Università degli Studi di Macerata
(Mercoledì 12 marzo, ore 10.00-12.00)
Crisis y redefinición de las buenas
maneras en las sociedades democráticas
Javier Laspalas: jlaspalas@unav.es www.unav.es/cv/jlaspalas
Departamento de Educación
El aderezo no es menos extraño a la virtud que lo son la fuerza y el vigor al alma. El hombre de bien es un atleta al que le gusta combatir desnudo;
desprecia todos esos viles adornos que le estorban para la utilización de sus fuerzas y la mayoría de los cuales sólo han sido inventados para
ocultar alguna deformidad.
Jean-Jacques Rousseau, Discurso sobre las ciencias y las artes
A mano mano che l’uomo originario sparice, la società offre più agli occhi del saggio che lo spettacolo di una riunione di uomini artificiali e di passioni fittizie che sono opera di queste nuove relazioni e non hanno alcun vero fondamento nella natura
Rousseau, Origine della disuguaglianza. Milano, Feltrinelli, 2004, p. 105 Emilio non sarà davvero come tutti gli altri, e Dio lo preservi dall’esserlo mai! Ma ciò per cui si distingue dagli altri non riuscirà né molesto né ridicolo: la differenza risulterà evidente senza essere fatidiosa. Emilio sarà,se si vuole, un amabile straneo. […] Non sarà festeggiato per la sua amabilità, e tuttavia lo ammerano senza sappere per chè.
Jean-Jacques Rousseau, Emilio, Roma, Armando Editore, 1989, p. 513
En los países democráticos, los modales tienen de ordinario poca grandeza porque la vida privada es en ellos muy pequeña. Son con frecuencia vulgares porque el pensamiento sólo tiene pocas ocasiones de elevarse más allá de la preocupación por los intereses domésticos.
La verdadera dignidad en los modales consiste en que cada uno se
muestre siempre en su lugar, ni más alto ni más bajo. Esto está tanto al alcance del campesino como del príncipe. En las democracias, todos los lugares resultan dudosos, de ahí viene que los modales sean en ellas a menudo orgullosos y raramente dignos. Es más, nunca están bien
regulados ni son cultos.
Los hombres que viven en las democracias son demasiado móviles para que un cierto número de entre ellos consiga establecer un código de usos sociales y pueda ayudar a que sea obedecido. Cada uno obra poco más o menos a su guisa y reina siempre una cierta incoherencia en los
modales porque se conforman más a los sentimientos y a las ideas individuales de cada uno que a un modelo ideal dado con anticipación para que sea
imitado por todos.
Alexis de Tocqueville, La democracia en América, Madrid, Aguilar, 1988, vol. II (2ª parte, cap. XIV), p. 261
Los hombres que viven en los siglos democráticos no comprenden fácilmente la utilidad de las formas y sienten un desdén instintivo por ellas. […] Como de ordinario no aspiran más que a goces
fáciles y presentes, se lanzan impetuosamente hacia el objeto de cada uno de sus deseos. Las menores demoras les desesperan.
Este temperamento, que trasladan a la vida política, les dispone contra las formas, que les retrasan cada día en algunos de sus proyectos.
Ese inconveniente que los hombres de las democracias encuentran en las formas es, sin embargo, lo que hace a estas últimas tan
útiles a la libertad, al ser su principal mérito el de servir de barrera entre el fuerte y el débil, el gobernante y el gobernado, de retardar al uno y dar al otro tiempo para conocerse. […] Así, los pueblos democráticos tienen naturalmente más necesidad de formas que los otros pueblos, y por naturaleza las respetan menos.
