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Sul finire degli anni Sessanta Mosca e Pechino, dopo aver ingaggiato una dura

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Academic year: 2021

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145 Conclusioni

Nel 1949, quando Mao proclamò la nascita della Repubblica popolare cinese, l'Unione Sovietica riconobbe il nuovo regime comunista instaurato a Pechino e con esso firmò il Trattato di alleanza, amicizia e cooperazione il 14 febbraio 1950. L'influenza di Mosca sulla politica cinese raggiunse il culmine proprio durante gli anni Cinquanta anche se, già a partire dal 1956, con le denunce di Chruscev al XX Congresso del Pcus, si assistette ad un graduale peggioramento delle relazioni, determinato dal non allineamento cinese rispetto alle posizioni sovietiche. La polemica tra il partito comunista cinese e sovietico, che si svolse inizialmente all'interno del movimento comunista internazionale, nel corso degli anni Sessanta, quando ormai la rottura era evidente, si manifestò apertamente. Il Terzo Mondo divenne il campo della competizione rispetto al quale Cina e Unione Sovietica pretendevano di presentarsi come modello di riferimento sia di rivoluzione che di sistema socio-economico.

Oltre alla competizione nel Terzo Mondo e sempre nel corso degli anni Sessanta le relazioni tra Cina e Unione Sovietica subirono un graduale peggioramento a causa del deteriorarsi della situazione lungo le frontiere comuni. Nel marzo del 1969 vi fu uno scontro tra guardie cinesi e soldati sovietici per il controllo della contesa isola di Zhembao lungo il corso del fiume Ussuri. Lo scontro di frontiera peggiorò definitivamente le relazioni tra Cina e Unione Sovietica.

Solo successivamente, con il crollo dell'Unione Sovietica, i rapporti tra i due stati comunisti migliorarono progressivamente. Con lo scioglimento dell'Unione Sovietica vennero meno le motivazioni di carattere ideologico che dividevano Mosca e Pechino e prevalse la volontà di affrontare insieme i problemi. Nel 1994 si riaprirono le trattative per trovare una sistemazione alla questione confinaria. Il 14 ottobre 2004 venne firmato l'accordo che pose fine alla disputa relativa al possesso di alcune isole sul fiume Ussuri, giungendo ad una definizione degli oltre 4.300 chilometri di confine. L'accordo fu ratificato nel 2005, ad aprile dalla Cina e a maggio dalla Russia, ma solo nel 2008 si trovò il compromesso per la sistemazione degli isolotti contesi. La Russia accettò di applicare il principio del Thalweg, secondo cui la linea di confine doveva coincidere con la linea mediana del fiume.

Sul finire degli anni Sessanta Mosca e Pechino, dopo aver ingaggiato una dura

competizione all'interno del mondo comunista e tra i paesi non allineati, erano arrivate a

combattere una guerra che aveva rischiato di degenerare in un confronto nucleare.

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146 Dopo la fine della Guerra fredda si assistette al consolidarsi delle relazioni tra Russia e Cina.

I due paesi spinti da una visione comune, più pragmatica e meno ideologica, decisero di fondare l'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, detta OCS, per poter meglio combattere terrorismo, separatismo ed estremismo. L'OCS derivò da un meccanismo informale di consultazione definito i “Cinque di Shanghai” istituito nel 1996 sulla scia dei negoziati per la demarcazione dei confini ex sovietici

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. Nel 1996 Russia, Cina, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan si incontrarono per discutere misure di sicurezza confinaria. Durante il forum internazionale denominato “Shanghai 5” le potenze raggiunsero un accordo che prevedeva il rispetto del principio di non aggressione, la limitazione delle esercitazioni militari lungo le frontiere comuni, lo scambio di informazioni sullo stato e la quantità delle forze armate, l'invito reciproco e il pattugliamento congiunto dei confini. Lo “Shanghai 5” apparve come una sorta di prevenzione ai conflitti di frontiera e come il tentativo di definire stabilità nell'area.

