APPENDICE
1 - Scoperta e colonizzazione.
Tutto ebbe inizio con un errato calcolo della longitudine solennemente sancito da un trattato che divise il mondo al di fuori dell'Europa in un duopolio esclusivo tra l'Impero spagnolo e l'Impero portoghese. (Trattato di Tordesillas). Il trattato venne ratificato dalla Spagna il 2 luglio, e dal Portogallo il 5 settembre 1494. Nel maggio 1493, Papa Alessandro VI (spagnolo di nascita) decretò nella Bolla Inter caetera, che tutte le terre ad ovest di un meridiano a sole 100 leghe dalle Isole di Capo Verde, dovevano appartenere alla Spagna, mentre le nuove terre scoperte ad est di quella linea sarebbero appartenute al Portogallo.
Quando nel 1500 la parte più orientale dell’odierno Brasile venne scoperta per errore o per destino da Pedro Alvarez Cabral che era diretto in India venne garantita al Portogallo. Tuttavia le risorse che il Portogallo poteva collocare improduttivamente in Brasile erano limitate e non erano sufficienti a difendere le nuove terre.
La spesa per la difesa di queste terre non poteva essere la facile estrazione di metalli preziosi, così venne presa la decisione politica dello sfruttamento agricolo delle terre brasiliane. Si tenga presente che, nel XVI secolo, nessun prodotto agricolo è oggetto di commercio su larga scala. “Il Brasile è il primo degli insediamenti europei in America che tenta la coltivazione del suolo”( The
Cambridge Modern History, Cambridge, 1909, Vol. VI, p.389). Per
sopperire al problema della manodopera il Portogallo, notoriamente dedito al commercio degli schiavi, fa arrivare dall’Africa un’ingente numero di “lavoratori”. Governatorato portoghese Giovanni III fu costretto nel 1549 a costituire un potere centrale, nominò un governatore generale e stabilì la capitale della colonia a Bahia. Passaggio alla Spagna Nel 1580 il Brasile finì, insieme con il Portogallo, sotto il dominio spagnolo fino al 1640. Particolarmente dura fu la lotta con gli olandesi, che riuscirono a creare un dominio vasto ed organico, con una efficiente organizzazione politica e militare. Ritorno al Portogallo Riparo dei reali portoghesi in Brasile Nel 1807, quando Napoleone si accinse a conquistare il Portogallo, i regnanti
rifugiarono in Brasile, a Rio de Janeiro. Indipendenza Caduto Napoleone, Giovanni tornò in Portogallo, lasciando la reggenza del Brasile al figlio Don Pedro, a cui venne imposto di ripristinare gli ordinamenti della vecchia colonia. Il giovane principe si oppose, sostenuto dall'intera popolazione, e il 7 settembre 1822 proclamò l'indipendenza del Brasile. Repubblica Il contrasto tra il nord, retrogrado e sonnolento, e il sud, liberale e attivo, determinò forti problemi politici. Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale il Brasile era incontestabilmente la principale potenza dell'America latina, il governo brasiliano decise di restare neutrale, cambiando posizione solo all'ingresso nella guerra degli USA, schierandosi contro gli "Imperi centrali" (26 ottobre 1917) e dando un importante contributo alla vittoria delle forze alleate. Seconda guerra mondiale L'inizio della seconda guerra mondiale vide il Brasile combattere con gli alleati. ma al termine di questa (1945), Vargas venne deposto per iniziativa di un gruppo di generali, e nelle elezioni successive venne eletto presidente il generale Enrico Dutra, candidato del partito social-democratico. Nel 1946 fu adottata una nuova costituzione democratica e federalista.Tra il 1950 e il 1960 si affermò una fase di prosperità nell'ambito dei governi democratici. Nel 1950 fu rieletto Vargas, al quale venne però imposto un programma democratico, che, pur mantenendo gli impegni presi, diede alla sua politica un carattere nazionalistico, che portarono ad una campagna di protesta degli avversari politici, che culminarono con il suo suicidio nel 1954. Gli succede alla presidenza J. Cafè Filho e quindi Juscelino Kubitschek. Egli dedicò ogni sforzo all'industrializzazione, fece costruire sull'altopiano di Goiás la città di Brasilia (che diviene capitale il 21 aprile 1960). A Kibitschek succede Janio Quadros che adottò una politica interna austera, mentre sul piano internazionale affermò l'indipendenza della politica estera brasiliana. Il suo sistema di governo venne aspramente criticato, tanto da costringerlo alle dimissioni dopo solo sette mesi, sostituito da Jao Goulart nell'autunno del 1961, affiancato da un consiglio di ministri responsabile di fronte al governo. Il 3 gennaio 1963 venne ripristinato il precedente sistema e Goulart riebbe i pieni poteri. Governi militari Dopo un colpo di stato, il potere venne assunto dal generale Castelo
