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BERGAMO E NAPOLI / L ARCHITETTURA DEGLI ALBERI SECONDO JEANNE MILLET. La donna dei modelli

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Academic year: 2022

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In occasione di due giornate di studio, la canadese Jeanne Millet ha fatto tappa in Italia per presentare i suoi studi nel campo dell’architettura degli alberi e le loro applicazioni nella logica dell’arboricoltura urbana. Tra gli argomenti trattati, le potature e lo studio di Pinus spp.

BERGAMO E NAPOLI / L’ARCHITETTURA DEGLI ALBERI SECONDO JEANNE MILLET

La donna dei modelli

L

a canadese Jeanne Millet, biologa, mas- sima esperta sul piano internazionale di archi- tettura degli alberi ed ecolo- gia, autrice di numerose pub- blicazioni, è stata la relatrice del convegno “Lo sviluppo dell’albero e la sua diagno- si”, tenutosi al Centro Con- gressi Giovanni XXIII di Ber- gamo e organizzato da For- mazione 3t e Progetto Verde Sostenibile lo scorso 30 set- tembre. La conoscenza del- l’architettura degli alberi per- mette di comprendere cosa

“dice” l’albero quando osser- vato e sottoposto a interven- ti di potatura. La giornata di studio ha fornito strumenti concettuali e di osservazione per riconoscere le strutture costanti nelle diverse specie arboree - descritte e model- lizzate dalla cosiddetta “ar- chitettura degli alberi” - , ha

indicato semplici e intuitivi ele- menti per una corretta proce- dura di diagnosi, ha contribui- to a definire le modalità per una corretta progettazione dei possibili interventi nella logi- ca dell’arboricoltura urbana.

Reiterazione

e sviluppo degli alberi

Gli studi di Jeanne Millet han- no approfondito il tema del- l’architettura delle specie ar- boree degli ambienti tempe- rati, raccogliendo dati e os- servazioni sullo stato dell’ar- te di tale branca della scien- za degli alberi e sulle sue possibili applicazioni nell’am- bito dell’arboricoltura. L’inter- vento della studiosa ha illu- strato il concetto di reitera- zione che consente alla pian- ta di replicare nelle ramifica- zioni e nelle branche il mo- dello strutturale dell’albero, determinandone la metamor-

fosi architetturale. Ha richia- mato i concetti di asse vege- tativo e dei vari tipi di svilup- po laterale delle branche.

L’albero ha un sistema gerar- chizzato di accrescimento, basato su influenze ormona- li dipendenti dall’apice vege- tativo; il taglio dell’apice man- da in confusione la pianta con una conseguente ricre- scita disforme della chioma.

L’architettura dell’albero si de- duce dallo studio delle bifor- cazioni temporanee e ricor- renti, che seguono vari livel- li di organizzazione e conse- guenti gradi di gerarchia del tronco e degli assi derivati.

Fari, non leggi

Millet ha sostenuto che i mo- delli architetturali sono solo punti di riferimento, di cui non vanno dimenticate le neces- sarie eccezioni. Non bisogna quindi essere troppo rigidi nel- l’interpretazione: riferirsi ai mo- delli architetturali degli alberi è un ausilio in più per com- prendere a livello generale la dinamica di accrescimento e sviluppo delle piante.

È da tener presente soprat- tutto che lo studio dello svi- luppo dell’albero evidenzia come interventi manutentivi scorretti, per esempio potatu- re intense, disorganizzano la pianta. Infatti, l’albero cerca sempre di costituire una ge- rarchia di accrescimento in fa- si successive, mentre inter- venti cesori importanti inter-

rompono questo processo.

La potatura, sempre fatta per un’esigenza umana, ha quin- di delle conseguenze sugli alberi e ne riduce la durata di vita. Dalle ricerche svolte da Jeanne Millet a Montréal ri- sulta che l’aspettativa di vita di alberi che potevano arriva- re a 400 anni, dopo le pota- ture si è ridotta a 40. Vi sono numerosi motivi per non po- tare un albero; oltre a disor- ganizzare e indebolire le pian- te, le potature spesso sono pure inutili: motivi per fare ri- flettere più di un operatore del verde nostrano.