Nel 2001, con l'adesione dell'Uzbekistan, lo “Shanghai 5” divenne l'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai ovvero un'organizzazione intergovernativa che aveva una struttura più definita rispetto agli incontri annuali che si sono susseguiti dal 1996.

La logica che ha portato alla fondazione dell'Organizzazione faceva perno sulla lotta comune dei paesi membri contro terrorismo, separatismo e estremismo.

I paesi che hanno aderito all'Organizzazione, pur essendo molto diversi tra loro, perseguono obiettivi comuni quali la stabilità interna, lo sviluppo economico e il prestigio internazionale che deriva proprio dall'appartenere ad una grande organizzazione regionale. La Russia considera l'Asia centrale come un'estensione dei propri confini nazionali e ritiene che la formazione dell' OCS consenta di mantenere lo status quo nell'area, permettendole al tempo stesso di concentrare le proprie forze nel Caucaso, dove in particolare in Cecenia ha maggiori problemi di stabilità

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L'interesse della Cina è prevalentemente la mutua riconciliazione con la Russia, evitare incidenti di frontiera e stabilire un blocco in Asia centrale indipendente dall'Occidente.

La Russia vede nella OCS lo strumento che le consentirebbe di ristabilire il ruolo dominante in Asia centrale e per questo l'Organizzazione dovrebbe occuparsi di problemi di sicurezza. La Cina invece concepisce l'OCS come lo strumento per l'ascesa pacifica che le consentirà di penetrare economicamente in Asia centrale, regione che

1 T.N.Marketos, China's Energy Geopolitics: the Shanghai Cooperation and Central Asia, New York, Taylor & Francis, 2009, p.6.

2 B.G.Thamm, Shanghai Cooperation Organization, Berlin, Mittler & Sohn, 2008, pp. 44-49.

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147 tradizionalmente era sotto l'influenza russa.

La Russia ha promosso l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, OTSC, fondata nel 2003 e comprendente Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. La strategia nazionale di sicurezza approvata dal presidente russo Medvedev nel 2009 ha indicato l' OTSC quale principale strumento multilaterale per affrontare minacce politiche, militari e strategiche provenienti dall'esterno dell'organizzazione.

Nel 2006, all'interno dell'OCS, fu creata la Struttura Regionale Anti-Terrorismo, RATS, che a differenza degli altri organi, che si riuniscono annualmente, è permanente.

L'attivazione di questa struttura conferma la priorità che l'Organizzazione dedica a contrastare le forze sovversive che minano la sicurezza e la stabilità interna. I cinesi sono particolarmente attenti al problema del separatismo e fondamentalismo religioso e guardano con attenzione al movimento islamico del Turkestan orientale che è legato ad Al Qaeda ed opera nello Xinjiang al fine di condurlo all'indipendenza.

La Cina ha preferito che il suo ingresso in Asia centrale avvenisse in modo concordato e tale da evitare contrasti con la Russia.

Cina e Russia svolgono una funzione di guida all'interno dell'OCS. Per Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan l' OCS ha evitato che l'Asia centrale divenisse terreno di scontro tra Russia e Cina e che i quattro paesi fossero schiacciati da queste due grandi potenze regionali e nucleari.

La diffusione dell'islamismo ha reso la SCO uno strumento indispensabile di lotta al terrorismo, infatti la presenza di una struttura regionale anti-terrorismo permanente fa sì che questa battaglia sia più efficace rispetto ad accordi bilaterali.

Dopo gli scontri, che durante la Guerra fredda contrapposero Cina e Unione Sovietica, i due paesi condividono oggi la stessa visione sulle principali questioni internazionali e, messe da parte le contrapposizioni ideologiche, si avviano sulla strada della cooperazione

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3 T.N.Marketos, op.cit., pp. 33-40.

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