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Russia, Asia centrale e Caucaso Sylwia Zawadzka

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Academic year: 2022

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Sylwia Zawadzka

La nuova Costituzione della Federazione Russa e le sue implicazioni.

Introduzione

Sebbene l’emergenza causata dal diffondersi della pandemia CoViD-19 abbia determinato un rallentamento e, talvolta, un fermo del lavoro delle istituzioni, la riforma costituzionale presentata dal Presidente della Federazione Russa1 alla Duma di Stato il 20 gennaio 20192 ha avuto un iter procedurale piuttosto veloce (vd. Tabella 1). Inizialmente previsto per il 22 aprile ma successivamente posposto per la pandemia al 1 luglio 2020, ha avuto luogo il “voto panrusso”

(общероссийскоe голосованиe – obščerossijskoe golosovanie) sugli emendamenti alla costituzione in vigore dal 1993. Stando ai dati ufficiali, il 77,92%3 degli elettori ha sostenuto l’entrata in vigore delle modifiche (contrario 21,27%), con un'affluenza pari al 68%. Le regioni con il più alto livello di sostegno agli emendamenti sono state la Cecenia (97,92%), Tuva (96,79%) e Crimea (90,07%).

L'unica regione in cui la maggioranza dei residenti ha votato contro è il Neneckij Autonomnyj Okrug–

Circondario Autonomo dei Nenec (55,94%).

La legge di emendamento non rappresenta un fulmine a ciel sereno, dal momento che varie ipotesi di riforma erano state preconizzate già nei mesi precedenti (dall’elezione di Putin nel 2018 si era affacciato il problema di una sua successione, dal momento che non vi è al momento un avversario che possa competere con la sua figura).

Gli emendamenti potrebbero permettere a Vladimir Putin di candidarsi alle elezioni del 2024 e, qualora vincitore, di rimanere in carica fino al 2036. Non sarà comunque un compito facile, dati gli strascichi sociali ed economici del COVID-19 e il conseguente calo di popolarità del Presidente.

In tal senso, il basso sostegno e la fiducia sociale nella sua persona sollevano dubbi sull’attendibilità dei risultati.

Diverse sono le questioni degne di essere approfondite. La prima è il perché, anziché un referendum costituzionale, sia stata scelta una votazione nazionale. Gli emendamenti alla Costituzione vengono in genere votati dai cittadini attraverso lo strumento del referendum, lascia quindi qualche interrogativo la scelta di un “voto panrusso”, contrastante peraltro con la procedura prevista dall’art. 136 del documento in vigore fino al 4 luglio scorso. L’inusitato carattere dello svolgimento è regolamentato da una disposizione ad hoc, parte della legge di emendamento a firma del Presidente (dettagliata nelle proposte emendative del 4 marzo e degli atti successivi). Il ricorso a un voto “panrusso” viene inoltre spiegato da Putin con il fatto che gli emendamenti riguardano i tre poteri dello Stato4. In sostanza, il decreto presidenziale ha consentito alle autorità di evitare le restrizioni derivanti dalle disposizioni legali sul referendum (quindi almeno il 51% di affluenza alle urne), un dibattito sull'argomento del voto da parte degli organizzatori e la garanzia di partecipazione di osservatori indipendenti. Il nuovo format delle votazioni – ma, in verità, anche le misure anti-CoViD – ha consentito un approccio flessibile alle procedure organizzando, oltre ai tradizionali seggi mobili, anche il voto via internet. Come annunciato dal presidente, le votazioni hanno di fatto avuto inizio il giorno successivo alla Parata della Vittoria, il 25 giugno, e una durata settimanale concludendosi il 1

1 Tutta la documentazione (in lingua russa) è consultabile sia sulla pagina ufficiale del Cremlino http://kremlin.ru/acts/constitution, che della Duma di Stato.

2 Progetto di legge delle Federazione Russa di emendamento alla Costituzione della Federazione Russa, n. 885214-7 https://sozd.duma.gov.ru/bill/885214-7

3 Dati ufficiali e distribuzione geografica del voto sul territorio della Federazione Russa (in lingua russa) https://www.rbc.ru/politics/02/07/2020/5efda1c39a794703de7e21c4

4 Messaggio alle Camere del 15 gennaio.

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luglio scorso. Per quanto riguarda eventuali brogli elettorali, date le modalità di voto, le disposizioni del codice penale del 1996 in merito non sono pienamente applicabili.