Alexis de Tocqueville, La democracia en América,
Madrid, Aguilar, 1988, vol. II (3ª parte, cap. VII), p. 383
Ed è verissimo, e sembra che in una società egualitaria la cortesia
scomparirebbe, non come si crede per manco di educazione, ma perché presso gli uni scomparirebbe la deferenza dovuta al prestigio, che
dev'essere immaginario per essere efficace, e soprattutto sparirebbe negli altri quella amabilità che si prodiga e si affina quando si sa che essa ha per colui che la riceve un pregio grandissimo, la quale, in un mondo fondato sull'eguaglianza, cadrebbe subito a zero, come tutte le cose che hanno un valore puramente convenzionale. Ma questa sparizione della cortesia in una società nuova non è cosa certa, e noi siamo talvolta troppo disposti a credere che le condizioni attuali d'uno stato di cose siano le sole in cui esso puo sussistere [...]. Dopo tutto, la cortesia in una societa egualitaria non
sarebbe un miracolo più grande che il successo delle ferrovie o
l'utilizzazione militare dell'aeroplano. E poi se anche sparisse la cortesia, niente prova che sarebbe una sventura. Una società non potrebbe esser forse tanto più segretamente gerarchizzata man mano che divenisse di fatto piu democratica? E una cosa possibilissima. Il potere politico dei Papi è molto aumentato da quando essi non hanno più uno Stato né un esercito.
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto: I Guermantes.
Verona, Arnaldo Mondadori, 1973, p. 465-466
Eccovi adunque, signor Cavaliere, che la conversazione è non solamente giovevole ma necessaria alla perfezzione dell'uomo, il quale bisogna confessare che sia simile ad un'ape che non puo viver sola. E però seguendo la giudiciosa sentenza degli Stoici, si ha a presupporre che sì come tutte le cose sopra la terra sono create all'uso dell'uomo, così l'uomo è creato all'uso dell'uomo, accioché seguitando la natura maestra, s'abbiano scambievol- mente a soccorrere e a conferire insieme le communi utilità col
dare e col ricevere e congiungersi e obligarsi fra loro con l'arti, con l'opere e con le facultà. Onde si può ben chiamare infelice colui al quale è levata la commodità di potere, conversando, procurar
beneficio a se stesso e agli altri. La qual pena è imposta dalle leggi ad alcuni malfattori, con intenzione che ricevano una spezie di
tormento: perché non vi è maggior afflizzione che 'l vivere fra gli uomini e 'l restar privo dell'aiuto e commercio degli uomini.
Stefano Guazzo, La civil conversazione.
Modena, Panini, 1993, p. 27
Come non po essere circulo senza centro, non po esser bellezza senza bontà; onde rare volte mala anima abita bel corpo e perciò la bellezza estrinseca è vero segno della bontà intrinseca e nei corpi è impressa quella grazia piú e meno
quasi per un carattere dell’anima, per lo quale essa
estrinsecamente è conosciuta, come negli alberi, ne’ quali la bellezza de’ fiori fa testimonio della bontà dei frutti; e questo medesimo interviene nei corpi, come si vede che i fisionomi al volto conoscono spesso i costumi e talora i pensieri degli
omini; e, che è piú, nelle bestie si comprende ancor allo aspetto la qualità dell’animo, il quale nel corpo esprime se stesso piú che po.
Baldassare Castiglione, Il libro del Cortegiano
Torino, Einaudi, 1998, p. 371
E come i piacevoli modi e gentili hanno forza di eccitare la benivolenza di coloro co’ quali noi viviamo, così per lo contrario i zotichi e rozzi incitano altrui ad odio et a disprezzo di noi. Per la qual cosa, quantunque niuna pena abbiano ordinata le leggi alla spiacevolezza et alla rozzezza de’
costumi (sì come a quel peccato che loro è paruto leggieri, e certo egli non è grave), noi veggiamo non di meno che la natura istessa ce ne castiga con aspra disciplina, privandoci per questa cagione del consortio e della
benivolenza degli uomini. […]
Il che acciò che tu più agevolmente apprenda di fare, dèi sapere che a te convien temperare et ordinare i tuoi modi non secondo il tuo arbitrio, ma secondo il piacer di coloro co’ quali tu usi, et a quello indirizzargli; e iò si vuol fare mezzanamente, perciò che chi si dilecta di troppo secondare il piacere altrui nella conversatione e nella usanza, pare più tosto buffone o giucolare, o peraventura lusinghiero, che costumato gentiluomo. Sì come, per lo contrario, chi di piacere o di dispiacere altrui non si dà alcun
pensiero è zotico e scostumato e disavenente.
Giovanni dell Casa, Galateo, Torino, Einaudi, 1994, p. 2-3