Roberto Panzeri

■ architetturadeglialberi.it

leggere gli alberi

In alto, la studiosa canadese Jeanne Millet;

sopra, il pubblico in sala.

ANDREA PELLEGATTA ANDREA PELLEGATTA

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L

o scorso 4 ottobre Jeanne Millet è sta- ta ospite del Mona- stero di Santa Chiara a Na- poli per il convegno “L’archi- tettura degli alberi: dalla co- noscenza alla gestione”, il cui argomento principale è stato lo studio dell’architet- tura degli alberi con alcuni specifici riferimenti al gene- re Pinus. Obiettivo del con- vegno è stato quello di forni- re gli strumenti fondamenta- li per la comprensione delle più recenti acquisizioni sul- l’architettura degli alberi, in particolare sul rapporto tra albero e condizioni staziona- li, sulle implicazioni degli in- terventi di potatura e sulla diagnostica.

Un’audience di esperti

La puntuale e competente traduzione di Stefania Ga- sperini è stata fondamenta- le per la più completa com- prensione degli argomenti da parte dell’audiencecom- posta da oltre cento perso- ne, tra cui professionisti e tecnici impegnati nella pro- gettazione e gestione del ver- de urbano, provenienti da amministrazioni che si con- frontano quotidianamente con le problematiche gene- rate dalla complessa gestio- ne del patrimonio arboreo (per esempio, Roma, Napo- li, Bari e Caserta).

Tra i partecipanti, era presen- te anche un gruppo di stu- denti del corso di Laurea in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio del- la Seconda Università di Na- poli, accompagnati dalla lo- ro docente.

Focus su Pinus spp.

L’organizzazione di questo convegno prosegue il percor- so informativo iniziato nel me- se di marzo 2015 da Domeni- co Cascone, Silvestro Acam- pora e Giovanni Morelli, in cui nel corso di due intense gior- nate di lavoro tecnici e profes- sionisti si sono confrontati, con le più avanzate tecniche d’in- dagine fitostatica, sulle capa- cità di adattamento e di anco- raggio del sistema radicale di uno degli esemplari di Pinus pinea (pino domestico) del Monastero di Santa Chiara.

Successivamente sono stati presentati i risultati delle inda- gini, generando un dibattito tra tecnici, amministratori e professionisti.

La lectio magistralisdi Jean- ne Millet corona dunque lo stu- dio di questo esemplare, e più in generale di Pinusspp., da molteplici punti di vista. In par- ticolare, Jeanne Millet ha vo- luto soffermarsi con gli orga- nizzatori del convegno pres- so il pino in questione, per po- terne analizzare l’architettura e per un confronto tecnico ap- profondito e foriero di spunti di ulteriore analisi.

A latere

Il convegno e l’argomento trat- tati sono stati particolarmen- te apprezzati dalla delegazio- ne dell’Associazione “Pollici Verdi Scampia” (NA), che si batte quotidianamente affin- ché Scampia diventi un “luo- go verde” piacevolmente frui- bile dalle persone. Padre Va- lentino Picazio, parroco di Ca- sola, strenuo protettore del- l’ambiente e del tiglio del pae- se (esemplare adottato dalla Società Italiana di Arboricol-

tura attraverso attività di vo- lontariato), ha richiamato l’at- tenzione sul fatto che il con- vegno cadeva il 4 ottobre, fe- sta di San Francesco, il più ecologo di tutti i santi, mentre le note de “La Voce degli Al- beri” suonate al pianoforte dal maestro Michele Sganga han- no accompagnato nelle pau- se i partecipanti, ricordando così a tutti che una volta gli uomini avevano la capacità di ascoltare e capire gli alberi.

Il convegno è stato inoltre ca-

ratterizzato da un’appendice che ha portato la relatrice Je- anne Millet e gli ospiti arrivati il giorno prima del convegno a visitare l’antico Osservatorio Vesuviano, per immergersi nel- la rigogliosa macchia mediter- ranea e ammirare un esem- plare monumentale di Pinus halepensis (pino d’Aleppo).

