Il Giostro òi & (Batua
Delle <5tta3te m Uarallo
COnte^O al plCCOne
ì,al cao' {n9,Ge3are
Carneoale,ginoaco
ofDooara, ono-
reoole Duigf Pooestà,mons.
CQattla Dicarfo, ing.com- menòatore Costarlo
JIntonelli, Feòerico JIrborio-lDella,Giuseppe Cesare Barbaoara
bi 0raoellona, Duigi Belli, D. Blstesi, Creole Bonarof, Giulio Bonola,0uiòo Ca-
rocci,cao.Ing.prof.
Crescenti™
Caselli, sac. H.fl).Chiara, Duigf Chiara,Casimiro
Deblaggl,0ustaoo
Frl33onl, Pier Celestino 611arì>{, Gtljel Fjalsey,Hntonlo
Dusaròi,Fran-
cesco Qalagu33l Ualerl,m.
r. Uincen30Qarucco, Antonio
flQassara,0auoen3io
(Dlgllo, aoo.0.
P. {Bontanf, Cmlllo (Dotta,H.
R. Ottino, cao. uff.Seconoo
Pia,AttilloPio-
oano,Snrico
Reffo,Diego Sant'Ambrogio, Cesare £ca-
glia, Costantino eterna, Camillo
Uerno,
etc.Digitized by the Internet Archive
in 2015
https://archive.org/details/ilchiostrodismarOOcarn
Probabile ritratto dei B.
BERNARDINO OAIMI
fondatore del Sacro Monte di Varallo
affrescodel cortiletto del Chiostro attribuito
a Teseo
Cavallazzi]...me tnutcv in fide? di quell'ilarità serena a cui voi trovate ispi-
ratinaturalmente
ilpaese e gli abitanti.
(^SAarallo
èfra
lecittadine artistiche
Wml del Piemonte forse quella che
la-^Sllp scia a chi
lavisita Y impressione più duratura ed
ildesiderio maggiore di
sè.Ciò non perchè sia superiore in
ric-chezza di monumenti alle
altre,ma perchè ha un carattere più originale, più proprio in
tuttiquasi gli aspetti sotto cui la
sipuò guardare. Da qualunque parte vi
sigiunga, dal monte o dalla valle, essa
sipresenta al visitatore molto interessante, bilicata com'è
sul gomito d'un fiume rumoroso e spumeg-
giante, in cui pare che la montagna immi- nente
stiaper ricacciarla.
Come
vita,è strana e curiosa per
isuoi contrasti. Sta
aipiedi di monti pieni di or-
ridied
irtidi macigni, ed ha un territorio
molto ubertoso
;è ricca di memorie antiche ed ha gusti e forme moderne di
vita:ba- gni celebratissimi, scuole di arte applicata, società di belle
arti, asilimodello, alberghi ottimi
;tutte prove che essa non sta a go- dersi ignava
lesue glorie, ma che
leha ravvivate con attività nuove.
Diligente conservatrice di certe sue
in-dustrie rustiche e leggiadre insieme di
pizzi, diricami, di intagli, conservatrice anche
dei vaghi costumi delle sue donne, essa ha un carattere proprio che
sirisolve in un benessere che deve essere
laprima ragione
-0-
La sua più grande gloria
èpertanto
iltesoro di arte che essa possiede. Ma. anche per questo
lato,essa, chi ben guardi,
sidi- stingue da altre cittadine sue compagne in
Piemonte e
fuori.Le quali possono anche
essere più ricche di opere belle ed impor-
tanti
;ma di arte che non è tutta
loro,anzi è frutto di indirizzo e di scuole
fioritein
qualche grande centro
eche nel periodo della grande produzione ha lasciato anche
tracce nelle piccole
città,dove per avven- tura esse
sison conservate più lungamente
e più ingenuamente. Tali Aosta per due epoche, e Saluzzo per una
sola.Al con-
trario,
dell'arte che
sitrova a Varallo po- che o punte tracce
sihanno fuori della Val- sesia
;oltre
icui confini poco
sidiffuse di essa per quanto abbia esercitato qualche influenza su pittori dell'Alta Italia e de- stato la meraviglia di
tutti.L'arte valsesiana, tutta religiosa e locale,
che
siacconcia a decorare anche
lepareti più umili e vagheggia un tipo speciale di
donna, che non s'accorge quasi di quell'al- tro movimento d'arte tutto ispirato all'an- tico ed al pagano che fioriva nel resto di
Italia,quest'arte valsesiana ed umile nello stesso tempo, che
siriassume in Gaudenzio Ferrari ed in pochi scolari, non
sitrova
-(
7)-
che
aVaralloe nella
valle, <licui delimita, dirci quasi,
iconimi colla sua presenza, ces-
sando alle
vallicontermini.
Varallo pertanto — oltre ad
esseri',come appare anche
aiprofani, un'oasi
diserenità
e di
pace,
in cui,insieme con
ilpiacere che dà una visione artistica
sipuò godere anche l'agio
diuna certa vita moderna —
Varallo
èsopratutto una sede
diun'arte
a
sè
; e,mentre acquista maggior impor- tanza, perchè quello che essa produsse
bi-sogna
a leidirettamente ricercarlo ed
al-l'ambiente umile
eridente in cui nacque ed
incui
fiorì,deve anche sentire un ob- bligo maggiore di conservare questo am- biente nel suo stato primitivo.
Altrove può bruciare un quadro, può scomparire un edificio
;sarà peccato grave per
laconoscenza dell'autore, sopratutto se
non son note che poche sue opere e per quella
dell'edificio,tanto più se esso è raro;
ma di quella scuola di pittura o di quel periodo di arte costruttiva ce ne saranno esempi altrove. Qui invece quel che
siperde non
sitrova altrove, e gli
editicie
leopere ed
icimelii più modesti non sono da giu- dicarsi alla stregua degli
altri; e,se poveri, da aversi in minor conto
:ma invece da conservare più gelosamente ancora perchè sono
i soliche
ciparlino della storia dello sviluppo di quest' arte originale e tutta paesana.
Perciò
ionon posso immaginare come
vero quello che
sidisse progettarsi a Va-
rallo del Chiostro delle Grazie, che l'amico Massara chiamò felicemente
«la culla del-
l'arteGaudenziana
».In ogni altra città che
siavesse un com-
plesso di monumenti di tanta antichità an- cora così ben conservati, lo
siristorerebbe e
lo sisalverebbe ai tempi avvenire, solo per quel tanto
dicompleto che conserva, solo perchè formatosi in un tempo grande per
l'arteesso ne fu testimonio e partecipe allora e ne è documento ora per noi.
