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Rimonte epiche e partite spettacolari, questa è la Champions! Ciclismo: è partito il Giro d Italia

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Rimonte epiche e partite spettacolari, questa è la Champions! Ciclismo: è partito il Giro d’Italia

di A. Ivaldi, G. Dorati 14 Maggio 2019 – 16:05

You’ll never walk alone. Lo scorso lunedì sera tutto sembrava deciso e gli appassionati possedevano tutti la medesima idea: “In finale si sfideranno Ajax e Barcellona”, affermando che a nulla sarebbe servita la verve delle mai dome Liverpool e Tottenham.

Solamente in pochi avevano osato nominare la magia di Anfield (lo stadio che ospita le sfide casalinghe dei Reds) o la maggiore debolezza dei Lancieri tra le mura amiche della “Johan Cruijff Arena”, fattori che risultavano però irrilevanti anche per i più scettici.

Avete mai sentito pronunciare la frase “il pallone è rotondo”? Ovviamente il calcio è molto di più rispetto a questa semplice e banale descrizione. Ma martedì e mercoledì sera, tutto il mondo se n’è accorto per l’ennesima volta.

Liverpool 4-0, Barcellona e Ajax 2-3 Tottenham, questo è lo sport che amiamo e che non smetterà mai di emozionarci, perché le sensazioni vissute nella due giorni appena conclusa della “Coppa dalle grandi orecchie” resteranno impresse nei nostri cuori per molto tempo.

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Tra una lamentela per l’ennesima debacle del nostro movimento calcistico in Europa e un’analisi approfondita sulla lotta per partecipare alla prossima edizione della Champions ecco spuntare Origi, Wijnaldum e Lucas che, per un attimo, mettono d’accordo davvero tutti.

Il football è tornato a casa, “the football is coming home” cantavano quest’estate al mondiale i tifosi inglesi che adesso, a quasi un anno di distanza dal quarto posto, conquistato dalla loro nazionale, piazzano proprio quattro squadre nelle finali delle due competizioni Uefa più ambite. Con Chelsea – Arsenal nell’ultimo atto dell’Europa League.

Situazioni diverse quelle di Liverpool e Tottenham, due stili di gioco completamente differenti e due allenatori per certi versi opposti: il pacato Pochettino ed il vulcanico Klopp, anche la sfida tra le panchine sarà affascinante nella finale incandescente che verrà disputata il primo giugno a Madrid.

Vi starete chiedendo come siano state possibili due rimonte di questo tipo. Esse infatti si sono materializzate in maniera totalmente disparata, tuttavia possiedono solamente un grande filo conduttore: credere in un obiettivo comune, dando tutto sul campo, niente diventa impossibile.

È così che martedì sera i Reds hanno sorpreso un Barcellona con la testa già a Madrid che, tranne in due circostanze, non è mai riuscito a creare troppi grattacapi alla porta difesa da Alisson.

I padroni di casa, invece, si sono ritrovati a condurre la gara dopo soli sette minuti grazie al sigillo di Origi, e il pubblico di Anfield è subito diventato il dodicesimo uomo in

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campo. L’1-0 maturato nel primo parziale però ancora non bastava agli uomini di Klopp che, con un cambio a inizio ripresa, ha deciso il match.

Dentro Georgino Wijnaldum e fuori Robertson, questa è stata la mossa che ha permesso al Liverpool di festeggiare alla fine un 4-0 incredibile, arrivato grazie a due gol proprio del nuovo entrato e alla marcatura finale di Origi, propiziata da una genialata di Alexander- Arnold da calcio d’angolo.

Festa grande a fine partita per i Reds e i loro sostenitori, che sulle note del mitico inno “You’ll never walk alone” hanno emozionato il mondo intero.

Possiede dell’incredibile anche la rimonta firmata dal Tottenham di Pochettino che, al termine del primo tempo, stava uscendo con le ossa rotte dalla Johan Cruijff Arena. Un 2-0 per i padroni di casa senza storia, che li stava proiettando verso una finale storica.

Lucas però aveva altri piani per gli Spurs e così, in soli quattro minuti, ha deciso di pareggiare la partita, lasciando increduli i tifosi olandesi. Il passare dei minuti sembrava comunque premiare i Lancieri che, al 95’, avevano ancora la qualificazione in pugno.

Ancora il brasiliano ex PSG ha però gelato lo stadio che, al 96’, ha dovuto sospendere il conto alla rovescia perché, da festeggiare, era rimasto ben poco. Onore alla squadra con il gioco più spettacolare di questa edizione della Champions e sentiti complimenti agli Spurs che, per la prima volta nella loro storia, giocheranno una finale della ex Coppa dei Campioni.

Esatto, proprio i campioni, quelli che non mollano mai e credono fermamente nei loro obiettivi, è grazie ad essi se il calcio è e sarà sempre lo sport più bello del mondo e mai il Dio denaro (tanto sbandierato in questi ultimi anni) potrà regalare certe emozioni.