Silvestro Acampora Domenico Cascone Stefania Gasperini Giovanni Morelli

■ www.global-green.net

dalla teoria alla pratica

La Sala delle Terme nel Monastero di Santa Chiara a Napoli, dove è stato ospitato il convegno.

Jeanne Millet (al centro, in viola) con gli studenti del corso di Laurea in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio (a sinistra e dietro la studiosa). Alla sua destra, Assunta Esposito, Stefania Gasperini e Giovanni Morelli.

ACER

© ILVERDEEDITORIALE

MILANO

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È

stata la proposta di istituire una giornata del prato a chiudere, lo scorso 11 novembre a Ei- ma, il convegno “Il prato, na- tura in città”, evento inaugu- rale della campagna “Prato in Comune”, promossa da Il Ver- de Editoriale, in collaborazio- ne con Assosementi, Assover- de e Consorzio Italiano Com- postatori (Cic), per ridare di- gnità al prato naturale.

Risorsa preziosa

Riccardo Santolini (Universi- tà di Urbino) nel suo interven- to ha trattato della funzione ri- creativa e di riqualificazione urbana svolta dai tappeti er- bosi e dei servizi ecosistemi- ci da essi resi: limitazione del- l’erosione del suolo, controllo e tutela della qualità dell’ac- qua, rimozione del PM10, con- trollo della temperatura, fissa- zione del carbonio.

Il convegno “Il prato, natura in città” ha inaugurato la campagna “Prato in Comune”, promossa da Il Verde Editoriale. Dai servizi ecosistemici a esempi virtuosi di gestione del tappeto erboso, l’evento ha messo sotto i riflettori il ruolo fondamentale che il prato ricopre come tessuto connettivo nelle città BOLOGNA / EIMA

A piedi nudi sul prato

Adriano Altissimo (Landlab) ha ripercorso l’approccio ita- liano alla cura dei prati dagli anni ’80 fino ad arrivare ai pro- blemi attuali. A fronte del ridi- mensionamento del settore e dell’attenzione ai costi di ma- nutenzione, della difficoltà nel- la gestione dell’acqua per l’ir- rigazione e della necessità di ridurre l’uso dei fitofarmaci, oc- corre per il futuro investire in innovazione per una manuten- zione sostenibile: bisogna de- finire descrittori misurabili e oggettivi per selezionare le va- rietà prative, ampliando la di- sponibilità di specie e gesten- do l’acqua con precisione.

Ha illustrato poi parte dei ri- sultati della sperimentazione relativa alla crescita lenta di alcune varietà, alla diminuzio- ne di biomassa, all’efficienza dell’uso di acqua e concimi.

Mauro Frigo (Assosementi) ha spiegato come gli obiettivi del-

l’associazione siano costrui- re una cultura del prato natu- rale, promuovere la tecnolo- gia che le ditte sementiere so- no in grado di mettere in cam- po e condividere know-how attraverso la creazione di un network di conoscenze. A ini- ziative come la campagna

“Un prato naturale: la scelta più sostenibile e sicura”, bro- chure, attività di stampa e mai- lingtelematico, forum rivolti agli addetti ai lavori, si aggiun- ge il nuovo portale Pratinatu- rali.it, per “seminare in rete”

la cultura del prato naturale.

Tappeto erboso e gestione

Pasquale Gervasini (Assover- de) è partito dall’importanza

“molto relativa” riservata alla cura dei tappeti erbosi nei ca- pitolati tecnici di quarant’an- ni fa, dove non c’era alcun ri- ferimento a cure colturali (con- cimazioni, diserbi, arieggia- ture) e poca attenzione agli impianti di irrigazione.

Oggi invece, l’accresciuta sensibilità verso le problema- tiche manutentive si scontra con le difficoltà finanziarie de- gli enti appaltanti. Il tappeto erboso deve essere quindi pensato in modo diverso, con una destinazione - e una tipo- logia manutentiva - diversifi- cata secondo l’uso. Se ben gestito, infatti, il verde urba- no migliora la qualità di vita.

