, tu batta per tre volte il piede sinistro per terra e per una volta le mani, e io arriverò.” Pinocchio tor- nò verso casa con un amico in più. A sera si sentì bussare alla porta e Geppetto, apren- do, fece entrare con un ven- to gelido il Gatto e la Volpe che stanchi, laceri e affamati chiedevano almeno un pezzo di pane per sfamarsi e un po’

di calore, perché erano dav- vero intirizziti dal freddo. Da quella sera essi rimasero con Pinocchio e Geppetto a colti- vare i campi. Erano così bra-

vi nello svolgere il lavoro che i prodotti dei loro raccolti, frutta e verdura, divennero famosi nella zona. La gente veniva da lontano a fare ac- quisti e via via i guadagni aumentarono. Pinocchio e Geppetto si occupavano delle vendite, mentre tutto il lavo- ro gravava sulle spalle del Gatto e della Volpe, che in cambio di tanta fatica riceve- vano pane per sfamarsi e un tetto per stare al caldo. Ma presto i due si stancarono di ricevere solo questo com- penso, tanto più che vedeva- no Pinocchio e Geppetto ar- ricchirsi alle loro spalle. Fu così che una notte rubarono tutto l’incasso e scapparono.

Dopo vani tentativi per ritro- vare il danaro, Pinocchio de- cise di ricorrere all’aiuto del granchio, così lo chiamò bat- tendo prima il piede sinistro per terra, poi le mani. Solo grazie al granchio furono ri- trovati i malandrini e riporta- ti a casa con la refurtiva.

“Forse, però, fareste bene a s u d d i v i d e r e i n m o d o p i ù equo il ricavato del vostro la- voro”, disse il granchio sgri- dando Geppetto e Pinocchio.

I due furono d’accordo e l’ar- monia tornò nel gruppo, fin- chè il Gatto e la Volpe deci- sero di vedere nuovi mondi e di acquistare delle terre in un paese lontano. Quindi parti- rono e lasciarono per sempre Pinocchio e Geppetto. Passò del tempo. Un giorno alla ca- setta in riva al mare arrivò la Fata turchina che aveva vo- glia di prendere marito. De- cise così di ringiovanire Gep- petto e di sposare proprio lui, che aveva un buon carat- tere, paziente e generoso.

Pinocchio sarebbe stato il lo- ro bambino. E così fu. Gep- petto e Turchina ebbero poi una bambina, la sorellina di Pinocchio. A lei fu dato il no- me di Abetocchia. Col passa- re degli anni Abetocchia cre- sceva, finchè… Ma questa è un’altra storia; forse un gior- no ve la racconteremo.

testo collettivo della Terza D insegnante Lorena Bergamasch

LA PACE La pace è l'unione di razze, dove le persone sono normali e non pazze.

La pace è

un insieme di colori, dove i bambini non hanno dolori.

La pace è

un mondo di felicità, dove l'odio mai crescerà.

La pace è cosa preziosa, dove la gente non è più gelosa.

Ilaria Terza C

PACE

Pace non è guerra, pace non è odio, pace non è disprezzo, pace non è uccidere, pace non è rubare,

p a c e n o n è n e p p u r e u n a bandiera appesa al balcone.

Ma la pace è amore, la pace è amicizia, la pace è stare insieme, la pace è una colomba bianca,

la pace è un arcobaleno di colori,

la pace è volersi bene, la pace è un bene prezioso che tutto il mondo cerca e ricerca ma non trova.

Davide Terza C

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QUARTA PAGINA

L'arte tra musica, danza, teatro e pittura

Che cosa c'entra il colore con la danza? E la musica con la pittura?

Le classi quarte del tempo pieno hanno cercato di scoprirlo.

Assaporare diverse forme d'arte, cercando di co- glierne anche le relazioni: è l'esperienza che han- no potuto fare quest'anno le classi quarte del tempo pieno.