Ma a Varallo, con un monumento com-
plesso che prelude a tutta l'opera
e, direi,a tutta l'epoca gaudenziana, proprio non
si
spiegherebbe come — non solo in omag-
gio
algrande Maestro a cui poco qui
sipuò
attribuire — ma per l'importanza di quel
che
sipuò ancora trovare e per
letracce dell'ambiente come architettura, come de- corazione
ecome costume dell'epoca, —
sipensi a distruggerlo
enon a conservarlo gelosamente.
lo
mi ribello a crederlo e dalla fantasia,
che credo ancora una bieca fantasia, della distruzione del Chiostro delle Grazie, mi
ri-paro ancora nella contemplazione di quello che di grande per
ilnuovo crescente culto dell'arte antica
siprocaccia in ogni più umile paesello e più povero, e mi permetto
di dar qui un breve riassunto di alcuni soltanto dei la\
oriche
sison
fattie
sifanno in questo periodo. E ciò colla speranza che l'esempio di tante terre sorelle possa anche, se pure occorra, influire sulle ottime dis- posizioni che Varallo trae naturalmente dalla sua storia e dal suo carattere, e che, ora, solo da un momento di un improvviso
sviarsi della sua tradizione, possono essere
compromesse.
Alessandro Chiappelli nella Introduzione ad uno dei suoi molti
libriche
sioccupano, con molti vari argomenti, di studi anche di arte nostra
(x),incomincia col dichiarar
so-lennemente che una delle più notevoli mo-
dificazioni avvenute nella giovine genera- zione nostra è
ildiffondersi che vi fa
l'a-more e lo studio della nostra antica arte;
e,
più sotto, nota che in luogo della più netta separazione che esisteva una volta fra gli studi letterari e quelli di arte, ora essi
procedono anche fra noi, come da un pezzo avveniva solo tra gli stranieri, di buona conserva
;ed infine riconosce che
l'Italiaè risorta alla conoscenza del suo glorioso pas- sato e fa la enumerazione di tutte
lepub- blicazioni periodiche che campano di arte oggidì anche da noi.
E fra
lealtre affermazioni che inneg- giano e spiegano questo benefico movi- mento, egli accenna pure alla potenza del- l'opinione pubblica che
siè già formata su questo argomento e che tende ad
ina-li)
Alessandko
Chiappelli, Pagine di Antica ArteFio- rentina. Firenze - FrancescoLumachi
-Introd.pagg.7-13.pedire
altrisciupìi ed
altridanni ai nostri
monumenti antichi.
Adolfo Venturi,
ilpadre più affettuoso e più laborioso della nostra prima vera Scuola dell'Arte, incominciava
ilsuo discorso inau- gurale del corrente anno scolastico alla Università di Roma proclamando:
«Non
«più
l'Italia èimmemore dell'arte sua:
i«
giovani, non più estranei in casa
loro,«
imparano ad amare quest'arte, a guar-
«
darla come
fioredella vita e come
in-«
segna di gloria
»e
loterminava dopo aver esposto un magnifico ideale di un edifizio
completo di storia dell'arte italiana,
affer-mando che
lepietre di questo grande
edi-ficio
poterono essere lavorate nelle officine d'oltremonte, ma saranno insieme composte
solo da opere di ingegno italiano — e va-
ticina,
mercè questa notizia completa del nostro passato —
l'avvenire di un' arte
nuova non più brancolante nel buio, anzi sicura nei suoi destini
Q).Queste notizie e queste
lieteconstata- zioni di due eminenti scrittori nostri di arte non sono sfogo di smanie rettoriche,
ma testimonianza di un mondo di
fatti lo-devolissimi, di cui
iopotrei dai Bollettini e dai notiziari delle numerose nostre Riviste che trattan
dell'argomento, riempir delle facciate: non ne cito che alcuni che mi paion più caratteristici.
Nelle parti più remote d'Italia
silavora per scoprire
gliantichi monumenti della regione
:nell'Abruzzo son di recente sorte
due società con questo scopo; nelle Marche
un'altra ed
ibollettini e
leriviste del ge- nere
leaccompagnano e se ne nutrono; a Carpi
sisono scoperti
ifreschi del palazzo dei principi Pio e
sistanno richiamando
alla luce. Molte piccole città dell'Italia Cen-
trale nè ricche di forestieri perchè appol- laiate sui gioghi dei preappennini, nè
ric-che del proprio come probabilmente Varallo, ristorano e rifanno: Pienza, una cittadina di
2000 abitanti, ha rifatto da poco tempo
il(1)
La
st. dell'A. ìt. Discorso letto dal prof. AdolfoVen-turi perlasolenne inauguraz. dell'annoscolastico 1904-905 nella R. Università di
Roma.
palazzo del Comune ed ha
istituitoun ricco
Museo di arredi sacri
;
Montepulciano ha
or-dinato una Sala Robbiana dove ha raccolto
i
prodotti di questa divina arte dell'argilla cotta smaltata, che giacevano sparsi per
lasua campagna e per la città
;a Corneto Tarquinia una Associazione agraria paga da parecchi anni metà delle spese degli scavi delle tombe che
sison già trovate
acentinaia
;Bettona (chi ha mai inteso nomi- nare da noi questo paesello remoto dell'Um- bria
?)ha inaugurato un museo pieno di
cose preziose. E dappertutto
sistudia,
sipubblica,
siristora. Un americano,
ilGood- year studia dai lontani Stati Uniti la qui- stione delle pendenze e delle asimmetrie
delle facciate e degli interni dei nostri mas- simi monumenti di Genova, di Venezia e di
altri;e conclude ad un intento
d'arte di quelli che
lihanno innalzati non ad un de- perimento statico
;commissioni intere
for-mate dagli
ufficidi conservazione dei mo- numenti percorrono fra noi da capo a fondo ogni provincia
e,se non possono provvedere
riferiscono, puntellano, pensano a salvar l'avvenire.
Intanto la Loggia del Bigallo a Firenze è stata finita
direstaurare interamente un par di mesi addietro ed
ilpalazzo dell'Arte della Lana, a Firenze, pure
;
qui a Torino
si
son cominciati
ilavori per la Porta Pa- latina; alla Sacra di
S.Michele
siaumen- tano
ledotazioni per
ifuturi giganteschi lavori
;
pubblicazioni private compaiono
in-intorno a conventi ignorati come quella re- cente sul Convento di Santa Maria della Quercia di Viterbo e lo studio testé com- parso del Mina sulla Chiesa e Convento di
S.Croce a Bosco Marengo presso Alessan- dria; e la nostra Società Archeologica ban- disce conferenze sul Santuario di Crea e sull'Arte Saluzzese.