Venendo agli emendamenti alla Costituzione russa, questi sono di diversa natura e riguardano questioni politiche, identitarie e sociali anche se il punto più significativo è indubbiamente il rafforzamento dei poteri del Presidente e la possibilità di candidarsi per altri due turni presidenziali (2024 e 2030). Qualora ne uscisse vincitore, Vladimir Putin resterebbe in carica fino al 2036, diventando così il Presidente con la carica più lunga (vd. Fig. 1). Secondo la formulazione del documento del 1993, il suo mandato attuale, infatti, sarebbe l'ultimo, in quanto la presidenza può essere tenuta per un massimo di due mandati consecutivi. Nella costituzione emendata, è stata introdotta una disposizione aggiuntiva insieme all'abolizione della clausola "due mandati in fila" (двух сроков подряд – dvuch srokov podrjad)5, dove il termine “подряд” (podrjad – in fila) non figura. Tale emendamento quindi stabilisce che la limitazione a due termini non si applica al Capo di Stato nel momento in cui le modifiche entrano in vigore.

Ulteriormente, il Presidente avrà il diritto di ‘deporre’ il primo ministro senza dover cambiare l'intero governo, dovrà inoltre garantire una cooperazione armoniosa tra le varie autorità, compresi gli enti locali e regionali. Importanti sono le disposizioni sul rispetto della cultura russa, la protezione della verità storica e della lingua russa e un appello a Dio (già introdotti nella legge di base), i giovani russi dovranno inoltre essere educati in uno spirito patriottico. Nel nuovo documento inoltre si ribadisce il concetto di famiglia: una relazione tra una donna e un uomo.

La costituzione comprende inoltre articoli di garanzie sociali quali lo stipendio minimo, la valorizzazione delle pensioni e l’assistenza alle famiglie numerose. L'introduzione di identità e questioni sociali è stata una risposta alle aspettative dei russi.

Lo studio si pone l’obiettivo di analizzare, attraverso una breve analisi retrospettiva, l’esegesi delle modifiche al documento costituzionale nonché le reazioni dei privati cittadini, delle figure istituzionali e di quelle internazionali, l’impatto che l’entrata in vigore della nuova Costituzione avrà sia da un punto di vista centripeto ovvero sulla politica interna, che centrifugo, l’impatto sulla politica internazionale.

Fonte dell’immagine https://warsawinstitute.org/pl/konstytucja-putinowska/

5 Art. 81.1 e 81.3. del nuovo testo della Costituzione (in lingua russa) http://duma.gov.ru/media/files/WRg3wDzAk8hRCRoZ3QUGbz84pI0ppmjF.pdf

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Breve excursus storico

La storia della Costituzione Russa o meglio, di tutte le Costituzioni, è una serie di continui cambiamenti che riflettono le fasi dei processi storici e del relativo sviluppo del Paese e che hanno portato alla creazione della versione attuale del documento.

La prima costituzione risale al 10 luglio 1918, è importante però fare un passo indietro per meglio comprendere il momento di passaggio dalla monarchia a quello che, per l’allora Impero Russo, era un concetto rivoluzionario ovverossia l’idea moderna di Costituzione e del ‘potere condiviso’.

Come riportato dal prof. Valle nel suo studio sulle “Genealogie del Costituzionalismo in Russia dal XVIII al XX secolo”6, «Tra il 1905 e il 1907 la già ampiamente evocata rivoluzione costituzionale si sarebbe caratterizzata per essere una transizione incompiuta dal regime autocratico al costituzionalismo monarchico, con la promulgazione del Manifesto del 17 ottobre 1905 e la codificazione delle Leggi fondamentali dell’impero russo del 26 aprile 1906.». Di fatto, la costituzione del 1906 fa riferimento a una revisione sostanziale del Codice delle Leggi dell'Impero russo7del 1832, e trasforma uno stato assolutista in uno in cui lo zar (Nicola II Romanov), pur continuando ad esercitare il proprio potere, lo fa nel contesto di un nuovo ordine, accettando di condividerlo per la prima volta con il Parlamento.

Con l'abdicazione dello zar Nicola, nel febbraio del 1917, il potere fu inizialmente assunto dal governo provvisorio istituito dalla IV Duma, il 15 settembre venne abolita la monarchia russa e, conseguentemente, la Costituzione del 1906 fu formalmente abrogata. In ottobre, il potere passò nelle mani del partito bolscevico e, successivamente, nacque l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (30 dicembre 1922). Prima di allora, i comunisti avevano approvato una nuova costituzione, in cui la Russia figurava come uno stato bolscevico. Alla stessa subentrarono le costituzioni sovietiche del 1924, 1937 e del 1978. L'ultima ha avuto validità fino al crollo dell'Unione Sovietica e all'adozione del documento di governo della Russia del 1993, in vigore fino al 4 luglio scorso.

