Diploma “La Radio e la Storia”
Attivatore IW3SOX Sito attivato: FOIBA DI BASOVIZZA
Data: 25/4/2019 Referenza M.Q.C.: FV-026 Provincia: TS
Banda: HF Locator: JN65WP Altitudine m: 377
Per il field day organizzato dal MQC del 25 Aprile ho pensato di recarmi sugli altopiani carsici di Trieste per trasmettere dalla celebre foiba di Basovizza la cui triste storia è nota a tutti i friulani.
Attorno al profondo buco della foiba, chiuso da una grossa lastra di ferro, è sorto un monumento commemorativo, divenuto poi monumento nazionale.
Per trasmettere mi sono piazzato in uno degli ampli prati che circondano il sito portando a casa quindici collegamenti fra venti e quaranta metri. Per quanto riguarda l’attivazione tutto come di consueto, ho collegato diverse stazioni in risposta, alle mie chiamate invece non ho mai ricevuto risposta.
Un po’ di storia:
La foiba di Basovizza è un inghiottitoio che si trova in località Basovizza, nel comune di Trieste, nella zona nord-est dell'altopiano del Carso a 377 metri di altitudine.
In questa foiba fu gettato dai partigiani jugoslavi un numero imprecisato di persone, nel periodo dell'occupazione jugoslava di Trieste. A ricordo di tutte le vittime degli eccidi è stato collocato un
monumento nei pressi di questo luogo. Nel 1992 il presidente della Repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro ha dichiarato il pozzo monumento nazionale. La cosiddetta "Foiba di Basovizza" è in origine un pozzo minerario: esso divenne però nel maggio del 1945 un luogo di esecuzioni sommarie per prigionieri, militari, poliziotti e civili, da parte dei partigiani comunisti di Tito, dapprima destinati ai campi d'internamento allestiti in Slovenia e successivamente uccisi a Basovizza.
Sulle alture che attorniano Trieste, alla fine del XIX secolo si ritenne potessero trovarsi importanti depositi di carbone o lignite. Fra il 1901 e il 1908 la società boema Škoda fece quindi scavare un preesistente pozzo minerario poco distante la frazione di Basovizza, ma gli scavi furono scarsamente fruttuosi, tanto che la miniera venne abbandonata. La profondità verticale era di 256 metri, ed a -254 metri si apriva una galleria lunga 735 metri, che arrivava direttamente nel vicino villaggio di Basovizza. Fra i 1936 e il 1943 vennero eseguite quattro discese: nel 1936 la società carbonifera "Arsa" incaricò un gruppo di speleologi triestini di calarsi nel pozzo; la massima profondità raggiunta fu di -225 metri, poi vennero trovati circa 30 metri di detriti e legname che impedirono di proseguire. Nel 1939 una squadra del Club Alpino Italiano si calò per recuperare il corpo di un abitante di Basovizza che era caduto nella voragine: il cadavere venne trovato alla profondità di -226 metri. Nel 1941 un solo alpinista si calò per recuperare il corpo di una ragazza,
giungendo sempre a -226 metri. Infine, il 2 aprile 1943 un gruppo di sette speleologi si calò fino a -220 metri.
In origine la cosiddetta foiba di Basovizza era un profondo pozzo minerario, nel territorio della frazione di Basovizza, nel comune di Trieste. Scavato all'inizio del XX secolo per l'estrazione del carbone e poi
abbandonato per la sua improduttività; fu una concessione di ricerca dell'A.Ca.I. (Azienda Carboni Italiani).
Nel maggio 1945 fu utilizzato dai partigiani jugoslavi per l'occultamento di un numero imprecisato di cadaveri di italiani e tedeschi durante l'occupazione jugoslava di Trieste; fu gettato all'interno del pozzo un numero rilevante di cadaveri di prigionieri, militari e civili trucidati dall'esercito e dai partigiani titini. Storici come Raoul Pupo, Roberto Spazzali, e Guido Rumici sostengono che sia impossibile calcolare il numero esatto dei corpi infoibati, altri invece all'opposto affermano che il calcolo può essere compiuto sulla base di stime. È invalso l'uso di stimare il numero dei corpi in base alla constatazione che il pozzo minerario prima del 1945 era profondo 228 metri, mentre dopo il 1945 i metri erano diventati 198, per cui si hanno 250 metri cubi riempiti con materiali che, secondo questa stima, sarebbero corpi umani. L'11 settembre 1992 è stata dichiarata monumento nazionale.
Elio Normanni - IW3SOX