In mezzo a tutto questo lavorìo un con- retto più largo di quello che interessa
sto-ricamente
siforma. Gli Italiani che un mezzo secolo fa distruggevano ancora un duomo bellissimo come quello di Novara, che qui al nostro Palazzo Reale, strappa- vano dei cuoi scolpiti per sostituirli con
classici marmi
fintio bucavano arazzi pre- ziosi per
lebocche dei
caloriferi,che per
-( 9 )-
tutta
lapenisola
ilsecchio, che non era an- coTà antico per
loro,bruciavano
<>spaccia- vano " buttavano
alsolaio, ora hanno un altro
c<incetto, ben diverso
«laquello. Ora
essi
ban capito che quel che hanno legger-
mente sciupato trentanni
la.ora non seiu-
perebbero più,
eche torse tra dieci anni
essi
rispetterebbero quello di che ora poco
loro importa
;che quel che
essianche ora stornano, brutto e povero, se
loavessero
<^liAmericani troppo scarsi
dianticaglie o
gliInglesi che ne sono persin troppo ricchi,
ma che pure ne cercano sempre,
lopaghe- rebbero, come
sidiceva una volta con frase lucente: a peso d'oro.
E capiscono pure, credetelo, che anche una costruzione per quanto modesta, ma
che abbia
ilsapore dell'epoca e contenga storiche memorie autentiche non è da ab- battersi ne — Dio liberi
!— da ammoder-
narsi per
altri usi.No no,
ionon credo che Varallo distrug- gerà o modificherà
ilConvento delle Gra-
zie ;
in Varallo, o mi son ingannato, è
troppo vivo l'amore per
ilsuo passato così
grande e così altamente consacrato da una santa impronta di religione e di patria.
Se
ilpensiero poco
felicepotè passare per
lamente di alcuni, ciò fu certo perchè costoro, nella loro non perfetta conoscenza del punto a cui sono spinte
lenostre
ri-cerche d'arte, non credettero di passare per
meno fervidi cultori del hello anche
di-struggendo un edificio che non ha grandi meriti
dibellezza e tanto meno di splen- dore.
Ma certo, se essi sapranno che, pure avendo
ilconsenso
diuna gran parte del
pubblico d'oggi, dato
ilprogredire rapido che oia
si la inquesti argomenti,
gli in-telligenti
dioggi e
ilpubblico di domani
li
disapproveranno,
essicerto cederanno
di-nanzi all'opinione destinata
a,trionfare
enon
siostineranno a rimanere
inuna opi- nione che non
lifarà neanche figurar bene nell'avvenire.
est
in
votis.EllCOLE BONARD]
CRONACA DELL'AGITAZIONE
per Id conservazione del Convento di S. M. delle Grazie
IN VARALLO
4»
(Sc-
uoto clic il Consigliò
comunale LLORHÈ
fiV^P «li Varallo
aveva
nel gennaio ilei 1001 de- cretali! che ilConvento
di S. Maria delle' • - (irazic dovesse demolirsi
—
per costruire sulla sua areaun
edilicio per scuole—
quanti in Val- sesià e. fuorihanno
rispetto e affezione per l'arte e perle
memorie
storiche,vivamente
deplorarono la delibe- razionecome dannosa
agli interessi materiali e moralidi Varallo e della Valsesia.
Ma
il biasimo che essi infliggevano alla deliberazione e ai suoi suffraganti, si riduceva nel chiusocampo
delle conversazioni private e
non aveva
quindi alcun pratico effetto.Per buona
ventura,dopo un
periodo—
relativamente breve—
di sterili lamenti, il signorLuigi
Chiara, in- dustriale di Varallo e consigliere dellaCamera
dicommercio
diNovara, obbedendo
aun
impulso del- l'animo retto e generoso, e confortato dai consigli diun
dotto suo congiunto, decise di porsi alla testa del- l'agitazione.La prima
persona con cuivennero
aperte pratiche per iniziare ilmovimento
fu il signorCasimiro De
Biaggi, oriundo Valsesiano, e stabilito a Torino,
dove
professa la scultura portando validamente il suo con- tributo al successo dellamoderna
scuola piemontese,coli'aggiungere, direi, il
profumo
della gentilezza del- l'espressione,e della delicatezzanell'esecuzione accura- tissima, aquelsentimentodella,correttezza tecnica, della dignità ideale e dell'ossequio ai suggerimentidel vero, che è ilfondamento
dellabuona
reputazione che la scultura italianaha
saputo procurarsianche
all'estero.Il
De
Biaggi— anima
di artista e affezionatissimo alla sua Valsesia—
accolse con entusiasmo ilproposito espressogli dal Chiara—
aviva voce—
e inuna
circo- lare rimessagliper ottenere lefirme di personeautore- voli, ottennesubito quelle didue
illustrazioni dell'arte.Erano
le firme delCommendatore Luigi
Belli, Pro- fessore di plastica all'Accademia Albertina di Torino,Membro
del Consiglio direttivo dell' Istituto professio- nale operaio, Ispettore delleScuole officine serali e Pre- sidente della Sezione di scultura del Circolo degli Ar-tisti di detta Città, nato in
Torino ma
discendenteda
famiglia delcomune
diMoUia
Valsesia, vigoroso idea- toreed
esecutore in ogniramo
dell'arte statuaria, e ai-fermatosi maestro nella grand'arte coi
monumenti
ai Martiri diMentana
a Milano e a Raffaello in Urbino:del Cavaliere Pier Celestino Gilardi
da Campertogno,
Professore di pittura nella stessaAccademia
Albertina, Consigliere della Sezione Belle Arti delMuseo
Civico Torinese e della Direzione della Società Promotrice di Belle Arti, valente interprete deicaratteri lisici e morali delleumane
creature, così nel ritratto che nelquadro
di genere, di cui ha sollevate ad altissimo
grado
la por- tata morale ed estetica nelVIIotlit tibi cras milii ; no- bilissima tela, che acquistata dalRe Umberto
e donata da lui alMuseo
Civico, quivi figuracome uno
dei risudati pili caratteristici e simpatici dell' applicazione delle tradizioni artistiche regionali, degl'insegnamenti
accademici del
Gamba,
del Gastaldi edel Gilli allo stu- dio diretto, ingenuo e passionale del vero.Dopo
ilDe
Biaggi, il Gilardi, il Belli si firmarono Camillo Verno,da
Mollia, Ispettore delleScuoleofficine serali di Torino, il quale la suaintelligente attività di pittore dedica specialmente a ritrarre gli usi ecostumi della sua vallata: il Cavaliere Enrico Beffo, Direttore artistico delle officine dell'Istituto degliArtigianelli, ar- tista che nella pittura sacra sa conciliare i metodi nuovi colla profonda intenzionalità religiosa, e colmodo