Come sopra citato, la prima Costituzione della Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR) fu adottata dal V Congresso dei Soviet russo il 10 luglio 1918 e constava di 6 sezioni: "Dichiarazione dei diritti dei lavoratori e degli sfruttati", "Disposizioni generali della Costituzione della RSFSR", "Costruzione del potere sovietico", "Suffragio attivo e passivo", "Legge di bilancio", "Sull'emblema e la bandiera della Repubblica Socialista Federata Sovietica Russa (RSFSR)". A seguito dell'unificazione delle repubbliche in un unico stato (gennaio 1924), il Secondo Congresso dei Soviet adottò la Costituzione dell'URSS, che consisteva in due sezioni: la Dichiarazione sulla formazione dell'URSS e il Trattato sulla formazione dell'URSS.

La successiva adozione della Costituzione dell'URSS avvenne nel 1936. Secondo questo documento, a tutti i cittadini erano garantiti pari diritti e il suffragio universale, il diritto al lavoro e al riposo, garanzie di sostegno materiale in vecchiaia e l’assistenza sanitaria nella malattia, libertà di coscienza, parola, stampa, incontri e manifestazioni. Vennero proclamate l'inviolabilità della persona e il segreto della corrispondenza. La Costituzione del 1936 fu sostituita il 7 ottobre 1977 da una nuova Costituzione, detta anche brežneviana, che consolidò ufficialmente il sistema politico monopartitico e rimase in vigore fino al crollo dell'Unione Sovietica.

Se la Costituzione è espressione della storia, indubbiamente la caduta dell’URSS rappresenta un momento di cesura non solo nella storia del Paese ma anche di quella mondiale e, dato

6 Roberto Valle “Genealogie del Costituzionalismo in Russia dal XVIII al XX secolo”,p. 27 del Giornale di Storia Costituzionale, 33/I 2017, consultabile in http://www.storiacostituzionale.it/doc_33/Valle_GSC_33.pdf

7 Сводъ законовъ Росій (ortografia precedente la riforma del 1917, attualmente Сводзаконов Российской империи- Svod Zakonov Rossijskoj Imperii).

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l’importante cambiamento socio-politico, necessitava di essere immortalato nel suo documento principe.

L'evento iniziale per l'adozione della nuova Costituzione fu la creazione, nel 1990, da parte del Primo Congresso dei deputati popolari della Repubblica Socialista Federata Sovietica Russa (RSFSR), della Commissione costituzionale, il cui presidente era Boris Nikolajevič El’cin e il segretario esecutivo, Oleg Germanovič Rumjancev. Questa commissione ha sviluppato diverse versioni del progetto di costituzione russa, ed ha altresì svolto un ruolo importante nella redazione della versione finale. Per tre anni la Commissione non riuscì ad accordarsi su un testo condivisibile quindi, nel giugno del 1993, Boris El’cin accusò il Soviet supremo di voler non solo prolungare i propri poteri ma di tentare di ritardare la ‘morte’ della vecchia costituzione, il 21 settembre 1993 sciolse la legislatura (Congresso e Soviet), pur non avendone il potere. Si arrivò infine alle giornate di inizio ottobre con il bombardamento e la presa (4 ottobre) del Soviet supremo.

La votazione del documento si svolse il 12 dicembre 1993 e la maggioranza (58,43%) votò per la sua adozione, entrata poi in vigore il 25 dicembre 1993, giorno della sua pubblicazione nella

"Rossijskaja Gazeta". Dal momento dell’entrata in vigore della Costituzione il testo ha subito numerose modifiche.

Esegesi della nuova costituzione.

La riforma della Costituzione russa è stata realizzata in un momento storico particolare dovuto non solo a una perdurante stagnazione economica, a turbolenze sui mercati globali, ad un calo della popolarità del presidente nonché ad una crescente incertezza nelle élite circa gli scenari politici per i prossimi anni. Come precedentemente citato, sintomatici di tale situazione sono sia l’iniziale riservatezza circa i contenuti del documento e l’evidente fretta di portare a termine i lavori sulla riforma (vd. Tab. 1), che l’inusuale procedura costituzionale e l'evoluzione significativa del contenuto degli emendamenti tra il 15 gennaio (discorso di Putin) e il 10 marzo (seconda lettura del disegno di legge alla Duma di Stato). Senza ombra di dubbio, la riforma è uno degli elementi chiave del processo di successione del potere in Russia, tuttavia il contenuto della legge non determina ancora chiaramente quale scenario di successione verrà scelto dal Cremlino.