Werner Zanardi (Cic), dopo

avere definito le caratteristi- che del compost, ne ha illu- strato il processo di produzio- ne, le modalità d’impiego sui tappeti erbosi e i vantaggi d’uso, tra i quali sono compre- si: il rilascio graduale, la siner- gia con i concimi minerali e la stimolazione dell’attività micro- bica, enzimatica e radicale, la riduzione delle malattie, del- l’erosione del suolo, dell’inqui- namento della falda acquife- ra. Ha poi presentato le appli- cazioni del compost sui prati in ambito urbano e sportivo.

Esempi virtuosi

Dopo una carrellata fotografi- ca sugli aspetti positivi e ne- gativi dei tappeti erbosi sui tet- ti del Nord Europa, nei gran- di parchi, sino alle minuscole strisce di verde delle sacrifi- cate aiuole cittadine, Alessan- dro De Luca (Sezione tappe- ti erbosi Federazione Italiana Golf) ha elencato i passaggi per realizzare un prato idea- le: identificazione del tipo di impiego e utilizzo, verifica del substrato ed eventuale ag- giunta di ammendanti, studio di clima e microclima, costru- zione dell’impianto irriguo, se- lezione di essenze adeguate.

Ha concluso con le indicazio- ni di manutenzione.

Roberto Diolaiti (Comune di Bologna e delegato regiona- le Aidtpg) ha portato l’espe- rienza di gestione sostenibile dei tappeti erbosi a Bologna, La Sala Allemanda, in cui si è tenuto il convegno.

DIEGO DEHÒ

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dove nei Giardini Margherita è stata migliorata la gestione delle acque irrigue con l’aper- tura di un pozzo e in alcuni ambiti cittadini è stata intro- dotta la semina di prati fioriti per migliorare l’ambiente e la biodiversità, risparmiando su manutenzione e irrigazione.

Infine, è stato sperimentato su alcuni prati un metodo di ge- stione biologica, con l’appli- cazione di tecniche a basso impatto per la tutela della bio- diversità e della micro e ma- cro fauna, eliminando i pro- dotti di sintesi per la nutrizio- ne e la difesa delle piante.

Il percorso per la trasforma- zione del prato attorno al Mu- seo di Scienze Naturali di Trento (ACER 3/2016, pag. 20- 26), è stata l’ultima esperien- za, raccontata dal giardiniere Cleto Matteotti. Da superficie

sterrata e senza importanza, attorno al Museo è stato rea- lizzato un prato di 4mila m2, ben curato e vissuto dai visi- tatori del Museo. I lavori sono stati conclusi da Nicola Noè, agronomo esperto di tappeti 1

1)) UUnnaa ffaavvoollaa ddii pprraattoo.. AA sseettttee ((VViicceennzzaa)) -- vviinncciittoorree.. Luisa Dal Brun riceve da Giulio Borghi de Il Verde Editoriale un buono per l’acquisto di un Arieggiatore VIKING LB 540 e un abbonamento annuale alla rivista ACER.

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2)) ÈÈ ddoommeenniiccaa.. PPaarrcc MMaarrttiinn LLuutthheerr KKiinngg ((PPaarriiggii)) -- mmeennzziioonnee ssppeecciiaallee.. Daniele Conte viene pre- miato con il libro “Di fronte agli alberi”, edito da Il Verde Editoriale, con il volume fotografico “I ci- pressi millenari del Sahara” e con un abbonamento annuale alla rivista ACER.

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3)) SSooggnnaannddoo iill pprraattoo ppeerrffeettttoo ((TToorriinnoo)) -- mmeennzziioonnee ssppeecciiaallee.. Flavio Milandri riceve in premio il vo- lume fotografico “I cipressi millenari del Sahara” e un abbonamento annuale alla rivista ACER.

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4)) RRuuggiiaaddaa mmaattttuuttiinnaa ((RRuussssii,, RRAA)) -- ppaarrtteecciippaannttii ppiiùù mmeerriitteevvoollii. Francesca Collina riceve il volume fotografico “I cipressi millenari del Sahara”.

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5)) MMoobbiilliittàà ssoosstteenniibbiillee ((MMiillaannoo)) -- ppaarrtteecciippaannttii ppiiùù mmeerriitteevvoollii. Nicola Noè riceve il volume fotogra- fico “I cipressi millenari del Sahara”.