dicomporre
proprio ai cinquecentisti della scuola vercel- lese, e particolarmente a DefendenteDe
Ferrarida
Chivasso: Costantino Sterna, pur esso valsesiano, scul- tore giovane,ma
già distinto; Cesare Scaglia, che con lode esercita in Varallo 1' arte della pittura, parteci-pando
assiduamente alle esposizioni della Società pro- motrice delle Belle arti di Torino, e in particolarmodo
distinguendosi nelritrarreinterniarchitettonici; ilsignorAntonio
Lusardi, Direttore della Scuola d' arte eme-
stieri di
Domodossola, dopo
aver tenuto per parecchi anni in Torino apertoun
reputato studio di scultura.La
circolareche portava— come abbiamo
dimostrato—
la sottoscrizione di parecchi degli artisti chemag-
giormente illustrano ilnome
Valsesiano, diceva fra l'altro a dimostrazione dell'opportunità dell'agitazione e della assurdità del voto consigliare.« L'antico Convento delle Grazie è il più antico e caratteristico fabbricato che esista in Varallo, risalendo la sua costruzione nella
forma
attuale alla seconda metà del 1400.I
ricordi storici che si colleganoa questomo-
numento, i quali risalgono forse aprima
'del mille,fanno
di essouna
cosa sola coli'insigne Santuario, che è la. ricchezza erinomanza
di Varallo e della Valsesia, avendone formata lasuaprivilegiataeducazioneartistica.Non mancano
in Varallo altre aree convenienti-perscuole pubbliche; ed èda
deplorare che per esse non siasisaputofare scelta migliore »
.
Seguiva
alla circolare, che recava, la datadel 27gen- naio 1904,una lunga
nota da cui stralciamo l'impor- tante passo seguente:«
È appena
il caso di accennare, e solo per coloroche possono essere
meno
al fatto dellecircostanzepercui viendiramata
la circolare che ilCon
vento non solo èper sèun monumento
importante di storia locale e.generale, e per le opere pregevoli che contiene; ina esso costituisceuna
appendice necessaria alla Chiesa cui va unita.QuestogioiellodiChiesa,specialmenteperleinsigniopere delFerrari che l'adornano, senza delconventoriescirebbe
come un
quadro senzacornice,una
statuasenzabaseesenza piedestallo. Mettendole a fiancouna
costruzionemoderna,
per quanto bella, di frontead
essa diviene stonatura.L'interesse stesso materiale consiglia la conservazione del Convento, che, colla splendida biblioteca, coi locali affittati alla Società Operaia, la rimessa per gli attrezzi d'estinzione d'incendi rappresenta
un
capitale cospicuo chepiù
di sei volte col suo vedove ragguaglia la spesa d'acquisto di un'area per le scuole in altra località.Vogliano le autorità, finché sono in tempo, considerai' bene questecosee laresponsabilità chesiprenderebberocolla demolizione,efar
buona
accoglienzaalladomanda
spassio- natae rispettosadieinpropositosiinoltrerà soloperilpre- stigio del paese,per ilsuo interesse epelsuo bene- esclu- sivamente, ripetiamolo, per onoredellaPatriaedell'Arte.Non appena
la circolare fu pubblicata,vennero
per cura del Segretario del Comitato sig. LuigiChiara
in-seriti nel Gazzettino di Novara, articoli di altra persona, belli per convinzione e vasta e profonda dottrina, e,
per forse soverchia modestia,
non
firmati. Seguirono ar- ticoli che il Prof.Antonio Massara,
insegnante nel ginnasio di Pallanza, e distinto eultore della storia del- l'artemandò
alla Gazzetta diNovara;
e altri che l'au- tore di questo scrittomandò
alla Gazzetta del Popolo dellaDomenica,
ed al foglio artistico e letterario II Piemonte: e altri ancora dianonimi
nella LegaLom-
barda di Milano, e in altri giornali.Quanto
alle adesioni giunsero presto, e numerose, e specialmente si distinsero per le dichiarazioni franche e precise, gli artisti valsesiani.Eccone
i nomi:Giovanni Bappa —
scultore e architetto—
stucca- tore alla K. Corte di Baviera il quale giudicò la de- molizionedel convento «un
vandalismo»; il Professore C. Piasio pittore daBomagnano
Sesia; lo scultore A. Sartorio,stabilito aGinevra; il Pittore LuigiBavelli-Orlongo
da Borgosesia, che purequalificala distruzione del convento«un vandalismo»,
e lo stima disdicevole sotto ogni rapporto alla città stessa di Varallo e alla Valsesia tutta; il Cav.Ernesto Boggero,
scultore do- miciliato a Brientz in Svizzera,Cantone
di Berna, ilquale dichiaradiritenere il convento « opera artistica e di grande valore artistico », e afferma che la demoli- zione di esso riuscirebbe di « disprezzo al decoro della Valsesia »: lo Scultore
Alessandro
Gilardida
Pila; ilPittore
Bartolomeo Avondo,
cheda Balmuccia approva
'che l'antico convento sia conservato qualemonumento
d'arte e gloria Valsesiano; molti scultori valsesiani sta- biliti a Lione, e cioè i signori:
Cav. Alessio Botta, A. Botta, I. Botta, Ettore
Cam-
pana, G. Boja, I. Ferrato, CamilloBosa,
T. Eagazzi, G. Preti ed E. Fortino; lo StuccatoreGiuseppe
Scetida Campertogno;
gli ScultoriGiuseppe
eGiovanni
Gal- larottida Quarona
; lo ScultoreGiovanni Passò da Agnona
; lo ScultoreGiovanni Corengia
residente in Torino; lo Scultore cav.Giuseppe
Sartorio, ilqualeda
Boma
oveha
studio, esortava tentare ogni mezzopossi- bile pernon
perdereper sempreuna
costruzioneanticae caratteristicaedie tanto servealcompletamento diinsieme colla chiesaomonima,
ove trovansi i dipinti del nostrosommo
Ferrari, verogioiellod'arte edi storia valsesiana.Protestarono pure contro la demolizione: da
Masera
d'Ossola il PittoreAntonio
Cotti,augurando
« conser- vato allapatria eall'arte l'insigne convento diS.M.
delle grazie»;da
Lione gli Scultori L. BettolaeA. Bacchetti;da
Miazzina sulLago Maggiore
il Pittore Achille Tu- minetti;da
Torino lo Scultore Cav.Giuseppe
Cerini eil Cav. Uff.