Nel suo annuale discorso alle Camere del 20 gennaio 2019, Putin ha ben illustrato il senso della riforma, parlando principalmente della garanzia di un maggiore equilibrio tra le diramazioni del potere dello Stato, con particolare riferimento al rafforzamento delle competenze del potere legislativo.Tuttavia il vero senso del discorso era quella di mantenere un forte potere centrale, o meglio, presidenziale. Questo significa che nelle competenze del Capo di Stato, come da documento in vigore, rientrano la definizione dei compiti e delle priorità del governo, il diritto di far dimettere il primo ministro e altri membri del gabinetto a causa di uno svolgimento improprio di compiti o della perdita della fiducia del presidente. Il Presidente ha inoltre la gestione diretta delle Forze Armate e di quelle garanti della protezione della sicurezza e dell’ordine pubblico. Putin ha inoltre ribadito gli argomenti che fanno parte della narrativa politica russa degli ultimi anni: "Il vasto territorio della Russia, la sua complicata struttura territoriale e nazionale, la diversità delle tradizioni storiche e culturali che non gli consentono di svilupparsi normalmente o addirittura di esistere stabilmente nella forma di una repubblica parlamentare”. Le sue parole sono, in verità, un retaggio storico per cui solo un forte potere centrale (Самодержа́вие/ единодержа́вие – samoderžavie/ edinoderžavie) è in grado di mantenere unito un Paese grande come la Russia.

Contrariamente a quanto inizialmente annunciato dal Presidente, il documento intende consolidare un sistema "super-presidenziale" in cui il Cremlino è l'unico vero centro decisionale.

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Ciò sarà ottenuto principalmente subordinando la magistratura alla figura presidenziale e indebolendo i poteri del governo e del primo ministro. In tal modo si avrà l'istituzionalizzazione del controllo informale del Capo di Stato sugli organi di potere a vari livelli.

Gli emendamenti alla Costituzione possono essere sommariamente divisi in quattro gruppi8. Il primo gruppo include emendamenti che cambiano sostanzialmente l'equilibrio di potere attribuendo al presidente poteri formali che aumentano il suo controllo diretto sull'esecutivo.

La posizione del primo ministro e del governo è stata indebolita, così come la posizione della magistratura. Il presidente dirigerà i lavori del governo mentre il primo ministro non definirà più le linee guida del suo lavoro.

Per quanto riguarda il potere esecutivo, finora formalmente sotto la responsabilità del primo ministro, esso è ora scisso. Alcuni membri del gabinetto (principalmente i "ministeri del potere") saranno subordinati al presidente, altri al primo ministro ed entrambi i gruppi saranno anche nominati con modalità differente. Il primo ministro sarà personalmente responsabile nei confronti del presidente e le dimissioni del primo ministro non significheranno automaticamente le dimissioni dell’intero gabinetto; ciò allarga nettamente il margine di manovra del capo di stato nella politica del personale. Il presidente avrà quindi il potere di definire quali autorità federali sono subordinate a lui e quali al primo ministro.

Il numero di giudici della Corte costituzionale è passa da 19 a 11, il che faciliterà la pressione politica sull’organo. Il presidente otterrà inoltre il diritto di chiedere al Consiglio della Federazione le dimissioni dei presidenti, vicepresidenti e giudici della Corte costituzionale, della Corte suprema, nonché di alcuni tribunali di livello inferiore. Viene inoltre rafforzata l’immunità (garanzia costituzionale) degli ex presidenti (finora, la loro immunità è stata sancita solo nell'atto), che devono ricoprire la carica di senatore a vita (questo è un nuovo mandato costituzionale per i membri del Consiglio della Federazione, una camera del parlamento che rappresenta le regioni russe).

Importante è inoltre la concessione dello status di organo costituzionale e di ampi poteri formali al Consiglio di Stato. Trattasi dell'organo consultivo presidenziale che opera dal 2000 e che riunisce i capi delle regioni e i presidenti della Duma di Stato (camera bassa) e del Consiglio federale (camera alta), i rappresentanti plenipotenziari del presidente nei distretti federali e i capi delle fazioni parlamentari nella Duma di stato. Conformemente agli emendamenti, il Consiglio deve di fatto duplicare i poteri del presidente - deve nominarlo al fine di garantire il funzionamento e la cooperazione armoniosi delle autorità pubbliche, definire le direzioni di base della politica interna ed estera e le priorità dello sviluppo socioeconomico dello stato. Disposizioni dettagliate riguardanti lo

"status" di questo organo devono essere incluse nell'atto.

