Mankiw, Taylor • Principi di economia 7°
P t 7°
Parte 7°
I mercati dei fattori di I mercati dei fattori di
produzione
Capitolo 17 Capitolo 17
L’economia dei
L economia dei
mercati del lavoro
mercati del lavoro
I fattori di produzione I fattori di produzione
I fattori di produzione sono quelle risorse utilizzate dalle imprese per produrre beni e servizi.
I tre fattori più importanti sono: il lavoro, la terra e il capitale.
Capitale: le attrezzature, i macchinari e gli impianti utilizzati per produrre bei e servizi. Sono beni prodotti in passato e accumulati come fattori di p p
produzione per il futuro.
La domanda delle imprese per i fattori di produzione è una domanda La domanda delle imprese per i fattori di produzione è una domanda
derivata, ossia dipende dalla quantità di beni e servizi che l’impresa vuole produrre con questi input e intende offrire sul mercato dei beni.
Ad esempio un’impresa che produce biciclette domanderà operai tecnici e Ad esempio un impresa che produce biciclette domanderà operai, tecnici e impiegati (lavoro), utilizzerà stabilimenti e uffici (terra) e macchinari e
impianti (capitale) sulla base della quantità di prodotto che si aspetta poi di
d l t d ll bi i l tt
vendere nel mercato delle biciclette
Il mercato del lavoro
E’ governato dalle forze della domanda (le imprese che vogliono acquistare i servizi dei lavoratori) e dell’offerta (gli individui che offrono i loro servizi)
La domanda di lavoro La domanda di lavoro
La domanda di lavoro da parte dell’impresa è una domanda
d i (di d d ll i à d l b h ff i l
derivata (dipende dalla quantità del bene che essa offre in un altro mercato).
La domanda di lavoro come domanda derivata
Prezzo delle mele
Prezzo (salario dei braccianti)
(a) Mercato delle mele (b) Mercato dei raccoglitori di mele
Offerta Offerta
braccianti)
P W
Quantità di mele 0
Domanda Domanda
N di b i ti
0
Q Quantità di mele L
0 Q 0 L Numero di braccianti
La funzione di produzione
L l i h l li i t tili ti ll d i l tità di
La relazione che lega gli input utilizzati nella produzione e la quantità di prodotto ottenuta è detta funzione di produzione.
Funzione di produzione: relazione tra la quantità di fattori utilizzata per produrre un bene e la quantità prodotta di quel bene.
Possiamo scrivere che la quantità di prodotto (Q) è funzione della quantità di lavoro (L) , terra (T) e capitale (K) utilizzata. Usando una formula:
Q = f (L, T, K)
A questo punto ipotizziamo che la quantità di terra e di capitale sia tenuta A questo punto ipotizziamo che la quantità di terra e di capitale sia tenuta costante (l’ipotesi ceteris paribus) e ci concentriamo sulla relazione tra quantità prodotta e lavoro utilizzato.
F i di d i d l l
Funzione di produzione del lavoro
Funzione di Quantità
di mele
La funzione di produzione
Funzione di produzione
3000 2800 2400 2400
1800800
1000
Numero di lavoratori
0 1 2 3 4 5
All’aumentare del numero degli addetti, la quantità di prodotto aumenta. E’
importante sapere se man mano che aumenta il numero di lavoratori utilizzati dall’impresa (sempre mantenendo costanti la terra e il capitale) l’aumento del
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prodotto risulta maggiore o minore. Dal grafico possiamo notare che la curva tende a diventare più piatta, ossia il prodotto aumenta in misura meno che proporzionale all’aumentare degli addetti.
Prodotto marginale del lavoro
Il Prodotto marginale del lavoro (PML) è l’aumento della quantità di prodotto dovuta all’aumento di una unità aggiuntiva del lavoro (mantenendo costanti gli altri fattori di produzione).
Il PML si calcola come la variazione di Q rispetto alla variazione di L:p PML = Q / L
PML = (Q2 – Q1) / (L2 – L1)
Man mano che si aggiungono lavoratori alle stesse quantità degli altri input Man mano che si aggiungono lavoratori alle stesse quantità degli altri input (terra e capitale) il loro contributo aggiuntivo è più piccolo. La funzione della produzione tende infatti ad appiattirsi, ciò implica un prodotto marginale
decrescente decrescente.
Prodotto marginale del lavoro decrescente: all’aumentare del numero di lavoratori il prodotto marginale del lavoro diminuisce.