Secondo Pia —
fotografo dimonumenti
e pitture antiche; Socio effettivo della Società d'Archeo- logia e Belle Arti di Torino e Archivistadella Società Fotografica Subalpina;da Venezia
ovetrovavasicome
commissario per giudicare delle condizioni statiche delCampanile
a S. Stefano l'Ing. Arch.Comm. Costanzo
Antonelli. Questi che nella sua Torinooltreall'incarico di dirigere i lavori della mole, operacolossale egeniale del padre suo Alessandro, copre molteplici uffici, ed è cioè:Membro
delComitatoesecutivo delPatronatoScola- sticoCentraledidettaCittà,Deputato
divigilanzaePresi- dentedelPatronatodellascuolaVanchiglia,Amministra-
tore dell'Asilo Infantile Bernero, Consigliere del Patro- nato disoccorso per gli operai colpitida
infortunio sul lavoro edella Societàperl'arbitratointernazionale eper-( » )-
la pace ecc. ecc., ciBorivoaffermandoche qualsiasi modi?
tìcaeionéalconventotoglierebbequell'armonia d'assillineche tendes\ interessantequellesecolaricostruzionilequali sono inni splendida
avanguardia
di quelle che SÌ am m
iraun nel Santuario di Varaila.Da Novara
aderirono ^rli Ingegneri Architetti Mai- cello Zorzoli; Cesare Cagiani,augurante
che Ai gen-tile8oddÌ8fazione di vederea unni
randa
vinca le materiali Soddisfazioni diuna
parvenza (li interessi materiali; Er- minio Andreoiii chesoloammise
lademolizione qualora -ilchi nonè - non fosse possibile il
provvedere
con altra areaallacostruzionedellese imie:Gav. Carlo Busser,Con- sigliereComunale
di Novara, il quale fa votiperchèperl'onoredelCircondario Valsesiaito siaconser vaioall'
ammi-
razione degli inti-lligentie ilei numerosi visitatori l'antico confi nto dellegrazie in Varullo; Pietro
Masazza,
ilquale asseriscechel'antichità eipreziosisuoi(delconvento)di- pinti, lorendono un riccoepreziosotesoro;da
Milanoil sig.Angelo
Valentini, Ingegnere capodellaCongregazione
di Carità, il(piale, pienodisoavi reminiscenzeperciòchefor-ma
il rero vantoartisticoe laprecipuaattrattivadiVarallo fa pienaadesionealla circolare del 27 gennaio, efa votie spera che non verràguastatacon superfetazionimoderne
la primitiva semplicità e il modesto candore dell'igiene di quellapregevoleeantica costi-azione;da
PisailProf, d'ar- chitetturadi quell'Università,Cav. Ing. Crescentino Ca-selli.
Membro
dellaCommissione
conservatricedeimo- numenti
d'arte e antichità dellaProvincia di Torino.Importantissimo poi è l'autorevolissimo consenso dato all'iniziativa degli artisti firmatari della più volte suac«
cennata circolare, dal Collegio degli Ingegneri
ed
Ar- chitetti diNovara,
il cui Presidente, cav. ing. Busser, che,come
si è visto,aveva
giàpersonalmente
aderito all'agitazione a prò' del convento, conun
biglietto molto significativo, riferiva al Comitato degli artisti ilvoto dei Colleghi colla lettera seguente:
Collegio degli Ingegneri edArchitetti NELLA PROVINCIA 01 NOVARA
Vola perInconservazionedel Cini culto delle Grazie.
Nocara. 21 aprile Ì004.
L' ultima assemblea generale tenutasi dai Soci di questo Collegio,
plaudendo
all'opera ve- ramente meritoria degli Artisticheprimi hanno
ricliia
malo
l'attenzione dell'Autorità per vedere conservato all'arte il Convento delle Grazie di codesta Città, ha manifestatounanime
il voto che Con. Consiglio comunale, ritornando sulla presa deliberazione di demolire quel Convento per erigervi le scuole pubbliche, abbia a revo- carla. Tale revocanon
potrà che riuscire disommo
vantaggioper la Valsesia, tanto beneme- ritaper l'urte, poiché quel Convento merita ogni speciale riguardonon
soloinsè,ma come
appen- dice indispensabile della Chiesa che vi èunita.Nel
parteciparle il voto manifestato dai col- leghi, io non posso che rinnovarle ilmio
par- ticolare che ebbi già l'onore di comunicarle neiprimi
dello scorso marzo.Con
perfetta stima il presidentefirmato: C. Busser.
Al signor Chiara, Luigi industriale, Varali.o Sesia.
