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UN CALENDARIO PERCHE', IN FONDO, CI PIACE FARE I TRENINI A CAPODANNO. (PER ERIKA, LUI SA)

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Academic year: 2022

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UN CALENDARIO PERCHE', IN FONDO, CI PIACE FARE I TRENINI A

CAPODANNO.

(PER ERIKA, LUI SA)

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FACCE DA REV

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SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA

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PENSANDO A REV

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LA RAGAZZA DEL REV ACCANTO

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LAVORATORI DI TUTTO IL MONDO... LEGGETECI!

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e... state con REV

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TOGLIETEMI TUTTO

...MA NON IL MIO REV

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SFORZO CREATIVO

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L'URLO DI REV

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PORTA A PORTA

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REV BAND

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Noi Ci Crediamo

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'NA CANZUNE 'E NATALE

Si pensa che il Natale sia la festa più attesa dai bambini, anime bianche che non vedono l’ora di scrivere la letterina a Babbo Natale e ricevere il loro regalo preferito.

Mai ragionamento fu più errato di questo, perlomeno a Napoli.

Il Natale a Napoli è una vera e propria guerra tra i componenti maschili della famiglia, ma nel senso allargato del termine...

Ritrovo della sfida: la casa in cui i parenti si riuniscono il 24 e il 25 Dicembre.

Campo di battaglia: la tavola del cenone della vigilia e del pranzo natalizio.

La preparazione psico-fisica-attitudinale all’evento inizia all’incirca il 22 dicembre:

Il Maschius Napoletanus inizia a rifiutare il cibo proposto dalla propria compagna o dalla propria madre (dipende dal soggetto) e va alla ricerca di vini che voi umani non osate nemmeno

immaginare: la condizione necessaria per dare via libera all’approvvigionamento del “nettare degli dei” è che codesto debba avere una gradazione alcolica non inferiore ai 20/22° , la tipologia più gettonata è il vino rosso di Gragnano detto anche “ U’ vine eddgragnan”, seguito a ruota dal Crapettone, mentre per il vino bianco spadroneggia la Falanghina del beneventano.

Il Maschius Napoletanus (abbr. MN) saggiamente nei mesi di maggio/giugno fa’ scorta di pesche non ancora giunte a completa maturazione, le taglia con rinomata abilità, le denocciola e le

conserva usufruendo del Congelatores Checcongelas per poi ritrovarsele “spunnate e ‘bbuon” nella brocca, perché a Natale “ij percoche se votteno sul llor ‘dint ‘o vine”.

Gli esemplari più adulti consci delle loro capacità si giocano il jolly acquistano anche dei digestivi, in questo caso però la gradazione minima sale vertiginosamente: grappe,limoncelli ed amari raggiungono picchi di 50° alla faccia della cirrosi epatica cronica che alla loro veneranda età si ritrovano.

Terminato l’approvvigionamento , nelle 48 ore precedenti al primo round (vedi cenone della vigilia) il MN continua a digiunare concedendosi talvolta delle mangiate abnormi di mandarini o frutta varia in modo tale da presentarsi all’appuntamento decisivo con i condotti digestivi lindi e puliti;

inoltre in questo lasso di tempo il MN tira fuori dall’Armadius Atreantes un pantalone di un paio di taglie superiori al normale e con riconosciuta abilità prepara una cintura con 120 buchi (media stimata su un campione di 500 cinture) fatti a mano in più rispetto a quelli standard in modo tale da avere un buco per ogni evenienza nel corso della gara.

Siamo finalmente giunti al giorno 24 dicembre, la tensione sale ed è palpabile, a volte si taglia anche con una fella di prosutto parmacotto o con un grissino, anzi no quello è il tonno! Nei momenti strettamente precedenti all’inizio delle danze a tavola tutti i Maschius Napoletanis si scrutano, si studiano, fanno strategie sul come posizionarsi a tavola (notare che il capotavola è il posto meno ambito, visto che è il più visibile da tutti gli altri concorrenti alla sfida) e fanno sfoggio dei loro acquisti alcolici, posizionando ognuno in base alla strategia adottata le sue bottiglie a tavola. Una ricerca fatta dalla Columbia University ha calcolato che su di un tavolo natalizio napoletano ci sono 3 bottiglie di vino pro-capite, dove però nel calcolare tale valore vengono conteggiati anche donne,astemi e bambini, a fronte di 0,3 bottiglie di Coca Cola e 0,6 di acqua.

Ore 20 e 30, entrano gli antipasti. Le postazioni sono scelte, molti partecipanti si fanno il segno della croce, altri mettono un corno di corallo in tasca.

Mentre si sporzionano gli abbondanti antipasti, ognuno dei partecipanti riempie il bicchiere di vino a colui che gli è più prossimo usando la tattica del perbenismo e della gentilezza per avvantaggiarsi nella competizione, cercando di versare il vino che va’ prima ‘dinte ‘a cape e morte.

Molti esemplari giovani di MN si autoeliminano in partenza dalla competizione mangiando tutti gli antipasti, errore grave e gli adulti lo sanno, sono tattiche che si imparano con l’esperienza.

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Le portate si susseguono repentinamente, le parole iniziano a divenire fuori contesto a causa dei fumi dell’alcool e le care donne cercano di porre rimedio alle idiozie espletate vocalmente dal proprio MN, intanto alcuni partecipanti iniziano ad alzare bandiera bianca ripiegando sulla Coca Cola o sull’acqua ed il loro volto inizia a farsi scuro nel riflettere sulla propria erronea condotta di gara.

Ne resterà soltanto uno e per decidere il vincitore si aspetta la frutta secca: di solito due o tre partecipanti si giocano la vittoria al fulmicotone, la differenza la fanno amari, limoncelli e grappe tra una nocella, una noce ed un pistacchio.

Chi resiste più a lungo vince, tacitamente gli altri competitors accettano il responso della gara ed al vincitore spetta stappare la bottiglia di champagne della festa, di solito un Cuvee Glicquote od una Moet e chandon, il resto della famiglia allargata da questo particolare capisce chi si è guadagnato i galloni di mastro delle feste e mostra riverenza nel momento in cui il soggetto vincitore versa nel loro calice le “bollicine”.

Scene di panico si susseguono quando i Maschius Napoletanis si alzano da tavola a fine cena, ma queste non possono essere narrate con semplici parole, vanno vissute in prima persona.

Il giorno dopo (vedi pranzo di Natale) la sfida non viene rinnovata per impresentabilità dei concorrenti ancora cadaveri dal giorno prima ed è il vincitore a fare il discorso di auguri seduto a capotavola con annessa commozione evidente della propria donna (o madre, ma di solito i giovani se la fanno a piedi, troppo inesperti).

Ci sarà tempo 6 giorni per ritornare in forma, ristudiare strategie in base alle conoscenze acquisite per la rivincita: cenone della vigilia e pranzo di capodanno.

Come dire: ritenta, sarai più fortunato e se il 2 gennaio sarai ancora vivo e non hai vinto, puoi riprovare l’anno prossimo.

Le sfide, come gli esami, non finiscono mai, soprattutto in famiglia.

/Francesco Falanga/

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Credits

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Hanno partecipato al numero 19 di Rev

Alessandro Corazzi Ivan Cusella Carmine Fiume Federico Vergari

Lorenzo Galieni Alessandro Ibba Francesco Falanga

Ilaria Palmas Alessandra Scamurra

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