Come precedentemente citato, ulteriore obiettivo, desumibile del resto dall’insieme delle varie modifiche, è un maggiore accentramento del potere a cui si accompagna l'eliminazione di deboli governi locali a cui si pensa di far fronte con il principio di un "sistema unificato di autorità pubblica".

Tale principio opera a vari livelli: federale, regionale e comunale e il cui funzionamento “armonico” e di cooperazione delle autorità a vari livelli devono essere garantiti dal capo dello Stato.

Il secondo gruppo di emendamenti include la "sovranità" nazionale e la postura nei confronti degli obblighi assunti nei confronti del diritto internazionale. Il nuovo documento introduce il divieto di implementazione sul territorio della Federazione di quelle decisioni prese da organi internazionali, che sono state prese sulla base di un'interpretazione degli accordi in vigore in Russia che è

"contrario alla costituzione russa". Inoltre, gli obblighi imposti dai tribunali internazionali, compresi i

8 In merito: matrice comparativaСРАВНИТЕЛЬНАЯ ТАБЛИЦА действующей Конституции Российской Федерации с учетом одобренного закона Российской Федерации «О поправке к Конституции Российской Федерации» «О совершенствовании регулирования отдельных вопросов организации и функционирования публичной власти» link in lingua russa:

http://duma.gov.ru/media/files/WRg3wDzAk8hRCRoZ3QUGbz84pI0ppmjF.pdfetestorecantelemodifichehttp://duma.g ov.ru/news/48953/

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tribunali arbitrali, non saranno adempiuti dalla Russia se "entrano in conflitto con le basi dell'ordine pubblico legale della Federazione Russa". Finora una simile interpretazione è stata utilizzata nelle leggi e nella giurisprudenza. Inoltre, sono state vietate azioni (o inviti a tali azioni) volte a ‘distaccare’

parte del territorio della Russia (inviolabilità dell’integrità territoriale): in tal senso l'annessione della Crimea è stata dichiarata irreversibile.

Il terzo gruppo di emendamenti sono disposizioni di natura “populista”. Troviamo quindi il pacchetto sui diritti sociali (comprese le garanzie che il salario minimo non sarà inferiore al livello di sussistenza e che le prestazioni sociali e le pensioni saranno indicizzate almeno una volta all'anno).

La loro attuazione dipende comunque dalle disposizioni esecutive dettagliate contenute negli statuti, che mettono in dubbio il valore reale delle garanzie sociali costituzionali. Tali emendamenti includono anche: una promessa di sostegno ai "compatrioti all'estero" (già regolata dalla legge del 1999), il riconoscimento del benessere dei bambini come "la massima priorità della politica statale" o un apprezzamento speciale dei "lavoratori" nella costituzione (la norma questo duplica una disposizione contenuta nella costituzione dell'URSS). L'obiettivo di questi emendamenti è ottenere un ampio sostegno pubblico per una riforma volta a un'ulteriore centralizzazione dello Stato e al rafforzamento del regime autoritario.

Il quarto gruppo di emendamenti include quelli di natura ideologica (la definizione della nazione russa come "costruzione dello stato", un appello a Dio, tradizione o eredità dell'Unione Sovietica). Confermano la via conservatrice del Cremlino, intrapresa nel 2011-2012.

Questi emendamenti sono atti ad ottenere il sostegno della parte conservatrice dell'elettorato e a per legittimare la narrativa anti-occidentale del grande Cremlino (analogamente a un'altra disposizione relativa alla venerazione dei difensori della patria e all'obbligo di difendere la "verità storica").

Calendario della Riforma Costituzionale9

Data Avvenimento

19 dicembre 2019 Nel corso dell’annuale conferenza stampa, Putin descrive la costituzione come uno "strumento vivente" (živojinstrument)10che dovrebbe cambiare con l'evoluzione della società. Allo stesso tempo, esclude la possibilità di adottare una nuova legge di base es afferma che la riforma costituzionale dovrebbe essere preparata con cura ed essere oggetto di approfondite discussioni pubbliche.

24 dicembre 2019 Incontro con i leader dei gruppi parlamentari.

15 gennaio 2020 Putin annuncia la riforma costituzionale presentando le principali linee guida e l’istituzione di un gruppo di lavoro sulla riforma. Il gruppo è costituito ed è composto da 75 persone (di cui 11 avvocati) - incl. deputati di entrambe le case del parlamento, artisti, sportivi, attivisti sociali.