Il voto degli ingegneri confortava il Cav. Ing. Ce- sare Carnevale, Sindaco di
Novara
, a esprimere ilproprio avviso favorevole nel
modo
seguente:La
notizia della minacciata demolizione dell'anticoCon
centodelle. (irazieincotesto città,pregevolecse.nipio di architeliara del /100, checostituisceparte essenziale della Chiesa, cui va unito enellaqualesonoracchiuse insigniopere del
sommo
Ferrari, fecequipurevivaimpressione.E
pertanto, con/'orlatoanche dall'unanime votodegli in- gegnericomponenti questa
CivicaCommissione
edilizia///'associo di buon
animo
(dia nobile iniziativa degli ar- tisti valsesiani, che ha trovato così larga eco nella re- gione, perchèV
antico caratteristicomonumento
venga conservato al culto delle avite- memorie.Non meno numerose
di quelle degli ingegneri e degli artisti espressero le adesioni degli studiosi della conservazione deimonumenti
e dei cultori della storia dell'arte e in genere dellememorie
storiche.11 Prof. Ettore
De Marchi
del R. Ginnasio diSusa
si espresse vibratamente cosi :
Per(pianto la
mia
vocenon
abbia autorità nelcomune
varallese,
pure
per l'amore sincero e per il culto vivo che ho dellememorie
checomunque
ci legano alle età passate, sento il bisogno anch'io di protestare vivamente contro ilnuovo
atto di vandalismo, che purtroppo mi- naccia la nostra cara valle.Oggi che in ogniparte d'Italia si cerca di proteggere
i
monumenti
dall'opera edace del tempo; oggi, proprio oggi cheun
comitato sorretto da generosi oblatori sta studiandoilmodo
di salvareda
parziale o totale rovina la cupola del santuariodella B. V. dei Miracoli in Sa- ronno, la qualeha
meravigliosi a/freschi del nostro Ferrari, si vuol distruggereun
edifizioche è parte non indifferente delpatrimonio
artistico varallere!A me pare
un'enormità! enon per vano
o platonicoamore
di anticaglie,ma
perchè contro la deliberazione delComune
di Varallo protestano l'arte, il decoro, la santità stessa delle memorie.Abbattere il Convento delle Grazie pererigere nel
me- desimo
luogoun nuovo
edificio vuol dire fra altro: mi- scere sacra profanis : vuol dire togliere auno
deipiù
tranquilliepoetici recessi della città quelnon
so che di sacro e di venerando che solo è degno di accompagnarsiall'incalcolabile tesoro che si racchiude nella chiesa di piazza Ferrari. Tutto questo che è in qualche
modo
le-gato al
nome
delgrande
valsesiano dovrebbe dai nostri concittadini esseregelosamente conservato.Dovremo una buona
volta far vedere al forestiero che capita qui in quest'ultimo lembo del Piemonte, che eglinon
viene inuna
nuova, Beozia,ma
sì tra gente che senteprofonda
la poesia delle memorie.
Voglia
adunque
l'onorevoleComune
di l'avallo espli- care altrove la sua attivitàdemolitrice.Non
voglia inomaggio
all'istruzione compiereun
attonon
degno davvero diuna
nazione istruita, nè imitare l'esempio delcomune
di Città di Castello, che per poconon
faceva abbattere le secolarimura
della città col torrione a S.Maria,
sostituendosi barbaramente all'o-pera del tempo.
Possa invece il vetusto edifìciodipiazza Ferrariconti-
nuare
lasua vita.E possano
ì nostri valorosiartisti—
in- signevantodellanostravalle—
recarsiinquel luogo dì soa- vità e dipacea
ispirarsiea
riaccendere, nella loroanima
col ricordo delle età svanite la scintilla viva dell'arte.
11 Professore Cavaliere
Antonio
Ciancia scrisseda
Velletri il seguente biglietto :Chiunque
sente il soaveprofumo
cheemanano
le ec- celse opere di arte di cuiè vantoalla Valsesia ein partico- larmodo
alla simpatica Varallo nonpuò
che far votovi- vissimo perchèsiagelosamente conservato tutto ciò checo- stituisce il suo proprio patrimonioartistico, fonteprimis-sima
eperenne
di intellettuali e nobili aspirazioni.Di buon grado mi
unisco a coloro che credono chel'on. ConsiglioMunicipalesiadispostoa,revocareladispo- sizione per l'abolizione del Convento, il quale
forma un
tutto
armonico
con queltesoro di chiesa chegli staaccantomantenendo
storicamentecompletoun
capolavoro nel suo genere ed evitandoun
vero deplorevole anacronismo.L'amico
nostro Prof. Giulio AttilioPiovano
direttore delGiornaleletterario-artistico IIPiemonte,non
silimitò amandare
lapropriaadesione,ma
procuròquelledivarie distintepersenedomiciliate a Cherasco, ecioè del Diret- toredelCivico Ginnasio,Prof. EmilioPrato
;deiProfes- sori diquel Ginnasio Sigg. Dott.Antonio
BalloccoeVit- torioAnsaldi,edelConteGuido Ratti Mentone. L'Avv.
Cav.
Rinaldo
Rusconi, Cons.Com.
diNovara,nella fami- glia delquale è tradizionalel'amore perle tradizionipa- triefavoti cheilConvento
delle Graziesiaconservatoal ciotto delle patriememorie
e alla pubblica ammirazione.Il Prof. Carlo
Fornara
Prestinone aderì alla nobile iniziativaper laintegrità estetica delmonumento
vetusto e insigne. Altrettanto fecero il Prof.Vincenzo
lionati del R. Ginnasio di Pallanza, il Dott.Giuseppe Lam- pugnani
Professore di belle lettere alla Scuola tecnica diNovara,
il Dott.Augusto
Lizier professore di storia al R. Liceo Carlo Alberto, il Prof. Silvio Pellini del Liceo di Aosta, G. B.Morandi.
L'Ispettore Conservatore di
monumenti
nel Circon- dario diNovara Avv.
Prof. Raffaele Tarella, Corri- spondente dellaSocietàd'Archeologia eBelleArtidiTo- rino, spiegò eloquentemente la ragione della sua ade- sione almovimento prò
Convento, scrivendo fra l'altro:Non
so se la sua origine (del convento) risalga oltre il secoloXV, ma
so che essoforma un
tutto collachiesa di S. Maria; anzi col Santuario stesso,per cui Varallo è tanto rinomata.In
quel convento, fra l'altro, ricordouna
« Pietà » che si vuoleprimo
lavoro diGaudenzio quando
aveva attinto iprimi
elementidell'arte sotto Ge- rolamo Giovenone:una
feliceprimiziada
cui traspaionoi segni della futura valentia. Vi è ancora, se
non
erro,una
«sacra famiglia » dipinta a buon fresco inuna
lu- netta, opera di Giulio Cesare Luini, varallese, equalche altramemoria
che attesta la presenza diGaudenzio
Ferrari e dei suoi principali allievi.Dunque
chesi fa?Mancano
forse altre areecomunali
per edifici scolastici?Perchè turbare la quietedell'annesso giardinoconsacrato dalla presenza di
Gaudenzio
Ferrarie dei suoi scolari?Una
simileperturbazione chepotrebbepassare inosservata in altri siti è troppograveper Varallo. Un'offesaall'arte in Varallo èpiù
sensibile che un'offesa fatta altroveChe
ne dirà ilmio
veneratoamico
Calderini?Mi
rinfranca l'eletta schiera di artisti che vedo scritta a piè della circolare,ma
bisogna renderlapilinumerosa;
bisogna agitarsi e chiamare
V
attenzione di quanti sono preposti alla conservazione del patrimonio artistico.Il Conte Federico
Arborio Mella
Ispettore deimo- numenti
del Circondario di Vercelli, scrisseda Roma, chiamando
«preziosomonumento
» il convento che sivorrebbe ora distruggere, e ne
augurò
la conservazione«per
il decoro di Varallo e per il vantaggio dell'arte e della storia».E un
biglietto d'adesione al nostromo- vimento
diprotestamandò
pureilColonnello Cav. Giulio Bazetta, Ispettore degli scavi emonumenti
pel circon- dario diDomodossola
e Socio corrispondente della So- cietà d'Archeologia e Belle Arti di Torino.Nella
forma
seguenteV
autorevole Critico e Storico dell'Arte, e Direttore del Giornale Arte eStoria, diFi- renze— Guido
Carocci—
espresse calorosamente lasua piena adesione all'iniziativadegli artisti valsesiani:
È
sempre viva nell'animomio
l'impressione di com- piacenza e diammirazione
provata allorquando venutoad
assistere alle splendide feste, che Varallo decretava allamemoria
diGaudenzio
Ferrari visitai la chiesa e il convento delle Grazie.E
ricordo ancora cheV
entu-siasmo
mio
per la stupenda chiesa ove ilprimo
artista valsesiano affermò lapotenza del suo ingegno, e per leforme
caratteristiche delmonumento
era divisoda
illustri cultori storici e artisticicome Emanuele
Celesta, Fassò, Tarella, Angelo Anselmi, Giulio Arienta e tanti altri carissimiamici miei, oggiper lamaggior parte scomparsi dalla faccia delmondo.