Nel laboratorio "Ascolto la musica, penso e realiz- zo", ad esempio, l'ascolto dei valzer de "Il Danu- bio Blu" di Johann Strauss figlio è stato seguito da attività di danza, discussione in classe e creazione di disegni che sono andati a comporre dei cartel- loni. Le sezioni C ed E, a seguito di una visita alla Pinacoteca di Brera, si sono cimentate nel difficile

compito di "sonorizzazione di una pittura", cer- cando di tradurre in suggestioni musicali la signi- ficatività pittorica. Nell'ambito dello stesso labora- torio di "Educazione al suono e alla musica", sono state condotte attività di danza e movimento ac- compagnate dalla realizzazione di disegni, cer- cando di cogliere le relazioni tra musica, danza, movimento e colore. La visione infine della com-

media "La Bisbetica Domata" di William Shake- speare al Teatro Oscar è stata accompagnata dal- la consultazione del testo omonimo del Teatro alla Scala e dalla visione della videocassetta "Kiss me Kate", celebre musical americano degli anni cin- quanta. Il tutto è sfociato in un testo collettivo e nella realizzazione di due cartelloni, dove gli alun- ni hanno osservato tra l'altro che la protagonista Caterina era qualcosa di più di una semplice "Bi- sbetica" e che quella parola deriva dal greco am- phisbetetikòs, litigioso, e ancora da amphisbetein, essere in disaccordo o andare per proprio conto.

Bisbetico è quindi sinonimo di umore bizzarro, va-

rio, stravagante: la prossima volta che incontrere-

te una persona così, siete avvertiti.

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QUINTA PAGINA

I ragazzi delle quinte stanno imparando il "mestiere del giornalista" e si stanno docu- mentando su come si lavora in una redazione, cosa fa un cronista e come conduce un'intervista. Si incontrano con dei veri giornalisti per farsi svelare da loro alcuni

trucchi del mestiere.

In seguito a queste espe- rienze, grazie anche alla collaborazione di cono- scenti, genitori, nonni, i ragazzi della quinta A e d e l l a q u i n t a B h a n n o prodotto numerose interviste riguardanti diversi argomenti. La guerra è la tematica che ha suscitato più interesse e in questa pagina abbiamo raccolto alcuni brani delle interviste che hanno permesso di mettere a confronto la guerra in Iraq con le guerre di ieri e dove sono state raccolte testimonianze e opinioni che fanno riflettere i grandi come i piccoli.

Giulia intervista Natalia, 96 anni

Cosa ti ricordi della I Guerra Mondiale?

Mi ricordo che ero una bambina di 8 anni quando è incominciata. Purtroppo il cibo scarseggiava, spesso mangiavamo solo gusci di uova messi a cuocere sot- to la cenere. Prima della fine di quella orribile guerra due dei miei fratellini più piccoli morirono di fame e di stenti.

Come hai vissuto durante la II Guerra Mondia- le?

Allo scoppiare della II Guerra Mondiale ero già spo- sata, avevo un figlio di 6 anni e aspettavo il secon- do. Questa guerra l'ho vissuta più pesantemente:

mio marito era stato chiamato alle armi, avevo pau- ra che potesse non ritornare più a casa, ma fortuna- tamente ciò non è accaduto. I costanti bombarda- menti e i due figli piccoli da accudire mi tenevano in apprensione.

Qual è l'esperienza che ti è rimasta impressa?

L'esperienza che più ricordo è quella di una retata da parte dei tedeschi in un bar vicino a casa mia, durante la quale ho visto maltrattare e portare via in malo modo molte persone che conoscevo, e ho assi- stito al dolore dei parenti che cercavano invano di opporsi.

Carlo intervista suo padre, che allo scoppio della II Guerra Mondiale aveva 8 anni

Allo scoppio della guerra è cambiata la tua vita?

Non nei primi tempi. Specialmente noi che eravamo bambini non ci accorgemmo di quello che accadeva.

C'era solo la preoccupazione degli adulti che ci incu- riosiva.

Successivamente con il razionamento del cibo e con l'inizio dei bombardamenti anche noi ragazzi ci ren-

demmo conto che c'era in atto una guerra.

Che cosa facevate quando iniziavano i bombar- damenti?