Branco. Nell'ottobre 1966 il Congresso Federale brasiliano elesse presidente della repubblica il maresciallo Arthur Da Costa e Silva, che si insediò il 15 marzo 1967, rimanendo al potere fino al 1969. Il governo fu caratterizzato da una rilevante presenza di militari, che costrinsero il presidente a revocare le garanzie costituzionali. Viene sostituito alla presidenza da Emilio Garrastazu Medici (1969-1974). Una crisi petrolifera mondiale segna la fine, nel 1974, del boom economico brasiliano; nel frattempo viene eletto presidente della repubblica Ernesto Geisel (1974-1979). Ritorno alla democrazia Nel 1979 vengono ammessi più partiti alle competizioni elettorali, alla presidenza arriva João Baptista Figueiredo (1979-1985). Con l'elezione di Tancredo Neves (1985), il governo tornò ai civili; il ritorno alla democrazia fu funestato dalla morte improvvisa del neoeletto presidente, al quale succedette il vicepresidente José Sarney (1985-1989). Questi fece approvare un emendamento per l'elezione del presidente della repubblica a suffragio universale diretto (fino ad allora gli analfabeti erano esclusi dal voto). Il nuovo governo ha comunque cercato di fronteggiare la grave situazione socio-economica, deliberando il piano per la riforma agraria (ottobre 1985). Questa doveva, entro il 1989, portare alla distribuzione di 43 milioni di ettari di terreno appartenenti allo stato o a proprietari assenteisti, al fine di creare un vasto ceto di piccoli proprietari terrieri. La riforma ha però incontrato l'opposizione, anche armata, dei latifondisti. La nuova costituzione (1988), oltre alla riforma agraria, promette ingenti spese sociali; in quest'anno fu assassinato Chico Mendes, capo del sindacato dei lavoratori della gomma. Storia recente Nel 1989 nacque il primo programma di protezione ambientale, ma l'inflazione tocca il 1000%. Fernando Collor de Mello (1989-1992) vince le prime elezioni completamente democratiche. Il governo vara programmi economici per ridurre l'inflazione e la povertà (1990). Nel 1992 si svolge a Rio de Janeiro il summit mondiale ambientale, il presidente Mello è costretto alle dimissioni in quanto accusato di corruzione, viene sostituito ad
interim dal vicepresidente Itamar Franco (1992-1994) (attuale
ambasciatore del Brasile in Italia, 2004). L'elezione a presidente di Fernando Henrique Cardoso (1995-2003) porta ad un piano di stabilizzazione monetaria che ferma l'iperinflazione del 1994-1995;
il Congresso si oppone ad una modifica della Costituzione, ma approva la privatizzazione dei monopoli chiave. Una nuova crisi economica impone la svalutazione del real nel 1999. Nel gennaio del 2003, viene eletto a presidente della Repubblica Luiz Inácio da Silva, detto Lula. Luglio del 2005, gravi scandali coinvolgono il partito al governo (PT) e altri partiti dell´area del governo.
2 - Ordinamento interno
La Repubblica Federale del Brasile comprende 26 Stati più il Distretto Federale (la capitale, Brasilia).
Il Potere Legislativo è esercitato dal Parlamento (Congreso Nacional), composto dal Senato Federale (81 membri, che durano in carica 8 anni e vengono rinnovati ogni quattro anni, una volta per un terzo e quella successiva per i due terzi) e dalla Camera dei Deputati (513 membri, eletti ogni 4 anni).Il Potere Esecutivo è esercitato dal Presidente della Repubblica e dal Vice Presidente, eletti a suffragio universale diretto ogni 4 anni. Dall’1 gennaio 2003 il Presidente in carica è Luiz Inacio Lula da Silva.Il Potere Giudiziario di grado più elevato è esercitato dalla Suprema Corte Federale/Tribunale Superiore di Giustizia (composta da 11 giudici nominati dal Presidente su approvazione del Senato) e dal Tribunale Superiore Militare.L’ordinamento giudiziario è basato sul sistema di diritto europeo continentale (romano).