20 gennaio 2020 Putin presenta un progetto di emendamento alla costituzione alla Duma di Stato (la legge "Sulla modifica della Costituzione della Federazione Russa. Sul miglioramento della regolamentazione di determinati aspetti dell'organizzazione e del funzionamento dell'autorità pubblica").

23 gennaio 2020 Prima lettura del progetto.

Entro il 2 marzo Il gruppo di lavoro inizia la raccota delle proposte (termine perentorio per la presentazione, 2 marzo) di modifica della costituzione da deputati di vari livelli e organizzazioni sociali. Il termine per la presentazione è stato rinviato più volte a causa del "gran numero di proposte" - in totale, il gruppo di lavoro e il parlamento hanno ricevuto oltre 900 proposte di modifica.

9 Послание Президента Федеральному Собранию, 15.01.2020, www.kremlin.ru.

10 Путин и журналисты говорили на разных языках https://ria.ru/20191219/1562600342.html

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13 febbraio Primo incontro di Putin con il gruppo di lavoro e relativa presentazione degli emendamenti proposti.Il presidente decide sulla loro inclusione o esclusionenel progetto di legge per la seconda lettura alla Duma.

26 febbraio Secondo incontro di Putin con il gruppo di lavoro. Segue una ulteriore presentazione di emendamenti.

2 marzo 2020 Presentazione alla Duma, da parte del Presidente,di un pacchetto di emendamenti alla presidenza. Il progetto contiene anche regolamenti riguardanti la procedura di votazione nazionale sulla riforma costituzionale 10 marzo 2020 Discorso di Putin alla Duma, a seguito del quale la Camera adotta un

emendamento chiave per "ripristinare" il mandato del presidente (formalmente su richiesta della deputata Valentina Tereškova).

10 marzo 2020 Secondalettura del disegno di legge alla Duma.

11 marzo 2020 Terza lettura del disegno di legge alla Duma e adozione della legge da parte del Consiglio della Federazione.

12 marzo 2020 Approvazione del disegno di legge entro il 2/3 delle assemblee legislative regionali.

18 marzo 2020 Data prevista per la firma della legge da parte del presidente (anniversario dell'annessione della Crimea)

22 aprile 2020 Data inizialmente stabilita per la votazione sul progetto di riforma costituzionale, coincidente con il compleanno di Vladimir Il’ičUl’janov(Lenin) . A causa della pandemia COVID-19, lo stesso è stato posposto al 1 luglio 2020.

1 giugno 2020 Il Presidente Putin ha programmato una nuova votazione per il 1luglio 2020 1 luglio 2020 Giorno della votazione

2 luglio 2020 Si è appreso che, dopo aver elaborato il 100% dei protocolli, i risultati sono stati del 77,92% per le modifiche (affluenza al 67,97%) [65].

4 luglio 2020 Pubblicazione della Costituzione (RossijskajaGazeta – Federal’nyjvypuskNo 144 (8198)), le modifiche sono entrate in vigorelo stesso giorno.

Tabella 1. Calendario della Riforma.

Reazioni interne alla nuova Costituzione.

Gli emendamenti alla Costituzione non hanno visto solo un alto indice di gradimento testimoniato, apparentemente, dal risultato dalla votazione. Precedentemente, il 16 marzo 2020, è stata infatti pubblicata sul sito della radio "Eco di Mosca"11la lettera aperta contro gli emendamenti alla costituzione. Il documento è stato sottoscritto da 427 personalità12 russe tra cui avvocati, scrittori, giornalisti e accademici contrari all’”azzeramento della presidenza putiniana”, atto ritenuto "illegale, politicamente ed eticamente inaccettabile". Gli autori dell'appello vedono nelle riforme una minaccia allo sviluppo, in chiave democratica, del proprio Paese. Una ulteriore lettera aperta contro gli emendamenti alla Costituzione è stata firmata da 192 deputati13 di comuni e parlamenti regionali di 26 soggetti del paese. I firmatari ritengono le modifiche proposte "incompatibili con la libertà e la democrazia, la dignità e i diritti umani". Gli emendamenti "distruggono lo stato russo e minacciano la sua stessa esistenza nel prossimo futuro".

11 https://echo.msk.ru/blog/echomsk/2606224-echo/

12 Tra i firmatari della lettera figurano Alexander Anikin (Docente dell'Accademia delle Scienze), Alexander Galichenkov e AlexeyVigasin (professori dell'Università statale di Mosca), Leonid Parfyonov e VasilyUtkin (giornalisti), e altri.