Si figuri perciò se associo volentieri il
nome mio mo-
desto e delmio
vecchio periodico « Arte e Storia » che alle rarità artistiche di Varalloha
dedicato tante volte le site colonne, alnome
degli artisti chetentano di scon- giurare il pericolo che minaccia lo storicomonumento.
E
giacché nellamentemia
sonosempre
vive e parlantile impressioni di quelle feste
Gaudenziane mi
consenta di evocare anche il ricordo gradito di quello slancio di delicato affetto per l'arte che era allora divisoda
tutta codesta gentile cittadinanza, per trarne l'augurio che ilComune
facendo atto di doverosoomaggio
alle gloriose tradizioni cittadine recederà dal suo poco felice e poco opportuno proposito.Il Dott.
Gustavo
Frizzoni, chiaro critico d'arte, au- tore di studi importanti suGaudenzio
Ferrari,man- dava
il 6maggio
1904 la seguentesignificativa lettera al Prof.Massara:
A
riscontro delle pregiatecomunicazioni sue del4 cor- rentemi
affretto a significarle, che di tutto cuoremi
associo al voto delle persone illuminate di cui vedo le
firme apposte allacircolare implorante la conservazione dell'antico Convento delle Grazie di Varallo.
« Io lo considero
come un monumento
così intima-« mente collegato cóli'annessa chiesa, dove ho
più
volte«contemplato la
grande
e mirabile opera pittorica di«
Gaudenzio
Ferrari, che trovereida
deplorare profon-«
damente
ogni deliberazione tendente alla demolizione« o trasformazionedi quel Conventoal qualesicollegano
« tanti ricordi storici dei
più
remoti secoli ».Sono
sicuro poi, che al nostro voto siuniranno
spon- taneamente quelli di molti altri cultori dell'arte e di personecolte in genere,come
neconoscoparecchimassime
a Vercelli.E mi
basti citare in proposito l'egregio fo- tografoMasoero, V
Avv.Antonio Borgogna,
il Colonnello Faccio, Direttore della Civica Biblioteca di Vercelli (1)non
che i Soci dell'Istituto di Belle Arti quivi.Fiducioso pertantochepossa essere scongiurato il mi- nacciato pericolocon
un
valido interventodelle influenze locali, sarò felice se ne riceveròda
lei la desiderataconferma
mentremi
pregio frattanto porgerle ipiù
distinti rispetti, ecc. ecc.
Alla importante adesione del Frizzoni bisogna ag- giungere quella di
un
altro chiaro scrittore d' arte e cioè del Dott.Diego Sant'Ambrogio
cheebbe ad
occu- parsi delterritoriodi Varalloillustrando l'AltarediDoc-cio,già della CertosinadiPavia, nel Politecnico del 1896.
Anche
il ConteFrancesco Malaguzzi
Valeri, Diret- tore dellaRassegna
d'Arte, scrisse al Prof.Massara
ap-poggiando
la nostra iniziativa nei termini seguenti:Mi
rallegro vivamente con lei e congli egregi colleghi(1)Autore d'unapregicvolemonografiasulcelebre pittore Giovanni Antonio Bazzi,detto il Sòdoma.
suoi per l'opera geniale e utile a furore del chiostro francescano <ii \ arullo <
auguro
loro la vittoria contro l'invadenza del piccone,ormai
diventato il vessillo degli ignoranti < degli icnnoclusti ila noi.K
se io possoesser toro utili nellapropaganda
o per nitro a furore dellainUn idea si valgano di me.
E promette di continuar La
campagna
a favor nostro nella /t'assegna d'Arte nel Marzoccoenella l'ersecera uzu.I. A.vv. Giulio
Bonola
di B'»rgonianero, uoto por studi eruditi di arieLombarda, manda
pine daRoma
la sua Completa adesione alla alzata di scudi e richiama dalle autorevoli colonne «lei Giornale d'Italia L'attenzione del pubblico sul chiostro minacciato.Ivi è pure da fare il
dovuto accenno
alla preziosa adesione del Conte Dott.Antonio Fiumi
Roncalli che anome
della Società internazionale di scudi francescaniin Assisi si
compiace
dell'annunciata pubblicazione, Al coro degli illustri studiosi di arte,lombarda
siunisce l'ing. Emilio
Motta,
segretario della Società storica lombarda, della Biblioteca Trivulziana e diret- tore del Bollettino storico della Svizzera italiana, che aderisce all'opera nostramandando un
suo preziosoopu-scoli! sul fondatoredel
Convento
francescano.(Documenti
e lettere inedite del Beato Bernardino Culmi, fondatore ilei Santuario di Varallo
—
Milano, tip. Bortolotti, 1891).1/illustre Senatore
Giovanni
Faldella, benemerito Presidente del nostro Consiglio Provinciale, valentis- simo cultore delle più svariatebranche
della lettera- tura e conoscitore profondo della storia del Piemonte,non
ha potutomandarci un
articolo per ragioni ditempo
chegPimpedironó
di studiare e conoscerbene come avrebbe
desiderato i!monumento
che ci propo-niamo
di non lasciar distruggere. Allo estensore di questa cronacaverbalmente
disse chead
ognimodo augurava
che ilConvento
fosse conservato, perchè bi-sogna ambii' molto a rilento,
prima
diammettere
la distruzionedel piùmodesto
cimelio di storia o di arte.Mandò
un biglietto di adesione il Cav. Dott.Avv.
