Le campagne e le città.
Prospettive di sviluppo sostenibile in area mediterranea
a cura di Francesco Nuvoli
AM&D
DEDIZIONI
ISPROM/1ISTITUTO DI STUDI E PROGRAMMIPER 1LMEDITERRANEo
Le campagne e le città.
Prospettive di sviluppo sostenibile in area mediterranea
XXXIV Seminario per la Cooperazione Mediterranea
a cura di
Francesco
Nuvoli
.
AM&D EDIZIONI
Indice
Presentazione: Le campagne ele città. Prospettive
di sviluppo sostenibile inarea mediterranea di Francesco Nuvoli
Programma delxooav Seminario per laCooperazione Mediterranea Cronacadel xoav Seminario perla Cooperazione Mediterranea Nota introduttiva diFranesco Nuvoli
9
12
15
Relazioni introduttive
23
Città di fondazione e colonizzazione
Salvatore Cherchi
33 Rura circa civitates inAfrica et Sardinia
AtilioMastino eRaimondoZucca
La durabilité. Un changement ou un virage Zeymeb Samandi
53
I territorio rurale e il suo sviluppo socio-economico
La relazione città-campagna tra "società" e "divisione"
Una sintesi interpretativa-propositiva Giovanni Lobrano
67
Le politiche di sviluppo rurale in Europa e nel Mediterraneo
Paolo Fois
107
Risposte adattative al cambiamento climatico nell'interfaccia città-campagna
PierPaolo Roggero
112
Relations ville-campagne et dynamiques territoriales:
cas de l'arrière-pays de la ville d'El Jadida NacerEl Kadiri
129
Maghreb: systèmes locaux de
production et
développement socio-economique: quelle(s) stratégie(s)pour
la région arabe à l'heure de la globalisation? Bilanet
perspectiveAbdelkaderSidAhmed
153
Il problema
dell'urbanesimo
Rapporto tra città e campagna?Come ricostruire questo rapporto Arnaldo Cecchini, Maria Rita Schirru
175
Il rapporto tra suoli, società e paesaggio in Sardegna 189 AngeloAru
Il consumo di suolo e l'agricoltura 198 FrancescoNuvoli
Equilibrio sostenibile fra città, campagnae oasi:
il caso della città di Gerico MohammedIsayed
203
Riqualificazione e rinnovamento
urbano
per la salvaguardia della campagna Mario Docci
205
Il rapporto tra suoli, società
e paesaggioin
Sardegna Angelo Aru*La storia
delluomo
è profondamente legata ai suoli e alla terra. Il ruo-lo che essi
hanno
avuto nei confronti della società è stato sempre de- terminante. I suolipertanto
appartengono alla società, da sempre, e lo saranno ancor più in fururo dal momento che la popolazione nel mondo aumenta costantemente, mentre il suolo, risorsa fondamentaleper l'umanità, tende a diminuire.
Attualmente la popolazione nel mondo arriva a oltre sette miliardi di
persone, e raggiungerà i nove miliardi alla metà di questo secolo. Ve- diamo proprio che il suolo e l'acqua, e soprattutto i suoli arabili, dimi- nuiscono costantemente con gravi rischi e problemi perle popolazioni.
Purtroppo
leconomia,
soprattutto nell'era moderna, si è concentratasulle produzioni e sui consumi, sui costi e benefici, mentre sarebbe op-
portuno una concentrazione di interessi sulla conservazione delle risor- se naturali che producono beni per la società.
Nel recente libro di Paolo Maddalena su «ll territorio bene comune
degli Italiani» l'autore
ha
messo in evidenza che il proprietario non è il padrone assoluto del bene che possiede. Le terre in particolare, che de- iniscono e condizionano le caratteristiche del paesaggio (suoli, piante,ecc) appartengono alla collettività, per
tutti
i ruoli che esse svolgono.Paolo Maddalena utilizza il concetto di comunità nel senso di comunità
biotica, per definire poi quello di comunitàpolitica, nella quale assume
rilevanza giuridica il
rapporto
tra il popolo e quella parte della biosferache è il territorio, cui viene dato il nome di proprietà collettiva.
Questo concetto
ha
resistito per molti secoli nella storia dell'uomo, inquanto legato e dipendente dalle caratteristiche e qualità del territorio, ela sua applicazione è sempre esistita ovunque nella Terra. D'altronde
Universitàdi Cagliari.
189
ANGELOARU
Tavolette IGMnon censite
Fig.r. Insediamenti nuragicia confronto con le tipologiepedologiche.
Da
notarela densità dei
muraghiinfunzione
della ripologiapedologica.non
poteva esserediversamente per il fatto che l'uomo ha ubicato
isuoi insediamenti ove meglio poteva soddisfare le proprie esigenze.