13 Tra cui i deputati municipali di Mosca Konstantin Yankauskas, IlyaAzar, Elena Filina, NatalyaKaplina, deputati dell'Assemblea legislativa di San Pietroburgo MaximReznik e Boris Vishnevsky, nonchéLevShlosberg del parlamento di Pskov

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Alla fine del mese di gennaio, alcuni politici dell’opposizione (sostenuti anche dall’oligarca Michail Chodorovskij) hanno lanciato la Campagna sociale “NET!” (NO!). Il 15 luglio, oltre 130 persone sono state arrestate durante una marcia non autorizzata dopo aver raccolto le firme contro gli emendamenti in Piazza Puškin a Mosca. L'approvazione dell'azione era stata precedentemente rifiutata con riferimento al decreto del sindaco di Mosca sull'autoisolamento. Tali iniziative sono comunque frutto di una minoranza che, spesso, coglie l’occasione per portare avanti interessi di natura personalistica (vd. Chodorovskij).

Infine, è arrivata anche la ‘reazione’ degli organi dell’Unione Europea. Nel gennaio 2020, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europaha chiesto alla Commissione di Venezia di valutare una serie di emendamenti. Il 18 giugno, la commissione ha pubblicato una decisione14 in cui raccomandava di cambiare o abbandonare completamente le modifiche proposte nell'articolo 79 della Costituzione, che garantiva alla Russia il diritto di non ottemperare alle "decisioni degli organi interstatali adottate sulla base delle disposizioni dei trattati internazionali della Federazione Russa nella loro interpretazione, contrariamente alla Costituzione della Federazione Russa".

Nelle conclusioni viene sottolineato che con l'adesione al Consiglio d'Europa e la ratifica della Convenzione sui diritti umani, la Russia si è impegnata a rispettare le decisioni della CEDU e l'articolo 46 della Convenzione indica che l'esecuzione delle decisioni giudiziarie è obbligatoria.

La Commissione ha inoltre espresso perplessità per la possibilità di licenziare i giudici della Corte costituzionale. Nel mese di marzo, un gruppo di avvocati, politologi e attivisti per i diritti umani russi, ha inviato un appello al Consiglio d'Europa con la richiesta di effettuare un esame urgente degli emendamenti alla Costituzione della Federazione Russa.

Conclusioni

I 46 nuovi emendamenti alla Costituzione, comprensivi dei 4 nuovi articoli, ne fanno un documento assai diverso da quello precedente. Essi sostanzialmente sanciscono ciò che già era presente: il citato concetto di samoderžavie, in nome del quale è giustificabile l’accentramento del potere e il sacrificio, in nome di un bene più “elevato” di parte dei diritti personali.

L’impatto interno della Costituzione è stato e sarà molto forte; il risultato del voto è un segnale politico per l'élite e gli oligarchi russi, un monito per cui Vladimir Putin rimarrà il garante delle dipendenze politiche e commerciali del Paese continuando anche la lotta alla corruzione e all’illegalità, altri cavalli di battaglia del Presidente.Indubbiamente,nella politica interna le tendenze accentratrici e autoritarie si intensificheranno, portando al contempo ad un maggiore controllo sulla società civile ma anche alla garanzia – a detta del governo – dellapace sociale dovuta principalmente alle elargizioni economiche alle fasce più deboli. Ad ogni modo, la soluzione della eventuale (probabile) candidatura di Putin, non era forse stata presa in considerazione al momento della presentazione del progetto di riforma, ma la riflessione sulle alternative per la carica presidenziale non ha lasciato spiragli per una soluzione diversa. Inoltre, contrariamente a quanto diffuso in occidente, non si tratta solo di personale brama di potere. Guardando alla storia più recente della Russia infatti, ai terribili strascichi della caduta dell’URSS o del nero periodo sotto il governo El’cin, alla generale e generalizzata crisi economica ma anche di valori, i russi hanno giustamente paura di perdere la conquistata stabilità, soprattutto dato che al momento non v’è un degno sostituto. Per quanto la soluzione agli occhi dell’occidente che valuta la Russia con il proprio metro di paragone, possa sembrare inaccettabile, è al momento, probabilmente l’unica valida.

In politica estera, aumenterà la promozione della versione propagandistica della storia (principalmente quella relativa alla seconda guerra mondiale), che avrà un impatto negativo

14 https://www.venice.coe.int/webforms/documents/?pdf=CDL-AD(2020)009-e

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soprattutto sulle già compromesse relazioni con la Polonia. Il punto più controverso però sarà la superiorità del diritto nazionale su quello internazionale e sulle eventuali controversie che si potranno creare in tale ambito.

Avvenimenti salienti nella regione.