In piena notte il suono delle sirene avvisava dell'im- minente bombardamento. I miei genitori svegliava- no me e i miei fratelli e tutti insieme scendevamo nel rifugio anti-aereo di cui era dotato il nostro palazzo;

eravamo tanti perché il rifugio ospitava anche gli abitanti delle case vicine. Noi ragazzi ci ritrovavamo con tutti i nostri amici di zona e questo era motivo per noi di divertimento e di svago, ma la realtà delle cose ci veniva all'occhio il mattino seguente, quando per le vie del quartiere ci accorgevamo dei danni e delle vittime causate dal bombardamento.

Che cosa ti ricordi della fine della guerra?

Ricordo il ritorno al pa- ne bianco e ai cibi che c o n l a g u e r ra e ra n o s c o m p a r s i ; i s o l d a t i americani che ci distri- buivano le ciambelle e i c h e w i n g u m , u n a moltitudine di mar- che di sigarette (per gli adulti) e tantissi- m i a l t r i p r o d o t t i a noi sconosciuti.

E infine il ritorno alla vita normale!

Filippo intervista Antonio, 80 anni, che ha com- battuto la II Guerra Mondiale.

Come si stava al fronte?

Di sicuro non bene: freddo, stress, cibo scadente e tanta preoccupazione per la famiglia.

Hai mai avuto paura di morire?

No, perché, preso dagli eventi inevitabili, ero rasse- gnato al mio destino e cedere alla paura avrebbe peggiorato la situazione.

Allora cosa provavi?

Vivevo nella speranza che quell'inferno finisse pre- sto, confidando in un futuro migliore.

Che reazione avevano avuto i famigliari alla tua partenza per il fronte?

Disperazione e tristezza.

E quando tornasti?

I miei fratelli non mi riconobbero perché erano pas- sati circa quattro anni dalla mia partenza,

ma riconosciutomi mi abbrac- ciarono

con le lacrime agli occhi per la commozione e l a f e l i c i t à e l a s e ra stessa organizzarono una grande festa.

In definitiva, cosa hai capito da questa

esperienza?

L e g u e r r e va n n o e v i t a t e perché sono negative sotto tutti i punti di vista.

La guerra di ieri, la guerra di oggi

"Siamo uomini del terzo millennio con computer e cellulari alla mano, ma non sappiamo

risolvere i problemi, parlando o discutendo, senza fare la guerra". Alessandra, Quinta B

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QUINTA PAGINA

Un giornalista nelle vesti di insegnante Tutto è iniziato il pomeriggio del 3 febbr

aio 2003

quando nel nostro labor

atorio è venuto un giornalista professionista di nome Alfredo

. Alfredo ci ha spiegato come si sv olge un’intervista. L ’intervista è un dialogo tra una persona ed un giornalista e l’intervistato de- ve sapere che si tr atta di un’intervista e non di una conversazione qualsiasi. Normalmente si intervistano persone famose, importanti, autori di opere di lette- ratura, esperti di un certo argomento

, idoli della mu- sica o dello sport ed è importante fare domande bre-

vi e che interessino tutti.

Il bravo intervistatore dev

e avere a disposizione un registratore (con le pile cariche!), una o più cassette per registrare, l’elenco scritto delle domande e carta e penna per prendere appunti. Molto importante è il titolo dell’intervista perché può attir

are più lettori.

Se non avessimo incontr

ato Alfredo a quest ’ora sta- remmo ancor a a chiederci cosa vuol dire “sbobinare”

.

Invece ora siamo degli esperti!!!

Crediamo che questa esperienza sia stata molto istruttiva.

Dalle quinte è tutto: la linea v

a alla regia!

Isabel, Danilo, Jessica, Andrea, Francesca, Federico, Valerio, Morgana, Renato, Giulia, Simone

A PROPOSITO DI BANDIERA DI PACE I colori della pace sono gli stessi dell’arcobaleno: ros- so, arancione, giallo, verde, azzurro, blu, indaco.

Quando si guarda l’arcobaleno bisognerebbe ricordarsi la bandiera della pace.

Tutte le persone che vogliono fare la guerra, dovrebbe- ro vedere tutte le mattine, tutti i pomeriggi, tutte le sere l’arcobaleno, così forse si ricorderebbero che la pace è una cosa molto bella e invece la guerra è l’esat- to contrario. La guerra non dovrebbe esistere.