Una lettura attenta del territorio pud spiegare facilmente non solo
iapporti tra luomo
ela terra ma anche l'evoluzione
e ildegrado legato
all'attività antropica nel tempo. Documenti di questo tipo sarcbbero fondamentali per l'esame dello stato di salute del pianeta
esoprattutto per la stesura di piani per il futuro al fine di garantire la sopravviven-
za
dell'umanità
eper soddisfare
ibisogni essenziali della popolazione mondiale.
Gli urbanisti
egli specialisti delle scienze della terra
edella biosfera han- no la cultura
ela responsabilità di programmare per il futuro tenendo
conto
della necessità di conservare il suolo fertile.
L'actività antropica nel corso della storia ha determinato sostanziali mo-
difcazioni del paesaggio
rurale sopratturto nelle areedi maggior inte- resse agricolo, specie nelle
aree pianeggianti e collinari.Il rilevamento di
190
L
RAPPORTOTRA SUOLl, soCIETÀ E PAESAGGIO IN SARDECNASemis
Excoeok engnihuralao
Muragus
GIARA
Ganmasng
Tsili GernuTa
Baradili R
Turt Setzu
TuilBaumn eyscolca Ser Wurri
iLssaTamzYLasplasas Orroli
Sidai
PauliArbarei
FiG. 17. HABITAT PREISTORICO ED HABITAT ATTUALE INTORNo
Mandas
-
ALLA GIARA DI GEsTURI.
I muraghi (indicati dai punti neri) occupano le posizioni elevate (cime dei ripidi versanti della Giara e vallata del Flumendosa). I villag
gi moderni sono disposti soprattutto ai piedi delle scarpate.
Scala 1:500.000.
Fig2.
dettaglio e
semidettaglio consente una rappresentazione dei suoli classi- ficati
allivello di serie
efamiglie secondo sistemi tassonomici di classifi- cazione, necessari per interpretazioni di carattere applicativo
eper capire quali sono stati
irapporti tra
isuoli
e lasocietà nei vari periodi storici.
La Sardegna
rappresenta un'area dove
irapporti ra suoli
esocietà sono
molto evidenti. Per capire meglio
ilrapporto tra suoli
esocietà sono state eseguite delle sovrapposizioni tra insediamenti in alcuni periodi storici ben definiti
e laCarta dei Suoli della Sardegna.
Innanzitutto il
periodo Nuragico, ove
sivede che la
concentrazionedegli insediamenti
èpiù
intensa sui suoliderivati da rocce vulcaniche basiche, dalle formazioni carbonatiche mioceniche, dai depositi qua- ternari piùo meno
recenti adiversa composizione mineralogica. Nelle altre aree la concentrazione dei nuraghi
èmolto più bassa,
ea tratti sono
quasi inesistenti.
Eprobabile che in queste situazioni abbiano avuto un
ruolo importante l'acqua
e il clima, peresempio nella comunità monta- na di Macomer
siha la maggior concentrazione
aun'altitudine tra
i400
ei 600 metri
ein
presenzadi sorgenti
e corsid'acqua.
In molti casi
i nuraghi avevano unafunzione anche di difesa,
comemo-
stra la fig.
2 tratta dal libro Contadini epastori di Maurice
Le Lannoux.I
suoli dela Giara presentano una elevata importanza per
il pascolo.191
ANGELOARU
Gli insediamenti medioc- vali, come mostrato infig.
3, seguono ugualmente dei limiti pedologici molto net ti, corrispondenti ai suoli fondamentali per la cerea- licoltura, la viticoltura e
il
pascolo.
Notare la quantità estrema- mente ridotta di insedia- menti nella zona orientale
dell'isola.
Un altro esempio che
dura
da secoli è dato dai terraz- zamenti prossimi ai centri
abitati in alcune aree mon-
tane e soprattutto ubicati
sui depositi di versante.
Su
queste piccole aree venivano
esercitate le attività agricole
o89o
oFig 3-
Fig 4. Ogliastra, paesaggio ruralesulleformazioni metamorfiche edepositi di
versante. Le aree coltivatesonosistemate lungo le curvedi livelopergarantirne la stabilità.
192
IL RAPPORTOTRASUOLI, sOCIETÀ E PAESAGGIO IN SARDEGNA
per il fabbisogno familiare sia con colture ortive che con leguminose da granella.
In
molte aree, particolarmente in Ogliastra, questo tipo di attività ancora oggi viene esercitata, anche se in modo meno intensivodel passato (fig. 4).