Concorso fotografico

“I mille volti del prato”: i premiati

Un ringraziamento a tutti i sostenitori della campagna “Prato in Comune”

erbosi, che ha evidenziato i tanti stimoli provenienti dalle relazioni, premessa perchè continui l’impegno per la va- lorizzazione del prato natura- le nelle città nostrane.

A chiusura dell’evento, sono

stati premiati da Giulio Borghi (Il Verde Editoriale) i vincitori del concorso fotografico “I mil- le volti del prato”, finalizzato a valorizzare tutte le sfumatu- re del tappeto erboso.

Roberto Panzeri

Un’iniziativa Il convegno Il concorso fotografico

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In collaborazione con

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LVERDEEDITORIALE

MILANO

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l tema della 24aedizio- ne di Green is Life, la fie- ra internazionale del ver- de polacca (1-3 settembre, Varsavia) è stato “First Class Garden”, in riferimento alle co- noscenze e qualità necessa- rie nello sviluppo di idee per un buon giardino. I 325 espo- sitori, arrivati da 17 Paesi stra- nieri diversi, e la concomitan- te fiera dedicata al fiore reci- so Flower Expo Poland han- no attratto 17.468 visitatori, di cui 6.867 professionisti, con un aumento dell’8,5% rispet- to all’edizione precedente. Or- ganizzata da Agencja Pro- mocji Zieleni e dall’Associa- zione dei vivaisti polacchi la tre giorni ha visto protagonisti anche seminari e concorsi.

Le novità

Per quanto riguarda i premi alle novità nel settore delle piante, si è aggiudicata la medaglia d’oro Miscanthus sinensis ‘Memory’ di Daglez- ja na Zielonej (Ryki, Polonia), graminacea ornamentale dal- la forma eretta che si distin- gue per la rapida crescita e i ciuffi setosi, alti fino a due metri e mezzo. Inoltre è sta- to assegnato per la prima vol- ta il premio della stampa: vin- citori i vivai Szmit (Pechcin, Polonia) con Salix gracilisty- la‘Mt. Aso’, un arbusto di me- dia altezza, con foglie verdi lanceolate e infiorescenze soffici rosso-rosa, che com- paiono nel mese di febbraio.

La manifestazione polacca ha offerto uno spaccato sulla realtà florovivaistica del Paese, dando la possibilità di conoscere le produzioni di piante acidofile e resistenti al gelo dei vivai locali. Protagonisti anche seminari e concorsi, con la medaglia d’oro alle novità e il neonato premio della stampa

VARSAVIA (POLONIA) / GREEN IS LIFE

A stretto contatto

Sul campo

La visita ad alcuni vivai nel- l’area centrale del Paese ha permesso di conoscere in ma- niera più approfondita produ- zioni di qualità: i vivai Lazuc- cy (Dankowice, Polonia) col- tivano un vasto assortimento di rose, latifoglie, conifere e arbusti, proponendo piante re- sistenti al gelo e ad altre con- dizioni meteorologiche avver- se. Su una superficie totale di 35 ha raggiungono una ven- dita di 600mila piante all’an- no. I vivai sono stati tra i fon- datori dell’Associazione dei vi-

vaisti polacchi e la titolare Ka- tarzyna Lazucka-Ceglowska ne è membro del consiglio.

La produzione annua dei vi- vai Pol-Plants (Mogielnica, Polonia) ammonta invece a circa un milione di piante su un’area di oltre 20 ha.

L’azienda, condotta da una giovane coppia che in una decina d’anni ha raggiunto un volume d’affari conside- revole, propone ai clienti più di mille tra specie e varietà.

Infine, i vivai Cieplucha (Kon- stantynów Lódzki, Polonia) si distribuiscono su 3 ha di ser-

re e 8 ha di coltivazione in con- tenitore, con una sede distac- cata nel Nord della Polonia.

Attualmente la produzione comprende più di tre milioni di piante acidofile all’anno, principalmente rododendri (ol- tre cento le varietà), azalee, mirtilli e altre piante acidofile.