I principali partiti politici sono: il Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), il Partito del Fronte Liberale (PFL), il Partito Social Democratico Brasiliano (PSDB) dell’ ex presidente Cardoso, il Partito dei Lavoratori (PT) di Lula. La maggioranza dei lavoratori aderisce alla Centrale Unita dei Lavoratori (CUT) e alla Confederazione Generale dei Lavoratori (CGT). Molto attivi sono il Movimento dei Senza Terra (MST) che reclama una riforma agraria nelle campagne e terre per la costruzione di abitazioni nelle città e l'Unione Nazionale Indigena (UNI), che difende i diritti delle diverse popolazioni indigene del Brasile. All'interno della Chiesa cattolica,la Commissione Pastorale della Terra (CPT) e il Consiglio Indigenista Missionario (CIMI) sono impegnati in attività sociali nelle campagne.
Il mandato quadriennale del Presidente della Repubblica federativa del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva (fondatore del
Partito dei Lavoratori), è giunto al termine. I continui episodi di corruzione all’interno del Governo hanno provocato un forte calo della popolarità di Lula e le dimissioni, nel marzo scorso, del Ministro delle Finanze Antonio Palocci. Tuttavia, ultimamente, le migliorate condizioni economiche hanno permesso al Presidente Lula di recuperare terreno: negli ultimi sondaggi, infatti, lo mostrano in netto vantaggio sul suo principale antagonista, Geraldo Alckmin (candidato del Partito Socialdemocratico ed ex Governatore dello Stato di San Paolo).
Risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile del 1 ottobre 2006
Candidati Partiti (e coalizioni) Voti %
Luiz Inácio Lula da Silva PT (PT / PRB / PCdoB) 46.662.365 48,61 Geraldo Alckmin PSDB (PSDB / PFL) 39.968.369 41,64 Heloisa Helena PSOL (PSOL / PSTU / PCB) 6.575.393 6,85 Cristovam Buarque PDT 2.538.844 2,64
Ana Maria Rangel PRP 126.404 0,13
José Maria Eymael PSDC 63.294 0,07
Luciano Bivar PSL 62.064 0,06
Totale voti validi 95.996.733 (91,58)
Schede bianche 2.866.205 (2,73)
schede nulle 5.957.207 (5,68)
Totale voti (affluenza 83,25%) 104.820.145 Fonte: Corte Superiore Elettorale, Elections Resources
Risultati del secondo turno delle elezioni presidenziali in Brasile del 29 ottobre 2006
Candidati Partiti (e coalizioni) Voti % Luiz Inácio Lula da Silva PT (PT / PRB / PCdoB) 58.295.042 60,83 Geraldo Alckmin PSDB (PSDB / PFL) 37.543.178 39,17 Totale voti validi 95.838.220 (93,96)
Schede bianche 1.351.448 (1,32)
schede nulle 4.808.553 (4,71)
Totale voti (affluenza 80,01%) 101.998.221 Fonte: Corte Superiore Elettorale
Risultati delle elezioni della Camera dei Deputati brasiliana del 1 ottobre 2006
Denominazione Sigla Voti % seggi
Partido do Movimento Democrático Brasileiro,
Partito del Movimento Democratico Brasiliano PMDB 13.580.517 14,6 89
Partido dos Trabalhadores , Partito dei Lavoratori PT 13.989.859 15,0 83 Partido da Social Democracia Brasileira, Partito
della Social Democrazia Brasiliana PSDB 12.691.043 13,6 65
Partido da Frente Liberal, Partito del Fronte
Liberale PFL 10.182.308 10,9 65
Partido Progressista, Partito Progressista PP 6.662.309 7,1 42
Partido Socialista Brasileiro, Partito Socialista
Brasiliano PSB 5.732.464 6,2 27
Partido Democrático Trabalhista, Partito
Democratico Laburista PDT 4.854.017 5,2 24
Partido Liberal, Partito Liberale PL 4.074.618 4,4 23
Partido Trabalhista Brasileiro, Partito Laburista
Brasiliano PTB 4.397.743 4,7 22