Questo tipo di terrazzamento ha svolto una funzione importante sulla riduzione della velocità dei deflussi e quindi sulla diminuzione del tra- sporto solido a carico delle terre. Tutto l'insieme favoriva, insieme alla copertura vegetale boschiva dei bacini, la regimazione idrica con conse- guenti vantaggi per il paesaggio e per le popolazioni.
Leccesso di utilizzazione in
tutti
i periodi storici ha determinato feno- meni di degrado, spesso sui suoli molto fertili, come ad esempio neglialipiani
vulcanici del centro Sardegna (fig. 5). In molti casi si tratta di un vero e proprio fenomeno di desertificazione, in quanto la formazio- ne dei suoli richiede periodi molto lunghi, anche a livello geologico.Alcuni altipiani del Marghine-Planargia presentano esempi di
degrada
zione intensa a causa dell'eccesso di pascolamento o a seguitodi incendiripetuti nel tempo.
In tempi più recenti non sono mancati interventi che abbiano lasciato
il segno sulla conservazione del suolo. Uno di questi è avvenuto a se-
guito dell'Editto della chiudende, approvato con una carta Reale il 14 novembre 1820. Le conseguenze di questo editto, e successive modi- ficazioni, sono state gravissime in
tutta
la Sardegna, e particolarmente nelle zone interne (Ogliastra, Nuorese, Gallura). Tali conseguenze sono state brillantemente descritte da Lorenzo del Piano nelvolume «La sol- levazione contro le chiudende» (1832-33). Vengono infatti descritte ledistruzioni delle chiudende, la demolizione dei muri a secco, la diffu- sione di incendi, furti, estirpazioni di colture, ecc. La tensione sociale era tale che si sono verificati numerosi delitti, oltre ai danni alle cose.
In
effetti, nella maggior parte dei casi i benefici andarono alle grandifamiglie ricche e benestanti, che contavano nel potere pubblico.
Non
vi è dubbio che a seguito della repressione si è manifestato un degrado dei suoli, delle aree collinari e montuose, sopratrutto dopo gliincendi. Infatti come ben si sa il clima della Sardegna dasempre è carat- terizzato da piogge convettive con elevate intensità orarie e istantanee, con rapido scorrimento superficiale dei deflussi e con asportazioni di ingenti
quantità
di suolo.L'alterazione di questi cquilibri ecologici amonte è sempre stata la causa principale dei disastri avalle. Spesso la mancanza di sistemazioni idrau-
193
ANGELOARU
Pig s. Teritorio di Borore,fenomeni didegradopereccesso diurilizzazione.
Fig. 6. Miglioramentipascolo atuali, Villamassargia.
liche, anche nelle aree di pianura, è causa di gravi dissesti nelle aree
agricole e nei centri abitati. In un paese come l'Italia, con una tradizio-
ne importante sulle sistemazioni idrauliche e idraulico-forestali, avven-
gono tuttavia questi disastri per la mancanza di una cultura specifica a
tutti i livelli, compreso l'insegnamento universitario.
Un altro esempio da ricordare è la mancanza di conoscenze nell'appli- cazione di alcune leggi come, ad esempio, la Riforma fondiaria
-
LeggeOrdinaria n. 841 del 21/10/1950
varata
nella fase di ricostruzione 194IL RAPPORTO TRASUOLI, SOCIETA E PAESAGGIO IN SARDEGNA
dopo l'ultima guerra. Lattuazione della legge consisteva soprattut-
to nella distribuzione delle terre ai contadini, espropriata al latifondo
dell'Ttalia meridionale e insulare.
L'attuazione della legge non prevedeva alcuno studio preventivo che ga- rantisse una pianificazione basata non solo sulla richiesta dei contadini,
ma anche
sull'attitudine
delle terre per specifiche produzioni agricole.Lesproprio spesso riguardava vaste superfici di terreni del latifondo di
scarso valore, o meglio di scarsa attitudine per un'agricoltura
produtti-
va. Per questo motivo dopo pochi anni si è verificato un abbandono e il
ritorno all'allevamento ovino con suoli ancora più degradati. Eppure a
questi progetti hanno collaborato, a vario titolo, economisti, sociologi, agronomi, ingegneri, e non certamente a titolo gratuito. Quelli che non hanno guadagnato in questa operazione sono gli assegnatari.
Dopo l'ultima guerra è stato dato un grosso impulso alla costruzione di dighe e all'irrigazione. Anche su questi progetti si è verificato l'erroredel mancato uso delle conoscenze, soprattutto riguardo ai suoli. II concetto
di convenienza era basato esclusivamente sul minimo costo del
traspor
to dell'acqua. Mancavano totalmente gli studi di suscettività dei suoli all'irrigazione come base per la costruzione del progetto. Fu negli anni
90 che si realizzò il Piano delle Acque in Sardegna, dove fu messa in luce l'inutilità di queste operazioni su terre non idonee.