Dove sono le squadre degli sceicchi o quelle che puntualmente dominano i loro campionati

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nazionali come PSG, Bayern, Juventus ecc…? Risponderò io, non ci sono e, per quello visto sul campo, è giusto così.

Viva i sentimenti e viva il bel calcio che adesso ognuno di noi si aspetta di vedere nella finale più equilibrata degli ultimi anni. Chi sarà la favorita per alzare al cielo la prestigiosa Coppa? Lascio a voi il compito di sbilanciarvi.

Ciclismo. Ormai siamo giunti alla metà di maggio e, come ogni anno, in questo periodo si svolge uno degli avvenimenti sportivi più importanti in Italia. No, non mi sto riferendo agli internazionali di tennis di Roma, torneo iniziato proprio in questi giorni, ma bensì al giro d’Italia, la corsa a tappe di ciclismo che per tre settimane percorre lo stivale da nord a sud e viceversa. Un giro d’Italia che inaugura la grande stagione ciclistica delle corse a tappe, segnata dai tre grandi giri: quello d’Italia a maggio, il Tour de France a luglio e la Vuelta di Spagna tra agosto e settembre.

La 102esima edizione della corsa rosa (chiamata così perché fu inventata dal quotidiano sportivo “La Gazzetta dello Sport”) iniziata sabato, non prevede tappe in Liguria. Anche quest’anno la nostra regione e la provincia di Savona si sono dovute accontentare

“solamente” del passaggio della Milano – Sanremo. Un vero peccato, perché la corsa del Giro d’Italia è sinonimo di festa ed è un momento simbolico data la storicità della corsa: un evento che viene vissuto con piacere in tutto lo stivale, un evento che “ferma”

letteralmente i paesi e le città in cui transita.

Una grande emozione soprattutto per gli appassionati di ciclismo che, anche in Liguria e nella provincia di Savona, sono tantissimi. Lo si è potuto constatare nel 2015, ultimo anno in cui la corsa rosa ha fatto visita alla Liguria. Un’edizione del giro che coinvolse la nostra regione in addirittura cinque tappe (le prime quattro interamente in Liguria), in particolare nelle provincie di Imperia, Genova e La Spezia; mentre quella savonese fu protagonista solo nella seconda tappa, partita da Albenga e conclusasi a Genova. Tanto l’entusiasmo e la gente per le strade ad ammirare i campioni in bicicletta, anche nel 2014, quando l’undicesima tappa della corsa rosa si concluse a Savona in corso Tardy e Benech, in un viale alberato gremito di folla.

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Nelle ultime quattro edizioni abbiamo ammirato e ascoltato le imprese dei ciclisti solamente alla televisione e alla radio. Difficile stabilire se l’organizzazione abbia escluso la Liguria dall’itinerario o se invece proprio Regione e Provincia non abbiano dato la disponibilità (anche economica) ad ospitare la corsa rosa. Su tale aspetto non si hanno molte notizie, e risulta anche complesso stabilire in termini economici i pro e i contro nell’ospitare una tappa. Ma una cosa è certa: i tifosi e gli appassionati vengono privati di uno spettacolo unico.

Sì, perché il Giro d’Italia, al di là delle questioni geografiche ed economiche, è un evento sportivo che attira l’interesse di un’intera nazione grazie alle emozioni che sa regalare.

Dalle volate alle fughe eroiche, dai tapponi di montagna alle discese a velocità pazzesche.

Ogni tappa ha il suo perché. Il tutto accompagnato dai fantastici paesaggi del paese più bello del mondo, che fanno da cornice alle imprese di campioni che con uno sforzo fisico davvero immane, macinano per settimane chilometri su chilometri.

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Primoz Roglic. Le prime tre tappe del Giro 2019 hanno già dato spettacolo. La corsa rosa è iniziata sabato con una cronometro di otto km (gli ultimi due in salita con pendenze importanti) che ha subito messo in mostra i favoriti per la vittoria finale. Infatti ha trionfato lo sloveno Primoz Roglic (maglia rosa attuale), che ha rifilato 19 secondi a Simon Yates e 23 a Vincenzo Nibali. Il favorito della vigilia nella cronometro di Bologna era Tom Dumolin che però ha deluso pagando 28 secondi. Questi quattro sono i principali candidati per arrivare con indosso la maglia rosa il 2 giugno a Verona. Nella seconda e nella terza tappa, la corsa si è conclusa con una volata. Domenica è stato il tedesco Ackermann a vincere lo sprint di Fuccecchio (provincia di Firenze). Ieri a Orbetello ha invece trionfato il campione olimpico e italiano Elia Viviani, che però è stato declassato in 73esima posizione per una leggera scorrettezza nella volata finale. La vittoria è così andata al colombiano Gaviria.

Il Giro d’Italia è appena iniziato, i chilometri da percorrere saranno ancora tanti. La battaglia per conquistare l’ambita maglia rosa si accenderà solo tra la fine della seconda e l’inizio della terza settimana, quando le montagne arriveranno e decreteranno il vincitore.

A voi piace il Giro d’Italia? Lo seguite? Vorreste rivedere una tappa della corsa rosa sulle strade savonesi?

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