Chi l’ha inventata? E perché?

Tutti lo sappiamo: la guerra è una cosa brutta, eppure c’è ancora qualcuno che la fa.

Myriam

Questa lettera è per il

Presidente del Consiglio d’Istituto.

Milano, 26 marzo 2003 Egregio signor Presidente del Consiglio d’Istituto, prego non pensi che sono solo una bambina di undici anni e perciò che non posso sapere niente sulla guerra e sulla pace. Spero, al contrario, che lei pensi che sono abbastanza grande da capire queste cose. Comunque non mi interessa quello che lei pensa di me, ma vorrei che ascoltasse le mie parole che vorrei uscissero dalle mie labbra davanti a lei, ma gliele scrivo su un foglio macchiato d’inchiostro.

“Pace non è guerra e neppure è violenza. Parlo della pace come se fosse una persona:

Lei è la serenità dei popoli. Lei è ieri, oggi, domani. Lei è la speranza del mondo. Lei è l’amore della vita. Lei è quello che lega gli esseri viventi.

La prego, signor Presidente, ne parli con i suoi colleghi o con chi vuole: l’importante è che lei discuta e parli di questa mia lettera.

PS la pace è l’unico sistema per vivere insieme Francesca (Trilly)

Le nostre lacrime cadranno, gli angeli fatica faranno ad asciugare le acide lacrime che male fanno.

Sempre la guerra il sorriso spegnerà,

ma la speranza ancora ci sarà nel cuore di chi crede.

Quella non si spegnerà mai, il sorriso tornerà

su chi crede, poi chissà….

Raffaella, Elisa, Alberto, Simone

PENSIERI DI PACE La pace è molto importante,

perché è significativa per tutti.

La pace è un momento di gioia, felicità, armonia.

La pace è un momento di gioco, amicizia, divertimento.

La pace è importante per tutto il mondo e per i suoi abitanti.

La pace è un momento di riflessione, pensiero e concentrazione.

La pace è amore, simpatia, gentilezza e sincerità.

Emanuele, Luca, Alessio AI COMPONENTI DEL CONSIGLIO DI ISTITUTO Noi siamo due bambine della quinta C e riteniamo che è bello avere la bandiera della Pace fuori dalla nostra scuola, perché non è giusto che persone che non c’en- trano niente debbano morire a causa della guerra.

Non si può risolvere niente con la guerra.

Tutto il mondo non vuole la guerra, perché la Pace è una bella cosa che deve esistere nel mondo.

Noi vogliamo la PACE!!!

Imane, Gabriela

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PENSIERI

Pensa positivo vedrai che tutto acquisterà un significato diverso!

Coraggio, dipende solo da te!

L’amico è una persona che sa tutto di te… e gli piaci lo stesso!

Vi può essere bellezza tanto nelle cose umili, quanto nelle più preziose Salgo a fatica su un filo d’erba solo da un posto così alto si possono toccare le stelle!

Jennifer PACE E AMORE

Non pensare solo a te Siamo amici,

aiutiamoci Contribuisci al trionfo del bene sul male

Perdona Porta felicità Illumina il tuo cuore Con la forza dell’AMORE!

Gessica

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LABORATORIO “GIORNALINO”

LABORATORIO “GIORNALINO”

ECCO I RISULTATI ECCO I RISULTATI

SKUOLA MEDIA

CARI REDATTORI, VI INVIAMO I

LAVORI ELABORATI DALLA CLASSE

PRIMA G DURANTE LE ORE DI

LABORATORIO

“GIORNALINO”.