Er-manno
Ferrerò, Direttore della classe di scienze morali storiche e fisiologiche della R.Accademia
delle scienze Professore ordinario di archeologia all' Università diTorino, e di storia militare e di diritto alla R. Acca-
demia
militare, Presidente della Società di Archeologiae belle Arti della stessa città, Ispettore degli scavi e delle scoperte d'antichità nel suo circondario, Consi- gliere della sezione d'arte applicata all'industria, del
Museo
Civico Torinese, eMembro
della R.Deputazione
sepia gli studi della Storia Patria.Po stoso illustre professore, scrivendo al nostro Mas- sara. gj;'i suo discepolo all' Università di Torino, si
espresse nel
modo
seguente:///
massima
io sono pròpauso a conservare più chi' sipan;
perchè piil lardipossiamo
pentirci diaver distrutto e se nonsaremo
più noi, ci,saranno
i nostri nipoti, inostripronipoti a rimprorerarciaffrettatedemolizioni.
Ma
taloraanchequestesono necessarie....NelcasodelConvento
di Varallo è necessaria assolutaniente la distrazione del chiostro anche servendosi dell'edificio per le scuole?
I lettori
sanno
la risposta: che cioè né area nò edi- ficio sono adatti a tale scopo, e altre aree per scuole nonmancano
altrove nel territoriocomunale
di Varallo.Degli investiti di Cariche pubbliche, oltre agli accen- nati e all'Oli.
Podestà
e all'Avv. G. P.Montani Con
s.corami, «li Novara, e Presidente dell'Amministrazione della Biblioteca Negroni, dell'opera delqualea favóre
della nostra agitazione, faremo speciale cenno, aderi- rono: il Senatore Nobile Raffaello
Faraggiana:
il sig.Lanfranchini
Sindaco ili Valduggia, paese ovenacque
ilsommo Gaudenzio;
i Consiglieri Provinciali diNovara Comm.
Attilio Bollati delmandamento
diRomagnano
Sesiae Ing. Cav.
Giuseppe Sezzano
di Borgosesia: l'Av- vocatoGiuseppe De Antonis
Sindaco diDomodossola,
il (piale dichiarò di ritenere che la demolizione del Con- vento delle Grazie recherebbesfregioall'arteealla storia non solo locali;
ma
nazionale: il signorLuigi Agnesetti
Sindaco di Carcoforo:PAvv.
CarloMorcarini
da Val- duggia, Notaio e RegioSubeconomo;
il signorGiacomo
Pianella Sindaco diCampertogno:
i signoriFrancesco Lancia
ePio Medana
Consigliericomunali
di Cellio; ilProf. Cav.
Gaspare
Antonietti RegioIspettore Scolastico ad Aosta: ilComm.
Prof.Giovanni Luino ex
Provvedi- itore agli studi,Membro
dellaCommissione
Scolastica Municipale, diTorino
edel Patronato della ScuolaBuon- compagni
e Delegato alla stessa; ilMarchese Gustavo Balsamo
Crivelli ConsigliereComunale
diTorino
nelgruppo
socialista. Professorenell'Istituto ConvittoGrassi e Bibliotecario della Società di Culturadella stessaCittà, e critico letterario del giornaleV Avanti
diRoma:
ilMae-
stro
Bartolomeo
Gaietti ConsigliereComunale
e Conci- liatore aVocca;
il signorValeriano Patrosso
Segre- tarioComunale
aCampertogno,
ecc. ecc.Numerose
furono le adesioni del clero, fra cui no- tevole fra tutte quella delVescovo
della diocesi diNo vara
S. E. Rev.UJilMonsignor Mattia Maria
Vicario,il quale scrisse di ritenereche l'elettad'artisti che cerca
di salvare il
convento
lo fa veli' interesse dell'arte, delle patriememorie
e della religione.Era
iReverendi
Sacerdoti che aderirono ricordiamo,chiedendo
anticipa-tamente
venia delle involontarie omissioni: ilM.
R.Don Vincenzo Marucco,
Parroco delMonserrato aNo-
vara e Presidente del Comitato Diocesano per l'Espo- sizioneMariana:
ilM.
R.Don Lino
Cassani, Parroco di S.Eufemia
aNovara
; i frati delConvento
fran- cescano diOrnavasso —
P.Giovanni
daMassino,
P.Eugenio
Paragri, P. GabrieleMaria,
P.Giuseppe Maria
da Galliate. P. Giacinto Bussoni. P.Benigno
Giorgi e P.Mansueto da Lamporo;
e i Molto Reve- rendi Sacerdoti:Giuseppe Demarchi
Prevosto diMagrè,
il quale
paragonò
ilconvento
rispetto alla chiesa, auna
cornice necessaria percompiere un
bel quadro:Don Antonio
Ferraris Arciprete diAgrano
sul lago d'Orta;Don Antonio
Ferraris Parroco diCiviasco;Don Michele Manio
diRimella dimorante
in Aranco:Don
Carlo Gianoli Arciprete di Varallo
Pombia:
l'AbateAntonio
Carestia diRiva
Valdobbia: il Prof.Giacomo Mella Canonico
della Basilica di S. Gaudenzio: il Prof.Giovanni
RossignoliCanonico
delDuomo
diNovara;
il
Padre Agostino
daCameri
dei Frati Minori di Monte.Mesma: Don Giacomo Francioni
da Grignasco:Don Lino Pranzerò
Parroco di Mollia:Don Giacomo Mon
gini. Arciprete di
Riva
Valdobbia:Don
Pietro Galla- vresi Arciprete di Grignasco:Don Giovanni Ni
varia CapellailO dell'OspedaleMaggiore
diNovara: Don
Leo- poldoMerlino
Parroco e Vicario foraneo di Piode:Don Francesco
Pisoni Parroco diLumellogno: Don Giuseppe
Scarpia diCadarafaguo: Don Antonio
Cristina, ecc.A
completare, per (pianto ci è latto possibile, l'elenco degli aderenti, ricordiamo ancora:(Ili amministratori della manifattura lane Borgosesia;
Cav. Uff. Rag.