Prodotto marginale decrescente
Prodotto marginale g del lavoro
100 80 80 60 40
Prodotto
20
Prodotto marginale del lavoro
1 2 3 4 5 Numero di
lavoratori 0
Valore del prodotto marginale del lavoro
L’impresa nel decidere quanti lavoratori occupare deve tenere conto del valore della produzione aggiuntiva dell’ultimo lavoratore. Ossia dovrà
moltiplicare il prodotto marginale fisico del lavoro (kg di mele) per il prezzo moltiplicare il prodotto marginale fisico del lavoro (kg di mele) per il prezzo di vendita delle mele stesse. Questo prezzo sarà quello che viene
determinato dall’equilibrio tra domanda e offerta nel mercato delle mele e che la nostra impresa in concorrenza perfetta prende come dato
che la nostra impresa in concorrenza perfetta prende come dato.
Quindi il valore del prodotto marginale (VPML) è dato dal prezzo di vendita del bene (P) per il prodotto marginale del bene stesso (PML):
VPML = P x PML
Infine per rendere massimo il suo profitto (P) l’impresa confronterà il
vantaggio che ottiene dall’impiego di una unità aggiuntiva di lavoro (ossia gg p g gg ( il VPML) con il costo di questa unità che sarà dato dal salario (W) che viene pagato al lavoratore.
Nel mercato di concorrenza perfetta per la singola impresa il salario è Nel mercato di concorrenza perfetta, per la singola impresa il salario è dato ed è pari a quello di equilibrio tra domanda e offerta nel mercato del lavoro aggregato.
Riprendiamo e completiamo l’esempio numerico precedente:
Domanda di lavoro della singola impresa
L’impresa continuerà a domandare lavoro (assumerà un lavoratore aggiuntivo) fino a che il valore in termini di produzione ottenuto da q esto ltimo la oratore (VPML) sarà g ale al salario ( )
questo ultimo lavoratore (VPML) sarà uguale al salario (w):
VPML = w
P × P’L = ricavo marginale W = costo marginale
derivanti dall’assunzione di 1 unità aggiuntiva di lavoro
Infatti
W = costo marginale 1 unità aggiuntiva di lavoro
Per i diversi livelli di salario che possono essere determinati nel mercato aggregato del lavoro la curva del valore del prodotto marginale diventa aggregato del lavoro, la curva del valore del prodotto marginale diventa anche la curva di domanda di lavoro della nostra impresa in concorrenza perfetta che massimizza il profitto.
Domanda di lavoro della singola impresa
VPML
=P x PML
massimo: VPML = W
W = Salario di mercato
Valore del prodotto marginale
0 Numero di lavoratori
0
(curva di domanda di lavoro dell’impresa)
Quantità che
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0 Numero di lavoratori
0 Quantità che
massimizza i profitti
Variazioni della quantità domandata di lavoro per la singola impresa
VPML, W,
Un aumento del salario
provoca un movimento lungo
B
la curva di domanda di lavoro g dell’impresaW2
B
W1
A
Domanda di lavoro dell’impresa
0
L
2L
1 Numero lavoratoriImpresa A
Domanda di lavoro di mercato
Impresa B Mercato
VPML, W
Impresa A
VPML, W
Impresa B
VPML, W
Mercato
500 500 500
+ =
5 L 3 L 8 L
Domanda di lavoro di mercato Domanda di lavoro di mercato
La domanda di lavoro di mercato sarà data dalla somma orizzontale della quantità di lavoro domandata da ciascuna impresa per i diversi livelli di salario
salario.
Consideriamo per semplicità solo due imprese. Per il salario pari a €500 l’impresa A domanda 5 lavoratori mentre l’impresa B ne domanda 3. La
d d di t à i di i 8 l t i
domanda di mercato sarà quindi pari a 8 lavoratori.
M i i d ll di d d di l
Movimenti della curva di domanda di lavoro La curva della domanda di lavoro si sposta se:
• si modifica la tecnologia
• varia il prezzo di vendita del bene prodotto
• varia l’offerta degli altri fattori di produzione
Aumento della domanda di lavoro in seguito al miglioramento della tecnologia VPML, W
Un miglioramento .. spinge la curva di
domanda verso d t
g
della tecnologia, fa aumentare il prodotto marginale
destra del lavoro e quindi...