GLI ARGOMENTI SONO STATI SCELTI

DA NOI ALUNNI IN BASE ALLE NOSTRE

PREFERENZE. GLI ALUNNI DELLA PRIMA G

determinante, ed è questo il motivo per cui gli è stato riconosciuto questo pre- mio da giornalisti di pro- fessione che fanno i pro- duttori televisivi dell’emit- tente IBS. Rivaldo, uno dei prescelti, ha sfidato il freddo di Milanello in cam- bio di tanti bei dollaroni e anche per la soddisfazione di battere colleghi come Shevchenko, Rui Costa, Inzaghi, Del Piero (vincito- re della passata stagione), Zidane e Ronaldo. Rivaldo è a caccia di rivincite, ha accettato il verdetto come si può accettare di ingerire una medicina amara ordi- nata dal dottore, ha capito che i suoi colpi di tacco, i suoi calci di punizione e la sua classe non sono ba- stati a convincere la giuria a concedergli il bis. Rival- do tornerà in Spagna con u n g ra n d i s s i m o s o r r i s o sulle labbra , il primato in classifica del Milan sia nel girone di Champions Lea- gue sia in campionato. Ri- valdo convive con un dolo- re cronico alla caviglia che non gli permette di gioca- re con regolarità.

Davide e Ivan LA SCUOLA NELLE

FILIPPINE Nelle Filippine la scuola è organizzata in modo di- verso: prima di andare in p r i m a e l e m e n t a r e , n o i dobbiamo frequentare una scuola che si chiama “KIN- DER”. In questa scuola noi i m p a r i a m o a : l e g g e r e , scrivere e conoscere i numeri. La scuola “KIN- DER” dura un anno dai 4 ai 5 anni, poi si passa alla scuola elementare che du- ra sei anni. Superati que- sti sei anni si frequentano la scuola medie che sono di quattro anni. Le materie

Dov’è la pace?

Pace… pace…

Che cosa significa?

Guardo sul vocabolario…

Ma non la trovo;

Accendo la T.V.:

Vedo bambini disperati Uomini nudi,

Donne indifese Che lanciano pietre.

Spengo la T.V.

Mi guardo in giro E penso:

La pace la posso trovare Solo nel mio cuore

Ilenia Coelati, IIB Scuola Media Statale

“Manara”

Pensieri sulla pace

La pace è così dolce, così dolce

Come il miele

La guerra è come l’aceto Il miele attira le api L’aceto le allontana

La pace è come un gioco tranquillo

Che ti prende il cuore La pace è come un uccellino Appena liberato dalla sua gabbia

Pace in tutte le lingue Per tutti i popoli del mondo Pace, Shalom, Paz, Peace, Kapayapaan

Tania Curci IIB Scuola Media Statale “Manara”

Pace è...

Pace è

amicizia tra i popoli Pace è

gioia e amore Pace è

un sentimento profondo che viene dal cuore

Pace è un pensiero di felicità Pace è libertà Pace è

unione di forza

tra tutti i popoli della terra Pace è

un colore indefinito;

è il colore che ti piace Pace è

il contrario della guerra:

è la parola più bella

Pace:

quattro lettere per evitare la guerra Pace + Amicizia:

la formula che può salvare il mondo Pace è

speranza Pace è vita per tutti gli uomini della terra

Mary Anne, Daniel, Simo- ne, Ilenia, Tania, Antonio, Federica, Isabella, Paola, Andrea, Mei Anne IIB Scuola Media Statale “Manara”

che si studiano sono: scien- ze, aritmetica, inglese, reli- gione, storia, geografia, fi- lippino. Al termine dei quat- tro anni, se superiamo l’e- same, possiamo iscriverci in prima superiore. La du- ra t a d i q u e s t o o r d i n e d i scuola dipende dal corso che ogni studente sceglie . Tra gli indirizzi tecnici pre- senti vi è quello meccanico.

Questo tipo di studio può durare due anni perché pri- ma di trovare un lavoro si deve non solo conoscere le parti di un’automobile ma anche saperle disegnare.

Darwin e Mark RIVALDO CONTRO

RONALDO

“ANCH’IO HO DISPUTATO UN GRANDE MONDIALE E MERITAVO DI VINCERE IL

PALLONE D’ORO”

Rivaldo riconosce che Ro- naldo è un grande campio- ne, ma quando viene inter- rogato sul perché gli è stato assegnato di nuovo questo riconoscimento risponde:

“anch’io ho disputato un grande mondiale e merita- vo di vincere il pallone d’o- ro”. Ma segnare due goal nella finale per lui è stato

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