Partido Popular Socialista, Partito Popolare
Socialista PPS 3.630.462 3,9 21
Partido Verde, Partito Verde PV 3.368.561 3,6 13
Partido Comunista do Brasil, Partito Comunista
del Brasile PCdoB 1.982.323 2,1 13
Partido Social Cristão, Partito Social Cristiano PSC 1.747.863 1,9 9 Partido Trabalhista Cristão, Partito Laburista
Cristiano PTC 806.662 0,9 4
Partido Socialismo e Liberdade, Partito
Socialismo e Libertà PSOL 1.149.619 1,2 3
Partido da Mobilização Nacional, Partito della
Mobilitazione Nazionale PMN 875.686 0,9 3
Partido de Reedificação da Ordem Nacional,
Partito della Riedificazione dell’Ordine Nazionale PRONA 907.494 1,0 2
Partido Humanista da Solidariedade, Partito
Umanista della Solidarietà PHS 435.328 0,5 2
Partido Trabalhista do Brasil, Partito Laburista
del Brasile PTdoB 311.833 0,3 1
Partido dos Aposentados da Nação, Partito dei
Contadini della Nazione PAN 264.682 0,3 1
Partido Republicano Brasileiro, Partito
Repubblicano Brasiliano PRB 244.059 0,3 1
Partido Social Democrata Cristão, Partito Social
Cristiano PSDC 354.217 0,4 0
Repubblicano Progressista
Partido Social Liberal, Partito Social Liberale PSL 190.793 0,2 0 Partido Renovador Trabalhista Brasileiro, Partito
Rinnovatore Laburista Brasiliano PRTB 171.908 0,2 0
Partido Trabalhista Nacional, Partito Laburista
Nazionale PTN 149.809 0,2 0
Partido Socialista dos Trabalhadores Unificado,
Partito Socialista dei Lavoratori Unificato PSTU 101.307 0,1 0
Partido Comunista Brasileiro, Partito Comunista
Brasiliano PCB 64.766 0,1 0
Partido da Causa Operária, Partito della Causa
Operaia PCO 29.083 0,0 0
Totale voti validi 93.184.830 (88,9)
Schede bianche 6.575.581 (6,3)
Schede nulle 5.018.340 (4,8)
Totale voti (affluenza 83,3%) 104.778.751 513 Fonte: Elections Resources, Corte Superiore Elettorale
Risultati delle elezioni del Senato brasiliano del 1 ottobre 2006
Denominazione Sigla Voti % seggi Senatori totali
Partido da Frente Liberal, Partito
del Fronte Liberale PFL 21.653.812 25,7 6 20
Partido da Social Democracia Brasileira, Partito della Social
Democrazia Brasiliana PSDB 10.547.778 12,5 5 13
Partido do Movimento
Democrático Brasileiro, Partito
del Movimento Democratico Brasiliano
PMDB 10.148.024 12,0 4 13
Partido Trabalhista Brasileiro,
Partito Laburista Brasiliano PTB 2.676.469 3,2 3 5
Partido dos Trabalhadores ,
Partito dei Lavoratori PT 16.222.159 19,2 2 12
Partido Comunista do Brasil,
Partito Comunista del Brasile PCdoB 6.364.019 7,5 1 1
Partido Democrático Trabalhista,
Partito Democratico Laburista PDT 5.023.041 6,0 1 5
Partido Progressista, Partito
Progressista PP 4.228.431 5,0 1 1
Partido Socialista Brasileiro,
Partito Socialista Brasiliano PSB 2.143.355 2,5 1 4
Partito Popolare Socialista
Partido Liberal, Partito Liberale PL 696.501 0,8 1 3 Partido Renovador Trabalhista
Brasileiro, Partito Rinnovatore
Laburista Brasiliano PRTB 644.111 0,8 1 1
Partido Verde, Partito Verde PV 1.425.765 1,7 0 0 Partido Socialismo e Liberdade,
Partito Socialismo e Libertà PSOL 351.527 0,4 0 0
Partido Republicano Brasileiro,
Partito Repubblicano Brasiliano PRB 264.155 0,3 0 0
Partido Socialista dos
Trabalhadores Unificado, Partito
Socialista dei Lavoratori Unificato
PSTU 196.636 0,2 0 0
Partido Social Cristão, Partito
Social Cristiano PSC 131.548 0,2 0 0
Partido Trabalhista do Brasil,
Partito Laburista del Brasile PTdoB 69.923 0,1 0 0
Partido de Reedificação da Ordem Nacional, Partito della