Il lavoro di selezione condot- to per più di un decennio ha portato alla creazione di nove nuove cultivar di rododendro, sotto il nome di ‘Royal Rhodo- dendrons’. Nei programmi di selezione sono state utilizza- te varietà finlandesi, che han- no permesso di ottenere pian- te resistenti alle basse tempe- rature (fino a -30 °C).

Il prossimo appuntamento con la manifestazione sarà dal 31 agosto al 2 settembre 2017.

Elisabetta Sari

■www.zielentozycie.pl In alto a destra,Miscanthus sinensis ‘Memory’; sopra

dall’alto le coltivazioni a pieno campo dei vivai Pol-Plants e le serre di rododendri dei vivai Cieplucha. In basso,Salix gracilistyla ‘Mt Aso’, che ha ricevuto il premio della stampa.

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MAGAZINE

L

a gara che ha de- cretato il campione italiano 2016 Stihl Timbersports è stata dispu- tata a Pinzolo (TN) il 3 luglio, con il sostegno dell’Apt Ma- donna di Campiglio.

Uno scenario di eccellenza che ha accolto i migliori atle- ti italiani di questo sport, in- trodotto in Italia soltanto nel 2010. Dopo sei estenuanti prove disputate con ascia, sega e motosega, si confer- ma sul gradino più alto del podio il trentino Paolo Vicen- zi (al suo quarto titolo con- secutivo), seguito dal nova- rese Andrea Rossi e dall’oro- bico Roberto Fornoni.

Sul palco oltre ai Pro italiani anche i Rookieinternazionali (categoria under 25): memo- rabile la prestazione del gio- vane friulano Michael Del Pin che, per la prima volta, ha re- galato all’Italia un successo in una gara della categoria. Un

Paolo Vincenzi si è confermato per la quarta volta consecutiva sul gradino più alto nella categoria Pro, aggiudicandosi anche la Coppa Italia. Per la prima volta si è registrato un successo italiano tra gli under 25 internazionali, grazie all’affermazione del giovane friulano Micheal Del Pin

Dall’alto verso il basso, il podio della categoria Pro italiani e gli atleti impegnati nelle prove con ascia, motosega e sega.

grosso grazie a chi ha sup- portato l’iniziativa e ha dedi- cato tempo ed energie per la sua riuscita. Oltre al Campio- nato italiano quest’anno è sta- ta disputata la Coppa Italia Stihl Timbersports 2016. Quat- tro tappe emozionanti che hanno portato dal Piemonte al Friuli questo sport unico e spettacolare: Villar Dora (TO) 17 aprile, Bettola (PC) 22 mag- gio, Paularo (UD) 12 giugno, Valdidentro (SO) 17 settem- bre. Anche la classifica di Cop- pa Italia incorona Paolo Vicen- zi come miglior atleta nazio- nale 2016, seguito da Andrea Rossi e Roberto Fornoni, ter- zo classificato. La stagione in- ternazionale Stihl Timbersports ha portato inoltre i migliori 5 atleti azzurri del momento a di- sputare il Mondiale 2016, a Stoccarda in novembre.

Giulio Franceschi

■www.stihl- timbersports.com

PINZOLO (TN) / FINALE CAMPIONATO ITALIANO STIHL TIMBERSPORTS

Ascia, motosega

e sega per un podio

LUIGI TORREGGIANI

ACER

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MILANO

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C

resce ogni giorno il desiderio dell’uomo di relazionarsi alla natura, alle sue forme e bene- fici. Dalla cura quotidiana de- gli spazi verdi nasce la rifles- sione sulla loro funzione in un più vasto ecosistema e l’im- portanza di leggere il territorio in profondità, per poterlo ripro- porre adattato a contesti arti- ficiali e a equilibri precari.

Per questo il VI meeting inter- nazionale “I Maestri del Pae- saggio” è stato dedicato al rapporto tra progettualità e spontaneità nel paesaggio, sull’ordine e il disordine nelle equilibrate complessità degli ecosistemi. Dal 7 al 25 settem- bre, un calendario ricco di wor- kshop, seminari, convegni e altri eventi culturali ha anima- to Bergamo alta, eletta cuore del dibattito sul rapporto tra territorio e spazi selvaggi.