W
D
1D
2Lavoro
0 L1 L
2
A parità di salario si domanda una maggiore quantità di lavoro da L1 a L2 L2
Riduzione della domanda di lavoro in seguito alla diminuzione del prezzo di vendita del bene
VPML, W
Una riduzione del prezzo di vendita del bene, fa diminuire il
.. sposta a sinistra
valore del prodotto marginale del lavoro…
la curva di domanda del lavoro
w
D 1 D 2
L
L2 L1
A parità di salario si domanda una minore quantità di lavoro da L1 a L2
L’offerta di lavoro
(analisi semplificata rispetto al libro)
La curva di offerta di lavoro riflette il costo opportunità dei lavoratori e La curva di offerta di lavoro riflette il costo opportunità dei lavoratori e quindi le loro scelte sul tempo da dedicare al lavoro e al tempo libero.
La curva di offerta di lavoro inclinata positivamente indica che un La curva di offerta di lavoro inclinata positivamente indica che un
aumento dei salari induce i lavoratori ad offrire una maggiore quantità di lavoro (ci si sposta lungo la curva di offerta).
La curva di offerta del lavoro si sposta quando cambiano le preferenze, le opportunità alternative, la dimensione della popolazione anche in seguito a fenomeni migratori.
L’offerta di lavoro
Gli spostamenti della curva di offerta possono essere determinati da:
a) variazioni demografiche e immigrazione;
a) variazioni demografiche e immigrazione;
b) cambiamenti delle possibilità alternative;
c) cambiamenti delle preferenze.
Equilibrio nel mercato del lavoro
Il salario si aggiusta per bilanciare domanda e offerta di lavoro.
Salario
(prezzo del lavoro)
Offerta
W, salario di equilibrio
Domanda
0 Quantità di lavoro
Domanda
L occupazione
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0 L, occupazione Quantità di lavoro
di equilibrio
Spostamento della curva di offerta di lavoro
Salario
1 Un aumento della
O 1. Un aumento della
offerta di lavoro . . . O
W
2. . . . riduce W
D i salari . . .
0 Quantità di lavoro
3 t l’ i di i i il PML
L L
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3. .. aumenta l’occupazione, diminuisce il PML e il VPML, si ha un nuovo equilibrio.
Spostamento della curva di domanda di lavoro
Salario
O
W
1. Un aumento della
2. . . . aumenta W
domanda di lavoro
(per effetto di un aumento del prezzo del bene). . .
D 2. . . . aumenta
il salario . . . D
0 Quantità di lavoro
D1
3 t l’ i
L L
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3. . e aumenta l’occupazione
Mercati del lavoro non concorrenziali - 1
Elementi che ostacolano la formazione di un equilibrio concorrenziale:
• la legge può imporre un salario minimo (es. = salario di sussistenza)
si determina una eccedenza di lavoro (disoccupazione);
• lo stesso effetto produce l’azione di un sindacato che contratta un salario più alto di quello di
equilibrio concorrenziale;
• le imprese stesse
possono offrire salari di efficienza più elevati di quelli concorrenziali.
Differenziali salariali
Il mercato del lavoro è fortemente segmentato e differenziato,
il “prodotto lavoro” non è omogeneo e perfettamente sostituibile come abbiamo i ti t l d d l t d ll l d ll f tt di i
ipotizzato parlando del mercato delle mele o delle fette di pizza.
Ad esempio un addetto di McDonald non può sostituire un chirurgo, oppure un ragioniere non può prendere il posto di un pilota di aerei
ragioniere non può prendere il posto di un pilota di aerei.
Siamo ovviamente di fronte a mercati del lavoro diversi ognuno caratterizzati dalla propria domanda e offerta
dalla propria domanda e offerta.
Mercati del lavoro segmentati
salario
Mercato dei chirurghi
salario
Mercato degli addetti ai fast food O D
w
D
D D
O w
occupati
L occupati
w
L
L’offerta di chirurghi nel breve periodo è anelastica.
La domanda è rigida e mostra un elevato VPML a causa di un elevato prezzo del bene
(operazioni chirurgiche).
L’offerta di addetti di fast food è fortemente elastica (chiunque lo può fare).
La domanda è elastica e mostra un basso VPML a causa di un basso prezzo del bene (panini).
(operazioni chirurgiche).
Il salario di equilibrio è alto, la quantità di occupati è bassa .
a causa di un basso prezzo del bene (panini).
Il salario di equilibrio è basso, la quantità di occupati è alta.