Riedificazione dell’Ordine Nazionale
PRONA 69.640 0,1 0 0
Partido Comunista Brasileiro,
Partito Comunista Brasiliano PCB 62.756 0,1 0 0
Partido Social Democrata
Cristão, Partito Social Cristiano PSDC 53.025 0,1 0 0 Partido Social Liberal, Partito
Social Liberale PSL 46.542 0,1 0 0
Partido Trabalhista Cristão,
Partito Laburista Cristiano PTC 39.690 0,0 0 0
Partido da Causa Operária,
Partito della Causa Operaia PCO 27.476 0,0 0 0
Partido Humanista da
Solidariedade, Partito Umanista
della Solidarietà PHS 24.940 0,0 0 0
Partido Republicano Progressista, Partito
Repubblicano Progressista PRP 12.954 0,0 0 0
Partido da Mobilização Nacional,
Partito della Mobilitazione
Nazionale PMN 12.925 0,0 0 0
Partido Trabalhista Nacional,
Partito Laburista Nazionale PTN 11.063 0,0 0 0
Partido dos Aposentados da Nação, Partito dei Contadini della
Partido Socialista Democrático,
Partito Socialista Democratico PSD - - - 1 Totale voti validi 84.383.805 (80,5)
Schede bianche 8.254.205 (7,9)
Schede nulle 12.140.747 (11,6)
Totale voti (affluenza 83,3%) 104.778.757 27 81 Fonte: Elections Resources, Corte Superiore Elettorale
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Coordinamento per il Perfezionamento del Personale di Livello Superiore
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Governo Brasiliano www.brasil.gov.br
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Governo dello Stato di Minas Gerais www.mg.gov.br
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Governo dello Stato di Rio de Janeiro www.governo.rj .gov.br
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Governo dello Stato di Rio Grande do Sul www.estado.rs.gov.br
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IBGE – Istituto Brasiliano Di Geografia E Statistica www.ibge.gov.br
IBICT - Istituto Brasiliano d'Informazione sulla Scienza e Tecnologia
www.Ibict.br
Impresa Brasiliana Di Ricerca Agrozootecnica www.embrapa.gov.br
Istituto Nazionale Di Meteorologia www.inmet.gov.it
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www.planalto.gov.br/ccivil_03/leis/l5197.html
Ministero della Scienza e Tecnologia
www.mct.gov. br
Organizzazione Internazionale del Lavoro
www.oit.org
Organizzazione Mondiale del Commercio
www.wto.org
Organizzazione Mondiale della Salute
www.who.int
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
www.oecd.org
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www.pfl.org.br
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www.pmdb.org.br
Partito della Causa Operaia
www.pco.org.br
Partito della Mobilitazione Nazionale
www.pmn.org.br
Partito Democratico dei Lavoratori
www.pdt.org.br
Partito Liberale
www.pl.org.br
Partito Popolare Socialista
www.pps.org.br
Partito Progressista Brasiliano
www.ppb.org.br
Partito Rinnovatore dei Lavoratori Brasiliano
www.prtb.org.br
Partito Social Democratico Brasiliano
www.psdb.org.br
Partito Social Democratico Cristiano
www.psdc.org.br
Partito Socialista Brasiliano
www.psbnacional.org.br
Partito Socialista dei Lavoratori Unificati
www.pstu.org.br
Partito Umanista della Solidarietà
www.phs31.org.br
Partito Verde
www.pv.org.br
Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo
www.undp.org
Scienze Sociali - Testi politici sulla storia del Brasile
Società Brasiliana per il Progresso della Scienza www.sbpcnet.org.br Unesco www.unesco.org.br Università www.universidades.com.br/brasil.html