I modi wild possono venire de-

Qual è il rapporto tra disegno e spontaneità del paesaggio e come preservarne nel progetto le peculiarità adattandole a contesti diversi? Lo raccontano i landscaper riuniti al Teatro sociale, attraverso i loro interventi, da quelli più filologici e conservativi a quelli più avveniristici e onirici BERGAMO / I MAESTRI DEL PAESAGGIO ALLA VI EDIZIONE

E la foresta invade la città

ni xerofili. Tutto si riduce a ter- ra e suolo che sono punto di partenza e protagonisti. Dal- l’attenta lettura del paesaggio sono derivati anche “Occitai- ne Garden” e “After the fire”

premiati entrambi al Chelsea Flower Show nel 2016 e 2013.

Dallo studio del paesaggio de- riva la conoscenza di svaria- te specie endemiche, usate a profusione e dall’analisi del cli- ma la capacità di realizzare giardini senza irrigazione, do- ve le piante vivono in equili- brio quasi prive di manuten- zione, perché il giardiniere vi si esprima come artista più che come manutentore. In fon- do, “la bellezza è fondamen- tale per la sostenibilità di un Da sinistra e accanto, rappresentazione dei cinque paesaggi nella passerella in Piazza Vecchia e lo spazio giochi in Piazza Mascheroni.

clinati in forme diverse, sep- pure animate dalla stessa ri- cerca di natura. Nella Piaz- za Vecchia, Stefan Tischer e la Summer School hanno realizzato un transetto-diora- ma per illustrare cinque pae- saggi. Il percorso ascende su una passerella verso il Pa- lazzo della Ragione e con- duce dalla flora del “terzo paesaggio”, a quella alluvio- nale, submontana, montana e infine alpina, distinte da al- beri, arbusti ed erbe tipiche delle Orobie. Un ruscello gor- goglia accanto alla Fontana del Contarini e massi di gra- nito dialogano con la catte- drale di Sant’Alessandro.

Visioni di natura

A inaugurare i due giorni di meeting (23 e 24 settembre), Laura Gatti, dottore agrono- mo, arboricoltrice e paesag- gista, nota per il Bosco Ver-

ticale di Milano della cui par- te a verde ha curato il proget- to. Modello per le città del fu- turo per il risparmio di suolo, quest’architettura vegetata d’ispirazione visionaria, deri- va da approfonditi studi micro- climatici e aerodinamici volti a garantire la migliore conviven- za tra alberi ed edificio, grazie ai test in galleria del vento in Italia e Florida (vedi ACER 2/2015 pp. 18-23). 700 albe- ri, oltre 5mila arbusti e 20mila perenni contribuiscono al raf- frescamento e all’incremento della biodiversità vegetale di cui fruiscono uccelli ed ento- mofauna. Ben ancorato al suo- lo è invece il concetto di giar- dino secondo Helen e James Basson, paesaggisti inglesi, coppia nella vita e nel lavoro, che si dedica allo studio del paesaggio della Francia me- ridionale in cui vive e che ri- propone nei progetti di giardi-

MATTEO BONALDI

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giardino, come pure le spese di manutenzione” come spie- ga Lisa del Place dello studio americano Oehme van Swe- den & Associates. Wolfgang Oehme e James von Sweden, fondano nel 1977 il “New ame- rican garden” style, che “libe- ra le piante da forme forzate e artificiali e permette loro di cer- care un percorso naturale tes- sendo un arazzo per tutto il giardino”. Ricordati per inter- venti pubblici, come il giardi- no botanico di Chicago, un tempo spesso allagato, dove nuove opere di drenaggio e di consolidamento delle sponde hanno garantito stabilità e bio- diversità, e privati, come il tet- to verde di una stazione elet- trica a Washington Dc: il nuo- vo roof garden diventa parte attiva di un progetto per nuo- ve residenze affacciate sulla centrale. Più di 9mila m2ospi- tano erbacee autoctone e or- namentali che mitigano pano- rami sgradevoli accogliendo nuova biodiversità.

Per Pether Fink, il paesaggi- sta deve saper ripristinare l’ecologia, la coesione socia- le, le opportunità economiche di un’area, anche degradata, e riconnetterla alla città. Obiet- tivo del progetto della Summer School è di riqualificare l’auto- strada nei quartieri Malpensa- ta e Carnevali a Bergamo.