La nuova guerra per il Nagorno-Karabakh.

Dopo un apparente cessate il fuoco, seguito agli scontri del luglio scorso15, il conflitto tra l’Armenia e l’Azerbaigian per il Nagorno-Karabakh ha ripreso con un’intensità inaspettata e il relativo rimpallo di responsabilità. L’Armenia incolpa l'Azerbaigian di aver lanciato un attacco aereo e di artiglieria sul Nagorno-Karabakh, mentre Baku replica di aver condotto "una controffensiva in risposta a una provocazione militare". Ciò che però è certo è che dall’inizio del conflitto vi è un elevato, per quanto non precisamente chiaro, numero di vittime: secondo il Nagorno-Karabakh, hanno perso la vita 51 soldati armeni, 202 in totale dall'inizio degli scontri, mentre l'Azerbaigian sostiene che siano morti 550 armeni, cosa che Yerevan nega affermando a sua volta che 200 azeri sono stati uccisi.

Intanto, l'Armenia ha dichiarato la legge marziale e la mobilitazione generale e l'Azerbaigian ha introdotto lo stato di guerra in alcune delle sue province. Sono entrati in funzione anche i mezzi della guerra elettronica e internet è stato oscurato in entrambi i paesi.

Contesto internazionale.

Il conflitto si colloca in un quadro ben più ampio in cui intervengono attori internazionali tra cui Russia e Turchia, paesi che si sono già scontrati in teatri quali Siria e Libia. In questo contesto la Turchia, paese membro della NATO, sostiene l'Azerbaigian da molto tempo, Ankara e Baku infatti hanno stretti legami culturali derivanti dalla comunanza linguistica turca e ne è dimostrazione la dichiarazione del presidente Recep Tayyip Erdoğan che ha definito l'Armenia "la più grande minaccia alla pace" nella regione. Di contro, sul rapporto con l’Armenia pende una pesante spada di Damocle: il mancato riconoscimento da parte della Turchia dei massacri del 1915 quali atti di genocidio.

Il fattore Russia, invece, risulta più “ambiguo”, essa infatti intrattiene relazioni economiche con entrambi i paesi anche se quelle con Yerevan risultano più strette data la comune appartenenza all’Unione Economica Eurasiatica e all’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (motivo per il quale l’Armenia potrebbe potenzialmente chiedere l’intervento militare russo). A questo si aggiunge il ruolo della regione nel mercato energetico globale: gli oleodotti e i gasdotti che collegano l'Azerbaigian alla Turchia sono essenziali per l'approvvigionamento di petrolio e gas dell'Unione europea e passano vicino al Nagorno-Karabakh. In merito al conflitto la Russia, contrariamente alla Turchia, ha assunto una posizione più cauta auspicando (come sostenuto da Putin nel corso della conversazione telefonica con Pashinyan) una sospensione delle operazioni militari. La reazione della Russia deve anche essere vista alla luce dell’inasprirsi delle relazioni con l’Occidente a causa dell’appoggio al presidente bielorusso, del presunto avvelenamento di Navalnyj o dell’estenuante conflitto in Ucraina.

L’Unione Europea, parimenti al Dipartimento di Stato Americano e alle Nazioni Unite, ha chiesto tramite Josep Borrell, "la fine immediata di tutti gli atti di violenza". Al momento il suo appello pare caduto nel nulla e ricorda i precedenti tentativi di mediazione che hanno si portato a un cessate il fuoco che perennemente è stato violato. Così, per oltre un quarto di secolo, a partire dal cessate il fuoco del 1994, l'iniziativa di pace internazionale nota come Processo di Minsk (Francia, Russia e

15 L’approfondimento nell’OS nr. 2/2020

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Stati Uniti e sotto gli auspici dell'OSCE) ha cercato di risolvere il conflitto del Nagorno-Karabakh senza successo. Tuttavia, anni di riunioni diplomatiche e successive missioni nella regione, comprese le capitali dell'Armenia e dell'Azerbaigian, non hanno portato a nessun risultato reale. Gli incontri del 2019 e del 2020 dei presidenti Nikol Pashinyan e Ilham Aliyev durante il Forum di Sicurezza di Monaco hanno fatto ben sperare, ma il dialogo si è interrotto a causa della pandemia.

A questo punto è quasi impossibile prevedere quanto dureranno i combattimenti e se vi sarà un’escalation delle violenze. La situazione potrebbe limitarsi allo scontro di qualche giorno come accaduto nel 2016 o trasformarsi, seguendo la volontà delle potenze internazionali, in una vera e propria guerra regionale.

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