Afidare questi progetti esclusivamente al gruppo ingegneristico è sta- to veramente un danno enorme.
A
questi progetti hanno partecipato anche eminenti professori universitari, con risultati che sono sotto gliocchi di
tutti.
11 PianoAcque realizzato dalla Regione Sardegnaha mes- so ordine, eliminando soprattutto le aree senzasuscettività per l'agricol- tura irrigua.Un altro esempio di fallimento per la mancanza degli studi di base è il Piano Pascoli della Sardegna, che agli occhi di un esperto
di suoliè
veramente inaccettabile. Decine di migliaia di ettari, spesso sumorfolo-
gie tormentate e con grandi pendenze, sono stati sottoposti ad arature profonde, senza opere di difesa, senza sistemazioni idrauliche e senza drenaggi, per realizzare i cosiddetti "Miglioramenti pascolo". L'unico risultato è la desertificazione. Anche per questi lavori i progettisti sono principalmente agronomi e forestali, spesso con la consulenza di istitu- zioni universitarie.
Molte parti del mondo sono state desertificate per questo rapporto er- rato tra l'uomo e le risorse naturali. Nessuno studioso del suolo che 195
ANGELOARU
conosce la Land Capability o la Land Suitabiliy mai avrebbe effettuato questo progetto.
Penso che i corsi di laurea in Agraria, Scienze forestali, Geologia, Scien-
ze ambientali e Urbanistica debbano lavorare insieme per la realizzazio-
ne di questi
progeti.
Anche papa Francesco, all'assemblea della FAO del 20 novembre 2014, ha detto che: «Dio perdona sempre, gli uomini qualchevolta, laTerramai». I suolisono beni comuni, cheappartengono a tutta l'umanità in qualsiasi parte del mondo.Eurbanizzazione è stata senza dubbio uno dei più gravi fenomeni del
consumo di suolo in questa regionecome in tutto il Mediterraneo. Pub- blicizzata come il toccasana dell'economia, si è rivelata un fallimento
in tema di pianificazione e in termini socio-economici, paesaggistici e
ambientali. Lurbanizzazione ha interessato spesso i suoli ad alta idonei
tà
per agricoltura di qualità, soprattutto nelle aree costiere. Sono stati spesso i suoli sulle alluvioni recenti asubire il maggior consumo e a cre-are i problemi di inondazione dopo le piogge di grande intensità. Città come Capoterra, Olbia, e altre, già da molti decenni sono state studiate sotto questo aspetto, dimostrando lelacune tecniche che hanno portato
a disastri alle cose e agli uomini. Questi progetti ingegneristici senza base pedologica e climatica sono dei falsi, ecome tali andrebbero perse-
guiti a termini di legge.
Molti ricercatori datempo hanno scritto sul ruolo della conoscenza nel- la pianificazione urbanistica, a partire da Platone sino ai giorni nostri.
Spesso però non sono stati né ascoltati né seguiti, con le conseguenze che conosciamo. Senza una conoscenza approfondita sui suoli non è
concepibile una pianificazione urbanistica. In Sardegna esempi di urba-
nizzazione con conseguenze disastrose sono quelli di Quartu Sant'Ele-
na, di Olbia, di Capoterra,
ec.
Uno studio pedologico approfondito in fase progettuale e di realizzazione avrebbe evitato i disastri registrati nelcorso degli ultimi decenni.
Questi argomenti meriterebbero degli approfondimenti con la parte- cipazione degli ordini professionali, le istituzioni pubbliche, Regione, Oniversità, enti di ricerca, FAI,
INU
etc. per evidenziare maggiormente il problema della tutela dei beni naturali, pensando alla società del fu-ruro, all'equilibrio ecologico, alla conservazione delle risorse naturali indispensabili per la società umana.
D'altronde la storia ci ha insegnato che questo rapporto fra società e
suoli è sempre esistito e, dove le risorse sono state sovrastimate si è
196
L RAPPORTOTRASUOL, soCIETÀ E PAESAGGIO IN SARDEGNA
creato il deserto. La popolazione nel mondo aumenta mentre le risorse
diminuiscono. Oggi siamo sull'ordine dei 7 miliardi di persone, ma
nel 2050 saremo 9 miliardi.
In
questo quadro il suolo avrà sempre più importanza per I'umanità.E senza dubbio un bene sottolineare con continuità l'importanza della
difesa del suolo per il
ruolo
insostituibile che questo ha nella società.197