Aiuole, viali alberati e passe- relle possono dare respiro e connettere luoghi anonimi, dando loro nuova identità.

Presenza famigliare a Berga- mo, Andy Sturgeon è interve- nuto quale vincitore del “Best in show” al Chelsea Flower Show 2016. Il garden designer, autore della Piazza Verde del- la scorsa edizione, ha descrit- to il giardino realizzato per il Daily Telegraph: ambientazio- ne primordiale trasmessa da

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piante, rocce, acqua e fuoco, ispirata alle ricostruzioni degli habitat preistorici. Grazie a una maquetteè stato studiato l’ef- fetto innovativo delle piante, scelte tra quelle mediterranee e preferite per fogliame o fio- ritura: quelle più soft a contra- sto degli elementi lapidei e bronzei. All’acqua e al fuoco il compito di trasmettere pace e dinamismo, la prima e rinfor- zare il lato primordiale del giar- dino il secondo.

Integrati nella natura

Tra le più attese di questa edi- zione, Andrea Cochran, lan- dscaper americana, trasferita negli anni ’80 in California, si è molto misurata con il clima mediterraneo e il suo paesag- gio, avendo spesso lavorato nella baia di San Francisco.

Influenzata nella sua formazio- ne da modernismo e minima- lismo, ritiene che il landsca- perabbia il compito difficile di proporre un ambiente dove ci sono e si vengono a creare molte interazioni. Recentemen- te influenzata dai giardini giap- ponesi e dalla loro capacità di creare un contesto meditati- vo, già nella raffigurazione pit- torica, nei suoi lavori reinven- ta lo spazio, con gusto mini- malista grazie all’uso conte- nuto di materiali e specie. Ne sono un esempio i Walden Stu- diosin Geyserville (California), magazzini riconvertiti in uffici commerciali e spazi d’arte. Nel progetto del giardino si è te- nuto conto delle periodiche inondazioni del Russian River: piani di giardino sopraelevati in pietra, per proteggere l’edi- ficio dagli allagamenti, si estendono verso il grande vi- gneto cui vengono connessi dagli ulivi secolari, simboli del paesaggio agricolo. Il pietra- me crea ‘tensione’ addossato

in modo caotico ai muri dei piani sopraelevati dello stes- so materiale, a emulare un’inondazione. La cura dei particolari è molto importante e serve a creare la connessio- ne nel landscapetra il suo de- signe il wildesistente.

Jenny B. Osuldsen, socia del- lo studio Snøhetta con sedi principali a Oslo, New York e Singapore, ne ha evidenziato anche le politiche all’avan- guardia. Fondato negli anni

’80 come laboratorio di archi- tettura e paesaggio, lo studio prende il nome di Snøhetta (tradotto vetta), montagna del- la Norvegia, meta annuale di escursioni. Oltre 100 dipen- denti, provenienti da oltre 20 nazioni tra architetti, paesag- gisti, artisti e graphic-desi- gners, riuniti dal lavoro di squadra. La paesaggista ha presentato Max IV Laborato- ry Landscape, parco funzio- nale di 19 ha a Lund nel Sud

della Svezia costruito intorno ai laboratori del sincrotrone, poi l’Opera di Oslo, il Moma di San Francisco e lo spazio antistante Time Square a New York. Qui, date la confi- gurazione dello spazio, la for- te densità di pedoni e la va- rietà di eventi ospitati si è puntato al migliore risultato di pedonalizzazione, evitan- do d’inserire piante. Mentre, nella Ryerson University a To- ronto (Canada), la nuova au- la studio più gradita emula una spiaggia.

Ricordando Libereso Gugliel- mi, da poco scomparso, “noi non siamo ancora in grado di proteggere ciò che ci è stato tramandato né di riconosce- re una madre nella natura, ma dobbiamo imparare e inse- gnare a osservarla e a esse- re parte di essa”.

Sergio Cumitini, Arianna Ravagli

■ imaestridelpaesaggio.it

LEONARDO TAGLIABUE

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