Differenziali salariali
Tipi di lavoro con caratteristiche particolari sono oggetto di mercati del lavoro particolari si formano livelli salariali differenti:
• vengono richiesti / concessi salari di compensazione più elevati per attività pericolose, disagiate, temporanee o insoddisfacenti;
• capitale umano = accumulazione di conoscenze e competenze maturate dagli individui tramite istruzione ed esperienza
più alta produttività marginale di questi individui salario più elevato
• una più elevata retribuzione può essere determinata da talento impegno e
• una più elevata retribuzione può essere determinata da talento, impegno e casualità.
La retribuzione delle superstar dipende (oltre che dal loro talento peculiare) dalla ampiezza del mercato nel quale operano
dalla ampiezza del mercato nel quale operano
(perché Gigi Riva guadagnava MOLTO MENO di Cristiano Ronaldo ?)
All’interno delle analisi sulla dotazione di talento, è interessante esaminare il “fenomeno del campione” (sportivi, cantanti, attori) che godono di
enormi retribuzioni.
I campioni sono presenti in mercati che soddisfano due caratteristiche:
•ogni consumatore nel mercato desidera acquistare il bene offerto dal
•ogni consumatore nel mercato desidera acquistare il bene offerto dal miglior produttore (vogliamo vedere in azione i calciatori migliori, o ascoltare i cantanti di talento)
•il bene (partite, concerti, film) è prodotto con una tecnologia che rende possibile al miglior produttore soddisfare a basso costo tutti i consumatori.
I nuovi mezzi di comunicazione (tv, sale cinematografiche, dvd) fanno sì che il prodotto spettacolo con le star possa essere consumato
contemporaneamente da un numero enorme di consumatori.
Il risultato è che le star possono avere guadagni molto elevati in quanto il loro prodotto può essere consumato da un enorme numero di consumatori o o p odo o può esse e co su a o da u e o e u e o d co su a o contemporaneamente.
Differenziali salariali
• il grado di istruzione può valere non per la maggior produttività che genera ma per la sua funzione di segnale (di determinazione, del livello intellettuale);
• differenze salariali possono essere determinate da fenomeni di
• differenze salariali possono essere determinate da fenomeni di
discriminazione (di genere, razza, ecc.) basati su rapporti di potere e/o pregiudizi culturali (ma mischiati a dotazione di capitale umano).
La concorrenza dovrebbe portare a ridurre tali differenziali, a meno che le preferenze dei consumatori o le politiche governative tendano a
t l
mantenerle.
Per produrre i beni le imprese oltre al lavoro utilizzano anche altri fattori
Il mercato degli altri fattori di produzione
p p
della produzione che sinora abbiamo considerato come costanti:
- la terra (o più in generale materie prime) (T) - il capitale (fisico o immateriale) (K)il capitale (fisico o immateriale) (K)
Ciascuno fattore ha un prezzo per il suo utilizzo:
il prezzo d’uso del capitale è chiamato interesse (i) il prezzo d uso del capitale è chiamato interesse (i) il prezzo d’uso della terra è chiamato rendita (r)
Per entrambi i fattori il prezzo d’uso è determinato in uno specifico Per entrambi i fattori il prezzo d’uso è determinato in uno specifico mercato dall’incontro tra domanda e offerta.
’ à à f f
L’impresa aumenterà la quantità domandata di un fattore fino a quando il valore del prodotto marginale del fattore non sarà uguale al prezzo del fattore stesso:
VPMK = i VPMT = r
In equilibrio ciascun fattore riceve una remunerazione pari al valore del suo prodotto marginale.
Prezzo d’uso della terra, r
Prezzo d’uso del capitale, i
(a) Il mercato della terra (b) Il mercato del capitale
Offerta Offerta
massimo: VPMT = r massimo:
P P
VPMK = i
Domanda Domanda
Quantità di terra
0 Q 0 Q Quantità di capitale
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Interdipendenza tra i fattori di produzione
I fattori di produzione sono utilizzati simultaneamente dall’impresa.
Il prodotto marginale di ciascuno dipende dalle quantità disponibili degli altri fattori
altri fattori.
Un cambiamento nell’offerta di un fattore modifica le retribuzioni degli altri
f tt i i t f bi il d tt i l
fattori in quanto fa cambiare il prodotto marginale.
VPML = w VPMK = i VPMT = r
P x PML = w P x PMK = i P x PMT = r
PML / w = 1/P PMK / i = 1/P PMT / r = 1/P
PML / w 1/P PMK / i 1/P PMT / r 1/P
PML / w = PMK / i = PMT / r = 1/P